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Autore: Lady Moon    27/12/2014    5 recensioni
Nello svolgere i compiti Ron decide per estremo interesse di leggere, in parte come scusa per prendere spunto, quelli di Hermione, dando scarsa considerazione alle sue abilità di poter creare un tema da solo e di aiutare e farlo insieme ad Harry e Seamus.
Il tema è a piacere ed Hermione sceglie di scrivere liberamente di se stessa, e di qualcosa che tuttavia toccherà Ron che inizialmente fingerà di non capire, ma che in realtà ha già chiara la risposta e lascia che sia Hermione stessa a tirarla fuori.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I always knew, Hermione.

 
Il vento era freddo in quella mattina cupa presso le mura di Hogwarts, si era in effetti nel cuore dell'inverno.
Hermione era intenta a sistemare alcuni libri in biblioteca, era stata il giorno prima tutto il tempo a scrivere di qualcosa, e aveva consultato alcuni libri per informarsi di qualcos'altro.
Non c'era nessuno con lei, ma Ginny Weasley ben presto la raggiunse, e l'aiutò volentieri.

:"Hermione, pensi che riuscirò mai a leggere un libro così grande?" - domandò Ginny, puntando un libro di oltre le 1800 pagine.

:"Ma sì! Basta appassionarsi al genere, insomma... devi avere anche una buona dose di pazienza se non riesci a finirlo in un giorno!" - le rispose Hermione, ridacchiando.

:"Oh, Ginny, sei qui!" - soggiunse Neville, alle loro spalle. Aveva in mano un acquario piuttosto piccolo e rotondo, vuoto.

:"Hei Neville... Neville... Neville, ma che cosa ci fai con quel coso?!" - chiese sorpresa Ginny. Hermione a sua volta lo salutò, senza aggiungere altro, credette che Neville avrebbe voluto sperimentare qualche particolare pianta lì dentro, magari per vedere se sopravviveva all'acqua marina.

:"Beh, ecco... dovrei... te lo spiego dopo, ti cercava tuo fratello, Ron! Mi ha detto di venirti a cercare e se non ti avessi trovata subito riferirglielo, così gli ho fatto il piacere e ti ho raggiunta."

:"Oh sì, certo... non preoccuparti. Digli che lo raggiungerò se posso dopo."

:"Ha detto che era urgente!" - ansimò Neville.

:"Non m'importa un accidenti di quello che pensa Ron. Sto aiutando Hermione! Neville, per piacere, scusami se mando te, digli che non mi seccasse." - concluse Ginny.

:"Forse è qualcosa d'importante, dovresti andare... faccio da sola." - disse Hermione. Neville accennò a quanto detto da Hermione. E fu così che Ginny si decise a lasciarla e raggiunse il fratello nella Sala Grande.
Hermione era abbastanza curiosa di sapere come mai Ron avesse così tanto bisogno di Ginny, ma non volle preoccuparsi di chiederlo più tardi a lei, per non dare troppo l'occhio, pensò.
Giunse il pomeriggio e ora nella Sala Grande si trovavano sia Harry che Hermione che gli stava raccontando proprio dell'accaduto in biblioteca.

:"Non so dirti... non ne so niente. Ron comunque è da un po' che non lo vedo." - disse Harry, basito.

:"Hmm... nemmeno io ne so qualcosa." - rispose Hermione.

:"Vuoi che lo chieda a Ron?" -

:"Shhhhhhhhh. Parla a bassa voce quando parli di lui!" - confabulò Hermione, impaurita. Harry dapprima dilatò gli occhi e poco dopo li abbassò, senza dire nulla, come se volesse trovare una risposta plausibile per Hermione del perché avrebbe potuto parlare di Ron tranquillamente, ma non lo fece, la conosceva e sapeva che in quel momento sarebbe stato meglio rimanere in silenzio.

:"Hei, Harry, mi dai una mano con quella cosa? Dicevi di saperne qualcosa, e sicuramente in più di me. Ciao Hermione!" - disse Seamus, avvicinandosi. Hermione ricambiò il saluto.

:"Certo, ci vediamo dopo, Hermione." - rispose Harry. Così Hermione rimase di nuovo sola, non che la cosa le dispiacesse, anzi. Ricacciò alcuni dei suoi appunti e li riguardò con calma, approfittando del momento, che tuttavia sarebbe durato poco più di dieci minuti.

:"Hermione, hai visto Seamus ed Harry?" - domandò Ron, d'improvviso, senza dare preavviso del suo arrivo, cosa che fece sobbalzare Hermione.

:"Io... no, cioè sono andati via poco fa. Anche tu devi essere aiutato da Harry?" - gli disse.

:"No, mi dissero che però volevano anche un mio parere, come se io ci capissi qualcosa di quella robaccia."

:"Robaccia?" - azzardò Hermione.

:"Sì. Temi, racconti, poesie... ma che roba è?" - disse Ronald, sedendosi di fianco a lei.

:"Ah, la "robaccia" allora sarebbe ciò... bene, vedo che migliori sempre col tempo." - rispose Hermione, divertita ma nello stesso tempo accigliata.

:"Mi dispiace, ma io sono propenso ad altre cose, a differenza tua." - rispose Ron, vanaglorioso.

:"Tipo? Mangiare, dormire... sarebbero questi i tuoi ideali, vero?" - gli disse ancora Hermione, beffarda.

:"Non scherzare, io dicevo sul serio. Sono un maestro nel Quidditch, ad esempio..." - propalò Ronald.

:"Oh, indubbiamente!" - disse Hermione, ironica e fingendo di essere onorata nel sentire quello che lui le aveva appena reso noto. Ron senza volerlo gettò l'occhio sugli appunti che Hermione aveva sotto il braccio, e lesse una cosa come 'E personalmente sono felice quando...' , al che Ronald domandò

:"Sei felice, quando?" -

:"Come?" - rispose velocemente Hermione, che aveva subito realizzato di non aver nascosto a dovere i suoi "appunti" che tutt'erano, tranne che quelli. Quei fogli, infatti, erano un vero e proprio tema dove Hermione aveva deciso di scrivere di se stessa, sulle sue paure, sulle sue difficoltà, su ciò che la rendeva felice e di una persona importante, qualcuno con cui avrebbe voluto condividere tutto quello che le succedeva.

:"Posso leggere?" - domandò Ron, fissandola.

:"Io... tu, tu l'hai fatto il tema, scusa?" - farfugliò Hermione, per dissuaderlo, mancava poco che il cuore le venisse alla gola.

:"No. E' un tema, quindi?"-

:"Ron! Io pensavo che tu l'avessi già fatto! Seamus ed Harry evidentemente, come mi hai detto prima, lo stanno facendo adesso. Ecco perché ti volevano, non solo per un parere! Raggiungili immediatamente e sbrigati a farlo, dobbiamo consegnarlo domani! Puoi scegliere una trama a tuo piacimento, basta che non riporti due stupidaggini o balordaggini, e andrà bene." - enunciò Hermione, agitata.

:"Niente da fare. Voglio prendere spunto dal tuo, mi fai leggere?" - continuò Ronald, imperterrito.

:"Oh, Ron... io... lo devo ancora finire." - inventò Hermione, concitata.

:"Non importa, va bene lo stesso, me lo dai, per piacere?" - insistette nuovamente, Ron. Hermione restò in silenzio per qualche attimo, presumibilmente il tempo di ideare una risposta assai convincente rispetto alle altre. Era l'unica soluzione, non avrebbe rischiato di dichiarare tutto a Ron attraverso un foglio di carta, ponderò.

:"Che t'importa di sapere quando sono felice?" - chiese d'un tratto, inaspettatamente, fu così che colse Ron di sorpresa.

:"Non lo so..." - le disse, frastornato.

:"Oh bene, finchè non mi saprai rispondere, allora, non ti farò leggere nulla." - disse Hermione, anche se con estrema riluttanza.

:"Allora... hmm... facciamo che lo voglio sapere perché potrebbe rivelarsi un buon motivo anche per me?" - dichiarò Ron, placido.

:"Noi siamo abbastanza diversi direi, non siamo fatti della stessa pasta e..." -

:"Avanti, Hermione, non avrai scritto di certo fatti profani lì dentro, né tanto meno cose illecite e irrazionali, cosa ti disturba? Siamo amici, e gli amici dovrebbero aiutarsi a vicenda o forse sto errando?" - interruppe Ron, dando l'impressione di essere un individuo che ha appena subìto un oltraggio.

:"No, non stai nemmeno farneticando, ma proprio non capisco perché proprio il mio di tema... non puoi chiedere agli altri?" - suggerì Hermione, trafelata.

:"Beh, tu invece sì. L'ho chiesto a te, non capisco perché cotanta esitazione. Non potrei leggerlo per qualche altra ragione, forse?" - Hermione adesso si sentiva indifesa, avrebbe dovuto cedere? Non era così semplice nemmeno porgergli quei dannati fogli, figuriamoci esaminare la reazione di Ron, una volta averli letti. 
Con un gesto irrequieto e lento, tolse le sue braccia dai fogli e  poggiò le mani sulle sue gambe, dentro di sé aveva la piena consapevolezza di quello che stava facendo, e sapeva che tornare indietro non poteva, non guardò Ron, non disse niente, restò com'era, fra i suoi pensieri reconditi,  profondi, intimoriti. Ron accennò un sorriso, forse era riuscito a trovare la goccia che faceva traboccare il vaso, dopotutto. Quando si accinse a prendere i fogli di Hermione, notò che abbassò leggermente il capo, come se avesse perso una battaglia. Ciò lo turbò, stava quasi decidendo di non prenderli più, ergo non disturbarla. Ma la curiosità oramai era forte, ed era già abbastanza che finalmente era riuscito ad ottenerli, Hermione infondo in una parte celata di sé, avrebbe voluto che Ron leggesse.

:"Ron, aspetta!" - gli urlò di colpo.

:"Per favore, leggili, ma non in mia presenza." - aggiunse.

:"Non capisco, sono tuoi, perché?" -

:"E' un piacere che ti sto chiedendo, Ronald. Potresti almeno fare questo sacrificio?" - fece per andarsene ma venne interrotta dalla mano di Ron che la teneva.

:"Prima Ginny mi ha detto che era con te stamane in biblioteca. Beh, sai, l'ho chiamata proprio per aiutarmi nel tema ma non ha voluto farlo per quanto avessi insistito, e temo sapesse che avrei sbirciato anche da Harry e qualcun'altro. Lo so che domani c'è la consegna, e ho bisogno di una mano esperta, capisci? Quindi siccome non voglio che me lo faccia direttamente tu... forse avrei dovuto dirti anche questo, prima, per essere onesti. " - affermò Ron, e in effetti ciò che aveva detto era vero, seppure in parte. Perché era anche effettiva l'idea di lavorare con Harry e Seamus, poiché sarebbe stato oltre che più divertente, più fedele alle sue caratteristiche avendo più passioni in comune. Ma, ribadendo, la voglia di scoprire quello che Hermione aveva scritto era più forte, convincente, e ora poteva! Hermione gli sorrise spontaneamente, ma fu un sorriso che purtroppo durò poco, perché aveva dentro sé un'ansia troppo forte, e sapeva che stare a sentire il suo cuore che si lamentava non era una cosa facile da fare, specialmente se aveva vicino proprio la causa del suo battere e addolorarsi di continuo. Per non parlare dell'imbarazzo, sarebbe diventata non solo rossa in viso, ma bollente, e Ron, che espressione avrebbe assunto? Avrebbe capito che quel ragazzo di cui Hermione aveva scritto era lui? Quella persona a cui tanto era legata, di cui era tanto innamorata e non riusciva a dirglielo per milioni di ragioni? Sì, aveva scritto di sé, della sua vita, di varie esperienze, ma come poteva non scrivere di lui, di Ronald Weasley, sarebbe stato un gesto incoerente ed ipocrita, le mille volte che aveva parlato di lui? Che aveva sognato, che aveva immaginato, che aveva pianto, che aveva riso... quelle non erano "avventure" da raccontare? E per la barba di Merlino se lo erano! Era una parte troppo importante da poter tralasciare, che poteva piacerle o no. 
Raggiunse di nuovo la biblioteca, lì si sarebbe sentita forse più tranquilla. Ma questo pensiero dovette gettarlo subito, perché se in altre occasioni lei poteva sentirsi più a suo agio, adesso nemmeno nei suoi sogni più rosei poteva. E sarebbe potuta sbarcare sulla Luna, su Marte, su Venere o perché no, anche su una cometa, avrebbe provato lo stesso quel continuo pizzichio nello stomaco, non c'era scampo, e poi sarebbe voluta tornare indietro tutto sommato, per vedere Ron come l'avrebbe presa, una volta che l'avrebbe trovata, se l'avrebbe trovata. 

"E adesso, cosa faccio? Cosa faccio?! E se lo capirà?! Avrei dovuto parlargli, avrei dovuto altrimenti inventarmi qualcos'altro, Hermione Granger, vecchia intontita, ti sei menata nel fosso da sola! Lo capisci? Non è poi così stupido Ron... anche se a volte può sembrare un perfetto ignavo ed imbecille! Infondo lui... forse lui... voleva vedere se parlassi di lui? Ah, ancora che vaneggi mia cara, figuriamoci se Ronald Weasley s'interessa di leggere il tuo tema per scoprire se hai scritto tra le righe di lui, ah ah ah, mi fai ridere." - incominciò a pensare fra sé e sé, mentre camminava davanti e indietro nascosta da un enorme scaffale, e di tanto in tanto gli veniva fuori impropriamente qualche parolina.

"Va bene. Ora devo calmarmi, devo stare calma. Infondo perché dovrebbe credere che quella persona è proprio lui? Lo raggiungo. Aspetta! E che scusa ho nell'essermi allontanata non volendo che leggesse con me alle calcagna, nel caso me lo chiedesse? Si vedrà, mi verrà in mente qualcosa... dovrò essere persuasiva, suvvia Hermione e calma." - continuò, e così concluse quella conversazione con se stessa, dirigendosi di nuovo nella Sala Grande aspettando però una ventina di minuti, così da assicurarsi che l'avesse letto, ma Ron non c'era.

:"Hei, Hermione..." - chiamò una vocina, era Luna, alle sue spalle.

:"Luna, ciao. Senti mi domandavo..." -

:"E' andato nel dormitorio, mi ha detto che nel caso fossi tornata qui o ti avessi vista avrei dovuto dirtelo." - le disse Luna, sospendendola.

:"R- Ron...?" -

:"Sì, Hermione, lui." - rassicurò Luna, serena.

:"Lo raggiungo, grazie." -

Hermione era rimasta stupita dal comportamento di Ron, forse temeva per davvero che lei sarebbe tornata, che l'avrebbe cercato dopo, come volevasi dimostrare. Raggiunse il dormitorio, Ron era sul divano a leggere adesso un giornale, era solo, non c'era nessun altro in quel momento, alcuni erano andati di sopra a riposare, altri avevano appena finito di giocare a scacchi e decisero di occuparsi di altre faccende al di fuori. 

:"Ciao, Ron, trovato spunto dal tema?" - domandò Hermione, fattosi coraggio, e cercando di essere il più naturale possibile. Infondo, capì che se avesse fatto così verosimilmente se Ron avesse avuto mai dei sospetti, si sarebbero placati. 

:"Sì. Anzi, forse... ho deciso comunque di copiare un po' da quello di Harry quando lo becco. Tieni." - rispose Ron in modo impassibile e si alzò per restituire il tema.

:"Capisco... e... come ti è sembrato?" - ridomandò Hermione, che stavolta avrebbe voluto dannarsi, chiedergli come gli sembrava avrebbe comportato un interesse da parte sua, ovvero, siccome Hermione avrebbe scritto di Ron, sarebbe stato importante sapere cosa ne pensasse lui. Un buon motivo per sgamarla.

:"Bello. Mi è piaciuto, ma su poche cose ho potuto prendere spunto... ho già qualche idea in testa." - le rispose. Hermione si sentì in qualche modo sollevata.

:"Potresti incominciare scrivendo del Quidditch... prima mi hai detto che sei 'un maestro'... man mano le idee ti verranno." - incoraggiò Hermione.

:"Lo so. Hermione perché non glielo dici a quel tipo?" - disse Ron, guardandola negli occhi, ma cercando di non sembrare troppo interessato.

:"Di cosa stai... quello del tema, dici?" - disse Hermione, quasi tremando, le venne un brivido che sembrava eterno. Ron accennò. 

:"Io temo di non essere in grado. Non che mi manchi il coraggio, forse quello ce l'ho, anche se non a sufficienza, io credo di non volerglielo dire." - rispose, in tutta sincerità, meravigliandosi di esser riuscita a divulgare ciò che pensava, anche se in modo confusionario.

:"Allora sei in grado, solo che non vuoi e devi incoraggiarti di più." - disse Ron, solenne.

:"Forse hai ragione... ma tu... credi di sapere chi è quella persona?" - Ora ad Hermione non importava più di lasciarsi scoprire, come Ron era troppo curioso di leggere il suo tema, Hermione al momento era estremamente curiosa di sapere se Ron avesse intuito qualcosa, o se almeno avesse qualche idea, le stava incominciando a sembrare tutto piuttosto strano. 

:"Ci sono un mondo di persone... ma solo una è in grado di rapirci il cuore." - disse Ron.

:"Questo l'ho scritto io... alla fine." - concretizzò Hermione, Ron aveva riportato esattamente le stesse parole.

:"Sì. Ecco la risposta che ti do. Non potrei mai scoprirlo, anche se ce n'è una sola, per il semplice motivo che sta in mezzo ad altre milioni di persone. Come faccio a saperlo?" -

:"Non hai idee? Non lo immagini proprio?" - 

:"Mi dispiace, no." - disse ancora Ron. Hermione si sarebbe dovuta sentire, a questo punto, rassicurata ma pareva che codesta risposta non la soddisfaceva affatto. In quel momento fu come avere un muro al viso, come l'avrebbe fatto crollare?
Hermione pensò di avvicinarsi di più a Ron, di non restare così lontana, magari non avrebbe fatto lo stesso effetto in lui. Ma mentre lo raggiungeva, notò che Ron non smetteva di guardarla, e questo la faceva sentire sempre più a disagio e s'intimidiva sempre di più, come succedeva anche un po' a lui. Hermione non osò parlare, né Ron fu incline a farlo, ma qualcosa scattò in lei e come se fosse sotto l'effetto di un incantesimo, si alzò sulle punte e raggiunse le labbra di Ron, nemmeno sapeva del tutto se fosse stato giusto in quel momento, o se magari fosse stata una corbellerìa coi fiocchi, a dirla tutta. Ron si lasciò incantare da lei, non esitò un attimo, ma non volle ancora sfiorarle il viso con le mani, cosa che desiderava a più non posso, per qualche motivo. Hermione si sentiva a dir poco emozionata, ma non riusciva ad ascoltarsi, sapeva solo di star facendo una cosa che avrebbe voluto fare da tempo, una cosa che le avrebbe cambiato i pensieri, i sogni, la vita. Ron alla fine si lasciò cedere e l'accarezzò, chinandosi ancora di più per poterla raggiungere meglio, a lui stranamente piaceva che Hermione ci avesse provato, che finalmente ci fosse riuscita. Infondo Ron lo sapeva, aveva capito che quella persona era lui, un po' da come era descritta, un po' da quello che sapeva che qualche volta aveva fatto ad Hermione e di come lei aveva reagito, del resto non tutti i comportamenti di lei passarono indifferenti ai suoi occhi.
Il cuore di Hermione era un continuo battere, e quelle carezze che Ron gli aveva dedicato fecero sicché lei capisse che era tutto vero, non era una magia, era la realtà. Quando ella si staccò dalle sue labbra, aveva le gote di un colorito simile a quello di una fragola, ma poco le importava e ovviamente non poteva saperlo, apparte Ron, lo guardò come se per la prima volta potesse vederlo con occhi diversi, come se prima di allora non avesse potuto avere quell'opportunità. Ed era bello, era bello vederlo in quel modo, era bello vedere che lui la stava ancora fissando, com'era bello per Ron notare che anche lei non aveva intenzione di distogliere lo sguardo, seppure fosse così timida.

:"Ora l'hai capito?" - domandò Hermione, sorridendo e mostrandosi ancora più bella e dolce agli occhi di Ron, che era felice di questo e pareva anche per lui non averla mai vista così, con i suoi occhioni, con i suoi capelli, con tutti quei bei particolari.

:"Lo sapevo, l'ho sempre saputo, Hermione." - le disse, regalandole un sorriso sincero anche lui. Hermione si sentì lieta nel saperlo. N
on voleva che quel momento finisse, nemmeno Ron, sperava tanto che un giorno riaccadesse, che lui l'abbracciasse, e chiederlo non sarebbe servito a niente perché Ron sapeva anche questo e voleva la stessa cosa. D'ora in avanti qualcosa sarebbe cambiato. 
 
   
 
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