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Autore: Izanami    07/11/2008    9 recensioni
Una raccolta di One - shot sulla coppia Goku/Chichi, ho immaginato degli episodi in particolare...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il vento le sfilava tra i capelli, le lunghe ciocche corvine ondeggiavano, si drizzavano a mezz’aria e, come fili di seta nera, luccicavano sotto il riflesso di uno dei primi limpidi tramonti di primavera.
Aspirare ad occhi chiusi quell’odore di ciclamino e fiori di pesco non poteva che inebriarle la mente e offuscarle i pensieri… era rilassante stare seduta a gambe incrociate su quella vecchia e larga panca di legno massiccio, spettatrice di tutte le sue erranti emozioni passate.
Rifugiarsi li, davanti a quel piccolo pezzo di paradiso significava riappacificarsi con i propri pensieri, allineare le emozioni e riequilibrare la mente.
I raggi caldi di quel nitido tramonto le sfioravano le braccia e le lunghe gambe scoperte rendendo la sua pelle chiara ancora più lucente, un senso di quiete e distensione avvolgeva la sua figura minuta accovacciata su quell’enorme piano legnoso.
Una folata di vento più forte la destò dalla meditazione e con un sospiro profondo aprì gli occhi, riempiendosi i polmoni spalancò le iridi non preoccupandosi di incrociare quegli ultimi sprazzi di luce solare, ma il riflesso di quest’ultima sulla calma superficie del lago le rimbalzò sulle pupille, costringendola a socchiudere le palpebre.
 Non solo il vento ma un fruscio improvviso fu a scuoterla, un calpestio molesto che schiacciava le poche foglie secche ancora reduci dell’inverno passato… erano passi a lei familiari.
Sentì sfiorarsi le braccia da due grosse mani, senti due gambe avvolgersi alle sue… arti fasciati da una ruvida e grezza stoffa color arancio. Il profumo pungente di muschio selvatico si insinuò surclassando quello dolce dei fiori di pesco, avvertire il suo respiro sul collo le destabilizzò di nuovo i pensieri e le emozioni cominciarono a sparpagliarsi per la mente.
< Ancora con la "posizione del loto"? > Le sussurrò nell’orecchio.
< Mi rilassa! Dov’eri?>
< Da Genio! > Cominciò a sfiorarle le braccia e risalire sul collo cercando di rendere il suo tocco rude un po’ più delicato.
< Ah, capisco!>
Volto leggermente il viso, incrociò i suoi occhi tra le proprie ciocche color carbone e si rigirò davanti continuando ad ammirare il sole che cadeva nelle acque cristalline del lago.
Da dietro, lui affondò il proprio mento tra il niveo collo e la spalla appena scoperta da una t-shirt dal collo troppo largo.
< Profumi di buono!>
Sentì la mascella vigorosa muoversi sulla sua spalla, un sorriso le attraversò le labbra.
< E’ il profumo dei fiori degli alberi! Forse hai fame? >
< Forse…>
Una scia umida la fece rabbrividire… sentire la sua lingua sulla sua pelle le stava quasi facendo perdere i sensi, chiuse gli occhi buttandoli al cielo.
Dischiuse leggermente le labbra emettendo un gemito, sentì che le forti braccia la strinsero ancora di più, appoggiò la sua schiena al petto robusto dell’uomo dietro di lei, lasciò cadere la testa all’indietro poggiandola sul suo collo vigoroso.
Apri gli occhi solo quando lui smise di carezzarle ogni centimetro di pelle scoperta.
Rialzò la testa e vide che il sole era quasi scomparso facendo spazio al buio della notte.
< È l’ultimo spicchio di sole che cala nel lago. >
Disse lui con voce roca e profonda, forse lei non l’aveva mai sentito parlare così.
Si voltò e, un po’ per dispetto per averla lasciata sola tutto il giorno e un po’ per divertimento, fece per baciarlo ma ritrasse le labbra prima che lui le potesse fare sue.
Si alzo di scatto dalla panca, gli fece una linguaccia, un piccolo sberleffo e si avviò verso la casupola a poche decine di metri di distanza.
Con gli occhi spalancati che luccicavano alle prime ombre della notte lui si portò una mano alla nuca non capendo cosa volesse fargli capire la donna.
Uno sbuffo di vento lo fece leggermente rabbrividire, si alzò dalla panca e stirò le muscolose braccia, girò il collo a destra e a sinistra e si avviò anch’egli verso la piccola dimora nel bosco.
 
OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

Aprì la porta di casa, il silenzio aleggiava sovrano, la cucina era quasi del tutto inondata dall’ombra notturna, un cigolio attirò la sua attenzione: era l’anta della finestra che veniva mossa dal vento, un po’ di inquietudine trapassò il corpo dell’uomo… meglio accendere le luci.
Aggrottò leggermente le sopracciglia quando la luce artificiale delle lampadine inondò la stanza, si voltò in cerca di una piccola figura familiare… ma dov’era finita?
Salì con molta calma le scale che l’avrebbero portato alle camere da letto e ai bagni, forse stava in camera? Magari sotto la doccia?
Tese l’orecchio in attesa di scoprire la verità, restò fermo dinanzi alla porta d’entrata del bagno.
Ebbe un sussulto quando due esili braccia lo tirarono e lo trasportarono con non poca fatica nella camera da letto alle sue spalle.
Si lasciò portare, poi attraversata la soglia della stanza la donna lo lasciò e lui potè voltarsi.
Accese la luce e la trovò con le mani sui fianchi, le lunghe gambe piantate a terra una dietro l’altra in posizione da combattimento e gli occhi neri rilucenti e birichini che lo scrutavano in attesa.
La squadrò da capo a piedi, non l’aveva notata prima, la “posizione del loto” e l’imbrunire non gli avevano permesso di analizzare bene cosa avesse indossato: una sottilissima t-shirt di cotone giallo,  era abbastanza lunga da poter essere indossata da sola, il collo era slabbrato e cadeva sul lato scoprendole la spalla…
Le lunghe gambe scoperte… il tessuto sottile… stava andando troppo oltre con la mente, meglio ascoltare cos’aveva da dire.
< Sei arrabbiata con me? >
< Mi hai lasciata da sola tutto il giorno! >
Abbassò lo sguardo  < Mi dispiace > si morse le labbra, forse aveva ragione, non doveva lasciarla sola troppo tempo.
Il cuore della donna ebbe un piccolo fremito, sentire la voce dell’uomo più forte del mondo pronunciare quelle parole era davvero molto strano.
< Non farlo mai più! > incalzò con voce rotta abbassando le braccia lungo i fianchi.
Al suono esitante di quelle parole lui alzò lo sguardo, e in quel momento, quando vide la sua donna con i pugni serrati e lo sguardo abbassato senti qualcosa scoppiargli nel petto, il cuore non aveva retto?
Lei sapeva di non essere del tutto convinta di ciò che aveva detto, era impossibile che non l’avesse lasciata mai più da sola in casa…
Tuttavia si ammorbidì quando senti il corpo caldo  dell’uomo avvicinarsi a lei e stringerla contro il suo petto, una mano le prese la testa e l’appoggiò sui pettorali scolpiti, l’atra mano le accarezzava la schiena e le spalle.
< Mi dispiace > sussurrò di nuovo baciandole la testa e appoggiandone il viso sopra.
Le piccole mani scorsero lungo la linea di quella angusta cintola blu che indossava, ne trovo il nodo e la sciolse, la tuta arancione si gonfiò quando la cinta si slegò e cadde a terra.
Staccò leggermente il viso e il corpo dall’uomo e con quelle stesse mani impertinenti aprì la tuta per accarezzargli il petto nudo.
Lui la lasciò fare, quando sentì poi la manina della donna insinuarsi al di sotto del bacino la fermò, le blocco i polsi e la costrinse a guardarlo, quando i quattro occhi neri si incontrarono i loro respiri affannati si fecero ancora più intensi.
Le alzò le braccia, si sporse in avanti per baciarla, lei fece altrettanto...
“Il bacio è un dolce ritrovarsi dopo essersi a lungo cercati”… mai massima è stata più vera!
Quel gesto così inconsulto spazzò via tutte le incertezze della donna e tutte le preoccupazioni dell’uomo.
La prese in braccio, lei aprì le gambe e lo avvinghiò a se, continuavano a baciarsi e divoranti di passione sospiravano e gemevano.

OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

Una ventata spalanco la finestra facendo ondeggiare la leggera tenda.
I capelli corvini del ragazzo semi-sdraiato sul letto con una mano dietro la testa, si mossero sotto il soffio imponente del vento. Abbassò la testa e lo sguardo si posò su quella esile ragazza che si era appena addormentata sul suo petto.
I lunghi capelli neri sparpagliati sulle piccole spalle ricadevano fluenti come le onde alla foce di un fiume, il viso rilassato e gli occhi chiusi la rendevano davvero indifesa.
Non erano i fiori degli alberi a profumare di buono…
Rialzò lo sguardo verso la finestra e vide oltre le ante il lago calmo e tranquillo, nella sua superficie si specchiavano tutte le miriadi di stelle di quella splendida notte di primavera.
Quando sentì una leggera pressione sulla pancia abbassò di nuovo gli occhi e incrociò quelli vispi della moglie.
< Che ore sono? Devo preparare la cena! > l’estrema dolcezza con il quale pronunciò quelle parole fece si che il marito le strappasse un bacio.
< Non è mai troppo tardi per mangiare! > le disse l’uomo schioccandole un altro bacio.
Si alzò a mezzo busto coprendosi il seno con il braccio, infilò gli indumenti ancora sul letto e si drizzò in piedi.
Lui la vide scavalcare con un piede il suo corpo e piazzarsi davanti, sentiva i piedi freddi sfiorarle i muscoli del bacino, la scrutava dal basso in tutta la sua bellezza poi con un gesto rapido lei si curvò su di lui con la schiena dritta e lo fissò negli occhi
< Non credere che sei perdonato!> 
Rimasero entrambi incatenati, occhi negli occhi, come se un’attrazione sopita e un impulso irrefrenabile impedisse che guardassero altrove.
Un piccolo sbuffo d’aria, entrò dalla finestra e scostò il tessuto sottile della t-shirt sul fondoschiena della moretta destandola dall’ipnotico sguardo del marito e facendola rabbrividire.
Scattò come una molla e ritornò a sovrastare la nerboruta figura dell’uomo sotto di lei che continuava ad accarezzarle ogni parte del corpo con lo sguardo.
Con un piccolo saltello scese dal letto e si avvio versò il piano di sotto.
< Sta molto attento!>  si sentì in lontananza.

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Scese in cucina attirato da un profumino invitante, la vide trafficare con padelle, pentole e tegami di vario tipo e genere, sempre con indosso quel misero pezzo di stoffa.
Si appoggiò allo stipite della porta e continuava a scrutarla.
Finito di cucinare, mise tutto sulla tavola e si sedette stizzita, lui la raggiunse e insieme cenarono.
< Ehi, amore, mi spieghi cos’è successo?>
Gli rivolse uno sguardo eloquente che celava mille interrogatori, mentre lei continuava ad andare su e già dalla tavola al ripiano della cucina.
Lei si bloccò e si voltò
< Come non noti nulla di diverso? > fece due passetti in avanti, posò le mani sui fianchi e scostò la testa.
< … hai tagliato i capelli? > disse l’ingenuo marito grattandosi la nuca.
Si fermò di botto e lo fulminò con lo sguardo
 < No! Non ho tagliato i capelli, vedi meglio…> con una piroetta girò su se stessa, la leggera t-shirt si riempi d’aria e i lunghi capelli si alzarono leggiadri.
Non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di diverso nella sua donna quella sera, un solo pensiero era fisso nella mente: la t-shirt gialla iper-leggera e cortissima.
< Beh, tesoro, non riesco proprio a capire!>
Lei sconfitta tirò giù le spalle, rilasciò il fiato sospeso e si rigirò per trafficare con i tegami di terracotta e le padelle in pietra lavica.

OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

Dopo due ore era stesa di nuovo sul letto, stavolta con indosso una leggera canotta e un pantaloncino e guardava il soffitto.
La luce della lampada illuminava solo metà stanza,  il vento passava attraverso la finestra socchiusa e continuava a muove la sottile tenda... all’improvviso si ricordò del marito e si affacciò proprio al bordo del giaciglio coniugale e lo scorse intento a fare degli esercizi per gli addominali.
< Ma davvero non hai capito nulla? > gli chiese mettendo su un mezzo broncio.
< ..mmm…> fu la risposta, poi smise di faticare e si alzò.
Scostò il lenzuolo e si stese sul letto, la moglie scrutò tutti i suoi movimenti con fare interrogativo.
Con una dolcezza infinita prese la donna, la trascinò a sé, la fece accomodare, di spalle, tra le sue possenti gambe e l’abbracciò.
Affondò la bocca sotto il suo collo profumato e liscio, la riempi di tanti piccoli baci, poi alzò la testa e disse:
< Se sarà maschio che dici di chiamarlo Gohan? >
Un fremito passò nel cuore della donna, aveva capito!
Socchiuse gli occhi e si lasciò cullare dalle forti braccia del suo unico amore.
< Tutto ciò che vorrai, Goku! >

OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

un figlio...
una parte di me è in lei...
lei...
la mia donna...
mia moglie...
la mia amante...
la madre di mio figlio....
il mio più grande amore!



Eccomi di nuovo con una  nuova One - Shot... stavolta Chichi/Goku.
che ne dite? Forse non dovevo pubblicarla... se devo toglierla di mezzo basta dirlo! Grazie. Un bacio iza
Altra questione... la continuo?
  
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