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Autore: Mezzosangue_Tributo_Mago    25/12/2014    8 recensioni
Percy Jackson si è appena trasferito e non vede l'ora di godersi un anno libero da responsabilità e preuccupazioni.
Ma Talia ha bisogno di qualcuno che tenga Jason Grace mentre lei è via e contemporaneamente l'orfano Nico di Angelo scopre di essere parente di Percy.
Cosa accadrà?
Dal capitolo 3:
-IO TI UCCIDO GRACE!!!!-esclamò Percy lanciandosigli addosso e brandendo un cucchiaio come arma
I due ragazzi rotolarono a terra graffiandosi e spintonandosi ( e anche cucchiaiandosi nel caso di Percy)
-Percy sono solo dei biscotti!- esclamò Jason cercando di strapparsi l'altro di dosso
-I MIEI BISCOTTI BLU! BRUTTO INGORDO DI UN CICLOPE!-ribattè l'altro infuriato
-Insomma come facevo a sapere che...-
-BASTA!- esclamò una terza voce
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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PENSAVATE CHE CON LA MIA NUOVA INTERATTIVA NON RIUSCISSI AD AGGIORNARE, MA ECCOMI QUI!
È UN CAPITOLO LUNGO, VI AVVERTO, MA SECONDO ME NE VALE LA PENA. IN REALTÀ SI POTREBBERO LEGGERE SOLO LE PARTI DI NICO E SILENA, LE ALTRE LE HO AGGIUNTE DOPO, MA CI STANNO BENE. 
BUONA LETTURA, BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!

Capitolo 13: Rissa

Silena era contenta quella mattina, forse perchè sentiva ancora le forti braccia di Nico che la avvolgevano, i muscoli del petto di lui impressi sulla sua pelle, e le sue mani forti che le scorrevano sulla schiena. C'era stato così poco che li aveva separati, quei fastidiosi vestiti, la maglia bianca di Nico, i suoi leggins, che quel pomeriggio le prudevano così tanto...
Silena si lasciò sfuggire un sospiro mentre si appoggiava agli armadietti, i libri stretti a se, e un espressione sognante dipinta nel volto.

-Cos'hai da essere così felice?- 

Silena si girò, per vedre da dove proveniva quella voce aspra.
PURTOPPO il suo proprietario era Ethan Nakamura, uno dei tanti ex di Drew.
La fissava malignamente, la bocca increspa in un sorriso sadico, i capelli neri che gli ricadevano sulla fronte, coprendo quasi tutto un occhio.
Dietro di lui i suoi amici, il gruppo di Luke, avevano lo stesso atteggiamento losco.

-Oh, ci sono tante cose per cui essere allegri- "una tra le quali, Nico" concluse mentalmente

-Continui a sorridere, mi dai sui nervi- ringhiò Ethan

-Beh, te li farai passare...- Silena tentò di andarsene, ma i suoi sgherri la fermarono

-Non ti permettere di parlarmi così! Soprattutto visto di chi sei sorella!- il ragazzo le si piantò davanti, afferrandole il braccio 

-Cosa intendi?!-

-Che Drew Tanaka è una lurida...!- il moro non fece in tempo a finire la frase che Silena lo interruppe, con occhi da tigre 

-TU_NON_PERMETTERTI!- scandì rabbiosa lei

NESSUNO poteva insultare sua sorella (a parte lei)! Che ne sapevano gli altri di Drew e della sua famiglia?! 
Inoltre Silena era stufa di sentire ricadere le colpe della sorellastra su di lei...

-Uuuh, che paura piccola- la schernì il ragazzo

-Se è per questo neanche tu mi spaventi, sei solo un bastardo, Ethan- le parole di Silena erano colme di rabbia

Fu tutto così veloce che quasi non se ne accorse: Ethan scattò, e un attimo dopo SBANG...Silena era incollata all'armadietto. Il braccio del ragazzo sopra la sua gola, le impediva di muoversi, e tutto il resto del corpo le era vicino, troppo vicino. 
Ethan passo la mano libera sopra il metallo, fino ad arrivare al suo viso:

-Ebbene, dolcezza, ti mancano le parole?- le sussurrò, prendendole il mento 

Per tutta risposta la ragazza fece un gesto davvero poco femminile, sputando in faccia al suo aggressore.

-Mi fai SCHIFO- si morse il labbro e appoggiò la mano sul braccio di Ethan, cercando di spostarlo

-Te la sei voluta tu!- il ragazzo la tirò a se, per il colletto della felpa celeste, poi le tiro uno schiaffo in piena guancia, che le fece girare la testa di 90 gradi

Subito dopo le sferrò una ginocchiata nella bocca dello stomaco, facendo piegare in due la ragazza.
A Silena si mozzò il respiro, mentre in bocca sentiva la faccia andare a fuoco e uno strano sapore metallico in bocca, un rivolo di sangue le colò da labbro.
Ethan stava ancora schiacciato contro di lei, ansimante, pronto per un altro attacco.
Non avrebbe pianto, non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione, non gliela avrebbe data vinta così facile.
Silena rise, la testa china, i capelli sopra il viso, Ethan a pochi centimetri da lei che la guardava furente.
Le sue spalle furono scossi da tremiti, mentre la risata diveniva sempre più fragorosa.

-Ma davvero?! Guarda come ti sei ridotto... a picchiare una ragazza, con una scorta personale, solo perché Drew ti ha lasciato(come tutti poi...)!-la ragazza rise ancora di più, non sapeva se stava impazzendo

Forse era davvero matta, o il suo piano stava funzionando, Ethan la guardava sempre più arrabbiato, ma con una punta di incredulità nell'occhio visibile. Probabilmente stava pensando: "Perché questa ragazza non ha paura?"
Anche se stava temporeggiando, però, nessuno la aveva ancora aiutata. Era impossibile che nessuno avesse notato un tizio che teneva contro gli armadietti una ragazza, con una banda di gorilla al seguito...
Probabilmente tutti vedevano e tacevano, la banda di Luke e Ethan seminava ancora terrore nella scuola.

-Adesso pagherai per quello che tua sorella mi ha fatto- Ethan sorrise sadicamente

Silena sentì scattare un coltellino e chiuse gli occhi, coprendo il volto con le mani, aspettandosi il peggio, ma questo non arrivò mai.

-Hey Nakamura, prenditela con qualcun altro-

Silena schiuse gli occhi, poco a poco, davanti a lei non c'era più il suo aggressore, anzi, lui era di fianco a lei, contro l'armadietto, e con il braccio armato immobilizzato. Sopra di lui, che lo teneva fermo e innocuo, c'era un ANGELO (perché non poteva essere altri che il suo angelo custode): i jeans neri gli aderivano alle gambe in modo di mettere in evidenza i muscoli tesi, pronti ad agire, sopra portava una maglia bianca, semplice ma pura, e una giacchetta di pelle, anch'essa nera, che forniva un contrasto genuino contro la sua pelle chiara. I capelli color carbone gli ricadevano scompigliati sul viso, rendendolo ancora più attraente, infine gli occhi di ossidiana fissavano disgustati Ethan.
Nico di Angelo era lì.
Era lì per salvarla.
Era lì per proteggerla.
Era lì, di fianco a lei, e già questo le bastava.
In fondo però Silena non voleva essere salvata, non voleva essere protetta, lei non era come una di quelle principesse che dipendevano dal loro cavaliere. Lei voleva essere indipendente, una ragazza forte... non lo sarebbe mai stata se ci fosse sempre stato un "Nico" su cui appoggiarsi.

-Nico, no! Io...- cercò di balbettare, con le gambe che le tremavano

-Frank, porta Silena in infermeria!- il ragazzò la ignoro, chiamando l'amico 

-Ti ho detto che ce la posso fare da sola!- la ragazza strinse i pugni

-Sei sotto shock... non in condizioni per affrontare una rissa!- Nico la guardò severo 

Questo la ferì più dello schiaffo di prima, "davvero Nico ha una così bassa considerazione di me?" pensò.
Frank le si avvicinò, cingendola attorno al busto.

-Chi ti credi di essere, pensi davvero di essere migliore di me?! Non pensare che io ti lasci qui da solo!- strillò mentre l'amico asiatico iniziava a trascinarla via

-Frank ci vediamo dopo, qui ci pensò io- disse Nico, che intanto si era allontanato da Ethan

-Io torno subito ad aiutarti- disse l'amico- Silena smettila, lo faccio per te!- la ragazza continuava a scalciare

-Se riuscirai ancora ad aiutarmi- rispose Nico tristemente, in effetti intorno ai due litiganti si stava già formando una barriera di curiosi, oltre agli sgherri di Ethan

Silena si dimenò ancora un po' per poi  rassegnarsi tra le braccia di Frank, non poteva credere di star lasciando il suo amico da solo in una rissa che aveva iniziato lei.

-NICO!- gridò, in un ultimo tentativo disperato

Poi tutto si fece scuro e Silena non vide più nulla.

                  ~~~~~~~~~~

Drew era la persona più felice della scuola, in quel momento.
Ne era sicura, due ragazzi stavano lottando per lei: prodi cavalieri che si battevano per la conquista della loro amata. Da una parte Nico di Angelo, il Re degli Spettri, misterioso e sexy cavaliere in nero, dall'altra Ethan Nakamura, il suo, senza scrupoli e audace, ex. 
Drew si divertiva a vederli litigare, si sentiva come Elena, la donna che aveva causato la guerra di Troia, contesa tra Paride (Nico) e Menelao (Ethan).
La ragazza se ne stava in disparte, appoggiata a una colonna, con un sorriso soddisfatto, seguendo il combattimento da lontano.
"Alla fine qualcuno riceverà una bella ricompensa" pensò, sentendosi già le labbra in fiamme.
Non le importava se quell'invidiosa di Piper continuasse a ripetere che non si stavano picchiando per lei, era soltanto, appunto... invidiosa.
Vide Jason, quel gran pezzo di ragazzo, insieme alla sua sorellastra e quel tipo latinoamericano, tutti agitati, che cercavano di
farsi spazio tra la folla. "Patetici"sorrise.
Non sapevano godersi la vita, non sapevano cosa voleva dire essere desiderati, come lei, non avevano un minimo di ambizione. Lei invece ne aveva, di ambizione, fin troppa forse; cosa le importava di quello che gli altri dicevano di lei, "meglio essere temuti che amati", parlavano con lingue avvelenate perché avevano paura, e avrebbero tanto voluto essere come lei ma non ne avevano il coraggio. "Poveri gusci vuoti senza ambizione".
Il rumore della suola della scarpa di Ethan che veniva assaggiata dal volto di Nico, rimbombò nel corridoio.
Ethan, l'aveva divertita, era un bravo baciatore, un ragazzo senza freni e subdolo. Era stato uno dei tanti, poi Drew era passato ad un altro, e a quanto pare lui non lo aveva accettato.
Con Nico, invece, era stato diverso. L'aveva rifiutata, ma invece di offenderla, così, l'aveva solo incuriosita ancora di più. Lei adesso lo voleva, tutti, presto o tardi, cadevano ai suoi piedi.
Drew si sistemò meglio: si sarebbe goduta quello spettacolo.

                  ~~~~~~~~~~

Jason aveva deciso che quella sarebbe stata una giornata fantastica: il giorno prima aveva fatto le selezioni per la squadra di basket, ed era sicuro di essere passato (chi altro aveva segnato 32 punti?!), poi aveva accompagnato Piper a casa da pallavolo, e siccome pioveva, l'aveva scortata in ombrello, facendo un'ottima figura. 
Quindi quando la sveglia suonò Jason si alzò di buon grado, quando Percy partì senza di lui prese semplicemente l'autobus, quando la prof annunciò la verifica a sorpresa la eseguì senza troppe lamentele, ma quando trovò suo cugino Nico che si picchiava con Ethan Nakamura capì che sarebbe stata una giornata di merda.
Intorno ai due ragazzi si era formato un campanello di persone che rendevano impossibile avvicinarsi, anche perchè c'erano gli amichetti di Ethan a tenere lontani tutti. Jason non riusciva a far altro che spingere tra la folla e gridare di smettere, tentativi abbastanza vani.
"Per Zeus, perché?!" si chiedeva, Nico era sempre stato un ragazzo tranquillo, non avrebbe mai picchiato qualcuno, anche se la sua buona dose di orgoglio ce l'aveva. Ethan, dal canto suo, era un tipo abbastanza losco, sempre in giro con Luke Castellan e il suo gruppo, era decisamente capace di attaccare rissa.
Almeno Nico sembrava un netto vantaggio (oppure al cervello di Jason non arrivava abbastanza ossigeno, stretto com'era nella folla), si muoveva con gesti veloci e precisi, evitando la lotta ravvicinata, e limitandosi a sferrare qualche calcio al momento giusto, togliendo l'appoggio al suo rivale, a schivare i colpi del suo avversario per menare dei cazzotti ben assestati. Nico sembrava un esperto, e questo lo spaventava ancora di più.

-Jason! Santi Numi dobbiamo fare qualcosa...- Piper spuntò tra la fiumana di gente, con un'espressione allarmata sul volto

-Purtroppo non ci si riesce ad avvicinare- ringhiò il biondo- Piuttosto tu sai cosa è successo?!-

-Ecco...c'entrano le mie sorelle...- La ragazza si fece ancora più mesta mentre spintonava qualche primino

-Hey, ragazzi anche voi qui?!- anche Leo comparve di fianco a loro, come se fosse una riunione di famiglia

-Senti bello, non è il momento- ribatté Jason

-Però tuo cugino se la sta cavando bene- proprio in quell'istante Nico sparò un pugno contro la mascella di Ethan, provocando un boato

Nonostante ciò Jason non riusciva a rasserenarsi: cavolo, come poteva lui stare li a non fare niente, mentre suo cugino si azzuffava con uno dei più grossi idioti della scuola?!
Si sentiva così impotente...

-Hey, Jason, tranquillo, si risolverà tutto- lo rassicurò Piper, prendendogli la mano

Dette dalla ragazza, quelle parole calmarono un po' Jason, anche se il ragazzo continuava a cercare invano di superare la barriera umana.
Dal canto suo Leo gridava strani incitamenti del tipo: "Vai Nico, sei un piccolo di Angelo della morte!" o " Piantali un calcio dove sai tu!"

                  ~~~~~~~~

Non riusciva a stare ferma, non sopportava vedere Jason in quello stato.
Piper afferrò la mano del biondo incoraggiandolo.

-Forse dovremmo avvertire Percy...- buttò li Leo

-Hai ragione, vado subito!- esclamò Jason

-No! Vado io, tu devi restare qui... per  controllare che tutto vada bene!- intervenne Piper

-Ok, grazie- gli occhi azzurri del ragazzo erano colmi di gratitudine 

La ragazza iniziò a zigzagare tra la folla per trovare le scale, e raggiungere il piano superiore.
Per fortuna si era allontanata, l'aria iniziava a mancargli, e poi non riusciva a sopportare la vista dei due ragazzi che si picchiavano, il sangue sul pavimento... 
Il padre di Piper era un attore, era stata certe volte sui set, e aveva visto alcune scene di combattimento, ma non erano niente in confronto a... quello.
Al cinema era tutto finto: i pugni, i calci, le ferite, i lividi. Quello che aveva visto invece era tutt'altro che fasullo, e Piper ne era disgustata.
Inoltre si sentiva un po' responsabile, alla fine era nato tutto per le sue sorellastre...
Raggiunse l'ultimo piano poi si fermò, le mani sulle ginocchia, con il fiatone, e i capelli che gli ricadevano davanti al viso.
Si guardò intorno alla ricerca di una testa mora e di due occhi verdi, ma si accontentò di intravedere un capellino dei New York Yankees.

-Annabeth!- gridò correndo, nella sua direzione.

-Piper, miei dei, cosa è successo?!- l'amica la prese per le spalle, mentre lei riprendeva fiato

Piper le spiegò in breve, fra un respiro e l'altro,  l'accaduto.
Vide gli occhi grigi di Annabeth diventare sempre più tempestosi, a mano a mano che andava avanti con il racconto.

-Nessuno può toccare Nico!- strillò l'amica, finita la spiegazione 

-Si, ma adesso dobbiamo trovare Percy!- le ricordò

-Hai ragione, ci penso io, tu intanto torna giù- le ordinò l'amica, spingendola verso le scale

-Ok, a dopo- 

                  ~~~~~~~~~~

Quando Annabeth gli volò, letteralmente, tra le braccia Percy non era poi così dispiaciuto.
La strinse a se come fosse una cosa preziosa, accarezzandole i capelli, e la salutò:

-Hey, Annie...- le sussurrò 

Lei parve calmarsi per un secondo, ma poi tornò al suo atteggiamento agitato che aveva quando gli si era schiantata contro.

-Non c'è tempo Testa d'Alghe!- esclamò lei 

-Davvero?! Neanche per un abbraccio?- chiese lui risentito, stringendo la ancora di più nella sua maglia azzurra

-Uh?- la bionda si sciolse per un attimo tra le sue braccia - Cioè... NO! Nico si sta picchiando con Ethan Nakamura, di sotto!- spiegò dopo essersi ripresa

Percy ci mise un po' ad elaborare la frase, ma quando lo fece stava già sfrecciando per le scale, tirandosi dietro Annabeth.
Era il peggior cugino esistente, come aveva lasciato che accadesse? 
Forse aveva trascurato Nico? Magari soffriva di bullismo fin dall'inizio della scuola... 
Oppure Percy nelle 3 settimane di affidamento che erano passate non lo aveva istruito per bene, insegnando li che NON bisogna pestare la gente...
Magari, se fosse finita male, gli avrebbero tolto l'affidamento di Nico, e lui sarebbe tornato in orfanotrofio. Tutto per colpa SUA, di Percy.
Annabeth sembrò leggergli  nel pensiero perché gli strinse ancora di più la mano e sussurrò:

-Tranquillo non potevi farci niente. E poi andrà tutto bene-  la ragazza sorrise, convinta 

Quando però raggiunsero il piano, non sembrava andare tutto bene.
Gli infermieri stavano spingendo una barella con sopra un respiratore per il corridoio.
E quando Percy provò a chiedere informazioni, ricevette solo un "Largo, largo! C'è un ragazzo grave!".
Percy sperò sinceramente che non fosse Nico.

                  ~~~~~~~~~~

Mentre Nico camminava in circolo, osservando Ethan, pensò che si era cacciato proprio in un bel guaio.
Eppure quando aveva visto Silena che veniva aggredita dalla banda di Luke, non aveva potuto non intervenire. Certo avrebbe potuto chiamare un adulto, e la ragazza si era arrabbiata, ma lui non era riuscito a rimanere a guardare.
E adesso si trovava lì, a cercare di non farsi picchiare da quell'idiota di Nakamura. 
"Ok , ricordati le lezioni di Minosse" si disse. Nelle sue numerose fughe dall'orfanotrofio, Nico era capitato nel quartiere del Bronx, di certo non un bel posto per aggirarsi da soli. 
Per questo era entrato in una piccola banda di ragazzi "Gli Spettri", che si ritrovavano in una stazione della metropolitana abbandonata.
Nico lì aveva imparato a combattere per strada, grazie a Minosse, uno dei membri più esperto del gruppo.
Nico si ricordava ancora di tutti i pugni e i calci sferrati a quel sacco di farina, con le mani fasciate, le goccioline di sudore che scivolavano sul torso nudo, con un unica fioca luce che illuminava quella stanzetta tetra. E intanto Minosse che gli gridava di piegarsi di più, o di colpire più forte...
Nico quindi era sicuro di essere tecnicamente e fisicamente superiore al suo avversario.
Anche se Ethan era più grosso, era anche più impulsivo, Nico avrebbe solo dovuto essere più veloce ed evitare lo scontro diretto.
Dopo un po' che si studiavano, Ethan attaccò, tra le urla della folla che si era raccolta. Nico schivò il pugno gettandosi di lato, per poi sferrare una gomitata nel fianco dell'altro.
Il ragazzo gemette, ritirandosi, e Nico ne approfittò per spingerlo contro gli armadietti. Cozzando contro il metallo Ethan si riprese, afferrò l'avversario per le braccia e con un colpo di reni girò, invertendo le parti. Nico si ritrovò spalle al muro, mentre un calcio a gamba tesa gli si avvicinava pericolosamente. Fece appena in tempo a buttarsi all'indietro in ponte, prima che il colpo sferragliò sull'armadietto. Dalla sua posizione mise tutto il peso sulle braccia, mentre slanciava le gambe in alto, colpendo da sotto il mento di Ethan. 
Il capo del ragazzo ciondolò all'indietro, mentre indietreggiava. Ciò diede il tempo a Nico di rialzarsi e di togliersi la giacca di pelle, che gettò in un angolo.

-Sei già stanco?- il moro sorrise nel vedere Ethan arrabbiarsi ancora di più 

Con un ruggito il ragazzo gli si lanciò addosso, iniziando a tempestarlo di pugni. Nico cercò di mantenere la sua posizione, portando le braccia in posizione di difesa. Poi, quando ormai sentiva le ossa scricchiolargli, sfruttò lo squilibrio di Ethan, impegnato com'era nel colpirlo, abbassandosi e falciandogli la gamba.
Il suo avversario rovinò a terra e lui non perse tempo, nonostante i muscoli doloranti, si buttò sopra di lui, menando fendenti. Il corpo a corpo non era la scelta indicata per il più piccolo, Ethan lo superava di qualche anno e di parecchi cm di altezza, ma lui poteva contare sull'effetto sorpresa. 
I due ragazzi iniziarono a rotolare sul pavimento, mentre si graffiavano e picchiavano, emettendo grugniti e ringhi.
Nico era più agile e il suo tono muscolare era più sviluppato, ma Ethan era più grosso, e presto il maggiore si ritrovò a cavalcioni sopra l'altro immobilizzandogli le braccia.

-Adesso chi è che ride, eh?- gli sussurrò Nakamura, con l'unico occhio visibile che scintillava contento

Nico tese i muscoli e girò, ancora una volta, in ponte, finendo a sua volta sul rivale, il quale, però, aveva fatto in tempo ad estrarre il suo coltellino dalla tasca. 
Il ragazzo vide la lama scintillante avvicinarsi e fece appena in tempo ad afferrare il polso che lo brandiva, prima che gli scalfisse il petto.
Ethan però continuava a spingere con il coltello verso di lui, così iniziò un braccio di ferro per allontanarlo il più possibile.
Nico vedeva i suoi tendini e muscoli delle braccia tesi come un violino, mentre, con sollievo, la lama si allontanava sempre di più. Ethan capì che la sua situazione stava peggiorando, perciò abbandonò il braccio armato di lato, e slanciò il capo contro quello dell'altro ragazzo.
Nico sentì un rumore sordo, poi la testa gli scoppiò. Sentì delle grida allarmate tra la folla, che comprese quando riaprì gli occhi e sentì un liquido caldo colargli sul viso. Davanti a lui anche Ethan aveva la fronte aperta da un taglio che grondava di sangue.
Si allontanò annaspando dal suo avversario, che si stava tamponando la faccia con la maglietta, un tempo bianca. Nico si tastò il taglio, decise che non era tanto profondo, non l'avrebbe neanche fasciato, probabilmente così incuteva più timore. Le altre ferite che aveva erano graffi e lividi di poco conto, sarebbe sopravvissuto fino alla fine dell'incontro...
L'aggressore lo guardò infuriato, come se non fosse stato lui a provocare a entrambi quel taglio, e ripartì all'attacco, visibilmente instabile. Nico non provò neanche a schivarlo, gli si parò, semplicemente,  davanti e gli sferrò un pugno in pieno volto, prima che l'altro potesse effettuare alcunché.
Ethan volò all'indietro e per poco non cadde. Barcollante, si portò una mano allo zigomo, ormai blu, e il suo sguardo si riempii ancora di più di rabbia. 
Nico dedusse che aveva uno stile casuale e grossolano: si lasciava guidare dalla rabbia e dai sentimenti. Lui invece aveva una tecnica, accompagnata da un buon istinto combattivo.
Nonostante ciò, la vista dell'ormai famigliare coltellino di Ethan lo turbò non poco. Adesso erano in piedi, non poteva fuggire, e lui era disarmato.
Con un sorriso sadico, il più grande partì ancora una volta alla carica, menando fendenti. Nico cercò di schivare la lama che oscillava da destra a sinistra, ma a poco a poco sentì aprisi sulla pelle dei tagli più consistenti. 
Quando il bruciore divenne troppo, tentò una mossa azzardata: si gettò tra le sue canne divaricate, rotolando. Quando si rialzò, però, Ethan fu più veloce di lui, il coltellino disegnò un semicerchio, che attraverso anche il suo petto.
Nico indietreggiò, dolorante, mente la maglietta si inzuppava di sangue, all'altezza dei pettorali, e lui iniziava a sentirsi sempre stanco; anche il suo avversario aveva il fiatone.

-Date anche a lui un coltello!- il grido di Jason, fu seguito da molti altri, di approvazione

Nico guardò grato tra la folla, dove vide, oltre a suo cugino e ai suoi amici, i volti familiari di Frank e Hazel.
Ethan, indignato, si voltò verso uno dei suoi sgherri, facendo una faccia che voleva dire "Ma si, accontentiamoli".
Poco dopo a Nico venne passato un altro coltellino, tra gli 
applausi.
"Oh, si" pensò, adesso si sentiva sicuro, non più nudo. Se pensavano che lui non sapesse neanche tenerlo in mano, si sbagliavano, come si sbagliavano. Minosse diceva che era uno dei più bravi spadaccini che avesse mai istruito, per Nico, un coltello non era che un prolungamento del suo braccio, qualcosa che faceva parte di lui.
Immaginò di essere ancora più spaventoso, adesso che era armato: con il sangue rappreso sul volto, la maglia e i jeans strappati e anch'essi rossi, soprattutto sui pettorali dove aveva la ferita, doveva avere l'aspetto di un morto appena resuscitato.
Ethan, dal canto suo, era messo ancora peggio: oltre al taglio identico sulla fronte, aveva un livido sullo zigomo che adesso si era esteso all'occhio, l'altro era coperto dal ciuffo di capelli neri, aveva parecchi graffi e ematomi sulle braccia e gambe, e anche i suoi vestiti erano ridotti male, sulla mano spiccava il pollice viola, probabilmente rotto (in effetti mentre erano a terra si era sentito qualcosa scricchiolare).
Nico decise di intimidire ancora di più l'avversario, e nello stesso tempo testare le sue capacità con il coltello. Mulinò rapidamente l'arma, provando qualche affondo nell'aria, per poi eseguirne uno più deciso, che culminò con lui che eseguiva un calcio rotante, sempre indirizzato al nulla. Quando riatterò, sentì gli sguardo ammirati di tutti addosso, meno quello furente di Ethan, che sibilò qualcosa tipo: "Ma allora vaffanculo!".
Questa volta fu Nico ad attaccare. Disegnò una parabola in aria con il coltellino, che si incontrò con quello dell'avversario.
Le lame continuavano ad incrociarsi, tintinnando e sprizzando scintille, il pubblico era ammutolito.
Era evidentemente però la netta superiorità di Nico. Continuava a menare fendenti a ritmo sempre più incalzante, tanto che spesso riusciva a eludere la difesa rivale e a scalfire la pelle di Ethan.
Dopo un po' decise che si era divertito abbastanza. Con una mossa veloce, fece leva con la lama tra l'impugnatura e la mano dell'avversario. Il coltello cadde a terra, e Nico sferrò un calcio nel petto di Ethan, spingendolo a terra. Il ragazzo si ritrovò il filo di un coltello a pochi millimetri dalla gola, insieme al sorriso trionfante del suo possessore. 

-È finita Ethan. Dillo...- gli sussurrò 

Il ragazzo deglutì.

-DILLO!- ordinò Nico, premendogli il coltello sulla pelle 

-È finita, hai vinto- sussurrò 

Nico si girò e lasciò cadere il coltello. Era FINITA. Nico avrebbe quasi voluto tagliargli la gola, in fondo Ethan aveva picchiato Silena... ma lui non si sarebbe MAI abbassato al suo livello.
Sorrise contento, rilassandosi, e socchiudendo gli occhi... quando un grido risuonò nell'aria:

-Nico, attento!- Hazel non fece in tempo ad avvertirlo

Nico si girò, il battito del cuore gli si accollerò tanto che poteva sentirlo. Percepì  tutto a rallentatore, come nei film: Ethan che si lanciava verso di lui, con il coltello in mano, la folla che strillava, l'altra lama troppo lontana, lui che cercava inutilmente di proteggersi con le mani, e poi niente... solo DOLORE, un dolore atroce al braccio destro.
Aprì gli occhi, sempre lentamente, un ondata di nausea lo travolse, insieme ai brividi. Il coltello gli aveva attraversato gran parte dell'avambraccio destro, squarciandolo per una decina di centimetri. Si vedeva la carne viva e rossa, dal quale gocciolava il sangue. Nico era sicuro che gli avesse reciso almeno una vena o tendine importante. 
Ethan rise sadicamente, poi estrasse l'arma e ne leccò il sangue che luccicava sopra. 
Il bracci di Nico cadde lungo il suo fianco, inerte. Il suo volto si contrasse in una maschera di dolore e rabbia, nemmeno nell'inferno del Bronx erano così codardi da attaccare alle spalle.
Barcollò, per poco non cadde, sotto il peso del dolore, ma qualcosa lo tenne in piedi. La convinzione che non poteva cedere, per lui, e soprattutto per Silena.

-È finita- sussurrò, alzando il braccio ferito e appoggiandolo sulla spalla dell'aggressore 

La testa di Ethan girò completamente di lato, quando gli arrivò la mano (quella sana), chiusa a pugno, di Nico sulla mascella, seguito da una gomitata sulla nuca.
Nico poi scattò all'indietro. Durante la capriola in aria, stese la gamba, sferrando un calcio al volto della vittima, sentì il naso sbriciolarsi sotto la sua suola.
Quando riatterò Ethan era a terra, svenuto, con la faccia che era una maschera di sangue, anche se era (quasi) sicuro che fosse vivo.

-È FINITA-ripeté

La gente esplose in ancora più grida, mentre un gruppo di sgherri di Ethan si precipitavano ad aiutarlo, trascinando o via, ma buona parte era scappata.
Nico si accasciò contro gli armadietti, sentiva il respiro farsi irregolare, e le membra sempre più rigide.
La testa gli martellava incessantemente, un sacco di persone gli vennero incontro, le parole si ammassavano e lui non capiva niente... gli sembrava tutto così LONTANO.
Quasi non si accorse del cugino che si faceva strada tra la folla, avvicinandosi:

-Nico! Tutto bene?- chiese Jason, appoggiandoli una mano sulla spalla

-Sto morendo dissanguato... certo sto benissimo!- disse debolmente 

-Almeno non ha perso il suo sarcasmo- gli parve di sentire la voce di Leo

-Nico tu non sai quanto ti sono grata...grazie- Piper gli accarezzò i capelli  

- L'ambulanza sta arrivando, resisti bello, ok?- Jason aveva una punta di malinconia nella voce 

Nico si limitò annuire, risparmiando le energie. Intanto erano arrivati anche Hazel e Frank.

-Nico, per gli dei!- Hazel lo soffocò in un abbraccio 

-Grazie Hazel, ma così mi fai male- protestò il ragazzo, lei lo lasciò ma continuò a tenergli la mano, come se avesse paura di lasciarlo

-Amico mi devi spiegare dove hai imparato quelle mosse!- cercò di dire Frank

-Bronx- spiegò Nico, tutti annuirono

A Nico cominciarono a chiudersi gli occhi, mente sentiva una sirena farsi strada nei timpani.
Si fece forza e pose l'ultima domanda:

-Un ultima cosa, Silena come sta?-  chiese rivolto alla sorella della nominata

-È in infermeria. Sta bene- Piper lo guardò con tenerezza

Nico sorrise, Silena stava bene, e tutto si fece buio.



NILENA<3
ERA TUTTO CIÒ CHE VOLEVO DIRE QUINDI CIAO...
AH, POTRESTE REGALARMI UN COMMENTINO PER NATALE, NO?
NICO: NO
   
 
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