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Autore: katyjolinar    27/12/2014    2 recensioni
Una scoperta su sua madre porterà Astrid a scoprire le sue origini e battersi per mantenere vivo il ricordo della persona che l'ha messa al mondo
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente i ragazzi si trovarono sul tardi all'Accademia.
Hiccup e Astrid arrivarono con calma, a piedi, scortati dai loro due draghi, e notarono che Gambedipesce e Muscolone erano già sul posto.
"Buongiorno, Gambedipesce." lo salutò il castano "Già qui? Pensavo arrivassi con gli altri..."
"Oh... ehm... veramente avrei voluto." rispose il corpulento ragazzo "Ma sembrava che Moccicoso e Testa di Tufo stessero discutendo un qualche tipo di affare, e credo che ne avranno per un po'..."
"Che tipo di affari?" domandò Astrid. Sapeva fin troppo bene che la parola 'affari' legata a Moccicoso significava una sola cosa: guai in vista.
"Non lo so..." disse il ragazzone, facendo spallucce "Ho sentito che parlavano di prezzo di qualcosa... e riscatto... non ho capito bene..."
Hiccup guardo la ragazza. Prezzo... riscatto... affari... cosa diavolo avevano in mente quei due? Il giovane non poteva permettere che succedesse qualcosa di losco nella sua Accademia, già aveva da pensare alla sicurezza di Astrid, se si mettevano in mezzo anche Moccicoso e i gemelli poi sarebbe stato davvero un disastro!
Finalmente li videro arrivare. I due ragazzi discutevano ancora, a bassa voce, mentre Bruta camminava in mezzo a loro, sorridente, guardando un po' l'uno e un po' l'altro. Quando vide i tre, corse loro incontro, con aria felice, fermandosi davanti a Astrid e abbracciandola.
"Oddei, Astrid!" esclamò, allegra "Sono così felice! Non hai idea!"
"Ehm... che cosa è successo?" domandò l'altra, ricambiando l'abbraccio ma, contemporaneamente, cercando di allentarlo un po', perché era troppo caloroso e le stava mancando il respiro.
"Moccicoso ha chiesto la mia mano!" rispose Bruta "Questa primavera mi sposo!"
"Oh... ehm... è una notizia fantastica..." balbettò la giovane "M... ma potresti allentare la presa, per piacere? Non respiro..."
"Ah, scusa... me ne ero dimenticata..." si scusò la ragazza dalle lunghe trecce, allentando la presa e abbassandosi un po' per guardarle la pancia "Scusami, piccolino. Non volevo stritolare te e la tua mamma."
Hiccup sbiancò, afferrò con delicatezza ma contemporaneamente in modo autoritario Bruta per le spalle e la guardò negli occhi, serio.
"Come hai detto, scusa?" domandò.
"I... io..." balbettò la giovane, intimorita dallo sguardo severo dell'amico, ma Moccicoso si avvicinò e le tolse la mano del cugino dalla spalla e lo fissò con fare altrettanto severo.
"Non toccare la mia fidanzata, cugino." ringhiò.
"Glielo hai detto tu?!" esclamò l'altro, per nulla intimorito, strattonandolo per il braccio che gli stringeva il polso e trascinandolo dalla parte opposta dell'Arena, lontano dalle due ragazze e dagli altri due ragazzi.
"Beh, sì, ovvio!" rispose Moccicoso, guardandolo con rabbia "Se no come spiegavo i rumori che venivano da casa di Astrid, ieri sera, quando siamo passati lì vicino?"
Hiccup strinse i denti e lo afferrò per il colletto, guardandolo negli occhi, arrabbiato.
"Chi altro sa?!" disse, iroso.
"Nessun altro!" disse il moro, senza abbassare lo sguardo "L'ho detto solo a Bruta. In ogni caso continuo a sostenere che tu e Astrid siate completamente impazziti a voler a tutti i costi mettervi nei guai e tenere nascosto quel bastardino!"
"Ti proibisco di chiamare così mio figlio!" ringhiò Hiccup, tirando su il cugino per la collottola.
"Come dovrei chiamarlo? È quello che è, un bastardino! Se voi due non vi foste imputati a voler infrangere tutte le nostre leggi non sarebbe tale!" rispose Moccicoso, con lo stesso tono.
Hiccup stava per rispondergli a tono, ma Astrid corse da loro, separandoli e mettendosi tra i due. Guardò calma il compagno, che fece un passo indietro, alzando le mani in segno di resa, poi si voltò verso l'altro, che si aggiustò il colletto, borbottando.
"Finitela, voi due!" esclamò "Non voglio vedervi litigare! E tu, Moccicoso, rispetto il tuo punto di vista, ma tu vedi di rispettare il nostro! Se chiami di nuovo mio figlio in quel modo, giuro che questa volta lascio che Hiccup ti massacri di botte!"
Moccicoso rise. Suo cugino massacrarlo di botte? Ma dai! Un ragazzo pelle e ossa come lui non potreva nulla contro il possente vichingo che era il moro!
Astrid sospirò e lanciò un'occhiata a Hiccup, poi fece un passo indietro, lasciandogli il campo libero. Il giovane non se lo fece ripetere due volte, strinse il pugno e lo stampò con forza in faccia al cugino, che, stordito, perse i sensi e cadde all'indietro. Testa Bruta si avvicinò per soccorrerlo e Astrid le posò una mano sulla spalla.
"Tranquilla, si riprenderà in fretta." la rassicurò "Il tuo fidanzato ha la pelle dura."
L'altra annuì, mentre Hiccup scambiava uno sguardo con la ragazza e faceva avvicinare il resto della squadra.
"Ragazzi, devo parlare con voi." esordì "Ma quello che sto per dirvi non deve assolutamente uscire di qui. Quando sarà ora che gli altri sappiano, sarà unicamente compito mio o di Astrid farlo sapere."
"Ma se quello che ci dite non deve uscire di qui allora devo vivere qui all'Arena?" domandò Testa di Tufo, che, come al solito, non aveva capito nulla.
"No, tufo." rispose, calma, Astrid "Significa solo che devi mantenere il segreto."
"Quale segreto?" chiese ancora Tufo.
La giovane guardò il compagno, che annuì, quindi lei si avvicinò ai due ragazzi, prese le loro mani e se le poggiò sulla pancia.
"Ehi! Cosa..." balbettò Gambedipesce.
"Shhh!" lo zittì la bionda, che chiuse gli occhi, facendo dei respiri profondi. Il bambino, dentro di lei, fece una capriola, e sul volto dei due giovani comparve un'espressione stupita.
"Quello che state sentendo è mio figlio." riferì Hiccup, avvicinandosi e passando un braccio attorno al fianco della compagna "Lo abbiamo concepito questa primavera, poco prima che mi prendessi quella malattia. Non lo sa ancora nessuno, al villaggio, e, per ora, vogliamo che resti così."
"Ehm... perché?" domandò Tufo, che continuava a fissare la propria mano sulla pancia di Astrid.
"Perché sto combattendo una battaglia per cui è meglio che si sappia il più tardi possibile del bambino." rispose la giovane "Io e Hiccup ci amiamo, questo bambino è venuto per caso, ma la regola vorrebbe che ci sposassimo per forza, perché lui dovrebbe nascere all'interno del vincolo matrimoniale."
"Ma non vogliamo sposarci per forza." continuò il giovane, senza mollare la compagna "Vogliamo fare tutto con i nostri tempi, e per me mio figlio è mio figlio, legittimo in ogni caso. Non sarà un matrimonio a cambiare l'amore che provo per lui o per sua madre."
"Ma tuo padre si arrabbierà molto, quando lo verrà a sapere..." sussurrò Gambedipesce, tremando di paura.
"Non lo farà, se aspettiamo il momento giusto." spiegò Hiccup "Per adesso nessuno si è accorto di nulla, sappiamo che prima o poi si noterà, ma so che mio padre deve rispettare la memoria della madre di Astrid, quindi non potrà obbligarla a fare nulla che lei non voglia. Al massimo chi rischia sarò io, ma farò in modo che non succeda."
"Perché ce lo hai detto, allora, se non dovrebbe saperlo nessuno?" domandò ancora Gambedipesce, che si era allontanato e si era affiancato al suo drago.
"Perché io non posso più cavalcare i draghi." rispose Astrid, stringendosi al compagno "Ed è giusto che voi sappiate il motivo per cui non posso farlo."
"Esattamente." continuò il ragazzo, posando una mano sulla pancia di Astrid "Per questo, d'ora in poi dovremo abituarci ad essere uno in meno, almeno finché Astrid non sarà di nuovo in grado di volare. In ogni caso si sta avvicinando l'inverno, quindi per un po' non possiamo comunque volare a causa del freddo."
"Va bene. Ma se qualcuno al di fuori dell'Accademia dicesse qualcosa, che facciamo?" chiese di nuovo Gambedipesce, che sapeva bene di non essere in grado di mantenere a lungo qualunque segreto.
"Dragon Flight Club, Gambedipesce." rispose spicciamente il moro "Ora andiamo, abbiamo un sacco di lavoro. E qualcuno faccia rinvenire mio cugino, per piacere!"
Il ragazzo diede altri ordini, poi baciò con dolcezza la compagna e saltò su Sdentato, per dare inizio all'esercitazione.
   
 
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