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Autore: stayherelou    25/12/2014    2 recensioni
[...]e tutte le pareti della sua camera da letto –come la maggior parte della casa, d'altronde- sono ricche di fotografie; alcune sono polaroid, altre autoscatti per immortalare un qualche momento, altre ancora –ma più rare- delle foto professionali che li ritraggono sul ring. Harry ama il pugilato, come non potrebbe, infondo? E’ parte della sua vita e il sogno fin da quando era bambino. Ma, con il tempo, la bravura e – lo ammette, dopotutto- anche un bel faccino, è diventato agli occhi di tutti sempre più Il grande pugile Harry Styles e sempre meno Harry.
[Harry/Louis] [Boxer!Harry] [Journalist!Louis] 5.8K
Scritta per il contest #SecretSanta del TheGays!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fight for me
in every way you can


 
A Cristina, che conosco da poco ma a cui voglio già tanto bene.
L'unico (piccolo) regalo di Natale che per ora posso farti.
A Harry e Louis, che sono una fonte di ispirazione per me
ogni giorno in ogni aspetto della mia vita.
E, a voi, buon Natale.


 

Harry esce dalla palestra e tossisce, preso alla sprovvista per la differenza di temperatura presente tra l’interno della struttura e le vie frette di Londra. Cerca di tirarsi ancora più su il colletto della felpa perché tra due giorni ha un incontro e Dio solo sa cosa Simon, il suo coach, gli farebbe se solo sapesse che si è ammalato – quindi, no, meglio coprirsi bene.
Tira su col naso e accelera il suo passo, grato di non essere stato ancora riconosciuto ma allo stesso tempo sempre in allerta, troppo stanco per essere accecato da qualche flash o anche solo per scambiare quattro chiacchere con qualche fan. Ha bisogno di dormire, pensa, di stendersi sul suo letto e di dormire.
Sono le undici e mezza e ha da poco concluso tre ore di allenamento più una mezz’ora di simulazione ed è –sfinito, letteralmente sfinito. Cerca di bilanciare il peso del borsone che porta sulla spalla, cambiando ogni tanto braccio, e gli sembra di avere una visione celestiale quando scorge il parco alberato e –a quest’ora- quasi deserto; gli basta superarlo e percorrere un piccolo vicolo, infatti, per arrivare a casa sua.
Harry ama casa sua, è una delle prime cose che ha comprato non appena ha avuto abbastanza soldi. E’ una piccola villetta in mattoni scuri, con un grande terrazzo e un’enorme piscina nel giardino sul retro; anche questo è spazioso, curato e pieno di fiori e piante. Ha tre bagni, due camere da letto e una cucina che è il sogno di ogni cuoco, o quasi – Harry adora cucinare e, da parte la modestia, è anche piuttosto bravo. Il suo letto matrimoniale è morbidissimo, le coperte sempre colorate e tutte le pareti della sua camera da letto –come la maggior parte della casa, d'altronde- sono ricche di fotografie; alcune sono polaroid, altre autoscatti per immortalare un qualche momento, altre ancora –ma più rare- delle foto professionali che li ritraggono sul ring. Harry ama il pugilato, come non potrebbe, infondo? E’ parte della sua vita e il sogno fin da quando era bambino. Ma, con il tempo, la bravura e – lo ammette, dopotutto- anche un bel faccino, è diventato agli occhi di tutti sempre più Il grande pugile Harry Styles e sempre meno Harry. Per questo ci tiene, almeno dentro casa sua, a ricordare ogni aspetto della sua vita, ogni momento, anche e soprattutto i più quotidiani e –apparentemente- banali.
Sta per attraversare la strada, aspettando che il semaforo diventi verde, quando alza gli occhi al cielo e si perde qualche istante a guardare la luna piena nel cielo nuvoloso; è una risata femminile a riscuoterlo dai suoi pensieri e –involontariamente- a farlo accorgere che il semaforo è verde. Guarda davanti a se e vede una ragazza bionda stretta in un cappottino bordeaux mentre stringe la mano di un ragazzo dai capelli castani e gli occhi scuri che ridono insieme. Attraversano le strisce nello stesso momento, in direzioni diverse, ma lo sguardo di Harry li segue nonostante i metri di distanza. L’ultima cosa che vede sono le labbra della ragazza posarsi su quelle del ragazzo, mentre ancora sorridono. Sospira. A volte, forse ultimamente un po’ più spesso, sente anche lui il bisogno di una mano da stringere.
Scuote la testa, comunque, perché è appena arrivato a casa sua e la sua mente si svuota improvvisamente  non appena la sua testa riccioluta tocca il morbido cuscino del divano.
Sono le cinque e mezza di mattina quando Louis si pettina, per quella che sembra la millesima volta, il ciuffo di capelli castani che proprio non vuole sistemarsi. Tutto questo poche ore prima dell’incarico più importante che gli sia mai stato dato, ovviamente. Sbuffa frustrato e impugna mettendosi gli occhiali da vista neri sul naso, senza nemmeno guardarsi un’ultima volta allo specchio. E’ in ritardo, i suoi capelli sono terribili e il più grande brufolo che l’umanità abbia mai conosciuto –okay Louis forse è leggermente melodrammatico, ma- si trova in questo momento sulla sua pelle, proprio sulla fronte. Tradotto nel suo linguaggio, si sente più brutto del Grinch (è anche periodo natalizio, quindi cade a pennello) e già sente che quella che lo aspetta sarà una pessima giornata. Lavora per il Live and Fight – una piccola rivista sportiva inglese- da quasi un anno ormai, e –non sa precisamente come- ha ottenuto l’incarico di fare la sua prima e vera intervista. E –purtroppo o per fortuna- non si tratta di nessun maratoneta sconosciuto e neppure del giovane giocatore di basket appena scoperto da uno scout ad liceo, ma bensì del famoso campione di pugilato Harry Styles.
Louis vuole morire.
Ed è solo per l’ansia per l’intervista e la paura di deludere i suoi datori di lavoro, ovviamente, non c’entra nulla il fatto che Louis ama – o meglio, venera Harry Styles. Assolutamente no. Nemmeno un po’.
E ovviamente è totalmente estraneo alla vicenda il fatto che Harry oltre che essere un grande campione è anche un metro e novanta di pura bellezza inglese, ha le gambe lunghe, gli occhi verdissimi e dei ricci che lo fanno sembrare angelico quasi anche quando sferra il colpo vincente al suo avversario.
Louis sospira e guarda velocemente il suo telefono per controllare l’ora ed esce velocemente di casa, con il cuore che sembra accelerare il battito ad ogni passo che fa mentre si avvicina alla sua meta.
L’intervista è fissata per le sette –ma, da bravo giornalista, Louis sa che è sempre meglio arrivare con largo anticipo- in uno degli Hotel più lussuosi di Londra e non appena entra nell’edificio, vorrebbe picchiarsi. E’ pieno di uomini in cravatta o vestiti formalmente, mentre lui indossa una semplice maglietta a righe blu e bianche, un giacchetto di jeans e dei pantaloni neri; ai piedi porta delle Vans totalmente bianche, invece.
Si morde il labbro, a disagio, mentre già sente gli occhi critici degli uomini scrutarlo non appena avanza qualche passo nella grande hall. Sembra un bambino capitato per sbaglio in una sala riunioni lavorative, con i suoi vestiti colorati e il suo taglio di capelli che lo fa sembrare più piccolo di quanto sia. Ha vent’anni ma, a quando pare, sembra dimostrarne la metà. Si siede, quasi intimorito, su una poltrona color beige, ma scatta subito in piedi come una molla non appena si accorge che la sua pancia si nota ancora di più se sta seduto e il suo sedere –a detta sua, enorme- lo sembra ancora di più. Si guarda nervosamente intorno sperando che nessuno l’abbia notato prima di appuntarsi qualche consiglio in mente ‘Non sedersi davanti ad Harry Styles, trattenere il respiro, fare in modo che non noti il sommergibile che ho al posto del didietro, non --’
Live and Fight con – Tomlinson Louis?” sente chiamare dalla porta in fondo alla hall e subito i suoi occhi saettano sull’uomo –o meglio, ragazzo- che ha parlato.
“Sì” si affretta a rispondere, camminando velocemente verso di lui “Sì eccomi, sono io”
Si aggiusta gli occhiali sul naso e sorride nervosamente al biondo che ha davanti “Sono Niall” si presenta, mentre lo guida per il corridoio che – suppone dopo, porta alle scale.
“Louis” risponde con un filo di voce, torturandosi il labbro.
“Hey, ti vedo un po’ nervoso, amico” Gli dice Niall, sempre col sorriso “Tranquillo, Harry è una persona a posto, non è tipo – un vip o cose simili, mh?” lo rassicura.
Solo a sentire il suo nome il cuore di Louis fa una capriola e il ragazzo si chiede come farà quando –tra pochi istanti- lo avrà davanti a sé in carne ed ossa.
Arrivano, un paio di minuti dopo, davanti una porta in legno denominata da una targhetta lucida color oro “Stanza 2307”. Louis deglutisce, visibilmente a disagio, mentre stringe il suo quadernetto ancor di più tra le mani fino quasi a farle sudare e—oddio, ci manca solo che al suo primo (e probabilmente unico) incontro con Harry Styles lui abbia le mani sudate. Le asciuga, quindi, velocemente, sui pantaloni. Niall ridacchia leggermente, per poi dargli una pacca sulla spalla e incoraggiarlo ad entrare “Hai quindici minuti, vai!”
Quando la porta di legno si apre, Louis fa qualche passo nella spaziosa suite e – vorrebbe scoppiare a ridere.
Sì esatto, Louis vorrebbe quasi ridere perché ha davanti un bambino.
Quello descritto dai media, dai giornali e dalla tv come un uomo tutto muscoli e pronto a rompere un muro di cemento anche con la sola forza del pensiero – è un bambino.
Harry Styles, infatti, è seduto su un divano color cipria, ha in mano una tazza di thè caldo (una tazza identica è posata sul piccolo tavolo di fronte a lui), e indossa una morbida felpa verde. I suoi capelli sono boccolosi, gli occhi verdi grandi e un po’ stanchi, un’espressione quasi seria che Louis fino a qualche istante fa avrebbe attribuito solo ad un cucciolo disperso.
Rimane qualche istante a bocca aperta quando il ragazzo davanti a lui, alzandosi velocemente, dice “Oops, scusa, non mi ero accorto fossi entrato!”
“C-ciao” ricambia un po’ impacciato, stringendo una cartellina nera tra le mani.
“Siediti, vieni. Ho fatto preparare del thè, aspettavo te per berlo” gli spiega il pugile, indicando le due tazze e facendo cenno a Louis di accomodarsi.
“Me?” Louis è un po’ sorpreso, perché mai avrebbe dovuto aspettare lui per –“Sì, voglio dire sarebbe stato poco carino se tu fossi arrivato e la mia tazza fosse stata vuota, no?”
Il giornalista sbatte le palpebre un paio di volte perché questo ragazzo non sembra essere reale, ma poi, eventualmente, prende posto dove gli ha indicato il pugile e prende in mano un po’ incerto la tazza di thè, bevendone un piccolo sorso.
“A-Allora” Comicia Louis, un po’ titubante su come comportarsi.
“Sì, dimmi tutto” Sorride Harry mostrando delle fossette che fanno quasi svenire Louis, dato il livello di dolcezza che ha raggiunto il volto del riccio in questo momento. E’ un bambino, così angelico e quasi cherubino, tanto che fa fatica a pensare che lui e uno dei più forti pugili inglesi siano la stessa persona.
“Allora—nello scorso incontro abbiamo potuto vedere una nuova tecnica che ti ha permesso di vincere e…” e da lì è tutto più semplice. Entrambi sono più sciolti, ridono insieme e Louis capisce che tutta quell’ansia precedente è stata assolutamente inutile. Harry è simpatico, alla mano, molto umile e intelligente. Ogni volta che gli viene posta una domanda guarda il suo interlocutore negli occhi, prestandogli tutta l’attenzione del mondo, e ascoltando ciò che gli viene detto con una massima attenzione. Quello sguardo è strano, un po’ nuovo per Louis, ma è piacevole. Non gli capita spesso di stare al centro delle attenzioni di qualcuno –sia nella sua vita privata che in quella pubblica- e, anche se per soli 10 minuti, è felice di essere al centro di quelle di Harry.
“E—okay abbiamo solo un paio di minuti restanti quindi…posso farti qualche domanda sulla tua vita privata? Se vuoi ovviamente”
Harry si schiarisce la gola “Certo, sì” e sorride ancora. Louis è giovane, simpatico, non è affamato di gossip e non l’ha messo in imbarazzo durante la sua intervista. Lo conosce da pochissimo ma in un certo senso è stato come parlate con un amico, e si sente a proprio agio.
“Sei giovanissimo e famoso e bravo ma nonostante diversi flirt –veri o no- non hai mai avuto una relazione, umh, fissa? Quindi…ti manca a volte, questo?” Harry prende un grande respiro, poi si passa una mano tra i capelli castani “A volte – a volte sì. Voglio dire il mio lavoro mi tiene impegnato per gran parte della giornata, e ci sono giorni, addirittura settimane in cui non torno a casa per niente se non per dormire. E’ una vita un po’ frenetica, movimentata, nonostante io mi ritenga comunque un ragazzo normale. Avere qualcuno al mio fianco – sì, mi piacerebbe. A volte ci penso, ma nonostante tutto penso che arriverà quando meno me lo aspetto, il mio ragazzo idea—“ Gli occhi verdi di Harry si spalancano immediatamente quando si accorge che si è fatto scappare quella parola e si porta velocemente le mani alla bocca.
Louis è rimasto immobile, l’iPhone che sta registrando la loro intervista ancora immobile sulla sua mano destra.
“Ti-ti prego—“ balbetta Harry, cercando di afferrare il telefono del giornalista, che prontamente interrompe la registrazione. “C-cancellala, t-ti prego, cancellala. Io—non avrei dovuto, io—“
“Hey, Harry, tranquillo, calma” Cerca di tranquillizzarlo Louis, poggiandogli una mano un po’ incerta sulla spalla, mentre il ragazzo lo guarda con gli occhi ancora spaventati.
“Non—non posso cancellare tutta l’intervista, ma ti prometto che non trascriverò nulla e non appena avrò scritto l’articolo eliminerò subito la registrazione” lo rassicura, con un sorriso dolce sulle labbra sottili. “Scusa, Louis è che io—beh ecco non posso e non—non mi sento pronto, sai” Harry si passa una mano tra i capelli, ricambiando il piccolo sorriso. “No, ti capisco. Anche io—“ Louis sceglie accuratamente le parole da usare per non esporsi troppo “Anche io ci sono passato. All’inizio è sempre difficile e non c’è cosa peggiore di non avere libertà su questi lati della propria vita così—importanti”
Harry spalanca gli occhi, poi arrossisce leggermente sulle guance ma cerca di nasconderlo. “G-grazie allora, suppongo”
“Di nulla, non ti farei mai una cosa del genere. Insomma è molto importante e –non sono proprio nessuno tantomeno per—“ “Sii qualcuno allora” Lo interrompe Harry, mentre gli occhi del giornalista si allargano e le guance si colorano un po’ “Nella mia vita” si affretta ad aggiungere “Un amico. Se vuoi. Essere mio amico”
“Certo, sicuro. Cioè—“ Louis si morde un labbro, cercando di nuovo le parole giuste “Mi farebbe piacere, alla fine abbiamo più o meno la stessa età e sembri molto simpatico, non tipo—un vip”
Harry sorride di nuovo, imbarazzato ma decisamente più sollevato.
“Forte” dice, allora “Stasera vado in un pub molto tranquillo con Niall, il mio migliore amico. Magari—magari ti va di venire? Puoi portare qualcuno, se vuoi”
“Sicuro” assicura l’altro, con un sorriso.
 
A quella serata al pub irlandese preferito di Niall ne segue un’altra, poi un’altra e un’altra ancora, fino a quando Harry, Niall, Louis, Zayn e Liam sono praticamente un gruppo fisso, con le proprie abitudini e la propria amicizia costruita giorno dopo giorno. Louis e Harry, in particolare, hanno avuto modo di conoscersi più a fondo negli ultimi tempi; e a Louis ancora sembra irreale che Harry Styles, proprio quell’Harry Styles, sia ora suo amico, che lo chiami con dei nomignoli e che abbia la possibilità di abbracciarlo o anche solo di parlarci quando voglia. Piuttosto surreale, già, ma Louis ama tutto ciò.
E’ un venerdì sera e Harry sta uscendo dal retro dalla palestra dove ha appena gareggiato, vincendo con un gran punteggio sull’avversario. Tutti sono felicissimi e non c’è nemmeno bisogno di dirlo, già sanno che questa sera festeggeranno in grande.
“Ecco il mio campione!” Lo chiama subito Louis, agitando un braccio in aria per poi stringerlo in un breve abbraccio. I riccioli morbidi e ancora un po’ bagnati per la doccia solleticano la guancia di Louis e Harry, nonostante sia più alto e muscoloso di lui, è un bambino tra le sue braccia; ama questa sensazione.
“Grazie ragazzi, ma non è stato nulla di speciale, insomma—“ “Ah!” lo blocca Niall “Non provare nemmeno a fare il finto modesto!”
“Niall ha ragione, Haz” rincara Zayn “Con quell’ultimo colpo fantastico l’hai steso in modo pauroso!”
Mentre iniziano a camminare, Louis butta un braccio intorno alle spalle di Harry, che lo stringe per un fianco in risposta “Sono d’accordo” il giornalista dice, guardandolo negli occhi “Anzi, se non sapessi che in realtà sei la versione umana di Bambi, forse avrei anche paura di te” lo prende in giro, ma sempre sorridendo.
“Se voi due consorti avete finito” li richiama Niall “Noi vorremo entrare al pub”
Harry arrossisce di nuovo e Louis scuote la testa perché, davvero, tutto questo è irreale.
 
Quando il pugile, ancora carico per l’incontro, aveva esclamato di voler festeggiare con un po’ di alcool, aggiungendo però subito dopo che lo avrebbe retto davvero poco, Louis non aveva pensato così poco.
Erano bastati un paio di cocktail e qualche shot per ridurlo in delle condizioni a dir poco—imbarazzanti.
In questo istante, infatti, Louis se ne stava seduto su una poltrona blu, una vodka melon in mano ancora a metà, e segue attentamente il riccio con lo sguardo.
Harry salta, balla, abbraccia chiunque e muove il bacino a tempo di chissà quale musica nella sua mente –di certo non quella che risuona nel locale. Si sta strusciando perfino addosso a Niall che lo asseconda, tenendo però le dovute distanze, e ride con lui; probabilmente – al contrario di Louis- è già abituato a queste scene.
“Amo tutti! Amo tutti voi!” Esclama Harry, salendo su una sedia e scoppiando a ridere “Niall!” urla poi, facendo girare il biondo “Amo anche te, ti amo Niall!” e ride ancora, mentre il suo migliore amico, sebbene ubriaco quasi quanto lui, riesce a farlo scendere dalla sedia e a spingerlo verso i divanetti, raccomandandogli di sedersi e riposarsi per un po’.
Dopo un paio di passi, però, Harry sembra riconoscerlo e “Louis!” lo chiama a gran voce “Loooooouuuuiiis!” e si getta di peso sulle sue gambe, facendo strabuzzare gli occhi al maggiore.
“Hey” risponde il giornalista, cercando di mantenere un tono di voce neutrale “Come va?”
“Benissimo!” esclama ancora, portando le sue mani grandi sulle guance rosse dell’altro “Bellissimo. No, aspetta” si ferma un attimo, pensieroso “Benissimo è come sto io. Bellissimo è come sei tu”
Le labbra rosee di Louis si aprono in una piccola ‘o’, le guance ancora più rosse –ma incolpa l’alcool per quello.
“C-che?” chiede, quasi senza voce, Louis. Harry sbatte le ciglia lunghe, guardandolo fisso negli occhi. “Sei bellissimo proprio, Lou. E sei dolce e gentile e così sexy” fa ancora una pausa, poi si avvicina fino a far toccare i loro nasi “Ti posso baciare?” chiede, diminuendo ancora le distanze. La vicinanza dei loro volti, Harry seduto sul suo bacino, il suo fiato che si infrange sulle labbra sottili dell’altro – il corpo di Louis reagisce a tutto ciò quasi senza che lui se ne accorga. Chi se ne accorge, infatti, è Harry.
“Oops” dice infatti all’improvviso, ridacchiando e gettando la testa all’indietro “Si è svegliato”
“C-che fai Harry, Haz non—“ ma le parole di Louis gli muoiono in gola nel momento in cui il riccio cambia posizione, sedendosi su di lui puntando le ginocchia al lato delle cosce di Louis, il suo sedere piccolo a premere sul cavallo dei pantaloni del maggiore.
“Haz –“ il sussurro di Louis è quasi un gemito, ma non riesce comunque a terminare la frase perché le mani di Harry sono subito sulle sue guance e le sue labbra rosse premute sulle sue.
Il bacio non è focoso o aggressivo come si aspettava, anzi, le labbra di Harry sono morbide, gentili, delicate sia quando si limitano a qualche piccolo bacio su quelle di Louis, sia quando si aprono per permettere ad entrambi di approfondire il bacio. Il maggiore in quel momento passa le mani tra i capelli del riccio e li tira leggermente, avvicinandolo – se possibile- ancora di più, mentre sente Harry mugolare di piacere e incontrare la sua lingua ancora e ancora.
Si separano dopo qualche secondo ancora, ma passa solo qualche istante prima che il pugile si avventi di nuovo sulle labbra dell’altro, lasciando qualche piccolo bacio sul labbro inferiore e sul volto in generale.
“Harry…” soffia Louis, accarezzandogli dolcemente la schiena, ancora a corto di fiato.
“Sono in paradiso” è il commento dell’altro, che lo fa ridacchiare.
“No Hazza, sei solo ubriaco” ridacchia, passandogli l’altra mano nei ricci scomposti “Domani già—“
“No domani niente!” Lo riprende, staccandosi dal suo petto e guardandolo ancora negli occhi “Sei così bello, bellissimo Louis...”
“Haz, tesoro—” “Mi ami?” gli chiede a bruciapelo, baciandolo ancora sulle labbra “Perché io non ti amo. Non ancora cioè. Però potrei. Perché sei bellissimo e—“
“Harry, stai delirando. Andiamo a casa, forza” Louis lo prende per una mano e lo aiuta a mettersi in piedi, ma ancora una volta Harry non perde l’occasione per gettargli le braccia al collo e baciarlo di nuovo.
“Ragazzi io e – oh, wow!” li interrompe Niall, facendo sgranare gli occhi a Louis, che prontamente “No Niall, guarda noi—“ “Nah,” lo frena il biondo, con un sorriso “Sono felice per voi. E tu Harry—“ lo richiama, come se stesse parlando ad un bambino, viste le sue condizioni “Sei contento che Louis sia il tuo ragazzo?”
Il maggiore sta per parlare ancora ma “Il mio ragazzo? Louis è il mio ragazzo?” lo interrompe ancora il più piccolo, con gli occhi di un bimbo il giorno di Natale dentro Hamleys “Oddio che bello, che bello!”
Niall si limita a dargli una pacca sulla spalla, lasciandoli soli, mentre Harry si spalma ancora di più di lui.
“Sei il mio ragazzo, Lou, che bello…” biascica, baciandogli ancora le guance.
Louis prende un bel respiro, cercando di ignorare la sensazione delle stupide farfalle nello stomaco che –davvero- pensava di aver abbandonato in terza superiore, e si ripete che Harry è ubriaco, che non deve dare così peso alle sue parole ma—tutto ciò è davvero difficile quando il ragazzo per cui hai una grande e imbarazzante cotta, ti stringe la mano e ti bacia ogni parte del viso che riesce a raggiungere.
 
Finiscono per dormire tutti a casa di Niall, alla fine, perché è quella più vicina al pub e quella con più posti letto, perfetta per ogni tipo di emergenza.
 
La mattina successiva Louis si sveglia con una fitta di dolore alla base della schiena e un profumo di pancakes sotto il naso. Apre piano gli occhi, mettendo a fuoco poco alla volta ciò che ha davanti e—okay, probabilmente sta ancora sognando, molto realisticamente ma sta sognando. Non è la prima volta, in fondo, che sogna un ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi, con indosso nulla se non un pantalone della tuta e un vassoio di legno tra le mani, pronto a servirgli la più dolce delle colazioni al letto. Louis, quindi, sbatte le palpebre una, due, anche tre volte, e quasi perde un battito quando si accorge che no, non sta sognando.
“H-Harry?” domanda, ancora intorpidito dalla dormita.
“Oh, buongiorno” fa l’altro, arrossendo un po’ “Questo è per te. Ti ho anche preparato il thè, senza zucchero e una goccia di latte, mh?”
“Oh, io non—non so che dire, Haz” risponde Louis, guardando tutte le cose che il ragazzo ha preparato per lui, e tirandosi a sedere per stare più comodo.
In un momento, però, sembra ricordarsi tutti gli avvenimenti della notte precedente; la vittoria, il pub, i drink, il bacio, Harry ubriaco marcio – Harry ubriaco marcio?
“Harry?” lo richiama “Mh?” “Tu non dovresti tipo—essere nel peggior dopo-sbronza di sempre?”
Il ragazzo sembra ricordarsi ora di quello che è un particolare tutto tranne che poco importante e abbassa lo sguardo, arrossendo ancora.
“Oh, sì, giusto—a proposito di ieri sera, ecco io—“  “Tu?” incalza il maggiore “Ho finto” annuncia il riccio, serio, per poi notare l’espressione sorpresa di Louis ed affrettarsi ad aggiungere “Oh no, non intendevo che –cioè non il bacio. Ho finto—l’ubriacatura”
“Cosa?!”  continua a chiedere Louis, sempre più confuso “Ma tu—hai bevuto davanti a me e Niall—“
“Sì, lo so, infatti ero ecco—ubriaco, ma io reggo benissimo l’alcool. Ti ho fatto credere il contrario per, mh—avere più possibilità? Cioè no, nel senso” Harry prende un grande respiro, trovando ora la forza di guardare il ragazzo negli occhi “Volevo baciarti praticamente da quando ci siamo conosciuti ma—avevo paura. Di un rifiuto o qualsiasi cosa. Con questa scusa invece mi avresti assecondato e—non ci sarei rimasto troppo male, nel caso tu mi avessi respinto”
E’ il discorso più lungo che abbia mai fatto e Louis ne è decisamente colpito, soprattutto se gli argomenti di quel discorso includono Louis, baciare e Harry.
“Harry—“ “Lo so, sono un coglione” Louis ridacchia, poi prende il vassoio di legno e lo sposta un po’ al lato, avendo così lo spazio per avvicinarsi al riccio “Sì, lo sei. Però—“ “Però?” “Però sono felice che tu l’abbia fatto” Gli occhi di Harry si illuminano come le luci di Oxford Street durante il periodo natalizio “Sì?” “Assolutamente sì” “E quindi mi baceresti anche ora? Senza luci da discoteca o alcool? Solo un letto puzzolente e dei pancakes quasi bruciacchiati?” Louis ride ancora, avvicinandosi al ragazzo e prendendo il suo viso tra le proprie mani piccole “Ti bacerei soprattutto ora, su un letto puzzolente e dei pancakes bruciacchiati”
“E allora baciami, stupido”
Louis lo fa.
 
 
Da quel giorno Louis e Harry sembrano non voler perdere nemmeno un minuto e trascorrono insieme tutto il tempo possibile, che tradotto in termini pratici vuol dire che Niall, Liam e Zayn tra poco andranno in giro un sacchetto per il vomito perché –davvero, hanno iniziato anche ad imboccarsi a vicenda quando vanno a mangiare qualcosa insieme.
Harry continua con la sua carriera di pugile più carico che mai, colleziona vittorie su vittorie e, quando non lo fa, sa già che troverà Louis ad aspettarlo con un bacio e la sua cena preferita pronta.
Louis, dopo il successo dell’intervista ad uno dei più famosi pugili over 30 del momento, ha avuto una promozione al lavoro e il suo capo gli ha addirittura dato un paio di pacche sulle spalla, per congratularsi con lui.
E Harry lo sa che non dovrebbe illudersi, ma è davvero difficile non farlo quando c’è Louis fuori dalla palestra dopo un allentamento pesante, Louis che gli rimbocca le coperte quando si addormenta davanti al divano, Louis che lo bacia solo tra le quattro mura di casa sua perché rispetta ogni decisione del più piccolo. Lo sa, lo ha sempre saputo, che per diversi motivi (tra cui anche la sua carriera sportiva) un coming out in quel momento sarebbe l’ultima cosa di cui ha bisogno. Il suo manager non ne è convinto e Harry non si sente pronto; è un silenzioso patto che, per ora, va bene a tutti quanti.
E’ un mercoledì mattina quando succede. L’articolo di Louis è stato pubblicato già da una settimana, aumentando le vendite della rivista e le visualizzazioni online, e ha già parlato con Cowell, il suo caporedattore, che si è complimentato più volte con lui. Per questo, quando riceve una chiamata dalla sua redazione, è un po’ sorpreso. “Sì?” risponde, la voce ancora un po’ assonnata “Louis, carissimo! Vieni subito qui, in fretta!”
Venti minuti dopo e un caffè nero che ancora non ha avuto il tempo di bere, Louis è davanti alla porta del suo ufficio, quando vede Cowell venirgli incontro “Louis!” lo chiama a gran voce, sorridendo “Louis caro, sei stato fantastico!”
Louis è sorpreso, in fondo negli ultimi tempi non ha fatto nulla di particolare ma risponde comunque con un sorriso e chiede, educatamente “Grazie signore, ma, precisamente –per cosa?”
“Oh Louis, vieni” dice, conducendolo verso il suo grande ufficio “E smettila di fare il modesto. Non appena si è sparsa la voce del materiale di cui eravamo in possesso, non immagini quanti giornali e tv show ci hanno fatto proposte da diversi zeri! E tutto questo grazie a te” lo indica, sorridendo in un modo che a Louis mette quasi i brividi “E alla tua piccola testolina!”
“La ringrazio ma—mi creda, continuo a non capire”
Cowell lo guarda stranito, ma decide di non indagare più di tanto “L’intervista di Harry Styles, ovviamente”
Louis si acciglia, improvvisamente più interessato “Ma non era già stata pubblicata una settimana fa?”
“Sì, infatti. Ma è stata una bella mossa quella di lasciare il materiale più bollente per l’ultimo, davvero ottima mossa. Comportarsi da amico, metterlo a suo agio—me lo aspettavo meno bambino quel pugile, mh? Ma ad ogni modo, non mi interessa. Il The Sun è già tra le edicole di tutto il mondo, il tuo stipendio si è duplicato almeno per cinque volte e—“
“Il The Sun--?” Louis chiede con un filo di voce, un’idea che si fa largo nella sua mente a poco a poco e che—no, non può essere così. No, no, no.
Nel momento in cui Louis prende il giornale che gli è stato posto dal suo capo, capisce di aver perso tutto.

 
Harry Styles e il coming out inaspettato
“Il mio ragazzo perfetto? Arriverà quando meno me lo aspetto”


 
 
“No, no, no, no – ti prego, ti prego rispondi” continua ad imprecare Louis al telefono, da almeno quindici minuti.
“Maledetta segreteria, vaffanculo, vaffanculo!”
Chiude l’ennesima chiamata rivolta al numero di Harry e sbuffa, passandosi le mani sugli occhi chiusi, ancora stanco e sull’orlo di piangere.
Un paio di secondi dopo il telefono vibra tra le sue mani e Louis si illumina, pensando che –finalmente- possa parlare con Harry. La notifica, però, segna l’arrivo di un messaggio.
Da: Nialler
Smettila di chiamare, peggiori solo le cose. Lascialo stare.
Gli occhi di Louis si riempiono di lacrime, mentre digita freneticamente le lettere sul suo smartphone una dopo l’altra
A: Nialler
Devi credermi, non è colpa mia. Non gli avrei mai fatto una cosa del genere. Devo spiegargli, devo. Ti prego.
Ma non riceve risposta e, dopo aver pianto ancora, torna a casa con gli occhi rossi e decide di addormentarsi; spera solo che, al suo risveglio, questo sia tutto un incubo. Purtroppo, non è così.
Passa una settimana, una settimana in cui le chiamate effettuate al numero di Harry sono 145 e quelle in cui ha ottenuto una risposta che non provenisse dalla segreteria sono 0; cerca in ogni modo di contattarlo, va addirittura a casa sua un paio di volte, ma Harry è sempre in palestra e spesso ci rimane fino a notte, usando un’uscita che evidentemente Louis non conosce.
E’ di nuovo venerdì sera quando Louis decide (o meglio, Liam e Zayn, che lo recuperano nel suo appartamento sommerso da cartacce e bottiglie di birra vuote, decidono) che è il momento di cambiare la situazione.
 
E’ probabilmente la cosa più ridicola che abbia mai fatto ma se questo serve a riprendersi Harry, allora è disposto a farla anche cento volte. E’ vestito da –Babbo Natale. Barba finta e bianca, un vestito rosso e dei cuscini tenuti fermi da una cinta in pelle nera. E’ irriconoscibile, a meno che non lo si guardi da meno di 50cm di distanza, per questo quando suona al campanello di casa Styles, sa per certo che Harry non si rifiuterà di aprirgli a prescindere. “Chi è?” Sono le prime parole che sente dire dalla voce, ora un po’ metallica, di Harry “Babbo Natale!” risponde convinto, camuffando la sua voce “Faccio parte di un’organizzazione per il volontariato, e sa, a Natale siamo tutti più buoni quindi—“ “Oh” lo interrompe Harry “Certo, certo, le apro subito!” risponde entusiasta, mentre Louis sente un click metallico che gli permette di entrare nel piccolo cortile.
Bello, bravo ed altruista, pensa Louis con lo sguardo sognante, mentre si ripete a mente il suo piano.
Fa qualche passo nel vialetto che precede i tre gradini per entrare a casa Styles, quando la grande porta in legno si apre e mostra il suo proprietario in tutta la sua bellezza. E’ in tenuta da casa, indossa una tuta grigio scuro molto morbida e un beanie blu dal quale, comunque, fuoriesce qualche boccolo. E’ bellissimo e Louis deve mordersi un labbro per non piangere quasi dalla gioia di rivederlo, finalmente.
Li separano più o meno due metri quando “Allora, di che volontariato ti occupi?” chiede il riccio con un sorriso. Louis sorride a sua volta, facendo qualche passo in più e “Di cuori spezzati” risponde, mentre vede l’espressione di Harry cambiare radicalmente.
“L-Louis—“ “Ti prego fammi spiegare, ti prego solo questo” Harry lo scruta a fondo, mentre prende un bel respiro e sembra valutare la situazione. Louis prende il suo silenzio per un cenno affermativo.
“Lo sai che ti avevo promesso che non avrei detto una parola, no? E l’ho fatto” comincia, facendo un passo in più, togliendosi cappello e barba finta “Ma non ho tenuto in conto il fatto che tutto il materiale che utilizziamo per lavoro, finisce comunque nelle mani del mio capo. Ma di solito lui non ri-ascolta mai le registrazioni o altro solo che—forse essendo il mio primo incarico voleva controllare o-o—non lo so. E quella mattina mi ha chiamato dicendo di aver venduto tutto al The Sun e –“ si accorge delle lacrime silenziose sulle sue guance solo quando sente il pollice di Harry accarezzargli dolcemente il viso.
Poggia una mano sulla sua, stringendola “Ti assicuro, ti assicuro che non avrei mai e poi mai fatto una cosa del genere, mai. Io ti—“ si blocca un attimo, guardandolo negli occhi “Io ci tengo tantissimo a te, Haz”
Harry, che fino a quel momento non ha staccato gli occhi severi dai suoi nemmeno per un attimo, gli sorride dolcemente “Ti credo” afferma alla fine.
“Mi credi? Davvero?” Il volto di Louis si illumina, sorridendo a trentadue denti.
“Ti credo” afferma di nuovo “Anzi, ti credo ma voglio che mi baci comunque per esserne ancora più—“
E Louis lo bacia, gettandogli le braccia al collo e alzandosi sulle punte, spalmandosi su di lui quanto possibile lo renda la presenza della pancia finta che nasconde sotto il vestito. Assaggia le sue labbra dopo 10 giorni che sono sembrati infiniti, inclina leggermente la testa per rendere l’accesso più semplice e approfondire un bacio che entrambi stavano aspettando con la stessa passione.
“Amore…” Sussurra Louis sulle sue labbra, baciandolo poi ancora e ancora.
“Come?” chiede Harry, sorpreso, allontanando un po’ i loro volti ma mantenendo comunque le braccia allacciate dietro la schiena del ragazzo.
“Amore” ripete Louis, sorridendo “Sei” un bacio “il” un altro, sul labbro inferiore “mio” un altro ancora “e sottolineo mio” un altro, più prolungato, seguito da un bel respiro “amore” conclude, circondando il suo volto con le mani e baciandolo ancora, facendo intrecciare le loro lingue e stringendosi sempre più vicini, desiderosi e bisognosi l’uno del calore dell’altro.
“Sto. Per. Vomitare!” annuncia Niall, entrando in casa con due buste della spesa in mano, facendoli separare, ma comunque con le mani intrecciate.
“Ciao Niall” lo saluta Louis, mentre Harry affonda il naso nella guancia morbida del finalmente di nuovo suo ragazzo.
“Il lato positivo di tutto questo è che la lingua di Harry sarà impiegata a fare altro e non a mangiare kili di dolci come ha fatto questi giorni”
“Niall!” lo riprende Harry, mentre –stringendo la mano di Louis- entrano tutti e tre dentro casa, ridendo.
“Che vuoi” è la risposta dell’irlandese, già in cucina a sistemare la spesa negli scaffali, mentre Louis e Harry si lasciano cadere sul divano in soggiorno.
“Dobbiamo recuperare tanto tempo” Annuncia Louis, avvicinandosi al volto del ragazzo e togliendosi –finalmente- la pancia finta “Tanto tempo” concorda Harry, stendendosi e permettendo all’altro di fare lo stesso accanto a lui.
“E allora baciami, stupido”
Harry lo fa.
 
  
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