Nulla di importante.
Era notte fonda. La nave di Cappello di Paglia,
illuminata dalla luce spettrale dello spicchio di luna che brillava nella volta
celeste, procedeva tranquillamente, sospinta dalla leggera brezza della notte.
Sull’imbarcazione regnava un silenzio rilassato, interrotto però dal passaggio
del vento, con lo schioccare delle vele e il fruscio delle foglie dei mandarini.
Solo un rumore, ritmico e metallico, stonava nella quiete sonnacchiosa.
Clink. Clink.
Zoro si stava allenando sul ponte superiore
accanto alle piante dei mandarini, e, mentre alzava e abbassava pesanti aste a
cui erano fissate piastre di decine di chili ciascuna, era la fonte di quel
monotono quanto incessante scricchiolio. Clink. Clink.
Poche gocce di sudore imperlavano la fronte dello spadaccino, mentre la sua mente aveva bandito ogni pensiero, cancellato ogni distrazione, concentrandosi solo nella fatica dell’allenamento. Un altro alito del vento sospinse in avanti la caravella, gonfiando le vele e facendo sventolare la bandiera nera.
Una porta si spalancò, di prepotenza, facendo uscire
dall’interno della nave una ragazza, dai corti capelli rossi e un fisico
formoso, che richiuse velocemente la porta dietro di sé e si avvicinò alla
balaustra. Nami controllò inutilmente che la rotta fosse esatta, e passò lo
sguardo sul ponte vuoto sottostante. Clink. Clink.
La navigatrice si
voltò e diresse il proprio sguardo sulla balaustra superiore, non vedendo
però la fonte del rumore. Sapeva che Zoro si stava allenando come ogni notte,
nulla di sconvolgente in questo, ma sentì comunque un brivido lungo la schiena,
che forse aveva poco a che vedere con la lieve brezza che le aveva solleticato
il collo.
Paura, mocciosa?
Nami scacciò il pensiero molesto dalla mente, raddrizzando la postura, e si diresse a passi sicuri verso le scale, che salì veloce. A poco a poco la figura dello spadaccino si completò nella sua visuale, e potè osservarlo mentre alzava e abbassava ritmicamente l’asta.
“Zoro..?” lo chiamò la ragazza, titubante. Nessuna
risposta. Clink. Clink.
“Zoro..!” una seconda volta Nami pronunciò
il suo nome, questa volta più sicura. Ancora nulla.
La terza chiamata non
arrivò, ma in compenso un doloroso colpo in testa si fece sentire sulla testa
del povero spadaccino, che imprecò sonoramente.
“Ma che…” esplose Zoro,
appoggiando il peso a terra e portandosi una mano dove aveva preso il colpo.
“Idiota! Te lo sei meritato. Ti ho chiamato per ben due volte e non mi hai
risposto.” Rispose Nami, con le mani sui fianchi e il suo consueto cipiglio
severo.
“Beh, che vuoi? Non vedi che ho da fare?” Zoro le scoccò un’occhiata
irritata e rimise la mano sull’impugnatura dell’asta.
“Io ti volevo parlare.”
Disse la ragazza, con una considerevole parte di sicurezza in meno, ma
sostenendo comunque il suo sguardo.
“Basta che non facciamo giorno.”
Nami lo guardò con titubanza, cercando di ricordare il
lungo discorso che si era preparata, e che in quel momento si era
misteriosamente dileguato dalla memoria. Si morsicò il labbro inferiore,
cercando di non far caso allo sguardo penetrante che lo spadaccino le rivolgeva.
Una serie di immagini sconnesse si affacciò alla sua mente, contribuendo
vigliaccamente alla confusione generale che persisteva nella sua testa. La Going
Merry che approdava su un’isola, una taverna, una gara di bevute, due labbra che
si incontrano …
“Allora?” Si spazientì Zoro.
La ragazza gli scoccò
un’occhiata omicida, ma poi, alzando nel contempo una mano, sbuffò. “No, niente,
lascia stare.”
“Come vuoi.” Disse lo spadaccino, rialzando l’asta e
riprendendo gli allenamenti.
Nami sospirò, dandosi della vigliacca, e lanciò
un’ultima occhiata a Zoro, che sembrava dimentico di ogni cosa tranne che del
peso che sollevava con le braccia. Clink. Clink.
La ragazza fece
per andarsene in cabina,
quando il vento soffiò tra le piante lì accanto e le portò il profumo invitante
dei mandarini. Nami si fermò, e rimase interdetta con il piede sospeso
sul primo gradino. Massì, poteva anche concedersi uno spuntino di
mezzanotte.
Senza degnare Zoro di un ben che minimo segno di attenzione, la
ragazza gli passò davanti e, appena giunta a toccare le foglie dei suoi alberi,
inspirò profondamente, facendosi cullare da quel profumo familiare, che sapeva
di sicurezza e di casa. Tastò uno o due frutti per saggiarne la consistenza, e
alla fine, staccatone uno dal ramo, si sedette ai piedi della pianta e cominciò
a sbucciarlo. Clink. Clink.
Le dava fastidio, quel rumore. La irritava profondamente.
Soprattutto perché ormai aveva imparato a conoscerlo, a dover dipendere da lui.
Si era resa conto ormai che era grazie a quel rumore, quello strofinamento di
metallo su metallo, che lei era ancora viva, che si ritrovava sana alla fine di
uno scontro, perché qualcuno l’aveva spostata per evitare un coltello o
spada che sia. Perché quel qualcuno doveva a quel rumore la sua agilità
e la sua forza per salvarla.
Aveva imparato ad ascoltarlo, il rumore, notte dopo notte,
riflettendo sulla persona che lo provocava, la stessa che in un modo o nell’altro
trovava sempre affianco –per proteggerla o chissà per quale altro assurdo motivo–
, pur litigandoci continuamente. Si, infatti era sempre stata una costante,
quella persona, quel rumore, da quando era entrata nella ciurma. Eppure,
si era accorta della sua importanza, solo adesso, solo dopo quella notte sull'isola.
Clink. Clink.
Nami si cacciò nervosamente in bocca uno spicchio di
mandarino, e la sua polpa fresca liberò un sapore leggermente aspro, ma quanto
mai piacevole, rasserenante.
Ne seguì un altro, e questa volta la ragazza
masticò più lentamente, tenendo lo sguardo sul mandarino. La ragione per cui era
uscita dal suo letto, dalla sua cabina quella sera, non era semplicemente per
picchiare lo spadaccino, pratica senza dubbio molto soddisfacente, ma per
chiedergli appunto se si ricordava di una cosa . Insignificante, sia
ben chiaro. Il fatto che non riesca a farne accenno con lui è solo una
semplice casualità, colpa del fato. Eppure.. Vabbè. Forse un po’ le interessava sapere la
risposta.
C’era stato un bacio. Solo un piccolo insignificante
bacio. Dopo una sbronza in una taverna per di più, quindi nessuno dei due capiva
esattamente quello che stava accadendo, almeno per quanto riguardava lei, e
poteva anche non significare niente. Era stato solo uno stupidissimo bacio
durante una stupidissima sbronza. O no?
Clink. Clink.
Nami finì il mandarino lentamente, senza quasi fare caso
ai movimenti, ma tenendo comunque la mente concentrata su ricordi un po’ confusi
e domande senza risposta, a cui però non aveva il coraggio di dare una risposta.
Neanche si accorse che il tintinnio era cessato.
“A quest’ora le mocciose non vanno a letto?” chiese
ironico Zoro, guardandola mentre si asciugava il sudore con un asciugamano.
Nami si scosse bruscamente, alzando la testa, e dopo aver lanciato
un’occhiata irritata allo spadaccino, si alzo in piedi. “Hai ragione è tardi.
Dopotutto io durante il giorno non me ne sto mica sdraiata a dormire.”
Zoro
sbuffò, guardandola mentre si allontanava dai mandarini e si dirigeva verso le
scale. “Ti sei ricordata quello che dovevi dirmi?”
Nami si fermò, indecisa, poi
però si voltò verso di lui con un mezzo sorriso sulle labbra. “Non era nulla di
importante.” E detto questo, lo lasciò solo sul ponte.
Zoro sogghignò amaramente. Codardo. Nella sua mente una
scena vivida, intensa occupò tutti i suoi sensi. Al contrario di quella un po’
confusa di Nami, ottenebrata dall’alcol, la sua parte di ricordi era impressa
chiara nella sua memoria, così come ogni sensazione e ogni carezza.
“Nulla di importante …” sussurrò. Una porta si chiuse al piano
di sotto. Codardo.
Salve ^^. Piccola one shot su una delle coppie che preferisco in assoluto, in un manga che mi piace da impazzire. Spero vi piaccia, ma sopratutto di essere stata originale.
N.B.: volevo fare anche i miei complimenti a due fanwriter della coppia ZoroxNami, di cui ho letto praticamente tutto, ma non ho mai recensito, un po' per mancanza di tempo, un po' per pigrizia: Shainareth e Miriam85. Fantastiche :)
Ovviamente un applauso lo meritano anche tutte le persone che scrivono fanfic bellissime su questa coppia stupenda, quindi, beh, grazie a tutte le persone che mi fanno sognare Nami e Zoro assieme. :) Un bacio.