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Autore: LucyWriites    27/12/2014    2 recensioni
Per Bridget Funkle sua sorella Grace significava il mondo. Ma dopo un grave incidente in cui la sorella perde la vita, Bridget torna a scuola in una totale apatia tra battute macabre e pillole calmanti spesso dimenticandosi che Grace sia morta e che non possa fare finta del contrario. Il primo giorno di scuola scopre che un nuovo compagno di classe è arrivato alla Norwest Christian College, il nome? Michael Clifford. Irritante e beffardo, è l'unico a trattare Bridget con leggerezza e con un'ironia che fa esasperare la ragazza. Dopo un iniziale atteggiamento di sfida, Michael trascina Bridget in un turbine colorato che sconvolgerà il grigio della ragazza. Tuttavia, Michael Clifford è un gran bel casino da decifrare e per Bridget sarà difficile non innamorarsene nonostante l'astio che prova nei suoi confronti.
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-Tu stai lì, a fare la santa, la ragazza di ghiaccio. Nessuno ti può toccare, nessuno ti può fare un cazzo. Sei solo una ragazzina spaventata e viziata che indossa i vestiti della sorella per sentirsi più sicura. Bridget, Grace è morta.- Bridget ammutolì, nessuno glielo aveva mai detto così chiaramente. Grace era morta ma lei no. Lei non era Grace.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I. Don't. Like. Him/Her.

 

-Esattamente- iniziò il preside White dopo dieci minuti di silenzio che Bridget aveva passato a studiare la moquette screziata -cosa spinge due sedicenni a comportarsi come bambini di sette anni?- domandò tranquillo.
Bridget mantenne lo sguardo basso ma sentì l'occhiata truce di Michael trapanarle la testa.
Ok, ammetteva di avere esagerato un pochino ad aver rovesciato il piatto di spaghetti in testa a Clifford dopo una di quelle frecciatine a cui ormai era abituata ma quello era stato un commento diverso dagli altri, fatto esclusivamente per cattiveria, per metterla ulteriormente a disagio.
Bridget si guardò la gonna e vide la macchia della coca-cola che Michael, figuriamoci se poteva non reagire a quell'affronto, le aveva versato addosso.
-Non sono stato io ad iniziare- rispose Michael tranquillamente e Bridget alzò di scatto la testa incredula: chi è che non aveva iniziato, scusa?! -Se non si riesce ad accettare di essere un'imbranata cronica senza dare la colpa agli altri...- i capelli turchesi erano coperti da una disgustosa patina di pomodoro e la camicia, un tempo bianca, era destinata alla pattumiera.
-Mi potevi ammazzare con quella schiacciata!- esclamò Bridget, Michael sbuffò -Se non fossi stata distratta avresti potuto schivarla- sputò lui con sufficienza -Chiudi la bocca, Clifford!-
-Basta così- il preside interruppe la lite fra i due sedicenni che al momento erano piuttosto buffi: Michael aveva incrociato le braccia al petto e stava guardando Bridget in cagnesco mentre lei aveva iniziato a guardare imbronciata da tutt'altra parte seduta su metà sedia con le gambe accavallate; come se non volesse nemmeno rischiare di anche solo urtare con il piede la gamba della sedia del ragazzo.
-Non voglio sentire altro: Funkle, per i prossimi tre giorni dovrai aiutare Miss Spencer a pulire la mensa così imparerai cosa ha voluto dire per lei perdere tempo a pulire i vostri disastri. Clifford, tu per questa volta te la cavi con un giorno solo ma non voglio altri problemi, chiaro?- Bridget boccheggiò per protestare ma il preside le rivolse un'occhiata che non ammetteva repliche così si alzò, borbottò un saluto e se ne andò contenendosi per non sbattere la porta.
-Sei contenta, Funkle?- le chiese Michael raggiungendola con pochi passi, aveva un'aria parecchio tronfia e compiaciuta per essere uno con la salsa di pomodoro tra i capelli -No- sbottò Bridget seccata -sei proprio un cretino, Clifford-.

Michael scrollò le spalle -Ci provo- e ridacchiò vedendola avvampare dalla rabbia.
-Alloora- erano arrivati all'uscita ma Michael non aveva intenzione di lasciarla andare senza aver soddisfatto la propria curiosità -chi è?- domandò afferrandole il polso. -Chi è chi, pezzo di deficiente?- lo rimbeccò lei acida. Michael le sorrise maliziosamente -Vi ho visti, sai, non c'è nulla di male...- le disse lentamente, Bridget strabuzzò gli occhi -Hai visto me e chi?! Clifford non mi piacciono i tuoi giochetti da bambino di tre anni e per oggi mi hai già resa abbastanza inguardabile non mi costringere a provocarmi anche un trauma cranico per tirarti una testata- disse impaziente, lo aveva sempre detto che quel ragazzo aveva qualcosa che non andava in quel cranio da microcefalo.
-Va bene, non dirmi nulla ma non illudere il povero Sun, spezzacuori- le disse Michael strizzandole l'occhio e fece per andarsene ma Bridget lo fermò esasperata -Uno: Sun mi ha parlato per la prima volta e non ci stava provando- Michael fece una smorfia che lei ignorò – Due: non so cosa tu stia insinuando ma non farlo perché la prossima volta ti ritrovi l'intera pentola sui capelli e Tre: sei un essere davvero insopportabile, Michael Clifford- e detto questo, girò sui tacchi e andò a slegare la bici. Michael esplose in una risata -Ci vediamo domani, minaccia alta un metro e un mikado!-

 

-Non ci credo- ridacchiò Nina al telefono, Bridget era tornata a casa e non aveva ancora detto a sua madre del “piccolo incidente” che aveva coinvolto lei, Michael e un piatto di spaghetti al pomodoro.
-Lo so- mugolò Bridget che era distesa sul letto in accappatoio e turbante dopo una doccia che avrebbe dovuto schiarirle le idee ma che invece la aveva solo convinta di quanto Michael Clifford la facesse uscire fuori dai gangheri con quel suo sorriso beffardo.

-E quindi?- le domandò Nina dopo aver smesso di ridere -Nulla, per i prossimi tre giorni dovrò pulire la mensa con Miss Spencer e tu sai quanto mi terrorizzi quella donna- gemette Bridget: al solo pensiero di Miss Spencer le venivano i brividi.
-No ma tu e Michael?- chiese Nina spazientita, Bridget poteva vedere il sorriso malizioso che probabilmente era stampato sul viso dell'amica -Io e Michael cosa?! E' un deficiente, un cretino della peggior specie e tu sai bene quanto lo disprezzi- Nina rise -Bridget non dire stronzate, ti prego- disse continuando a ridere -puoi mentire a tutti, persino a te stessa, ma a me no- Bridget fece una smorfia: odiava la fissa di Nina su quanto “lei e Michael fossero terribilmente innamorati l'uno dell'altra ma fossero troppo orgogliosi per ammetterlo”.
-A. Me. Non. Piace. Michael. Clifford.- Bridget articolò ben bene le parole in modo che Nina recepisse bene il messaggio. -Sei proprio cieca Bridget- commentò la ragazza dall'altro capo del telefono -perché pensi Michael ti abbia rotto le scatole oggi?- le domandò -Perché è un coglione di dimensioni superiori a quelle del Sole- rispose la bionda ostinata -No- disse Nina sbuffando un'altra risata -perché è geloso e tu lo sai-. Bridget scoppiò a ridere -Geloso di cosa? Ora non dire tu stronzate, Nina- e rise un tantino più sguaiatamente del normale -Con chi sei uscita questi giorni esclusi me e lui, eh?- le chiese Nina ignorandola.
Bridget ci pensò un po' su e poi le venne in mente con chi aveva preso il gelato uno o due giorni prima -Nina, Michael Clifford è davvero l'essere con il cervello più piccolo che io abbia mai conosciuto-

 

-Cosa le hai fatto per meritarti la nuova tinta, Michael?- gli domandò Luke mentre si fumavano una sigaretta nel giardino di Calum prendendo il sole. Michael fece una smorfia e sbuffò -Lasciamo perdere, Hemmings- borbottò, voleva evitare accuratamente l'argomento perché poi lui avrebbe voluto sapere il motivo di quell'azione e il motivo non lo sapeva nemmeno lui.
-Nina mi ha detto che hai lanciato una pallonata degna della nazionale addosso a quell'ammasso di ossa- disse Luke con un ghignetto malefico -un vero galantuomo, Clifford- Michael sbuffò nuovamente -Non era diretta verso di lei e poi bisogna anche essere stupidi per distrarsi durante una partita- osservò Michael. -Sì ma le hai tirato una bomba- esordì Calum che era tornato dalla cucina con in mano due milkshake -era inguardabile, poveretta- commentò sedendosi su una sedia vicino alle sdraio dei due amici. -Un po' di tempo e le ritornerà quel naso alla francese coperto di lentiggini- disse Michael tranquillo ma Calum spalancò la bocca e Luke sorrise sornione.
-Ci piace qualcuno, Mikey?- lo stuzzicò Luke maliziosamente, Michael gli diede una manata sulla spalla -Chiudi il becco, Hemmings- lo ammonì Michael imbronciato -Nina mi ha detto che siete usciti insieme- lo incalzò il biondo imperterrito -Ma tu con la Benelli ci scopi anche o parlate solo di me e della Funkle?- gli chiese irritato il ragazzo buttando via la sigaretta.
Luke lo guardò imbronciato -Non ci credo- disse Calum divertito -Luke Hemmings, l'unico ragazzo capace di farsi l'intera squadra delle cheerleader in una settimana, non ha mai...- -No- tagliò corto Luke le cui orecchie avevano raggiunto il rosso carminio. Michael ridacchiò, felice di aver spostato l'argomento su Luke che stava tentando di difendersi dalle frecciatine di Calum che stava letteralmente ululando dalle risate. -Non credere che mi sia dimenticato di te, insgamabile innamorato- disse Luke dopo aver lanciato addosso a Calum una manciata di patatine -Chiudi la bocca Hemmings- ripetette Michael -A. Me. Non. Piace. Bridget. Funkle.-

 

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Potete ammazzarmi e avreste completamente ragione ma vi giuro che avrei aggiornato molto volentieri ma non ne ho avuto né i mezzi né il tempo: computer che non andava e sono andata piuttosto male a scuola, purtroppo. Sono stati tre mesi di silenzio quindi non pretendo che torniate tutte a recensire e non so nemmeno se la storia rimarrà coerente perché sono successe delle cose che mi hanno cambiata e poi in generale l'estate influiva molto sul mio stile.
Spero vi piaccia e che riconosciate i miei Bridget e Michael che vi vogliono ancora tanto bene anche se si lanciano cibo a vicenda.

xxxLucy

 
  
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