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Autore: _yulen_    26/12/2014    2 recensioni
Yekaterina Danilenko è una ragazza di origine russe, ma che prima dell'Apocalisse abitava a Fargo, un piccolo paesino in Georgia. Orfana di madre, morta dandola alla luce, è cresciuta con il padre che nonostante la mancanza della moglie, è riuscito ad educarla.
All'età di cinque anni fa la conoscenza dei fratelli Dixon e da lì nasce una profonda amicizia che l'accompagnerà per tutta l'adolescenza, ed è proprio in quel periodo che si innamora di Daryl, il minore dei due fratelli.
Quando i morti iniziano a risorgere, Kate sa che potrebbe morire da un momento all'altro, ma non vuole andarsene senza prima essere riuscita a dichiarare il suo amore.
Tra fughe da orde di vaganti e lotte per sopravvivere, Kate dovrà riuscire a trovare il coraggio di confessare al suo amico di vecchia data i suoi sentimenti e un'altro piccolo segreto che potrebbe distruggere la loro amicizia.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Merle Dixon, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo18

 
 
 
 
 
 
 
«A te che importa?!».
«Mi importa».
 
In quel momento fu come se tutto si fosse fermato. Gli uccelli non cantavano più, il vento aveva smesso di soffiare tra foglie e fili d’erba e noi due eravamo in piedi uno di fronte all’altro senza trovare il coraggio di muoverci.
Respirai una, due, tre volte, eppure mi sembrò che l’ossigeno non fosse abbastanza per arrivare al cervello e farmi pensare con razionalità perché in un istante lo afferrai per il colletto della maglia e lo attirai a me, baciandolo con foga e incrociando le braccia dietro il suo collo.
In un primo momento non rispose, restò pietrificato come la prima volta perciò capendo di aver fatto un altro errore mi staccai, ma in un secondo le mie labbra furono di nuovo attaccate alle sue, richiamate in un secondo bacio.
Le sue mani si posarono dolcemente sui i fianchi e provai un enorme vuoto al centro dello stomaco, il tessuto fine della maglia mi permise di sentire il calore del suo tocco e ciò mi fece venire la pelle d’oca nonostante non facesse freddo.
Era un contatto ambito e per nulla al mondo mi sarei staccata e Daryl sembrò leggermi nel pensiero perché premette con ancora più forza la sua bocca sottile sulla mia, spostando le mani dietro la nuca per spingermi di più verso lui. Leccò le mie labbra per chiedermi il permesso di entrare e presto le nostre lingue iniziarono a toccarsi e accarezzarsi. Mormorai il suo nome tracciando con la punta dell’indice il labbro inferiore e lui si fermò all’improvviso, guardandomi con gli occhi sgranati e la bocca appena socchiusa; le sue mani strette erano ora attorno alle mie braccia.
«Questo cambierà qualcosa tra noi?» chiesi timorosa.
Mi lasciò andare e si voltò dall’altra parte passandosi una mano tra i capelli.
«Torna indietro. Ora!» ordinò camminando nella direzione opposta.
Il suo tono di voce non ammetteva repliche, capii che aveva bisogno di restare un po’ per i fatti suoi e così obbedii.
Quando arrivai al campo mi accorsi di quanto vuoto fosse, nessuna traccia di Glenn, Jacqui,  Andrea, T-Dog o del marito della signora Morales.
Ora che avevo sbollito la rabbia che provavo verso Merle decisi di andare a controllare come stesse, ma quando arrivai alla sua tenda e vi entrai, la trovai vuota. Anche la sua pistola era sparita e a terra erano sparsi dei fogli che catturarono immediatamente la mia attenzione.
Raccogliendoli e guardandoli, vidi che, disegnata in modo grossolano, era riportata la disposizione delle tende, del camper e del mio Hummer. Affianco ogni tenda – tranne su quella dei due fratelli e la mia - c’era un piccolo segno di spunta.
Ricordandomi delle parole di Daryl riguardo al fatto di provare a cercare Merle in città uscii velocemente e percorsi a grandi falcate tutto il campo. Raggiunsi il mio veicolo e partii subito: dovevo arrivare ad Atlanta prima che le cose precipitassero senza che io potessi trovare il modo di porre rimedio.
Avevo un bruttissimo presentimento e non ero sicura di voler sapere di che cosa si trattasse. Strinsi con forza il volante fino a far diventare le nocche bianche e con la mano destra, che non aveva lasciato un solo secondo il cambio, ingranai la marcia ancora una volta per accelerare.  
Il rumore di un allarme in lontananza mi fece distrarre dalla guida e per poco non andai a schiantarmi al lato della strada.
Ma che diavolo…?
Premetti bruscamente il pedale del freno e sbandai un paio di volte prima di tornare in carreggiata e fermarmi completamente. Vidi passare accanto a me una Mustang rossa, alla sua guida Glenn, seguito da un furgone guidato da un uomo che non avevo mai visto.
Sul serio, ma che cazzo sta succedendo?
Con tre manovre rigirai l’Hummer e inseguii quei due mezzi fino alla cava. Quando scesi e mi voltai verso il gruppo, che nel frattempo si era radunato per vedere da cosa derivasse quel baccano, vidi Carl correre verso l'uomo che prima era alla guida del furgoncino chiamandolo “papà”. Subito si gettarono a terra in un caloroso abbraccio, nel quale poco dopo si aggiunse anche Lori che lanciò uno sguardo poco amichevole a Shane.
Iniziano i guai...
«Glenn, dov’è Merle?» chiesi avvicinandomi a lui.
Il fatto di non averlo visto non era un buon segno.
Dio, ti prego, fa che sia vivo.
«Lui… uhm… è successo…» si fermò e guardò per terra come se stesse cercando le parole giuste. Era a disagio in quel momento, ma io avevo bisogno di sapere.
«Glenn, ti prego» supplicai.
Ero ansiosa di sapere come fossero andate le cose e avevo un blocco alla bocca dello stomaco. Se fosse accaduto qualcosa a Merle, Daryl non ne sarebbe stato troppo felice e non sapevo come avrebbe potuto reagire, forse nemmeno io sarei riuscita a calmarlo.
Dopo aver posato il figlio per terra ed essersi staccato dall’abbraccio della moglie, l'uomo che non avevo ancora avuto modo di conoscere si avvicinò a me.
«Sei Kate, giusto?» mi chiese.
Annuii e mi morsi il labbro inferiore, aspettando una risposta che mi fece desiderare di non essere lì.
«Sono Rick Grimes» si presentò. «So che Merle è tuo amico e capisco come ti senti, credimi. Ma lui non sa cooperare e le sue azioni ci stavano mettendo in serio pericolo, così ho dovuto prendere una decisione veloce e l’ho ammanettato su un tetto» disse.
Mi passai una mano sul volto come se quel movimento potesse aiutarmi a pensare ad  una soluzione che non tardò ad arrivare. Dovevo tornare indietro prima che Daryl si accorgesse della scomparsa del fratello.
Salii di nuovo in macchina e chiusi la portiera con forza, noncurante del fatto che tutti mi stavano guardando come se fossi impazzita. Se avevano paura di me in quel momento era perché non avevano mai visto un Dixon incazzato nero.
«Aspetta, Kate!» mi fermò Andrea. «Non puoi andare, quel posto è circondato dagli zombie».
Appoggiai la fronte contro il volante e la guardai.
«Cos’è successo esattamente?» chiesi con un sospiro.
«Stavamo cercando provviste quando abbiamo sentito degli spari in città e subito dopo Glenn  e Rick sono entrati nel negozio dove eravamo nascosti. Merle… lui era».
Annuii capendo dove volesse arrivare.
«Lo so. Stamattina quando gli ho portato la colazione aveva già assunto una dose di eroina e ieri era nelle stesse condizioni. Gli ho sequestrato la bustina, ma ne aveva un’altra».
Serrai le mani a pugno e giurai che una volta ritrovato Merle e averlo riportato alla cava, lo avrei strangolato con le mie stesse mani, anche perché doveva spiegarmi la storia della mappa dell’accampamento. Non gliel’avrei fatta passare come le altre volte.
La sera giunse più veloce del solito incrementando la mia ansia, e mentre gli altri si sedettero attorno al fuoco appena acceso per cenare, io andai a dormire direttamente. Sentivo che non sarei riuscita a mandare giù nulla, avevo lo stomaco bloccato ed ero sicura che se avessi mangiato controvoglia avrei rigettato.
Mi chiusi dentro la mia tenda buttandomi a peso morto sulle coperte e provando ad addormentarmi, senza successo. La preoccupazione per ciò che il giorno seguente avrebbe portato era così tanta da non lasciarmi dormire.
Daryl e Merle non per forza si volevano bene, ma erano uniti da un legame molto forte perché ciò che avevano passato lo avevano affrontato insieme, non erano vincolati solo dal sangue come volevano far credere. Erano l’uno l’ombra dell’altro perché sapevano che era l’unico modo per proteggersi dagli altri, per sentire di meno l’odio che li circondava, potevano fare finta che la cosa non gli importasse ma so che non era così.
Rimasi una buona mezz’ora sveglia, girandomi e rigirandomi ansiosa e preoccupata, sperando che fosse tutto un brutto sogno e che quando mi fossi risvegliata tutto sarebbe stato normale, ma quella sera non sentii il russare del maggiore dei due fratelli, né tanto meno il loro solito bisticciare e quella calma troppo innaturale mi ricordò che al ritorno di Daryl, tutti ci saremmo trovati con una patata bollente tra le mani.
 
 
 
 
 
Il mattino seguente Rick venne da me, nella sua mano riconobbi la pistola di Merle che mi porse e che presi senza esitazione. Mi fermai a guardarlo prima di dire ciò che avevo da dire.
I suoi occhi erano azzurri come quelli del figlio, i capelli erano corti e scuri e sul viso non c’era un accenno di barba, come se in tutto quel trambusto si fosse curato di tagliarla. Era alto, ma per una come me con una statura di un metro e sessantacinque scarsi tutti sembravano dei giganti. Nel suo sguardo potevo ancora vedere il tormento causato dalla sua decisione estrema di lasciare una persona a morire.
«So che c’è una spiegazione dietro al tuo gesto, capisco perché lo hai fatto. Merle ha un talento naturale per mettersi nei guai, ma non è stata una buona idea quello di lasciarlo là» dissi calma.
«No, non lo è» assentì. «Ma ci stava mettendo tutti in pericolo».
Sorrisi senza volerlo, ma ritornai seria subito dopo.
«È bravo a incasinare le cose. Come ho già detto io capisco cosa ti ha spinto a prendere quella decisione, ma Daryl… lui vorrà uccidere qualcuno quando verrà a saperlo».
«Sapere cosa?».
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
*angolo autrice*
ciao a tutti/tutte!
Ecco qua il capitolo mensile, un po in ritardo lo so, ma ho avuto problemi con il computer quindi ho dovuto scrivere tutto a mano e poi ricopiarlo a computer. Ho un altro capitolo pronto che devo mettere su word quindi entro fine mese ci sarà pure il capitolo diciannove.
Voglio anche dire che probabilmente più avanti apporterò delle modifiche perché la storia
sta prendendo una piega che non era prevista (giuro che non sono io, ma i personaggi che fanno ciò che vogliono).
Colgo l'occasione per fare gli auguri a tutti e al prossimo aggiornamento
 
yulen c:
   
 
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