Le maschere cominciano a svanire
Cair Paravel era tutto una festa. Tutti a
Narnia erano stati invitati a partecipare alle celebrazioni per il primo anno
di regno dei Pevensie. Peter stesso non poté fare a meno di apprezzare
profondamente la compagnia di così tanti suoi sudditi. Si trovò spesso ad
essere ringraziato per cose che a mala pena si ricordava di avere fatto;
nonostante ciò non mancò di parlare gentilmente con tutti coloro che erano
venuti ad incontrarlo. Il ballo poi si era dimostrato essere un successo
folgorante e Peter si ricordò bene di ringraziare Susan per averlo spinto a
partecipare ad una così gioiosa occasione.
Peter sorrise nel vedere Lucy danzare
appassionatamente sulla pista da ballo, col signor Tumnus che stava trovando
gli intricati passi del valzer abbastanza difficili per le
sua abilità. Susan, d’altro canto era occupata nell’essere gentile e
accogliente con tutti gli ospiti, così come ad evitare le attenzioni di tutti i
suoi potenziali pretendenti. Come la stessa Susan gli aveva detto, lei era fin
troppo impegnata per preoccuparsi di eventuali pretendenti, dopotutto aveva un
regno da portare avanti.
“Su!” la chiamò
Peter mentre attraversava la pista da ballo per riuscire a raggiungerla,
“Susan!”
“Sì, Peter. Sto trascorrendo davvero una bellissima serata. E tu?” disse Susan sorridendo.
“Su, sei davvero uno
splendore e stasera è un magnifico successo. Ma, dimmi, perché non ti ho ancora vista ballare con
qualcuno dei tuoi pretendenti?
“E’ una buona cosa che aspettino ancora e poi
io ho cose più importanti da fare come andare a parlare con i castori. E’ da
mesi che non li vedevo. Ma facciamo un patto, Peter Pevensie.” disse Susan con
uno sguardo divertito, “Io prometto di danzare con qualsiasi pretendente tu
scelga per me a patto che tu poi faccia lo stesso con la persona che io ti
indicherò.”
“D’accordo, Susan. Ma cerca di scegliere qualcuno
che non mi tratti come una maestà”
“Ma tu sei un re, Peter”
“Lo so, ma ormai sta diventando stancante”
“Molto bene. Scegli pure
per primo”
“Lui” disse Peter indicando
l’Ambasciatore di Archenland, “Egli non è un re, ma è un uomo bello e virtuoso. Non vedo nessuna ragione al momento per cui dovrei
tagliargli la testa."
“Peter…” esclamò Susan accigliandosi, “Ora è
il mio turno. Uomo o donna, mi chiedo. Io scelgo…lei. La principessa Eris del
regno di Shian. Non ti pare una buona scelta?”
“Peter volse lo sguardo
nella direzione che Susan stava indicando. I suoi occhi furono come rapiti da una splendida figura su cui non
aveva mai posato lo sguardo. Capelli castani lisci come la seta, penetranti
occhi azzurri e una pelle delicatamente abbronzata. Peter si trovò a fissarla
come perso, cosa che non era più successa da molto
tempo. Susan gli diede un piccolo colpetto col braccio e gli fece cenno di
invitarla a ballare.
“Mia signora, posso avere l’onore di questo
ballo?” disse Peter mentre le porgeva la mano.
“L’onore è mio nell’accettare il vostro
invito, Grande Re” disse la principessa Eris con un inchino.
Peter trovò sorprendente la facilità con cui
sembrava passare il tempo; danzarono e risero, divertendosi molto insieme.
Peter si trovò ben presto letteralmente rapito dalla ragazza, in ogni senso.
Per la prima volta dalla morte di Edmund guardava qualcuno e pensava che…forse...
“Siete un ottimo ballerino, Maestà”
“Be sì, ero solito esercitarmi con…” disse
Peter prima di sprofondare come in un ricordo.
Era a casa in Inghilterra. Lui ed Edmund
avevano “preso in prestito” uno dei nuovi radiogrammofoni dei loro genitori.
Peter era in piedi ed offriva dolcemente la mano ad Edmund, che la prese con un
piccolo inchino. Peter rise a quel gesto ma proseguì con l’insegnare ad Edmund
le meraviglie del ballo.
"Edmund, devi concentrarti.”
disse Peter ridendo mentre teneva Edmund in posizione, “Lo vogliamo fare per
bene o no?”
“Peter, lo sai che per quanto tu mi insegni, io non diventerò mai un ballerino più bravo
di te”.
“Ma tu devi imparare, Ed. Così puoi fare la
corte a tutte quelle belle ragazze a scuola.” disse Peter, prendendolo un po’
in giro mentre si muovevano lentamente nella stanza, “non devi far altro che
seguire i miei movimenti”.
Peter avrebbe giurato che Edmund peggiorasse
ad ogni lezione che facevano. Non riusciva proprio a capire perché, dopo tutti
i suoi insegnamenti, Edmund fosse semplicemente terribile come il giorno in cui
aveva chiesto a Peter di dargli lezioni di ballo.
“Se non ti conoscessi meglio, direi che ti
sei proprio divertito in queste nostre lezioni, Ed”
“Bé questo acuto spirito d’osservazione non
fa che dimostrare la tua intelligenza, Peter” disse Edmund con un sorriso
ironico.
Peter ricordava quel giorno come se fosse
stato ieri. Quella fu l’ultima lezione che diede al fratello. Fu poco prima di
quel giorno che Edmund lo baciò mentre erano vicino al fiume, prima che tutto
cambiasse fra di loro.
Peter tornò alla realtà bruscamente e trovò che il recente divertimento provato grazie alla compagnia
della principessa Eris stava rapidamente scomparendo. Nonostante questo fece
del suo meglio per mantenere le apparenze. Non sarebbe stato giusto nei
confronti della ragazza.
“Dovete essere stanca” disse Peter quando
smisero di ballare, “Posso andare a prendervi da bere, mia signora?”
“Vi ringrazio della vostra gentilezza, maestà”
disse la principessa Eris dando a Peter un rapido bacio sulla guancia. “Siete
un vero cavaliere”
“Per favore, chiamami Peter” le sorrise Peter
prima di voltarsi.
Peter si incamminò verso uno dei servitori ma
all’improvviso uno degli invitati catturò la sua attenzione. Si trattava di
qualcuno che non aveva mai visto prima. E nonostante ci fossero molti ospiti a
lui sconosciuti, Peter aveva almeno un idea di qual’era
la loro nazionalità.
Peter si fermò e si mise a studiare quello
strano invitato. Indossava una maschera, come molti quella sera, ma quello che
Peter notò di stano è che quello stano ospite era
vestito completamente di nero e sembrava essere in tutto e per tutto un
cavaliere. Più lo studiava e più gli sembrava essere un cavaliere o un
ambasciatore più che un invitato. Qualcuno che era lì per altri affari e che
era arrivato per caso durante il ricevimento. Ma più di questo, più Peter lo
studiava e più si sentiva a disagio. La sua presenza lì lo faceva stare
profondamente male.
“Tu là!” disse Peter chiamando lo
sconosciuto, “Chi sei?”
Peter si incamminò verso di lui ma in quel
momento il cavaliere si girò per andarsene. Qualcosa dentro di lui gli diceva
di fermare lo sconosciuto e di chiedergli che cosa ci facesse al ballo. Ma
prima che potesse raggiungerlo il cavaliere era già sparito nella folla.
“Oreius!” gridò Peter, “Oreius!”
Oreius galoppò velocemente tra gli ospiti e
si mise al fianco di Peter. Peter lo spinse a lato, per non dare troppo nell’occhio.
Il centauro poteva vedere la risolutezza negli occhi del suo sovrano e si
preparò ad agire in fretta.
“Maestà, che cosa vi turba?”
“C’era qualcuno qui, un
secondo fa. un
cavaliere. Un cavaliere in armatura nera che indossava una maschera. Non ho
visto alcun simbolo che potesse suggerire la sua provenienza. non so Oreius. qualcosa non torna. Voglio che tu lo segua e
lo identifichi. Potrei sbagliarmi, ma mi sembrava qualcuno che avesse qualcosa
da nascondere.”
“Come desiderate, maestà” disse Oreius
inchinandosi prima di galoppare verso l’uscita della sala.
“Va tutto bene, Peter?” chiese la principessa
Eris toccando il braccio del re.
“Sì, tutto a posto. Andiamo a prendere da
bere, Eris”.
X Felicity89: Ti ringrazio
della tua recensione. Per quanto riguarda la tua domanda l’unica cosa che posso
dirti è che ciò che avviene a Narnia ha effetto anche di qua dell’armadio.