Emmalin Jane Holden era una bambina testarda e forte. Aveva iniziato a gattonare da poco e fatto innumerevoli tentativi per reggersi in piedi da sola.
Era caduta un numero infinito di volte ma, senza scoraggiarsi o frignare, si era aggrappata alle pareti del suo box e aveva riprovato.
Amanda spiava affascinata ( e pronta ad intervenire qualora Emmalin non ce l'avesse fatta da sola) le giornaliere conquiste della sorellina.
La piccola di casa sembrava aver attirato le attenzioni di tutti e la dolce Amanda, sentendosi messa da parte, iniziava a covare una competitiva gelosia.
Finalmente il giorno del suo quarto compleanno, agghindata con il suo più bel vestitino e con il sole del South Carolina ad illuminarle i lunghi capelli neri, si sentiva di nuovo la principessina di mamma e di papà.
I palloncini, i regali, gli auguri, le attenzioni, la festa, la torta: tutto sarebbe stato per lei in quel giorno speciale.
Stava giocando ad acchiapparello con altri bambini nel giardino dove era stato organizzato il party quando si arrestò di colpo richiamata dai gridolini festosi di Claudia Joy. E allora vide Emmalin muovere i suoi primi, incerti passi.
La mamma la teneva per mano ma la piccola sembrava voler fare da sola.
Amanda corse incontro alla sua famiglia e dinnanzi a quella scenetta si fermò con le mani dietro la schiena.
"Perché non prendi Emmalin per mano, Amanda? Tua sorella ha bisogno anche del tuo aiuto sai?"
E, nonostante la sua festa fosse passata ormai in secondo piano, ad Amanda non dispiaceva. Si sentiva importante lo stesso.