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Autore: McRaider    11/11/2008    4 recensioni
Per tutti coloro che sono rimasti delusi dalla scelta di non mostrare determinate scene nell'episodio 'Brotherly love'.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bo Duke, Luke Duke
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Lasciate che vi presenti questa mia ennesima traduzione. L’autrice la conoscete già, è la stessa di “Of young cousins”. McRaider è stata molto attiva nel fandom anglofono di Hazzard negli anni passati e, a parer mio, ci ha regalato pagine di rara sensibilità. Da brava fan si è scritta da sola i pezzi mancanti di alcuni tra gli episodi più belli e conosciuti.

Questa storia in particolare vuole andare a tappare i “buchi” presenti nell’episodio “Brotherly love” (Una vittoria di troppo in italiano). Vi avverto è davvero molto dolce.

E’ la prima fan fiction di Hazzard che ho letto (parliamo del 2005 credo) ed occupa un posto speciale nel mio cuore. Mi auguro che possiate amarla quanto la amo io!

Questo il link alla versione originale: http://www.fanfiction.net/s/2515869/1/Brotherly_Love

 

 

Brotherly Love

By McRaider

Traduzione di Lella Duke

 

Sedeva accanto al cugino stringendogli una mano tra le sue. La sua supplica divenne presto un pianto disperato quando rilasciò la testa sul suo petto. Riusciva a ricordare tutte le volte in cui, da piccolo, aveva degli incubi e suo cugino era lì per proteggerlo. Allora sperava che Luke fosse davvero suo fratello e si augurava che un giorno forse, avrebbero potuto scoprire che quello era il reale legame che li univa.

Sapeva ormai che non sarebbe mai potuto accadere e, nonostante amasse Judd come un qualunque membro della sua famiglia, non poteva fare a meno di sentirsi perso, triste, spaventato. Temeva che Luke avrebbe potuto dimenticare di avere già un ‘fratello’ e che avrebbe potuto preferirgli la compagnia di Judd. Bo sapeva che non lo avrebbe sopportato. Non poteva perdere suo cugino, l’unico fratello che avesse mai avuto.

Le sue spalle iniziarono a tremare quando avvertì le lacrime abbandonare i suoi occhi ormai colmi. Non se n’era accorto all’inizio, ma poi percepì il movimento della mano le cui dita gli stavano già attraversando i capelli color del miele.

Gli occorsero diversi secondi, poi alzò il viso rigato di lacrime e guardò suo cugino. Le azzurre iridi di Luke erano fisse su di lui; Bo gli sorrise tristemente.

“Stai bene?” Chiese Luke spostando la sua mano dai capelli al viso del cugino.

“Non dovrei fartela io questa domanda?” Ghignò lievemente Bo mentre aiutava il cugino a sedersi. Luke gemette mentre tenendosi la testa dolorante, spostò di nuovo lo sguardo sul cugino. Le lacrime gli inondavano ancora le guance.

“Beh, non sono io quello che sta frignando come un bambino di due anni.” Sogghignò Luke.

Bo non poté più resistere. Si avvicinò al cugino e lo avvolse in un abbraccio tanto stretto da ricordarne di simili solo nella sua infanzia. Luke ricambiò immediatamente l’abbraccio e la ferrea presa. Sorrideva mentre gli dava dei leggeri colpi sulla schiena.

“Sono vivo.” Sussurrò Luke. “Sono vivo”.

“Non farmi mai più una cosa del genere Luke Duke.” Disse Bo allentando la presa sul cugino, il suo miglior amico, suo fratello.

“Non ti prometto niente, ma farò del mio meglio.”

 

Luke osservò terrorizzato il cugino scomparire sotto la superficie dello stagno. Amava il suo appena ritrovato fratello, ma molto di più amava Bo. Lo aveva preso un po’ in giro in ospedale e rimpiangeva di non avergli detto cosa rappresentasse realmente per lui.

Un uomo poteva trattenere il fiato tanto a lungo, Luke conosceva storie di gente che riusciva a rimanere sott’acqua per tre o quattro minuti senza mai riemergere. Ma per quanto ne sapeva, Bo non si era mai allenato per simili imprese. Era un semplice ragazzo come tanti altri.

Bo ruppe la superficie e con il viso rosso per lo sforzo, si riempì di nuovo i polmoni per poi scomparire ancora sott’acqua. Non aveva preso abbastanza aria dal punto di vista di Luke. Sedeva lì, ma non stava pensando a quello che non avrebbe avuto se suo fratello fosse morto. Pensava a tutto quello che aveva fatto in vita sua con Bo; a tutte le volte che erano finiti nei guai per poi uscirne insieme. Il dolore che provò all’idea di perderlo, era più intenso di quanto Luke avrebbe mai potuto immaginare.

Alla fine riemersero; prima uno, poi un altro e infine Judd. Il cuore di Luke si fermò quando si accorse che di Bo non v’era traccia. Lo cercò con lo sguardo. Si trattò solo di pochi secondi in realtà, ma per Luke era già passata un’eternità.

Finalmente ricomparve anche lui. Appena messa la testa fuori dall’acqua, ricominciò a respirare. Nonostante fosse sfinito, raggiunse il luogo dove la sua famiglia lo stava aspettando. Gli mancarono le forze e cadde proprio accanto al cugino.

“BO!” Chiamò Luke stringendogli il viso tra le mani. I suoi occhi erano pieni di stanchezza, paura e dolore. Il suo volto divenne pallido e tremò quando fu raggiunto da una folata di vento.

“Io…” Bo faceva fatica a parlare; si limitò a guardare Judd. Sapeva che il benessere di Judd sarebbe stato la felicità di Luke. Con un singulto, Bo chiuse gli occhi e permise alle tenebre di avvolgerlo per un istante.

Finché non sentì qualcuno scuoterlo violentemente per le spalle. Aprì lentamente gli occhi e vide Harley il quale era stato trascinato in quel posto, con la sua ambulanza da Luke.

“Sta bene, è solo esausto. Ha bisogno di riposo. Tutti e tre i ragazzi hanno bisogno di riposo e di buon cibo fatto in casa.” Disse Harley.

“E’ proprio quello che avranno!” Esclamò Daisy accovacciandosi e abbracciando Luke.

 

Erano trascorse un paio d’ore da quando Judd era partito; il sole era tramontato. Bo si era chiuso già da diversi minuti nella camera che divideva con Luke da tutta la vita. Si era preparato per la notte. Odiava ammetterlo, ma era esausto. Tutto il suo corpo era sfinito.

Tuttavia si sedette sul bordo del letto e strinse tra le mani la fotografia che teneva sul comodino. Vi erano ritratti lui e Luke subito dopo il suo ritorno dal Vietnam. Sospirando Bo si sdraiò sul letto. Chiuse gli occhi ripensando a tutto quello che avevano passato insieme.

“Hey…” la voce lo distolse dai suoi ricordi. Voltò lo sguardo in direzione del cugino.

“Hey…” replicò sommessamente Bo.

Luke gli si avvicinò con andatura ancora incerta e si sedette sul letto accanto a lui. Soltanto guardandolo, capì a cosa stesse pensando il cugino: “va tutto bene?”

“Bene.” Mormorò Bo.

“Sai… ho detto a Judd che sarò sempre qui per lui, ogni volta che ne avrà bisogno…”

“E’ una buona cosa.” Rispose Bo.

“Bo… Judd può anche essere mio fratello biologico e per questo lo amerò sempre. Ma… quando sono arrivato in questa fattoria… io ero solo un bambino, tre o quattro anni al massimo e non avevo niente per cui essere felice. E poi sei arrivato tu. Oddio, odio essere sentimentale. Ricordo che ti guardavo e poi dicevo a zio Jesse che eri troppo piccolo. *Mi disse che non eri in buona salute, ma che eri un combattente e avresti lottato… e l’hai fatto. Sei entrato e uscito dall’ospedale tante di quelle volte che abbiamo smesso di contarle. Ma non importa quanto tu fossi malato o che cosa hai dovuto affrontare, non ti sei mai lamentato. Sono cresciuto ammirandoti e con il bisogno di proteggerti. Occupi un posto molto importante nel mio cuore. Come amico. Come fratello. E’ stato devastante pensare che saresti potuto non riemergere dallo stagno. Per salvare Judd. Non credevo facesse così male.”

“Ti voglio bene, Luke.”

Luke allargò le braccia e strinse il cugino proprio come lui aveva fatto quella stessa mattina.

Judd era suo fratello biologico e forse un giorno sarebbero riusciti ad instaurare un bel rapporto. Ma Bo sarebbe sempre stato suo fratello… per scelta.

“Ho sempre avuto un fratello. Semplicemente adesso ne ho due.” Bisbigliò Luke.

 

 

The End

 

* La maggior parte delle autrici d’oltre oceano concordano nel rappresentare un Bo bambino malato o cagionevole. Va per la maggiore l’idea che Bo nella sua infanzia soffrisse di asma. Una volta chiesi spiegazioni e mi fu risposto che questa teoria è stata adottata in quanto John Schneider effettivamente da piccolo era asmatico.

  
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