Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: La Kurapikina    27/12/2014    4 recensioni
"Merlino è stato aggredito questa mattina all'alba, mio signore. Temo stia per morire."
Quella giornata non sarebbe dovuta cominciare così, Artù ne era sicuro.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono dovute arrivare le vacanze di natale per permettermi di aggiornare ancora, sono senza speranze. Gli impegni hanno letteralmente preso il sopravvento e non sono riuscita a gestirmi meglio, perdonatemi. Grazie a tutti quelli che leggono questa ff, che ormai sta lentamente giungendo a termine!
Chibisaru81: ha perfettamente ragione, sono decisamente troppo lenta ad aggiornare… cercherò di migliorare il più possibile!
Lululove2: mi dispiace davvero non essere riuscita ad aggiornare prima, cercherò di sfruttare queste vacanze per postare qualche capitolo in più del solito!
Jenny80_big: i nostri due amati non hanno un attimo di tregua, è vera! Ne hanno passate davvero tante e quando sembrava che le cose si stessero sistemando devono già ricominciare a correre… ma per salvare Merlino questo e altro! Quel mago farà impazzire Artù prima o poi, ne sono sicura. Grazie per continuare a seguire la storia, alla prossima!
Federicaxoxo: Ciao e grazie per la tua recensione! Non ti preoccupare, il mio povero cuore non ha abbastanza forza nemmeno per pensare di far morire il piccolo Merlinuccio, lo amo troppo! Spero che la mia storia continui a piacerti, alla prossima!
April88: Ciao! Sono veramente felice che la mia storia ti piaccia! Pian piano stiamo raggiungendo la fine, anche se per ora siamo ancora nei guai! Ma infondo, quando è mai successo che Merlino e Artù non rischiassero di morire? È una loro abitudine a quanto pare… grazie ancora, alla prossima!
Niclue: ahahah, la Merthur si è abbattuta su di noi con forza micidiale, mi fai morire! Non faccio altro che ridere come una scema, da sola davanti al computer, ogni volta che leggo una tua recensione! Sì, lo scorso capitolo era talmente dolce che mi ha fatto venire il diabete, ma dovevo pur dare un attimo di tregua a quei due poveri disgraziati dopo tutto quello che ho fatto passar loro. Mi dispiace dirti che se finora ti ho messo ansia i prossimi capitoli saranno un panico totale o almeno così li ho previsti, ma con quei due come protagonisti le cose potrebbero cambiare da un momento all’altro! Consoliamoci con la consapevolezza di un happy ending… grazie  mille per le tue recensioni, un bacio e alla prossima!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando aprirono la porta Gaius li guardò come se avessero il demonio alle calcagna e infondo Artù era consapevole del fatto che le loro espressioni non dovevano essere lontane da quelle di due disgraziati posseduti. Avevano corso come dei pazzi per raggiungere nel minor tempo possibile le stanze del cerusico, cercando nel contempo di non farsi scoprire da nessuna della numerose – troppe, dannazione! – guardie e, un po’ per fortuna, un po’ grazie agli straordinari poteri di Merlino, ci erano riusciti.
Artù aveva stretto la mano del moro per tutto il tempo, inconsapevolmente spaventato al solo pensiero di perderlo: voleva sentirlo lì, con sé, voleva essere sicuro che fosse ancora al suo fianco. Temeva che se avesse lasciato la sua piccola mano pallida, Merlino sarebbe scomparso improvvisamente, senza che lui potesse far nulla per impedirlo.
Perché? Perché il suo valletto doveva essere così incasinato? Perché non poteva essere un normalissimo servitore, senza poteri magici e, soprattutto, senza la straordinaria capacità di attirare problemi?
La verità, per quanto fosse strano e difficile ammetterlo anche solo a se stesso, era che Artù lo amava esattamente così com’era. Pacchetto completo.
“Che diavolo ci fate voi due qui? Non dovreste essere in cella? E’ successo qualcosa? State bene?”
La voce ansiosa di Gaius lo riscosse dai sui pensieri: il vecchio si era alzato con agilità insperata in un uomo della sua età e si era diretto a grandi passi verso loro due, esaminandoli con occhio critico, il sopracciglio sollevato in quell’espressione che lo rendeva incredibilmente simile ad un gufo: “Si può sapere cosa sta succedendo?  Insomma, quello che è successo nella stanza del trono… cosa significa?”
Merlino cominciò a balbettare dondolandosi da un piede all’altro          e fissando il pavimento mentre le sue guance e le sue orecchie assumevano un’adorabile sfumatura di rosso.
Artù sorrise intenerito – da quando lui si inteneriva? Si stava veramente rammollendo da quando conosceva quel ragazzetto imbranato – e spostò lo sguardo sul medico, inspirando a fondo e mettendo ordine ai propri pensieri: “Non c’è tempo per spiegare tutto ora. Ci serve il tuo aiuto.”
Gaius sospirò passandosi le mani sulla veste, annuendo con espressione quasi rassegnata: “Cosa posso fare per voi?”
“Rodomont, il cavaliere che ha aggredito Merlino. Sa che è un mago.”
Il vecchio spalancò gli occhi e si sedette lentamente sullo sgabello alle sue spalle, spaventato da quella rivelazione.
“Noi ora andremo a prenderlo nella speranza che non abbia già parlato con Morgana e lo porteremo qui, tu nel frattempo dovresti cercare un modo per cancellare la memoria delle persone.”
Gaius annuì di nuovo, spostando poi lo sguardo sul proprio protetto: “Fa’ attenzione Merlino. Non sopporterei di perderti… non era che potresti, finalmente, essere totalmente felice.” L’uomo aveva concluso la frase in un sussurro, tanto che per un attimo Artù aveva creduto di essersi immaginato quelle parole.
Ma, oh, le aveva dette davvero.
Lui, proprio lui, era la felicità totale di Merlino.
Era una strana sensazione, ma gli piaceva. Gli scaldava il cuore.
E, davvero, si sarebbe messo a ridere da solo come un idiota per quella nuova consapevolezza se solo non fosse stato tanto in ansia.
Strinse maggiormente la mano di Merlino, che non aveva lasciato per un solo istante, e, dopo aver annuito un’ultima volta in direzione del medico, si voltò e aprì lentamente la porta. Il corridoio era libero, ma una guardia sarebbe potuta arrivare da un momento all’altro, oppure Morgana sarebbe potuta tornare nelle sue stanze. Non c’era tempo da perdere.
Tirò Merlino maggiormente contro di sé e si chiuse la porta alle spalle, affrettandosi quindi a raggiungere una nicchia poco più avanti nel corridoio e guardandosi nuovamente intorno. Ancora nessuno in vista: in un attimo erano rintanati dietro un’altra statua, al sicuro da occhi indiscreti.
“Potreste smetterla, di grazia?” sbottò Merlino dopo che il principe lo aveva trascinato verso un nuovo nascondiglio: “Sono in grado di camminare da solo e non mi piace essere sballottato da una parte all’altra in questo modo.”
Artù gli rivolse una rapida occhiata scettica prima di tornare a guardarsi alle spalle per assicurarsi – di nuovo – di non essere seguiti.
Fece per dirigersi verso la prossima nicchia, concentrato solo sul raggiungere il prima possibile le stanze di Morgana, ma Merlino fece resistenza impedendogli di proseguire.
Si voltò scocciato verso quel mulo del suo servitore, ma bloccò l’insulto che aveva già pronto sulle labbra non appena notò che il moro sembrava veramente irritato e quasi ferito.
“Merlino…” sussurrò confuso allungando una mano verso di lui, ma il moro lo scacciò con stizza.
Oh, no. Quando avrebbe imparato a prestare più attenzione ai suoi sentimenti?
“Avete una vaga idea di quante volte io abbia risolto situazioni simili da solo? Non ho mai avuto il vostro aiuto prima d’ora e me la sono sempre cavata in un modo o nell’altro. Non ho bisogno di voi, quindi smettetela di comportarvi come un principino borioso ed arrogante e soprattutto smettetela di trascinarmi in giro come se fossi uno dei vostri cani da caccia.”
Lo sguardo di Merlino era duro mentre pronunciava quelle parole, la sua espressione determinata.
E dio, faceva così male.
Era un dolore che gli stringeva il cuore in una morsa crudele, senza pietà. Era un dolore che non era capace di combattere.
Abbassò lentamente lo sguardo, aprendo un paio di volte la bocca senza tuttavia riuscire a parlare.
“Io… lo so, Merlino.” mormorò infine, a fatica: “La verità è che sono io ad aver bisogno di te, è sempre stato così. Sarei morto tempo fa senza di te. E vorrei… vorrei solo che tu…” sospirò scuotendo la testa e portandosi due dita alla tempia destra: “Vorrei solo che tu avessi bisogno di me quanto io ne ho di te. Vorrei solo proteggerti sempre, da tutto e tutti, e vorrei che tu avessi bisogno di me per essere protetto. Lo so, so benissimo che sei terribilmente potente, che sei molto più forte di me e che non hai certo bisogno che qualcuno ti protegga e ti guidi, ma io… io invece ho bisogno di te persino per vestirmi… ho bisogno di te persino per respirare e vorrei essere importante per te quanto tu lo sei per me. La verità è che non mi sento abbastanza, mi sento così piccolo ed inutile e non sono abituato a simili sentimenti. So solo che vorrei essere il centro delle tua esistenza e vorrei che tu ti appoggiassi a me e a nessun altro.” Aveva perso il controllo delle sue parole, se ne rendeva conto, ma non riusciva a fermarsi e lasciava che quella verità taciuta così a lungo scivolasse dalle sue labbra: “Vorrei essere tutto per te, vorrei essere speciale. Per te. Lo vorrei davvero, proprio perché so che tu in realtà non hai bisogno di me. E questa cosa mi fa impazzire, perché non so come gestirla.”
Si bloccò quando sentì la mano del moro posarsi delicatamente sulla sua testa e carezzargli piano i capelli: chiuse gli occhi e sospirò piano, leggermente rassicurato da quel contatto.
“Oh Artù, sei veramente un idiota.” Mormorò Merlino e, anche se non lo poteva vedere visto che aveva ancora gli occhi chiusi, dal suo tono capiva che stava sorridendo: “Come puoi pensare di non essere importante per me? Tutto ciò che faccio, lo faccio per te. Sei sempre stato, e sempre sarai, la mia prima priorità. Tu vieni prima di qualsiasi altra cosa per me, questo devi sempre tenerlo a mente. Quando ho detto che non ho bisogno di te, lo ho detto solo perché ero irritato dal tuo trascinarmi a destra e a sinistra senza fermarti un attimo, ma cosa sarei senza di te? Tu completi la mia medaglia, sei il mio futuro. Sei il mio destino. Nemmeno esisterei senza di te, vivrei una vita senza significato senza di te. E tu mi dici che non ti senti abbastanza.”
Lo sentì ridere piano e un piccolo sorriso nacque anche sulle sua labbra: allungò le mani senza aprire gli occhi e una volta raggiunto il corpo di Merlino lo strinse a sé affondando il viso nei suoi capelli e respirando con forza il suo profumo.
Il mago si appoggiò completamente a lui, facendosi sorreggere totalmente dal principe.
“Anche io sarei morto senza di te. E ho un disperato bisogno della tua protezione, ora più che mai.”
Artù trattenne il fiato, stringendo maggiormente il corpo esile del moro a sé.
“Ho bisogno di saperti sempre al mio fianco, ho bisogno che tu mi sorregga, che mi guidi. Ho bisogno di appoggiarmi a te perché da solo rischierei da cadere. Ci proteggeremo a vicenda: ognuno di noi ha la sua forza e la sua debolezza, ma insieme… insieme potremmo essere perfetti.”
Il principe sorrise aprendo finalmente gli occhi per poter guardare il volto arrossato del valletto: gli strinse la mani sulle guance, fissando quegli occhi blu e leggendoci una devozione che ancora, nonostante tutto, non era ancora sicuro di meritare.
Si chinò piano per baciarlo, stringendolo a sé e rimanendo – ancora e ancora, sempre – sorpreso da quanto quelle labbra fossero morbide ed arrendevoli sotto le sue.
 
Lo tenne stretto a sé per un tempo indefinito, passando una mano fra i suoi capelli ad intervalli regolari e sospirando con un misto di tristezza e dolcezza: avrebbe voluto che fosse tutto più facile. Desiderava solamente non avere il costante timore che quella piccola bolla di felicità in cui erano racchiusi lui e Merlino scoppiasse da un momento all’altro, ma era consapevole che la loro situazione era terribilmente instabile.
Sospirò di nuovo quando il rumore di tacchi che percorrevano velocemente il corridoio li fece sobbalzare: Morgana si stava dirigendo a passo di carica verso la porta della sue stanze.
“Oh maledizione!” imprecò il biondo stringendo i pugni: “Dobbiamo fermarla, non deve parlare con Rodomont! Maledizione! Non deve parlare con lui!”
Improvvisamente, l’aria intorno a lui si cristallizzò e tutto divenne statico: Morgana rimase bloccata nel corridoio, la guardi che si stava avvicinando divenne come una statua, la gamba alzata e un braccio teso in avanti.
Decisamente c’era qualcosa di strano: tutto era immobile, statico.
Troppo immobile e statico.
Merlino.” Sussurrò voltandosi lentamente verso il proprio valletto con un sopracciglio sollevato: “Tu centri per caso qualcosa con questo?” chiese agitando nervosamente una mano intorno a sé.
“Voi continuavate a dire che dovevamo fermarla, che non c’era tempo e io mi sono fatto prendere dal panico! Temo che la mia magia abbia preso il sopravvento…”
“Ottimo. Davvero, non c’è che dire, ottimo. Almeno ora Morgana non parlerà con Rodomont, ma si può sapere cos’hai fatto?”
Merlino abbassò lo sguardo, imbarazzato e dispiaciuto al tempo stesso: “Temo di aver fermato il tempo.”
Artù si portò due dita alla radice del naso, inspirando con forza e chiudendo gli occhi per qualche breve istante: “Dimmi che almeno sai come sciogliere quest’incantesimo.”
“Accidentale. È stato un incantesimo accidentale.” Mormorò il moro spostando il peso da un piede all’altro.
Il biondo sollevò gli occhi al cielo scuotendo la testa: “Sai come scioglierlo?” chiese ancora.
“Non so nemmeno come effettivamente si faccia quest’incantesimo, come farei a saperlo sciogliere?”
Oh, fantastico.
Ora sì che era tutto perfetto.
 
 
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: La Kurapikina