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Autore: ninety nine    26/12/2014    7 recensioni
31 dicembre, distretto dodici.
Due ragazzi si dirigono nei boschi alla ricerca di cibo. Questi due ragazzi sono, l'avrete capito, Katniss Everdeen e Gale Hawthorne.
Immaginate come deve essere l'ultimo giorno dell'anno nel distretto più remoto di Panem.
Io ci ho provato in questa fanfiction e non ho potuto non riprendere l'unico accenno a questa giornata che ci fa la Collins, ovvero l'arancia che il signor Everdeen dona alla figlia proprio in questa occasione!
< L'ho sempre detto io, che Katniss ha sempre ragione.- Mi guarda e ammicca. -Buon Capodanno! >
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Hawthorne, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Mrs. Everdeen, Primrose Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corro per le strade del distretto Dodici tagliando per i cortili, come faccio ogni volta per arrivare fino alla casa di Gale. Ci impiego solo pochi minuti, ma sono abbastanza finché la neve che continua a cadere mi inumidisca i capelli e il berretto.

Arrivo alla sua porta e busso. Non ottengo risposta, così la spingo ed entro in casa.

-Gale?- lo chiamo. Nonostante oggi sia il 31 dicembre ci eravamo comunque accordati per andare a caccia e cercare di portare qualcosa di decente in tavola questa sera.

Nel sentire la mia voce, Vick fa capolino da dietro la porta della camera e mi fa un cenno timido con la mano, mentre Rory mi saluta e mi chiede come sta Prim.

-Prim sta bene, Rory. È impaziente che arrivi questa sera per passare un po' di tempo con te.-

Non mi ha detto proprio questo, ma io so che il mezzano dei fratelli Hawthorne ha una cotta segreta per la mia sorellina e non mi va di deluderlo dicendogli che Prim non mi ha detto di riferirgli proprio nulla.

-Tuo fratello dove è?

-Arrivo, Catnip!- lo sento urlare dall'altra stanza. -Dammi un attimo, qui c'è una piccola peste che non vuole alzarsi dal letto!

-Io non sono una piccola peste, io sono una principessa, Gale, e le principesse si alzano tardi. Perché non l'hai ancora capito? Rory e Vick mi chiamano principessa, tu no!

La voce di Posy mi arriva abbastanza distinta. Quella bambina mi piace, ha proprio un bel caratterino ed è tra le poche persone che riescono a esasperare Gale e a farlo sorridere, a parte me.

-Dillo che in realtà piccola peste ti piace di più come soprannome, Posy.

Sento la bimba che gli risponde con una pernacchia e il ragazzo che ride.

-Ora devo andare, ti lascio con i tuoi principini; fai la brava fino a che mamma non rientra e alzati dal letto, forza!

Pochi istanti dopo, fa capolino anche lui dalla porta, mi fa un cenno di saluto e prende la bisaccia dallo schienale della sedia su cui era posta.

-Rory, dai un occhio a Prim finché mamma non torna dal giro biancheria, okay? Ci vediamo più tardi.

Il ragazzino annuisce, fiero che suo fratello gli abbia affidato un compito da svolgere.

-Contaci, Gale. A più tardi! Vick, pronto a buttare Posy fuori dal letto?

Gale si chiude la porta alle spalle prima di sentire la risposta del minore dei maschi della famiglia.

-Sono tutto per te, ora. Programma della giornata?- mi chiede, mentre ci avviamo verso il Prato.

Siamo entrambi perfettamente consapevoli che catturare qualcosa sarà piuttosto complicato, vista la neve che scende da giorni, ma vogliamo comunque provare a recuperare qualcosa per il cenone di Capodanno.

Mi è sempre piaciuta la notte di Capodanno: segna la fine di qualcosa e l'inizio di un periodo nuovo. Ogni anno, ho sperato che cambiasse qualcosa. Ovviamente, non è mai successo nulla. Siamo rimasti una famiglia povera, che combatte per sopravvivere. Miserabili siamo e miserabili resteremo, ma la speranza è l'unica cosa che mi fa andare avanti. Un giorno, qualcosa cambierà.

Rigetto la treccia all'indietro e osservo il mio migliore amico: la neve gli si è già posata sui capelli scuri e lui sta scuotendo la testa con fare infastidito per cercare di togliersela. Dalla bocca gli escono sbuffi di fiato che condensano immediatamente.

Credo che lui possa avere la capacità di cambiare qualcosa, con la sua mentalità ribelle e l'aria sfrontata. Sorrido.

-Direi di cercare di prendere qualche coniglio. Magari, se siamo fortunati, becchiamo anche una pernice bianca o qualcosa di simile da barattare al Forno!

Anche Gale sorride. Gli piace avere le idee chiare sul cosa fare.


 



Una volta scavalcata la recinzione recuperiamo i nostri archi e ci addentriamo nei boschi innevati.

La neve scricchiola sotto i nostri piedi e rende tutto più surreale.

Io e Gale avanziamo vicini, gli archi tesi, pronti a reagire al minimo movimento, ma sappiamo entrambi fin troppo bene, che la selvaggina scarseggia in inverno. A complicare il tutto ci si è messa anche la neve che continua a cadere incessante e rende la visibilità pari a zero.

A un certo punto, Gale si blocca.

-Oh, al diavolo! Di questo passo non porteremo a casa nulla, Catnip! Gli animali sentono i nostri passi sulla neve, non c'è leggerezza che tenga!

-Ehi, Gale. Calmati. Da quando...

Non faccio in tempo a finire la frase che il mio compagno inizia a riversare fuori tutta la rabbia che prova.

-Beh, da quando penso a quante cose mangeranno a Capitol City questa sera e a quanto invece avremo noi in tavola! Con questa neve è già tanto se becchiamo uno stupido scoiattolo! E poi? Ti sembra giusto che noi avremo poco in tavola, mentre nella capitale si ingozzeranno fino a scoppiare? Che noi moriremo di freddo e là si vestiranno con pellicce multicolori? Un giorno o l'altro finirà, qualcuno avrà la forza di prendere in mano le redini di una rivolta. La gente è scontenta ma nessuno ha il coraggio di fare nulla. Il coraggio, ecco cosa manca a Panem. Il coraggio di farsi sentire di urlare che questo sistema non ha senso! I miei fratelli, mia madre, la tua famiglia, Katniss. Loro non sono scontenti? Loro non rischiano di morire? I nostri padri non lo sono già? E i tributi mandati al macello? Ha forse un senso tutto ciò?

Quando fa questi discorsi, gli occhi di Gale si illuminano di rabbia e disprezzo. Disprezzo verso Snow, verso Capitol City, verso il mondo intero. Ha ragione. So che ha ragione, ma non migliora la situazione. So che guiderebbe lui questa rivolta di cui tanto parla, ma alla fine lui cosa è? Un diciassettenne che sbraita nei boschi, spaventando quel poco di selvaggina che potremmo ancora trovare.

Mi avvicino a lui e lo abbraccio.

-Ascoltami, Gale. Non vogliono una rivolta perché sanno che potrebbero trovarsi in una situazione peggiore. È sbagliato, lo so. Ma fare così non ci aiuta. Vediamo se, invece, riusciamo a recuperare qualcosa per rendere felici le nostre famiglie questa sera, okay?

Mi guarda e sorride amareggiato.

-Già, che altro possiamo fare?


 



Alla fine la caccia non è andata poi così male.

Quando torniamo all'interno del distretto abbiamo con noi tre scoiattoli, una lepre e un piccolo ermellino.

Decidiamo di barattare due scoiattoli con un po' di pane dal fornaio e l'ermellino con qualcosa di particolare che possa fare felici i bambini.

-Arance- dico.

Gale mi guarda e inarca un sopracciglio.

-Papà un volta mi ha portato un'arancia per Capodanno. Ricordo ancora lo stupore con cui ho accolto quel frutto rotondo. Scommetto che Posy non ne ha mai mangiata una e che le farebbe piacere!

Il ragazzo mi guarda e sorride.

-Arance siano! Se vogliamo andare per il sottile, nessuno di noi Hawthorne ha mai mangiata una! Prima passiamo dal fornaio però, si sa mai che il vecchio sia in vena di sentimentalismi e ci dia un po' di pane in più!

Attraversiamo rapidamente la piazza del distretto fino ad arrivare davanti alla bottega di Joshua Mellark.

Il fornaio ha un figlio della mia età, ma non ho mai avuto grandi discorsi con lui. In generale i miei contatti con i Mellark si limitano a scoiattoli e pane.

La prima volta che ho portato uno scoiattolo al signor Mellark, avevo otto anni ed ero con papà. Ricordo che l'uomo mi aveva guardato a lungo e poi aveva sollevato lo sguardo su mio padre.

“È proprio una bella signorina e scommetto che si ricorderà di ciò che le sto per dire ora.”Joshua Mellark mi aveva guardata negli occhi e mi aveva detto “Ricordati, Katniss, gli scoiattoli solo e soltanto se mia moglie non c'è. Vedi, ha paura che ingrassi se mangio troppa carne. Te lo ricorderai, bambina dei boschi?”

Così dicendo, mi aveva sorriso e mi aveva porto la mano. Io avevo annuito e gliel'avevo stretta.

Non mi sono mai dimenticata di quelle parole.

Anche oggi lancio una rapida occhiata per controllare che la signora non sia in negozio, poi spingo la porta ed entro seguita da Gale.

All’interno ci sono solo un paio di donne della zona ricca che stanno finendo di fare acquisti per la serata.

Mi avvicino al bancone e scorgo dietro di esso il figlio maggiore di Joshua, Ryan. Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri come tutti i membri della sua famiglia, ma non mi è mai piaciuto particolarmente. Anche ora, ci lancia un'occhiata quasi sprezzante.

Non appena le donne escono dal negozio, chiama il padre e va nel retrobottega, dove lo sento litigare con il fratello minore.

-Katniss- dice il fornaio, facendomi un cenno di saluto. -Gale.

-Buongiorno- ricambio il saluto lanciando a Gale uno sguardo eloquente. So che è ancora acceso dai discorsi di questa mattina, ma se vogliamo ottenere qualcosa non è il momento di essere scortesi.

Il ragazzo mi restituisce l'occhiataccia, poi sfoggia un sorriso piuttosto finto e saluta l'uomo.

-Buon capodanno, signore. Abbiamo due scoiattoli da barattare, cosa è disposto a darci in cambio?

Bravo, Gale, dritto al punto. A sostegno delle sue parole poggio due dei tre scoiattoli che abbiamo beccato sul bancone.

L'uomo li guarda, poi guarda noi. Si volta e afferra quattro panini.

-A voi, e che non se ne parli più. Buon capodanno a tutti.

-Grazie, signore- ringrazio.

Quattro panini: un vero miracolo, finché non penso che dobbiamo farceli bastare in otto.

Gale li prende e li appoggia nelle sua bisaccia.

-Auguri anche a lei.

Si volta ed esce dalla porta, ma si capisce che è soddisfatto. Faccio un cenno di saluto a fornaio ed esco anche io.


 



-Quattro panini, Catnip! Il vecchio era davvero in vena di sentimentalismi!- ride Gale non appena siamo abbastanza lontani.

Finalmente i suoi occhi hanno abbandonato la sfumatura rabbiosa che hanno avuto da stamattina. So che da qualche parte è rimasta comunque, ma ora non è più così visibile.

-Fosse sempre Capodanno!- rispondo sullo stesso tono -Vediamo se con l'ermellino saremo altrettanto fortunati, dai!

Corriamo come due scolaretti fino al Forno.

Appena entriamo, ci avvolge il famigliare odore di carbone e di aromi poveri, il vociare della gente venuta qui per cercare di racimolare qualcosa di speciale per questa sera.

Sae la Zozza ci saluta da lontano e ci fa cenno di avvicinarci.

-Andiamo?- mi chiede Gale, accennando con la testa alla donna.

-Andiamo, dai. Magari ha qualcosa da darci!

-Dubito che Sae abbia delle arance, Catnip, sai?

Mi guarda e abbozza il sorriso sghembo che si apre sul suo viso quando vuole prendermi in giro.

Gli tiro un pugno sul braccio, anche se so che non gli farò per niente male. Infatti, l'unica reazione che provoco in lui è di farlo ridere ancora di più.

-Ringrazia che nel periodo delle feste siamo tutti più buoni, Hawthorne.

Gale continua a ridere.

-Altrimenti?

-Altrimenti, ti devo ricordare chi è più bravo dei due a tirare con l'arco?

La risata di Gale si interrompe di botto. Mi guarda, come pensando a una risposta da darmi.

Uno a zero, Gale.

-Non lo faresti mai, Katniss. O chi verrebbe a caccia con te, poi?

Ha ragione. Gale è l'unica persona a cui so di volere veramente bene a eccezione di mia sorella.

Uno pari, Gale.

Decido di non ribattere e mi avvicino verso il bancone di Sae. Come sempre, lei non mi guarda, ha occhi solo per Gale.

-Guardalo qua, che bel ragazzo che sei, Hawthorne. Hai intenzione di essere così anche l'anno prossimo?

Gale ride e mi guarda di sottecchi. Perché mi sta fissando? Sono una che sa nascondere le mie emozioni, di certo non ho scritto in faccia il fastidio che provo. Almeno, spero. Cerco di darmi un contegno e vedo Gale che ride ancora di più.

-Al diavolo, Hawthorne- bofonchio a mezza voce

-Ah, Sae! Katniss voleva delle arance, non è che ne hai alcune per noi? Abbiamo un ermellino da barattare!

Così dicendo, il ragazzo tira fuori dalla bisaccia la preda e la mostra a Sae. La donna esamina l'animale, poi si volta e caccia nella borsa di Gale cinque arance.

-Proprio perché sei tu, Hawthorne. Degno figlio di tuo padre, bello e deciso come lui. Non cambiate mai, ragazzi miei. Buon anno nuovo e filate ora, via, che non voglio problemi perché commercio illegalmente con due ragazzini!

-Tu non fai altro, Sae- osservo.

Mi becco soltanto un'occhiataccia da parte della donna e decido che è meglio allontanarmi prima che cambi idea.

Gale mi viene dietro velocemente.

-Ha una vera e propria fissa per te, quella donna!

-Non sarai mica gelosa, Catnip!

-Gale!- urlo, tirandogli un pugno su una spalla.

Il ragazzo ride dirigendosi verso casa sua.

-Ci vediamo stasera, Catnip! Vedi di non fare tardi!

Gli faccio un cenno di saluto con la mano e mi avvio anche io verso casa.

- Io non faccio mai tardi! Sei tu di solito quello ritardatario!

Lo sento ridere mentre mi allontano.


 



Quella sera, in perfetto orario, esco da casa insieme a Prim e a mia madre e ci dirigiamo verso la casa degli Hawthorne.

Abbiamo deciso di festeggiare il capodanno assieme:primo, perché così non avevo problemi di spartizione del bottino di oggi e secondo, perché essere in compagnia dà una parvenza di festa a questo giorno. Okay, c'è anche un terzo motivo, anche se sono restia ad ammetterlo: mi fa davvero piacere passare questa festa con il mio migliore amico piuttosto che in casa con mia madre e Prim. Non ho ancora perdonato mamma per il suo comportamento dopo la morte di papà, cosa che invece Prim ha fatto. Sono molto simili, troppo simili. Nei momenti di festa, quando le vedo ridere insieme, la mancanza di mio padre si fa più viva che mai. Mi manca, mi manca tantissimo e avere Gale a fianco mi fa stare meglio. Un po' perché lui è come me, riesce a capirmi e prova ciò che provo io e un po' perché la sua scatenata famiglia mi tiene occupata e mi distrae dai pensieri tristi.

Ci viene ad aprire non appena bussiamo alla porta.

-Signora Everdeen, Prim, buon Capodanno. Entrate pure.

-Ciao, Gale, gentilissimo- lo saluta mia madre, mentre Prim gli passa accanto piuttosto imbarazzata.

-Catnip, sempre l'ultima tu!

-Gale, sempre irritante tu!

Il ragazzo ride, per l'ennesima volta in questa giornata.

-Le feste ti mettono di buon umore per caso? Non ti ho mai visto ridere così tanto!

Un'ombra passa nei suoi occhi grigi. Gale stringe le labbra prima di rispondere.

-Da quando papà è morto in quella maledetta miniera, non è stato più come prima.

-Lo so.

Mi avvicino a lui e lo abbraccio. Lui ricambia e rimaniamo lì, stretti l'uno all'altra con la neve che si posa sui suo capelli e sul mio berretto, ascoltando i respiri che conosciamo così bene per via di tutto il tempo che abbiamo passato insieme.

A un certo punto Gale solleva il viso e mi guarda. Si morde il labbro e sembra stia per fare qualcosa, ma si stacca da me e si mette a giocherellare con la mia treccia.

-Entriamo dai, che altrimenti si preoccupano- dice con un sorriso tirato.

Annuisco e varchiamo la soglia insieme.

Ho imparato a conoscere la casa degli Hawthorne quasi come fosse la mia, anche perché non ci sono grandi differenze. Sia la nostra che la loro appartengono alla fascia di casette basse e tozze che formano il Giacimento, con due stanze e pochi mobili.

Ma questa sera, anche in queste due stanze, si respira un’aria di festa. Appena entro, Posy mi corre incontro e mi saluta.

-Katniss! Gale ha capito che sono una principessa, guarda!

La bambina si indica con l'indice la corona di cartone che ha sulla testa.

Il fratello maggiore la guarda divertita.

-Sarà, ma per me sarai sempre un piccola peste!

Così dicendo il ragazzo la solleva senza sforzo e la prende in braccio, mandandola poi a testa in giù.

-Buon Capodanno, peste!

La bambina gli fa una pernacchia e si mette a ridere.

Vedo Vick che aiuta Hazelle e mia madre ad apparecchiare il vecchio tavolo di legno, mentre sento Rory e Prim che parlano, di là. È incredibile come in tre anni questa sia diventata per me come una seconda casa.

-Posy! Lascia un po' in pace Gale, dai, e vieni a tavola!

La piccola si libera dalle braccia del fratello e corre a sedersi.

Mi avvicino anche io e conto solo sei posti in un tavolo che dovrebbe essere da quattro.

-Due volontari che si offrano per mangiare sul materasso? Non siamo riusciti proprio a stringerci più di così- si scusa Hazelle imbarazzata.

Gale leva a fianco e le mette un braccio attorno alle spalle, poi mi guarda in cerca di conferma. Annuisco.

-Io non ho problemi, ho mangiato anche in posti peggiori- sorrido.

Gale si avvicina al piccolo fornello e riempie due piatti, poi prende un panino e un'arancia e me li lancia.

-Gale!- urlo, prendendoli al volo.

-Arancia per Katniss, che la voleva a tutti i costi!- ride, accomodandosi sul materasso gettato davanti alla televisione a mo' di divano.

Mentre mi avvio verso di lui, sento Hazelle ridere e chiamare anche mia sorella e Rory.

-Che Capodanno cominci!- dice, accompagnata dall'applauso entusiasta di Posy.


 



Un paio d'ore dopo, con la pancia relativamente piena e dopo aver mangiato l'arancia che tanto desideravo da quando mio padre me l'aveva portata, anni fa, siedo spalla a spalle con Gale aspettando il messaggio del Presidente Snow.

-Vediamo quante idiozie racconterà anche quest'anno, quel dannato serpente!- sussurra il mio compagno, le labbra serrate e gli occhi accesi e sprezzanti.

-Gale...- lo ammonisco, anche se sto pensando la stessa cosa, ma so che è meglio non dirla se non vogliamo che i nostri fratelli la ripetano in giro con il rischio di trovarci i pacificatori in casa.

Comunque, capisco le sue reazioni. Anche io vorrei urlare che Snow non è altro che un maledetto impostore, che sfrutta gli abitanti dei Distretti fino a farli morire, anche io sento la rabbia e il disprezzo accumularsi insieme a una profonda tristezza.

-Popolo di Panem! È un onore essere con voi questa sera! Che un nuovo anno si prospetti a voi, ricco di pace e prosperità come i precedenti, perché noi siamo una nazione unita per il benessere dei suoi cittadini. Per il nostro benessere e per la pace del paese. Per questo, anche quest'anno avremo modo di ricordare insieme la distruzione della guerra e di festeggiare la pace. Anche quest'anno, ricorderemo la grandezza di questa pace attraverso gli Hung...-

Gale si alza di scatto e spegne la TV con un moto di rabbia, poi esce di corsa dalla casa. Vedo Hazelle che protesta debolmente e gli vado dietro.

Lo trovo appoggiato al muro di casa sua, i pugni serrati e la mascella contratta.

-Lo chiami benessere questo? Combattere per un pezzo di pane per te è prosperità? Ah, no, cambierà qualcosa, prima o poi cambieranno le cose, Snow, è una promessa! Nel nome di mio padre e di tutti gli altri minatori che hai lasciato morire, ti prometto che qualcosa cambierà!

Gli tappo la bocca con la mano e lo trattengo contro al muro.

-Sei impazzito?- sussurro. -Vuoi che qualcuno ti senta e ti denunci? Vuoi morire per caso, Gale? Eh! Chi baderà alla tua famiglia quando ti avranno arrestato e giustiziato per cospirazione? Ma pensi mai alle conseguenze delle tue azioni, pensi mai a ciò che fai?

Immagino che qualcuno da fuori veda la scena: una ragazzetta magra di quindici anni che tiene a bada un diciassettenne che sembra già un uomo.

-Sei matto?- sussurro, appoggiandogli la testa sul petto e ascoltando il battere frenetico del suo cuore, sentendolo poi rallentare pian piano.

-Hai ragione, Catnip, come sempre. Non so che mi ha preso, non ci ho più visto. Io… io non posso sopportare di sentire quell'ipocrita parlare di pace e tanto meno di Hunger Games in quello che dovrebbe essere un giorno di festa.

Non sai quanto ti capisco.

- Questo però non ci aiuterà a festeggiare, né noi né le nostre famiglie. Torniamo dentro, dai!

Mi guarda e sorride, teso e stanco. Poi tira un respiro profondo.

-Okay- dice dirigendosi verso la porta.

La spalanca e si trova sei paia di occhi che lo fissano.

-Allora, vi sono piaciute le arance?- scherza, come se nulla fosse successo.

-Sììì!- esulta una Posy entusiasta, gli occhi che brillano, che con i suoi tre anni si è già dimenticata del momento di tensione di qualche istante prima.

-L'ho sempre detto io, che Katniss ha sempre ragione.- Mi guarda e ammicca. -Buon Capodanno!

Buon Capodanno! Saremo anche il distretto più povero di Panem, ma sappiamo essere felici una volta ogni tanto!

 

 

 

 

 

 

 

 



Ebbene sì, sono arrivata con una nuova storia!

L'ho scritta per il concorso indetto da V Valentina : ''contest di fine anno'' e non potevo proprio non trattare di Hunger Games e dei miei amori Katniss, Gale e compagnia Hawthorne! Gli sono troppo affezionata!

Tra l'altro ero partita per scrivere una storiella corta e invece è venuto un papiro di quasi sei pagine..perdonatemi, spero sia almeno carina!

Ovviamente, sono aperta a ricevere recensioni, consigli, insulti, pomodori (okay no, i pomodori teneteli in tavola!).. vi voglio bene! Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente (Nonchè in ritardo, perdonami!) Baldr, che ha avuto la pazienza di betarmi ortografia e grammatica pur non conoscendo il fandom! Grazie mille, cara!

A presto k_j

EDIT 18/3/15: M i prendo questo piccolo spazio per citare un'autrice che forse, pur senza che io me ne rendessi conto, mi ha fatto amare ancor di più gli Hawthorne e mi ha invogliato a scrivere su di loro per provare a descriverli come lo fa lei. Grazie a Kary91 , e scusami per eventuali incomprensioni, in questa e in altre storie. Non era davvero mia intenzione.

 

 

 

 

  
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