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Autore: Izanami    12/11/2008    3 recensioni
Una raccolta di One - shot sulla coppia Goku/Chichi, ho immaginato degli episodi in particolare...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti, come avrete capito ho deciso di trasformare questa One – shot in una raccolta. Brevi momenti della vita di questa coppia che ho riscoperto da poco!
Ogni capitolo sarà a se stante ma si collegherà con qualcosa a quello precedente… grazie per il sostegno…
Buona lettura!




Il vento soffiava leggero in quella abbagliante mattina d’estate, fiottoli d’aria roteavano sfiorando il suolo e innalzando il polline di distese di colorate peonie, folate calde turbinavano tra le fronde degli alberi di loto e di cedro, i raggi infuocati filtravano tra i rami rigogliosi riflettendo sui verdi fili d’erba piegati sul terreno. 
I grossi ciuffi di capelli neri si spostavano in avanti ad ogni movimento del suo corpo, i colpi sferzati fendevano l’aria come una katana rigida e inamovibile, perle di sudore sprizzavano splendenti nell’etere ad ogni suo gesto.
Sentire contrarre e distendere i fasci muscolari, sotto quel caldo asfittico, era adrenalinico e lo caricava ancora di più colpo su colpo, minuto dopo minuto… tutto ciò lo portava ad una idilliaca sensazione di benessere.
Tuttavia un leggero dolore articolare cominciava a manifestarsi dopo ore e ore di estenuanti allenamenti, un gorgoglio all’altezza dello stomaco gli fece capire che era ora di pranzo.
Con un ultimo pugno accompagnato da un urlo grave finì di combattere contro un nemico immaginario e si voltò…
Una figura esile e spigolosa, addolcita da un lieve rigonfiamento al bassoventre era appoggiata ad un arbusto con le braccia conserte.  
Con i suoi occhi neri e rilucenti aveva seguito per un po’ il duro e sfiancante allenamento del marito, aveva raggiunto quel luogo angusto e poco adatto alla sua situazione, con non poca fatica.
I capelli erano raccolti in un instabile chignon con ciocche che ricadevano ai lati del volto e aveva indossato un leggero vestitino di seta con delle spalline sottili, il tessuto fine dell’abito lasciava trasparire le sue condizioni… altri cinque mesi ancora...
Resosi conto della piacevole presenza della donna smise di allenarsi e le si avvicino con estrema calma, camminando la fissava e cercava di catturare il suo sguardo attirato, invece, da una farfalla posata su un fiore di loto.
Con le poderose braccia avvolse i fianchi della moglie che ebbe un piccolo sussulto, smise di fissare l’insetto colorato girò gli occhi incrociando quelli del marito.
< Buongiorno! > disse con voce calda sfiorandole le labbra con la bocca e carezzandole la piccola pancia gonfia.
< Ciao > le rispose di rimando
Poi si staccò da lei e si chinò sul suo ventre e lo baciò.
< Buongiorno anche a te bambino! >
La giovane seguì con lo sguardo traboccante d’amore quei gesti così dolci e teneri.
< È pronto il pranzo tesoro. > sussurrò al caro marito.

OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

Rumori di piatti e forchette riecheggiavano nella spaziosa cucina,  una pila interminabile di ciotole era depositata al lato dove il nerboruto uomo stava mangiando, con foga macinava tutto ciò che la moglie aveva preparato con cura tutta la mattina.
Lei aveva finito di mangiare da un bel po’, stava a fissare il ragazzone con occhi birichini e con il viso appoggiato sui palmi delle mani.
< ahhh… > esclamò appoggiandosi allo schienale della sedia soddisfatto del pranzo appena consumato, si stirò le braccia e tentò di alzarsi da tavola.
< Fermo là! Devi aiutarmi a togliere questo casino dal tavolo! > la moglie lo bloccò, ancora seduta, per un braccio.
< Ma… >
< Niente scuse! Non vorrai farmi affaticare troppo? >
< No, no… > si ritrovò di nuovo seduto a fissare tutto il disordine che imperversava sul tavolo con una smorfia di disappunto.
Con la mano, gli sposto i neri ciuffi ribelli e lo costrinse a guardarlo negli occhi.
< Ho anche una sorpresa per te. >
Il volto imbronciato dell’uomo si rischiarò ed apparve un sorrisetto malizioso.
< No! Non quel tipo di sorpresa caro… è un’altra cosa! > fece per offendersi la moglie, drizzandosi in piedi e voltando la testa.
< eheh, d’accordo… > acconsentì il ragazzo con una piccola risatina di rassegnazione.
Come una piccola catena di montaggio sparecchiarono e riposero pentole, piatti e posate al loro posto, ad ogni singolo pezzo di porcellana che si passavano tra le mani, le loro dita si sfioravano e un brivido d’eccitazione li percorreva lungo la schiena.
Posato l’ultimo piatto, nel mobile in basso lui alzò lo sguardo, catturò quello della donna e ancora accovacciato cominciò a sfiorarle le esili gambe leggermente abbronzate.
Con un tocco ruvido ma lieve salì sempre più sopra, rialzandosi e carezzandogli le braccia e il volto.
Sentire quelle ampie mani toccarla, prima con delicatezza e poi sempre con più ardore dal basso verso l’alto era seducente, a mano a mano che lui risaliva la testa diventava sempre più leggera, i pensieri si diluivano come granelli di sabbia nel mare.
La prese in braccio all’improvviso e lei sentì come un piccolo senso di vuoto allo stomaco.
< Ma cos… >
< Shhh… > la zittì con un bacio e l’appoggiò sul freddo ripiano di marmo del tavolo.
Un brivido scorse lungo il corpo della donna questo fece si che il marito la stringesse ancora di più a se, riempiendola di baci e carezze.
Il precario chignon si sciolse definitivamente, le dita  si facevano spazio tra quei fili neri e si inerpicavano mantenendo la minuta testa della ragazza.
L’estiva quiete pomeridiana caratterizzata unicamente dallo stridio dei grilli fu accompagnata da dolci sospiri e sguardi bramosi di amore. 

Il giorno in cui voi non brucerete più d'amore, molti altri moriranno di freddo (François Ma
uriac)

OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

Folate calde di vento entravano a fiotti dalla grossa finestra che dava nel salone centrale.
Sentì qualcosa di umido posarsi sui suoi pettorali scoperti, aprì lentamente un occhio poi anche l’altro, ciò che vide lo allettò: due rosee labbra continuavano a lambirlo con estrema dolcezza e delle dita impertinenti disegnavano linee immaginarie sui suoi muscoli definiti.
Sperando che si destasse, la ragazza era concentrata nel fare tutto con la massima delicatezza, quando una mano le si posò al lato del viso, smise di toccare il marito e alzo il volto.
< Ti sei addormentato, non la vuoi più la sorpresa? >
< Credevo che… > rispose l’uomo stralunato
< Che sciocchino, te l’avevo detto che era un’altra cosa! > si sporse per scoccargli un bacio
Si alzò di scatto e con piccoli passetti uscì di casa lasciando entrare uno sbuffo di vento afoso dalla porta.
Drizzò le spalle sullo schienale del divano, e fissò il punto in cui era sparita la moglie, attese non poco e la vide arrivare accaldata e leggermente ansate con le mani nascoste dietro la schiena.
La piccola pancia era più visibile in quella posizione.
Avanzava lentamente verso il divano e fissava il marito negli occhi
< Ieri sono andata in città con mio padre >
< davvero? > si allarmò il marito
< Si! Mentre tu eri sull’isola di Genio! > rimbeccò lei con aria furbesca.
Continuava a camminare piano e i suoi minuti passi l’avvicinavano sempre di più a quella figura statuarie e forte.
< E allora… > s’interruppe suscitando nel marito la più fervida curiosità
< E allora? Cos’è successo? > disse insistendo
< E allora, mentre stavamo sorvolando la radura nella zona est ho visto un luccichio e… >
S’interruppe di nuovo…
 < E… > l’uomo scostò la schiena dal divano impaziente.
<  E Ho trovato questa! >
Con un veloce movimento delle braccia mostrò all’uomo un qualcosa tra le mani.
I raggi di sole che inondavano la stanza riflettevano sulla superficie di quello strano oggetto, preso dalla curiosità s’alzò dal divano e si avvicinò.
Mise a fuoco nonostante la luce solare non permettesse e vide una piccola sfera arancione e lucida che brillava tra le mani della sua amata.
< È proprio la Sushinchu, la sfera dalle quattro stelle! > disse lei gonfiandosi d’orgoglio.
Lo stupore iniziale fece spazio ad una felicità smisurata, ritrovare la sfera di Nonno Gohan era per lui fonte di gioia pura.
La contentezza provata in quell’istante fu tale da non contenere la sua forza, prese la moglie tra le braccia e la sollevò in aria.
< Fa attenzione, Goku! > urlò
< Non preoccuparti amore mio…. Ahah…la Sushinchu… ahah… la sfera di Nonno Ghoan… ahah… >
Continuava a girare su se stesso con la moglie sollevata a mezz’aria.
Poi all’improvviso si fermò di botto
< Ti amo! > le disse guardandola dritto negli occhi e baciandol
a.

OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

Era quasi l’imbrunire, l’aria si era fatta più fresca e il vento era meno asfissiante, stava seduto ai piedi del grosso albero di cedro dinanzi la propria dimora, girava e rigirava tra le mani quel piccolo oggetto patinato, scorreva con le dita lungo la sua superficie e rasentava il contorno delle quattro stelle.
Ricordi gli affioravano alla mente: Nonno Gohan, il matrimonio, la ricerca del ventaglio, il torneo di tenkaichi contro Piccolo, le peripezie con Crilin, Bulma, Yamcha…chissà se sarebbero tornate quelle avventure di un tempo…
< A cosa pensi? >
L’aveva abbracciato e si era accomodata proprio di fianco a lui e adesso lo fissava in attesa della risposta alla sua domanda.
< Pensavo a Nonno Gohan, al torneo di Tenkaichi… >
< Ah, capisco! > lei era consapevole che il motivo di quella cupidigia era l’ozio e la tranquillità… non era mai riuscito a stare fermo, senza combattere e trovarsi in serie difficoltà.
Il suo uomo era un fiero combattente e nessuno avrebbe potuto bloccargli la strada, forse questo bambino era uno sprono in più per tenerlo con se…
< Non ti ho detto tutto di ieri… > fissava l’erba umida con gli occhi ingenui di una bambina
Lui la prese per i fianchi e la posizionò, come al solito, fra le sue gambe.
< Beh allora cosa hai omesso di dirmi? >
< Sono andata dal medico… > era quasi timorosa nel dirglielo
< C’è qualche problema? > si riscopri a dire allarmato.
< No, assolutamente, il bambino cresce sano e forte… >
Sano e forte? Bambino?
Ma allora…
< È maschio Goku! Nostro figlio sarà uno splendido maschio e si chiamerà Gohan! >
Il cuore nel petto dell’uomo ebbe un battito in più, un figlio maschio, erede della famiglia Son, un piccolo forte come il padre.
Ad un tratto si ricordò della sfera riposta tra le mani, la portò dinanzi alla donna e lei attirata da ciò si girò verso di lui.
Quando l’aveva di fronte la fermò con le mani, le carezzò la pancia gravida, si avvicino ad essa e sussurro:
< Nonno Gohan l’aveva affidata a me, degno e unico erede della famiglia Son, da adesso in poi questa sfera apparterrà a te… piccolo figlio mio! >


un maschio...
un erede Son...
un figlio che potrò allenare...
il futuro della mia famiglia...
il mio Gohan!



Eccomi di nuovo, spero che il continuo sia degno del primo capitolo.... fatemi sapere! Grazie.

ringrazio sempre coloro che leggono
ringrazio chi recensisce:

cagina: Grazie, per i complimenti e per avermi dato fiducia...  spero che questo sia un meritevole continuo della storia.^^
un bacio  iza
jojoND: Oddio sei un angelo... *-*, ti ringrazio tantissimo per i complimenti e sono davvero contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto, mi auguro che anche questo secondo sia alla stregua del primo.^^ un bacione
nanatsu: teso, anche qui ti acchiappo... ebbè tanto lo sapevi che avevo pubblicato... piaciuto il cappy? fammi sapere! un bacione Tadb zia iza
elvis93: Grazie davvero ^^ felice che il capitolo ti abbia fatto battere il cuore e che sia stato toccante. spero che anche questo non sia da meno. ^^ un bacio
  
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