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Autore: Avenue    25/12/2014    1 recensioni
|| Tratto dalla storia. ||
"Questo è il mio destino, è stato scritto milioni di anni fa solo per me. Non posso scegliere, capisci?" - urlò Clarice, piangendo, i capelli bagnati che le ricadevano sugli occhi.
"Sai, a volte il destino può essere cambiato, con un grande sforzo e tanta forza di volontà. E se non ci riuscirai da sola lo cambieremo insieme. Va bene?"
Ormai la pioggia li aveva bagnati da capo a piedi.
"Va bene." - disse infine.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                               Cap. 11 - Io ti aspetto anche tutta la vita.

Menomale che quella mattina il sole si faceva vedere da dietro la sua coltre di nubi, perchè in un giorno come quello, Clarice, la pioggia non avrebbe potuto proprio sopportarla. Era indecisa se entrare a scuola e poi uscire verso le 14:00, o se restare fuori, comodamente seduta sotto uno degli alberi del giardino poco lontano dall'istituto. Comunque sí, sarebbe dovuta uscire perchè quel giorno era il suo compleanno. Più precisamente verso le 14:30/15:00. Perchè Clarice poneva così tanta attenzione all'orario? Perchè anche gli dei lo facevano, e lei come testimone del potere di quegli esseri soprannaturali doveva rispettare ció che le era stato insegnato. Il motivo, però, era anche un altro. Quel giorno Clarice avrebbe compiuto 16 anni, e, come avrò ripetuto almeno un milione di volte, se non avesse trovato un modo per amare follemente Luke sarebbe andata in contro al volere di chi sta sopra.
Clarice guardò il cielo. Mancava ancora qualche minuto al suono dell'ultima campanella, quella che le avrebbe permesso di entare a scuola. Finalmente varcò la soglia. La scuola era piena di studenti sudati, come sempre, e che si muovevano freneticamente. Tutti tranne una ragazza mora.
"Julia.' - chiamò Clarice.
La ragazza si voltò e sorrise. "Ehi, era da tanto che non ci sentivamo." - disse.
"Sì, hai ragione, avrei dovuto chiamarti o farti sapere qualcosa. In teoria io potevo anche già essere morta."
"Non esagerare adesso." - sorrise Julia, Clarice storse la bocca. - "Adesso mi racconti tutto. Ah, e buon compleanno!"
"Lasciamo perdere guarda. Allora ieri sono successe un po' di cose. Sono andata da Madge come ti avevo detto..." - Clarice raccontò alla riccia tutti gli avvenimenti, senza tralasciare alcun particolare.
Julia era quasi sconvolta: "Ma quindi oggi pomeriggio cosa succederá?"
"Non lo so nemmeno io Julia." Clarice si passò una mano sul viso e respirò. "Speriamo niente di grave. A proposito, hai visto Luke?"
"Credo che sia giá entrato a Storia dell'arte. Non sono sicura."
"Grazie lo stesso. Allora io me ne andrei, ci sentiamo dopo." - detto questo si allontanò con un piccolo gesto della mano ed entrò nella sua classe. Michael era giá seduto sul banco. I capelli erano ormai scoloriti ma il viso del ragazzo mandava quel giorno una luce diversa.
"Ehi Mic." - lo salutò Clarice.
Il ragazzo si voltó di scatto nella sua direzione e spalancò gli occhi. "Cosa cosa cosa? Tu, la ragazza che più al mondo odia tutti i generi di soprannomi, me ne hai appena dato uno? Sono meravigliato." - rise.
Anche Clarice sorrise: "Forse è il sole." - disse, mettendosi a sedere. Poi continuó: - "Oggi avevo pensato di uscire da scuola durante la pausa pranzo, che dici, vieni con me?"
"Ma che domande fai, certo che vengo con te."
"Sei consapevole del fatto che probabilmente succederá qualcosa di molto strano?"
"Sono successe un sacco di cose molto strane da quando ti ho conosciuta Clar." - disse il ragazzo.
Lo sguardo di Clarice verso Michael si fece più dolce, proprio mentre il professore stava entrando in classe.

La campanella era finalmente suonata e la pausa pranzo cominciata. Prima di andarsene, peró, Clarice voleva parlare con Luke.
"Mi aspetti davanti scuola?" - domandò a Michael. Il ragazzo rispose con un cenno affermativo del capo e poi si avviò verso l'uscita, zaino in spalla e mani nelle tasche dei jeans.
Luke era al piano superiore e stava parlando con alcuni ragazzi visibilmente più grandi di lui. Appena vide Clarice smise di fare tutto quello in cui era occupato e iniziò a camminare verso di lei.
"Ciao." - disse Clarice.
"Ciao." - rispose Luke. - "Dove sei stata ieri. Non c'eri a scuola."
"Ho dovuto fare alcune cose. Perchè quelle occhiaie Luke?" - domandò la ragazza.
"Ti ho cercato tutto il giorno." Luke stava per mettersi a piangere. - "So che non è colpa tua, ma io senza di te non posso stare."
"È colpa degli dei." - affermò Clarice, fredda. Se avesse abbassato anche minimamente la guardia sarebbe scoppiata a piangere. Entrambi i ragazzi avevano gli occhi lucidi, ormai. Luke prese i polsi della ragazza.
"Lo so, Clarice, lo so. Ma sto male al pensiero di non poter stare con te. Perchè non mi ami? Sarebbe tutto più facile." - chiese Luke. La scuola si era svuotata.
"Me lo sono chiesta tante volte anche io." - rispose la ragazza, quasi sorridendo. Piangeva anche lei. Si liberò i polsi dalla leggera stretta che li tratteneva e mise le mani tra i capelli del ragazzo. Ormai i due erano vicinissimi. - "Ma ora devo andare."
"Se mi dici che torni, io ti aspetto anche tutta la vita." - disse il ragazzo.
Luke continuava a crederci. Anche se non era lui, ma qualcosa di superiore a comandarlo, Luke era innamorato di Clarice.
I due ragazzi ormai singhiozzavano, fronte a fronte.
"No Luke, io non tornerò mai." - e detto questo Clarice scappò.
Luke corse fino alle scale ma la ragazza era giá sparita. Lanciò un urlo ma poi si tappò subito la bocca, non era ancora del tutto solo in quella scuola. Prese un qualcosa dalla tasca e lo strinse al petto, qualunque cosa gli stesse succedendo, non sarebbe passata presto.

Clarice cercò Michael con lo sguardo, aveva gli occhi ancora leggermente lucidi ma si sforzava di non darlo a vedere. Finalmente trovò il ragazzo appoggiato ad un albero, guardava il cellulare. Gli si avvicinò piano da dietro, adesso aveva voglia di scherzare. In meno di un nano secondo gli posò le mani sulle spalle e "Boo!" - gridò. Il ragazzo quasi cadde a terra, poi si voltò di scatto e invitò Clarice a farsi un giro da qualche parte non troppo gentilmente.
"Dai, avevo solo voglia di ridere un po'." - affermò la ragazza, spintonando leggermente Michael.
Il ragazzo dai capelli celesti scosse la testa: "Allora prendo la macchina così partiamo?"
"Sì, partiamo ma no, non prenderemo la macchina. Dobbiamo andare in un luogo che si raggiunge solo a piedi."

                                                                                                                                                         ***

Spazio autrice.
Eccomi tornata con un capitolo, yeee. Innanzitutto BUON NATALE! Yes, oggi è Natale. Avete ricevuto tutto ciò che avevate chiesto? Io sì.
Passiamo alla storia. Non so se avete notato, ma questo è un capitolo di passaggio, infatti il succo della storia si consumerà (?) nel prossimo. Mi scuso se ci sono errori grammaticali, o cose che non tornano, e mi scuso anche per la lunghezza, prometto che i prossimi saranno più lunghi. Ditemi se vi sta piacendo la storia in una recensione :)
Ringrazio quelle fike delle critiche (ovvero Camilla, Giulia e Fabiola) e vi rimando al prossimo aggiornamento. Un bacio,
Giulia.

   
 
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