Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Vega_95    24/12/2014    1 recensioni
Questa storia racconta delle avventura dei protagonisti della serie 5D's e di Jessica,la sorellina minore di Yusei,più piccola di lui di 2 anni,apparentemente sembra una normalissima ragazzina ma in realtà dentro di lei è nascosto qualcosa di potente e misterioso di cui nemmeno lei è a conoscenza.
Questa storia inizia due anni prima e termina molti anni dopo la lotta contro i Dark Signer,Yliaster non ci sarà,per un motivo che verrà svelata in seguito.
Ho cercata di renderla più shonen possibile ma per alcune parti non ce l'ho fatta descrivendo diverse scene shojo.
Una furiosa corsa contro il tempo,una disperata lotta contro l'oscirità che da millenni attanaglia l'umanità,amori sbocciati,una famiglia ritrovata,l'illusione di un'Utopia e una disperata ricerca della vendetta... saranno in grado i Predestinati di impedire l'apocalisse che si prepara a sconvolgere il loro mondo?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Crow Hogan, Jack Atlas, Yusei Fudo
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Minna! Buone feste!
avrei tante cose da dirvi come prefazione di questo capitolo, volevo fare una battuta su metà capitolo, su un terremoto in casa Fudo, che se avessi avuto più tempo e possibilità avrei potuto traformare in un VM18 con render rosso...
Scherzi a parte, non è esattamente un capitolo natalizio per infondere gioia e allegria, siamo agli sgoccioli e se non volete riempirvi di malinconia, vi consiglio di aspettare a leggere questi ultimi capitoli. Io capirò. Solo io posso mettermi a scrivere di tragedie durante le feste....
E' un periodo per cui sono fissata con i titoli a lista della spesa ... abbiate pazienza
Cominciamo








Dopo lunghi pianti e urla, Jessica non ha più forze,  stringe Charlotte piangendo in silenzio.
Ichiru è spaventato e desolato, si rende conto di ciò che è, un mostro assassino e ora teme per se, quello che penserà sua madre di lui, teme di essere rifiutato . Si tiene a distanza, con lo sguardo basso.
 
D’un tratto il corpo di Charlotte svanisce dalle braccia della ragazza che tira un ultimo urlo di disperazione.
«cos’è successo? » vuole capire Crow, restato in silenzio fino ad ora, come gli altri.
«stavano duellando… lei aveva il Sigillo e poi… poi credevo volesse aggredire la mamma» singhiozza il ragazzino strofinandosi gli occhi bagnati dalle lacrime «io non lo sapevo… non sapevo che si era arresa…»
Crow sospira, non sapendo che dire, gli posa una mano sulla spalla cercando di dargli un po’ di conforto, ma poi vede Jessica alzarsi e avvicinarsi a loro.
«mamma mi dispiace! » piange Ichiru temendo di essere punito severamente, sa di meritarlo, ma ha paura e vedendola avvicinarsi sempre i più chiude gli occhi pronto al peggio che non arriva. Sua madre non pensa di punirlo, ma lo stringe forte per calmarlo
«lo so amore mio, lo so. Va tutto bene»
«mi dispiace! » scoppia a piangere ancora più forte« non volevo perderti di nuovo »
«calmati tesoro mio, lo so perché l’hai fatto… purtroppo a volte siamo costretti a prendere delle scelte sbagliate per proteggere chi amiamo»
«andiamo a casa» si avvicina a loro Crow abbracciando entrambi.
 
Hélia ha condotto Charlotte a lui per poterla stringere tra le braccia un ultima volta
«ti prego! non lasciarmi anche tu! Ombre! Ombre salvatela! » strilla, disperato stringendo e cullando il corpo esanime della donna
Per poco, ma un ombra entra in lei. Per un momento la Contessa si ridestò, era solo una vita illusoria per darle modo di dirgli addio
«perché? Perché ti sei arresa? »
«ricordi quando c’incontrammo? Mi ero persa, ero sola e tu accorresti a salvarmi, mi mostrasti la via e da allora, ogni notte, venisti a visitarmi nei miei sogni» alza a fatica la mano osservando l’anello «ricordo ancora quando mi donasti questo, il giorno in cui mi prendesti al tuo fianco»
«bambina mia…»
«è questo che sono sempre stata» sorride con amarezza «una bambina… mentre tu sei stato il mio unico amore, sapevo che non ti avrei mai avuto davvero, ma mi bastava restarti accanto…»
Hélia è scioccato, non sa che fare o dire, non ha più molto tempo, eppure la donna si sforza di arrampicarsi sul suo mantello scoprendogli il viso pallido e cercando le sue labbra fredde per scaldarle con il suo ultimo bacio.
«io muoio, ma ho portato a termine il mio compito» sorride lasciando scivolare la mano sulla catena che imprigiona il polso dell’uomo, lentamente essa si spezza, così come le altre «sei libero». Il respiro dell’Oscuro si affanna, se potesse piangerebbe, ma non può, non ci riesce perché a un essere come lui le lacrime sono negate
«Charlotte…»
Non ha più tempo, quell’energia che le aveva dato la possibilità di dire addio svanisce e lei ritorna alla morte.
«no.. no! NO!! » la sua voce risuona in tutto l’antro ed è talmente forte da far tremare la parete che separa le dimensioni scatenando terremoti e tempeste nel mondo.
 
Le anomalie vengono percepite e riconosciute dai ragazzi fin dall’inizio, per questo Jessica si fa dimettere all’istante convincendo tutti a correre verso casa, l’unico posto sicuro
«la gente deve sapere! » esclama Jack «dobbiamo chiamare Lazar »
«no, c’è un modo più rapido» scuote la testa Jessica sfilando il cellulare dalla tasca, ma tenendo lo sguardo fisso sul cielo cupo di nubi nere. Compone un numero «a tutte le unità, proteggete i cittadini, la situazione sta precipitando, presto avremo a che fare con il finimondo» annuncia collegandosi alle linee della Sicurezza per dare l’allarme in modo rapido e sicuro «fateli tornare a casa, riuniteli e proteggeteli, nessuno deve rimanere in strada».
Terminato anche quello, cominciano a correre verso casa pure loro, ma, ancora molto distanti,  un terremoto li sorprende facendoli cadere e aprendo immense voragini nella strada
«coraggio! Non manca molto! » si rimette in piedi la ragazza ,ma barcolla, se la ferità superficiale alla testa è guarita, non lo è stato il trauma, tropi dispiaceri e sconvolgimenti stanno creando interferenze con la sua rigenerazione e poi c’è dell’altro, qualcosa che percepisce e che non sa identificare, sta male, lo sente, troppe vertigini, nausee e stanchezza e poi i suoi poteri che sente così instabili.
Ancora in fuga, vengono fermati dalla volante di Tradge e Mina che vogliono sapere cosa sta succedendo, la risposta è semplice
«si sta vendicando. Charlotte è morta » spiega la ragazza. Subito tace perché una fitta alla testa la fa accasciare a terra poggiando sui gomiti e premendo con una mano sulla tempia destra spaventando tutti
«non dovevi farti dimettere» la rimprovera Crow «e nemmeno duellare»
«non potevo permetterle di fare una strage…»
I due agenti corrono fuori dal veicolo per vedere se possono fare qualcosa, ma c’è ben poco da fare, se non osservare la ragazza soffrire per qualcosa che va ben oltre l’incidente
«mamma! » si spaventa Ichiru vedendole sanguinare il naso.
Un altro terremoto, la terra si spacca ancora e stavolta ancora più in profondità, talmente tanto che la lava emerge dalle profondità cominciando a zampillare. I ragazzi devono scansarsi per evitare di essere risucchiati dalla terra, ma Jessica non ce la fa, è immobilizzata dal dolore. Tutti fuggono. Quando Tradge si accorge che la giovane è rimasta lì e la crepa la sta raggiungendo, da uno spintone a Mina per allontanarla ancora di più, dopo di che corre a prendere Jessica
«Tradge! »strilla la donna. Osservano tutti quel momento con il fiato sospeso, nessuno è abbastanza vicino per raggiungerli e aiutarli. Tradge ha appena preso la ragazza con se e si prepara a correre, quando la terra sotto ai suoi piedi frana, cerca di fuggire, ma, appena si rende conto di non esserne in grado, richiama tutte le sue energie nelle forti braccia dando una spinta tale da lanciare il più lontano possibile la Predestinata, mentre lui, con un sorriso rivolto a Mina, si lascia cadere nella voragine apertasi sotto di lui inghiottendolo.
Nel momento in cui Mina lo vede sprofondare corre verso di lui strillando il suo nome, fortunatamente Crow riesce a bloccarla trattenendola.  Tradge sparisce sotto gli occhi di tutti e nessuno ha il coraggio di proferire parola, solo Mina urla e si dispera dimenandosi talmente tanto da riuscire a liberarsi e correre nel punto in cui l’ha visto l’ultima volta, ora lì c’è solo oscurità, oscurità che ha inghiottito l’uomo che solo 24 ore prima le aveva donato l’anello d’oro che porta al dito.
 
La situazione in città era tranquilla, gli agenti si erano presi una pausa e anche i loro superiori,ovvero il Capo Mina e il Vice Capo Tradge,all’ombra di un albero si stavano godendo quell’insolita, ma piacevole quiete, sapevano perfettamente che quella era solo la calma prima della tempesta, però vollero godersela comunque
«credi che questa guerra durerà ancora molto? » domandò lei osservando le foglie dell’albero danzare smosse dall’aria
«non lo so…spero che i ragazzi arrivino ad una fine molto presto» rispose
«non ti fa impressione vedere Jessica come una mamma? » rise Mina che aveva conosciuta la giovane quando ancora era una bambina di soli 15 anni o poco di più «Ichiru poi sembra che abbia 14 anni»
«io non so come abbia fatto quella ragazza a tirare avanti fino a questo punto con tutte le sfortune che le sono capitate» borbottò Tradge che anche lui conosceva bene la storia di quella ragazza, ma non solo sua, di tutti
«è forte, molto »
«da quando è nata ogni volta qualcuno cerca di ucciderla o di avere qualcosa da o di lei,sua madre è stata uccisa davanti ai suoi occhi da suo fratello»
«un fratello del futuro e di un’altra dimensione»
«sempre Yusei in ogni caso,poi è morto anche il piccolo Yusei che lei ha riportato in vita rischiando la vita è stata trasformata nella regina delle tenebre,è morta,resuscitata ha avuto un bambino che le hanno portato via e trasformato nel suo assassino su misura,hanno manipolato la sua mente per convincerla a cedere il suo potere…»
Stavano facendo un resoconto delle disavventure di quegli ultimi anni, ma in realtà Tradge stava solo temporeggiando rimuginando sul passato, era altro ciò che voleva e doveva fare e finalmente ne trovò la forza, scattò in piedi. Mina si spaventò e lo imitò a sua volta
«che ti succede? »
«devo fare una cosa… qualcosa che non ho mai fatto prima d’ora, ma che non intendo più attendere» disse voltandosi verso di lei «so che siamo in guerra, ma voglio farlo lo stesso» disse inginocchiandosi davanti a lei. L’emozione s’impossessò subito di Mina il cui cuore minacciò di scoppiarle nel petto. L’agente tirò fuori dalla tasca della divisa un anello mostrandoglielo e  cominciando a fare un lungo discorso di come si innamorò di lei, di quando la conobbe ,fino ad arrivare alla fatidica domanda «…. Mina Sagiri vuoi sposarmi? »
Mina era imbarazzata ed emozionata, sorrise, arrossì e balbettò. Tradge si rialzò cercando un risposta nei suoi occhi visto che non la riceveva dalle sue labbra, ma prima di poterla scorgere, ecco che la donna si gettò tra le sue braccia urlando «sì». Tradge le mise l’anello al dito sugellando quella risposta con un bacio
 
Mina è sconvolta, non riesce a calmarsi e nessuno sa come consolarla.
«no!! » strilla e singhiozza Mina «non è morto! Non può! Aveva promesso! Aveva promesso di sposarmi! Tradge ti prego…ti prego no!! »
Per il loro passato, Jack è l’unico che potrebbe aiutarla e infatti si avvicina, basta la sua presenza per convincere la donna ad allontanarsi dal burrone per cercare conforto in lui, ma non le da sollievo quell’abbraccio, se non altro dolore.
 
È già sera inoltrata quando i ragazzi riescono finalmente a tornare a casa, sono sconvolti. Mina ha passato ore a piangere e solo da pochi minuti è riuscita a chiudere gli occhi e prendere sonno, nella stanza al piano di sopra infondo al corridoio, ma solo per sfinimento.
 
In cucina, i ragazzi sono tutti seduti attorno al bancone ognuno stretto nelle braccia della persona cara in cerca di un po’ di conforto
«è tutto colpa mia…» piagnucola Ichiru nascondendosi nell’abbraccio di suo padre che in risposta gli strofina una mano sulla spalla rincuorandolo come può convincendolo del contrario «Tradge non sarebbe morto se io non avessi ucciso la Contessa »
«ancora non ci credo» mormora Akiza stringendo la mano di Yusei, immobile con lo sguardo fisso nel vuoto, ma che ogni tanto si rivolge alla sorella seduta accanto a suo figlio con un sacchetto di ghiaccio sulla ferita riapertasi sulla sua fronte, sta lì, chiusa in se stessa senza guardare nessuno se non i motivi del marmo grigio che ricopre il bancone.
«questa guerra ci sta spingendo troppo oltre! » singhiozza Luna «basta… non abbiamo fatto niente di male… perché dobbiamo sopportare queste cose… io non voglio più! Basta! »
Nessuno può dirle niente, è la più piccola e la più fragile, è terrorizzata, ha visto morire un amico sotto ai suoi occhi senza poter fare niente e quello sfogo è comprensibile, tutti la comprendono, tutti meno una. Jessica. sentendola parlare in quel modo si sveglia dal suo stato di trans tornando in se e lasciando cadere il ghiaccio rimproverandola con lo sguardo «ma è necessario! » esclama« dobbiamo sopportare e andare avanti perché questo è il nostro destino! Siamo Predestinati, siamo stati scelti per combattere» dovrebbe essere il suo discorso d’incoraggiamento che, in realtà, suona molto più come un ordine a cui devono ubbidire «non possiamo demoralizzarci proprio ora, dobbiamo lottare! »
«Jessy…» sussurra Yusei che non può credere a quello che sente
«io non ce la faccio…» singhiozza Akiza  «Tradge era nostro amico ed è morto… io non voglio… non voglio vedere qualcun altro morire! »
«moriremo tutti se ti rifiuti di combattere! » sgrida anche lei
«nemmeno io voglio lottare Jessy, non ora» cerca di farla ragionare Crow prendendole la mano, ma sentirlo parlare così la fa tirare indietro
«possibile che siate così ciechi? Ragazzi non è il momento per lasciarsi andare! Dovete spronarvi e prepararvi alla battaglia finale! Avremo tempo per piangere e soffrire le nostre perdite, ora siamo in guerra e dobbiamo lottare! »
«non te ne rendi conto, vero? » sbotta Carly scattando in piedi e fronteggiandola come gli altri non hanno la forza di fare «di sopra c’è Mina che piange disperata per la perdita di Tradge che è morto per salvarti! Le aveva appena chiesto di sposarlo ed è morto! »
«allora vai su a confortarla, non ci servi. Rischieresti solo di mettere a rischio la vita tua e nostra» è l’acido commento della ragazza
«ma ti senti quando parli?! » rimane scioccato Jack, tanto quanto gli altri « Chi ti da il diritto di parlarci in questo modo? Chi ti credi di essere? non hai il diritto di comandarci»
«io non credo, io sono. Io sono la Principessa del Drago e ho tutto il diritto e il dovere di spronarvi a combattere! E sì Jack, sono io che comando qui!»
«no, tu non comandi» si alza anche Yusei che davvero non riesce ad ascoltare tali assurdità proferite da quella piccola e delicata bocca «mia sorella, la Principessa, non ci tratterebbe mai così, lei …»
«lei cosa? » lo interrompe Jessica «dovrei piangere e implorare che non fosse mai accaduto? È questo che vuoi? Vorresti vedere una ragazzina spaurita  che corre a nascondersi dietro di te e che ti piange addosso? Mettiti in testa che quella bambina è morta. Io combatterò fino alla morte per salvare questo mondo, perché questo è il mio dovere. Sono la vostra Principessa e che vi piaccia o no, mi seguirete in battaglia»
«tu non sei la nostra Principessa» borbotta Jack
«proprio tu mi rinneghi! » si sorprende Jessica «dopo tutto… tu?! Il nostro patto…»
«io ho stretto il mio patto con la Principessa, non con una Strega»
«io non prendo ordini da una Strega» si fa avanti anche Leo, rimasto in silenzio fino a quel momento
«beh che vi piaccia o no, questa Strega è l’unica in grado di sistemare le cose, di ridarvi il vostro amato mondo»
«ma non hai nemmeno un po’ di rimorso? Tradge è morto per salvarti! »è sconcertata Akiza
«dopo tutto quello che ha fatto per noi…» mormora Yusei
«non venite a dirmi cos’ha sempre fatto Tradge! Io l’ho conosciuto meglio di tutti voi! è stato la mia guardia del corpo ai tempi di Black Star, mi ha aiutata e protetta mille e mille volte! Io lo vendicherò! »grida sbattendo le mani sul marmo. La botta le provoca dolore alla testa e per un momento la vista le si annebbia costringendola a tacere e irrigidirsi, ma resta abbastanza cosciente per sentire Jack
«non ti fermi nemmeno un minuto a pensare che parte della responsabilità è anche tua? se fossi restata in ospedale come dovevi Tradge sarebbe ancora vivo»
«forse hai ragione» cerca di riprendersi anche se non lo vede ancora molto bene «ma non sarebbe cambiato niente, Charlotte sarebbe morta,altri innocenti sarebbero morti,Tradge non è diverso da tutti gli altri»
«Tradge era nostro amico! » sbotta Crow tirando indietro Ichiru da quella madre tanto crudele che non ha rispetto nemmeno per un amico morto per salvarla
«voi combattere perché sono io a ordinarvelo» vuole mettere termine alla discussione, ma il  ‘no’ secco di suo fratello la costringe a proseguire fulminandolo con lo sguardo «i vostri poteri dipendono da me, voi dovete ubbidirmi! » urla chiamando a se il potere dei segni nel tentativo di assoggettarli. I segni di tutti e 6 brillano e bruciano costringendoli ad accasciarsi sul bancone gementi, non vogliono, cercano di ribellarsi, ma non ci riescono
«Jessica smettila! » si spaventa Carly, impotente davanti a quell’orrore
«basta! » s’intromette Ichiru interferendo con il potere della madre e riuscendo a liberarli tutti. Non lo credeva forte a tal punto e ciò che coglie negli occhi di suo figlio la spaventa abbastanza da farla indietreggiare, quel disprezzo e quella paura le lacerano il cuore
«come hai potuto! »si scaglia contro di lei jack che non le salta addosso solo perché l’isola lo ostacola
«noi non abbiamo bisogno di te» si fa gelido Yusei rifiutandosi di guardarla negli occhi «noi non combatteremo»
«ma che vi prende? siamo in guerra è normale subire delle perdite! Ma non potete abbattervi! »
«noi non combatteremo» ribadisce il concetto Crow stringendo Ichiru
«bene, vedo che vi siete coalizzati contro di me… ma quando verrete attaccati e non avrete la forza sufficiente per difendervi, allora che farete? »
«Ichiru è come te, anzi è più forte» si prende la libertà Akiza, andando a posare una mano sulla spalla di Ichiru
«non ti permettere! » sbotta la ragazza che in quel momento la odia come mai avrebbe pensato «non userete mio figlio! è solo un bambino! »
«va bene, lo farò. Posso farlo» s’intromette Ichiru dando una seconda pugnalata al cuore di sua madre «mamma smettila! Che ti prende? questa non sei tu! »
Jessica potrebbe andare avanti a insistere, ma le cose stanno come stanno, le stanno voltando le spalle per chiudersi nel dolore, la abbandonano e ci pensa Yusei a darle il colpo di grazia avvicinandosi e guardandola dritta negli occhi «non credevo che sarei mai arrivato a dirlo ma… non puoi più stare qui » si prende una pausa per permetterle di capire e trovare lui stesso la forza di andare avanti «purtroppo  non siamo della stessa opinione e questa è anche casa mia…te ne devi andare »
Anche se dispiaciuti, tutti i ragazzi sono della stessa opinione, tutti  coalizzati contro di lei
«ok, va bene» mormora Jessica stringendosi le braccia al petto e lasciandosi cadere i capelli davanti al viso «spero che abbiate fatto la scelta giusta…» si avvicina lentamente alla porta prendendo la maniglia tra le mani, ma prima di andarsene  si volta verso Crow che stringe ancora Ichiru «è tuo figlio, proteggilo, non permettere che gli facciano del male»
Se ne va lasciando tutti in un agghiacciante silenzio.
 
Hélia ancora non può credere di aver perso la sua adorata Contessa. Dopo aver fatto a pezzi la sua grotta con fulmini saette e onde d’oscurità che devastano tutto, si scaglia sullo specchio che da sul mondo reale scatenando su di esso tutta la sua ira che si manifesta con lampi tuoni e una tremenda tempesta.
L’aria è lacerata dai fulmini neri e rossi. I tuoni esplodono e rimbombano  tutt’intorno e l’atmosfera sembra contrarsi ed espandersi a ogni scoppio. Le nubi sfumano dal verde marcio al nero pece.
Poi comincia a levarsi il vento, un vortice turbinoso. Una foschia grigiastra ruota intorno a un nucleo di notte fonda in cui l’unica luce è data dalla luce a intermittenza dei lampioni delle strade che minacciano di spegnersi da un momento all’altro facendo cadere la città nelle tenebre più assolute. La terra trema a ogni tuono riempiendo i cuori della gente d’inquietudine. Scrosci d’acqua invadono le strade scivolando per le strade come fiumi in piena infilandosi in ogni vicolo e fessura. È impossibile vedere oltre il proprio naso, la tempesta impedisce ogni visuale.
Le lacrime che non sono state versate di Hélia e il suo cuore a pezzi sono tutti lì, trasformati in acqua, vento e tuoni.
 
La discussione appena avuta ha lasciato i Predestinati con un certo amaro in bocca, sono fioccate parole pesanti che ora lasciano tutti un po’ perplessi. La situazione era diventata insostenibile e qualcuno doveva andarsene, ma ora il rimorso lacera le coscienze di tutti
«forse abbiamo esagerato…» mormora Luna stringendosi le braccia al petto
«stava esagerando! Guarda cosa ha cercato di farvi! »esclama Carly che mai ha odiato qualcuno tanto quanto ha detestato quella ragazza nel momento in cui provò a controllare i ragazzi.
«lei voleva solo farci reagire» ammette Akiza anche se a malincuore
«nel modo sbagliato» resta inflessibile Jack
«è stato il suo modo per sfogare il dolore… doveva reagire e far reagire noi» comincia a giustificarla Crow
«non è così che si fa, come dice lei, non è più una bambina, dovrebbe capirlo» resta ancora gelido Yusei «siamo una squadra, non comanda lei e non può costringerci a combattere contro la nostra volontà»
«non ti ho mai visto parlare così di tua sorella» si stupisce Leo vedendo la freddezza nei suoi occhi
«perché quella non è più mia sorella. la mia Jessy è intrappolata da qualche parte in quel corpo» ammette tenendo lo sguardo basso mentre gli altri tacciono consapevoli della triste verità di quelle parole,la ragazza che i quelle ultime settimane è stata con loro è solo la Jessica del passato,una bambina che ha visto massacrate migliaia di persone tra cui sua madre e suo padre. Una bambina spaventata.
 
Sotto alla pioggia, strattonata dal vento, la giovane, cacciata dalla propria casa, vaga per le strade deserte della città nella zona più devasta dalla guerra. Spinta da turbini d’aria che le  portano i capelli bagnati davanti al viso coprendole la vista già scarsa per colpa della fitta pioggia. Infreddolita, si stringe le braccia al petto in cerca di un riparo, ma attorno a lei ci sono solo macerie. Essere stata cacciata dai suoi amici le ha fatto più male di quanto non dimostri, vorrebbe trattenere le lacrime, ma ha gli occhi talmente gonfi che ogni tanto qualcuna le scivola sul viso bagnato confondendosi con le gocce di pioggia.
 
«è là fuori, da sola…» mormora Crow stando affacciato alla finestra della cucina a osservare le nubi turbinare nel cielo
«la strega non teme le tempeste» lo rassicura Jack
«Jessy ha iniziato ad avere paura dei temporali dopo che Z-One uccise nostra madre…» spiega Yusei, ma quelle parole nascondono una mezza verità in piena vista
«la Strega di 14 anni fa» fa notare Akiza
«fate quello che volete, io la vado a cercare! »scatta in piedi Crow correndo fuori, ma non prima di aver agguantato una coperta dal divano
«Crow non fare pazzie! » prova a fermarlo Carly
«non ufficialmente, ma Jessica è mia moglie! Non la posso lasciare sola in un momento come questo! » vuole far capire loro che anche se è cambiata, è sempre Jessica, una cosa che nessuno ha capito fino a quel momento
«vengo anch’io» scatta in piedi Ichiru, ma suo padre scuote la testa
«andrò da solo. Resta qui, sei più al sicuro. Te lo prometto, riporterò la mamma a casa» gli sorride baciandogli la fronte.
Appena mette piede fuori casa si ritrova travolto da un turbine d’aria che lo fa barcollare mentre la pioggia e la grandine lo travolgono, ma non lo fermano, è deciso a trovarla e riportarla a casa e lo farà.
 
Bagnata, spaventata e infreddolita, Jessica si rifugia in una casa diroccata riparandosi contro una parete per metà crollata chiudendosi in se con le ginocchia strette al petto e il viso nascosto tra i capelli e le braccia. Piange e singhiozza, è terrorizzata a morte da quel temporale e le laceranti parole dei suoi amici ancora le risuonano nella mente, i loro occhi pieni di disprezzo e incomprensione, persino suo figlio l’ha disprezzata in quel momento. Capisce di aver esagerato, ma loro stavano gettando la spugna, doveva farli reagire,  l’ha fatto nel modo sbagliato e ora l’hanno lasciata sola. I capelli la coprono come una coperta bagnata anche se non le danno molto sollievo dal freddo.
Smorfie di dolore si dipingono sul suo viso, la bocca spalancata che nemmeno cerca di placare i singhiozzi e gli occhi serrati che non sono in grado di trattenere il fiume di lacrime che le sta bagnando il viso arrossato. Ogni tanto si strofina la testa arruffandosi ancora di più la folta chioma corvina e non fa altro che spalmarseli sulla faccia bagnata e ritoglierli, non sapendo nemmeno lei cos’è meglio.
«mi dispiace…» mugola andando a stringersi una mano al petto dove prova quel grandissimo dolore.
 
Crow corre a perdifiato per le strade deserte della città sotto la pioggia tagliente e la grandine che lo colpisce in testa e in volto. A lungo andare gli verranno dei lividi, ma è un problema che non si pone, quel temporale sta spaventando lui, figurarsi la sua Jessica, da sempre terrorizzata da lampi, tuoni e fulmini. Corre e urla, la chiama s’infila nei vicoli sperando di trovarla. Passa un’ora prima che riesca a imboccare la strada giusta e lo capisce dal fatto che il suo segno reagisce, brilla e lo fa sempre di più finché la luce non svanisce all’improvviso. È lì, l’ha trovata.
Con un sorriso che gli illumina il viso, comincia a chiamarla a gran voce «Jessica! Jessy! » urla più e più volte
La ragazza, chiusa in quell’angolo buio e polveroso, continua a dondolare la testa alzandola e posandola sulle braccia ripetendo una filastrocca che le diceva sua madre quando era piccola «luce di speranza luce futura, a te dono la mia paura…» spera con quelle parole di allontanare i brutti pensieri e riuscire a calmarsi, ma non funziona. Poi, però, sente gridare il suo nome e d’istinto scatta in piedi, lo sente, qualcuno la chiama a gran voce e corre fuori, la pioggia è troppo fitta e benché distingua una sagoma, non lo riconosce. Un lampo illumina il cielo oscurando quella figura che davanti ai suoi occhi si trasforma nel corpo di sua madre morente. Il terrore s’impossessa di lei ed esplode in un urlo che fa voltare Crow che intravede a sua volta una sagoma accucciata per terra «Jessy! »
Il tuono non tarda arrivare e, riconoscendo la voce, anche lei invoca il suo nome con grande disperazione «Crow! »
«Jessica…» è un sussurro che gli esce spontaneo, come un urlo soffocato di spavento, quella voce, quel tono gli fanno raggelare il sangue, percepisce la sua paura e l’istinto prevale spingendolo a correre da lei e stringerla forte, in un caldo abbraccio.
«mi dispiace» torna a singhiozzare lei tremando come una foglia stringendosi alla sua giacca grondante d’acqua, ma d’altronde entrambi sono zuppi
«va tutto bene» mormora sfilando da sotto la maglietta la coperta, umida, ma meno bagnata del resto e con cui l’avvolge tornando di nuovo ad abbracciarla «eravamo tutti molto scossi»
«vi ho detto delle cose orribili»
«sono volate parole pensanti, ma nessuno pensava davvero a quello che ha detto. Ora calmati piccola, andrà tutto bene»
«non volevo farvi del male»
Stavolta Crow non le risponde, le prende solamente il mente tra l’indice e il pollice sollevandolo leggermente per poterla baciare. Un bacio così dolce che fa dimenticare a entrambi di trovarsi in mezzo ad una tempesta.
 
Esausti, si sono ritirati tutti in una stanza per dormire. Ichiru, Leo e Luna sono rimasti di sotto allestendo una sorta di campeggio con sacchi a pelo a terra coperte e cuscini recuperati in giro per la casa. L’avrebbero trovato divertente se le circostanze non fossero state tanto tragiche e l’ansia per sua madre toglie al ragazzino ogni voglia di ridere.
Mina dorme e piange in quella stanza, è sola, perché così ha voluto, non si da pace per Tradge che ha fatto appena in tempo a donarle un anello di fidanzamento e a sentire il suo ‘sì’ prima di spirare in quel baratro incandescente «Tradge…» continua a singhiozzare rotolandosi nelle coperte.
 
Nella stanza opposta, invece, Yusei resta affacciato alla finestra sperando di veder arrivare Crow in compagnia di sua sorella, ma tutto ciò che vede è un coltre grigiastra che gli permette appena di distinguere il marciapiede dalla strada.
«Crow la troverà, stai tranquillo» prova a rassicurarlo Akiza, seduta sul letto che lo osserva
«le ho detto delle cose orribili…»
«tutti noi l’abbiamo fatto»
«ma lei è mia sorella! io… io dovrei capirla e aiutarla e invece… ormai l’ho persa» si abbatte non riuscendo più a trovare sintonia con lei. Dopo quell’avventura nell’altra dimensione credeva che il loro legame si fosse restaurato e rafforzato, ma  a quanto pare non è così, almeno non da quando è tornata se stessa.
«non l’hai persa! È sempre lei, la tua sorellina» sorride dolcemente Akiza «solo che è cresciuta, è diventata madre e ha delle responsabilità. Resterà sempre tua sorella, anche se ora dovrai solo condividere il suo amore con qualcun altro…» lo va ad abbracciare avvolgendogli le braccia attorno al petto avvertendo i palpiti del suo cuore contro il suo polso e posando una guancia sulla sua schiena. Non resta per molto abbracciata perché Yusei si volta prendendole le mani «hai ragione. Devo smetterla di considerarla una bambina perché non la è più, nessuno di noi e devo accettarlo. E poi anche lei dovrà condividere l’affetto che provo» sorride stingendo la ragazza a se per schioccarle un lungo bacio sulle morbide e calde labbra rosee a cui lei risponde con un altro prendendogli il viso tra le mani prima di farle scivolare lungo il collo e le spalle per raggiungere il lembo della giacca per fargliela scivolare a terra. Lentamente la fa indietreggiare finché Akiza non inciampa nelle coperte che strisciano a terra cadendo sul materasso che la fa rimbalzare un momento prima di tornare a prestare tutta la sua attenzione sul ragazzo dagli occhi blu che la guarda in modo così dolce e anche così serio in un modo che la fa rabbrividire e battere il cuore all’impazzata. Le si avvicina slacciandole delicatamente la cintura rossa che le stringe la vita mentre si fa sempre più avanti fino a inginocchiarsi anche lui tra le coperte già tutte sgualcite.
 
Jack e Carly si sono dovuti accontentare della camera di Jessica e Crow. La ragazza dagli occhiali tondi è a pezzi e vorrebbe dormire un po’, ma vedere Jack così pensieroso e ansioso le impedisce di riposare. Restano lì, seduti sul copriletto, lei con la schiena appoggiata alla spalliera e lui appoggiato al suo grembo a fissare il vuoto
«non è da me arrendermi…» mormora stringendo la mano di Carly sulla testa come a volersi tappare le orecchie e isolarsi dal mondo, ma nello stesso tempo volesse sentirla vicina
«eravamo tutti sconvolti e sono volate parole grosse che nessuno di noi pensava realmente… speriamo solo che Crow la trovi»
«Crow corre troppo, sua moglie…» riesce a scherzarci sopra «sono poco più che bambini»
«bambini con un figlio» gli fa notare Carly «comunque Jessica è cresciuta parecchio»
«forse nel fisico, ma ragiona ancora come una ragazzina, è impulsiva e irragionevole»
«ma ha delle responsabilità che nemmeno una donna adulta e matura avrebbe mai…»
«povero Crow… chissà che cosa lo attende»
«povera me! » protesta Carly «che devo starti dietro per evitare che ti cacci nei guai»
«e quando sarebbe successo? » si alza di scatto il ragazzo fissandola negli occhi attraverso i spessi occhiali che rendono il suo dolce sguardo opaco.
«non ricordi quando ti ho salvato dai giornalisti impazziti quando avevi perso il titolo di Re? »
«e come no. Avrei voluto uccidere Yusei » scherza. Carly ne rimane delusa, sperava che quel ricordo lo portasse al loro incontro, ma poi arriva. Prima gusta l’espressione delusa della ragazza e poi sorride « e poi ti ho conosciuta» dice facendole scivolare lungo il nasino a punta gli occhiai rotondi e posandoli sul comodino accanto a loro cominciando poi a baciarla, mentre le braccia della ragazza si chiudono attorno al collo del Predestinato. Quella posizione però fa perdere a entrambi l’equilibrio facendoli cadere di lato. Devono lasciarsi e Jack rimane inginocchiato a osservarla dall’alto. È buio, ma la luce della finestra le illumina gli occhi, gli stessi di quella Predestinata Oscura che pianse durante il loro duello, che altro non voleva che stare al suo fianco e che gli dischiarò i suoi sentimenti in punto di morte.
 
Tra quella calda e umida coperta, Jessica e Crow tornano al riparo scivolando contro un muro crollato per metà , ma che sembra reggere. Il freddo e la tempesta non hanno alcun potere sulla loro intensa passione che infiamma le loro anime proteggendoli dall’aria gelida di quella notte. Crow, già senza maglia, non lascia andare Jessica nemmeno nel momento in cui anche lei decide si spogliarsi; l’ha persa talmente tante volte che ora non la vuole lasciare più andare.
Tra baci e carezze, la ragazza a cavalcioni su Crow, si lascia travolgere dalle mille emozioni che normalmente avrebbe voluto trattenere, piange e ride, singhiozza, sospira, ansima, il suo cuore pare voglia esploderle nel petto e ciò le fa tremare le mani che tengono stretto il viso di Crow. Quando se ne accorge le prende tra le sue stringendosele al petto, sono gelide e cerca di scaldarle e calmare quel tremore che la fa sussultare di tanto in tanto.
 
È mattino, ma il Sole non è ancora sorto e le ombre della notte ancora vagano per la città deserta e devastata dal temporale cessato da poco. Mano nella mano, Jessica e Crow si stanno incamminando verso casa osservando il cielo all’orizzonte cominciare a tingersi di un viola bluastro che ancora porta i colori della notte.
 
Quella notte Ichiru non ha chiuso occhio, era preoccupato per i suoi genitori, per il futuro di quella guerra e poi avvertiva qualcosa, qualcosa di strano e sconosciuto, ma che sapeva avere poco a che fare con la guerra, una calda e fastidiosa sensazione al petto che ogni tanto gli dava l’istinto di scuotere la testa verso l’alto, ma per una strana ragione non riusciva mai a farla.
 
Sono le 3 del mattino quando la coppia rientra a casa cercando di non fare rumore, ma appena Ichiru sente la porta scatta in piedi chiamando sua madre e correndo ad abbracciarla. Il suo urlo butta tutti giù dal letto facendoli correre di sotto
«mamma…mamma» continua a chiamarla il ragazzino per paura che non sia reale.
«sono qui piccolo mio, mi dispiace»
«anche a noi» ammette Yusei avvicinandosi a lei
«eravamo tutti sconvolti» aggiunge Crow
«potremmo discutere e litigare, ma mai niente spezzerà il nostro legame» ne è entusiasta Akiza
«bene Principessa» sorride Jack scambiandosi qualche sguardo con lei «quale sarà la nostra prossima mossa? »
Prova a rispondergli, ma Crow la ferma prima che possa proferir parola e le prende la mano «qualcosa che abbiamo rimandato troppo a lungo» sorride guardando Jessica «non voglio aspettare la fine della guerra » dice prendendole le mani tra le sue «Jessica, diventa mia moglie, ora » la prega, lasciando di stucco tutti quanti. «sono 8 mesi che aspetto, non voglio attenere ancora»
Jessica direbbe di sì molto volentieri , ma Jack pone la giusta domanda. Dove trovare qualcuno disposto a sposare due ragazzi, nel bel mezzo di una guerra?
A tutto c’è una soluzione e la ragazza che freme dalla voglia di sposare il suo amato la trova
«ragazzi avremo bisogno del vostro aiuto» sorride Jessica «nell’antichità i Predestinati erano considerati sacerdoti e secondo gli antichi riti noi possiamo farlo» ne è entusiasta.
 
Mina ancora riposa nella stanza infondo al corridoio. Quella notte si era svegliata tante di quelle volte, in preda a incubi orribili, che Akiza le diede un sedativo per aiutarla a riposare e scacciare i brutti sogni. Dorme ancora e le ragazze, ritiratesi nella camera di Jessica, fanno bene attenzione a non svegliarla.
Tirare fuori l’abito da sposa di Jessica, sistemarlo e farglielo indossare avrebbe richiesto troppo tempo. Prendono solo il velo, mentre la giovane sposa indossa un abito turchese lungo fino a metà coscia, con lo scollo a V e le maniche a tre quarti e in vita ha a una fascia floreale.  Aveva comprato quell’abito quando ancora tutti la chiamavano Isabel e Akiza l’accompagnò in giro per la città, ma non l’aveva mai indossato, infatti aveva ancora l’etichetta attaccata al collo. Quella è a l’occasione migliore per sfoggiarlo. Fine ed elegante, con la cascata di capelli raccolti in una coda, Jessica esce dalla camera e qui trova il suo bambino ad attenderla. È serio e pensieroso, abbastanza da far preoccupare per un momento sua madre
«so che non vuoi che usi tanto i miei poteri però..volevo farti un regalo… » mormora scostandosi dal muro e aprendo le mani tendendo i palmi verso l’alto, tra di esse appare un mazzo di rose rosse avvolte in morbida carta bianca e chiuse da un nastro color crema. Le porge a Jessica che le accetta abbracciandolo e baciandolo « grazie amore mio! »
Con pochi e teatrali gesti della mano, il ragazzino ricopre le scale di petali bianchi e rossi disegnando il percorso che dovrà compiere sua madre. L’aveva visto su un libro e voleva che tutto fosse perfetto come in quella favola.
Ichiru corre di sotto e Leo e Luna si spostano nella sala dove tutti li attendono.
Accompagnata da Akiza e Carly ,la sposina, con il viso coperto dal velo, oltrepassa l’ingresso della sala raggiungendo i suoi amici,le ragazze si allontanano lasciando il posto a Crow che si affianca a lei, mentre gli altri presenti si dispongono in cerchio attorno a loro.
Crow,di fronte a Jessica, le solleva il velo dal viso osservando quel meraviglioso sorriso e quegli occhi lucidi pieni di gioia;Yusei porge loro una striscia di stoffa rossa che si avvolgono alla mano,lei ad un lato lui all’altro.
Gli occhi del giovane Ichiru brillano di gioia,osserva i suoi genitori,accanto ad Akiza e agli altri.
I predestinati chiudono il cerchio prendendosi per mano,chiudendo gli occhi per un istante. È un momento molto importante che dipende da tutti, sono felici, certo, ma anche estremamente nervosi, Yusei più di tutti. La sua vista sta per cambiare irreversibilmente, Jessica non sarà più solo la sua sorellina, ma diventerà la moglie di Crow.
«acconsento» comincia Luna, dando inizio a tutto
«do il permesso» la segue Leo
«do il mio permesso» prosegue Carly stringendo la mano di Jack che la segue
«acconsento»
«acconsento questa unione» è il turno di Akiza lo dice molto lentamente perché vuole dare il tempo a Yusei di farsi forza e parlare. Per un momento esita, osserva i suoi amici e la sorella che spera in lui, non potrebbe mai ferirla tanto e dopo qualche istante di esitazione, trova il coraggio di dirlo «acconsento e do il mio permesso»
«acconsento anche io! » esclama, entusiasta, Ichiru.
Ora tutto dipende dagli sposi. Crow tira verso di se il nastro rosso avvolgendone una parte nella mano «Jessica Meika Fudo» la chiama guardandola intensamente negli occhi «prometto di proteggerti sempre, ad ogni costo, ti difenderò e proteggerò la tua felicità e quella del nostro bambino ti resterò accanto da ora e per sempre,combatterò per te e ti assisterò sempre e per sempre » è la sua promessa di nozze.
Con lo stesso movimento, Jessica si avvicina a lui «Crow Hogan, prometto di proteggerti e difendersi, custodire la tua felicità e quella di nostro figlio,debellerò il male dalla nostra vita,resterò sempre al tuo fianco,combatterò per te,mi schiererò al tuo fianco,ti assisterò da ora e per sempre e mai ti lascerò» lo dice con tutto il suo cuore arrivando quasi a commuoversi, trattiene le lacrime, ma non il tremore della sua mano che freme dall’emozione
«accetti di vivere con me il resto della tua vita? » è la domanda finalmente da porre tra i due sposi affinché tutto possa compiersi.
Jessica, con gli occhi lucidi e colmi di felicità pronuncia una sola parola che la rende incredibilmente felice e nello stesso tempo pugnala al cuore Yusei «accetto» ora è il suo turno «Crow, accetti di vivere il resto della tua vita con me? »
«accetto»
È finita. Ora niente e nessuno potrà separare il legame che quel rito ha creato e che ha reso ufficiale qualcosa che era sempre stato.
È più forte di lui, non resiste più e non appena tutto finisce, Crow la prende tra le braccia baciandola dolcemente e stringendola forte a se
«mai, mai più ti lascerò» mormora stringendola forte a se
«sì, staremo sempre insieme! Niente potrà più separarci ora. Noi due insieme per sempre….>
Finisce appena la frase che una fitta al cuore la irrigidisce e le fa perdere il controllo, le gambe smettono di reggerla e cade contro Crow che la prende e sostiene. È immobilizzata dal dolore che la costringe a tenere gli occhi spalancati e la bocca aperta. Lentamente Crow riesce ad adagiarla a terra e lei riesce a rilassare il corpo, ma non si sente meglio, qualcosa di tremendo spalanca la sua mente.
Risente se stessa annunciare ai suoi amici la profezia dell’Apocalisse «qualcuno cadrà» disse quel giorno. E poi le loro promesse e quel «per sempre…»
Quando ritorna in se, la ragazza sta piangendo, ma non sa perché. I suoi amici sono preoccupati per lei, ma le è impossibile dare una spiegazione, senza contare che avverte una strana sensazione all’addome che la porta a posare una mano sopra e guardare d’istinto Ichiru che la osserva nello stesso modo. È una sensazione di gioia, ma anche di malessere che li rende confusi e spaventati senza saperne il motivo.
 
I novelli sposi hanno già speso la loro notte di nozze, anche se in anticipo, ma visto lo svenimento di Jessica e lo stato d’animo di tutti, si concedono qualche altra ora per riposare, così come gli altri.
«credi che vivremo mai in pace? » domanda Crow accarezzando i capelli di sua moglie abbraccia e appoggiata al suo petto che gli stropiccia la maglia pensando anche lei alla guerra
«ci proveremo e lotteremo per riuscirci» è la sua risposta, anche se la voce è stata un po’ incerta e timorosa, quello che ha visto e provato in quei secondi in cui aveva perso conoscenza l’avevano disorientata e ora non sa che pensare.
All’improvviso, senza il minimo preavviso, Jessica scatta in piedi saltando giù dal letto e correndo verso la porta stringendosi una mano alla bocca. Spaventato, Crow la segue ritrovandosi con la porta del bagno chiusa a chiave
«Jessy…» la chiama preoccupato, ma sentendola rimettere con forza si tira indietro.
«che succede? » si avvicina Yusei che aveva sentito entrambi correre
«è Jessica, sta male, ma non so perché…»
«con tutto quello che sta succedendo… probabilmente è solo una reazione psicofisica » prova a spiegare Akiza che si avvicina e bussa« Jessica, tesoro sono io, posso entrare? »
«va tutto bene» mormora Jessica «mi riprendo solo un momento».
 
Ansima ancora per lo sforzo e il viso è piuttosto pallido. È sudata marcia, ma trema dal freddo, è normale  in quelle situazioni. Jessica non sta bene, lo sa lei e lo sanno gli altri, ha qualcosa che non va, però non c’è modo né tempo di farsi visitare.
Stringe tra le mani un test di gravidanza che si era fatta comprare da Akiza quando cominciò ad avere quelle nausee, ma è negativo, così come i due precedenti, non è incinta come credeva Jack.
«devo resistere… ancora poco» mormora mentre la vista le si annebbia e lei si strofina gli occhi cercando di riprendersi.
Lentamente, facendosi forza, esce trovando suo marito, suo fratello e la sua amica lì davanti
«è un plotone di esecuzione? » scherza barcollando e cercando la spalla di Crow a cui appoggiarsi per farsi accompagnare in camera
«come ti senti? » si preoccupa Yusei
«come uno straccio centrifugato e strizzato» mormora cercando di far recepire il concetto «non sono incinta… ho fatto il test»  ci tiene a precisare pe fuorviare ogni altro dubbio, mentre si mette a letto
«riposati, noi siamo di sotto, per qualsiasi cosa…» sorride Akiza accarezzandole il viso ancora bagnato di sudore.
 
«è possibile che non riusciamo a capire cos’abbia? » sbuffa Yusei
«non so che dire…» sospira Akiza «tutto lascia pensare a una gravidanza, ma i test sono negativi! »
«nausea e svenimenti possono essere molte cose» precisa Carly
« è capire cosa» borbotta Jack «ora però dobbiamo pensare a come mettere fine a tutto»
«potrebbe essere la malattia» ipotizza Luna
«no, il botex causa la cecità e la paralisi»
«ma Natsumi ha detto che la malattia non è altro che tenebra» ricorda Leo
«preoccupiamoci del nostro nemico, così poi potremo portare Jessica in un ospedale in cui dei buoni medici potranno curarla»
Sono d’accoro con lui, ma non sanno che fare, in che modo affrontarlo essendo imprigionato in quel mondo. Certo potrebbero raggiungerlo, ma sarebbero in svantaggio e correrebbero un rischio troppo grosso, mentre riuscire ad attirarlo nel loro mondo metterebbe a rischio l’intero pianeta, si libererebbe e scatenerebbe il panico.
«chiedere aiuto a Vega? » la tira in ballo Luna
 
Intanto nella sua stanza Jessica ha smesso di riposare quando il cellulare ha cominciato a vibrare, rispondendo si è materializzata l’immagine di Vega davanti a lei
«cosa vuoi? » borbotta la ragazza alla vista della regina Sayan.
«buongiorno Meika »la saluta cordialmente
«che vuoi? » ripete Jessica
«siete in pericolo»
«grazie per l’informazione! Sai, non me n’ero accorta! Credevo che la città deserta e la devastazione fossero solo il cast di un film apocalittico» sbotta la giovane lanciandole occhiate fulminee
«questa non sarà una comune guerra bene contro male! C’è molto di più in gioco, ci sei tu! Arriverai a un punto in cui dovrai compiere una scelta e sarai in lotta con te stessa» cerca di farsi capire, prende una pausa e poi ricomincia «Meika, ascoltami. Dovrai fare delle scelte, scelte dolorose che lasceranno profonde ferite nel tuo cuore e che sconvolgeranno la tua vita»
«come se questo non fosse sufficiente…» sbuffa arruffandosi i capelli sulla nuca
«voi perdere questa guerra e credimi, mi dispiace davvero tanto, ma…. Accadrà ancora e stavolta dovrai essere cosciente di ciò che accadrà, perché avverrà per mano tua» le annuncia spaventando a morte la povera Jessica, ancora debole dal suo malore.
 
La proposta di Luna, all’inizio bene accetta dagli sguardi di tutti diventa l’ennesimo tentativo fallito per colpa di Yusei che scuote la testa « è un compromesso a cui Jessy non scenderà mai. Il disprezzo che prova per lei è talmente grande che preferirebbe morire piuttosto che avere il suo aiuto»
«cosa le ha fatto di tanto orribile da meritare un simile odio? »si preoccupa Akiza
«credo che Jessy abbia paura di diventare come lei»
«praticamente Vega ha sacrificato se stessa e la sua famiglia per il bene comune» capisce Leo.
 
«questa è l’unica soluzione» mormora Vega fissando dritta negli occhi Jessica, pallida e terrorizzata da quelle parole che le sono appena entrare in testa
«ho lottato, mi sono impegnata, ho messo tutta me stessa perché questo non accadesse mai e ora… ora tu vieni a dirmi che non c’è altro modo?! No! Non lo farò mai! Io non voglio diventare come te! »
«lo so, aspetterò, ma tu fai attenzione e stai pronta». Le ultime parole, poi svanisce lasciando sprofondare Jessica nello sconforto più totale. Inginocchiata a terra, afferra un cuscino dalla sedia premendoselo sul viso mentre da sfogo a tutta la sua rabbia soffocando il suo urlo
«non voglio… mamma ti prego aiutami…» scoppia a piangere, chiusa in se stessa con il cuscino stretto al petto «per favore…»
 
Il cielo di Nuova Domino torna a rannuvolarsi, la luce del giorno viene soffocata dalle tenebre e l’unica fonte di luce in quel cielo diventano i fulmini color sangue che lo attraversano. È Hélia ad aver fatto tutto quello, si sta preparando ad attaccare, deve solo attendere che i ragazzi escano di casa.
Presto detto, senza dare il tempo ai ragazzi di capire che sta succedendo, Mina si fionda fuori casa. Aveva visto il cielo rannuvolarsi e non le fu difficile identificare chi ne era l’artefice.
Senza ancora un piano, i ragazzi escono di casa inseguendola, ma la perdono presto di vista.
«che si fa? »domanda, spaventata, Carly guardandosi nervosamente intorno
«sta andando alla centrale della sicurezza » ne è abbastanza sicura Jessica, è da lì che si propagano le ombre, proprio come avevo tentato di fare io e se in qualche modo quella donna cerca vendetta, allora sarà lì che andrà, sulla cima del palazzo, dove, in quel momento, Hélia sta per attuare il suo piano di vendetta.
«dobbiamo dividerci e fermarla prima che commetta qualche pazzia» dice Yusei trovando l’appoggio degli amici che iniziano a correre in diverse direzioni non sapendo la strada presa dalla donna. Yusei e Carly, Luna e Crow, Jack e Akiza, Jessica Leo e Ichiru. Con questa divisione casuale, i ragazzi cominciano a correre per le strade deserte sperando di intercettare e fermare l’amica in preda alla disperazione.
 
Hélia li osserva e li studia cercando il soggetto migliore, analizza le possibilità, i loro punti deboli, li studia a fondo osservando da chi sono accompagnati e chi di loro potrebbe esser la miglior preda per distruggere la stabilità del gruppo. Con la morte di Tradge era quasi riuscito nel suo folle piano e forse togliendo di mezzo uno di loro, potrà distruggere quel filo che li lega.
Alla fine trova la preda più adatta.
 
I ragazzi corrono in lungo e in largo per le strade circondando l’edificio della Sicurezza senza avvicinarsi troppo, l’energia oscura condensata sopra ad esso è spaventosa ed estremamente pericolosa
«e se fosse già la dentro? » domanda dubbiosa Carly
«l’avremmo vista, le eravamo praticamente dietro» risponde frettolosamente Yusei guardandosi intorno. Intercetta un’ombra alle sue spalle, non la riconosce , ma sa di doverla seguire.
 
Anche Crow ha visto quell’ombra, ma prima di muoversi costringe Luna a mettersi al riparo, mentre lui fa da esca affinché chiunque li stia seguendo venga fuori. La trappola scatta. Con un ghigno, Hélia da inizio a tutto, crea tra le mani un arco nero e lo tende stringendo tra l’indice e il medio una freccia affilata e pronta a uccidere. Scoccata la freccia, il Predestinato malcapitato non riesce a fare altro se non vedere l’ombra dirigersi verso di lui.
Crow è il bersaglio dell’Oscuro, lo era fin dall’inizio, l’avevo capito fin da quando avevo intercettato il suo pensiero di uccidere uno di loro. Hanno fatto troppo per me perché possa permetterlo e poi Crow ha un figlio; non posso permettere a Ichiru di crescere senza un padre come è successo a me. Io ormai ho vissuto, non ho più nulla da perdere. Con uno slancio atletico e una forza procuratami dall’adrenalina che mi scorre in corpo, riesco a intercettare la freccia e spingere a terra Crow. Quella lama d’oscurità mi trapassa il petto, proprio nel punto in cui ho sempre avuto dolore.
«Natsumi! ». Crow si precipita a prendermi e sollevarmi da terra.
Luna esce allo scoperto.
Il mio Signore mi osserva stupefatto, non credeva che sarei tornata. In realtà tutti ignoravano che non ero mai andata via, questa guerra mi riguarda, ne ho fatto parte e arriverò alla fine… beh la fine è arrivata prima del previsto, ma va bene.
Avvertito il pericolo, Jessica e suo fratello sono accorsi seguiti dagli amici che li accompagnano, solo Jack e Akiza sono rimasti indietro, credo che abbiano trovato Mina.
«che è successo?! » sbotta Jessica.
Tremo, ho freddo, sanguino e ciò mi fa stare peggio, la paura e il dolore mi stanno travolgendo facendomi perdere lucidità, sto per svenire e se lo faccio morirò senza poter dire le mie ultime parole.
«resta sveglia! » mi scuote Crow stringendo la sua mano, assieme alle mie, sulla ferita
«va bene così» sorrido osservandoli tutti lì, attorno a me
«perché mi hai salvato? »
«sei un padre» sorrido osservando nei suoi occhi quella luce che solo un papà ha e che io non vedo più da moltissimo tempo «non voglio che tuo figlio passi quello che ho passato io, non posso permettere che un’altra famiglia vada in pezzi…» non l’avevo mai detto ad alta voce e devo ringraziare quella freccia che mi ha bucato il petto perché altrimenti avvertirei ancora quel dolore fastidioso, ma non posso trattenere le lacrime «io volevo solo riavere la mia famiglia…volevo tornare a essere quella bambina felice che festeggiava il Natale con i suoi genitori…»
«non sforzarti» mormora Yusei asciugandomi le lacrime con un dito «andrà tutto bene»
«la mattina di Natale, mi alzavo presto e correvo a vedere se Babbo Natale mi aveva portato dei regali, poi correvo a infilarmi nel letto dei miei genitori. La mamma si alzava e prendeva la videocamera… ci radunavamo attorno all’albero e scartavo i miei giochi… ero così felice, non m’importava dei regali, ero felice perché loro erano lì con me…»non ce la faccio piango e singhiozzo stringendo la mano al petto «poi quell’anno…quella maledetta vigilia… tutto finì…la mia famiglia morì, persi mio padre e poi mia madre. Mi ritrovai da sola »
«basta così, devi riposare» mi sorride Crow cercando di aiutarmi. Devono solo trovare un medico, è quello che pensano tutti, ma sarebbe inutile. Voglio finire di parlare, voglio liberare il mio cuore prima di morire
«si dimenticarono di avere una figlia… mi trasformarono in un oggetto da contendere nella loro stupida guerra» singhiozzo ancora affondando le unghie nella ferita per non sentire il male che quei ricordi mi fanno
«ma tuo fratello…» mormora Jessica inginocchiandosi accanto ai ragazzi e prendendomi una mano« e le tue amiche? »
«loro sono una famiglia e io non ne faccio parte» è ovvio, non posso arrivare e sconvolgere la loro vita «va bene così, magari dall’altra pace troverò quella felicità che lui mi ha negato» sorrido osservando con la coda dell’occhio il palazzo degli uffici della Sicurezza da cui, so, Hélia mi sta osservando impietrito.
«Yusei grazie per tutto» sorrido cercando la sua mano per stringergliela un ultima volta. «Jessica, Crow » volto il mio sguardo vitreo verso di loro «se i miei genitori fossero stati la metà dei genitori che siete voi, sarei stata la ragazza più felice del mondo. Non smettete di amarvi e di amare vostro figlio»
Non ce la faccio più, sto resistendo fin troppo alla dolce morte che mi chiama a se.
«padre mio, addio» il mio ultimo sguardo al cielo, poi finalmente sento il mio corpo rilassarsi e la mente spegnersi, si svuota, non ho pensieri, nessuna immagine mi vortica più davanti agli occhi, i miei ricordi vanno in pezzi. Vedo ancora i ragazzi davanti a me, ma non li conosco, non so chi siano, ma va bene così. Sono felice, mi sento bene anche se sento le palpebre pesanti, così tanto che alla fine mi si chiudono oscurando definitivamente il mio mondo
«no! » strilla Yusei scuotendomi «Natsumi! Natsumi! »
Il mio aspetto di ragazzina muta, quello era l’aspetta con cui l’Oscuro mi aveva conosciuta la prima volta, ma da allora era passato parecchio tempo, con la morte svaniscono i poteri e anche quelli che mi tenevano allo stato di un’adolescente mostrando a tutti un viso da trentenne o più, in realtà non lo so , ho perso il conto dei miei anni ormai da tempo, da quando cominciai a rinnegare me stessa. Ma arrivati a questo punto che importanza può avere?
«Yusei curala! È incosciente, non si opporrà» esclama Jessica stringendo la mia mano. Prima Tradge per salvarla e ora io per salvare suo marito, troppe vite le stanno sfuggendo di mano, a lei che dovrebbe tenerle strette vicino a se per proteggerle.
«non funziona,  non posso più…» mormora il ragazzo che da quando non riuscì a guarire sua sorella aveva smesso di contare su quel potere, era convinto di averlo perso e ora che sua sorella gli chiede di usarlo a paura perché se non riuscisse di nuovo a salvare una vita, sprofonderebbe di nuovo in quel baratro di disperazione.
«vuoi che muoia senza provarci almeno?! » lo sgrida la ragazza assumendo di nuovo il tono acido della sera precedente che aveva causato il loro litigio
«Jessica è morta» mormora Carly  stringendomi il polso, ma ancora la ragazza non demorde e insiste
«può resistere ancora qualche minuto dopo che il cuore si è fermato, avanti Yusei! » gli strattona le mani posandomele sulla ferita «guariscila! »
«non ce la faccio! » esclama Yusei, è terrorizzato, si sta impegnando, ma non succede nulla «l’ho perso, non funziona! »
«sì che puoi! » lo incoraggia posando le mani sulle sue. Da quando mi sono risvegliata, mi sono presa poteri che non mi appartengono. È il pensiero che la terrorizza, come la terrorizza assistere suo fratello in uno dei compiti di Meika, lei sta facendo le veci della salvatrice, ma usare addirittura quel potere che fin dall’inizio era nelle mani del legittimo proprietario la spaventa, le conseguenze sarebbero devastanti
«con il poter di Meika possiamo farcela » sorride fingendo di infondere in lui un potere che in realtà è in lui. Le mani di entrambi cominciano a scaturire una calda luce bianca che s’infonde in me raggiungendomi in quel vuoto e in quella pace che si è creata nella mia mente, è dolce e piacevole, ma mi sta disturbando, vorrei divincolarmi e scacciarla eppure quando assume la forma di due forti braccia che mi avvolgono, non voglio più oppormi e quando mi volto non posso che sorridere a quella dolce figura che ho sognato per anni, la voglia di farmi abbracciare è forte.
All’esterno, sotto gli occhi attoniti di tutti, il mio intero corpo comincia ad essere avvolto da quella meravigliosa luce che percepisce il mio desiderio più recondito e apre un portale che attira mio fratello e le mie amiche. È un passaggio temporaneo che permette loro di restare sulla soglia, ma è abbastanza perché vedano il mio corpo, inerme, avvolto dalla luce. Urlano il mio nome con un tono di disperazione e sgomento, ma vengono zittiti nel momento in cui svanisce riducendosi ad una sfera luminosa non più grande di un pallone da basket. Lentamente si avvicina alla figura femminile più vicina, ovvero Jessica, adagiandosi tra le sue braccia. Ancora un lampo abbagliante e poi un’innocente  creatura. Tra le braccia della giovane madre è apparsa una bambina che dorme tranquilla.
Tutto quello era troppo per me e quella figura paterna che si materializzò davanti a me, in quel vuoto, mi fece ricordare quanto ero felice nell’età dell’infanzia, avrei dato qualunque cose per ricominciare da 0 e quella luce ha esaudito il mio desiderio più recondito. Sono rinata.  Lì tra le braccia della Principessa dei Predestinati, tranquilla e felice
«…»mormora con tono strozzato mio fratello farfugliando il mio nome
«chiunque lei fosse, ora è una persona nuova» mormora Jessica avvicinandosi lentamente a mio fratello e mettendomi tra le sue braccia. Quel contatto, quella dolce sensazione mi sveglia dal mio torpore e quando lo vedo non riesco a fare altro che sorridere e tenere le mie esili e delicate mani verso di lui
«ricorderà tutto questo? » si preoccupa Hina
«voi ricordate il giorno della vostra nascita? » sorride Jessica «è umana e come tutti noi, non potrà ricordare la sua nascita o la sua vita precedente. Solo, fate che sia felice»
«è questo che fate? » si sorprende Kaily «restituite la vita»
«è il dono del Drago» sorride Ichiru  infilandosi sotto al braccio di sua madre
«addio» saluta tutti Rachele «e grazie»
«ciao piccola…» Yusei si avvicina un’ultima volta prendendomi la manina e salutandomi con il mio vero nome, sarà la prima e ultima volta che lo pronuncerà e io non lo ricorderò. Sarà la Vale a raccontarmelo quando sarò abbastanza grande per capire, ma resterà solo una favola, una di quelle che le mamme, in questo caso sorelle, raccontano ai bambini come favola della buona notte. La storia di una giovane che prima cedette al male e poi si sacrificò per proteggere la luce della speranza.
 
Sembra un bel finale, ma Hélia non è dello stesso avviso, svanendo quella luce, svanisce anche l’opportunità di rivedermi. La piccola Natsumi che aveva adottato è morta, la bambina che ora sono, sarà completamente diversa e per quanto lo sollevi sapermi felice, lo distruggere l’idea che gli sia stata strappata dalle braccia e ancora di più che sia stata colpa dei Predestinati. Lui voleva colpire Crow, ma mi sono frapposta e tutto il resto è seguito.
Jack  e Akiza raggiungono i loro amici, non hanno idea di quanto sia accaduto, ma bastano poche parole e il terremoto che si scatena per capire
«dov’è Mina? » esclama Yusei cercando di restare in piedi
«con una pattuglia» risponde Jack
Luna intercetta Hélia e nota come li sta guardando «è libero! » urla indicandolo
Non hanno idea di come abbia fatto, se sia lui o un’ombra, ma sono in pericolo, devono tornare a casa, creare un piano d’attacco e armarsi prima che sia tardi.
Non hanno molto da discutere, iniziano a correre verso casa, ma il loro nemico ostacola in ogni modo la loro strada costringendoli a seguire un percorso senza meta. Dall’alto della sua posizione, gli sembrano topi in un labirinto, devono trovare l’uscita, ma ogni volta che si avvicinano viene loro sbarrata la via costringendoli a trovarne un’altra, ma le vie per tornare a casa sono solo 4 e tre sono già state sbarrate da crolli e campi di forza.
Un modo per fuggire esiste, almeno sembra esistere. Scompaiono dal suo campo visivo rifugiandosi in un parcheggio coperto. Senza parlare, Jack indica loro la via da seguire.
Passeranno per il parcheggio salendo di due piani, raggiungeranno una delle strade bloccate dal crollo, da quell’altezza basterà saltare per finirci sopra e una volta scesi, saranno poco più di 200 metri da casa. La cosa più difficile è farlo. Arrivano al secondo piano del parcheggio e si affacciano a vedere  le macerie dell’edificio crollato.
Hélia sta devastando i cieli con le sue ombre e non è sicuro restare allo scoperto. Yusei è il primo a saltare giù, seguito da Jack, Crow e Ichiru, poi le ragazze aiutano Leo e Luna presi al volo dai ragazzi che si aiutano a vicenda cercando di non cadere all’indietro prendendoli. Sono solo pochi metri, ma le macerie formano una discesa abbastanza ripida e sarebbe rischioso scivolare giù.
Carly è la prima delle tre a saltare, presa da Crow che l’aiuta a scendere facendole seguire i passi dei tre ragazzini. Tocca ad Akiza e poi a Jessica.
Riescono a scendere tutti e indirizzarsi verso casa, ma l’Oscuro li aveva intercettati fin dall’inizio e previsto il loro piano. Con Jessica in testa al gruppo, si apprestano a raggiungere casa. Dovranno solo svoltare due angoli e ci saranno, ma poco prima del primo, non appena la ragazza attraversa una linea tracciata nel terreno, lì non per  caso, un forte boato li pietrifica spingendoli a voltarsi. È un attimo un secondo colpo sordo prende al cuore la ragazza. Altri tre colpi la passano da parte a parte, l’effetto è quello di proiettili ad aria compressa, ma a colpirla sono solo fendenti d’aria.
«mamma!! » strilla Ichiru lanciandosi verso di lei. Crow lo afferra impedendogli di raggiungerla, vuole risparmiarglielo e poi i colpi proseguono e devono mettersi al riparo.
Yusei cerca di avvicinarsi e curarla come aveva fatto con me, ma uno sparo gli ferisce la mano e impedisce di superare quella linea che nemmeno ha notato, però la vede, lì immobile, con gli occhi sbarrati e un fiume di sangue che la circonda.
«Jessy… Jessy!!! » strilla restando lì a terra, immobile.
Messi tutti al riparo, Jack corre a prendere l’amico, rimasto lì a terra e proprio in quel momento un secondo crollo seppellisce il corpo della giovane sotto le macerie di una casa andata in pezzi per colpa dei terremoti.
Le rappresaglie contro di loro cessano, ma non riescono a recuperare il corpo di Jessica. Distrutti ancora una volta, rientrano a casa. La disperazione che alberga nel loro cuore è talmente grande da congelare le lacrime e la loro voce costringendoli ad un silenzio tombale che fa accapponare la pelle
«la mamma non è morta» mormora, dopo più di un’ora di silenzio Ichiru. Si stringe le ginocchia al petto restando accucciato nell’angolo del divano, contro il bracciolo.
«mi dispiace» trova la forza di rispondergli Crow inginocchiandosi davanti a lui e appoggiandosi al bracciolo del divano «le daremo giustizia» gli promette premendo la sua fronte contro quella del figlio «lei…lei sarà vendicata» urla non trattenendo le lacrime che finalmente riescono a bagnargli il viso e gli danno la forza di lottare «questa guerra deve finire! » strilla scattando in piedi e guardando i suoi amici che, finalmente, anche loro, riescono a piangere e ritrovare la forza. Con gli occhi gonfi di lacrime, i visi arrossati e le voci tremanti dai singhiozzi, riescono tutti a dargli ragione.
Altre due ore e i Predestinati sono schierati su ciò che resta dell’autostrada, con le loro tute da moto, i deck e le duel runner accese e i motori rombanti
«Hélia! » strilla Yusei guardando il cielo terso« mostrati lurido verme! »
«vieni fuori e combatti se ne hai il coraggio! » aggiunge Jack
«il coraggio è una cosa che non mi manca» ghigna l’Oscuro facendo la sua comparsa davanti a loro
«bastardo che non sei altro! » sbotta Ichiru agitandosi sul sellino posteriore della moto di suo padre «me la pagherai! »
«è la fine! Questa è l’ultima battaglia! »urla Yusei
«la è »ammette «io e te. Passato e Presente. Luce e Ombra che si scontrano e solo uno potrà vincere»
«vendicherò Jessy, Natsumi, Tradge e tutti gli innocenti che la tua follia ha ucciso! » strilla il Predestinato
«se speri che così tutti loro torneranno in vita, sei fuori strada» ghigna l’uomo avvolto nel suo mantello nero
«esiste il modo! »esclama Carly tendendosi dalla moto di Jack «esiste sempre il modo!»
 
Accettata la sfida,  ad Hélia non resta altro che attrezzarsi e considerando che lui e Yusei sono due versioni della stessa persona, Presente e Passato, decide di prendere a modella la sua duel runner, risparmiandosi, però, la sella ricurva. Niente casco e niente tuta, solo il suo abito nero e il mantello.
«qui si gioca tutto Yusei. Vinci o perdi,  vivi o muori. Ci sono le nostre vite in gioco» lo mette in guardia, ma Yusei è stanco delle parole e con un ruggito lo zittisce
«combattiamo! »


TO BE CONTINUED...

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