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Autore: were_all_dead_now    25/12/2014    6 recensioni
" [...] Nemmeno i pugni a stringere il cuscino riescono a soffocare questa sua voglia di diventare un corpo in caduta libera. Questo desiderio troppo pesante di non essere più nulla. "
Gerard, la dipendenza, e un'esistenza inesistente. (AU)
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo finale. Che però non ho mai considerato un vero e proprio capitolo. 
Volevo ringraziare chi ha letto la storia (anche se pochissimi), e chi l'ha preferita o seguita. Immaginavo una risposta quasi inesistente a questa "long", perché è davvero particolare e diversa, anche rispetto a ciò che io stessa scrivo di solito. 
Spero che, nonostante il silenzio in cui avete agito, la storia vi sia piaciuta. O, anche se vi ha fatto altamente cagare, che vi abbia comunque lasciato qualcosa, o ispirato qualcosa, o fatto riflettere. Per quanto mi riguarda volevo solo precisare che tengo moltissimo a quest'ultimo lavoro, e soprattutto al personaggio di Gerard. E che ho scritto tutto di getto, perché erano idee che mi fluttuavano in mente da parecchio tempo e che sento davvero vicine. 
E' stata una scrittura piacevole, e sono fiera di ciò che ne è venuto fuori. So che è questo l'aspetto più importante.
Quindi vi lascio al breve epilogo. Gradirei davvero dei commenti (anche solo per sapere cos'è che non vi è piaciuto, sapete che mi nutro di critiche).
Grazie di tutto. -Claud.


 
FLUMAZENIL


 

E Gerard corre.
Perché alla fine si corre.
Gerard non aveva mai corso così tanto. E all’improvviso si rende conto che è molto simile allo stare per morire. Con i polmoni che ti fanno male e i piedi che non hanno più nessun terreno sotto.
E a diciotto anni sembra strano sapere cosa si prova prima di morire, ma non mentre si corre.
E’ il riassunto di tutta una vita. Una in cui non hai mai corso, ma sei morto parecchie volte.
Una vita che alla fine non è mai stata poi così tanto vita.
 
E non lo è nemmeno adesso che corri.
Che se si è pensato di poter stare meglio, alla fine, è stata tutta una cazzata.
Gerard corre, ma non sta meglio. Corre perché ha semplicemente sempre corso. Anche se mai con le gambe.
Abbiamo tutti pensato che Gerard avrebbe smesso di fuggire dalla vita, alla fine.
E invece è la fine e Gerard sta ancora correndo.
Perché di esserlo è proprio la fine. A Gerard hanno detto che se le cose non vanno bene allora non è la fine. Ma lui non la pensa così. Lui pensa che questa è proprio la sua fine.
Non che stia per morire. Perché per quello c’è ancora altro tempo.
Però è effettivamente la fine che si era immaginato in quella piccola testa stracolma di idee.
E’ Gerard che va da Frank (e non Frank che va da Gerard) per sentirsi dire che è effettivamente il fallimento che ha sempre pensato di essere.
Non che si aspettasse altro. Perché era una conferma, non una novità.
Poi a dirla tutta c’era anche una piccola fantasia in cui le cose andavano in modo diverso. Ma quella Gerard la teneva come fantasia di riserva, nel caso in cui le cose non fossero andate come era ovvio che sarebbero andate.
E infatti poi sono andate come era ovvio.
Sull’ovvio non ci piove mai.
 
Quindi era davvero la fine. Perché Gerard oltre quest’immagine di Frank che constatava l’ovvio non aveva saputo immaginare più niente. Non si era nemmeno immaginato di correre veloce per le strade deserte in una serata di merda. Ma questo suo correre faceva parte della fine perché era proprio il minuto finale della scena finale del suo atto finale.
Che era la fine del fiato nei suoi polmoni, del freddo nel suo corpo, dei pensieri nella sua testa, di essere qualsiasi cosa Gerard fosse stato prima di iniziare a correre.
 
E l’unica cosa che riesce a fare è aspirare l’aria con più violenza.
Poi sorridere.
Perché è così che ha deciso di chiuderla con quello che era. Ci vuole ridere su.
Gerard ha passato una vita a non vivere, e adesso sorride.
E’ il suo modo per mettere fine anche alla fine stessa.
 
 
Quindi è proprio l’ultimo secondo dell’ultimo minuto della scena finale dell’atto finale.
Il sipario inizia a chiudersi sulla figura di un Gerard che corre.
La gente si alza.
Qualcuno sussurra i primi commenti.
Manca solo uno spiraglio.
Saranno sì e no un paio di millimetri.
E forse a nessuno importa più un cazzo.
Perché si pensa che tutto ciò che conta è il ‘mentre’, quando invece la verità è che conta solo il finale.
Solo la fine.
Solo quel secondo in cui smettiamo di essere chi eravamo.
 
Gerard è uno spettacolo vivente. Uno di quelli la cui vita appartiene a tutti tranne che a loro stessi.
Eppure lui l’ha capito che tutto ciò che conta è quello spiraglio che gli si sta chiudendo davanti.
E dà al pubblico ciò che si merita.
Non rendendosi conto che quel finale è tutto suo, e che lui è l’unico che lo merita davvero.
Suo e solo suo.
E alla fine del finale.
Gerard corre.
 
E Gerard sorride.

- - - -


Grazie a tutti. Spero di poter aggiornare presto anche l'altra long. Buone vacanze. -C.
 
  
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