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Autore: harryandlouislove    24/12/2014    4 recensioni
Le labbra di Louis sono decisamente troppo vicine alle sue, pensa Harry.
Sa di essere perdutamente innamorato del suo migliore amico da circa due anni e qualcosa. Inizialmente pensava si trattasse di semplice attrazione fisica o di una di quelle cotte che durano qualche mese al massimo, ma quando si è reso conto di pensare a Louis in ogni istante della giornata, di sentire le farfalle nello stomaco ogni qual volta lui sorrideva o si toccavano casualmente, persino di immaginare un futuro insieme a lui, ha capito che non c'era via di ritorno : era in trappola.
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“Io ho paura” trema Louis, lasciando che una lacrima gli righi il viso.
“Di cosa Lou?” chiede Harry apprensivo.
“Ho paura di essere innamorato di te anche io” sussurra piano, quasi nell'intento di non farsi sentire.
“Essere innamorati non è una cosa di cui bisogna avere paura” gli sorride dolcemente Harry.
“Non capisci che è sbagliato?” urla Louis singhiozzando dopo qualche secondo, balzando in piedi.
“Lou..”
“Io e te non possiamo essere un noi”
“Non siamo sbagliati, Louis”
LARRY STYLINSON!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DON'T BE AFRAID, I'LL BE BY YOUR SIDE
 
-harryandlouislove-

 

Le labbra di Louis sono decisamente troppo vicine alle sue, pensa Harry. 
Sa di essere perdutamente innamorato del suo migliore amico da circa due anni e qualcosa. Inizialmente pensava si trattasse di semplice attrazione fisica o di una di quelle cotte che durano qualche mese al massimo, ma quando si è reso conto di pensare a Louis in ogni istante della giornata, di sentire le farfalle nello stomaco ogni qual volta lui sorrideva o si toccavano casualmente, persino di immaginare un futuro insieme a lui, ha capito che non c'era via di ritorno : era in trappola. La cosa non lo ha poi sconvolto così tanto, non ha mai vissuto il fatto che l'altro sia un ragazzo come un ostacolo o una vergogna, più che altro la cosa tragica è che lui e Louis sono tipo fratelli e che dichiarargli i suoi veri sentimenti senza rischiare di allontanarlo per sempre, è difficile, se non impossibile.
Ma in questo momento non riesce a pensare lucidamente perchè, dannazione, è praticamente spiaccicato al corpo di Louis mentre fanno la lotta rotolandosi sul pavimento, lui lo tiene per i polsi e i loro visi si sfiorano. O la va o la spacca, si dice. Harry chiude gli occhi e si sporge velocemente verso l'altro, posando leggermente le labbra su quelle di Louis.

“Harry, cosa fai?” chiede Louis alzandosi in piedi. Ha un espressione sconvolta e Harry sa di aver rovinato tutto e di non poter più tornare indietro.

“Louis, scusa... Scusa, non volevo. Non so cosa mi è preso, non lo farò più, lo giuro” cerca di rimediare. Louis evidentemente non vuole sentire ragioni, perchè esce di corsa senza neanche dire una parola.

È il 24 dicembre e le strade, i negozi e le case di Doncaster sono rivestite di migliaia di sbrilluccicose lucine multicolori, l'atmosfera di Natale si respira a pieni polmoni, tutti sono radiosi e allegri. Harry ama questa festa e solitamente è sempre euforico e radioso. Quest'anno però, è più triste che mai e non è difficile indovinare il motivo : lui e Louis non si sono rivolti la parola dal “giorno dell'incidente” e la sua più grande paura di perderlo si è tramutata in realtà. È sull'orlo della disperazione, non mangia e non esce di casa; se ne sta rinchiuso in camera a rimuginare, a piangere e a guardare film d'amore tragici e malsani. Sa benissimo che oggi è il compleanno di Louis, gli aveva persino comprato un regalo che aveva incartato lui stesso, ma il pacchettino se ne sta solo soletto sulla sua scrivania. Louis non vuole neppure vederlo, a scuola cerca in tutti i modi di evitarlo e quando Harry prova ad avvicinarsi, fa in modo di scomparire e non farsi più trovare nei paraggi. Darebbe di tutto pur di rimediare al danno che ha fatto e riavere Louis nella sua vita, seppure come amico. Deve assolutamente trovare un modo per riportare tutto in ordine. Fa una doccia, indossa i primi vestiti che gli capitano sotto tiro, afferra il regalo ed esce di casa.
Quando Harry suona al campanello si accorge che il suo cuore potrebbe uscirgli dal petto da un momento all'altro, e quando si ritrova al cospetto di Louis si rende conto di non essere improvvisamente pronto al grande atto di coraggio che si era prestato a compiere. Ma Louis è la cosa più bella che gli sia mai capitata e non può permettersi di perderlo, non se lo perdonerebbe mai e così “Posso entrare?” chiede, interrompendo il silenzio. Louis lo fissa come se fosse un fantasma, con aria persino 
spaventata, e non proferisce parola.

“Ti prego Louis, devo parlarti” insiste Harry.

“Non abbiamo nulla da dirci, noi due” mormora Louis in tono rassegnato e freddo.

“Louis, io... Ti prego”

Louis gli rivolge un ultimo sguardo, poi china il capo, come sconfitto, e gli fa segno di entrare. Harry è un fascio di nervi, è semplicemente terrorizzato, Louis pare accorgersene e lo fa sedere al tavolo in salotto, prendendo poi posto sulla sedia di fronte.

“Allora?” domanda Louis. Harry prende un respiro profondo.

“Prima di tutto, auguri” dice porgendogli il pacchetto. “È il tuo regalo, spero ti piaccia”

“Grazie. Sei venuto qui solo per questo?”

“No. Dunque, mentre venivo qui ho preparato un discorso. Un discorso piuttosto convincente che sarebbe stato tipo 'Quel bacio non significava niente per me, è stato una sorta di esperimento, se potessi tornare indietro non ripeterei mai una cosa simile' e bla bla bla, ma tu mi conosci bene e sai che non so mentire”

Harry controlla la reazione di Louis, poi riprende a parlare.

“Perchè io volevo davvero baciarti, dio solo sa quanto. So che non avrei dovuto farlo e capisco anche che ora tu mi odi, che ti faccio schifo e che non vuoi né vedermi né sentirmi, però Louis, io sono innamorato di te e non ci posso fare nulla.. Mi dispiace”

Louis passa una mano fra i capelli castani e sospira forte.

“Harry, tu non mi fai schifo, anzi. È questo il punto, è questo il fottutissimo problema, perchè non riesci a capirlo?” esclama Louis. Harry strabuzza gli occhi.

“Non riesco a capire cosa?”

“Harry, non farmelo dire, non rendere le cose ancora più complicate..”

Harry si alza, raggiunge Louis e avvolge la mano attorno al suo pugno.

“Io ho paura” trema Louis, lasciando che una lacrima gli righi il viso.

“Di cosa Lou?” chiede Harry apprensivo.

“Ho paura di essere innamorato di te anche io” sussurra piano, quasi nell'intento di non farsi sentire.

“Essere innamorati non è una cosa di cui bisogna avere paura” gli sorride dolcemente Harry.

“Non capisci che è sbagliato?” urla Louis singhiozzando dopo qualche secondo, balzando in piedi.

“Lou..”

“Io e te non possiamo essere un noi”

“Non siamo sbagliati, Louis”

“Si invece. E ora per favore va via, questa discussione finisce qui”

Harry sente gli occhi inumidirsi, le gambe tremare e la vista offuscarsi.

“Louis, ti prego”

Louis nel mentre, si è avviato verso l'uscita e ha aperto la porta. “Harry, vattene” dice a testa china. Harry si alza e si trascina davanti a Louis, mettendogli le mani sulle spalle.

“Non lasciarmi andare, ti prego” bisbiglia posando la testa nell'incavo del suo collo. Louis vorrebbe abbracciarlo forte, ma non può, non deve. È sbagliato, è ciò che continua a ripetersi.

“Mi dispiace!” continua Harry e sentirlo piangere così è troppo per Louis, che prende il suo viso fra le mani e gli asciuga le lacrime.

“È colpa mia, Haz”

Harry scuote forte la testa, lasciando che i ricci ondeggino a destra e a sinistra.

“Fammi restare con te”

“Non possiamo Harry...”

“Voglio solo rimanere al tuo fianco, non puoi mandarmi via”

“Non sai quanto lo vorrei, ma non è possibile”

“Perchè? Chi lo dice?”

“Siamo diversi e la gente è cattiva”

“Non me ne fotte un cazzo degli altri, Louis! Sei tu l'unica cosa di cui mi sia mai importato qualcosa!” sbraita Harry.

“Io non sono pronto, Harry”

“Allora aspetterò, dimmi solo che ne varrà la pena”

Louis si trova davanti ad un bivio. Potrebbe decidere di vivere una vita normale, con una moglie e dei figli, ma fingendo di essere chi non è. O scegliere Harry, scegliere di essere sé stesso, di fregarsene di ogni pregiudizio e cominciare finalmente ad uscire dal suo guscio per brillare alla luce del sole.

Harry, di fronte a quel silenzio assordante, lascia cadere le braccia, recupera la giacca ed esce in cortile, con l'animo di chi ha appena perso una battaglia. Sta per superare il cancelletto, quando sente Louis venirgli in contro, prenderlo per mano e costringerlo a girarsi.

“Voglio che tu mi baci” è tutto ciò che dice. “Un bacio vero, però”

Harry rimane piacevolmente sorpreso da quell'affermazione, sente il suo cuore fare le capriole e “S-sei sicuro?” domanda.

“Sicurissimo. E se non ti dispiace, avrei anche una certa urgenza”

Harry sorride e si avvicina al suo viso, prendendolo fra le mani. Le loro labbra si sfiorano quasi, ma il riccio si stacca improvvisamente.

“Promettimi che non scapperai di nuovo” dice.

“Te lo prometto Harry, ora baciami per favore. Ho più ansia che sangue nel mio corpo, in questo momento”

Harry annuisce, riavvicinandosi e alternando lo sguardo fra gli occhi e le labbra di Louis. In un battito di ciglia, il loro Primo Vero Bacio, arriva. Dura qualche secondo al massimo, ma entrambi concordano con l'aggettivo meraviglioso per descriverlo. Quando si staccano, l'espressione di Louis è persa e spaesata.

“Lou, tutto okay?” domanda impaurito Harry trattenendo il respiro. Louis pare riprendersi dal suo stato di trans e “M-mai stato meglio” risponde.

“Mh, possiamo riprovarci, ti va?”

Louis non gli lascia neppure prendere fiato, che si fionda nuovamente sulle sue labbra come se da ciò ne dipendesse la sua stessa vita, lasciandosi completamente abbandonare fra le braccia dell'altro.

Harry è talmente felice che sente di poter prendere il volo. In fondo l'amore è proprio questo, è volare alto, fra le nuvole e desiderare di rimanere lì, sospesi, per sempre. Harry sa che, se Louis gli sarà vicino, non cadrà mai in basso. È ciò che spera con tutto il suo cuore, che in questo momento batte allo stesso frenetico ritmo di Louis, e non c'è nulla di più bello.


Harry stringe forte la mano di Louis, le loro dita sono intrecciate. Lo sente fremere quando giungono all'ingresso dei corridoi.

“Ci siamo. Sei pronto?”

“I-io, non lo so... Però voglio farlo, si”
Tutti gli sguardi sono puntati su di loro, si hanno paura, ma sanno che insieme saranno imbattibili. Louis si sente rinascere, non dovrà più nascondersi, non dovrà più temere nulla. Qualcuno gli rivolge un sorriso di compassione, qualcun altro lo fissa in malo modo, bisbigli e chiacchiere; Harry mette un braccio attorno alle spalle del più grande, Louis lo prende per un fianco e sorridono. Non hanno paura.


Louis si era solo illuso. Non avrebbe dovuto farlo, non avrebbe dovuto uscire così allo scoperto senza pensare alle conseguenze, senza sapere che era troppo fragile e debole e che il primo soffio di vento lo avrebbe spezzato e portato via con sè.

La sua macchina è completamente distrutta, le ruote bucate, i vetri rotti, la parola “frocio” risalta terribilmente sulla fiancata ammaccata ricoperta di insulti e parole che feriscono peggio di mille lame.

La vista di Louis si appanna, la testa inizia a girare. Corre via.

Quando Harry lo ritrova, accucciato ai piedi dello scivolo del parchetto nella periferia del paese, è ormai calata la sera.

“Lou!” grida raggiungendolo con una corsa e inginocchiandosi accanto a lui.

“È tutto il giorno che ti cerco, mi hai fatto preoccupare così tanto. Non so come ho fatto a non pensare prima a questo posto”

Louis rimane in silenzio, continuando a fissare un punto indefinito in lontananza.

“Louis, cosa succede?”

Le altalene cigolano, gli alberi ormai spogli oscillano tristemente, come in preda ad una danza malinconica. La temperatura è bassa, Louis si lascia scappare un brivido, che lo percorre lungo tutta la schiena. Harry se ne accorge e gli lega la sua sciarpa al collo, posando poi la testa sulla sua spalla e rimanendo in attesa. Conosce Louis, sa che gli ci vorrà un po' di tempo ma che prima o poi parlerà, basta solo aspettare e non metterlo sotto pressione.

“Sono un lurido frocio schifoso e bastardo, ecco cosa succede” dice infatti, poco dopo.

“Chi l'ha detto? Chi ha osato dirti una cosa simile?” balza Harry, come se qualcuno lo avesse punto con uno spillo.

“Non lo so. Qualcuno lo ha scritto sulla mia auto, poi l'ha distrutta” continua pacatamente Louis, lo sguardo è ancora perso nel vuoto, come ipnotizzato. Harry vorrebbe urlare dalla rabbia, uccidere lo stronzo che ha avuto la faccia tosta di compiere un gesto simile e sciogliere il suo cadavere nell'acido muriatico.

“Louis io.. io, non so cosa dire! Se solo trovo quel troglodita io giuro che.. io..”

Harry sente di essere sull'orlo del pianto. Sa quanto Louis sia debole e sensibile e sa quanto tutto ciò debba averlo ferito.

“Mi dispiace, Loulou. Non sai quanto” sussurra con voce incrinata.

“Anche a me. Anche a me dispiace di aver pensato di poter essere un ragazzo normale, di poter essere accettato per quello che sono senza essere giudicato. Mi dispiace anche di averti illuso, Harry, e di aver fatto credere ad entrambi che 'questa cosa' fra noi potesse andare avanti, ma..”

“No”

Harry lo mette a tacere posandogli una mano sulla bocca.

“Non dirlo, Louis. Non azzardarti”

Louis abbassa lo sguardo, strofinando un piede contro l'altro.

“Tu non hai la più pallida idea di ciò che ho passato io in tutti questi anni solo per il semplice fatto di essere gay, mentre tu fingevi di avere una ragazza e io invece mi mostravo agli altri senza vergogna, seppure tornando puntualmente a casa con un occhio nero o con lividi sparsi per il corpo. Sono stato malissimo e tu, il mio migliore amico, neppure te ne sei accorto. Però sono andato avanti, pensavo al bel futuro che mi avrebbe aspettato solo se avessi continuato a rialzarmi dopo ogni caduta, pensavo a te, mia unica forza e mio unico obiettivo e andavo avanti”

Harry tira su con il naso e volge uno sguardo al cielo, punteggiato di qualche timida stella.

“E tu Louis? Tu cosa hai intenzione di fare?” riprende il discorso. “Rimarrai qui a piangerti addosso e a considerare la tua omosessualità un ostacolo per tutta la vita, o ti deciderai ad accettarti e a farti crescere un paio di palle? Non è tutto rose e fiori, che ti aspettavi? Però non è neanche così merdoso come sembra, io cercherei di darti tutto me stesso e di rendere la tua vita un tantino migliore, se solo tu me lo permettessi. Anzi, ti sto già dando tutto me stesso, ma pare non sia abbastanza per te. Se non vuoi stare con me, dimmelo e basta, dimmi che sono io il problema, sentiti pure libero di farlo. So di avere moltissimi difetti, ma veramente tanti, e quindi ti capisco se non pensi che ne valga la pena rischiare tutto per uno come me, ma almeno fallo per te stesso, io.. ”

Louis ferma il flusso di parole che, come un fiume in piena, scorrono dalle labbra a forma di cuore del più piccolo, posandogli un leggero bacio.

“Quando inizi a parlare in questo modo, sembri una macchinetta”

“Sono serio, Lou” dice Harry incrociando le braccia al petto.

“Anche io. E si, la colpa è mia anche questa volta. Perdonami, sono uno stupido. Ma ho capito, ora. Ho capito che non voglio assolutamente lasciarti andare e che sono pronto a superare qualsiasi tipo di problema, solo per te”

Il sorriso di Harry va da un orecchio all'altro, potrebbe illuminare la notte e fare invidia alla luna, pensa Louis.

“Io però Lou, vorrei definire 'questa cosa fra noi due', come l'hai chiamata tu”

Louis annuisce in segno di approvazione. “È la stessa cosa che vorrei io”

Harry tossisce schiarendosi la voce.

“Quindi, uhm.. Louis William Tomlinson, vorresti diventare il mio, ehm, fidanzato?”

“Okay” sorride Louis.

“Okay? Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più, questa era una proposta ufficiale!”

Louis sbruffa giocoso e “Non ti accontenti mai! Okay, Harry Edward Styles. Accetto solennemente di diventare il tuo fidanzato!”

“Ecco, ora sì che si ragiona”


“Casa dolce casa!” esclama Louis varcando la porta di ingresso.

“Harry togliti la giacca e sistema le tue cose dove ti capita” ordina “Possiamo vivere incivilmente e fare cose tipo mangiare davanti alla tv o buttare cartacce per terra per tutta la settimana”

“Dove hai detto che sono i tuoi genitori?” chiede Harry.

“In montagna con le mie sorelle. Non torneranno prima di domenica sera e noi due ce la spasseremo come non mai. Passiamo prima alle cose serie, però”

“E cioè?” domanda Harry seguendolo in cucina.

“Cibo! Ho trovato una ricetta piuttosto semplice che preparerò per te, tesoro”

“Qui c'è qualcosa che non va, Lou”

“Cosa?”

“Punto prima tu non sai cucinare nella maniera più assoluta. Ricordi l'ultima volta che ti sei messo ai fornelli? Quella volta in campeggio in cui hai avvelenato l'intero gruppo? Ecco, meglio dimenticarlo. Punto secondo tu non mi chiami mai 'tesoro', come mai tutta questa gentilezza improvvisa? Hai forse bisogno di qualcosa?” lo canzona Harry.

“Mh, hai ragione. Dev'essere stata l'euforia dell'avere casa tutta per me e il fatto di essere appena diventato il tuo fidanzato ufficialmente, nero su bianco. Comunque, io sono sempre dolce e gentile con te!”

“Ma se sei una sassy queen mestruata, Louis”

“Soffri di mancanza di affetto, Harreh?”

Harry annuisce, mettendo il labbruccio e fingendo un espressione addolorata.

“Aw, sei quasi convincente. Vieni qui, coraggio” lo incita Louis, allargando le braccia. Harry non se lo fa ripetere due volte e si tuffa letteralmente nel suo abbraccio.

“Va meglio?”

“Molto meglio, tesoro”

“No, ti prego, non chiamarmi più tesoro. Io posso farlo con te quando perdo il lume della ragione, ma tu non azzardarti mai più”

“Devo dire che sei parecchio democratico”

“Ehm, si. Ora però smamma, ho talmente fame che se mi stai così appiccicato rischi di essere sbranato”
“Ordiniamo una pizza?” propone Harry.

“Non ti fidi proprio delle mie doti culinarie, eh?”

“No. E poi non si può mai dire no a una pizza”

“Esattamente. O peggio, non si può mai dire no ad Harry Styles che ti chiede una pizza” esclama Louis, mettendosi in punta di piedi per baciare il più piccolo sul naso.

È bello come le situazioni possano trasformarsi da tragiche a fantastiche nell'arco di una giornata. Louis guarda Harry e sente che il suo cuore potrebbe scoppiare da un momento all'altro perchè lo ama troppo e wow, si sente così dannatamente fortunato che vorrebbe gridarlo al mondo intero, chissene frega di quello che dicono gli altri. Pensa anche che dovrebbe iniziare a dar voce ai suoi pensieri e a smetterla di tenersi tutto dentro in una cassaforte chiusa a chiave. E così “Ti amo, Harry” dice radioso.

Quando Harry risponde “Anche io Louis”, si domanda se quello che sta vivendo faccia parte di un sogno e se la musica e il tripudio di vita e gioia di cui il suo mondo si è improvvisamente rivestito sia il frutto della sua immaginazione.
Decisamente no, è tutto reale e Louis vorrebbe piangere perchè non è mai stato così felice prima d'ora.

 

Qualcosa va storto nel piano di Louis: sua madre, il compagno e le sue quattro sorelline anticipano il loro ritorno di due giorni. Ciò che gli si presenta davanti e il caos più assoluto e, soprattutto, Louis e Harry stravaccati sul divano, uno sull'altro mentre si baciano con, ehm come dire, molta molta passione.

“Louis Tomlinson, esigo una spiegazione!” trilla Johanna con le mani ai fianchi in posizione da generale.

“Oh, ciao mamma! Che ci fai qui?” esclama Louis balzando in piedi, sistemandosi i capelli e lisciandosi la maglietta.

“Cosa ci fa lui qui?” tuona la donna puntando il dito verso Harry, che nel mentre tenta di riabbottonarsi la camicia e di nascondere la sua evidente erezione con un cuscino.

“Mamma, conosci Harry sin da quando è appena nato. È il mio migliore amico e...”
“Louis, sono nata prima di te e quello che stavate facendo non è un passatempo per migliori amici. Ti voglio fuori da questa casa ora e per sempre, Harry” continua Johanna rossa dalla rabbia.

“Ma', non hai il diritto di farlo!” protesta Louis parandosi davanti ad Harry.

“Oh, scommettiamo? Un'altra parola e lo segui a ruota Louis, sono stata abbastanza chiara?”

“Chiarissima” ribatte Louis, prendendo Harry per un polso e uscendo dalla stanza.

“Dove stai andando?” urla Johanna raggiungendoli.

“Fuori da questa casa ora e per sempre, mamma” è la risposta pronta di Louis, prima di sbattere la porta.

Entrambi corrono alla macchina, Louis siede al posto di guida essendo l'unico fra i due ad avere la patente.

“Sicuro di volerlo fare, Lou?”

“Harry ora come ora sarei disposto persino a rubare la luna per te, quindi si, sono più che sicuro. E tu invece? Sicuro di voler lasciare tutto per uno squilibrato come me?”

“Non desidero altro”

Louis sospira prima di mettere in moto e sfrecciare veloce, deciso a lasciare Doncaster e il suo passato alle spalle e ad andare il più lontano possibile accanto a colui che è certo sarà il suo futuro.

 

Quando Louis e Harry, stremati dal viaggio, giungono in un piccolo hotel nel centro di Bradford, una graziosa città nel West Yorkshire, l'esuberante ragazzo biondo dall'accento irlandese che gli si presenta davanti, li accoglie con un buffo inchino accompagnato da un divertente “Benvenuti in terra straniera, sconosciuti. Io sono Niall”

“Piacere di conoscerti. Noi siamo Louis e Harry, vorremmo una camera matrimoniale” sottolinea Louis, che non vede l'ora di coricarsi stretto al corpo di Harry in un letto a baldacchino rosa magari, costeggiato da incenso e petali di rosa, alla luce soffusa di candele profumate. Dal canto di Harry, la sola idea di dormire insieme a Louis lo eccita da morire, senza bisogno di effetti scenografici. E così, quando si trovano in una camera piccola e umida, in un letto singolo (l'hotel non è provvisto di letti matrimoniali, uno scempio insomma) e cigolante, Louis abbandona le sue fantasiose idee, ma pensa che è comunque perfetto così.

Sono circa le quattro di notte quando un lampo squarcia il cielo, seguito dal rombo violento di un tuono e dal battere violento della pioggia sull'asfalto. Harry si sveglia di soprassalto, scaraventando per terra Louis.

“Harry, ma che cazzo..”

Il riccio se ne sta seduto con le gambe strette al petto, mangiucchiandosi le unghie.

“H-ho paura dei temporali fin da quando ero piccolo”

Louis lo raggiunge a gattoni e lo bacia, cercando di tranquillizzarlo e di infondergli affetto.

“Chi l'avrebbe detto che il grande, grosso e coraggioso Harry Styles avesse paura dei temporali!” dice dandogli un buffetto sulla guancia.

“Smettila, stupido” sorride Harry sdraiandosi su un lato e rendendosi conto di stare già meglio. Louis lo imita, facendo combaciare il suo inguine con il fondoschiena dell'altro. La pioggia cessa e il sole si leva, al di là delle nuvole. Harry non ha paura.

 


“Che ne pensi, Zay? Secondo te potrebbe piacergli?” domanda Louis incerto porgendo a Zayn il cofanetto con l'anello. Zayn osserva il grande topazio color azzurro mare.

“Piacergli? Amico, Harry lo amerà”

“Sono così nervoso. E se mi dicesse di no?” esclama Louis posando il cofanetto sul tavolo e bevendo un sorso di birra, tanto per scaricare la tensione.

Zayn scuote la testa e afferra Louis per le spalle. “Louis devi stare calmo, come te lo devo dire? Harry ti ama più di quanto io ama il mio riflesso allo specchio, non hai nulla di cui preoccuparti”

“Non mi aiutano questi tuoi esempi insensati, Zayn”

“Cazzi tuoi. In tutti i casi dirà di si, fidati. Ora va, l'appuntamento era alle otto, giusto?”

“Si. Vado”

“Buona fortuna!”

Louis vuole che la sua proposta di matrimonio a Harry sia perfetta, perciò ha scelto di portarlo in un ristorante di gala che gli è costato un occhio della testa ma ehi, farebbe di tutto per il suo piccolino. Indossa uno smoking che gli conferisce un'aria seria ed elegante e che gli fascia perfettamente i fianchi (mettendo in evidenza il suo regale e sontuoso culo, è un dettaglio che non può essere trascurato) con tanto di fiore all'occhiello della giacca, i capelli sono tenuti all'indietro da un barattolo intero di gel e l'unico pugno in un occhio sono le sue amate Vans che porta ai piedi, ma non aveva la benchè minima intenzione di sostituirle con uno di quei paia di scarpe eleganti a punta che non metterebbe neanche sotto tortura, quindi Harry dovrà accontentarsi.

“Ciao Lou”

Louis perde un battito. Harry è bellissimo nella sua camicia di lino decorata da una bizzarra fantasia a fenicotteri.

“C-ciao Harry. Siediti” dice spostando la sedia e facendolo accomodare. Harry pare sorpreso dal suo gesto cavalleresco e scoppia a ridere.

“Che c'è?” domanda Louis preoccupato.

“Non lo so, è solo che è... strano. Intendo, tu che ti metti uno smoking e che fai il gentiluomo”

“E non ti piace?”

“Assolutamente no, mi piace da morire”

Louis si strofina le mani. Ha intenzione di fare tutto il prima possibile, per poi poter tornare a casa insieme al suo futuro marito (se tutto va bene) e mettersi una tuta comoda, questo vestito lo sta facendo sentire un perfetto idiota.

“Ecco, in realtà c'è un motivo per tutto ciò. Io vorrei farti una domanda”

Harry pende dalle sue labbra, visibilmente agitato.

Louis si alza e si avvicina ad Harry, inginocchiandosi ai suoi piedi.

“Harry Edward Styles, vuoi..” inizia, mettendo una mano nella tasca dei pantaloni alla ricerca dell'anello e trovandola vuota. Sbarra gli occhi e, preso dal panico, comincia a tastare ogni singola parte del suo corpo.

“Oh merda” si lascia sfuggire. È una tragedia, una catastrofe, l'apocalisse!

Improvvisamente ricorda di aver lasciato il cofanetto sul tavolo della cucina di Zayn.

“Sono un coglione!” si maledice. Harry intanto, si spancia dalle risate, contorcendosi sulla sedia e battendo le mani come una foca. Louis è diventato bordeaux.

“Ehm, Harry.. Sono un disastro, avevo preso questo anello e volevo che fosse tutto impeccabile, ma come al solito rovino sempre tutto, perdonami e...”

“Louis, lo voglio! Voglio diventare tuo marito!” esclama Harry saltandogli al collo.

“Mi sposerai anche se sono così distratto e maldestro?”

“Certamente. Amo persino i tuoi difetti Louis Tomlinson, la situazione è quasi preoccupante”

“Ora sediamoci però” taglia corto Louis, accarezzandogli il viso. “Non hai idea di quanto costi anche solo l'aria che stai respirando in questo posto, perciò almeno riempiamoci lo stomaco”

Harry scuote la testa sorridendo. Il suo futuro marito è così adorabilmente idiota.

 

Quando Harry vede Louis, raggiante in tutto il suo splendore, aspettarlo sull'altare, non riesce a trattenersi e scoppia a piangere.

“Harry? Harry, stai davvero piangendo? Oh non posso crederci” esclama Louis ridacchiando, voltandosi dall'altro lato perchè oops, anche lui è sull'orlo di farlo.

“Lou, guardami negli occhi” dice Harry, prendendolo per mano. I loro sguardi si incrociano, azzurro contro verde.

“Ah ah, lo sapevo! Hai gli occhi lucidi anche tu, Loulou”

“E va bene! Siamo una coppia vergognosamente emotiva e imbarazzante” ammette Louis, asciugandosi una lacrimuccia. Aspettava questo giorno da anni, ha il diritto di lasciarsi andare.

Gli invitati ci sono tutti. I genitori di Harry, che siedono commossi in prima fila affiancati dalla sorella Gemma e dal fidanzato Josh, Zayn, migliore amico di Louis che entrambi avevano conosciuto in un negozio di tatuaggi, Liam, compagno di università di Harry, Niall, il ragazzo dell'hotel con il quale si sono sempre tenuti in contatto anche una volta trasferitisi nel proprio appartamento, persino la risentita madre di Louis, che con gli anni si è pentita e ha deciso di riconciliarsi con il figlio, e molti altri ancora.

La festa dopo la cerimonia prosegue a gonfie vele, tutti si divertono molto e i due sposi novelli girano per i tavoli mano nella mano, assicurandosi che tutto vada per il meglio.

Arriva il momento del primo ballo, nell'aria risuonano le dolci note “A thousand years” che in questo momento sembra parlare di loro, della loro storia.

 

Heartbeats fast

Colors and promises

How to be brave

How can I love when I'm afraid to fall

But watching you stand alone

All of my doubt suddenly goes away somehow

One step closer

 

Louis pensa agli inizi della storia con Harry, a quanto fosse spaventato, a quanto si sentisse indifeso e vulnerabile. Harry, con la sua forza, il suo amore, il suo affetto, lo ha salvato da sé stesso, lo ha salvato dalla voragine di angoscia e prigionia che vorticava nel suo petto, minacciando di travolgerlo.

 

I have died everyday waiting for you

Darling don't be afraid I have loved you

For a thousand years

I love you for a thousand more

 

Harry aveva aspettato Louis per così tanto tempo, lo aveva amato in silenzio, lo ha poi amato ancora più intensamente una volta confessati i suoi sentimenti, lo ha amato nei momenti felici, nei momenti tristi, lo ha amato nelle difficoltà, nei cambiamenti, negli ostacoli, lo ha amato all'alba e alla sera, nella gioia e nel dolore, lo ha amato in ogni istante, senza riserve. E lo amerà per sempre, ne è certo.

 

Time stands still

Beauty in all she is

I will be brave

I will not let anything take away

What's standing in front of me

Every breath

Every hour has come to this

one step closer

 

Louis guarda Harry, appoggiato sulla sua spalla ad occhi chiusi mentre canticchia e sorride. La vita ha voluto regalargli un dono così grande e a volte pensa che forse non ne è nemmeno degno, in fondo cosa ha fatto per meritarsi una creatura così spettacolare come Harry? Però resterà sempre al suo fianco, non lascerà che nulla li separi, mai. Ormai sono una cosa sola, un'unica anima, sono due angeli con lo stesso paio di ali per volare, insieme.

 

 

Harry ha sempre organizzato grandi feste in onore del compleanno di suo marito, nonostante Louis gli chieda espressamente di non farlo. Louis non si offende mai però, sapeva quanto Harry si impegnasse affinchè “il giorno più importante dell'anno”, come lo chiama lui, fosse perfetto in ogni suo dettaglio. Louis sa anche che è uno dei tanti modi che Harry utilizza per dimostrargli lo sconfinato amore che nutre nei suoi confronti, e questa volta gli è grato per aver deciso di fare le cose in piccolo. Niente party affollati in discoteca, in castelli fiabeschi o in spiaggia. Sono solo loro due, al bungalow del patrigno di Harry, a godersi un po' di meritata intimità.

“Allora, cosa ti va di fare festeggiato?” esclama Harry prendendo posto sul divano accanto a Louis e schioccandogli un bacio sulla guancia. Louis nel mentre, seppure essendo dieci volte più minuto, lo fa accucciare fra le sue braccia, affondando il viso fra i suoi capelli e inspirando il suo profumo.

“Voglio solo coccolarti, Harreh”

“L'idea non mi dispiace affatto, ma dovrei coccolarti io, Loulou. È il tuo compleanno”

“Appunto per questo, non vorrai rubarmi il mio intoccabile ruolo di Big Spoon? Sei tu il mio piccolino, giusto?”

Harry sorride e volta il viso, ritrovandosi faccia a faccia con il suo fidanzato che, illuminato dalla fioche lucine dell'albero di Natale, è ancora più bello. Si sporge in avanti e lo bacia lentamente, assaporando il contatto delle sue labbra sottili.

“Stai diventando vecchio, Lou”

“Ti rendi conto quanto in fretta passa il tempo?”

“Già. Quando sei con la persona che ami, gli anni volano”

Louis prende un riccio di Harry fra le dita e inizia a giocherellarci.

“Ne abbiamo vissuti di momenti insieme. Ormai inizio a pensare che non mi libererò mai più di te”

La risata cristallina di Harry invade la stanza.

“Puoi contarci! Ti toccherà avermi fra le scatole fino alla fine dei tuoi giorni”

Louis fa finta di pensarci su e “A meno che, io non decida di spedirti in qualche paese sperduto fra le montagne o qualcosa del genere” sentenzia.

“Troverei comunque il modo di tornare da te, lo sai”

“Okay, direi che non ho via d'uscita. Dovrò sorbirmi le tue lamentele e le tue inspiegabili ossessioni per sempre” sorride Louis stringendo la presa attorno alla vita dell'altro.

“E io dovrò sopportare le tue manie da disordinato cronico e la tua pessima cucina!” si vendica Harry.

“Ehi! La mia cucina non è affatto pessima” ribatte offeso il più grande.

“No, hai ragione : è molto peggio. Ma ti amo lo stesso”

“Ti amo anche io. Chissà come se la cava il nostro Caleb con zio Niall, Liam e Zayn. Siamo due genitori decerebrati a lasciare nostro figlio nelle loro mani” scherza Louis in tono ironico.

“Forse dovremmo chiamare e chiedere come vanno le cose. A dir la verità, sono un po' preoccupato... quei tre non ci sanno molto fare con i bambini” mormora Harry prendendo la battuta di Louis un po' troppo sul serio e assumendo un tono preoccupato.

“Smettila di fare la mamma apprensiva amore, mh? Rilassati e non pensare a nulla. È il mio compleanno, ricordi?” lo tranquillizza Louis, sussurrando con voce sensuale, iniziando a lasciargli baci umidi lungo il perimetro del collo e scendendo fino alle clavicole.

“Lou?” dice Harry ad occhi chiusi, beandosi delle carezze e attenzioni del più grande.

“Grazie”

“Di cosa, baby cakes?”

“Di esistere”






 

Ta daaaaaaaan.

Okay, prima di tutto inizio con il dire che ho scritto questa storia nell'arco di un solo pomeriggio e che quindi non so cosa ne sia saltato fuori. Seconda cosa, ci tengo a precisare il fatto che l'os inizi e finisca con il compleanno di Louis non è un caso, ma perchè, come sicuramente saprete, oggi è seriamente il suo compleanno. Quindi HAPPY BIRTHDAY TO LOU, HAPPY BIRTHDAY TO LOU eccetera, dedico a te questa schifezzuola :))

Terza cosa, spero abbiate ascoltato o come minimo, che conosciate il testo di “A thousand years” di Christina Perri, in modo da comprendere pienamente il significato della scena del ballo.

Quarta cosa, sto ancora aspettando che Harry faccia gli auguri a Louis su twitter, ma tanto si sa che gli augurerà buon compleanno in altri modi che non sto qui a riportare.........

Quinta cosa, Louis non ha 23 anni ed è ancora il mio swagmastafromdoncasta che indossa magliette a righe. Sesta cosa, perchè sono ancora qui a blaterare cose senza senso?

Bene mi dileguo, ma prima vi auguro un Harry Christmas and a Happy Lou Year!

 

Francy x.

 
  
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