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Autore: Fairy_Elk    27/12/2014    0 recensioni
(storia già pubblicata (se l'avete gia' letta, non preoccupatevi:E' la stessa, ma l'avevo cancellata)
Storie di una notte di mezza estate, fra sesso, dubbi e storie d'amore, in un universo demenziale sospeso fra sogno e realtà.
Genere: Demenziale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Zoro kam tour

Zoro’s Kambakka tour

 

Questa storia e’dedicata a Michiru

 

Il sole splendeva felice nel grande blu, mentre il giorno si mostrava radioso: gli uccellini cantavano, gli animali sorridevano e, se ci si fumava uno spinello o due, anche le caprette facevano ciao.

Insomma, la classica giornata che spingerebbe un uomo perfettamente sano di mente a fermarsi a giocare con i bambini ai quattro cantoni, al parco giochi, e che rendeva, nel complessivo, il mondo un posto quasi degno di essere vissuto.

Cioè, quasi tutto il mondo. Un isola era rimasta nel suo stadio di penombra e oscurità, dove anche i fantasmi sarebbero stati volentieri alla larga. In questa landa oscura, superate le rovine di una civiltà passata, passata la foresta abitata da orribili e temibili umadrilli, vi era un lugubre castello, sempre immerso nella luce rossa del crepuscolo.

La residenza dello shicibukai Drakul MIhawk, soprannominato “occhi di falco”, chiamato con  timore e rispetto “lo spadaccino migliore al mondo”.

E in questa landa desolata, dove nessuna voce umana sarebbe dovuta arrivare, si sentivano gli urli di Zoro, lo spadaccino, che si allenava nei pressi del maniero. Smise di fare flessioni solo quando vide davanti alla sua faccia i piedi del grande spadaccino, e della giovane Perona.

E due scarpe enormi che non riconobbe.

Ancora sdraiato a terra alzò lo sguardo, per riconoscere nel gigante Orso Bartolomew, l’uomo che tempo addietro lo aveva sconfitto e gli aveva inferto atroci dolori (nonché colui che gli aveva timbrato il biglietto di sola andata per quel postaccio).

-Cosa c’è, Mihawk? Hai finalmente deciso di diventare il mio maestro? E perché quell’ uomo è qui?-

Chiese un curioso Zoro.

Occhi di falco si mise in ginocchio , appoggiando la mano destra sullo spadaccino come un padre farebbe con un figlio.

O anche no.

-Ronoroa, mi secca dirlo ma … io non diventerò mai il tuo maestro. Per tre valide ragioni. La prima è che non ne ho voglia. La seconda e che non caveresti comunque un ragno dal buco e la terza è che mi stò per sposare. Ergo tu devi sparire, perché ho intenzione di fare tutto il baccano che voglio a letto, e proprio non mi va che tu possa sentirmi, ok?-

Zoro stava assimilando le informazioni ricevute, con l’ intelletto e la ragione che lo contraddistinguevano.

-scusa, mi sono perso a “la prima”. Puoi ripetere?-

Lo spadaccino più forte del mondo, sbuffò , si alzò e diede un amichevole pacca sulla spalla a Kuma.

-sbarazzatene-

Orso non se lo fece ripetere due volte, e colpendo Ronoroa con la sua mano, lo fece sparire, prima ancora che potesse finire di dire “aspetta un minuto”.

-Ahh … finalmente ci siamo liberati da quel rompiscatole- disse Perona, abbracciando il muscoloso spadaccino, e mostrando l’espressione più sexi che una Goth lolita avrebbe potuto fare.

-ora che ne dici di festeggiare tesoruccio?-

Chiese con voce sensuale ad occhi di falco.

-aspetta un secondo, devo congedare gli ospiti-

-congedati-

Disse Bartolomew, prima di auto colpirsi e di sparire a sua volta, completamente rosso in viso.

E da allora l’ isola di Kurigana perse il soprannome di “terra del silenzio” e assunse quella si “isola delle urla di ragazza”.

Il turismo aumentò notevolmente.

 

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Il verde spadaccino si svegliò. era crollato dal sonno nei tre giorni di volo che consentivano al potere di Kuma di manifestarsi, ed era rinvenuto su una spiaggia. Una bella spiaggia.

Il sole del tramonto brillava sull’ orizzonte, spandendo i suoi caldi e rossi raggi su tutto il paesaggio, rendendo i palmizi, la foresta poco distante e le montagne sullo sfondo uno scenario paradisiaco.

Allegre voci di ragazze  risplendevano cristalline nell’ aria, e il mondo brillava di una particolare luce, che rendeva quel posto incredibilmente bello.

-bhe , tutto sommato, poteva andarmi molto peggio-

Pensò lo spadaccino, cercando le creature che stavano producendo quelle voci così soavi, entrando nel fitto della boscaglia. Dopo appena 10 minuti di camminata ( e dopo essersi perso quattro volte) si ritrovò nei pressi di una radura, dove alcune donzelle si lavavano in un ruscelletto, coperte solo dai loro capelli lunghi. Si avvicinò piano piano, per non spaventarle, ma per pudore ad una decina di metri decise di far individuare la sua presenza con un colpo di tosse .

Le donne si girarono, e Zoro capi immediatamente due cose: la prima è che non bisogna mai camminare da soli nel bosco al calar della sera. La seconda, che quelle non erano donne. Affatto.

La prova tangibile era che, l’ acqua, comunque, non arrivava neppure alle ginocchia dei trasformati, rendendo ben visibile l’orientamento sessuale originale.

Oltre ai peli sul petto e la barba, si intende.

-ohhhh, ma guavda che tenevo tesovvo … - uno (parlo al maschile per pura semplicità di scrivere) di quegli uomini si alzò, uscendo dall’ acqua piano piano, seguito dagli altri.

Zoro si dedicò a una lenta ritirata, camminando di spalle, troppo spaventato addirittura per togliere lo sguardo.

-Ma non scappave!! Vieni un pò con noi, dai , che ci vilassiamo tutti assieme.-

Zoro cominciò a camminare un po’ più forte.

Gli inseguitori lo imitarono.

Zoro iniziò a correre come un disperato.

Gli altri fecero lo stesso, e prima di potersene rendere conto stavano già inseguendo il povero marimo.

La fuga era abbastanza interessante da vedere, con il povero spadaccino inseguito sulla spiaggia da quel branco di orribili creature a petto scoperto e senza mutande, nel meraviglioso sfondo del sole rosso di tramonto.

Un altro gruppo gli arrivò davanti, tagliandogli ogni via di fuga, costringendolo ad arrancare verso il mare, mentre veniva bersagliato da bacini e parole d’ amore: per risposta estrasse le sue spade e si dichiarò disposto a morire piuttosto che arrendersi (mi piacerebbe usare il verbo “sottomettersi”, ma mi pare abbastanza scontato. A voi no?).

Quando una voce conosciuta si levò dal fondo del gruppo.

- LASCIATELO STARE!-

Gli uomini si girarono, guardando colui che parlava, mentre Zoro era felice (esuberante)  di sentire la voce del cuocastro , per una volta, venuto in suo soccor…

E invece no. Ciò che vide fu un uomo nudo, o meglio vestito solo di intimo femminile, con i lunghi capelli biondi raccolti in boccoli e un sottile pizzetto. Una sottile sigaretta e le sopracciglia a ricciolo fecero ben capire al marimo che non stava sbagliando persona. Era Sanji.

-Nessuno lo tocchi!- disse il cuoco, alzando le braccia, con un espressione determinata e seducente , appena nascosta dal trucco pesante –Lui e solo mio!-

Il verde, in realtà, non udì queste parole, troppo intento a tuffarsi e a nuotare il più distante possibile da quel posto, anche a costo di rimanerci annegato.

Arrivò ad uno scoglio, che dava una vista perfetta della baia del regno di Kambakka, salendoci a fatica … cosa altro sarebbe potuto succedere?

Ecco cosa.

Una barca monoposto a remi comparve all’ orizzonte , e piano piano si avvicinò alla terraferma.

Era guidata da Nami, che remava con foga alla volta dell’ isola: si fermò poco lontano dal suo scoglio, mentre lui si sbracciava pregandola di prenderlo a bordo, anche se avesse dovuto passare tutta la vita per restituirgli il debito.

Ma lei sembrò non notarlo, e iniziò a parlare con se stessa.

-Ahhhh … che bello, l’ isola di Kambakka non è cambiata per nulla. Chissà se Ikanov ha ascoltato i miei consigli ed ha cambiato acconciatura …-

Zoro la guardò qualche secondo spaesato … come conosceva l’ isola?

-Bhe , dopo tante fatiche- disse la navigatrice iniziando a spogliarsi, nell’ immediata sorpresa di uno spadaccino .

Si tolse la maglietta. A Zoro iniziò a sanguinare il naso, guardando le maestose forme della compagna ballonzolare.

Si tolse scarpe e pantaloncini. A Zoro si apri la bocca, e la mascella cadde assieme alla freddezza che lo contraddistingueva. Contemporaneamente, un insolita reazione termo-idraulica spinse in mezzo alle gambe del Marimo.

Si tolse il reggiseno. Zoro incominciò a sbavare sul serio e ad ansimare in maniera preoccupante, perdendo completamente la ragione mentre osservava i capezzoli della navigatrice. Sui pantaloni, nel frattempo, si era formata una ben visibile collinetta.

Nami si tolse le mutande, urlando : -FINALMENTE SI TOVNA A CASA! MI SEI MANCATA KAMBAKKAAAAA.-

 

 

 

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!- lo spadaccino si svegliò di soprassalto nel suo letto,urlando, svegliando quasi tutta la ciurma maschile , raggruppata nella stanza. Un flebile raggio di luna filtrava dalla finestra, mentre iniziava a rimettere a posto i frammenti del suo sonno che gli volavano attorno.

Solo un incubo … guardò gli altri compagni, preoccupati, confortandoli come meglio poteva.

Loro se ne tornarono a dormire, meno Trafalgar Law che era sul ponte di vedetta, Sanji che (a detta di un sonnambulo brook) era andato in bagno, e Luffy, che non si era mai svegliato

Cinque minuti dopo era sul ponte della Sunny, a prendere un po’ d’aria. Il clima era mite, ma comunque lui stava tremando. Lei … la sua navigatrice … no, era solo un incubo, non era nulla di reale … lei era una donna, sicuramente, e che donna! Quale uomo avrebbe potuto avere la sua quinta abbondante di regiseno?

Zoro si rilassò, regolarizzandosi il respiro e svuotando la mente. Sghiggnazzò.

Massì, in fondo, in quel sogno anche Sanji era un travestito, ed ovviamente non era possibile che lo fosse nella realtà. Svolazzava attorno alle sue Dee e sveniva per l’occasionale visione di una tetta, figuriamoci se riteneva possibile andare con un uomo …

All’ improvviso si udì un suono metallico provenire dalla cucina.

Zoro si guardò attorno. Dov’era il nuovo arrivato, si , il chirurgo? Era lui che doveva fare da sentinella quella sera. Da quando lo avevano accolto sulla nave dopo Punk Hazard si sentivano spesso dei rumori per la nave, specialmente durante il suo turno di guardia: sospettava fortemente che stesse cercando di boicottare la Sunny, o qualcosa del genere …

Bhe, era sicuramente suo dovere scoprirlo.

I rumori provenivano dalla cucina … forse voleva distruggere le loro scorte alimentari.

Il verde aprì la porta in legno che dava sull’ interno. Ora, ciò che vide non voglio ( e neppure posso, dato il rating troppo basso) riportarvelo per intero. Diciamo solo che il chirurgo della morte stava infilando la sua siringa nel sedere di un Sanji abbastanza entusiasta, che squittiva con dei febbrili “ dottoreeee, non lo sento, provi più in fondoooooo”.

Zoro chiuse la porta prima che lo notassero, con gli occhi ancora sbarrati dal triste spettacolo. Non che avesse nulla contro l’omosessualità, ma quei due stavano scopando sul suo posto a tavola … ed era ormai il terzo giorno di navigazione …

Ma comunque, quello era un problema marginale. Molto più importante era il rimuovere il tarlo del dubbio sulla voce "sesualità di Nami", in quel pazzo mondo senza regole ne verità.

Corse sottocoperta, fermandosi davanti la camera delle ragazze: se i suoi conti erano corretti, da lì a cinque minuti Nico Robin sarebbe uscita come sempre dalla cabina e sarebbe andata in magazzino assieme al capitano , a pomiciare allegramente. È incredibile cosa non noti se hai il sonno leggero: si era accorto della relazione di Luffy da settimane e non aveva mai notato quei due in cucina.

Mah, mistero.

L’archeologa rispettò la tabella di marcia, uscendo vestita da scolaretta/troietta liceale, con una gonna così corta da far intravedere gli strass sulle mutande. Il suo capitano si sarebbe parecchio divertito quella sera …

Comunque, lo spadaccino proseguì la sua missione, valicando la soglia della camera, strisciando fino al letto e intrufolandosi sotto le coperte.

A quel punto si accorse che Nami dormiva quasi nuda, e la maggior parte dei dettagli anatomici che la sua fantasia aveva creato si dimostrarono imprecisi: tanto per cominciare le sue tette erano sì grosse, ma ben più sode di come la sua immaginazione aveva dettato. Anche le cosce erano più morbide ed atletiche al tatto di come apparivano : e, soprattutto, qualsiasi cosa la sua mente contorta le aveva messo in mezzo alle gambe, sembrava non essere più li.

A compensare vi erano un morbido paio di slip rosa, semitrasparenti, che alla fantasia non lasciavano spazio alcuno.

Zoro deglutì … magari, visto che lei stava dormendo, avrebbe potuto …

No, ma cosa andava a pensare! Non avrebbe mai potuto sfiorare la sua navigatrice … anche se la tentazione c’era , e spingeva in mezzo alle sue, di gambe … ma non avrebbe mai potuto … o si … o no …

-Zoro, piantala di starci a pensare e togli quelle mutande-

Il verde alzò la testa , e in mezzo ai seni di lei scorse anche il suo viso, con gli occhi lucidi, le guance arrossate e le labbra socchiuse in un sorriso sexy.

-è da mezz’ ora che stai li a pensarci … smettila di soffiarci sopra … e comincia a fare qualcosa di più divertente … -

Improvvisamente anche sulla bocca di Zoro spuntò un sorriso.

Se era un sogno, per la salute dei compagni, sarebbe stato meglio non svegliarlo.

 

 

 

 

 

 

   
 
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