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Autore: _LilianRiddle_    27/12/2014    2 recensioni
Eccomi tornata con una nuova storia, dopo tanto tempo. Questa volta mi sono dedicata ad una Dramione, un genere che io amo da morire. E' la prima, siate clementi ^^.
Dal testo:
"- Maledizione! – esclamò, preoccupandosi ancora di più vedendo Luna poco lontano da lui, priva di sensi.
S’inginocchiò accanto al ragazzo, che stava tentando, invano, di alzarsi.
- Fermo Malfoy, fermo. – cercò di trattenerlo Hermione, con le mani tremanti e le lacrime agli occhi, troppo preda delle sue emozioni per riuscire a formulare anche il più semplice degli incantesimi di cura.
Il ragazzo la scacciò malamente, tentando ancora una volta di alzarsi.
- Non ho bisogno del tuo aiuto, Mezzosangue. Ce la faccio da solo. – disse tentando di suonare cattivo e minaccioso, respingendo le sue mani.
- Zitto, Draco, zitto. – sussurrò Hermione. Il ragazzo sussultò sentendo il suo nome pronunciato proprio da lei, proprio da quella che avrebbe dovuto insultarlo e picchiarlo come avevano fatto quei ragazzi. E ne avrebbe avuto tutto il diritto, di questo era sicuro.
- Io non mi sono difeso, Hermione. – bisbigliò lui, prima di svenirle tra le braccia. "
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saving each other - How to save a life'
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Capitolo XVIII.
 


Neville era entrato in Infermeria. Si era seduto accanto a lei, le aveva preso la mano, l’aveva accarezzata, lievemente, in punta di dita. Ashling aveva aperto gli occhi, piano, quasi abbagliata dalla poca luce che filtrava dalle finestre dietro di lei.
- Ciao. – disse tentando un sorriso.
- Ciao. – le rispose Neville, sfiorandole la fronte.
Gli venne in mente come, solo qualche mese prima, le aveva sfiorato la fronte pattinando sul ghiaccio del Lago Nero. La folle corsa che avevano fatto per non farsi vedere, le risate trattenute tentando di fare silenzio, ma poi esplose sui loro visi per la troppa felicità, per il troppo amore. Alle parole sussurrate, alle piccole ripicche, ai bisticci. Alle promesse.
- A cosa pensi? – gli chiese Ashling.
- A quella volta sul Lago Nero. –
- Quella sera che abbiamo pattinato? –
- Sì. –
- Il giorno dopo ti è venuto il raffreddore. –
Neville rise piano.
- Già. Ti ricordi cosa mi dissi? –
- Sì. Ricordo. –
- Ridimmelo. –
Ashling sospirò.
- Non posso. Sto morendo. Non posso dirtelo. –
- Dillo, Ashling. –
La ragazza lo guardò.
- Ti amerò fino a che il mio cuore batterà, ti amerò per tutti gli anni che mi è concesso vivere. Se ci sarà una vita dopo la morte, ti amerò anche dopo che la vita avrà abbandonato il mio corpo. Ti amerò finché io ci sarò, Neville. Ti amerò. –
Il ragazzo annuì.
- Neville, non… ti prego, non chiuderti in te stesso. Non farti uccidere dalla mia morte. Sii coraggioso. Non dico che sarà indolore. Non penso questo. Non credo neanche che mi dimenticherai. Non voglio che tu mi dimentichi. E penso che sia impossibile che tu smetta di amarmi. Però, se in futuro incontrerai una ragazza che ti piacerà, che ti farà sentire qualcosa, ecco, tu non mandarla via. Insomma, continua a vivere, anche dopo la mia morte. Non sono così importante. –
- Tu sei così importante, Ashling. Io ti amo così tanto… - Neville si fermò, tentando di non far uscire le lacrime che premevano in fondo ai suoi occhi. – Avrei voluto avere più tempo, Lin. Avrei voluto fare tante cose con te, avrei voluto viverti. Sapevo, in fondo, che te ne saresti andata prima di me. Speravo solo che fosse tra molti anni, dopo aver vissuto una vita insieme, dopo aver avuto dei figli, magari anche dei nipoti. Speravo che sarebbe stata una morte indolore, che ti avrebbe presa nel sonno, come una vecchia amica. So che non hai paura di morire. Proprio come Harry, sai? Neanche lui ha paura di morire. Vorrei solamente aver avuto più tempo, come con i miei genitori. Io non ho mai avuto tempo per stare con le persone che amo. –
Ashling alzò il braccio e gli sfiorò la guancia, asciugandogli le lacrime che ormai scendevano senza poter essere fermate.
- Sdraiati, Neville. Non riesco a parlare più forte di così. – sussurrò la ragazza.
Neville si sdraiò accanto a lei, avvolgendola nelle sue braccia.
- Neville, guardami. Io non avrei mai voluto farti questo. Ma non c’è cura al mio male. Forse sarei potuta durare qualche mese in più, ma non sarebbe cambiato nulla. Non si può curare quello che ho. E mi dispiace, mi dispiace così tanto, Neville… io… oh, avrei voluto avere più tempo anche io. Avrei voluto dei figli, dei nipoti. Avrei voluto vivere con te e congedarmi dalla vita ormai pronta per affrontare la morte. Ma non tutte le vite sono lunghe, e ringrazio che la mia sia stata tutto sommato felice e piena d’amore. –
Rimasero in silenzio, per un po’.
- Ashling. –
- Dimmi Neville. –
- Vuoi sposarmi? –
La ragazza lo baciò a lungo, annuendo.
 
***
 
La McGranitt non sapeva se a Hogwarts si potessero fare matrimoni. Lei che sapeva tante cose non sapeva questa, che banale non lo era di certo. Chiese consiglio al ritratto di Silente che le rispose che l’amore non ha limiti. Così, diede la sua benedizione ai due ragazzi.
Una tiepida mattina di maggio, in un’aula in disuso del settimo piano, ancora devastato dai segni indelebili che la guerra aveva lasciato, si celebrò il matrimonio tra Neville ed Ashling.
Non c’erano molte persone – Draco, Hermione, Narcissa, Harry, Ginny, Ron, Samia, la nonna di Neville, la professoressa McGranitt, alcuni professori – perché né Ashling né Neville volevano qualcosa di grande. E perché Ashling non avrebbe retto un matrimonio in grande.
Era bella. Avevano organizzato tutto di corsa, ma alla fine erano riusciti a far avere ad Ashling un abito da sposa e a Neville dei fiori da appuntarsi sul vestito, uguali a quelli che Ashling aveva nel bouquet – Amaranto, Camomilla, Corniolo, Rosmarino -.
La cerimonia era stata breve, ma intensa. Le promesse avevano fatto piangere silenziosamente tutte le ragazze – donne – presenti.
Ashling aveva preso una pozione in modo che non tossisse sangue che avrebbe potuto rovinarle il vestito. Si era fatta forza e aveva sposato Neville. Avrebbe voluto farlo in un altro modo, non con quella spada di Damocle che pendeva sulle loro teste. Avrebbe voluto un matrimonio a Villa Malfoy, organizzato insieme a Narcissa, come madre e figlia. Ma, in fondo, quando la professoressa McGranitt aveva sancito il legame magico che avrebbe dovuto legarla a Neville per sempre, Ashling aveva sentito di essere finalmente in pace. Aveva tutto quello che voleva, tutto quello che aveva sempre desiderato era lì, in quel momento. Amore, amicizia, pace. Aveva tutto. Adesso sarebbe potuta morire in pace.
Gli ultimi giorni furono difficili, per tutti. Draco aveva parlato con Ashling a lungo, non la lasciava quasi mai e quando usciva dall’infermeria, spesso a notte fonda, trovava sempre Hermione ad aspettarlo. Andavano in camera dell’uno o dell’altra – a Grifondoro non erano ben visti, ma nessuno osava fiatare. A Serpeverde nessuno fiatava e basta – ed Hermione curava Draco meglio che poteva. Non cercava di nascondergli quello che stava per succedere. Non cercava di indorargli la pillola, secondo quel che diceva un vecchio detto babbano. Cercava solamente di mostrargli che c’era ancora bellezza, nel mondo. Che c’era ancora qualcosa per cui valeva la pena vivere. Che era giusto provare dolore, ma che non bisognava lasciarsi paralizzare da esso. Hermione cercava di ricordare a Draco che non era una storia triste e che, soprattutto, non era colpa sua quello che stava accadendo ad Ashling. Che si era informata. Certe cose capitano e basta, non è colpa di nessuno.
Draco la stava a sentire. Si aggrappava a lei con tutte le forze di cui disponeva e cercava di essere forte. Il più forte possibile. Non poteva cambiare le cose – non aveva mai avuto molte scelte – però aveva scelto di lasciarsi amare da Hermione. Di lasciarsi curare. Le ci voleva un po’, ma riusciva sempre a rimetterlo in sesto.
“Siamo fregati” gli aveva detto tempo fa Ashling.
Glielo aveva detto ancora.
- Siamo fregati, Draco - aveva sussurrato senza forze.
- L’amore, Ashling.. l’amore ci frega sempre. – le aveva risposto lui, senza voce.
- Non lasciartela scappare per nessuna ragione al mondo, mi raccomando. Sii felice. Non lasciare che il dolore per la mia perdita ti uccida. Non dico di non essere triste. Penso che sarebbe impossibile non esserlo. Ma supera questo dolore. Se c’è una vita dopo la morte ci rivedremo lì. Se non c’è… ci sarà l’oblio, quindi tanto meglio, nulla di cui preoccuparsi. –
- Ashling, io… non so se posso… -
- Ssh. Zitto. Ti voglio bene. Va bene così. Ti voglio tanto bene, Draco. Abbi cura di te e di Hermione. E tieni la testa a posto, okay? –
Il ragazzo annuì.
- L’amore ci frega sempre, Lin. –
- L’amore è l’arma più potente che sia mai esistita. –
- Ti voglio bene. – sussurrò Draco baciandole la fronte e sospirando sonoramente per trattenere le lacrime.
- Ti voglio bene anche io. – rispose Ashling, che chiuse gli occhi e, a poco a poco, non respirò più.
 
***
 
Ashling Lloyd, figlia di Margaret e Jack Lloyd, ma anche di Narcissa e Lucius Malfoy, morì di tisi magica il 17 maggio 1999.
Al suo funerale partecipò tutta Hogwarts, che non avrebbe voluto vedere un altro dei suoi giovani studenti morto prima del tempo. I ragazzi rimasero molto scossi dalla morte di Ashling. Non perché non se l’aspettassero. Più che altro perché ci avevano davvero sperato, che le cose sarebbero andate a posto.
Era una fredda mattina di maggio, ma il sole splendeva alto nel cielo. Narcissa si era stabilita ad Hogwarts da settimane, ormai, per non lasciare la figlia – adottiva, ma pur sempre figlia - sola neanche un minuto.
Aveva parlato, senza versare mai una lacrima.
- Ashling Lloyd capitò nella mia famiglia quasi per caso. I suoi genitori erano stati uccisi e lei non sapeva a chi altro rivolgersi, perché il suo amico era Draco. L’accogliemmo nella nostra famiglia, nonostante fosse una mezzosangue. Draco ci aveva raccontato quello che sapeva fare. Pensavamo di aver trovato un’altra erede, invece abbiamo scoperto una figlia e una sorella.
Non so quanto le abbia fatto bene vivere nella nostra famiglia. Abbiamo vissuto nell’agiatezza, nello sfarzo e poi nella vergogna, nel terrore. Abbiamo visto gente torturata nella nostra casa, sotto il nostro tetto. Abbiamo visto Draco segnato e distrutto da un destino crudele. Abbiamo visto la disfatta di Lucius, la perdita del nostro prestigio. Ma nei momenti più bui abbiamo sempre avuto Ashling. Draco ha sempre avuto una spalla su cui piangere, io ho sempre avuto una figlia con cui confidarmi.
Ashling ha riscoperto l’amore nella famiglia Malfoy. L’ha tirato fuori da sotto secoli di insegnamenti e principi e l’ha riportato alla luce. Non sconvolgendo il nostro carattere, quello che un Malfoy è e deve essere. Insegnando a donarcelo nelle piccole cose, perché i grandi gesti non avrebbero reso l’intensità dei sentimenti. E perché non avremmo potuto fare grandi gesti d’amore, accecati com’eravamo dal seguire un uomo che l’amore voleva distruggerlo.
Ho imparato ad amare Ashling come se fosse stata veramente figlia mia, sangue del mio sangue. Avrei voluto che avesse vissuto una vita lunga e piena, prima di morire. Lei mi ha detto che ha avuto tutto quello che aveva sempre desiderato. Mi ha detto che si riteneva la persona più fortunata del mondo, perché era sopravvissuta ad una Guerra, perché non aveva perso tutta la sua famiglia, perché c’era ancora chi amava e perché era ancora in grado di amare a sua volta.
Mi ha insegnato a sentirmi fortunata in mezzo a tutta questa desolazione. Mi ha insegnato a nascondere i miei sentimenti e a mostrarli un po’ alla volta, piano piano.
E anche se la sua morte ha portato un vuoto enorme nel mio mondo, imparerò ancora a trovare la bellezza in ogni cosa, così come faceva lei.
Così come mi ha insegnato. –
Pianse solo alla fine, Narcissa, quando la bara si abbasso nella terra dietro Hogwarts. Pianse abbracciata a Draco, che piangeva a sua volta, stringendo ossessivamente le mani di Hermione, in una catena umana indivisibile. Anche Harry piangeva, perché Ashling si sarebbe meritata una vita più lunga di quella che aveva avuto. Ma con lui c’era Ginny, che non piangeva, perché sperava, sapeva, che l’amica ora era in un posto migliore. Così come non piangeva Hermione, per il semplice motivo che lo aveva promesso ad Ashling.
- Promettimi che non piangerai, Herm. Draco piangerà. Anche zia Cissy. Tu promettimi che non piangerai, non voglio un funerale triste. Dovete trovare la bellezza anche nel mio funerale. Ci sarà bellezza anche allora, Hermione. –
- Te lo prometto, Lin. –
Neville aveva semplicemente puntato il suo sguardo nel vuoto e non lo aveva più staccato dalle immagini che trovava nella sua mente. Rimanendo lì, in attesa, aspettando che tutto il dolore che sentiva cambiasse, si trasformasse in qualcosa di diverso.
Alla fine della cerimonia, gli studenti di Hogwarts avevano avuto il pomeriggio libero. La McGranitt non si era sentita di far fare lezione a chicchessia. Troppo dolore, troppa stanchezza. Aveva visto Draco allontanarsi verso il Lago Nero. Aveva rilasciato il respiro quando aveva visto Hermione che lo seguiva.
 
***
 
- Cosa leggi? – domandò Draco, abbracciando Hermione con le gambe e appoggiando la testa sulla sua spalla minuta.
- Il diario di Lily. –
- Posso leggere anche io? –
- Basta che poi non ne parli con Harry. –
- Per chi mi hai preso, scusa? Io non parlo con Potter. –
- Taci, Malfoy. Leggi e taci. –
 
Caro diario,
la scuola è finita, ma a noi dell’ultimo anno toccano i M.A.G.O, che si svolgeranno tra qualche settimana.
Io e James abbia ufficializzato la nostra storia. Un po’ perché ci sentivamo pronti, un po’ perché la guerra incombe e non avremmo proprio potuto aspettare. Abbiamo deciso di sposarci appena finiti i M.A.G.O, mi ha comprato un anello a Hogsmade l’ultima volta che ci siamo stati. È bellissimo, fine, di oro bianco, con una piccola pietra del colore dei miei occhi al centro.
Mi piacerebbe avere un figlio. So che sono giovane, ma mi sento pronta a diventare madre. Ne ho parlato con Mary, ma lei mi ha detto di pensare a diventare moglie, che c’era tempo per diventare anche madre.
Ho trovato un ottimo confidente in Remus Lupin. Mi ha raccontato un po’ la sua storia, io gli ho raccontato la mia. Ha detto che secondo lui James sarebbe un padre perfetto e che Sirius impazzirebbe per un bambino da crescere uguale a lui. Ho riso tanto, me li immagino già tutti e tre ad insegnare al piccolo i passaggi segreti di Hogwarts.
Se solo non ci fosse l’ombra di questa guerra imminente, se solo non avessimo questo peso sul cuore. Sarebbe tutto più semplice, tutto più tranquillo. Ma non voglio negarmi la possibilità di essere felice e di avere una famiglia. Tutto si sistemerà per il meglio.
Alla fine i M.A.G.O sono arrivati e sia io che James li abbiamo passati a pieni voti. Gli ho detto che mi piacerebbe avere un bambino, lui mi ha abbracciata stretta, ridendo emozionato. Sono anche preoccupata per la nostra situazione finanziaria. Non abbiamo ancora scelto dove vivere, non abbiamo ancora una casa, non sappiamo che cosa vogliamo fare nel nostro futuro. James ha ribattuto che con tutti i soldi che aveva non c’erano problemi di sorta. Che arrogante pallone gonfiato!
Ci siamo sposati poche settimane dopo i M.A.G.O, una cerimonia intima, con pochi amici. Avrei voluto che ci fosse anche mia sorella con suo marito, ma lei non ha voluto accettare il mio invito. Mi è dispiaciuto molto, in fondo è la mia unica sorella, le voglio bene.
A volte penso a Severus. A come sarebbe andata se fossi rimasta con lui. Se sarei stata felice come lo sono ora. Se ci saremmo sposati anche noi. Se avessimo avuto dei bambini. Un sacco di “se” che non si avvereranno mai. Avevamo fatto dei progetti, quando eravamo bambini. Non abbiamo messo in conto l’imprevedibilità del destino, per questo non ce l’abbiamo fatta, alla fine. Eravamo troppo sicuri di noi due, perché “noi due” c’eravamo sempre stati. Perché “noi due” ci eravamo sempre capiti. Perché “noi due” siamo stati attraversati da un amore che non abbiamo saputo gestire. Siamo stati travolti da eventi che ci hanno trascinati via, lontani, irraggiungibili, divisi.
Non possiamo ricostruire nulla di quello che c’è stato fra noi. Né l’amicizia, né l’amore. Forse se i tempi che corrono non fossero questi qui avremmo potuto fare qualcosa. Forse. Magari in futuro riusciremo ad avvicinarci di nuovo. So che anche lui ha fatto degli ottimi M.A.G.O, cosa che non mi ha stupita affatto, considerato quanto bene conosco il suo modo di pensare e la sua testa brillante.
James una sera mi ha chiesto se l’amassi ancora. Gli ho risposto che per me sarà importante per sempre e che probabilmente avrò sempre il rimpianto di non averci provato abbastanza, ma che non mi pentirò mai di aver scelto James, alla fine. Perché l’amore che porto per James va oltre qualsiasi cosa abbia mai provato in vita mia e non potrei ignorarlo neanche se volessi. Neanche se con Severus fosse andato tutto bene sarei riuscita ad ignorare l’amore che provo per James.
Guardando Hogwarts allontanarsi sempre più sento un’acuta sensazione di malinconia che mi chiude la gola. È stata la mia casa per tutti questi anni, fosse per me non me ne sarei mai andata da lì. James mi stringe con un braccio, mentre parla con Sirius e Remus.
Respiro tranquilla, finalmente. Abbiamo tutta la vita davanti.
 
Lily.
 
- Non hanno avuto tempo neanche loro, Hermione. –
- No, Draco. Non hanno avuto tempo neanche loro. –
- Però erano felici. –
- Anche Ashling lo era, lo sai. Te l’ha detto anche lei. –
- Sì. Lo so che anche lei è stata felice. Vorrei che avesse avuto più tempo. –
- Lo vorremmo tutti, ma è andata così. È inutile pensarci. Non abbiamo potuto fare niente. Non farti paralizzare dal dolore, Draco. Guarda il cielo. –
- Il sole sta tramontando. –
- Mille colori illuminano la superficie del Lago Nero. –
- E c’è ancora bellezza in questo mondo. –
- Esatto. –
Un sorriso sincero illuminò il volto di Hermione.
- Tutta la bellezza del mondo si deve essere concentrata su di me. – affermò Draco, guardandola di sbieco.
- Oh, ma ti prego, Malfoy. Evita. Se tu sei bello, io non sono una strega! – sbuffò Hermione, voltandosi stizzita.
- Quindi non sei una strega? Peccato, avrei giurato di averti vista usare una bacchetta, ma se la metti in questo modo… - rispose lui, alzandosi e facendo alzare la ragazza.
- Suvvia, Malfoy, non farmi incazzare. Se continui così ti mando in infermeria! – rise lei.
- Se io vado in infermeria, vieni in infermeria anche tu! –
- Oppure potrei occultare il tuo corpo nella Foresta Nera, che dici? –
- Proposta allettante, ma ti avviso che tornerei a tormentarti sotto forma di fantasma. Non ti libererai mai di me! –
- Oh, che Morgana me ne scampi! Tutta una vita con te non la faccio. Proprio no. –
- Taci, donna. – un bacio appassionato e un po’ prepotente da parte di lui, le mani di lei fra i suoi capelli.
La vita va avanti per conto suo. Pensò Draco guardando Hermione. Noi non dobbiamo fare altro che seguirla.




Note dell'Autrice:

Hola gente!
Ehm... non mi uccidete (?). Comprendo di essere in mega ritardo e di stare ormai aggiornando un po' a caso, ma la mia ispirazione va e viene un po' a caso, quindi io prendo ciò che mi passa il convento e basta.
Mi dispiace molto per l'attesa (perdonatemi, vi prego).
Che dire, questo è un capitolo importante e ormai siamo alla fine. Non so quanti capitoli ci possano essere ancora prima dell'epilogo. Forse farò l'epilogo e basta, non so proprio.
Fatto sta che, finalmente, Ashling è morta. Già. L'ho fatto succedere, non ho resistito a tutto questo angst ** 
Giuro che ho pensato per una frazione di secondo di non ucciderla. Ma il mio sadismo non ha gradito la proposta, quindi niente. E' morta e spero che non vi dispiaccia troppo. A me devo dire che è dispiaciuto parecchio farla morire. 
Quindi, gente, detto ciò, Buon Natale in ritardo (a me sono arrivati un sacco di bei regali **) e Buon Anno in anticipo (dubito che ci sarà un altro capitolo prima di mesi, ma, come dice il proverbio, "mai dire mai").
Un bacio,
Lilian.
  
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