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Autore: MadDreamerr    24/12/2014    7 recensioni
Leo trascina Jason in un gioco di ruolo e Jason si ritroverà particolarmente interessato al gamemaster.
Highschool!AU | Jasico
Di questa storia mi appartiene solo la traduzione italiana.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Game Session'
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Note​
chi non ha nient'altro da fare la mattina della vigilia che mettersi a finire la traduzione? Esatto, io.
Comunque vi avverto che tra poco(appena l'autrice me ne darà il permesso) arriverà la traduzione del sequel di questa ff! E' anch'essa una one-shot, solo molto più corta, dal titolo "Roller Coasters".
Buone feste e buona lettura.
 
Avevano un'altra sessione di gioco il giorno seguente, dovevano salvare una persona che gli altri avevano incontrato prima da un vaso di bronzo, custodito da due giganti pazzi. Jason aveva quasi riso quando Nico, con una voce asciutta, descrisse uno dei giganti con addosso un tutù.
La sessione finì piuttosto tardi, perché avevano avuto alcuni tiri cattivi e gli scontri avevano preso un sacco di tempo, ma era stato molto divertente. Jason stava canticchiando allegramente mentre tornava a casa. Non si aspettava che la sua matrigna lo stesse aspettando. Lo mise con le spalle al muro appena entrato in casa, incrociando le braccia sul petto con uno sguardo severo.
-Dove sei stato?- chiese.
-Fuori con i miei amici.- rispose Jason -Perché?-
-Ho provato a chiamarti,- disse -Non hai risposto.-
-Mi dispiace, devo aver lasciato il telefono muto.- si scusò Jason –E' successo qualcosa?-
-Stavo parlando con Kayla, il cui figlio è nella tua squadra- disse lentamente Giunone, i suoi occhi fissi su Jason -Mi ha detto delle cose particolari. Cose che sono sicura non possono essere vere.-
-Che cosa?- chiese stancamente Jason. Avrebbe dovuto aspettarsi questa conversazione, davvero.
-Ha detto che suo figlio le aveva detto, che tu avevi detto a tutta la squadra che ti piacciono i ragazzi.- disse. Sembrava una sfida. Jason sospirò.
-Mi hanno chiesto se sono gay, e ho detto loro che sono bisessuale.- rispose -Il che è vero, tra l'altro.-
Il sorriso di Giunone era forzato -Poi c'era quell'altra voce, secondo la quale stai uscendo con una specie di ragazzo prostituta tossicodipendente.-
-Non è un drogato, né una prostituta.- disse Jason arrabbiato -E non stiamo insieme.-
-Ma c'è un ragazzo.- concluse Giunone, gli occhi stretti.
-Sì.- confermò Jason, ancora arrabbiato -Sono innamorato di lui. Non so cosa provi per me.-
-Stupido ragazzo. Potrai passarci sopra, sicuramente.- disse Giunone, ancora sorridendo -Hai solo bisogno di incontrare la ragazza giusta. Che ne dici di quella ragazza atletica con la quale uscivi qualche tempo fa. Reyna? Sì, sarebbe stata buona.-
-Reyna è al college, ed è fidanzata con una ragazza di nome Circe.- sottolineò Jason -E non mi farebbe smettere di piacere Nico.-
-Cos’è che rende questo ragazzo così speciale, allora?- chiese lei, arrabbiandosi.
-E' intelligente, gentile e racconta le storie migliori,- disse Jason, non essendo in grado di trattenere il sorriso –Ha dei problemi nell’accettare aiuto, ma è davvero coraggioso, anche se non ci crede.-
-Che dolce.- disse Giunone, con una voce grondante di sarcasmo -E come lo hai conosciuto, di grazia? A scuola?-
-La prima volta, sì. Ma abbiamo parlato davvero solo dopo che gli altri miei amici mi hanno trascinato in un gioco di ruolo, dov’era il gamemaster. E’ stato davvero divertente.- disse Jason, sentendosi come se fosse solo una questione di tempo prima che sentisse parlare anche di questo. Tanto valeva essere sincero.
-Giochi di ruolo?- ripeté, gli occhi spalancati -Non avrei mai dovuto permetterti di andare in giro con quel Leo. Ti ha cambiato. Vieni, caro. Questo non sei tu.-
-Questo sono io.- disse Jason -Mi piacciono i giochi di ruolo. Mi piacciono le storie. Sto pensando di prendere la storia o la letteratura al college, in realtà.-
-Prenderai scienze politiche.- disse severamente Giunone -Questo è il piano. E' il modo migliore per te di diventare un senatore.-
-Non voglio quel tipo di potere.- disse Jason -E non sono interessato alla politica.-
-Jason, sii ragionevole,- disse Giunone -Noi vogliamo solo il meglio per te. E questo Nico è chiaramente una cattiva influenza. Dovresti smettere di vederlo.-
-Mi rifiuto.- disse Jason -Non potete controllare chi sono i miei amici, e io sono stanco di cercare di essere perfetto solo per farti piacere. Io non sono perfetto. Questo sono io.-
Lei lo guardò a lungo, poi iniziò a piangere -Ti hanno rivolto contro di me. Ti hanno cambiato.-
-O forse stai solo vedendo il vero me per la prima volta.- disse Jason stancamente -Mi dispiace se non puoi accettarlo. Vado in camera mia.-
Si sentiva in colpa a lasciarla piangere lì, ma era già accaduto prima. L'unica differenza era che lui era davvero riuscito a dire quello che aveva in mente prima che lei iniziasse a piangere questa volta. Se cercava di consolarla gli avrebbe fatto promettere qualcosa che avrebbe rimpianto più tardi. Era così che si era unito alla squadra calcio.
Qualche ora più tardi sentì il padre tornare a casa, e Giunone apparentemente lo informò subito con le sue novità. Jason la sentì gridare. Suo padre era tranquillo. Era un cattivo segno.
Pochi istanti dopo il padre gli urlò di venire giù.
-Giunone mi ha detto tutto.- disse -E' vero? Vorresti buttare via il futuro che abbiamo in programma per te?-
-Non è il mio futuro.- disse semplicemente Jason.
-Tutto questo, per un ragazzo?-
-Nico non ha niente a che fare con questo.- disse Jason -Mi ha solo chiesto cosa volevo, e mi sono reso conto che non era questo.-
-Hai lasciato che quel ragazzo ti influenzasse.- disse il padre -Giunone ha ragione, non possiamo permettere che ciò continui. Non parlerai con quel ragazzo, o con uno qualsiasi dei geek che chiami amici, di nuovo.-
-Sono i miei amici, e non voglio smettere di vederli.- disse Jason con fermezza, incontrando gli occhi di suo padre con un coraggio che non sapeva di possedere.
-Io sono tuo padre. Devi obbedirmi!-
-E' la mia vita, e sono i miei amici.- disse Jason -Ammettilo, padre, non ci passerò sopra. Troverò il mio futuro.-
-Vai fuori.- disse il padre.
-Cosa?-
-Fuori da casa mia!- gridò il padre -Tu non sei il mio figlio! Vattene!-
Suo padre diede un pugno al muro, lasciando un segno. Jason guardò la sua matrigna, ma lei sembrava congelata. Fece un tentativo per tornare al piano di sopra, ma suo padre era in piedi in mezzo alla strada. Non si faceva illusioni su quello che sarebbe successo se fosse rimasto. Questo era il motivo per cui Thalia era fuggita, dopo tutto.
Jason afferrò rapidamente le chiavi della macchina mentre si affrettava verso la porta. Erano l'unica cosa che riuscì a portare con sé.
Si allontanò dalla casa, chiedendosi cosa fare. Il bando probabilmente non sarebbe stato permanente, ma potrebbe benissimo servire una settimana per far calmare suo padre. Jason non aveva il portafogli o il cellulare, ma poteva prenderli il giorno dopo, mentre il padre era al lavoro. Nel frattempo doveva trovare un posto per dormire.
Leo fu il suo primo pensiero, ma Leo viveva con la zia e la sua famiglia in un piccolo appartamento, e lei non era troppo affezionata al nipote. Jason avrebbe solo portato guai. Percy era una possibilità, o Piper. Stava considerando le possibilità quando si rese conto che aveva guidato fino a casa di Nico senza pensarci. Improvvisamente voleva vederlo.
Jason scese dalla macchina e suonò il campanello. Era passata la mezzanotte, probabilmente stavano dormendo. Poco dopo il citofono suonò.
-Chi è?- disse la voce di Hazel, suonava stanca, ma non come se lui l’avesse svegliata.
-Jason.- disse, e pochi istanti dopo la porta si aprì. Hazel era in piedi sulla soglia, con indosso un pigiama viola e lo guardava accigliata.
-E' molto tardi, Jason.- disse -E' successo qualcosa?-
-Mio padre mi ha buttato fuori di casa.- ammise -Mi chiedevo se potevo stare qui per questa sera.-
I suoi occhi si spalancarono, e gli gettò le braccia al collo –Certo.- disse –Puoi rimanere tutto il tempo che vuoi.-
-Grazie. disse Jason, ricambiando l'abbraccio.
-Entra.- disse Hazel sciogliendo l’abbraccio -Andiamo a svegliare Nico.-
Camminarono su per le scale, e Hazel bussò alla porta della stanza di Nico. Non ci fu risposta, ma Hazel aprì la porta in ogni caso. Nico era seduto sul suo letto, leggeva un libro con le cuffie nelle orecchie. Li guardò sorpreso.
-Jason? Che ci fai qui?- chiese.
-I suoi genitori lo hanno cacciato da casa, quindi starà qui per un po'- disse Hazel. Gli occhi di Nico si spalancarono, e guardò Jason, che fece un tentativo di sorridergli.
-Giusto.- disse Nico, alzandosi dal letto -Dobbiamo sistemare la camera degli ospiti. Nessuno dorme lì da anni ed è piena di scatole, ma c'è ancora un letto.-
-Va bene, posso dormire sul divano.- disse Jason -È tardi. Non voglio disturbarvi.-
-Vado a prendere uno dei vecchi pigiami di nostro padre da farti indossare, dubito qualsiasi cosa di Nico ti andrebbe bene.- disse Hazel, dando uno sguardo a Nico prima di andarsene. Jason non era del tutto sicuro di quello che voleva intendere.
-Ehi, stai bene?- chiese Nico, mettendogli una mano sul braccio. Era stato un piccolo gesto, ma stanco com’era Jason si era commosso fino alle lacrime. Lasciò cadere la testa sulla spalla di Nico, prendendo un respiro tremante.
-Non lo so.- disse. Nico diventò teso al contatto, poi lentamente e goffamente mise le braccia intorno Jason, apparentemente rendendosi conto di quanto ne avesse bisogno.
-Posso restare con te stanotte?- chiese Jason debolmente nella spalla di Nico -Per Favore. Ho solo bisogno di qualcuno.-
-Il mio letto è largo abbastanza per due.- disse Nico con un tono esitante, e Jason non poteva nemmeno descrivere quanto si sentisse sollevato. Non pensava di poter affrontare il buio da solo in questo momento.
Hazel tornò con un pigiama grigio scuro pochi minuti più tardi. Sorrise tristemente per la posizione in cui li trovò, ma non commentò.
-Ci dovrebbe essere alcuni spazzolini da denti non utilizzati nel mobiletto del bagno.- disse a Jason -Vado a letto. Buonanotte.-
Si allontanò, e Nico spinse Jason in bagno per lavarsi i denti e cambiarsi. Il pigiama gli stava sorprendentemente bene. Nico era di nuovo a letto quando Jason tornò.
-Spegni la luce.- disse Nico, mettendo via il suo libro. Jason obbedì, poi si avvicinò e si unì a Nico sul letto. Nico non disse nulla al riguardo.
-Grazie.- disse Jason dopo essersi sdraiato -Grazie per aver fatto questo per me. So che devi odiarlo.-
-Io non lo odio.- disse Nico -Beh, odio che i tuoi genitori ti abbiano cacciato. Perché è successo? Se non ti dispiace dirmelo.-
-Hanno scoperto tutto quello che stavo cercando di nascondere loro.- disse Jason -Ma soprattutto perché ho detto loro che non avevo intenzione di seguire i loro piani. Mio padre non poteva accettarlo.-
-Mi dispiace.- disse Nico con sincerità, e Jason annuì stancamente.
-Avrei dovuto aspettarmelo, davvero.- disse -Sarebbe strano se ti abbracciassi?-
Nico fu silenzioso per un po', e Jason temeva di aver attraversato la linea. Poi Nico gli diede un cenno del capo -Un po'.- disse -Ma se ne hai bisogno, allora non mi dispiace.-
-Grazie.- disse di nuovo Jason, raggiungendo Nico e tirandolo più vicino finché la testa di Nico non fu proprio sotto il mento di Jason e i loro petti quasi si toccavano. Jason seppellì il viso nei capelli di Nico, respirando. Almeno c'era ancora qualcuno che lo accettava, anche se anche Nico non conosceva tutta la storia. Con le braccia intorno al ragazzo che amava, Jason si addormentò.
 
Il letto era vuoto quando si svegliò, ma non lo infastidì troppo. Soprattutto non quando Nico entrò e si sedette sul letto qualche minuto più tardi.
-Sei sveglio?-
-Più o meno.- mormorò Jason -Che ore sono?-
-Sei e mezzo.- disse Nico -Hai intenzione di andare a scuola oggi?-
-Sì.- mormorò Jason, sedendosi e strofinandosi gli occhi, cercando di svegliarsi completamente -Non ho molto altro da fare. Ho bisogno di andare a prendere la mia roba a casa dopo. Va bene se rimango qui un paio di giorni?-
Gli angoli della bocca di Nico si alzarono verso l'alto a questo -Naturalmente. Chiamerò mio padre per avvertirlo dopo, nel caso in cui decida di passare, ma dubito che gli importi.-
-Grazie.- disse Jason –Lo apprezzo veramente.-
-Va bene.- Nico si strinse nelle spalle -Adesso alzati. Hazel sta preparando la colazione.-
Era una colazione molto migliore di qualsiasi altra Jason avesse mai avuto a casa. Era freddo fuori, così si offrì di dare loro un passaggio a scuola in macchina piuttosto che farli andare con la moto di Nico. Accettarono volentieri.
-E' molto più caldo.- disse Hazel -Ma manca il brivido della velocità.-
Jason rise -Sei una motociclista, eh?-
-A volte- Hazel sorrise -In realtà preferisco i cavalli, se ce ne è la possibilità.-
-Trascorre molto tempo in uno stabile fuori città.- spiegò Nico -Torna sempre a casa puzzando di cavallo.-
-Non ti sei mai lamentato prima.- Hazel aggrottò la fronte, e Nico le sorrise.
-Non mi sto lamentando, sto solo dicendo le cose come stanno.- rispose e lei lo colpì dolcemente.
Lasciarono Hazel nella sua scuola, poi se ne andarono.
-Sono un po' geloso, sai?- disse Jason -Voi due andate così tanto d'accordo. Sono fortunato se riesco a parlare con mia sorella una volta al mese.-
-Non sapevo nemmeno tu avessi una sorella.- disse Nico sorpreso –E’ al college?-
-Sì, lontana metà nazione.- Jason sospirò -E prima ancora andava in una scuola per sole ragazze. Lei e mio padre non andavano d'accordo.-
-Mi dispiace.- disse Nico -Non sapevo dell’esistenza di Hazel fino a pochi anni fa, quando sua madre morì. Si presentò sulla soglia di casa, un giorno, con una lettera di sua madre e un certificato di nascita.-
-Wow, che deve essere stato strano.- disse Jason.
Nico annuì –Lo era. E mio padre si trovava a Londra al momento. Ero solo con la mia matrigna, e lei se ne andò. Sono stato solo con Hazel per una settimana.-
Nico sorrise con affetto al ricordo -Questo fu solo pochi mesi dopo il mio ritorno dall'ospedale. Prima dell’arrivo di Hazel stavo pensando di provare di nuovo alla prima occasione che avessi avuto, ma non potevo lasciarla sola. Mi ha salvato la vita.-
-Lo sa?- chiese piano Jason.
-Sì, le ho detto tutto qualche tempo fa. Si è arrabbiata con me anche solo per aver considerando l’idea di uccidermi.- disse -Le ho detto che ero gay, allo stesso tempo, e lei mi ha accettato subito. So di essere incredibilmente fortunato ad averla.-
-E lei è fortunata ad avere te, sappilo.- disse Jason, facendo arrossire Nico. Raggiunsero la scuola poco dopo, ottenendo alcuni sguardi divertiti quando uscirono dalla stessa auto. A Jason davvero non importava. Fu tentato di mettere un braccio intorno alle spalle di Nico quando camminarono nella scuola solo per fare una dichiarazione, ma non lo fece. Non erano una coppia, dopo tutto.
Nico si era offerto di andare con lui a prendere le sue cose a casa dopo la scuola, così si incontrarono nel parcheggio quando Jason finì l'allenamento. Era stato riluttante a chiedere a Nico di rimanere a scuola per aspettarlo, ma Nico aveva alzato gli occhi e gli aveva detto che poteva prendersi cura di se stesso. Eppure, Jason era stato sollevato nel vedere che era illeso.
-Pronti a partire?- chiese Nico, e Jason gli fece cenno di salire in macchina. Era un po' preoccupato, e grato che Nico stesse con lui. Se non altro, avrebbe avuto bisogno di sostegno emotivo.
Si fermarono davanti alla casa di Jason, il quale prese un respiro profondo prima di uscire dalla macchina. Nico gli lanciò uno sguardo preoccupato.
-Starai bene?- chiese
-Sì, è solo strano.- disse Jason -Voglio dire, è la mia casa, ma non lo è.-
-Capisco.- disse Nico -Possiamo tornare più tardi se vuoi.-
Jason scosse la testa -No, facciamola finita.-
Jason aprì la porta ed entrò. Sembrava non ci fosse nessuno, sospirò sollevato. Nico lo seguì su per le scale nella sua stanza, guardandosi intorno.
-Tieni la tua stanza molto pulita.- osservò, Jason ridacchiò.
-Senti chi parla.- disse aprendo il suo guardaroba e prendendo una borsa da viaggio -Ma sì, la mia matrigna fa sempre in modo che sia pulita. Detesta le cose disordinate.-
-Sembra fastidioso. La mia matrigna di solito fa del suo meglio per ignorarci.- disse Nico passando a ispezionare lo scaffale di Jason. Improvvisamente si vergognava di quanti pochi libri possedesse.
-Tendo a prendere in prestito un sacco di libri della biblioteca.- disse, e Nico gli rivolse un sorriso.
-Non stavo giudicando.- disse sedendosi sul letto di Jason. Il cuore di Jason fece un tuffo, perché Nico nella sua stanza era una specie di fantasia che diventava realtà, anche se le circostanze davvero non erano quello che aveva immaginato. Si girò verso l'armadio per nascondere il fatto che stava arrossendo.
Riempì rapidamente la borsa con tutti i vestiti che poteva, poi aggiunse un paio di altre cose e prese il telefono e il portafogli. Aveva un paio di chiamate senza risposta, ma per lo più da gente con cui aveva già parlato a scuola.
-Pronto?- chiese Nico, e Jason lo guardò, il che si è rivelato essere un errore. Nico era sdraiato a pancia in giù sul letto, appoggiato su un gomito, sembrava come se qualcuno lo avesse appena tagliato fuori da uno dei sogni di Jason. Si accigliò quando Jason non rispose.
-Jason? Stai bene?- chiese Nico, e Jason fece un respiro profondo. La situazione gli stava sfuggendo di mano, il che lo costrinse ad essere sincero. Non era giusto per Nico, lasciare le cose in questo modo.
-Devo dirti una cosa.- disse Jason, affondando nella sedia della la sua scrivania. Il cipiglio di Nico si approfondì, ma almeno si mise a sedere. Il che rese le cose un po' più facili.
-Cosa c'è?- chiese Nico con attenzione.
-Ho bisogno che tu sappia che io non mi aspetto nulla, e che non voglio farti pressioni. E se non vuoi che rimanga con voi dopo questo, lo capisco. Riuscirò a trovare un altro posto.- disse Jason.
-Jason, di che stai parlando?- chiese Nico, confuso e un po' spaventato.
-Mi sono innamorato di te.-
Jason guardò mascella di Nico spalancarsi. Sembrava assolutamente scioccato, come se il pensiero non fosse mai entrato nella sua mente. Il silenzio sembrava essere durato un’eternità.
-Ti prego dimmi qualcosa.- pregò Jason. Se Nico non lo aveva nemmeno considerato, era abbastanza chiaro che non avesse alcuna possibilità, ma aveva bisogno di sentirlo.
-Io…dici sul serio?- chiese Nico senza fiato.
-Sì.- disse Jason -Ti amo.-
-Ma ... ma perché proprio io?- chiese Nico, suonando disperato -Voglio dire, potresti avere di meglio. Chiunque sarebbe meglio. Non sono nemmeno ... Sono solo ...-
-Nico.- disse Jason severamente, si sedette accanto a lui sul letto -Tu sei una delle persone più coraggiose che abbia mai incontrato. Sei gentile, altruista e dannatamente bravo come narratore. Smettila di sminuirti.-
-Ma sei tu!- esclamò Nico, il che non aveva senso -Voglio dire, sei incredibile. Io ancora non capisco perché vorresti me.-
-Ti ho appena detto il perché.- Jason aggrottò la fronte -E mi rendo conto che non è davvero giusto metterti con le spalle al muro in questo modo, ma vorrei una risposta.-
-Devi davvero chiedere?- disse Nico, guardando come se stesse per piangere -Ho pensato che fosse abbastanza evidente. Voglio dire, tutta la scuola lo sa già.-
-Non ascolto le voci.- disse Jason, il suo cuore batteva forte nel petto -È un sì?-
Nico alzò gli occhi -Certo che è un sì.- disse, e Jason si chinò per baciarlo. Era strano e scomodo in un primo momento, si abbracciavano come se stessero per annegare, stretti disperatamente. Eppure, era tutto ciò che Jason aveva sognato per settimane. La sua mente era confusa, e non era sicuro se spinse Nico sul letto o Nico lo trascinò su di esso, ma improvvisamente si trovò sopra al ragazzo. Fu in quel momento che Nico aprì la bocca, e Jason trovò un nuovo regno del piacere. Aveva già dato il suo primo bacio e non era nemmeno più vergine, ma non si era mai sentito così.
Quando Nico gli mise una mano sul petto e con forza lo spinse indietro, era deluso e un po' ferito, fino a quando si rese conto dove Nico stava guardando. Poi diventò terrorizzato.
Suo padre era sulla soglia, con le braccia incrociate al petto, e con calma li stava guardando. Era la calma che lo spaventava. Le cose erano sempre peggiori quando era calmo.
-Allora,- disse il padre –penso sia questo il ragazzo che hai menzionato.-
-Uhm, sì.- disse Jason, con cautela si mise tra Nico e suo padre, felice che la scossa avesse ucciso la sua erezione -Sono venuto a pendere le mie cose. Ce ne stavamo andando.-
-Ah, sì, e avete avuto una piccola caduta nel frattempo, vedo.- disse il padre, sorridendo pericolosamente -Qual è il tuo nome, ragazzo?-
-Nico di Angelo, signore.- disse Nico, in piedi accanto a Jason. Non sembrava minimamente spaventato dal padre di Jason, che alzò le sopracciglia, probabilmente un po' stupito dall’atteggiamento calmo dei ragazzi.
-Di Angelo- ripetè -Non è un nome familiare. Quindi stai uscendo con mio figlio, eh? Sei ovviamente consapevole del fatto che non ha un futuro davanti a sé, e nessuna prospettiva di ottenere qualsiasi cosa dalla mia eredità.-
-Con tutto il rispetto, signore.- disse Nico, con un tono che suggeriva che pensava non fosse dovuto alcun rispetto -Credo che Jason sia perfettamente in grado di trovare il proprio futuro, e non ho idea del perché potesse pensare che io abbia alcun interesse nel conoscere la sua eredità.-
-Sai chi sono io, ragazzo?- chiese il padre di Jason, e Jason poteva vedere la sua facciata calma cadere a pezzi di fronte alla indifferenza di Nico.
-Jupiter Grace, proprietario della cooperazione Olympus.- disse Nico, suonando annoiato -Uno degli uomini più influenti nello stato, secondo alcuni.-
-Allora sai perché intralciarmi è una cattiva idea.- disse. Nico alzò gli occhi.
-Dovremmo davvero andare via.- disse -E' stato bello conoscerla, signore.-
-Attento, ragazzo. Potrei distruggere la tua vita con una telefonata.- disse il padre di Jason. Jason lo guardò. Una persona gli si era opposta, e si era ridotto a questo? Improvvisamente Jason non aveva più così paura.
-Minacciare un minore. Cacciare di casa il figlio, al quale è tenuto per legge a provvedere. Tentativo di controllo della vita di suo figlio. Abuso psicologico. Omofobia.- disse Nico sprezzante mentre si chinava a raccogliere il sacchetto di Jason -La stampa sarebbe interessata.  Pronto a partire?-
-Sì.- disse Jason, guardando cautamente suo padre e assicurandosi di rimanere tra Nico e lui in ogni momento. Nico aveva vinto la battaglia verbale, abbastanza sorprendentemente, ma se suo padre fosse scattato Nico non avrebbe avuto alcuna possibilità. Non successe niente fino a quando stavano per uscire dalla porta.
-Ragazzo, qual è il nome di tuo padre?- chiese dalla tromba delle scale.
-Hayden Lowell.- disse Nico, e Jason vide gli occhi di suo padre spalancarsi -Buona giornata, signor Grace.-
Jason era tranquillo mentre gettava la borsa in macchina e se ne andava. Nico gli lanciò uno sguardo preoccupato.
-Ho fatto qualcosa di sbagliato?- chiese con calma -Mi dispiace. Ero così arrabbiato con lui, non può trattarti così.-
Jason ridacchiò, andando a prendere la mano di Nico -Sei stato fantastico. Non ho mai sentito nessuno parlare con lui in quel modo. E' così che diventi quando ti arrabbi?-
-A volte. Ho preso da mio padre, credo.- disse Nico.
-A proposito, perché mio padre conosce il nome di tuo padre?- chiese Jason -Io no.-
Nico si strinse nelle spalle -Mio padre è molto famoso in certi ambienti. E’ un avvocato. Forse si sono incontrati.-
-Sì, forse.- disse Jason, anche se aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di più quello.
-Ho parlato con lui durante la pausa pranzo, tra l'altro. Starà a Washington DC per un'altra settimana o giù di lì, ma non gli importa che tu stia con noi.-
-Ci sarà qualche il cambiamento, ora che usciamo insieme?- chiese Jason. Nico arrossì leggermente, ma scosse la testa.
-Ne dubito.- disse. Arrivarono a casa di Nico e Jason portò la sua borsa dentro, un po' incerto di dove metterla. Nico apparentemente lo aveva notato.
-Probabilmente è meglio sistemare la stanza degli ospiti per te.- disse Nico -Voglio dire, vorrai avere un po’ privacy, giusto?-
-Non proprio, ma credo che tu abbia ragione.- disse Jason. Passarono il resto della giornata a rendere la camera degli ospiti vivibile. Una volta finito, Jason iniziò ad essere inquieto. Aveva voglia di toccare Nico di nuovo, ma poi Hazel tornò a casa, odorando vagamente di cavalli come aveva detto Nico, e Jason era abbastanza sicuro Nico non voleva fare nulla di fronte alla sua sorellina.
Per fortuna Hazel uscì dopo cena. Jason ebbe la sensazione che li aveva lasciati soli di proposito, ed era grato per questo. Eppure, Nico continuava ad evitare di guardarlo negli occhi, e si stava preoccupato.
-Possiamo parlare?-chiese Jason a Nico che stava facendo il caffè per loro.
-Che c'è?- chiese.
-E' solo che ho davvero voglia di baciarti di nuovo.- disse Jason -Posso? O sono andato troppo veloce?-
Nico arrossì, ma aveva un piccolo sorriso sulle labbra mentre si voltava -Le cose sono andate un po' veloci.- disse -Non che io sia contrario a ciò, in realtà, è solo un po'... strano?-
-Bello strano o cattivo strano?- chiese Jason, avvicinandosi a lui con attenzione. Nico mise le braccia intorno a lui senza protestare.
-Solo strano.- disse -Forse perché non sono abituato a cose del genere?-
-Vuoi farci l'abitudine?- chiese Jason scherzosamente, accarezzando la guancia di Nico.
-Sì, mi piacerebbe.- mormorò, e Jason si chinò per baciarlo.
Il bacio non era così disperato questa volta. Jason stava andando con calma, dando entrambi il tempo di prendere confidenza con l'altro. Nico era chiaramente nervoso e non sapeva quello che stava facendo, ma a Jason non importava. C'era uno strano, egoistico orgoglio nel probabilmente essere la prima persona che Nico aveva baciato in quel modo.
Si separarono quando la macchina del caffè fece un bip. Jason non voleva lasciar andare Nico, ad essere onesti, ma il ragazzo lo spinse via per prendere un caffè.
-Allora, mi chiedevo se vuoi continuare con Portal 2.- disse Nico dandogli le spalle, versando un po' di latte e zucchero nella tazza di Jason. Il fatto che se lo ricordasse fece sorridere Jason.
-Certo.-disse. C'erano un sacco di cose che avrebbe preferito fare, ma se Nico voleva andare con calma Jason non aveva intenzione di spingere. Il ragazzo era stato spinto abbastanza per molte vite.
 
Passarono il resto del pomeriggio sul letto di Nico. Jason stava giocando Portal 2, mentre Nico si alternava tra il guardare e il lavorare su qualcosa che coinvolgeva due libri pesanti e un sacco di carta. Quando Jason gli chiese cosa stesse facendo, sorrise.
-Preparo la sessione di gioco della prossima settimana.- disse -Ci vuole un po' di lavoro, lo sai.-
-Non credo tu voglia dirmi cosa succede.- Jason sorrise, e Nico alzò gli occhi su di lui.
-Nessuno spoiler. Inoltre, nemmeno io davvero lo so.- disse -Sto cercando di essere pronto per le diverse possibilità, ma voi ragazzi tendete a sorprendermi. E con il ritorno di Percy non c'è modo di prevedere cosa potrebbe accadere.-
-Aspetta, il ritorno di Percy? Non me l’ha detto.- disse Jason, aggrottando la fronte quando morì di nuovo.
Nico annuì -Mi ha parlato dopo la scuola, mentre ti aspettavo. Ha detto che finalmente ha di nuovo tempo. Quindi devo trovare un motivo logico per farlo tornare.-
-Suona come un sacco di lavoro.- disse Jason, mettendo in pausa il gioco e voltandosi a guardarlo -Ti spiace prendere una pausa?-
Nico arrossì, ma obbediente mise le sue carte da parte e lasciò che Jason lo tirasse vicino. Jason si chinò per catturare le sue labbra, e Nico spinse contro di lui con più urgenza di quanta Jason aveva previsto. Il bacio diventò sciatto quando le mani di Nico cominciarono a vagare sotto la camicia di Jason, e Jason lentamente spinse Nico di nuovo sul letto. Nico gemette sulla sua bocca mentre Jason accarezzava la sua pancia nuda, poi passò a baciargli il collo. A giudicare dai suoni Nico stava apprezzando.
-Jason.- disse Nico tra i rantoli -Penso ... non dovremmo ...-
Jason tornò per dargli un ultimo, profondo bacio sulla bocca prima alzarsi riluttante e sedersi sul letto. Nico rimase di spalle per un po', il respiro pesante, e Jason allungò la mano per passare con delicatezza le dita tra i capelli di Nico.
-Mi dispiace. Continuo ad andare troppo veloce, giusto?- disse Jason.
-Va tutto bene.- disse Nico -Grazie per esserti fermato. Voglio dire, io voglio, ma...-
-Ho capito.- disse Jason, sorridendo verso di lui -Non faremo niente che ti dia fastidio. Non devi spiegare. Fammi sapere quando devo fermarmi, e lo farò.-
Nico si sedette accanto a lui, mettendo la testa sulla sua spalla -Io non ti merito.- mormorò, causando a Jason un cipiglio.
-Non dire cose del genere.- disse in tono severo -Tu meriti la felicità come chiunque altro, e spero solo che possa farti felice come fai tu con me.-
-E' così dozzinale.- Nico rise contro la sua spalla -Ma grazie.-
 
Le cose erano diverse il giorno dopo a scuola. Jason e Nico arrivarono di nuovo insieme, e questa volta Jason mise un braccio intorno alle spalle di Nico mentre camminavano. Nico arrossì leggermente, ma non lo spinse via, quindi era una vittoria. Qualcuno aveva scritto "Gay" in grassetto sull’armadietto di Jason, ma in realtà non lo disturba. Cavolo, arrivare finalmente da qualche parte con Nico significava che probabilmente andava in giro con un sorriso stupido in faccia tutto il tempo.
Leo fu il primo a notare il suo buon umore.
-Tu e Nico lo avete finalmente fatto, eh?- sorrise.
-Stiamo insieme, se è questo che vuoi dire.- rispose Jason, un po' agitato.
-Sono così invidioso.- Leo sospirò, e Jason lo guardò, sorpreso.
-Cosa intendi? Non ti piace Nico, vero?-
-No, non in quel modo.- rise Leo -Ma con le sue abilità di improvvisazione e di gioco di ruolo avrai la più interessante vita sessuale di sempre! Dovrai raccontarmi tutto.-
-Dubito che Nico lo apprezzerebbe. E non c'è niente da dire, ancora.- disse Jason, roteando gli occhi. Eppure, Leo aveva toccato punto interessante. Jason lo mise via per un ipotetico "più avanti".
-Davvero? Questo è deludente.- disse Leo, e Jason rise.
-Sì, ma avresti dovuto vederlo quando ci siamo imbattuti in mio padre durante il recupero della mia roba ieri.- disse -Giuro, non ho mai visto nessuno così totalmente disinteressato con mio padre prima d’ora. Anche lui era completamente sconcertato.-
-Sul serio? Hai detto tuo padre?- disse Leo, con gli occhi spalancati -Chi l'avrebbe mai detto? Anche se credo che sia piuttosto abituato per gestire i bulli.-
-Giusto.- annuì Jason.
 
Andare a casa di Nico invece della propria dopo la scuola era ancora un po' strano, ma Jason non si era mai così rilassato. Nico e Hazel non avevano aspettative da lui, tranne che per la minaccia sussurrata di Hazel che era meglio per lui trattare bene Nico, ma Jason era un po' a disagio per il fatto di non aver ancora incontrato il loro padre. Nico gli disse di non preoccuparsi, ma Jason non poteva farne a meno.
Era nel bel mezzo dei compiti a casa, quando Nico bussò alla sua porta, tenendo il suo cellulare.
-Mio padre vuole parlare con te.- disse consegnandogli il telefono. Jason si sentiva nervoso mentre lo prendeva e lo portava al suo orecchio.
-Pronto?- disse.
-Felice di parlarti finalmente, Jason Grace.- disse una voce profonda attraverso il telefono -Potresti essere così gentile da dirmi perché tuo padre mi ha chiamato questa mattina, accusandomi di vendicarsi di lui attraverso di te?-
Jason era stordito -Io..Io non lo so, signore. Non sapevo che conosceste mio padre.- disse
-Ci siamo incontrati, ma non è importante in questo momento.- disse il padre di Nico, che suona vagamente divertito -Tuttavia, la sua telefonata ha sollevato una domanda interessante. Quali sono esattamente le sue intenzioni verso mio figlio?-
-Uhm,- disse Jason, esitante -Mi rendo conto che probabilmente non significa molto per lei, detto da un liceale, ma io lo amo.-
Gli occhi di Nico si spalancarono, ma non si interruppe.
-Capisco.- disse il padre di Nico -Abbastanza da scappare di casa per stare con lui?-
-Non è andata così. Mio padre mi ha buttato fuori perché non ho voglia di andare avanti con i piani che ha fatto per me.- disse Jason -Nico non aveva niente a che fare con questo.-
-Fino a ieri, a quanto pare. Il vecchio Jupiter sembrava molto turbato.- disse il padre di Nico, ridendo -Non vedo l'ora di incontrarti, Jason Grace. Buona giornata.-
Riattaccò prima che Jason avesse la possibilità di rispondere. Rimase fermo per qualche secondo, chiedendosi che cosa era successo, per poi consegnare il telefono a Nico.
-Credo che tuo padre ci abbia appena dato la sua benedizione.- disse Jason incerto. Nico fece una smorfia.
 
Quella notte Jason fu svegliato da un leggero tocco sulla sua spalla. Costrinse i suoi occhi assonnati ad aprirsi per vedere Nico seduto accanto al suo letto, che lo guardava incerto.
-Hey.- disse Jason dandogli un sorriso sorpreso -Qualcosa non va?-
-Ho avuto un incubo.- disse Nico -Mi chiedevo se ...- si interruppe, arrossendo un po', ma Jason capì cosa volesse dire.
-Non devi chiedere. Vieni qui.- disse. Nico si sdraiò accanto a lui, un po' nervoso, ma si rilassò subito appena Jason lo tirò a sé. Jason tornò a dormire con la faccia sepolta nei capelli di Nico.
Non sapeva che cosa il futuro avrebbe portato, ma finché fossero stati insieme, sarebbe stato bene.
 
  
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