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Autore: Lois Lane 89    26/12/2014    1 recensioni
Izzy e Kellan; lei una semplice ragazza italiana e lui un famoso attore americano.
Izzy si trova in vacanza a New York per passare il natale, e i due si incontrano a central park, e si innamorano l'uno dell'altra.
Riuscirà l'amore nato nel periodo più magico dell'anno a resistere alla distanza che li separa?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Kellan Lutz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina del 29 dicembre, trovai Kellan davanti alla porta della mia stanza.
Prese la mia valigia, e dopo essermi assicurata di non aver dimenticato niente, scesi nella hall dell'albergo.
Restituì la chiave e chiesi il conto, ma il receptionist mi disse che era già stato saldato.
Mi voltai verso Kellan, e lui mi sorrise.
Dopo di che, caricò la mia valigia nella sua macchina e salimmo.
"Non dovevi pagare il conto. Potevo farlo da sola." dissi io.
"Non si lascia mai pagare una ragazza." rispose Kellan.
"Ti restituirò i soldi. Non mi piace avere debiti con le persone." dissi io.
"Non mi devi restituire niente. Non è un debito." rispose Kellan.
Cercai di farlo cedere al riguardo, ma alla fine vinse lui.
Arrivammo nel garage del palazzo, e Kellan fermò la macchina.
Scendemmo, e dopo aver preso la valigia dal bagagliaio, salimmo in ascensore, e Kellan premette un bottone, facendolo partire.
L'ascensore si fermò e uscimmo nel suo appartamento.
Kellan accese la luce, lasciandola soffusa; poi lo seguì in una stanza.
Quando entrammo, lasciò la valigia accanto al muro, e mi fece fare un rapido giro dell'appartamento; a natale avevo visto solo il salotto.
"Ora che hai visto tutto, fa pure come se fossi a casa tua. Gira pure liberamente." disse Kellan.
"Ti sei dimenticato di farmi vedere la tua stanza." risposi io.
"E' completamente in disordine. Ora non è agibile." disse Kellan.
Tra me e me pensai che mi stava nascondendo qualcosa, ma decisi di stare al suo gioco.
Tornammo in salotto, ci sedemmo sul divano e mi strinse contro il proprio corpo.
"Per capodanno pensavo di andare a Time Square, e poi tornare qui." disse Kellan.
"Per me non c'è problema, ma credevo che volevi stare insieme ai tuoi amici." risposi io.
"No, voglio stare solamente con te. In Italia che tradizioni avete per festeggiare il nuovo anno?" domandò Kellan.
"Non so come funzioni qui, ma in Italia, c'è la tradizione che allo scoccare della mezzanotte devi baciare la persona che ami sotto un ramo di vischio. Dicono che porti fortuna. Ma non so dirti se funziona. Non c'è mai stato nessuno nella mia vita." risposi io.
"Credo che ci sia un solo modo per scoprirlo." disse Kellan sfiorando le mie labbra con le sue.
Piano piano i suoi baci si intensificarono, e le sue mani scivolarono lungo il mio corpo.
"Ma non dobbiamo scoprirlo adesso. Non c'è nemmeno il vischio. E non so nemmeno se qui in America lo vendono." dissi io, quando riuscì a respirare di nuovo.
"Non posso farci nulla. Mi fai impazzire. Voglio averti in ogni momento della giornata." rispose Kellan.
Prima che potesse baciarmi di nuovo, gli posai una mano sulla bocca.
"Kellan, ascolta. Tu mi ami adesso, ma quando tornerò a casa, tra noi sarà tutto finito. Le relazioni a distanza prima o poi si sfasciano. Tu ti dimenticherai di me, e troverai un'altra ragazza che ti piace di più." dissi io.
"Non potrei mai dimenticarti. Il tuo viso è stato marchiato a fuoco nella mia mente." rispose Kellan.
Rimanemmo abbracciati per un tempo che sembrò non finire mai.
Quella sera, mi trovavo nella mia stanza stesa sul letto, girata su un fianco ad ascoltare la musica.
A dire la verità non la stavo ascoltando, perchè ero completamente immersa nei miei pensieri.
Ad un certo punto, venni riportata alla realtà: qualcosa mi sfiorava le gambe.
Spensi l'mp3 e lo posai sul comodino.
Dopo di che mi voltai e vidi Kellan steso accanto a me; io indossavo un pigiama lungo, mentre lui era in calzoncini corti e maglietta a mezze maniche.
"Siamo in pieno inverno. Non hai freddo vestito cosi?" domandai io.
"No." rispose Kellan.
Ci coprì con la coperta, spense la luce, mise un braccio intorno a me e ci addormentammo.
La mattina del 31 dicembre, dormimmo fino a tardi. 
Cenammo in un ristorante, che evidentemente Kellan aveva prenotato senza dirmi niente, poi andammo a piedi fino a Time Square.
C'era una folla enorme, e per non perdermi, cercai di stare il più possibile vicina a Kellan, che mi prese per mano.
Sulla torre del Nasdaq c'era una sfera che a mezzanotte sarebbe scesa.
Kellan mi tenne per mano tutto il tempo.
Quando scoccò la mezzanotte, la sfera scese, e la folle esplose nei festeggiamenti.
Kellan mi cinse la vita con un braccio e mi condusse di nuovo nel suo appartamento.
"Perchè siamo tornati a casa? Non ti senti bene?" domandai io.
"No. Mai stato meglio. Ma c'è una tradizione da rispettare, e siamo già in ritardo." rispose Kellan.
Io lo guardai confusa, ma lui non disse nulla.
Prese una benda dalla tasca interna della giacca, e mi bendò gli occhi.
"E' proprio necessaria la benda?" domandai io.
"Si. Ora dovrai solo fidarti di me." rispose Kellan.
Sentì che mi prese per mano, e mi condusse da qualche parte; dopo poco sentì la porta chiudersi.
Mi prese in braccio e mi posò su un letto.
"Ora ti toglierò la benda, ma tu dovrai continuare a tenere gli occhi chiusi." disse Kellan.
Io annuì senza parlare, e lui tolse la benda.
Mi alzò il viso con una mano, e mi disse di aprire gli occhi.
Quando gli aprì, vidi che appeso al lampadario sopra il letto, c'era un ramo di vischio.
"Dove l'hai trovato?" domandai io.
"Segreto." rispose Kellan.
Mi guardai intorno; non mi ricordavo quella stanza, ma poi mi venne in mente che quella era l'unica camera che non avevo ancora visto: la stanza di Kellan.
Ma non era come mi sarei aspettata la stanza di un ragazzo, tutta in disordine; ora era tutto al suo posto.
Sul cassettone di fronte al letto c'era un vaso con dentro un mazzo di rose rosse.
"Sono tutte tue." disse Kellan.
"Sono magnifiche." risposi io.
"Mai quanto te. E ora, come ho detto, abbiamo una tradizione da rispettare." disse Kellan.
Guardai il ramo di vischio, e poi Kellan, che si avvicinò a me, e mi baciò.
"Buon anno." dissi io quando mi staccai.
"Buon anno." rispose Kellan, posando nuovamente le sue labbra sulle mie.
I suoi baci, da prima delicati, aumentarono di passione.
Ben presto, ci trovammo l'uno tra le braccia dell'altra; Kellan era di una dolcezza infinita.
Tra le sue braccia io sentivo protetta e al sicuro; mi sembrava che tutto quello che stavo vivendo da quando lo avevo conosciuto, fosse solo un sogno meraviglioso.
Purtroppo i sogni non durano all'infinito: prima o poi bisogna svegliarsi, e tornare alla realtà.
Per me la realtà significava lasciare New York e Kellan e tornare a casa, a Roma.
La mattina del 3 gennaio mi recai in aeroporto da sola: Kellan era impegnato.
Quando salì sull'aereo, mi resi conto che stavo lasciando un pezzo del mio cuore negli Stati Uniti; ma quello non era il mio posto.
Arrivata a Roma, tornai a casa.

TO BE CONTINUED...
   
 
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