Fanfic su artisti musicali > Green Day
Segui la storia  |       
Autore: robertamichelle    25/12/2014    1 recensioni
[Video musicale ]Michelle è una ragazza di appena 16 anni. Eppure è destinata ad essere la nuova eletta, la nuova ribelle per guidare la rivoluzione contro il regime totalitario che si è impadronito di Suburbia.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christian, Gloria, Jesus of Suburbia, St. Jimmy, Whatsername
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La Ford Mustang nera riparte a tutta velocità, prima che le due giovani guardie potessero avvicinarsi a me. Appena usciamo da quella radura, le luci della città riprendono a splendere, come stelle cadute dal cielo che si sono perse sulla strada.
E allora lo vedo.
 Finalmente riesco a vedere il viso del conducente dell'auto.
Non lo conosco, eppure potrei giurare di averlo già visto da qualche parte. Deve avere circa 22 anni. Ha i capelli neri, tirati su con il gel a formare una specie di cresta. La sua pelle è pallida, bianca come la luna. I suoi occhi sono di color verde chiaro, marcati da una pesante linea di matita nera. Indossa una t-shirt a giromanica e jeans, entrambi neri, e al braccio ha un bracciale borchiato. Sul collo, un grande tatuaggio.
Non c'è che dire: è davvero un bel ragazzo, anche se a prima vista non sembrerebbe un tipo di cui fidarsi. Mi sembra così freddo, indifferente a tutto ciò che lo circonda. E l'ho appena conosciuto...
"E così sei tu, la famosa Remedios.", dice all'improvviso interrompendo il silenzio con la sua voce tagliente come una lama e totalmente inespressiva.
Non rispondo.
"Ho sentito molto parlare di te. La nuova ribelle di Suburbia."
Appena nomina la parola "Suburbia", ricordo tutto: ecco dove lo avevo visto. A casa di Kyle, tra gli appunti dell'esercito ribelle c'era il manifesto con la sua taglia e il suo nome. St Jimmy, ormai conosciuto come "The Jesus Of Suburbia".
"Ma certo. St Jimmy, The Jesus Of Suburbia. Ecco chi sei. Quindi Kyle ti ha parlato di me...Ho capito... Sei tu quello che doveva trasferirmi in un posto sicuro, giusto?"
"Finalmente ci sei arrivata. Ti facevo più intelligente", continua lui, sempre senza mostrare emozione alcuna.
"Come mi hai trovata?"
"Sono andato dove Kyle mi ha detto, e non ci ho trovato nessuno."
Per un attimo il mio cuore fa un salto: questo vuol dire che Jorge era vivo, e che era scappato.
"Le uniche strade che avresti potuto prendere erano questa e una piccolissima scorciatoia che si trova tra gli alberi su retro della casa, ma è troppo buio, non saresti mai riuscita a vederla."
La voce di Jimmy mi riporta alla realtà. Mi accorgo di non avere più voglia di parlare nè di sentire nulla, ho solo tanto sonno e tanto dolore a diverse parti del corpo. E mi accorgo anche che l'arrivo di Jimmy significava continuara la lotta, la vita di stenti e sacrifici a cui proprio 10 minuti fa avevo deciso di rinunciare. Mi sento insofferente, arrabbiata.
"La casa era totalmente sottosopra. E a giudicare dalle tue ferite, direi che ti avevano trovata."
"Si."
"Chi è stato?"
"Senti, non ho voglia di parlare ora.. Io...voglio solo dormire."
"Che c'è, non sai reggere un po' di stanchezza?" è davvero sgarbato, spietato, non sembra interessargli nulla delle mie ferite e delle mie emozioni.
"Stanchezza?!?" uso le poche forze che ancora ho a disposizione per urlargli contro. "Credi che questa sia solo stanchezza?!? Guardami, brutto stronzo! Sono ridotta male, sono ferita, mi sono trascinata giù per questa strada senza sapere neanche come facevo a muovere le gambe...e tu mi parli di stanchezza. E non pensare che il tuo arrivo abbia cambiato qualcosa: io non voglio fare quella vita."
Non risponde.
"STO PARLANDO CON TE!"
"Io non parlo con una vigliacca che voleva consegnarsi al regime."
"NON SONO UNA VIGLIACCA!" la rabbia si sta impossessando totalmente di me. Cosa ne sa lui di tutto quello che ho passato?
"Sai, penso che Kyle ti abbia sopravvalutato. Mi aveva detto che eri come tua madre...Ma evidentemente si sbagliava. Sei una mocciosa."
Ne ho abbastanza. Le mie mani si dirigono automaticamente verso la pistola, e con un gesto chiaro e deciso la punto alla sua tempia.
Jimmy frena improvvisamente, eppure non sembra preoccupato nè spaventato.
"Avanti, piccola. Premi il grilletto, vediamo se hai le palle" dice sorridendo, sardonico.
"Ascoltami bene: non provare mai più a nominare mia madre. MAI. Hai capito? Io non volevo consegnarmi per paura. Ero solo distrutta, senza speranza. Avrò diritto anche io ad essere felice, o no? E poi non fare l'ipocrita: non dirmi che tu non hai mai pensato di scappare e lasciare Suburbia al suo destino, perchè non ti crederei. Alla fine, sei un essere umano anche tu, Jesus Of Suburbia. E gli esseri umani sono egoisti, cercano la gioia, il piacere, la ricchezza."
"No, ti sbagli", sussurra lui. "Io non sono un essere umano. Io sono un dannato, un dannato nella città dei dannati. Questo è il mio squallido destino. Però hai ragione: l'ho pensato anche io tempo fa, di mandare tutto a puttane e scappare via. Ma non l'ho mai fatto, non ci ho nemmeno mai provato."
"Questo non ti rende migliore di me, forse eri tu a non avere il coraggio di ammettere di essere umano."
"O magari sei tu a non avere il coraggio di ammettere di essere una dannata, una ribelle, proprio come me? Ormai il tuo destino è questo, arrenditi."
Silenzio.
So che aveva ragione. In fondo l'ho sempre saputo. Ormai il mio destino era segnato. Non potevo tornare indietro, quella di combattere era stata una mia scelta. E quando si diventa grandi, bisogna assumersi la responsabiità di ciò che si sceglie: la vita non è un film su cassetta, non si può tornare indietro e  tagliare il nastro di ciò che non ci piace, nè si può andare avanti fino alla fine per saltare i brutti momenti. Nella vita, si può solo premere "play" e godersi lo spettacolo. Anche se non è sempre quello che ci si aspetta. E poi, come ho potuto dimenticarmi dei miei genitori? Loro sono morti per me, per darmi un futuro migliore. E io non voglio che il loro sacrificio sia vano. L'artefice del mio destino, del mio futuro migliore, sono io.
Abbasso lentamente la pistola. Jimmy mi fissa ancora per qualche secondo, i suoi occhi verdi,con la solita espressione indecifrabile, nei miei.
Poi si gira, rimette in moto la macchina e ripartiamo.
"Dimmi dove andiamo, Jimmy."
"A casa mia".
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: robertamichelle