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Autore: PersephoneAm    27/12/2014    1 recensioni
' -Mi fai incazzare!-urlai,-Buonanotte!-.
Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente.
-Ma quale buonanotte! Tu rimani qui!-. '
PS. Primi tre capitoli in revisione(:
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La mattina mi risvegliai sola nel letto di mio fratello, mentre qualcuno bussava alla porta. Mi stroppicciai gli occhi e mi stiracchiai con calma  La porta si aprì improvvisamente e Thomas entrò in camera tranquillamente e io lo guardai in cagnesco.

«Ti sembra il modo di entrare in una stanza, cretino?»gli urlai contro, coprendomi con le lenzuola.

«La camera è di tuo fratello. Come cazzo facevo a sapere che eri qui?»mi disse.

Mi alzai dal letto, guardandolo in cagnesco. «Bussa lo stesso, no?»

Lui alzò gli occhi al cielo. «Stasera verrai alla festa di Teo?»

Ci pensai su. «Non sapevo facesse una festa. Comunque credo di si.»

Thomas mi si avvicinò lentamente e si abbassò, per guardarmi negli occhi. Il mio respiro iniziò ad accellerare, finché sentii la testa martellare furiosamente. Mi maledii per essere conciata peggio di una stracciona con quei capelli arruffati e il trucco del giorno prima. 

«Vestiti.»mi disse a un certo punto, facendomi risvegliare da quello stato di trance. 

Mi aspettavo... Aspetta! Che cazzo mi aspettavo? Non sapevo cosa, ma eravamo lì e io volevo togliermi lo "sfizio", così mi slanciai verso di lui, stringendo tra le mani i suoi capelli e tirando il suo viso contro il mio, facendo combaciare le nostre labbra. Thomas trasalì per la sorpresa, ma non passarono neanche tre secondi che subito rispose al bacio e mi strinse a sé. Mugolai di soddisfazione. Insomma.. Lui mi piaceva davvero, ma il suo carattere era peggio di quello di mio fratello e oscurava l'attrazione che c'era tra noi. Sentii la sua mano scivolare lentamente sul mio fianco, poi arrivò a toccare la pelle nuda della coscia e si infilò sotto la maglietta. Mi sentii sciogliere dentro, quando la sua mano andò a stringere uno dei miei seni nudi. Meno male che mi trovavo comoda a dormire senza reggiseno! No aspetta, a cosa cacchio sto pensando mentre mi sto facendo un graaaaan figo? 

Mi spinse fuori dalla camera di Alex fino ad arrivare alla mia e lì mi fece stendere sul letto, spogliandosi e togliendomi la maglietta. Gli salii sopra, mentre i miei capelli andavano a coprire il mio seno, poi andai verso la porta e chiusi a chiave. 

«Tanto non c'è nessuno.»mormorò con voce talmente roca, che mi mise i brividi.

Tornai a letto, mentre lui prendeva il suo portafogli e tirava fuori un preservativo. Lo posò suò mio comodino, mentre gli salivo sulle gambe, scendendo col busto a baciargli le labbra. Le sue mani si posarono sulla mia schiena, facendo scontrare i nostri petti nudi, poi scesero più giù, togliendomi gli slip. I miei capelli erano sparsi intorno a noi, coprendo i nostri volti. Lo sentii aprire la bustina del preservativo, arrotolandoselo sull'erezione. Entrò piano, dentro di me, come se temesse di farmi del male. Io gemetti, staccandomi dalle sue labbra il mio corpo stava accogliendolo alla perfezione, quasi come se fossero fatti per stare insieme.

Ero già stata con un ragazzo, un mio ex, ma Thomas... Dio con lui era una cosa totalmente differente, cazzo(giusto per stare in tema)! Ribaltò con una mossa di reni le nostre posizioni e prese subito a spingere con velocità, baciando e mordendo le mie labbra. Sentii il sapore ferroso del mio sangue sulla lingua, così, per ripicca, lo graffiai sulla schiena. Raggiungemmo l'orgasmo praticamente insieme e fu espolsivo!

Alla fine avevamo entrambi il fiatone e io mi permisi di spostare una gamba sulle sue e Thomas non fece obiezioni, anzi! Prese ad accarezzarmela, baciandomi la tempia. 

«Erano mesi che aspettavo una cosa del genere.»disse a un certo punto, prendendo la coperta per coprire entrambi.

«Mesi?»feci io. «E che diavolo ti aspettavi, un invito scritto?»

Lui scoppiò a ridere, mordendomi una spalla. «Quasi...»

«Madonna...»mugolai quando la sua mano arrivò all'attaccatura della coscia, stringendomi a lui. 

«Così impari a non invitarmi prima.»mi disse, muovendo la mano e facendomi rabbrividire, quando raggiunse la mia intimità.

«Non sembrava che tu mi volessi, l'altro giorno, quando sei venuto a prendermi da Christian.»sbottai, muovendomi verso la sua mano, per cercare di più.

Il suo sguardo si rabbuiò. «Alice, sarò monotono, ma non mi interessa. Cerca di stare lontana da quel tipo.»

«Ma perchè?»gli chiesi, sbuffando. «E' un ragazzo molto simpatico e carino...»

«Se ti fa' stare bene, và da lui.»disse, alzandosi.

Lo spinsi contro il materasso, bloccandogli ogni via di fuga. «Spiegami perchp ce l'hai con lui. Solo questo.»

Lui sbuffò. «Non dovresti saperlo.»iniziò, facendomi trasalire. Pensai che mi stesse per confessare il loro segreto. «Ha violentato la mia ex ragazzo, Alice.»

«Lucia?»feci, una smorfia. «Ascolta, non incazzarti, ma Lucia farebbe e direbbe di tutto pur di passare per vittima. Il fatto che non abbia denunciato Christian mi fa credere ancor di più che lui non c'entri nulla!-.

«Comunque non sono affari tuoi.»rispose, stringendomi un fianco nella mano calda. «Adesso gli unici affari di cui tu ti debba occupare siamo io e il mio inseparabile amico lì sotto.» 

«Sei volgare.»protestai, storcendo il naso. 

«E tu troppo schizzinosa quando non serve.»disse.

Risi di gusto, tirando la testa all'indietro, senza rendermi conto che stavo esponendo i miei sani alla bocca di Thomas, che prese subito a mordicchiarli, facendomi gemere. Lo baciai con tutta la passione che potevo avere e la sua risposta non tardò ad arrivare. Rimanemmo chiusi in camera mia per altre due ore, finché Thomas non disse che sarebbe stato più saggio scendere prima che arrivasse Alex.  

Solo dopo mi accorsi che aveva cambiato argomento mentre eravamo a letto sul fatto di Christian e Lucia. 

Alex arrivò nell'esatto momento in cui Thomas stava per baciarmi e subito ci allontanammo l'uno dall'altra con aria colpevole, che fortunatamente Alex e la ragazza che entrava in casa non notarono. 

«Silvia!»esclamai, buttandole le braccia al collo. 

Silvia era la ragazza di Alex e una sorta di sorella maggiore da quando ero piccola. Studiava a Berlino e faceva fatica a tornare in Italia senza che passassero tre settimane. Era la miglior ragazza che avessi mai conosciuto: carina, silenziosa, gentile e onesta, molto onesta, tanto da non avere peli sulla lingua. 

In pratica era l'opposto di mio fratello no? 

«Ciao, Alice!»mi salutò lei, abbracciandomi a sua volta. «Come stai?»

«Bene e tu?»

«Anch'io.»disse. «Alex mi ha detto che ti hanno chiamata a "La Scala" e ho visto anche il tuo calendario!» Appena nominò il calendario, mi fece l'occhiolino, spingendomi con una spallata. «Sei una bomba sexy, cognatina.»

Alla parola "calendario" Thomas si voltò a guardarci e io feci finta di nulla. «Si beh... Volevo fare qualcosa di diverso e strano...»

«Hai due tette mozzafiato!»esclamò Silvia, facendo scoppiare tutti a ridere, compresa me. 

«Adesso guarda che cambia fratello!»scherzò Luca, tirano una gomitata al braccio di Alex, che ghignava come un cretino.

«Nessuno sopporterebbe Alice.»fece Alex, sventolando in aria la mano, come a dire che quella conversazione era terminata.

Silvia era timida, ma non aveva nemmeno peli sulla lingua, in pratica lei non pensava, parlava e basta. Silvia andò in cucina con tutti gli altri a bere sicuramente qualcosa di alcolico che aveva preparato Stefano e io rimasi da sola nella sala, guardando una mia foto che mi ritraeva in tutu all'età di dodici anni.

Non sapevo se continuare veramente con la danza o no. Mi sarebbe piaciuto frequentare l'università e... avere dei figli, cosa che la carriera da ballerina mi avrebbe sicuramente vietato, visto che una gravidanza avrebbe modificato il mio corpo in un modo o nell'altro.

«Due tette mozzafiato eh...» 

Mi voltai, trovandomi davanti Thomas. Sorrisi e mi avvicinai a lui, guardandomi nella maglietta e facendo una smorfia di approvazione. «Si, beh... non posso lamentarmi.»

«Ne è sicura, signorina?»mi sfidò lui, posando le mani sul mio sedere e stringendomi i glutei.

«I gemiti di approvazione di un ragazzo, me ne hanno dato conferma.»civettai.

Detto questo lo tirai verso di me, guardandolo negli occhi e leccandogli le labbra di sfuggita. Tommy non mi lasciò andare, cosa che mi gettò nel panico: e se gli altri ci avrebbero visti? Cosa potevamo dire loro?

«Non pensi agli altri?»gli doamndai.

«Devono abituarsi all'idea che tu sia mia.»affermò con decisione.

Teo aveva ragione: forse avrei solo dovuto provarci con Thomas e vedere quale sarebbe stata la risposta del ragazzo in questione. Gli allacciai le mani dietro la nuca, attirandolo verso di me e baciandolo senza tenermi a freno per niente e per nessuno. A lui andava bene, quindi... 

«Ehi.»ci riprese Alex, arrivando dalla cucina. «Perchè non mi dite cosa sta accadendo qui, eh?»

Ci voltammo verso di lui, dietro al quale stavano arrivando tutti gli altri.

«Tu che dici, fratello?»rise Tommy.

Nessuno disse nulla in proposito. Teo mi fece l'occhiolino, Stefano ridacchiò e Luca fece una battuta alquanto spinta, beccandosi una sberla da parte di mio fratello.

Sorrisi, mentre Thomas beveva il suo drink tenendomi stretta in vita.

Sapevo che non eravamo insieme insieme, ma com'era ora la situazione... Mi piaceva. 

Il mio stomaco prese a brontolare. «Ho fame.»mi lamentai a un certo punto. «Vado a vestirmi ed esco.»

«Vengo con te, bellezza!»esclamò Silvia, venendomi dietro in camera.

Non mi ricordai delle lenzuola sfatte e subito Silvia si mise a sogghignare. «Avete fatto baldoria, eh?»

Con lei si poteva parlare liberamente, quindi... «Tu non hai idea, Silvia! È stato tipo un "wow" e poi "caaaaazzo" e poi "oh, meo deooo!"»

Lei scoppiò a ridere. «Tu stai male!»

Indossai un jeans, una maglietta nera e un paio di pumps nere, sistemai i capelli in una coda alta e mi ritruccai. Presi il portafogli e il telefono, insieme alla borsa e scesi con Silvia al piano inferiore. 

«Ste, vuoi venire?»le chiesi, ricordandomi di essermi completamente dimenticata della mia amica.

Lei mi sorrise e mi seguì fuori. 

«Ci vediamo dopo!»urlai, chiudendo la porta. 

Dopo dieci minuti arrivammo al McDonald's e ordinammo qualcosa lì. Ci sedemmo a un tavolo e subito iniziammo a mangiare, ma mi fermai quando vidi Christian, al tavolo di fronte al nostro. Lui buttò le sue cose e venne a salutarmi.

«Ciao bella.»mi salutò, baciandomi una guancia.

Stefania si schiarì la voce e guardò Silvia. «Thomas si incazzerà moltissimo!»la sentii mormorare.Lo feci sedere al nostro tavolo e la mia amica spalancò gli occhi.

«Cosa mangiate?»ci chiese, guardando sui vassoi.

«Vuoi?»gli offrii le patatine e lui accettò, facendomi segno di prendere qualche bocconcino di pollo che gli era rimasto.

«Allora che fai? Mi segui?»risi io.

«Io?! Stavo aspettando Michael da venti minuti fuori, poi mi è venuta fame.»

«Fuori? Ma non ti ho visto!»

«Non ero all'entrata!»rispose.

«Che cazzo ci fai con lei?»

Sussultai, mentre Christian ridacchiò. Thomas e gli altri erano dietro di me e Stefania e Silvia li guardavano nervose. 

«Thomas!»lo salutò Christian, con un cenno del capo. «Come stai?»

«Fai poco lo spiritoso! Ti ho fatto una cazzo di domanda e voglio una cazzo di risposta!»

«L'ho fatto sedere io qui.»mi intromisi, beccandomi un'occhiataccia da Thomas e Alex. «Non c'è bisogno di fare casino.»

«Non difendermi, Alli.»mi fermò Christian, guardando poi Thomas. «Mi sono fermato solo a chiedere come stesse Alice.»

«Non credo ti possa interessare.»disse Alex. «Ora sloggia.»

«Alex.»lo richiamai con alma. «Ora se ne va, sta tranquillo.»

Christian mi salutò, baciandomi una tempia e io sospirai. Se la stava cercando proprio eh! Thomas lo prese per la maglietta e lo allontanò da me. Christian avvicinò il suo viso a quello di Thomas e io mi fiondai in mezzo a loro, mentre tutti si erano voltati verso di noi.

«Tommy.»lo chiamai dolcemente. «Lascia stare.»

«Mi stai sfidando troppo, sfigato!»disse Thomas, spostandomi di fianco a lui. 

Christian rise. «Ci si vede, cazzone.»

Afferrai il braccio di Tommy per trattenerlo, o almeno cercare di farlo, mentre Christian usciva dal ristorante.

«Dì a tutti di tenere d'occhio tua sorella.»disse Thomas ad Alex. «Non mi fiderei troppo a lasciarla da sola neanche un attimo.»

«Non ho bisogno del babysitter!»protestai. «So cavarmela da sola!»

«E si vede!»sbottò Alex. «Alli, in che lingua devo dirtelo? Non devi stare con lui.»

«Ma dai! Con me è gentile!»ribadii.

«E' solo una facciata.»disse Thomas, sedendosi al mio posto e facendo il gesto di sedermi sulle sue gambe.

Io lo feci, mettendo il broncio e continuando a mangiare il panino. Thomas mi afferrò le mani e ne staccò un morso, fregandomi anche le patatine.

«Mi prendi il gelato con gli Smarties?»gli chiessi, facendogli gli occhi dolci.

«Dammi i soldi e vado a prenderlo.»mi disse, facendomi rimanere male.

«Che stronzo!»esclamai.

Silvia scoppiò a ridere, seguita da tutti gli altri, mentre la mano di Thomas si posava sulla mia coscia senza farsi vedere.

«Tu dammi qualcosa in cambio e ti pago tutti i gelati che vuoi.»mi propose lui, scherzando.

«Ehi!»ci riprese Alex. «Tommy sei il mio migliore amico, ma ricordati che lei è mia sorella.»

«Ovviamente rimanendo nei limiti consentiti da tuo fratello.»continuò Thomas, facendomi l'occhiolino.

«Un bacio ti va bene?»

«Quelli me li prendo quando voglio.»

Mi avvicinai al suo orecchio e, mettendo le mani davanti gli leccai delicatamente il profilo della mascella, facendolo irrigidire. «Questo... più giù?»sussurrai al suo orecchio.

«Alzati e vado a prenderti 'sto cazzo di gelato!»esclamò lui, mentre Stefania e Silvia ormai stavano ridendo come due matte. «Poi però manterrai la tua promessa.»

«Avete finito?»ci riprese Stefano. «Qui è da tre giorni che nessuno pensa a me e voi mi fate rosicare?»

Thomas si alzò dalla panchetta e ghignò. «Scommetto che Teo ti farà conoscere sicuramente qualche bella figa stasera.»

Detto questo mi prese per mano e andammo alla cassa a prendere il mio gelato, poi mi portò fuori per fumarsi una sigaretta, seguito da tutti gli altri. Mezz'ora dopo ce ne andammo a casa per prepararci per la festa di Teo.



Alla festa...

 

Silvia mi porse il secondo, no forse il terzo daiquiri alla fragola e io lo bevvi quasi subito, poi lo lasciai sul tavolino e mi feci sollevare sopra questo da due ragazzi, seguita dalla ragazza di mio fratello, ballando a tempo di "Turn up che speakers".

La folla iniziò ad urlare estasiata e altre ragazze ci seguirono sul tavolino, mentre alcuni ragazzi continuavano a toccarsi le cosce e a palparci le natiche; uno di loro, per mia sfortuna, era Michael. Cercai di scacciare la sua mano, ma era tutto inutile, finché Silvia mi fece scendere da quel cubo improvvisato, allontanandomi da quell'idiota, che però ci seguì. Prima che uscissimo sul retro dove vidi Thomas e gli altri, Michael mi afferrò e mi strattonò verso di sé.

«Cos'è? Non hai più voglia di parlare?»chiese lui, alitandomi addosso e sentendo l'odore di alcol.

«Lasciami!»gli dissi. «Sei anche ubriaco!»

«Andiamo, divertiti un po' con me dai!»continuò, toccandomi una coscia.

Gli sputai in faccia. «Mi fai schifo! Lasciami!»

Non potei fare cosa peggiore: Michael mi strinse forte il braccio e mi schiaffeggiò, facendomi cadere a terra. Silvia strillò impaurita e spinse Michael lontano da me. Lui scoppiò a ridere, scuotendo la testa per poi rialzarsi.

In quel momento la porta sul retro si aprì ed entrò Thomas. Lui guardò nella stanza, vedendo me e Silvia fissare male Michael, mentre quest'ultimo si appoggiava al muro, urlandomi contro parole che non riuscivo ad afferrare. Thomas partì in quarta e prese a dare pugni al ragazzo, mentre Alex teneva fermo Christian, che era arrivato forse attiratto dalle urla del suo amico.

«Tommy!»urlai, piangendo. «Ti prego, smettila!»

«Coglione, lascia stare il mio amico!»urlava Christian, dando un pugno a mio fratello, che cadde a terra stordito. Si fiondò poi su Thomas, che rispose con aggressività a ogni colpo che riceveva.

«Smettetela, vi prego!»piagnucolai, cercando di afferrare il braccio di Tommy invano.

Fortunatamente entrarono subito Luca, Stefano e Teo, che bloccarono i due per le spalle, mentre Alex si rialzava, aiutato da Silvia.

«Prendi il tuo socio e vattene!»gli intimò Teo. «Se ti vedo vicino a una sola della nostre ragazze, giuro che ti uccido!»

«Sarà lei a cercarmi, fidati.»disse Cri, passandosi il dorso di una mano sotto il naso per togliere la scia di sangue che colava. Alzò poi da terra Michael, che gemette dal dolore. I due se ne andarono.

«Cosa è successo?»chiese Stefano.

Silvia gli raccontò tutto, mentre io continuavo a piangere in silenzio e Thomas mi si avvicinò per cercare di abbracciarmi.

Lo scansai. «Devi imparare ad ascoltarmi, Cristo!»esclamai, allontanandolo in malo modo. «E a calmarti soprattutto!»

«Ma hai capito che ha cercato di violentarti?»mi chiese, alzando la voce.

«Stavo venendo da voi apposta per farmi lasciare stare!»risposi, urlando.

«Sarebbe successa la stessa cosa!»continuò, calmo, e mi abbracciò, mentre gli tempestavo il petto di pugni.

«Non mi piacciono queste stronzate!»mormorai, dopo essermi calmata e facendomi accarezzare la testa da lui.

«E da quando a una ragazza non piace il tipo geloso?»mi chiese con ironia, per smorzare la tensione.

«Da ora.»risposi, guardandolo negli occhi.

«Allora scusami.»disse. 

Mi sorpresi di quella frase: Thomas era un ragazzo orgoglioso e molto raramente chiedeva scusa, anzi! Anche quando aveva torto non scendeva mai a chiedere perdono, poteva anche ricominciare a parlarti di punto in bianco, ma non si abbassava a riconoscere i propri errori.

«Ti scuso.»mormorai, baciandolo.

«Ehi!»ci richiamò Alex. «Scusate se sono qui a rompervi, ma sono piegato in due a reggermi lo stomaco per un pugno del cazzo! Non è che potreste aiutarmi, no eh?»

Ci trattenemmo a stento dal ridere e ci avvicinammo a lui per aiutare Silvia a tenere mio fratello in piedi. Lo facemmo sedere su una sedia, mentre gli passavo una mano sui capelli. Alex mi scansò la mano, guardandomi male e io gli sorrisi.

«Vieni.»mi disse Tommy. «Andiamo di sopra in terrazza.»

«Io vado a dire agli altri che la festa è finita.»ci avvisò Teo.

Seguii Tommy per le scale, entrando in una delle stanze degli ospiti.

«Stai meglio?»mi chiese, accendendosi una sigaretta. Sentimmo dei rumori assordanti e l'allarme di una macchina, ma sembrava lontano.

«Si, sto meglio.»risposi. «Ma promettimi che non farai più queste stronzate.»

Gli presi le mani e vidi le nocche insanguinate. Con Thomas avrei dovuto lavorare tanto d'ora in poi e al solo pensarlo mi sarei messa le mani nei capelli. Era troppo geloso e possessivo, senza contare l'essere stronzo, egoista, egocentrico e aggressivo, ma era per questo che mi piaceva e non avrei mai voluto cambiarlo. Ma subito si sarebbero presentati un sacco di problemi.

«Tommy!»lo chiamò Teo, arrivando di corsa ed entrando nella stanza. «Ti hanno preso a sprangate la macchina!»

Appunto...
   
 
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