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Autore: Tony Stark    25/12/2014    3 recensioni
Dopo la "Battaglia di Racoon City" si credeva che tutto fosse finito che l'orrore fosse scomparso, ma ora a cinque anni di distanza, l'incubo sta tornando e vuole vendetta.
(Per capire questa storia è strettamente necessario aver letto You are Infected)
Genere: Angst, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Redfield, Claire Redfield, Leon Scott Kennedy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You are Infected Series'
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  You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

            Capitolo 7: Un apocalisse da sventare e un incubo da eliminare

Era rimasto a fissarlo come se fosse un allucinazione o un apparizione divina, sembrava un sogno, Wesker era morto, eppure era lì davanti ai suoi occhi. Se Chris fosse stato umano avrebbe sicuramente pensato ad un sogno, ma ora che sapeva che niente avrebbe potuto alterare le sue percezioni era certo che quello fosse reale, Albert era davvero lì difronte a lui. Si avvicinava a Wesker lentamente, quasi avesse il terrore che sparisse e poi sentì qualcosa attraverso quel loro legame che si stava rinsaldando, ma era una sensazione di freddo assoluto. Si allontanò come una belva spaventata dal fuoco, non gli piaceva quella sensazione, voleva dire che Wesker non provava alcun emozione verso di lui, niente che non fosse quella sua curiosità scientifica.
-Incrocio fra la Mission Street e la Racoon Street, Racoon City
Fidarsi di quegli uomini che indossavano la divisa della U.B.C.S. era stato difficile, poco sembrava importare il fatto che fossero tutti ex-mercenari della U.B.C.S. I loro nomi erano: Carlos Oliveira, Ace Portman, Andrei Dots e Miguel Gonzalo. I quattro ex-mercenari della U.B.C.S. erano degli ottimi alleati in quel momento e in tutto quel casino che era diventata la città, i sette sentirono un urlo femminile provenire da qualche parte non molto lontano da loro, Carlos riconosciuto il luogo da cui proveniva quel urlo prese a correre verso quel punto, allontanandosi dai sei
<< Carlos! Aspetta! Carlos… >> gridò uno dei tre ex-mercenari, senza che Oliveira lo ascoltasse puntato com’era nel suo obiettivo di salvare quella donna chiunque ella fosse. I suoi compagni, con i tre agenti della G.A.A.B, lo raggiunsero qualche istante dopo, lui si era già liberato dei Crimson che avevano attaccato la donna ma per lei non aveva potuto fare niente e aveva dovuto spararle visto che si era già trasformata, quella nuova versione del virus T era estremamente rapida nel reagire. Racoon City era tornata l’inferno che era stata per tredici anni, un inferno fatto di mostri e creature, di parenti e amici trasformati in non-morti affamati di carne umana.
-R.P.D., Racoon City
Sbloccare il passaggio segreto nell’ufficio di Irons fu abbastanza difficile, visto che non era stato usato per molto tempo e che molti dei componenti per sbloccare la serratura ad emblemi erano stipati assieme a molte altre cose all’interno dello stesso ufficio, l’emblema-pietra dell’aquila, quello del serpente e quello del giaguaro. Un pannello del muro bordò chiaro si scostò sparendo nella parete con un leggero rumore semi-metallico, mostrando un lungo tunnel che pareva scendere fino alle profondità della terra, un forte puzzo di muffa si espanse nel piccolo ufficio una volta aperto il passaggio, le cui pareti di cemento erano rese viscide da una moltitudine di specie di muffe che vi crescevano sopra così come il pavimento dello stesso passaggio. Leon-che si era ripreso abbastanza velocemente, forse troppo in fretta- e Claire erano già sul posto, mentre Jensen era ancora in infermeria per recuperare tutti i rifornimenti medici necessari. Jensen stava percorrendo il corridoio che l’avrebbe condotto all’ufficio di Irons abbastanza in fretta, quando una finestra venne sfondata da una creatura la stessa che l’aveva attaccato al laboratorio di Marcus. Il grosso muso da pulce era più schiacciato, le placche di chitina che lo rivestivano erano crepate in più punti ma si erano risaldate, la belva lanciò un ringhio, un orribile mostruoso ringhio prima di iniziare a strisciare verso di lui velocemente, così in fretta che sembrava impossibile strisciasse, dietro di se lasciava una scia di bava di un colore verde acido. Jensen gli sparò contro qualche colpo con la sua 9mm, la creatura subì i colpi senza rallentare, nemmeno un lieve lamento sfuggì dalle tenaglie serrate della belva. Il ragazzo si voltò correndo lontano dal MA-563 che mosse rapidamente la grande coda aculeata, dandosi una spinta in avanti e tendendo le lunghe braccia riuscì ad afferrare Jensen per le spalle
“009873-BOWMA563-Status: _Active-Order: _Infects_ the_ agents_ Jensen _Williams_ and _Rebecca Chambers_” era l’ordine dell’MA-563, Jensen tentava di sfuggire alla presa della creatura ma quella era così ferrea che era impossibile allentarla, il MA-563 non lo lasciava e lo tirava sempre più verso di sé.
-UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Chris ringhiò contro Wesker, contro l’uomo che amava. Gli nascondeva qualcosa e lui non si sarebbe fatto ingannare, non era un’idiota e se Albert credeva di poterlo ingannare dopo essere morto davanti ai suoi occhi, beh si sbagliava di grosso. Albert ghignò leggermente, Chris si era fatto più furbo di quanto ricordasse e lui si era stancato di fingere di amarlo, gli era bastato quello che aveva dovuto fare per il progetto- fallito- del Dottor John Scott Wesker. Lui e Will volevano liberarsi di Chris e lui non aveva bisogno che lo seguisse volontariamente.
<< Come hai potuto ingannarmi? Perché hai finto di amarmi? >> disse il moro con un tono basso, cupo come il rombare lontano di un tuono, l’intonazione interrogativa quasi assente, gli occhi rosso fuoco che ardevano di rabbia eppure non attaccava, non si lasciava controllare dalle sue emozioni. Il caro ed emotivo Christopher era cambiato, diventando più freddo e spietato, un vero Tyrant, Albert era quasi orgoglioso del soggetto 401 peccato che fosse un tale fallimento in molti altri campi. Improvvisamente il moro cominciò a ridacchiare
<< Sai Wes, c’è una cosa che tu non sai di me, io non sono mai da solo. >> disse, mentre un sorrisetto gli si formava sul viso << Ragazzi, potete uscire allo scoperto >> aggiunse poi, otto figure comparvero come ombre accanto a Chris, quattro per lato, quasi un ordinato schieramento di soldati silenti e tutti e otto erano Tyrant. Albert si era spesso trovato a scontrarsi con più di un nemico ma essi di solito erano umani o creature con una mente degradata dal virus, ma mai con più di un Tyrant. Chris ghignò imitato dai suoi otto Tyrant perfetti.
-Corridoio superiore dell’R.P.D., Racoon City
Gli altri erano già entrati nel passaggio dell’ufficio di Irons, ma lui era tornato in dietro alla ricerca di Jensen, lui non se ne sarebbe andato lasciandolo solo in quell’edificio anche a costo di saltare in aria assieme alla città di Racoon City. Il corridoio dell’infermeria era costellato di macchie di sangue nero come il petrolio, nella chiazza più grande era adagiata una carcassa chitinosa che Piers riconobbe essere quella della creatura che li aveva inseguiti nel laboratorio di Marcus, che fine aveva fatto Jensen? L’aveva trovato alla fine, la divisa della G.A.A.B. era macchiata dal sangue nero della creatura, e lui era immobile, il coltello da combattimento dalla lama intrisa di sangue infetto stretto nella mano sinistra mentre sulla destra era ben visibile un taglio che segnava trasversalmente il palmo, e la cosa che peggiorava il tutto era che il sangue di Jensen era mescolato con quello nero della creatura. Ecco perché non era tornato dagli altri, forse era stato infettato o forse lui pensava di esserlo
<< Jensen >> lo chiamò piano, per non allarmarlo. Lui si voltò verso Piers, aveva uno sguardo terrorizzato e incredulo
<< V-Vattene >> gli disse, poco convinto, e la sua voce era poco più di un sussurro.
<< Non se tu non sei con me >> gli disse Piers, puntando il suo sguardo di smeraldo in quello castano di Jensen.
-Racoon City
Gli zombie e le creature di Racoon andavano a radunarsi in grandi mandrie attorno a delle creature simili agli Shrieker, degli zombie che presentavano una sacca cutanea rossastra tra il mento e il petto, che lanciavano terribili urla che attiravano tutti gli infetti nelle vicinanze. Per gli agenti G.A.A.B. e per i quattro mercenari questa era un ottima notizia, eliminando gli Shrieker avrebbero eliminato anche tutte le altre creature, ripulendo la città rapidamente, così Rachel avrebbe potuto dire di annullare l’ordine di lancio della testata nucleare. Il pad dei tre agenti squillò e loro li presero, il viso, già naturalmente, pallido e preoccupato di Conan era sullo schermo
<< Abbiamo dovuto attivare le procedure di lancio avete tre minuti, prima che il lancio sia inevitabile >> disse
<< Non potete distruggere l’intera città, uccidereste anche i sopravvissuti >> contesto Rachel la sua fastidiosa e acuta voce era ancora più acuta. Conan non rispose e dopo un “fate tutto il possibile” chiuse la comunicazione. Uno degli Shrieker più vicini ai sette si preparò a lanciare il suo urlo stordente, ma Carlos lo colpì alla gola- facendo così esplodere la sacca cutanea- e l’urlo che la creatura lanciò fece esplodere la testa di tutti i mostri che erano stati richiamati dalla creatura. Gli altri Shrieker erano invece già pronti, a stordirli con le loro terribili urla. Tutti e tre vennero però terminati da qualcuno, ma chi? Uccidendo tutte le creature che si erano radunate intorno a loro, tranne alcuni esseri che sembravano un incrocio fra un gorilla e un orso e altre che sembravano degli Strelats alati.
<< Credevo di avervi addestrato meglio >> sentirono una voce alle loro spalle, i quattro mercenari ex-UBCS riconobbero immediatamente quella voce, il Sergente Ginovaef
<< Sergente Ginovaef? >> disse Ace Portman, secondo i file Nicholai Ginovaef era morto a Sheena Island.
- UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Il gruppo di Tyrant che seguiva Chris era andato rimpicciolendosi, non perché lui fosse riuscito a sconfiggerli ma perché Chris li aveva allontanati tramite ordini, seguiva un ordine ben preciso che però rimaneva sconosciuto a Wesker. E alla fine erano rimasti solo loro due, di nuovo come prima che gli presentasse la sua Famiglia1 come lui li aveva definiti. Chris gli lanciò uno sguardo di sfida
<< E’ l’ora di farla finita, Albert >> ringhiò, si muoveva apparendo e sparendo fra le ombre e i suoi tentacoli si agitavano protendendosi dall’ombra come lunghi serpenti d’ombra che tentavano di afferrarti e trascinarti nel buio dell’oblio. Nel frattempo nella sala centrale del laboratorio William Birkin, stava completando la sintetizzazione del neurobloccante, Albert doveva solo distrarre il Redfield per qualche altro minuto.
-Passaggio segreto, sistema fognario di Racoon City
Mentre passavano accanto al canale di scolo centrale, Brad rischiò di scivolare a causa della viscosità del pavimento ma venne rapidamente afferrato da Brandon
<< E questa è la seconda fratellone, la terza mi sa che potrai farti una bella nuotata >> disse ridacchiando leggermente, un po’ per spezzare la tensione che aleggiava nell’aria un po’ perché a pensarci era davvero divertente. Due figure nel frattempo si avvicinavano al gruppo e quelle due figure erano Jensen Williams e Piers Nivans, Piers era riuscito a convincerlo a seguirlo. Mentre i due si riunivano al gruppo, un enorme alligatore-? - riemerse dall’acqua putrida, spalancando la lunga bocca per emettere un ponderoso ruggito il cui suono rimbalzò fra le pareti e la volta ad arco. Claire si voltò verso Kevin
<< Kevin, tu e Mavin portate via i sopravvissuti >> ordinò, i due ufficiali dell’R.P.D. riuscirono con successo a far allontanare i sopravvissuti dalla zona portandoli ad una “distanza di sicurezza” dal combattimento. I proiettili rimbalzavano sulla spessa corazza del rettile, costringendo i tredici ad indietreggiare, mentre le fauci della belva si serravano di scatto come una tagliola e Brandon riuscì ad evitare di essere catturato nella morsa letale per un pelo, ma nel risalire sulle sponde del canale, forse a causa del muschio, forse a causa dell’acqua normalmente stagna che veniva rimescolata e agitata dai movimenti dell’alligatore, Brandon perse la presa cadendo nuovamente nel canale proprio davanti alla linea d’avanzamento del grosso rettile, il fondale fangoso del canale lo aveva catturato impedendogli ogni possibile movimento per liberarsi e nel tentare di farlo s’agitava nell’acqua come un natante alle prime armi, mentre Brad correva verso il fratello seguito da Claire e Leon che volevano aiutare Brad a salvare suo fratello e le letali fauci dell’alligatore sempre più vicine. Leon e Brad tentavano di liberare Brandon dal fondale fangoso che in quel momento agiva come delle sabbie mobili, Claire faceva rallentare l’avanzamento della creatura sparando nelle sue fauci
<< Brandon, calmati! Se continui ad agitarti così non potremo mai fare niente! >> gli urlò Brad per convincerlo a collaborare invece di farsi prendere dal panico, gli altri nove sparavano anch’essi contro la creatura le cui grandi mascelle erano pronte a scattare a serrarsi come una trappola per orsi attorno al corpo dell’agente G.A.A.B. per poi dilaniarlo
<< Ci siamo quasi fratellino…Ora Leon! >> aveva detto e sia lui che Leon avevano tirato via Brandon dall’acqua, anche se senza l’aiuto del diretto interessato che oltre ad essersi calmato aveva sfruttato il fatto di essere immerso fino al collo nell’acqua, di scolo ma pur sempre acqua, non ci sarebbero mai riusciti. Beltway lanciò una granata a frammentazione contro la creatura che istintivamente vi serrò i denti contro facendola esplodere assieme alla sua testa, o meglio i frammenti ossei scaturiti dalla frammentazione della mascella uniti a quelli metallici della granata si erano piantati nel cranio corazzato della belva uccidendola. Una chiazza di sangue s’allargò nell’acqua verdina, mentre il corpo dell’alligatore s’inabissava per l’ultima volta.
-Racoon City
Nicholai aveva salvato la sua squadra, gli agenti G.A.A.B. che aveva salvato erano un effetto collaterale, li aveva salvati perché Chris voleva riunire i migliori agenti Umbrella sotto il suo comando e la sua squadra era la migliore anche più delle squadre USS
<< Oliveira, Portman, Dots e Gonzalo seguitemi! >> ordinò il Sergente, quando i tre agenti G.A.A.B. si allontanarono per mettersi in contatto con il loro QG. I quattro nonostante fossero abbastanza attratti dall’idea di ignorare l’ordine del loro superiore, sapevano che era meglio non mettersi contro Nicholai Ginovaef e quindi lo seguirono quando lui prese ad allontanarsi. Nel frattempo i tre agenti, informavano i QG della situazione
<< Annullate il lancio della testata nucleare. Ma dovete bombardare l’ospedale, è l’unico posto che non possiamo ripulire del tutto >> disse Raymond. Uno di quegli Strelats volanti, planò fino ad arrivare difronte a loro, le ali erano lembi di pelle tesa su aculei ricurvi, la testa dello Strelats era più piccola del normale e seguendo un profilo liscio dalla nuca al muso finiva con un becco osseo. I colori di quella creatura erano quelli della terra, un leggero color terra di Siena sulle ali e un marroncino più scuro nel resto del corpo, alcune chiare macchie verdastre che parevano simulare il muschio si vedevano in tutto il corpo come le chiazze di un leopardo, una lunga coda spinosa sferzava l’aria, le quattro zampe erano munite di artigli neri opachi, la creatura spiccò un balzo cominciando a sbattere le ali provocando forti sferzate di vento. Tentò di decapitarli con la grossa coda spinata, ma che fine avevano fatto gli ex-mercenari della UBCS? I tre agenti non li vedevano da nessuna parte, quei codardi se l’erano svignata appena avevano trovato l’occasione. Fortunatamente escludendo il fatto che sapesse volare come un drago, quello Strelats era fragile come lo era nella sua versione terrestre, ai tre bastò infatti evitare i colpi dello Strelats e sparargli contro un paio di volte perché la creatura diventasse cenere senza mai toccare il suolo una seconda volta. I tre ripresero il loro viaggio verso l’R.P.D., non sapendo che i Primi Tredici e i sopravvissuti si stavano dirigendo verso di loro.
-UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Chris tirò un artigliata contro Wesker che la schivò con agilità per poi contrattaccare utilizzando la stessa forza di Chris contro di lui. Era come lo scontrarsi di due semidei, la loro forza si eguagliava così come la loro velocità e la loro agilità, era tutta una questione dell’affondo finale come nella scherma. I loro scontri erano sempre sembrati una danza, una danza oscura e coinvolgente fatta di odio e rancore, fatta di rabbia esplosa in un unico colpo e di fredda logica, di sguardi e battutine saccenti. Un intricata coreografia, che portava allo scontro anche dell’anima, una coreografia così complessa che non sarebbero bastati milioni di copioni per descriverne ogni movimento. Chris aveva evitato un paio dei colpi di Wesker, prima di ricominciare a contrattaccare, il moro vide un Albert rivolgergli un sorrisetto canzonatorio prima che un lampo di luce biancastra lo accecasse, una granata Flash bang,
<< Codardo! >> aveva gridato il Redfield, non conscio che Wesker non era più nella sala. Albert nel frattempo aveva già raggiunto la sala centrale del laboratorio, dove si trovava Will. E dal server centrale aveva tolto l’energia a tutte le zone limitrofe alla sala centrale. Lasciando l’intero laboratorio al buio, e liberando le eventuali creature ancora in criostasi.
-Racoon City
Era stata una fortuna quella di incontrare i Primi Tredici, che erano appena risaliti in superfice, prima di arrivare fin all’R.P.D., i tre agenti G.A.A.B. avevano riferito l’informazione che la nuclearizzazione di Racoon City era stata annullata e li avevano dovuti informare che il General Hospital di Racoon City era stato distrutto, o meglio che lo sarebbe stato molto presto, da alcune testate esplosive. Non avevano eliminato tutti gli zombie era ovvio, era impossibile eliminare quasi un milione di individui in così poco tempo ma grazie gli Shrieker probabilmente un paio di migliaia erano stati eliminati.
<< Noi ci occuperemo di fare evacuare i restanti sopravvissuti, Redfield. Tu e Leon potrete così occuparvi della questione “Chris” >> disse Nicolas Krauser. Claire si trovò ad annuire completamente d’accordo con l’uomo. Per avere un ampio raggio d’esplorazione la squadra si divise in squadre più piccole, mentre Kevin, Mavin e Raymond portavano i sopravvissuti al sicuro, ovvero lontano da Racoon City in una cittadina ad una quarantina di chilometri di distanza da Racoon City, non era molto lontana ma abbastanza perché non si trovassero più nella zona di Biohazard. Barry e Rebecca andarono nella zona del Racoon Daily Press, Jensen e Piers nella zona del magazzino e del rifornimento di benzina Stagla, Nicolas e Lorelai controllarono la zona della Torre dell’orologio St. Michael e dintorni, Beltway e Vector della zona dell’R.P.D. e dintorni, HUNK avrebbe cercato possibili sopravvissuti nella zona del Kendo’s Gun Shop, Parker e Rachel nelle zone degli appartamenti della Kiss Street e i due fratelli Vikers nella zona degli appartamenti dell’Euston Street vicino allo zoo di Racoon City.
-Dintorni del Racoon Daily Press, Racoon City
Alcuni zombie solitari caracollavano per le strade, arrancando sull’asfalto macchiato di sangue. Sentito il loro odore molti di quelli si voltavano verso di loro, tendendo le braccia, insanguinate, e incespicando con passi barcollanti, gli occhi vitrei e lattiginosi fissi verso di loro. Però i due continuarono ad avanzare spediti verso il loro obiettivo ovvero il Racoon Daily Press, mentre alle loro spalle cominciava a formarsi un gruppo di non-morti un tempo abitanti di Racoon City. Per fortuna di Barry, sua moglie, Poli e Moira erano nella città di Tall Oaks e quindi molto lontane da Racoon City. Erano appena entrati nell’edificio, e vennero accolti da un piccolo gruppo di zombie, riuscirono però ad eliminarli abbastanza in fretta, i due si divisero, Rebecca al piano superiore e Barry avrebbe cercato i sopravvissuti al piano inferiore. Gli spazi nei corridoi e negli uffici erano abbastanza angusti ed era difficile evitare gli zombie, ma con un poco di fatica ci riuscì, non trovò alcun sopravvissuto in nessuno dei primi tre uffici che a dirla tutta sembravano la rappresentazione materiale del caos, fogli di carta sparsi ovunque sia sulle scrivanie che sul pavimento, le scrivanie scostate violentemente, per creare barricate contro gli zombie, che formavano a volte veri e propri muri in diagonale, e delle lunghe scie di sangue percorrevano le pareti in corrispondenza degli sbocchi dei condotti d’aerazione, Liker? In molti degli uffici non vi era l’ombra di un anima viva, solo creature non-morte o proprio il nulla. Sentì uno sparo provenire da una delle stanze che non aveva ancora controllato, si diresse correndo verso quella direzione schivando un paio di zombie a cui era meglio non sparare per questione di munizioni, una donna aveva sparato ad uno zombie un colpo alla testa forse casuale, la donna aveva dei corti capelli biondicci e gli occhi azzurri portava un leggero trucco sul viso, indossava un tailleur rosso scuro e un orologio argentato al polso destro e appuntato sulla giacca del tailleur stava un tesserino giallo con il numero 813, Alyssa Ashcroft2, molte volte durante una qualche operazione G.A.A.B. ben riuscita lui e gli altri erano stati intervistati da lei, che nonostante tentasse di non mostrare che era spaventata e ci riuscisse a livello di mimetica facciale, nei suoi occhi si poteva vedere la paura che dilagava nel suo animo. Ma ovviamente lei non era tipo da mostrare un qualcosa del genere o di chiedere aiuto. Nel frattempo Rebecca stava ancora controllando i vari uffici del piano inferiore, quando udì qualcosa di simile ad un grido di dolore solo molto più acuto, incontrò il fautore di quelle urla proprio alla fine del corridoio, la creatura corrispondeva alla descrizione degli Scream of Death che gli aveva fornito Rachel, con quelle urla stava stordendo qualcuno, un sopravvissuto. Rebecca sparò contro la creatura attirando la sua attenzione, che si voltò mentre le tre sezioni del viso si richiudevano. C’era un particolare che differiva dalla descrizione di Rachel, quella creatura aveva degli occhi, per meglio dire era un unico occhio dalla forma appena abbozzata fra le pieghe della carne rossa e cadente, stava per lanciare un altro urlo stordente ma Rebecca gli impedì di lanciarlo sparando un colpo dritto al centro del “viso” del mostro. Dopo un paio di colpi lo Scream cominciò a liquefarsi, anche questa cosa che differiva col resoconto di Rachel, Rebecca si avvicinò alla sopravvissuta sperando di essere riuscita a salvarla e c’era riuscita, la sopravvissuta in questione era una ragazza dai capelli neri lisci che le arrivavano alle spalle, gli occhi anch’essi neri dal taglio orientale, i tratti del viso nipponici, indossava una giacca verde militare sopra ad una maglia nera e un paio di blue jeans sbiaditi. Una volta saputo dalla sopravvissuta che non vi erano altri in quel piano, decise così di riunirsi con Barry assieme a Yoko.
-Pressi del magazzino, Warren Street, Racoon City
Sarebbero potuti entrare dal magazzino dall’ingresso principale invece di entrare dall’ingresso di servizio, se l’avessero fatto probabilmente non si si sarebbero trovati in questa situazione circondati da zombie e con le spalle al muro e una porta che non ne voleva sapere di aprirsi, Jensen si voltò verso la porta e sparò alla serratura facendola saltare e aprendo la porta, lui e Piers si fiondarono dentro il magazzino chiudendo la porta alle loro spalle e bloccandola con alcuni scatoloni abbastanza pesanti. Il magazzino era un luogo abbastanza spazioso nonostante i cumuli di scatoloni accatastati in modo suppergiù ordinato, un container si trovava nel lato destro della stanza, un container arancione chiuso ermeticamente, Jensen dal canto suo continuava a combattere solo per non morire come un miserabile che si era arreso all’infezione, sapeva che quel nuovo T-Virus era più letale del suo predecessore, e conosceva anche i suoi sintomi. Primo fra qui la completa insensibilità della pelle e l’adombramento dei sensi, era come se vedesse il mondo coperto da una leggera nebbia e come se i suoni fossero attutiti, ma Piers questo non doveva saperlo, lui doveva credere che stesse bene che non avesse contratto l’infezione. Stava aiutando Piers ad aprire il container quando lo vide fermarsi fissandolo quasi vedesse qualcosa di impossibile, Jensen abbasso lo sguardo adesso poteva definitivamente mandare a farsi fottere il suo piano del fargli credere che non era infetto, probabilmente il bordo di quella porta metallica era tagliente, questo lo dimostrava il fatto che si era ferito i palmi di entrambe le mani, i tagli erano abbastanza profondi poteva vederlo eppure non sentiva dolore, in realtà non provava, né sentiva niente di niente come se fosse stato svuotato di tutto adesso sembrava l’opposto Piers quello preoccupato ed emotivo e lui quello gelido che pareva non provare emozioni. Piers l’aveva allontanato dal container e aveva cominciato a medicargli i tagli, senza permettergli di aiutarlo, gli diceva qualcosa ma il suono era così attutito che non riusciva a capirlo e pensare che gli era sempre piaciuto il suono della voce di Piers. Nivans non voleva che si trasformasse in uno di quei morti viventi, a dire il vero nemmeno lui voleva diventarlo ma ora niente gli sembrava aver senso,
<< Continuiamo a cercare i sopravvissuti >> disse Jensen, ma la sua stessa voce gli suonava fievole. Quasi indebolita come tutto di lui del resto.
-Foresta degli Arklay, pressi della Magione Spencer, Racoon City
La foresta degli Arklay non era sembrata più tanto fredda e oscura dopo la fine dell’Apocalisse, ma adesso sembrava che quell’aura di terrore fosse tornata, la brezza gelida soffiava fra gli alberi smuovendo i loro rami secchi e innevati, producendo un sinistro sibilo. Le piccole piante del sottobosco erano ricoperte di brina cristallina, si sentiva il lontano gracchiare dei corvi mentre alcuni volavano sopra le teste dei due agenti e degli zombie che si erano dispersi dal gruppo che ancora si trovava a Racoon City. La villa si innalzava in tutta la sua bellezza dal centro della radura, era stata ricostruita in ogni minimo dettaglio, tanto per non dimenticare il luogo da dove era cominciato tutto, persino gli enigmi, i passaggi segreti e la disposizione delle sale erano state riprodotte con la massima attenzione nei dettagli. La grande doppia porta in legno di quercia era socchiusa, il che era davvero strano, Leon e Claire sentirono dei ringhi alle loro spalle, cinque Cerberus emersero dal bosco, i muscoli esposti dai lembi mancanti di pelle, gli occhi lattiginosi e in alcuni uno mancava, i denti macchiati di sangue, filamenti di saliva e sangue che colavano dalle fauci serrate i cinque cani presero a correre verso i due agenti. I due riuscirono ad ucciderne uno, ma quando altri tre spuntarono dalla foresta, Leon e Claire decisero di correre verso la villa, chiudendosi la doppia porta alle spalle. Claire si ricordò che Jill le aveva detto parlandogli della missione degli Arklay che erano stati proprio i Cerberus a costringerli ad entrare nella villa, la grande sala centrale era illuminata da un grande lampadario di cristalli appeso al soffitto, anche questo era strano, la villa era stata chiusa al pubblico per mesi ed era stato eliminato il collegamento alla corrente elettrica cittadina. Che fosse un generatore autonomo? I due presero ad avanzare nella villa per esplorarla…
-Magazzino, Warren Street, Racoon City
<< Piers non possiamo rimanere qui, ogni secondo che perdiamo potrebbe costare la vita ad uno dei sopravvissuti che si trova ancora in città >> cercò di convincerlo Jensen, in verità anche se non voleva nemmeno pensarlo, in quel momento non gli interessava della vita degli altri voleva solo non stare con le mani in mano ad aspettare di diventare uno di quei gementi esseri affamati di carne umana.
<< Se tu la smettessi di contestare ogni mia parola, potremmo fare qualcosa per te, invece di star qui a discutere. >> gli rispose Piers, quasi per le rime, lui aveva messo la missione in secondo piano per lui ed era una cosa che non aveva mai fatto.
 
<< Questo virus non ha una cura, Piers. Non posso fare niente per salvarmi, ma almeno permettimi di non sprecare quest’ultime ore o minuti della mia vita >> disse il ragazzo castano, era una supplica lui non voleva sprecare quegli ultimi minuti- o ore per quanto ne sapeva-
Magnus amor est is qui mostrat ut non habet plus nihil3
Piers si avvicinò a lui, solo un paio di centimetri a dividere i loro visi, gli occhi castani opachi di Jensen fissi in quelli smeraldo luminosi di Piers. Senza ulteriori ripensamenti, Piers azzerò la distanza che li separava appoggiando le labbra su quelle di Jensen, per un momento i due rimasero immobili così, incuranti del fatto degli zombie che battevano contro la porta sprangata, il loro non era stato un vero e proprio bacio più che altro uno sfiorarsi di labbra, Jensen lo guardava sconvolto e prima che Piers dicesse qualcosa lui parlò
<< Cosa ti passa per la testa?! Sono come uno dei vettori là fuori, se…se ti fossi spinto più in là, se mi avessi fatto cedere, ti saresti potuto infettare >> era preoccupato, sentiva nuovamente qualcosa di umano bruciargli dentro, in quel momento gli zombie riuscirono a sfondare la porta, i due agenti si voltarono verso il branco che cominciava ad invadere il magazzino, e pistola alla mano cominciarono a sparare. Ogni colpo era più preciso dell’altro, uno alla spalla, uno al collo, uno alla testa. Jensen non sentiva nemmeno il rinculo della pistola, continuava a sparare a raffica, si interruppe solo per ricaricare. Per un momento un sorrisetto gli sorse spontaneo sulle labbra, come divertito dalla facilità con cui quei non-morti cadevano sotto i suoi colpi, ma scomparve rapidamente. Presto tutti i morti viventi che avevano invaso il magazzino erano morti definitivamente. Jensen e Piers proseguirono la ricerca dei sopravvissuti, anche se non avrebbero dovuto farlo vista la condizione di Jensen, le strade di Racoon erano la rappresentazione fisica del caos e della disperazione, fuoco e distruzione si vedevano ovunque si ci girasse, seguiti anche dalla morte che quasi pareva essere vista nel suo lento e placido camminare fra le strade. Alcuni non-morti emergevano dalle fiamme incuranti del fatto che esse avvolgevano i loro corpi, non ancora putrefatti ma indiscutibilmente morti, lambendo la pelle e divorandola man mano con le sue lingue di fuoco i non-morti erano attratti dal profumo di vita e dal battere agitato del cuore dei sopravvissuti che li attiravano come la luce cattura le falene. Jensen rabbrividiva pensando che presto o tardi, se Piers non gli avesse sparato prima, si sarebbe trasformato in una di quelle creature, non voleva, non voleva perdere se stesso. Un Liker sbarrò la strada ai due lanciandosi da un vicino edificio, i muscoli esposti dal colore rossastro guizzavano contraendosi o rilassandosi ad ogni movimento della creatura, i grandi artigli graffiavano l’asfalto con una facilità disarmante lasciando traccia del suo passaggio, spalancò le fauci irte di denti aguzzi e storti dai profili seghettati srotolando una lunga lingua sottile dalla punta cheratinosa, il Liker balzò come una rana verso i due tendendo le braccia, il forte rumore di uno sparo rimbombò nelle strade vuote popolate solo da non morti, il Liker cadde al suolo mentre una chiazza di sangue scuro si allargava sotto la sua testa. “Che diavolo…?” uno scintillio metallico attirò il suo sguardo, qualcuno con un fucile da cecchino? Raggiunsero il palazzo su cui si trovava il loro salvatore, un ragazzo li raggiunse, gli occhi verdi del ragazzo brillavano illuminati dalla contentezza del vedere altri sopravvissuti. Il logo sulla sua divisa era quello della contea di New York
<< F-Finn Macauley >> si presentò, balbettando leggermente. Jensen venne prontamente afferrato da Piers quando svenne,
<< Cosa gli sta succedendo? >> chiese Finn, mentre cercava qualcosa nello zaino che portava a spalla
<< Il nuovo T-Virus >> rispose Piers senza pensare, volendosi prontamente rimangiare le parole dette dopo essersi reso conto di aver informato uno sconosciuto dell’infezione di Jensen
<< H-Ho la cura, il Daylight.24 >> disse il ragazzo, porgendogli un astuccio color argento con il logo del General Hospital di Racoon City all’interno di esso vi era una siringa l’ago spesso meno di un capello e il cilindro di vetro colmo di un liquido denso dal colore violaceo con riflessi di perla, i due non sapevano però che quel antidoto era la causa della creazione di mostri anche peggiori di quelli creati dal T-Virus quando lo iniettarono al ragazzo che aveva perso i sensi.
-Dintorni della Torre dell’Orologio St. Michael, Raccoon Street
La zona della Torre dell’Orologio era stranamente sgombra dai non-morti o da qualunque altra creatura, era tutto troppo tranquillo. Il Bar/Pub Paradise Inside aveva la porta chiusa e probabilmente sprangata a giudicare dal fatto che non si poteva aprire in alcun modo, decisero di provare ad entrare dall’uscita di servizio che dava su un vicoletto normalmente degradato di suo, due cadaveri erano stesi a terra all’ingresso del vicolo erano due uomini, il primo più vicino all’ingresso del vicoletto aveva il ventre squarciato e il corpo costellato di morsi, gli occhi ancora aperti erano del tutto bianchi il secondo uomo che invece si trovava vicino alla parete del vicolo aveva ancora indosso una divisa del tutto nera, con alcuni aloni più scuri e in un punto sopra la spalla destra vi era una chiazza a forma di ottagono, il braccio sinistro era totalmente assente e la testa era voltata in modo innaturale, abbastanza da far supporre che gli fosse stato torto il collo, letale per un uomo ma non per uno zombie, presto si sarebbe rialzato come non-morto. Ma adesso i due agenti non avevano tempo da perdere, si diressero quindi verso l’uscita di servizio del Bar/Pub Paradise Inside sulla porta metallica campeggiava la scritta “Exit” con lettere color argento, la porta si aprì facilmente e bastò tirare verso l’esterno per aprirla, l’odore dolciastro e appiccicoso della decomposizione mescolato a quello dell’alcool fermentato si espanse nel vicoletto investendo i due agenti G.A.A.B. e quella mescolanza di odori mescolato a quello acre dei cadaveri che bruciavano avvolti dalle fiamme era una miscela da voltastomaco. I due si costrinsero comunque ad entrare nel locale, tutto era abbastanza in ordine, quasi niente fosse successo tuttavia qualcosa stonava con l’ambiente ancora pulito, un cadavere in avanzato stato di decomposizione era accasciato sul pavimento, una chiazza di sangue ormai secco si trovava in corrispondenza della testa del cadavere e alle sue spalle vi erano degli schizzi ad alta velocità di sangue anch’esso secco, fra le mani raggrinzite stringeva ancora la pistola. In quella zona oltre al cadavere non vi era null’altro, tranne il caricatore sul bancone che era pieno di proiettili per una 9mm. Tornarono nel vicoletto, subito notarono che i due cadaveri che prima si trovavano all’ingresso del vicolo adesso erano scomparsi, circospetti più che mai avanzarono nella strada tornando sulla Raccoon Street pronti a dirigersi alla Saint Michael Clock Tower, l’aura che l’edificio emanava era di tranquillità più assoluta le lancette sul quadrante dell’orologio erano ferme alle ore 8:15 del pomeriggio proseguirono all’interno dell’edificio, le sale erano arredate con gusto ed erano tutte vuote da mostri o non-morti. Arrivati nella torre notarono che un ingranaggio mancava nel quadrante e era la ruota dentata centrale, qualche volta chiamata l’ingranaggio di Chronos, una ruota dentata di rame placcata d’oro e l’unica cosa che avevano da sperare e che non fosse stata riposta nella nicchia segreta che si attivava con l’enigma di Passato, Presente e Futuro, alla fine si trovarono a risolvere l’enigma, trovando le tre sfere che erano state separate da qualche agente R.P.D. sopravvissuto durante l’Apocalisse, non sapeva né da chi, né quando esattamente pensò Nicolas.  Ci misero un po’ per capire come funzionava quel meccanismo, ma alla fine capirono la soluzione, misero la sfera di cristallo sul piatto del quadro del passato, quella d’ossidiana nel piatto del quadro del presente e infine quella d’ambra in quello del futuro. L’orologio nel quadro del presente segnò la mezzanotte e il quadrante si sganciò mostrando l’ingranaggio Chronos
<< Vorresti ricordarmi perché abbiamo risolto questo assurdo enigma? >> chiese Lorelai, un poco infastidita da tutti i tentativi che avevano dovuto fare
<< Per usare il suono delle campane come un faro per i sopravvissuti >> le rispose Nicolas << E preparati a combattere perché non attireremo solo l’attenzione dei sopravvissuti ma anche quella di tutte le creature che udiranno le campane suonare >> dice poi dirigendosi verso le scale che li porteranno al piano superiore, ma arrivati alla balconata un ringhio gorgogliante li fece fermare, una creatura simile in tutto e per tutto ad un G-infant si palesò di fronte a loro, la grande mano palmata protesa verso di loro mentre si preparava a caricarli, la zampa destra era una massa informe di carne lucida e grigiastra che trasudava di una bava color arancio  semi-trasparente, si lanciò verso i due agenti che riuscirono ad evitare la sua carica, i due spararono un paio di colpi nel grosso occhio rosso che si apriva sulla schiena del mostro. La creatura si voltò molto rapidamente nonostante la stazza e tentò di afferrare uno dei due agenti prima che il G-infant riuscisse ad afferrare Lorelai, Nicolas si lanciò contro la creatura, spingendola indietro con quanta più forza aveva fino a che la fece cadere dal balcone la creatura afferrò Nicolas, con la mano non palmata e avrebbe trascinato l’agente con sé se Nicolas non avesse reagito in fretta sfoderando il coltello M9 Bayonet e recidendo i tendini della mano del mostro che perse la presa, sfracellandosi contro l’asfalto con un rumore umido e disgustoso. Prima che Lorelai potesse dire alcun che Nicolas le rispose bruscamente
<< Andiamo a posizionare questo ingranaggio. Oh e prima che tu chieda sto bene quella creatura non è riuscita a farmi niente >>. Poi si diressero all’interno della torre dell’orologio e lì posizionarono l’ingranaggio al loro posto e le campane cominciarono a suonare risuonando nelle strade come annuncio di un luogo di salvezza.
-Jack Street, pressi del Black Jack Bar
I due ex-membri della USS avevano un’ampia zona da controllare l’intera parte alta della città, per prima cosa avrebbero controllato al Black Jack Bar pensando che qualcuno poteva essersi rifugiato all’interno. Una creatura sgusciante e orrida balzò di fronte a loro, aveva innumerevoli zampe uncinate che spuntavano dal corpo informe protetto da un esoscheletro contorto e nodoso, lanciò un grido sibilante i denti aguzzi e giallastri lucidi di saliva in bella mostra, gli occhietti neri grandi come palline da ping-pong erano fissi su di loro, la cosa simile ad un Drain Deimos si lanciò verso di loro ad una folle velocità producendo solo un lieve ticchettio ad ogni passo, la rosa dei colpi del fucile a pompa era larga e nonostante tutto non riusciva a colpire il mostro o meglio lo colpiva ma i pallettoni sparati dal fucile rimbalzavano sull’esoscheletro. Il mostro sollevò le zampe anteriori, mostrando una piccola zona rossastra sull’addome non protetta dall’esoscheletro ritorto, Beltway evitò il fendente del mostro e mentre il corpo del mostro si chiudeva su se stesso lanciò una granata all’azoto verso la creatura che imprigionò la granata nel suo corpo, quando la granata esplose il corpo che venne congelato dall’azoto si frantumò in centinaia di piccole schegge di carne congelata il cui ghiaccio d’azoto evaporò ancor prima di toccare l’asfalto rovente. Successivamente tralasciando gli zombie che incrociavano e che eliminavano facilmente non fu difficile raggiungere il Black Jack Bar che come avevano pensato non era vuoto ma ospitava due sopravvissuti, una ragazza che indossava la divisa delle cameriere del Black Jack Bar e un uomo che non riuscivano ad identificare anche se a giudicare dal modo in cui tremava e dal colore troppo pallido della sua pelle doveva aver contratto una qualche malattia. Ma non sapevano se l’uomo fosse stato infettato dal nuovo T-Virus.
-UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Gli occhi del Tyrant moro brillavano nel buio come gli occhi di un gatto, non faticava a vedere nel buio che aveva avvolto il laboratorio, voleva solo raggiungere Wesker in quel momento non gli interessava nient’altro. Sapeva che qualunque cosa gli fosse successa i suoi Tyrant avrebbero continuato il suo piano, anche se con più lentezza di ciò che lui sarebbe stato capace di fare ma non gli importava. Albert Wesker doveva pagare per ciò che gli aveva fatto, e avrebbe pagato Chris ghignò pensando a ciò che avrebbe fatto al biondo. Sentì uno zampettare alle sue spalle, e un picchiettio come di acqua che gocciolava si voltò eppure non riusciva a distinguere una forma definita ma solo centinaia di piccoli occhi color ambra che sembravano sparsi ovunque in quell’oscurità forse non era un'unica creatura ma erano centinaia di piccole creature, ma allora perché non né vedeva i contorni? Cosa diavolo era quella creatura?
-Kendo’s Gun Shop, Racoon City
Trovare Robert Kendo completando così la missione era stata una cosa positiva, il fatto che Kendo fosse morto e che una creatura, che pareva essere invulnerabile a qualunque cosa, lo stesse inseguendo era una cosa negativa. La creatura in questione era un enorme essere tentacolare, artigliato e informe che ovunque la colpisse accusava il colpo senza rallentare emettendo un verso che parevano centinaia di urla mescolate in un unico acuto stridente urlo la creatura si divise in due parti che tentarono di bloccarlo avvinghiandoglisi addosso come serpenti o piante rampicanti, riuscì a liberarsi di quei tentacoli grazie ad un paio di fendenti ben mirati del coltello. Quella creatura non pareva poter essere ammazzata in alcun modo, la sua fidata Matilda era completamente inutilizzabile causa la completa mancanza di munizioni, la creatura non emetteva alcun suono mentre si muoveva e pareva averlo scelto come obiettivo e sembrava che fosse molto determinata a prenderlo nemmeno il lontano suono delle campane parve distrarla. Sentì un ticchettio metallico qualcosa di metallo che colpiva l’asfalto, ebbe appena il tempo di allontanarsi dal possibile raggio d’azione della granata che essa esplose inglobando l’enorme mostro Uroboros in un turbine infuocato, squagliandone i tentacoli in una pozza catramosa che ribolliva,
<< La morte non può morire, non è così, signore? Ma stavolta c’è andato molto vicino, Mr. Morte >> la divisa rossa era visibile dietro il muro di fiamme che andava spegnendosi, Lone Wolf, nome in codice Nighthawk, gli aveva appena salvato la vita.
-Incrocio fra la Mission Street e la Mina Street, Racoon City
Era da lì che il nuovo T-Virus aveva avvelenato la sua prima vittima, Sheila Serizawa. Parker Luciani e Rachel Foley avanzavano per la via deserta se non per qualche sporadico non-morto, il cui corpo veniva divorato dalle fiamme.
<< Rachel, pensi davvero che riusciremo a salvare Racoon City? >> le chiese Parker
<< Confido che Claire troverà Chris, tagliata la testa del drago tutti i suoi burattini crolleranno come mosche >> gli rispose la bionda, raggiunsero abbastanza, forse troppo, facilmente il complesso di appartamenti della Kiss Street, un paio di Poison Ivy camminavano difronte all’ingresso del complesso residenziale, degli sbuffi di gas tossico fuoriuscivano dalla bocca della creatura ad ogni suo “respiro”. Il baccello che componeva la testa della creatura pareva essere danneggiato dalla calura che cuoceva l’aria
-Edificio della Park Street, pressi del rifornimento di benzina Stagla, Racoon City
Nonostante gli fosse stato iniettato l’antigene al Virus-T, le condizioni di Jensen non parevano migliorate anzi sembravano essere peggiorate. Gradualmente però i sintomi cominciavano a scomparire e la febbre ad abbassarsi, e finalmente Jensen si riscosse da quello stato di incoscienza che stava facendo preoccupare Piers, i suoi occhi castani sebbene arrossati non erano diventati di quell’opaco bianco lattiginoso che contraddistingueva gli occhi delle armi bio-organiche che barcollavano per le strade.
<< Che…Che è successo? >> chiese Jensen, ancora confuso prima di tutto perché si sentiva stanco come se non avesse dormito per una settimana e perché la testa gli faceva un gran male. Finn arrivò in quel momento scendendo dalla scaletta che dava sul tetto con una velocità sorprendente, quasi incespicando sui suoi stessi passi
<< Tre T-103 si stanno dirigendo qui >> disse agitato, era già difficile liberarsi di un solo T-103 immaginarsi di liberarsi di tre, un T-103 sfondò la porta con una bracciata, portando con sé anche una parte della parete. I pesanti passi della creatura facevano tremare il pavimento facendo staccare quei pochi pezzi di intonaco rimasti nella parete da cui era arrivato. Gli altri due T-103 erano arrivati nel momento in cui il primo T-103 si era diretto verso i due agenti, uno dei tre invece del solito cappotto verde militare portava un capotto rosso scuro e aveva due piccole corna sulla fronte, un T-103R. Evitarono i colpi sferrati dalle creature, Jensen, anche se era ancora intontito da non-sapeva-esattamente-cosa, fu abbastanza rapido ad evitare il pugno letale del T-103R. Si allontanarono dall’edificio, dirigendosi correndo verso il rifornimento di benzina Stagla, i Tyrant con i loro ampi passi, con andatura normale, riuscivano a seguirli senza problemi.
-Complesso residenziale della Kiss Street, Racoon City
Gli Ivy parevano debilitati dal calore che si espandeva nell’aria dai vari incendi appiccati nelle vicinanze del complesso residenziale, compreso quello le cui fiamme stavano divorando la splendida quercia che si trovava di fianco al complesso di appartamenti, la quercia bianca bruciava rilasciando nell’aria un piacevole odore che si spandeva con l’evaporare della linfa della pianta. I Poison Ivy appoggiavano mal fermi le radici atteggiate a zampe sull’asfalto rovente. Avvicinarsi alle creature sparando non sarebbe stata un ottima idea, visti anche i normali Ivy che si trovavano non molto lontano dai Poison, dovevano trovare un modo per dar fuoco a quelle piante carnivore anche senza granate incendiarie, come un illuminazione Rachel ebbe l’idea, senza avvisare si lanciò correndo verso le creature, attirando la loro attenzione e quando tentarono di afferrarla con le grosse liane che avevano come braccia, Rachel si abbassò facendo finire le braccia delle creature nelle fronde incendiate della grande quercia secolare, il fuoco cominciò immediatamente ad inglobare i fusti viventi delle Ivy, quando le fiamme raggiunsero i baccelli-teste delle piante, i cui carnosi petali cominciavano ad arricciarsi anneriti dalle fiamme, le Ivy stramazzarono al suolo. I due agenti entrarono nel complesso residenziale, una comunicazione da parte di Brad arrivò ai loro auricolari
<< L’intero complesso di appartamenti della Euston Street è perduto, io e Brandon siamo bloccati nell’ appartamento 345 a al terzo piano, non so cosa sia ma c’è qualcosa, qualcosa che sta tentando di ammazzarci. Venite ad aiutarci, vi prego quella cosa vuole ucciderci! >> Gli agenti fecero immediatamente dietro front dirigendosi all’esterno dell’edificio, dovevano salvare i loro colleghi.
-Euston Street, Racoon City, un’ora prima della comunicazione
I due fratelli avanzavano per la strada, gli zombie che arrancavano per le strade e che tentavano di afferrarli venivano eliminati rapidamente con un colpo alla testa, raggiungere il complesso di appartamenti sembrava semplice anche troppo, ma i due non si erano fatti né dubbi, né problemi meglio semplice che impossibile no? D’altronde erano abituati ad eliminare BOW e se Chris non gli aveva mandato mostri di sua creazione contro, tanto meglio. Arrivati nell’edificio, a quattro piani i due fratelli decisero di dividersi, piano terra e primo piano sarebbero stati controllati da Brad mentre secondo e terzo piano da Brandon
<< Fa’ attenzione, fratellone >> disse Brandon, voltandosi mentre cominciava a salire le scale
<< Anche tu >> gli rispose Brad, prima che anche lui si voltasse per dedicarsi alla sua missione. Doveva ammettere che nonostante tutto trovasse ancora spaventoso stare tutto solo mentre il buio rischiarato solo dall’inquietante luce tremolante degli incendi che bruciavano la città e la inglobavano, e quello gli fece venire in mente una filastrocca, di cattivo gusto a suo parere, che molti bambini conoscevano, anche se lui non sapeva chi fosse stato a crearla e così la filastrocca cantava:
Raccoon City brucerà,
Corri, Corri!
Presto o il mostro ti prenderà
Raccoon brucia,
E il mostro arriverà.
Nasconditi, nasconditi o ti troverà
Fino a dieci conterà,
Sbrigati, corri!      
Se ti trova ti mangerà…
Proprio mentre Raccoon City brucerà5
Indelicata senza dubbio eppure molto apprezzata fra i bambini, che la usavano prima di giocare a nascondino. “Brad, Concentrati!” si disse, avvicinandosi alla porta del primo appartamento, il 142, sulla porta di legno marroncino l’impronta insanguinata di una mano campeggiava accanto al pomello lordo di sangue. Facendosi coraggio, girò il pomello e spinse la porta, lentamente controllando dal piccolo spiraglio offertogli inizialmente per analizzare l’ambiente. Niente di vivo o morto…o non-morto-aggiunse mentalmente-in vista pensò. L’anticamera dell’appartamento era praticamente vuota e abbastanza pulita se non per qualche macchia rossastra di origini sospette, “Avrei immaginato di peggio” pensò. Le altre stanze erano ancor più pulite, tranne che per il salotto e il cadavere che ospitava. Impiegò quasi un’ora ad controllare tutti gli appartamenti del piano terra, sentì il graffiante suono del rompersi di un vetro e un grosso essere che pareva essere un misto fra un orso e un gorilla con però un muso affilato e tanti piccoli occhi verdi che lo fissavano, l’orso-gorilla tentò di attaccarlo ma lui lo evitò, si voltò e corse, chiudendosi la porta alle spalle, non che servì a molto visto che la BOW la sfondò con facilità inseguendolo anche per le scale. Brad incrociò Brandon che pareva avere anche lui il suo orso-gorilla stalker. Si chiusero nell’unica stanza con la porta blindata la 345 a, arrivati all’interno bloccarono la porta e spostarono alcuni dei mobili più pesanti davanti alla porta e si rintanarono nella stanza più lontana dall’anticamera bloccando anche quell’altra porta. Brad attivò gli auricolari e disse agitato e terrorizzato:
<< L’intero complesso di appartamenti della Euston Street è perduto, io e Brandon siamo bloccati nell’ appartamento 345 a al terzo piano, non so cosa sia ma c’è qualcosa, qualcosa che sta tentando di ammazzarci. Venite ad aiutarci, vi prego quella cosa vuole ucciderci! >>
-Sotterranei di Villa Spencer, Foresta degli Arklay, Racoon City
Essersi documentati sull’originale Villa Spencer li aveva aiutati ad arrivare lì dove sarebbero dovuti essere i laboratori notarono un'unica porta metallica e su di essa si trovava il logo della Umbrella. Claire e Leon rimasero interdetti per qualche istante, ma si decisero a oltrepassare la porta. Si trovarono davanti un corridoio immerso nell’oscurità e che pareva infinito, camminarono per quelle che parvero loro ore superando una sala, in cui pareva esserci stata una battaglia fra giganti e giunsero una parte del corridoio in cui giacevano numerose carcasse dalla forma indistinta, sventrate e squartate. E proseguirono trovando sempre più tracce di morte, creature smembrate, pozze di sangue dall’odore di sostanze chimiche (segno della loro appartenenza a mostri ormai scioltisi), RE36 che non avevano più testa o braccia e un unico OR-17 con il suo lungo braccio destro completamente staccato dal corpo. Tutte quelle creature parevano essere state uccise con una furia sempre maggiore man mano che avanzavano. Fino a che giunsero ad un’ampia sala centrale cuore del laboratorio, Chris combatteva contro Wesker-? – mentre William Birkin riempiva una siringa con un qualcosa, numerosi corpi umani erano sul pavimento uccisi probabilmente dai due Tyrant o così i due agenti G.A.A.B. credevano. Chris li notò e ghignando si lanciò contro di loro ignorando momentaneamente Wesker. Il colpo però non li raggiunse mai era stato letteralmente trascinato indietro da Wesker che aveva afferrato uno dei tentacoli di Chris e lo aveva usato per come fune per trascinarlo di nuovo verso di sé. Chris si voltò furente verso il Tyrant biondo, tentando di tagliargli la gola con gli artigli o ti afferrarlo con i tentacoli, ma Wesker evitava ogni colpo con maestria ed eleganza. Claire e Leon decisero allora di attaccare il Redfield mentre era distratto e Wesker sembrò capire la loro intenzioni perché all’improvviso afferrò Chris per le braccia e lo tenne fermo, come a renderlo un perfetto bersaglio immobile. I due non si lasciarono impressionare dal cambiamento di Wesker e approfittarono sparando ripetutamente contro il Tyrant moro, i proiettili delle loro armi erano “sicuri” ovvero sarebbero rimasti all’interno del corpo di Chris e non avrebbero ferito Wesker che in quel momento era un loro alleato. Chris si contorceva nella presa di Wesker mentre i proiettili lo colpivano, strappando il tessuto in similpelle della battlesuit e penetrando nella carne, roventi come lapilli. Urlava il Tyrant Supremo, soffrendo come mai e senza capire il reale perché, lui…lui non era come gli esseri umani eppure tutti quei colpi lo stavano facendo soffrire in modo indicibile,
<< Adesso, William >> disse Wesker, i due agenti smisero d’improvviso di sparare mentre William si avvicinava con la siringa in mano e iniettava il neurobloccante- direttamente alla base del collo in modo da disattivare immediatamente il midollo spinale-al Redfield, che senza avvertimenti caricò delle rapide frustate con i tentacoli colpendo Wesker e William. Chris libero dalla presa di Albert, scivolò in ginocchio lanciando un urlo strozzato mentre i muscoli cominciavano a paralizzarsi, i tentacoli s’immobilizzarono pendendo inerti dalle spalle del ragazzo. Che smise del tutto di muoversi…
-Luogo sconosciuto
Un uomo aveva osservato tutto ciò che accadeva e a vedere il grande Tyrant essere fermato, sorrise
<< Signorina Wong è pronta? >> chiese, mentre la spia compariva al suo fianco chinando appena il capo in segno di conferma
<< La fase due comincia adesso >> disse l’uomo, un vistoso anello d’argento con una gemma verde venne illuminato dalla luce fluorescente degli schermi, la montatura dell’anello aveva la forma di un drago occidentale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autore
Scusate il ritardo ma sono dai miei cugini Andrej e Alexander in Russia e per le feste non ho avuto molto tempo di scrivere… Spero che grazie alla lunghezza del capitolo mi faccia perdonare.
Ringrazio Mattalara e Esperanza Castaneda per aver recensito questa storia: Grazie mille ragazze! E Cardy per averla messa fra le ricordate ed Esperanza per averla messa fra le preferite, le ricordate e le seguite. (E so che non potrà recensire causa problemi ad internet). Il prossimo capitolo sarà l’epilogo, ma aggiungerò un capitolo extra su Brad e Brandon
Piccole note:
  1. = “Famiglia”, è una citazione indiretta (e originariamente doveva esserci) alla Famiglia di cui si parla in RE6.
  2. = “Alyssa Ashcroft”, una dei personaggi giocabili di RE: Outbreak così come Kevin e Yoko.
  3. = “Magnus amor est is qui mostrat ut non habet plus nihil”, in latino “Il grande amore è quello che si mostrat quando non si ha più niente”
  4. = “Daylight.2”, lo stesso usato su coloro che si sono trasformati negli Scream of Death, nonostante Rachel abbia informato i Primi Tredici su quei mostri non ha detto loro che a crearli era stato l’antidoto perché credeva che in giro non ce ne fosse più alcun campione
  5. = “Raccoon City brucerà […] Proprio mentre Raccoon City brucerà”, è una filastrocca che abbiamo creato io e mia cugina Angela, e pensavo che stesse bene con il contesto in qualche modo
  6. = “RE3”, il nome in codice dei Liker nel libro “The city of the Dead” di S.D.Perry
  7. = “OR-1”, il nome in codice dei Bandersnach nel libro “Code: Veronica” di S.D.Perry
Alle vostre Recensioni e Buon Natale :)
-Anthony Edward Stark
   
 
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