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Autore: Joseph J    26/12/2014    4 recensioni
Luke Hemmings, ragazzo più popolare della scuola, ha la strana abitudine di uscire con chiunque gli chieda un appuntamento all'inizio della settimana, con conseguente rottura del rapporto alla fine della stessa settimana.
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“Esce con me questa settimana.” risposi con poca convinzione alla ragazza.
Sia lei che Luke mi guardarono interrogativi.
“Usciamo insieme ogni sera, Cal.”
“Concedi una settimana di tempo a ogni persona che te lo chiede, quindi, esci con me…” ripetei più convinto.
“Ok” fu la sua semplice risposta.
ATTENZIONE
coppia Luke/Calum Se non gradite le slash non entrate
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 3 parte 2

Pov. Luke

Presi il cellulare in mano almeno una quarantina di volte. Andavo sulla rubrica e guardavo il nome ‘Calum’ sul display. Volevo chiamarlo, scusarmi per essere così idiota e stupido e debole e sbagliato e un’altra infinità di aggettivi negativi. Volevo correre da lui e abbracciarlo, stringerlo forte tra le mie esili braccia. Non sarebbero servite parole a noi bastava uno sguardo per capirci. Ci bastava sfiorarci per capire cosa provavamo. E in quel bacio avevo sentito tutta la sua tristezza, solitudine ma soprattutto da quanto tempo avesse desiderato un mio bacio. Provava qualcosa di così potente per me e io non me ne ero mai accorto. 

La scena di poche ore prima continuava a ripetersi ancora ed ancora nella mia mente. “Mi dispiace ma è meglio se mi odi” “Io ti amo.” La voce rotta dal pianto di Calum che ripeteva quelle tre parole in continuazione era un qualcosa di straziante. Non riuscivo a pensare ad altro se non a lui e a come l’avessi ridotto. Volevo salvarlo, almeno lui e invece l’avevo distrutto ancora di più. Presi di nuovo il telefono in mano, avevo solo bisogno di sentire la sua voce. Composi il numero a memoria, cliccai sul suo nome e iniziò a suonare. Uno squillo, due squilli, tre squilli. Rispose al quarto. “Pronto?” disse. La sua voce era quasi un sussurro. Anche se cercava di nasconderlo aveva appena smesso di piangere, o forse stava ancora piangendo. Non risposi. Probabilmente non voleva sentire la voce del ragazzo che l’aveva ridotto così. “Lu… Luke?” tentò ancora. Gli faceva così male pronunciare il mio nome. Appoggiai il viso alla mano libera, pronto a riattaccare. “Non riattaccare, ti prego.” mi fermò proprio quando stavo per schiacciare sul rosso, come se avesse capito cosa volessi fare. 

“Io… so che pensi di essere un disastro, che non riesci a salvare le persone che ami e che sbagli in tutto quello fai. Beh, in questo stai sbagliando.” fece una pausa per poi riprendere. “Sarai anche un disastro ma io… io ho imparato ad apprezzarti, a fidarmi, ad amarti. Luke, io ti amo e non mi importa che fine faremo, se non riuscirai ad aiutarmi con il Bastardo o se io non riuscirò a farti capire che bella persona che in realtà sei. Ieri mi hai chiesto di odiarti e mi hai voltato le spalle. Anche se volessi non potrei odiarti perché quel gesto, ti conosco troppo bene, era in realtà il tuo modo di dire ‘per favore resta’. Luke, starmi lontano non cambierà la mia situazione, può solo peggiorare. Ma se ci aiutiamo a vicenda forse riusciremo a sopravvivere a questo inferno. Quindi adesso te lo chiedo io… per favore, resta.” 

Una lacrima mi rigò la guancia, poi un’altra e un’altra ancora. Dio, se lo amavo. In quel momento ne fui certo e mi promisi di salvarlo da tutti i suoi problemi, ce l’avrei fatta, potevo essere forte per lui. Aveva ragione, lasciarlo adesso da solo avrebbe solo peggiorato la situazione. E in quel momento mi ritrovai a pensare che cosa avesse fatto dopo che l’avevo lasciato solo. Era andato dal Bastardo probabilmente. Aveva preferito soffrire fisicamente piuttosto che psicologicamente. Non sarebbe più successo. Ora sapevo davvero cosa fare. 

Potevo ricominciare ad amare, questo è quello che avrebbe voluto mio fratello. “Resto.” fu l’unica cosa che riuscii a dire e a lui bastò. Immaginai il suo sorriso allargarsi sul viso sporco di lacrime e sorrisi a mia volta. Eravamo solo noi due contro il mondo. Chiusi la chiamata, tenendo il cellulare al petto. Osservai il soffitto bianco della mia camera rimanendo sdraiato sul letto per qualche minuto. Poi mi alzai incominciando a sistemare il casino che avevo fatto. Raccolsi i fogli sparsi per tutta la camera, le penne, le matite, la lampada distrutta, la chitarra spezzata in due. Mi accorsi in quel momento che nella stanza c’erano anche vetri, acqua e palline di polistirolo sparsi sul pavimento e  poi mi finì in mano la palla di neve di Niall. Di intatto era rimasto solo il pupazzo di neve e i due bambini all’interno della palla di vetro che ora non esisteva più. Avevo distrutto una delle cose più preziose che avevo. Uno dei migliori ricordi che avevo di lui. 

 

25 Dicembre 2010

“Sveglia, sveglia fratellone!” Niall si scaraventò sul mio letto come una furia, saltò, mi tolse le coperte e mi urlò nelle orecchie. Provai a scacciarlo, a mettermi il cuscino sulla testa e borbottare qualcosa di incomprensibile ma fu tutto inutile. “Ok, hai vinto Nialler!” dissi aprendo lentamente gli occhi e guardando l’ora sulla sveglia: 00.05. Era solo mezzanotte. Che ci faceva in piedi a quest’ora? “é Natale, Luke!” affermò osservando il mio sguardo sorpreso. Allora gli sorrisi perché sapevo quanto lui adorasse il Natale, quanto aspettava con ansia scendere in salotto e scartare i regali, abbuffassi di cibo e stare in famiglia. “E tu sai cosa succede a Natale, quando svegli il tuo adorato fratellone?” gli chiesi cercando di fare la faccia più seria possibile. Lui mi guardò preoccupato, per poi fare ‘no’ con la testa. Non gli risposi gli presi le braccia e lo bloccai sotto di me per poi cominciare a fargli il solletico. Niall cominciò a ridere di gusto implorando pietà, e io risi insieme con lui, felice, dimenticandomi che fosse mezzanotte e che ero appena stato ‘brutalmente’ svegliato. Quando incominciarono a scendergli le lacrime per il troppo ridere, smisi di fargli il solletico e ci sdraiammo uno affianco all’altro. “Ti voglio bene, Luke.” mi disse dopo due minuti di silenzio. “Non te ne andrai mai, vero?” lo guardai confuso da quella domanda, mi alzai su un gomito, gli spettinai i capelli sorridendogli. “Ti voglio troppo bene per andarmene.” lui continuò a guardarmi serio. “Prometti?” chiese ancora. “Prometto.” gli diedi un bacio sulla fronte e poi mi alzai. “Andiamo a vedere cos’ ha portato Babbo Natale” gli offrii la mano e insieme scendemmo le scale. 

Appena Niall vide i regali sotto l’albero, liberò la sua mano dalla mia e corse verso di loro. Ne prese uno in mano, e senza leggere il biglietto me lo porse. “Questo è per te.” rispose tutto sorridente. “Te l’ ho fatto io.” affermò entusiasta. Osservai allora la piccola scatolina e poi lui. Continuava a guardarmi agitato, aspettando che lo aprissi. Strappai la carta e aprii la scatolina. All’ interno c’era una palla di neve. Due bambini stavano costruendo un pupazzo di neve. La scossi e la neve fatta di polistirolo cominciò a scendere. “Siamo io e te” affermò riferendosi ai due bambini. “è bellissimo!” esclamai abbracciandolo. Niall allora si rilassò e ricambiò forte l’abbraccio. 

 

La suoneria dei messaggi mi riportò alla realtà. Appoggiai la palla sul comodino e presi il telefono. Sbloccai lo schermo e guardai il messaggio: era di un numero sconosciuto. 

-Ciao, sono Ashton, il batterista. Calum mi ha dato il tuo numero un paio di giorni fa. Dovevamo vederci per le prove ma non vi siete fatti vivi. Volevo solo sapere se avete cambiato idea.-

Mi ricordai di quando eravamo andati al teatro per fare le prove con questo tipo ma eravamo uscii poco dopo per portare Calum all’ospedale. Mi sembrava che fosse passata un’eternità da quel giorno.

-Ciao Ashton. Abbiamo avuto dei problemi. Sento Calum e poi ti faccio sapere.-  

Misi il telefono in tasca, mi cambiai i vestiti e uscii diretto verso casa Hood.

 

Arrivato sotto casa sua, esitai a bussare. Avevo fatto la strada quasi correndo, quasi spaventato che uscisse di casa. E ora ero spaventato di trovarlo in pessime condizioni per colpa mia. Mi abbassai il capellino sugli occhi e presi il pacchetto delle sigarette. L’aprii e imprecai quando scoprii che le avevo finite. Allora mi decidi a bussare, tre colpi decisi. Poco dopo la porta si aprì e Calum mi si buttò addosso abbracciandomi forte. Rimasi immobilizzato mentre il mio cuore iniziava ad accelerare. “Non te ne andare mai più.” sussurrò appoggiando il viso sulla mia spalla. Mi spostai da lui prendendogli il viso tra le mani. Lo guardai negli occhi e gli pulii il volto con le dita. “Non me ne vado” gli risposi. “Non più” poi lo baciai delicatamente sulla labbra. Un bacio semplice, spontaneo. Mi staccai solo qualche secondo per fissarlo di nuovo negli occhi e sorridergli dolcemente. Quando spostò il suo sguardo sulle mie labbra ripresi a baciarlo con più passione sentendomi finalmente libero. Libero di amare ed essere amato. Libero di poter finalmente vivere. Avanzammo all’interno della casa, chiusi la porta con un piede e mi ci appoggiai con la schiena, tenendo Calum stretto a me, senza lasciare il contatto con le sue labbra. Poi si staccò avvertendo dolore alla pancia. “Ti giuro che gliela farò pagare, Calum.” gli sussurrai a fior di labbra. “Gliela farò pagare.” ripetei ancora, promettendo che l’avrei salvato. “Grazie Luke, grazie di esistere.” 

 

SPAZIO AUTORE
Buon Natale a Tutti! 
Eccomi qua con un nuovo capitolo completamente pov. Luke.
Il biondino si è finalmente deciso a salvare Calum standogli vicino e permettendosi di amare. 
Quindi corre da Calum e gli promette di non lasciarlo mai più.
C'è anche un flashback natalizio con Niall e vi avviso che forse ce ne saranno altri con lui e Luke. 
Vi auguro ancora Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti quanti e vi ringrazio di cuore per 19 recensioni e per aver messo la mia storia tra le seguite/ricordate/piaciute.
All' anno prossimo,
Franzy :)
 
  
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