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Autore: Flowrence    26/12/2014    3 recensioni
Narrandi
carmina
amoris.
( Mikorgan. )
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hey, sei tu che hai difeso quel ricciolino?”
Marco si volta verso il suo compagno di classe, sorpreso. L'ha visto mentre prendeva a pugni quei bulli?
“Sì. Perché, lo conosci?” Gli chiede, incuriosito, e lo osserva attentamente. Un amico?

Eravamo alle medie insieme. Non ha mai parlato veramente col resto della classe, ma non l'ho neanche mai visto confrontarsi con gente più grande e grossa di lui. Eppure, da quando è qui, sembra cambiato... è ancor più chiuso ed evita tutti. Perfino me, che una volta l'ho riconosciuto e gli ho chiesto cos'avesse. Mi ha guardato e basta.”
Marco si mordicchia la guancia all'interno, riflettendo. Vorrebbe contattarlo per accertarsi delle sue condizioni, almeno quelle fisiche. “Mh, hai il suo numero di cellulare?”
Aspetta una risposta, che viene prontamente data. “Se non è cambiato, sì. Avevo i numeri di tutti quelli delle medie, per fortuna li ho ancora.” Il ragazzo fruga tra le tasche, in cerca del telefonino. Attento a non farsi vedere dall'insegnante, che comunque ha concesso loro cinque minuti di pausa, lo estrae e scorre la lista dei contatti. Si ferma su un certo 'Michael Penniman'. “Ecco qui.”

Marco segna il numero sull'angolo del quaderno di matematica, assieme al nome, poi ringrazia. Nell'esatto momento in cui il compagno ripone il cellulare in tasca, la docente riprende a spiegare.
Tuttavia, Marco non l'ascolta. Nella sua mente risuona ancora il nome del ragazzo indifeso.
Michael.

Marco porta la sigaretta alle labbra, fa un tiro. Non fuma spesso, ma all'occorrenza non disprezza una sigaretta, che riesce a riporre ordine e chiarezza nei suoi pensieri. Forse accade solo a lui, ma è un modo come un altro per comprendere meglio il da farsi e i fatti accaduti. Espira, il fumo si condensa in una piccola nuvola grigiastra, che pian piano si dissolve.
Nei giorni successivi ha avuto modo di parlare un po' di più con l'altro ragazzo e si sono dati appuntamento, per l'incontro, precisamente in quel bar. Tuttavia, Marco è arrivato con un po' di anticipo, così si ritrova ad aspettare il ragazzo, lo scaldacollo avvolto attorno alla pelle e le mani in tasca. Ne estrae una giusto ogni tanto, per guardare l'orario. Alla fine, diviene l'ora dell'appuntamento e si guarda intorno, in cerca del ricciolino. Che sia uno di quelli che fanno aspettare molto, oppure no?
La risposta arriva con il ragazzo, che, una volta accostata l'automobile, scende e si guarda attorno a propria volta. Pochi secondi dopo, gli sguardi di entrambi s'incontrano. Marco gli fa un cenno di saluto, invitandolo ad avvicinarsi. Michael guarda per terra, prende un respiro profondo e poi s'avvia, stringendosi le braccia con le mani.
“Ciao.” Lo saluta Marco, come se stesse salutando un suo vecchio amico, e ciò sorprende un po' Michael e, al contempo, lo mette più facilmente a proprio agio.
“Hey...” Accenna un sorriso, timido. “Entriamo?”
“Certo.”
E i due si ritrovano dentro l'ambiente accogliente. Ci sono vari tavolini disponibili, alcuni più in centro e altri più verso i lati, accanto alle finestre chiuse e appena appannate. Marco ipotizza che Michael sceglierà una di lato ed è esattamente quello che succede; il ragazzo, un po' incerto sul da farsi, alla fine si va ad accomodare ad un tavolo sotto una finestra. Marco lo segue, si siede e poi lo guarda.
C'è silenzio, ma a nessuno dei due sembra dar fastidio. Michael guarda fuori, forse cercando spunto per nuovi argomenti. Marco si ritrova ad imitarlo. C'è poca gente che cammina: una mamma col figlioletto, una coppia che spinge una carrozzina e una ragazza, seduta sugli scalini d'una casa, che ascolta la musica.

“Allora...” Marco distende le mani di fronte a sé, stiracchiandosi un attimo, prima di continuare la frase. “Cosa prendi?”
“La cioccolata” risponde prontamente Michael. Giusto. “Tu prendi qualcos'altro?” Gli domanda, un po' preoccupato. Ha chiesto a sua madre i soldi per due cioccolate e, seppur ella gli abbia dato un altro po' di denaro, non ne ha molto. Quindi spera che ciò che ordinerà Marco rientrerà nel suo budget ristretto.
Forse. Sta per rispondere Marco. E prenderebbe il Menu per guardare cos'altro offre la casa, se non fosse che si accorge dello sguardo accigliato dell'altro e decide che può scegliere altro anche un'altra volta. “No, va bene la cioccolata.” Gli rivolge un sorriso rassicurante, massaggiandosi le mani.
E il viso di Michael si rischiara, il riccioluto diviene più tranquillo. “Okay.”
Quando il cameriere arriva, Michael è pronto ad ordinare quanto stabilito e Marco si perde nella contemplazione dei suoi tratti. Gli è sempre piaciuto studiare le persone, specialmente quando queste non concentrano la loro attenzione su di lui. Scorre con lo sguardo i lineamenti del viso, la curva del naso, la distanza tra questo e le labbra, il mento, il collo, la maglia che indossa al momento.
Poi, però, lo sguardo risale sugli occhi.
Ed è lì la fregatura, perché quello sguardo trasmette più di quanto vorrebbe, nasconde pensieri mai esposti e desideri celati. È un libro aperto, che non vuole essere letto. Per questo il ragazzo si nasconde, tenta di passare inosservato, abbassa gli occhi: ne è consapevole, che solo con lo sguardo racconta un mondo.
Ed è lì la fregatura, perché Marco rimane incantato, il fiato sembra mozzarglisi per un attimo e sente un brivido. Uno solo, ma freddo e penetrante, che lo lascia sorpreso. Perché non gli è mai capitato di rimanere affascinato da un uomo; con le donne è successo, certo. Con tutte quelle con cui è stato, ma mai con uno dal fisico simile al suo.

A riportarlo al momento presente è lo sguardo di Michael, che si posa su di lui. Egli inclina il capo di lato, incuriosito dallo sguardo altrui. Che cosa stava pensando? Aveva forse qualche ciuffo fuori posto o un altro particolare imbarazzante? Alla fine, si decide a chiederlo. “Perché... perché mi stavi osservando?”
Marco dischiude le labbra in un sorriso e scrolla le spalle. “Nulla.”
Michael lo guarda per un altro momento, incerto. Poi decide di lasciar perdere.
“Allora, alla fine è riuscita tua sorella a conquistare quel ragazzo?” Certo, non è una delle prime informazioni che due ragazzi si scambierebbero, ma alla fine, per un motivo o per un altro, era saltato fuori quell'argomento. E Marco riteneva che, per iniziare a discutere di qualcosa, era un buon punto di partenza. Nulla che riguardasse direttamente Michael, nulla per cui potesse sentirsi in difetto o studiato troppo.
“Mh, sta cercando di capire qual è il modo migliore” mormora, e sembra per un attimo animarsi. Parlare della sua famiglia lo fa sentire sicuro, anche se non saprebbe spiegarsi il motivo. “Per adesso, però, credo che stia andando bene. Quel ragazzo sembra guardarla... molto.” Soprattutto il fondoschiena, ma questo non lo dice. Lo tiene per sé, perché altrimenti l'atmosfera diventerebbe imbarazzante, non ne ha voglia.
Marco ascolta interessato, portandosi a volte una mano al mento, altre volte posando entrambi i gomiti sul tavolino. “Mh, capisco. E tu? C'è qualcuno?” Domanda che gli è giunta sul momento, quasi sfuggendo alle sue labbra. Sì, insomma, una cotta le persone ce l'hanno spesso; anche Michael rientrerà tra questa gente?
“No” pronuncia, ma forse un secondo troppo tardi. Cerca di essere convincente, ma in realtà una persona che comincia ad interessargli, seppur in minima parte, c'è. Ed è lui. Ma ovviamente non glielo dice, sarebbe davvero strano; dopotutto si conoscono a malapena.
Marco dischiude le labbra e sta per formulare un pensiero, quando il cameriere ritorna, con in mano le due cioccolate calde. “A voi.” E se va via con un sorriso affabile, che Michael rimane ad osservare per qualche secondo di troppo. È molto carino, con quella profusione di ciuffi neri e quegli occhi nocciola. Quando sorride, lo è di più. Michael non riesce a non formulare quei pensieri, gli viene spontaneo; ma qualche secondo dopo arrossisce, maledicendosi mentalmente.
Marco non si è lasciato sfuggire quell'occhiata e lo osserva con un sopracciglio alzato. Ma quando Michael intercetta il suo sguardo, Marco lo posa sulla tazza di cioccolata di fronte a sé. Che abbia pensieri omosessuali? Potrebbe imbattersi nell'argomento, ma non si arrischia. Ha davvero voglia di conoscere quel ragazzo e sa quanto un argomento delicato come quello, se toccato male, può causare diffidenza e chiusura. E Michael già è alquanto chiuso di per sé. Forse, invece, sta semplicemente fantasticando sul tutto. Non sarebbe la prima volta, e in fin dei conti uno sguardo non significa poi molto. Conclude così il discorso che si era aperto dentro di sé, annuendo e dando un'ultima scrollata di spalle, come per segnarne la fine.
Michael, in quel momento di riflessione, ha portato la tazza alle labbra e ha tentato di bere. Ma la cioccolata è calda, ovviamente, e ha rischiato di bruciarsi.
“Ah!” Esclama, posando la tazza sul tavolino e portandosi una mano alle labbra. “Scotta” pronuncia poi, con disappunto.

Marco non può fare a meno di ridere, portandosi però una mano davanti alle labbra. Come per cercare di contenersi.
“È cioccolata
calda” sottolinea, come se fosse la cosa più ovvia. “Ci sarebbe da stupirsi se fosse gelida” commenta poi, facendo girare il cucchiaino, che era stato portato con la tazza, all'interno. In lenti movimenti circolari.
Michael, al suono di quelle risate, ha sentito il sangue affluire alle gote. E ora cerca di nascondere il rossore, abbassando il capo. Tuttavia, Marco ha notato anche quell'imbarazzo.
E si ritrova a pensare che quel ragazzo sia davvero tenero. Poi scuote il capo. Perché pensa cose del genere? Non è una donna da coccolare e vezzeggiare,
è un uomo. Rimarca il fatto, crucciandosi appena.
I due aspettano che la cioccolata calda si raffreddi un po', prima di berla.
Quasi in totale silenzio. Un'altra volta, la cosa non sembra scalfire i ragazzi.

Poi escono dal bar.
​Marco prende una sigaretta e se l'accende, Michael la guarda un po' infastidito. Non gli è mai piaciuto il fumo né chi fuma, per questo vorrebbe chiedergli di non fumare. Eppure, che diritto ha lui di imporre qualcosa sugli altri? Per cui, alla fine si limita a portare le mani davanti al viso e a tossire. Marco, al terzo tiro, sembra accorgersene e solleva le sopracciglia. 
Poi lascia che la sigaretta cada per terra e la spegne con la punta delle scarpe.
Michael rimane sorpreso da quel gesto, ma non può che esserne riconoscente. “Grazie.”

Marco lascia che un sorriso si dispieghi sulle sue labbra, illuminandogli il viso, e scrolla le spalle. “Figurati.”
Il suono di un clacson fa voltare entrambi. “È la macchina di mio padre.” Mormora Michael, sorridendo. Ha un forte legame col padre, questo Marco lo nota e ne rimane sorpreso: sembra davvero felice quando si tratta della sua famiglia.
“Mh, allora ci si vede in giro, a scuola.” Sorride Marco, salutandolo. “Ah, se ci sono quei tipi... chiamami. Non importa se andrò nuovamente in presidenza, non mi piace quando la gente si prende gioco dei più deboli.”
Stavolta è il turno di Michael, quello di rimanere sorpreso. “Okay... grazie.” È davvero grato, per un attimo si ritrova a chiedersi quale angelo gli abbia mandato quella persona nella sua vita, poi si rende conto di star esagerando e di star ancora guardandolo. “Allora... mh, a presto” risponde, quando un altro clacson gli ricorda la presenza del padre.
“A presto” conferma Marco. Un ultimo cenno del capo, Michael s'avvia verso l'automobile, per poi sparire dalla sua vista. E Marco volta le spalle al bar, procedendo verso casa. Non è molto vicina, ma è abituato a camminare. Se proprio si sentirà stanco, potrà sempre passare per la casa di Domenico, che si trova nei paraggi.

Angolo dell'autrice.
Buondì! :3
Lo so che avevo promesso che avrei pubblicato ieri, ma poi un problema tira l'altro e non sono riuscita a regalarvi un altro capitolo in tempo. Ma il ritardo è di solo un giorno, per cui spero di farmi perdonare. ; ^ ;
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto e mi piacerebbe mooolto ricevere una vostra recensione, per sapere cosa ne pensate. ; u ;
Marco e Michael sono usciti assieme per la prima volta, ah? E Marco si è dimostrato davvero premuroso nei confronti dell'altro, addirittura ha smesso di fumare. ; w ;
Okay, devo ammettere di aver shippato molto nel descriverli, ma non è colpa mia. Sono loro che sono così shippabili da dover essere illegali /?. Okay, forse sto esagerando, ma vbby.
Ringrazio come sempre le persone che recensiscono e quelle che hanno messo il capitolo tra preferite/seguite. Grazie davvero!~
Alla prossima, spero presto. Ma non si sa, con tutti i compiti assegnatimi. E le chiamavano vacanze. ; ^ ;
Flowrence.

   
 
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