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Autore: Dacchan    26/12/2014    0 recensioni
[Lande di Shannara]
Un'elfetta, appena maggiorenne, dai capelli multicolori che non sa nulla del mondo... Come se la caverà?
Ps: essendo la messa in prosa di ruotate realmente fatte, il pallino potrebbe cambiare in futuro
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Freddo, freddo, freddo.
Sta anche cadendo l'acqua fredda.
A volte vorrei avere la pelle pelosa degli animali al posto della mia.
Lei aveva detto che qui fa caldo.
Lei aveva detto di andare qui e di farlo di corsa, che poi mi avrebbe raggiunta.
Però non mi era piaciuta la sua faccia quando ha preso il suo ramo e ci aveva legato alle estremità una corda.
Però mi fido di lei, tornerà presto.
Deve tornare.

Ma... Perché fa ancora così freddo?
Perché le loro pelli sono così colorate?
Perché non sembrano aver freddo?
E perché mi guardano così male?

Finalmente trovo una porta dove altri entrano ed escono, quindi decido di farlo anch'io.
Una volta dentro, noto subito una giovane dai capelli rossi e un paio di occhi dorati che mi viene incontro con una specie di strana pelle.
Come l'avrà ottenuta?
Ha uno sguardo freddo, apatico.
Forse dovrei averne paura.
Ma non mi importa.
Fa troppo freddo.
E quella pelle sembra così calda...

< Hem... Milady, che vi è accaduto..? > mi chiede senza guardarmi.
La sua faccia diventa stranamente più rossa, chissà perché.

Lancio uno sguardo pieno di gratitudine verso quella ragazza che mi ha passato la pelle.
Esclamo sollevata un < Grazie! > mentre mi fiondo sulla pelle avvolgendomi in essa è sfregandomela sulla mia, di pelle.

Poi abbasso il capo, guardandomi i piedi nudi.
< Ha cominciato a piovere e faceva troppo freddo nella foresta... > confesso colpevole < Così sono venuta qui... >
Do per scontato che sappia che 
< Venite a scaldarvi... > mi dice indicando il camino.
Ha un tono fermo.
Una voce bassa e roca.

Mentre la seguo si fa pensierosa per un attimo.
Poi richiama un ragazzo con un cenno < un latte caldo anche, grazie > e mi scosta una sedia di un tavolo vicino al fuoco < hemmm prego, accomodatevi vicino al fuoco... >.
Non me lo faccio ripetere e mi siedo sorridendole per ringraziarla e vedo il suoi occhi dorati che, dopo avermi studiata, si sofferma sui miei occhi.
Ha un'espressione apatica che stona con il rossore nelle sue guance, ma non ci faccio caso.

< Mah... Come mai... > mi chiede sedendosi a sua volta < Come mai non indossate nulla? >.
Beh, è ovvio il perché. < Non ho una pelliccia come gli animali > faccio spallucce < ma spero che torni presto il caldo >.
< Beh... > fa perplessa < Se non la si ha la ci si procura... > rivela spiazzandomi < No? >.
< E come si fa? > le chiedo curiosa. 
Come si può avere una pelliccia come quella degli animali?
Avere quella del piccolo lupo rosso sarebbe fantastico...

Nel mentre arriva il garzone con i due bicchieri pieni di uno strano liquido bianco e li da a Raisha.
< Tenete... > me ne allunga uno.
< Che cos'ha quest'acqua? > le chiedo portandomelo alle labbra e bevendone un breve sorso.
< È caldo! > mi dico da sola, stranita da quel fatto.
Non caldo che brucia ma mi scalda piacevolmente.
Ed è anche buono!
Chissà perché non lo bevevamo mai.
Faccio per berne un'altro sorso ma la sua successiva domanda mi blocca.

< Come vi chiamate intanto?>.
Abbasso il capo < Non lo ricordo... >.

< Io sono Raisha, fante dell'esercito elfico, > si presenta riaccendendo la mia curiosità < Qualsiasi aiuto voi abbiate bisogno non temete a chiedere... >.
< Cos'è un fante? > le chiedo < E un esercito? >.

Come mai sa tutte queste cose?
Perché Lei non me le ha mai dette?

< Hemmm... > esita un attimo, incassando le mie domande, prima di ricominciare a parlare < Cacciando... O... Comprandosi dei vestiti... > si indica il petto e la pelle che mi ha dato prima < Come questi... >.

Tace per un istante, pensierosa.
Continuo a bere quella strana acqua bianca.
< Ah, quindi queste strane pelli sono vestiti? > esclamo sorpresa.
Come si caccia? Come si fa?
Sono curiosa ma attendo, non sembra che abbia finito di parlare.

< È latte... Non acqua... > mi spiega <  l'acqua disseta solo... mentre questo, un poco nutre... >.

Tace di nuovo, cercando le parole per spiegarsi.
< Latte, capito > finendo di berlo < È buono! > trillo felice mentre appoggio il bicchiere sul tavolo.

< Partiamo dall'esercito... > conclude < È un gruppo di persone, come me e te, > ci indica < Che si prepara per difendere la casa loro e degli altri > rubandomi un dolce sorriso < Che abitano nella città... Da eventuali pericoli, come altre persone che Attaccano... O demoni... O... Bestie... da qualsiasi cosa... >.
Fa una pausa, troppo breve per permettermi di intromettermi nel discorso.
< Il fante è una scelta di una persona, > mi spiega < Ci sono persone che difendono la città a cavallo, chi sa seguire piste e tracce... > si indica < E chi, come me, invece, sceglie di difendere la città preferendo il il contatto diretto con l'avversario... >.

Quindi tace, osservandomi paziente.
Aspetto un attimo prima di parlare io, in modo da sentire se ha altre cose da dire.
Dato che non riprende la parola, le vomito addosso tutte le domande che mi sono nate nel suo dire.
< Cacciando? Comprandosi? Cosa vuol dire? Cosa sono i demoni? E le bestie? E cosa intendi con "contatto diretto con l'avversario"? Cos'è un avversario? >.

La vedo prendere un gran respiro, prima di fermarsi a riflettere per qualche istante.
< Dunque... Cacciare... > cerca le parole adatte < Hum... Un lupo caccia una lepre... Per mangiare... > mi spiega raggelandomi.

< Ma... > balbetto tremante < Ma... > per poi alzarmi di scatto < Ma è orribile! > esclamo orripilata < C'è... C'è veramente chi lo fa? > avevo visto degli animali mangiare carne... Ma era carne morta! Non erano animali! < T... Togliete la vita... Per mangiare? >

Scrolla le spalle < Beh... È natura... Come i lupi, le linci... Alcuni tipi di uccelli.... È natura... C'è preda e predatore... > si indica < Io un giorno potrei essere uccisa e mangiata da un lupo o da un orso... > comincio ad indietreggiare < Loro al contrario di noi mangiano anche altri predatori... > mi spiega < Noi mangiamo solo carne di animali erbivori... Che mangiano erba... > si alza lentamente < Credo... >.

Ecco, adesso mi mangia...
Mi fermo solo perché sbatto contro qualcosa.

< Hei... > mi richiama < Guarda che ti scotti... > indicando dietro di me.

Mi giro e vedo il fuoco a due passi da me, ero stata bloccata da una sporgenza del camino.

< Siediti... > aggrotta le sopracciglia < Scusa se ti ho turbata... > deglutisce.

Obbedisco, tornando al mio posto.
Abbasso la testa, sentendo una folle paura invadermi.
Continuo a lanciare, di tanto in tanto, delle occhiate verso la rossa.
Non voglio esser mangiata...
Ho paura... Tanta paura...
Vorrei che Lei fosse qui...
Saprebbe cosa fare...

La vedo tentennare < Hei... > mi richiama < Non mangio mica anche voi... >.
Sento la tensione calare di colpo.
Sarei caduta se non fossi stata seduta, molto probabilmente.
< Noi siamo come i cani in questo... > mi rivela < Non mangiamo i nostri simili o altri predatori... > scrolla le spalle con noncuranza < Non voglio farti male >.
La sua voce è cambiata.
Ha addolcito la voce e si è messa davanti a me.

< Ti fermo una stanza qui in locanda, > guardandomi negli occhi.
< Cos'è una stanz... > comincio a chiedere ma mi anticipa.
< Un posto dove puoi dormire all'asciutto e al caldo... > mi spiega < E domani... > indica la pelle che mi avvolge < Se ti fermi ancora, ti porto qualche vestito... > mi sorride < No fatto con animali, tranquilla... Ci sono vestiti che sono fatti anche in altri modi... >.

Un sorriso si estende rapidamente sul mio volto.
Non dovrò più sentire il freddo!
E non ucciderà animali per farlo!
Mi lancio contro di lei, stringendola con tutte le mie forze.
< Grazie! > esclamo commossa e felice.
La sento irrigidirsi.
< Mah... No... Niente... > balbetta appoggiandomi una mano sulla spalla.

Comincio a sentire la stanchezza.
O forse è la debolezza dovuta dal freddo, non so.

Mi scosto da lei e mi stiracchio.
La vedo distogliere lo sguardo ma non capisco il perchè.
Sento improvvisamente freddo, come quando ero entrata in questa strana caverna.
Abbasso lo sguardo e vedo la pelle a terra.
Mi chino e la raccolgo, riavvolgendo in essa.

< Hemm non è buona abitudine stare in giro... Hem nudi... > balbetta imbarazzata < Ecco... È... Humm... Imbarazzante... Non si usa ecco... Si usa coprirsi... >.
< Perchè? > chiedo < Cosa vuol dire imbarazzante? >.

Non mi risponde.
Quindi mi guardo in giro, cercando un ceppo senza quegli strani contenitori per il cibo e l'acqua.
Noto che l'acqua, in molti di essi, è colorata.
A volte di un rosso più o meno scuro.
Altre di un giallo ambrato o acceso.
Ma vedo anche un ceppo libero, vicino al fuoco.
Mi dirigo verso di esso e comincio a stendermici sopra.

< No no... > mi richiama sospirando < Aspetta ti faccio accompagnare dal garzone... >.
Annuisco
La vedo girarsi verso un ceppo più grande e massiccio, rispetto agli altri, dove un ragazzo sta maneggiando alcuni contenitori più o meno trasparenti con le stesse acqua che ci sono in quelli dei tavoli.
< Io adesso devo andare, > mi spiega < Spiego bene all'oste la situazione e quando hai sonno, se esci, ritorna qui... >.
Lo vedo accorrere e mettersi a parlare per un po' con la rossa, mentre mi rialzo.
Chissà che si stanno dicendo.

 < Segui il ragazzo... > mi spiega < È bravo, ti porterà nella stanza di cui ti parlavo prima... Mhm....? > quindi mi saluta < A domani intanto... A presto >.
< Ciao > le sorrido < E grazie ancora > salutandola con la mano.

Non aspetto di vedere se mi risponde, ho troppo sonno.
Mi volto e seguo il ragazzo al piano di sopra.
Una volta che mi ha portato nella stanza, mi getto nel letto.
Ho corso per molto tempo dopotutto, un po' di riposo me lo merito.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
   
 
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