La neve scende lieve sul terreno al di sopra della base segreta dello SHIELD, che ormai è diventato il centro operativo, dato che vi risiede anche il Direttore, l'inimitabile, irraggiungibile, l'uomo che ha ottenuto lo scettro del potere dalle mani stesse di Nick Fury, Phil Coulson.
-Phil! Smettila!- urla Skye ridendo e contorcendosi sul divano.
-Perché non puoi fare il Direttore e basta, a Natale, Phil?- domanda infastidita la May dalla sua poltrona.
-Perché così è molto più divertente- afferma, continuando a fare il solletico a Skye, che cerca di tirare un cuscino in faccia alll'uomo, che lo schiva velocemente.
-È tardi, dovremmo già essere a tavola- gli ricorda Melinda, alzandosi e aggiudicandosi il vestito nero. 
Anche Phil si rimette in piedi e aiuta l'hacker ad aggiustare l'abito che indossa.
-Solletico...- bofonchia la ragazza -Neanche avessi due anni- continua, cercando di rimanere in equilibrio sui tacchi che le ha prestato Melinda.
-Mi spieghi perché ho dato una cena di Natale, dato che lo SHIELD è stato distrutto?- domanda Coulson all' amica.
-Perché si faceva ogni anno, per onorare la memoria di Fury e altri buoni motivi che non ho il tempo di elencarli, dato che gli invitati sono già tutti di sopra- gli spiega, allontanandosi verso le scale, seguita dagli altri due.
-Almeno ci sono quei due?- chiede Phil speranzoso.
-Sono tornati dal Giappone solo per venire alla cena- gli risponde Melinda.
E Coulson già pregusta almeno una decina delle fantastiche litigate che si faranno Barton e Romanoff quella sera.

***

L'orologio appeso in corridoio segna le 3.28 e nell'attimo in cui Jemma si volta per guardarlo, aumenta di un minuto, avvicinando tutti alla mattina di Natale.
Scivola silenziosa per i corridoi, portando tra le mani un pacchetto ricoperto di una deliziosa carta regalo con una fantasia di renne e alberelli sui toni del rosso e del verde.
Si chiede se sta facendo la cosa giusta per almeno una cinquantina di volte, ma appena giunge davanti alla porta capisce di avere una sola scelta. Bussare.
-Un attimo- afferma una voce dall'interno della camera. Qualche tonfo attutito fa capire alla ragazza che l'amico era sdraiato sul letto, o seduto alla sua scrivania indaffarato in qualcosa di interessante.
Fa un respiro profondo quando vede la maniglia abbassarsi, e sorride quando si ritrova davanti il volto di Fitz, con i capelli spettinato e un maglione infilato al contrario.
-Entra- le propone, spostandosi per farla passare. Jemma segue il consiglio di Leo e entra nella stanza e si siede sul letto, rendendosi conto che il materasso dell'amico è molto più morbido del suo e facendo un appunto mentale di dirlo a Coulson.
Alza lo sguardo e si rende conto che Leo la sta fissando con un'aria curiosa, e si ricorda del motivo per cui ha attraversato la base alle 3 e mezza di notte della Vigilia di Natale.
-Ti ho portato un regalo- lo informa, offrendogli il pacchetto, che Fitz prende titubante.
-Non... dovevi- le dice, sorridendo. Scarta la carta cercando di non danneggiare qualsiasi cosa ci sia nascosta sotto, ritrovandosi in mano un adorabile peluche a forma di scimmia.
-Si chiama Joe- gli dice Jemma, sorridendo come una bambina. Alla faccia senza espressione dell'amico ha paura di avere fatto una stupidaggine, ma appena Leo alza il volto tutto ciò che vi si legge è felicità. E allora non se ne pente neanche un istante.
-Grazie- le dice, prima di sistemare la scimmietta sul cuscino.
-Di nulla- risponde cordiale lei. -Fitz, speravo potessimo parlare di quello che ci è successo...- inizia, non molto sicura di come affrontare il discorso.
-Pensavo che... avessimo già discusso... di tutto- le dice lui. -Non serve che mi ricordi quello che ti... Ti... ho detto- continua. -E quello a cui non hai risposto- afferma, appoggiandosi alla sedia girevole dietro di lui.
-Eravamo sul fondo dell'oceano!- esclama ragazza -Non ho avuto neanche tempo di sentire la fine della tua frase che ero sotto innumerevoli ettari cubici di acqua trascinandoti verso una possibile salvezza. Sei stato in coma per nove giorni. Non pensavo saresti sopravvissuto. Non pensavo sarei sopravvissuta- afferma con gli occhi lucidi, buttando fuori tutto ciò che si è tenuta dentro. -Non ho avuto tempo per metabolizzare la cosa! Eravamo in una cassa e poi in una stanza di un ospedale asettico. Eri in piedi di fronte a me e poi in un letto bianco. Potevi morire! Non ti avrei mai potuto dire quello che pensavo! Quello che...-
-Jemma!- la interrompe lui deciso. -Non ti ho... Detto che ti amavo per... Sentir... Sentirmelo dire! Te l'ho detto perché... Perché tu lo sapessi e basta- la informa. -Ti amo e basta! E mi dispiace se questo... Cau... Porta problemi, ma è così!- esclama -E non importa se non ricambi- sussurra, abbassando le mani lungo i fianchi.
Per tutta risposta Jemma fa quello che avrebbe dovuto fare anni prima. O almeno mesi prima. In fondo all'oceano.
Si sporge verso il suo migliore amico e posa le labbra sulle sue, gentilmente, con una delicatezza disarmante.
E quando si scosta, sul volto del ragazzo c'è dipinta un'espressione di pura confusione.
-Dovevo dirti questo- afferma la ragazza. -Ho processato la cosa e l'ho analizzata sotto tutti gli aspetti possibili e ho capito che ho rimandato l'inevitabile...- continua, attorcigliandosi le mani. -Mi piaci, Leopold Fitz- afferma decisa, non pensandoci più.
-Mi piaci anche tu, Jemma Simmons- le risponde lui.
E per la prima volta da lungo tempo non c'è esitazione nel suo tono.
Sembrano due adolescenti alla prima cotta, cosa peraltro neanche tanto lontana dalla realtà, mentre si siedono sul letto, mentre Fitz circonda le spalle di Jemma come lo facesse da sempre, mentre si sorridono e si raccontano a vicenda la giornata appena trascorsa.
La scimmia Joe, li fissa dall'alto del suo cuscino e pare sorrida un po' di più...


-Cosa stai facendo?! Stai origliando?!- domanda l'uomo alla giovane piegata con l'orecchio contro la porta della camera.
-Stai zitto e andiamocene, prima che se ne accorgano- gli risponde lei trascinandolo via per un braccio.
-Perché hai quel sorriso da ebete in faccia?!- chiede esasperato alla giovane.
-Perché hai perso- afferma. -Un'altra volta- continua, ridendo.
-Tra te e Maria non si sa chi mi ha rubato più soldi...- borbotta Phil, allungando una banconota a Skye, che allegra si allontana per il corridoio.
-Dovresti smetterla di scommettere, allora!- esclama sicura la ragazza prima di voltare l'angolo.
-Sicura di non essere la figlia segreta della Hill?!- le urla dietro l'uomo, ricevendo una risata in cambio, prima di voltarsi e tornarsene nel suo ufficio.
E alla base segreta dello SHIELD si festeggia un Natale diverso, per una volta, pieno di allegria, di gioia, di regali e di felicità.
E con una scimmia in più.



Angolinoinoino dell'autrice:
Tanto per cominciare Buon Natale a tutti! O Buon Hanukkah, in caso non festeggiate il Natale!
Una storiella nata per caso, perché serve qualcosa di allegro a questo mondo! E si, una pazzia rimettere insieme i FitzSimmons così, ma ho davvero bisogno di vederli tornare come prima...
Grazie a chiunque sia arrivato fino a qui, a chi non lascerà una recensione perché è pigro, a chi non lo farà perché è circondato da parenti, e a chi lo farà perché a Natale siamo tutti buoni. Grazie!
Dedicata ovviamente a quella pazza di Erika, questo è il mio regalino di Natale per te, anche se ti meriteresti mooooolto di più!
Baci, Becky :*