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Autore: dragonsir96    28/12/2014    0 recensioni
è guerra! Galadrien ormai attorniato da alleati oscuri si prepara alla grande invasione contro Canterlot. Tra antiche profezie,personaggi dimenticati e battaglie furibonde il nostro eroe metterà a ferro e fuoco l'intera Equestria. Riuscirà a compiere la sua vendetta ed a vincere la guerra?
Scopritelo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 7: Cieli Cadenti
"Quanta superbia,quanta spavalderia ma soprattutto quanta paura." disse Sombra appoggiandosi con una zampa su una roccia e scrutando con un sorriso maligno e beffardo l'imponente città sospesa di Nuvola City.
"Non dobbiamo trattare la cosa con superficialità. 
Sarà molto ardua assaltarla e conquistarla.
" aggiunse Chrysalis che intanto si era riservata un piccolo spazietto più in basso ,a fianco del suo idolo.
Questo quasi disturbato ed infastidito da quell'osservazione,pronunciò un ringhio ed aggrottò la fronte,mentre i suoi occhi si infiammavano ancora di più alimentati dalla rabbia e dalla frustrazione per l'interruzione dei suoi pensieri profondi.
Senza distogliere lo sguardo dalla città,Sombra rispose con disprezzo: "Infatti io non sto mica dicendo che sarà una cosa facile,sto solo contemplando le debolezze dei nostri avversari. 
Invece di ficcare il naso nei pensieri altrui va a vedere se Galadrien è arrivato;così almeno ti rendi utile."

La regina dei mutanti incredibilmente offesa da quelle parole sbuffò con il naso,emise un perfido sibilo di sfida e con sfrontatezza  si voltò incamminandosi a testa alta e con un espressione di incredibile disgusto,che mascherava il dolore interiore provocato da quelle parole,sparì in mezzo alla boscaglia.
Sombra ripresa la pace e il controllo dei suoi pensieri,chiuse gli occhi,annusò l'aria e con soddisfazione aggiunse fra sé e sé: "Si,soprattutto paura e terrore...quanta debolezza."

Il secondo gruppo guidato da Sombra,Valerian e Chrysalis aveva raggiunto con facilità il punto di raduno.
Secondo i calcoli dei tecnici e dei strateghi erano arrivati proprio nel punto dell'orbita percorsa dalla città sospesa attorno a Canterlot più lontano dalla città perfetta;più lontano da qualsiasi aiuto o alleato.
Eppure,nonostante il vantaggio territoriale,Galadrien aveva più volte ripetuto di non sottovalutare la città dei pegasi:anche senza aiuti il popolo dei pegasi è di natura forte e vigoroso,senza contare che dispone di un apparato difensivo bellico,anche se rozzo,molto efficacie.Ma quello che si chiedevano tutti era: come assaltare una città sospesa venti metri da terra?
Certo tutte le macchine d'assedio a disposizione erano li schierate ben nascoste dai pini montani e dagli abeti del sotto bosco, e di pegasi nell'esercito non mancavano;ma quello che rese molto perplesso soprattutto Valerian era il fatto che più si guardasse intorno e meno vedeva pegasi pronti ad assaltare quella città.
E poi Galadrien non era mica tipo da radere al suolo una città,o almeno questo si ricordava l'unicorno arancione, e quindi senza pegasi,come avrebbe fatto?
I dubbi di Valerian andarono crescendo sotto i rami della vegetazione montana che separava la valle dove Nuvola City si era stanziata ed gli alti e grigi picchi rocciosi delle montagne circostanti.
L'aria non era nè troppo fredda nè troppo calda: il sole estivo pomeridiano,che ormai accennava a scendere senza però ancora rivelare il colore roseo del tramonto, assieme all'aria fresca di montagna componeva un'incredibile sinfonia di equilibrio e benessere,uno stato di pace e tranquillità inimitabile tale che persino l'inafferrabile brezza estiva e il pesante sospiro delle montagne non osavano interromperla con la loro presenza,limitandosi a guardare ed a mescolarsi per mantenere puro quello stato.
Tra il pubblico di quello splendido spettacolo,spiccavano timide nuvole grigie ammassate sui picchi rocciosi in attesa di riversare,al calar del sole,una leggera e timida pioggia estiva che si sarebbe risolta nel giro di una mezz'oretta.
Questa tempesta infatti i pegasi della città sospesa l'avevano previsto,ma ciò che i loro occhi ,troppo impegnati a scrutare l'alto regno delle nuvole,non videro era che la tanto attesa tempesta non sarebbe arrivata dall'immensità azzurra del cielo ma bensì dalle tetre e buie profondità della terra,reputata troppo noiosa e poco interessante dalle creature alate.
Ma come chi si concentra troppo su una cosa lasciando perdere tutto il resto della realtà che lo circonda,così i poveri pegasi avrebbero pagato molto caro il loro sguardo troppo alto e troppo limitato.

Infatti ecco che allo scoccare delle cinque del pomeriggio, si aprì un varco nel terreno morbido ed umido della foresta in mezzo a tutte quelle truppe armate e macchine d'assedio imboscate.
Immediatamente Chrysalis e Sombra si precipitarono sul posto pronti ad accogliere il plotone con Galadrien appena tornato da Ponyville,mentre alcuni soldati si avvicinarono silenziosi alla crepa del tunnel.
Ma da quel passaggio uscì solo Galadrien,pronto e fiero ancora della vittoria del mezzogiorno,con l'armatura nera che abbozzava qualche riflesso della luce solare e le due armi leggendarie che oscillavano dai suoi fianchi pronte a spargere altro sangue e distruzione.
Il sorriso poi era lo specchio di tutta quella sua sicurezza interiore e di tutta quella oscura malvagità che lo avrebbe spinto nel folto della mischia pur di distruggere fino all'ultimo i suoi odiati nemici.
E poi aveva un conto da saldare con quella città sospesa nell'aria,un conto che l'avrebbe completamente rovinata e fatta cadere dal suo piedistallo celeste.
Chrysalis e Sombra immediatamente si stupirono di vedere l'alicorno da solo;quindi immediatamente pensarono al peggio e la regina dei mutanti partì in contropiede.
"Avete per caso perso?"chiese preoccupata all'alicorno: "Eppure vi ho affidato un distaccamento scelto di mutanti,come avete..."
Galadrien la interruppe molto seccamente:"Non abbiamo perso. Ufficialmente Ponyville è svanita in mezzo ad un inferno di fiamme,cenere e sangue.
Non ce molto da dire: i nostri hanno combattuto come eroi,e pure i nostri nemici,e coloro che sono caduti,di sicuro si sono meritati la pace e la gloria eterna.
Coloro che sono rimasti li ho mandati avanti e ci raggiungeranno a Canterlot per l'assalto finale.
"
Poi rivolgendosi a tutti i soldati presenti,l'alicorno ordinò con sicurezza e fermezza: "Tutti quanti hai propri posti: schieramento a colonna,formate i comparti e preparatevi a marciare su Nuvola City."
Tutti i soldati abbassarono il capo ed andarono nelle posizioni assegnate.
Quasi era palpabile la paura e la tensione ad affrontare il battesimo della battaglia: tante anime immacolate e innocenti gettate in un lago nero di violenza e sangue, da cui i poveri novizi avrebbero dovuto avere la forza di riemergere e rituffarsi nuovamente in un ciclo infinito di tormento.
Che poi il sangue sia loro o di altri,alla Guerra questo poco importa.
Intanto Galadrien cominciò ad incamminarsi ,con la regina dei mutanti alle spalle che goffamente saltava da una buca all'altra del terreno boschivo,verso Sombra e Valerian che li stavano aspettando vicino alle ruote di quella che sembrava una balestra gigante d'assedio,solo con gli archi tutti luccicanti come cristalli.
I due avevano sguardi differenti ,specchi delle riflessioni che ormai dominavano la mente dei due esseri appoggiati alle ruote di quercia scura per l'ombra data dai magnifici pini della foresta:Sombra soddisfatto per la vittoria sfoggiava un sorriso ampio ed oscuro;dato anche dal fatto che la battaglia di Ponyville aveva finalmente rivelato la determinazione di Galadrien nella realizzazione del piano,anche a costo di massacrare i suoi simili, ed aveva rappresentato l'ultima prova a confermare la sua fedeltà verso gli alleati.
Valerian d'altra parte non riusciva ad avere sentimenti di felicità e gioia verso l'alicorno,in primis in quanto fu quell'essere orribile ad esiliarlo nella dimensione cristallina e poi con quell'atto aveva completamente stravolto l'idea che l'unicorno aveva di Galadrien: con un brivido che gli percorse tutta la groppa,Valerian si accorse di non conoscere ancora il suo alleato presente  ed avversario futuro .
Fortunatamente tutta questa preoccupazione svanì in un lampo quando Galadrien finalmente li raggiunse; e lasciandosi circondare dai suoi oscuri alleati,Galadrien iniziò a buttare giù un piano per l'assalto: "Agiremo con lo stesso schema di Ponyville: ingaggio frontale,niente sotterfugi,intrappolamento con sfera e distruzione totale."
A quelle ultime due parole,tutti accennarono un sorriso tranne Galadrien che rimanendo serio continuò: "Dobbiamo stare molto attenti questa volta: quelle creature alate sono molto forti nella mischia e la città non cadrà senza combattere.
Per questo ho mandato tutte le macchine qui: non avremo i migliori guerrieri da corpo a corpo,ma li batteremo sulle distanze e sulla forza distruttiva delle catapulte.
Sombra,spero che quell'arma che hai portato sia tanto utile quanto tu l'hai elogiata.
"
Il Re Nero mostrando i canini nel suo sorriso maligno,assicurò: "Tranquillo Galadrien,non per niente lo denominata Spazzacieli.
Vedrai che ne massacrerà a migliaia."
Valerian improvvisamente si intromise nella conversazione e portò con cattiveria le sue osservazioni: "Ma come facciamo ad assaltare una città sospesa senza pegasi?Senza ali come arriviamo in cima?"
Galadrien aggrottando la fronte in maniera aggressiva,chiese in velocità a quell'unicorno arancione tanto spudorato ed ingenuo: "Dimmi caro Valerian,cosa avevano in comune tutti quei ponies che io stesso ho scelto per l'assalto a Ponyville?"
Valerian ci pensò un paio di secondi,ma non venendone fuori scosse la testa in maniera abbastanza stupida e menefreghista.
Galadrien sempre più adirato per il comportamento dell'unicorno,sbuffò con rabbia e rispose con decisione rivolgendosi anche agli altri presenti: "Tutti i pegasi del nostro esercito erano a Ponyville;ma fidatevi non è stata una mossa stupida: Nuvola city è la patria dei pegasi,la città madre e fondamentale di quelle creature.
Secondo voi che impatto avrebbe sui nostri soldati distruggere ciò che loro stessi hanno costruito?
è vero non avremo le ali ma lo stesso riusciremo a raggiungere il cielo,e se no sarà il cielo a cadere giù da noi."

Valerian sbuffò ammettendo la sconfitta mentre Sombra rideva divertito da quella scenetta,ma immediatamente il Re Nero sollevò una questione per almeno un tantino essere dalla parte del suo servo,e per dar fastidio a Galadrien: "Ma tanto prima o poi lo verranno a sapere,che siamo stati noi a distruggere la loro patria per cui..."
Galadrien immediatamente lo interruppe seccamente: "Per cui niente. 
Diremo che sarà stata una fatalità ad annientare quella stupida città: una tempesta evocata da noi per sconfiggere gli altri alleati di Canterlot e che purtroppo è sfuggita al nostro controllo.
Quando è il caso a causare questi disastri ,non ci si può far nulla.
E poi non daranno ascolto mica alle parole del nemico e le prenderanno come un astuto tranello per metterci l'uno contro l'altro.
Semplice e pulito."

Sombra annuì soddisfatto mentre Valerian se ne uscì scontento e ferito nell'orgoglio a verificare che tutti i soldati erano pronti a marciare.
Infine l'alicorno si rivolse alla regina dei mutanti che finora stava ancora lì a riflettere sul ragionamento di Galadrien: "Chrysalis,mi serve che tu mandi tutti i tuoi mutanti dal gruppo di unicorni che sta aggirando la città per creare la sfera.
Quando attaccheremo molti si daranno alla fuga ed essendo i pegasi molto veloci e la cupola molto lenta a formarsi ci serve una barriera di mutanti che intercetti chiunque tenti di fuggire,come a Ponyville.
Se qualcuno fugge ed avvisa Canterlot,ci intercetteranno e ci distruggeranno sul posto.
Ah un'altra cosa: tu mi servi qui adesso,raggiungerai i tuoi mutanti dopo il primo contatto,quindi è per questo che mi serve che i tuoi siano pronti ad eseguire gli ordini senza il loro capo.
"
Chrysalis annuendo e senza fare domande rispose: "Va bene sarà fatto."
Galadrien con un'occhiata congedò tutti e immediatamente volò in prima fila dell'enorme colonna di soldati corazzati che Valerian aveva formato.
Le lance dei Pony arrivavano in alto a sfiorare i delicati rami degli abeti,mentre le tetre e pesanti corazze nascondevano ogni ciuffetto di buona e verde erba.
Con decisione Galadrien sguainò la Starvenge ed indicando avanti urlò ai suoi soldati: "Muovete le macchine,che risuonino i corni ed i tamburi e che gli standardi del nord unito svolazzino fieri ed orgogliosi nell'aria perché oggi porteremo giustizia al nostro popolo per quella fatidica e maledetta notte.
In marcia soldati!

Non abbiate paura né rimorso perché oggi saremo tutti degli eroi!"

Cloudmaior ispirò profondamente una boccata d'aria fresca ,chiudendo i due occhi marroni per apprezzare meglio quel dono delle montagne e sorridendo silenziosamente,soddisfatto di quella piccola pausa che si era concesso lontano dalle scartoffie del municipio della città sospesa.
Eppure le ali gli cominciarono a tremare freneticamente: che sia il pungente e freddo sussurro delle montagne a ritrarre le piume blu e far tremare le ossa?
Eppure dopo una vita passata a volare in ogni angolo del mondo,di sicuro le forti e tenaci ali del sindaco di Nuvolacity non si sarebbero semplicemente piegate davanti ad un pò di aria fredda.
C'era qualcosa che le sagge ali stavano captando in quella bellissima aria d'estate:una corrente inaspettata o un vento di cambiamento?
Le nuvole cariche di pioggia apparvero minacciose sui pendii lontani delle montagne annunciando la tanta prevista perturbazione dei pegasi e,stando alle dimensioni di quelle nuvole nere,avrebbe riversato tutta la loro furia sulla città in meno di un'ora.
Ma prima del lampo,del tuono e delle gocce d'acqua una voce interruppe la quiete della città sospesa.
Una vedetta delle nuvole esterne stava facendo i salti mortali,volando il più velocemente possibile tra le colonne e le basse mura,intimando con voce squillante di fare largo.
Finalmente la frenetica corsa ebbe fine anche perché uno scontro accidentale con il bordo di un carretto su una nube fece inciampare il povero pegasus che,rotolando rovinosamente in avanti,finì letteralmente sulla porta del municipio.
Ripresosi da quel bruttissimo impatto di corsa ansimante aprì le porte,percorse il corridoio e finalmente raggiunse Cloudmaior sul balcone.
Questo rivolse al giovane pegasus un'occhiata molto confusa e imbarazzata per quella sua entrata così roccambolesca prima di chiedere cosa c'era di tanto urgente.
"Ponies armati si avvicinano alla città!"spiegò sconvolto,per la fatica e per ciò che aveva visto,il pegasus "C'è un intero esercito che sta marciando verso di noi! Non sappiamo se siano nemici o amici:i loro vessilli non li riconosco."
A quelle parole lo sguardo del sindaco di Nuvola city si impietrì di colpo ed immediatamente fu dato l'allarme.
Sapeva che le sue ali non avrebbero mai sbagliato!
Tutta colpa della sua testardaggine e della sua vecchiaia!

La sirena echeggiò per tutta la città che immediatamente sprofondò nel panico: come un formicaio che viene attaccato,così la città sospesa venne invasa da una miriade di pegasi che correvano da tutte le parti spaventati e terrorizzati.
La fabbrica dell'arcobaleno e della neve vennero immediatamente chiuse ed i dipendenti e gli operai portati nei rifugi predisposti nelle loro fondamenta.
E mentre una fila di guardie e soldati della milizia di Nuvola city cercava di portare l'ordine all'interno della città,qualcuno pensò bene di svignarsela volando via o per cercare aiuto o solamente per salvare la propria pellaccia ma penso che ormai voi tutti potete immaginare che fine abbiano fatto.
Ad ogni modo quello stato di panico e di paura totale durarono pochi minuti anche perché tutti vennero spostati in zone sicure al centro di Nuvola city in rifugi di fortuna creati nel tempio e nello stadio.
Cloudmaior sapeva benissimo che anche se quelli lì sotto fossero stati amici,di sicuro non avrebbe rischiato di mettere in pericolo tutta la sua gente per un errore.
E poi la situazione gli puzzava molto: come mai nessuno lo aveva avvertito che c'era un esercito in arrivo?
Nonostante tutto le sue truppe si erano tutte schierate sui bastioni come da ordine e le catapulte difensive e tutto l'arsenale bellico di Nuvola city era schierato e pronto.
Al sindaco di Nuvola city toccava solo attendere.

Galadrien intanto era in prima fila assieme ai suoi capitani,assetato di sangue e di vendetta come mai prima d'ora;senza paura o timore alcuno ma soprattutto senza pietà alcuna verso nessuno.
L'esercito aveva circondato frontalmente la città, disponendosi a circa cento metri da essa ed almeno cinquanta dalla foresta,immobili e fermi come aveva ordinato Galadrien,silenti e con le orecchie tese in attesa del segnale.
L'aria montana che oramai aveva perso vigore soffiava tra le armature e le lance degli assaltatori muovendo leggermente i vessilli neri che immediatamente per il peso tornarono a ribattere sull'asta legnosa.
Quando già all'orizzonte si videro i primi bagliori verdi,segno che i mutanti stavano facendo il loro dovere,le terrificanti macchine belliche si fermarono con un cigolio nel folto della foresta,nascoste alla vista dai rami ma in posizione per colpire il bersaglio in alto.
E poi tutto tacque: non un grido,un pianto,un sussurro del vento o il cigolio di uno scudo osò rompere quel silenzio così pesante e stressante.
La tensione era letteralmente palpabile e quasi spostava le truppe di entrambi eserciti spingendoli indietro o di fianco,mentre i due generali attendevano con occhi fissi e mente ferma che qualcosa scatenasse quella tempesta così attesa e così ignorata.
Poi Galadrien sorridendo si rivolse a Sombra,inclinando leggermente la testa verso sinistra senza distogliere lo sguardo da quell'odiata città,dicendo malignamente: "Direi che è il momento di dare il nostro messaggio."
Sombra ricambiò facendo spuntare i canini lungo il limite della bocca e annuendo sparì nelle file corazzate in direzione delle retrovie.

Cloudmaior non dovette attendere molto: finalmente in maniera molto decisa erano giunti al suo fianco i suoi due generali ufficiali nelle loro splendide armature d'oro: i gemelli pegasi soprannominati Zip e Zap.
I due nonostante la giovane età,avevano dimostrato più e più volte la loro abilità nel comando e nella strategia gestendo vari reparti di guardie reali e di guerrieri di Nuvola city fino a diventarne i protettori ufficiali.
Cloudmaior aveva molta fiducia in loro.
Ai due fu spiegata la situazione in ogni dettaglio dal saggio sindaco e terminato il discorso,Zap avanzò una proposta sostenuta anche dal collega a fianco: "Non conoscendo l'eventuale avversario e le sue intenzioni,per ora direi di starcene dietro i bastioni ad attendere che i messaggeri tornino da Canterlot con più informazioni."Poi intervenne Zip con un tempismo perfetto sul fratello aggiungendo: "Se quello là sotto è veramente un nemico allora li andremo addosso con i nostri reparti scelti e li schiacceremo.
Ma prima dobbiamo essere sicuri che ci troviamo faccia a faccia con un vero nemic...
"
All'improvviso un boato di un'esplosione fece immediatamente abbassare la testa a tutti: una roccia di enormi dimensioni era stata lanciata a grande velocità tra le nuvole ed aveva colpito una colonna di un arco murario nelle vicinanze,facendo crollare la struttura con un terribile cigolio e facendola svanire in un polverone azzurrino.
Immediatamente tutti i pegasi si affacciarono sulle mura sguainando le spade e tenendosi pronti a scagliare frecce o pietre dalle catapulte.
Tutti però avevano il cuore che pulsava all'impazzata e la fronte completamente umida per l'improvviso spavento.
 Sombra aveva ragione,pur essendo una stirpe di guerrieri, quei pegasi non avevano mai affrontato la paura e la tensione di una vera battaglia;e già nella mente oscura del Re Nero si dipinse l'immagine della vittoria attorniata da voraci fiamme verdi.
Cloudmaior ripresosi dalla tosse che gli provocò quel polverone si rivolse ai due gemelli in maniera molto secca dicendo: "Credo che questo ci basti come prova."
I due giovani pegasi annuirono all'unisono e si voltarono verso i reparti scelti di Nuvola City che si disposero su quattro lunghe file,due per ogni generale.
Zip e Zap si misero in testa l'elmo lucente delle guardie che portavano sottozampa e così altrettanto in simultanea se lo misero tutti i loro soldati.
Ognuno di quei guerrieri indossava una pesante corazza di piastre d'ottone ed oro ,con qua e là dei tessuti blu di seta che svolazzavano al ritmo del vento.
Sulle ali era stata predisposta una struttura metallica che fungesse sia da corazza aggiuntiva che come vera e propria arma perché da esse partivano,seguendo la linea delle ali,lame molto lunghe e molto taglienti.
E se questo non fosse abbastanza,ogni soldato aveva un pesante scudo blu scuro in puro acciaio ed una lunga sciabola d'argento come arma da corpo a corpo.
Niente lance o archi: il puro stile da combattimento ravvicinato dei pegasi era incarnato in quel incredibile ed onorevole reparto di ponies.
Ma la forma non rispecchiava ciò che avevano dentro: molti tremavano dentro a quelle armature,altri cercavano di vincere la tensione pregando e magari stringendo i denti,altri al contrario non sentivano per niente la paura,animati da un' incredibile sete di sangue o di amore per la patria.
Ma questi ultimi si ritrovarono in minoranza ed il reparto apparentemente unito ed uguale,alla fine mostrò molte più crepe di quanto gli occhi vedevano.
I due gemelli invece sembravano molto convinti della loro bravura e con vigore ed energia cominciarono un discorso in simultanea per rinvigorire gli animi.
 "Guerrieri di Nuvola City,il nemico è alle porte per distruggere la nostra amata città e tutte le sue meraviglie.
Noi lo faremo entrare Zap?
"iniziò Zip.
"No Zip,perché non hanno idea di chi si sono messi contro.
Noi gloriosi pegasi abbiamo costruito questa città secoli fa e questi pensano di poterla conquistare in un giorno?
"aggiunse Zap.
Poi insieme conclusero: "Noi non lo permetteremo fosse l'ultima cosa che facciamo.
Quindi soldati combatterete con noi i cattivi,difenderete le vostre famiglie e la vostra città?
"
Tutti i soldati risposero con un grido di entusiasmo,un "" che rimbombò per tutta la città fino ad arrivare potente sulla terra tra le fila oscure del nemico.
I due gemelli con il sorriso in faccia e la mente libera da preoccupazioni allora conclusero insieme: "Allora andiamoci a guadagnare la gloria sul campo di battaglia. Per Nuvola City!!"
I due spiccarono il volo in alto,con dietro il loro manipolo di soldati che continuava a ripetere ad alta voce in coro "Per Nuvola City!!!" per darsi coraggio e per calarsi nel ruolo di soldati in guerra il meglio possibile.
Quel discorso tanto tanto immediato ed ispiratore,aveva dato un sospiro di sollievo a quegli animi tormentati ed un barlume di speranza che proprio mancava nelle menti oscurate dalla paura.
Così finalmente l'esercito di Nuvola city si schierò alto e fiero davanti alle mura,nascondendo tutte le difese interne e la milizia dietro una nube dorata e metallica di corpi corazzati.
I generali erano in campo e le pedine in posizione;ora sarebbe stato tutta una questione di strategia e di tempismo in una battaglia che sarebbe inevitabilmente finita in un bagno di sangue.

I due gemelli diedero un'occhiata molto accurata a quell'enorme schiera oscura e corazzata che si trovava lì davanti a loro immobile e ferma,in attesa di un comando,di un ordine ma soprattutto di una mossa dell'avversario.
Poco si poteva capire delle tattiche offensive del nemico da quel così compatto schieramento: le lunghe lance e le armature nere coprivano qualsiasi cosa il nemico nascondesse tra le sue fila,mentre gli enormi scudi e i pesanti elmi facevano apparire tutti i ponies uguali ed indistinguibili,il che aggravava di certo la posizione dei due generali di Nuvola City.
Ogni pegasus si fece più di un'idea su come attaccare quella muraglia di scudi e lance,ma sapevano che per vincere i due avrebbero dovuto trovare una strategia che andasse bene a tutti e due.
Ma rimembrando a fondo nei ricordi,nelle vittorie e nelle sconfitte passate,fino ad arrivare agli antichi insegnamenti del loro maestro all'accademia,i due pegasi non riuscirono a trovare niente di efficacie e condiviso.
Così,con uno sguardo di intensità e rassegnazione reciproca, decisero di far scegliere al caso: Zip tirò fuori una moneta d'oro di Nuvola city,con un pegaso come testa ed un uno d'argento come croce, dalla tasca laterale e tenendola da sotto con la zampa la porse a Zap.
Questo ci mise a sua volta la zampa sopra ed ad alta voce disse: "Testa."
Zip annuì ed all'unisono i due scaraventarono la moneta in aria.
Il piccolo decimo d'oro volteggiò per qualche secondo deviato dalle correnti ascensionali e dalla pesantezza dell'aria umida,finché con un tintinnio non ricadde nelle zampe di Zip.
Questo sollevò lentamente quella che lo copriva da sopra e visto il risultato ad alta voce esclamò: "E testa è."
Zap vinta la scommessa sorrise e,avviandosi verso destra,proprio mentre si trovò a fianco del fratello,gli sussurrò in un orecchio velocemente: "Tempesta da destra verso il centro."

Galadrien guardava attento quell'enorme schiera d'oro dinanzi alle mura di Nuvola city: si aspettava una reazione del genere dalla città sospesa;i pegasi sono troppo orgogliosi per nascondersi dietro a dalle mura ed aspettare che il nemico arrivi.
E poi Galadrien avrebbe scommesso qualsiasi cosa che sarebbero stati loro a cominciare la battaglia pur di non sprecare altro tempo ad aspettare ed a non fare nulla.
La loro impazienza difatti si rivelò il più evidente dei loro punti deboli.
Intanto nubi nere stavano arrivando da sinistra con aria di tempesta attraversando la pianura dov'era schierato l'esercito di Galadrien: la perturbazione tanto predetta dai pegasi era finalmente arrivata.
Le nuvole grigie cominciarono timide ad avanzare, incuranti di quello che sarebbe successo sotto di loro, proprio sopra le teste dei ponies fino a che non raggiunsero il centro della pianura e non coprirono definitivamente la schiera dorata e tutto il bastione di Nuvola city alla vista dei soldati corazzati del Nord sotto un impenetrabile coltre nera.
Poi ecco che scese timida la pioggia e lampi cominciarono ad illuminare con bagliori gialli le nubi più alte.
Il tintinnio della pioggia sulle pesanti armature in ferro improvvisamente riecheggiò in tutta la vallata coprendo qualsiasi altro suono a parte quello dei tuoni che ruggivano in alto.
Il nemico era più furbo di quanto pensava Galadrien: sfruttare il tempo per riorganizzarsi senza che nessuno possa vederli o sentirli fu una tattica intelligente ma ci sarebbe voluto molto di più di una piccola pioggerella e di qualche nuvola nera per sopraffare Galadrien.
Infatti l'alicorno conosceva molto bene,grazie ai rapporti delle spie e per conoscenza personale, le manovre dell'aviazione dei pegasi e di sicuro quello di nascondersi dietro alle nuvole non era una strategia nuova.
Molti tra le fila del nord cominciarono pian piano ad arretrare di fronte a quell'immensa tempesta che si era creata su di loro,tremando al suono dei tuoni ed al vuoto nero creato dalle nuvole.
Ma Galadrien immediatamente urlò girandosi: "State fermi e calmi ponies del Nord. Non ascoltate i tuoni o la pioggia ma solo la mia voce e ne uscirete vivi da questa tempesta.
Ora ritornate nei ranghi e stringetevi di più."

Gli occhi blu di Galadrien ritornarono ad osservare le nubi nere in cerca di qualcosa ed in attesa del nemico.
La cosa cominciava a sembrargli sospetta: era passato tanto tempo da quando le nubi avevano invaso il campo di battaglia ed ancora del nemico non c'era traccia.
Poi un dubbio venne in mente a Galadrien,un sospetto che gli fece battere forte il cuore e che gli procurò un brivido lungo tutta la schiena e strabuzzare gli occhi.
Con orrore quegli occhi enormi e preoccupati si volsero lentamente verso l'alto,sù sopra la loro testa a guardare le nubi più alte illuminate dai lampi.
Quando invano cercarono quella prova per confermare i suoi sospetti ecco che un violento lampo squarciò in orizzontale un grande nuvolone rivelando un paio di ombre molto famigliari.
Quei maledetti esseri alati erano arrivati sopra di loro pronti ad un assalto a sorpresa!
Immediatamente Galadrien si girò ed urlò ai capi dei vari reparti: "Formazione ad istrice!Formazione ad istrice!Forza soldati !veloci!Sistemate gli scudi e le lance!Avanti siate compatti e preparatevi all'impatto!"
Una trombetta suonò due volte di seguito per dare l'ordine a tutto l'esercito di creare la formazione,scatenando un movimento di massa che nonostante la paura ed il timore,si rivelò molto preciso ed ordinato.
Immediatamente tutti si strinsero verso il centro indirizzando gli scudi verso l'esterno ed in alto,creando una cupola impenetrabile di ferro.
Ma si sa la particolarità dell'istrice è che ha delle spine sul dorso molto pericolose: infatti da quel "dorso" di scudi,tra le piccole fessure tra uno e l'altro,spuntarono delle lunghe lance minacciose verso l'alto e tutt'intorno alla cupola.
Quell'incredibile ed impenetrabile formazione difensiva non permetteva a nessun assaltatore,di cielo o di terra, di poter sperare di oltrepassarla.
Ma il bello era che i pegasi sulle nuvole non avevano la minima idea di cosa stesse successo di sotto e nessuno aveva osato sbirciare per paura di essere individuato.
Così credendo di avere oramai il nemico in pugno,carichi e pronti a devastarlo con la loro formazione a tempesta, i soldati di Nuvola city seguirono l'ordine di Zap e immediatamente si buttarono a capofitto di sotto appena qualche secondo prima che l'esercito del nord avesse completato la sua formazione.

I poveri pegasi ,con gli occhi socchiusi per l'alta velocità e per l'aria che si andava a raccogliere sotto le loro palpebre, arrivarono come saette dall'alto impattando in vari punti su quel muro impenetrabile e compatto con un fragoroso e terrificante schianto.
Il boato del ferro battuto e degli scudi che venivano scossi li uni contro gli altri e l'orribile suono delle lance,e delle ossa,spezzate  al contatto con i pesanti e muscolosi corpi dei pagasi componevano quell'infernale sinfonia di morte e dolore che ben presto invase la vallata unita dai terribili lamenti di terrore e dolore di chi,da entrambe le parti,stava vivendo in prima persona quel massacro.
I pegasi continuavano a scendere sperando di abbattere ondata dopo ondata quell'ammasso di acciaio e lance ma per ogni pony alato che scendeva dal cielo un'altro scompariva tra la massa corazzata dei nemici dietro i pesanti scudi ed i corpi metallici dei soldati.
Chi non veniva respinto a colpi di scudo o non rimaneva infilzato dalle lance oscure o non veniva trascinato,afferrato per una zampa,all'interno del muro di scudi per essere fatto a pezzi dalle spade ricurve dei soldati riprovava a riassaltare la formazione da un'altra parte prendendo quota per poi effettuare una virata stretta e precisa sul fianco dell'esercito;nessuno osò tornare indietro sulle nuvole,nessuno quel giorno tradì la sua patria.
Ma più ci provavano più il loro numero diminuiva grazie alle provvidenziali manovre dettate da Galadrien,che si era spostato al centro dell'istrice per poter dare meglio le direttive ai suoi guerrieri; e anche se qualche soldato cadde schiacciato dalla terribile forza dell'impatto unito alla pesantezza del suo scudo,il muro non diede cenni di cadere e anzi sembrò sollevarsi e consolidarsi sulla montagna di corpi dei soldati di Nuvola city che si stava creando sotto le zampe dei compagni di Galadrien.
Zap resosi conto del disastro che stava cancellando metà dell'esercito difensivo della città sospesa, con il proprio corpo fermò l'ultima ondata,che si apprestava a scendere dalle nuvole, del suo distaccamento.
Con gli occhi sconvolti e pieni di lacrime per i fratelli caduti,il comandante diede un ultimo ordine a quei pochi soldati e immediatamente si precipitò da Zip che intanto stava facendo avanzare il suo reggimento proprio di fronte a quello nemico,nascondendolo molto bene tra le lontane nuvole che coprivano la città ad una decina di metri dai bastioni.
I soldati intanto sulle nuvole proprio sopra l'esercito del nord lavorarono insieme modellando ripetutamente la forma  superficiale delle nuvole,eccitando le particelle elettriche presenti.
Poi infine quando sentirono di aver accumulato abbastanza energia instabile, all'unisono scatenarono la vera rabbia della tempesta,la vera ira del cielo, sui loro nemici.

Fulmini dorati scesero dalle nubi nere velocissimi,spezzando l'oscurità del cielo coperto, e andandosi a schiantare con uno schianto fragorosissimo sul muro di scudi attorno al quale pochi sfortunati pegasi stavano ancora girando per cercare un punto debole nello schieramento.
Attorno a quei punti in cui le saette si schiantarono si formò come una zona di vuoto assoluto e caldissimo che provocò un'onda d'urto che fece ribaltare moltissimi soldati ma che fortunatamente,per Galadrien, non riuscì a distruggere completamente lo schieramento.
Ciò nonostante,molti soldati erano ancora a terra ed un paio erano stati completamente neutralizzati dai fulmini o si appoggiavano doloranti ed ustionati sugli scudi e le corazze dei compagni,urlando tutto il loro dolore al cielo maledetto.
La formazione era a rischio: se non fosse stata una carica imprevista a distruggerla di sicuro l'avrebbe fatto un'altra scarica di quei maledetti fulmini.
Galadrien lo sapeva bene e mentre sulle nuvole i pegasi stavano di nuovo caricando le letali saette, l'alicorno urlò rivolgendosi alle retrovie: "Batterie di cannoni sparate con i proiettili inferno sulle nuvole! Mirate dove sono visibili i lampi!Abbattete quei maledetti prima che colpiscano ancora!"

Proiettili inferno: involucri in carbone contenenti per metà polvere da sparo e per metà moccio di basilisco,estremamente infiammabile.
Quando il proiettile esce fuori dalla bocca del cannone,dopo un pò di metri,l'involucro si rompe facendo mescolare il moccio con la polvere da sparo.Quando la miscela viene a contatto con l'aria circostante,riscaldata dal carbone che brucia,o con i frammenti incandescenti del carbone esterno dell'involucro,esplode prendendo immediatamente fuoco e formando una specie di cometa di colore rosso acceso che al minimo contatto con qualsiasi cosa esplode in un inferno fiammeggiante. 
-dalla Guida bellica dell'esercito del Nord unito-


Le dieci batterie di cannoni,disposte sui margini della foresta montana e con le bocche tutte rivolte verso l'alto,spararono in simultanea con un ruggito così forte da far concorrenza a quello di un drago.
Immediatamente il cielo venne segnato dalle scie dei proiettili infuocati che lentamente salirono in direzione del cielo,illuminando tutto sotto di loro con una sinistra luce rossa.
Molti soldati,quelli che non erano impegnati ad abbattere gli ultimi pegasi,ormai tutti risucchiati nel muro di scudi, o che non erano troppo occupati a lamentarsi delle ferite o a piangere i caduti a loro cari,guardarono sbalorditi quello spettacolo con la bocca aperta e con gli occhi fissi su quelle comete rosse che stavano per impattare contro le nubi.
Poi con un fragoroso boato i proiettili si spappolarono contro quelle pesanti nubi cariche di energia liberando una marea di fuoco liquido con orribili lingue infuocate che illuminarono con un bagliore rosso arancione quell'oscurità come durante un tramonto.
L'inferno coprì tutto di quella fascia di cielo,sia sotto che sopra le nuvole.
Tre corpi caddero avvolti dalle fiamme ed urlanti di dolore da quelle nuvole nere finendo lontani dallo scontro su un gruppo di rocce con uno schianto di ossa rotte e maciullate veramente terrificante.
E mentre i corpi dei caduti venivano divorati e carbonizzati dalle fiamme dei cannoni a terra, in cielo coloro che erano stati così fortunati a scampare dall'incandescente vendetta dei nemici, si ritrovarono a ripiegare per ordine diretto di Zap sul reggimento comandato dal fratello del comandante.
Infatti adesso toccava a Zip fare la sua mossa.

Vedendo lo sguardo abbattuto ed addolorato di Zap per la terribile disfatta e l'inutile sacrificio dei suoi soldati,Zip gli mise una zampa attorno alla spalla e spinse la sua testa contro quella del fratello e dolcemente disse: "Tranquillo: uno sbaglio può capitare a tutti e comunque ai salvato delle vite da quell'inferno e credo che nessun altro avrebbe potuto fare di meglio.
Comunque se ti può consolare il loro sacrificio non è stato del tutto inutile: mi hanno dato quel diversivo di cui avevo disperatamente bisogno.
Sono degli eroi."

Poi rivolgendosi al suo battaglione che intanto si era schierato in file molto compatte,con quella davanti a forma di cuneo,dietro le nubi grigie,Zip gridò: "Forza soldati,è il momento anche per noi di diventare degli eroi!Mantenere la formazione a cuneo ed ingaggiate il nemico da davanti! Fate a pezzi quei bastardi e vendicate i nostri fratelli caduti! Per Nuvola city!!"
In coro tutti i soldati ripeterono "Per Nuvola City" a gran voce e con molta convinzione prima di buttarsi oltre allo strato sicuro di nubi.
Zap però sconvolto si era aggrappato al fratello con disperazione per la decisione presa ed immediatamente lo rimproverò: "Ma sei scemo? Già io ho provato a caricarli direttamente e non ha funzionato; come pensi di poter fare meglio? Hai condannato tutti quei ponies a una morte certa!!"
Zip,convinto delle sue idee, strinse forte il fratello e con voce altrettanto calma spiegò: "No fratello non è stoltezza la mia. Tu è vero hai caricato ma su un lato su cui erano stati disposti già gli scudi e le lance e quindi nonostante la forza naturale del nostro popolo non sei riuscito a sfondare.
Ora pensa a questo: quelli lì stanno ancora combattendo contro un paio dei nostri e quindi sono ancora schierati nella loro formazione per eventuali attacchi dall'alto.
Quando i nostri arriveranno da davanti non avranno nemmeno il tempo di girarsi che immediatamente verranno sopraffatti e distrutti.
Poi passeremo noi con l'ultimo reggimento per finirli e Nuvola city sarà salva!
Forza fratello: abbi fede in me!"

Zap non era convinto delle scelte del fratello però che altre possibilità avevano?
Il pegasus ruotò gli occhi e sbuffò,rialzandosi e prendendo le distanze dal fratello che intanto stava guardando la gloriosa carica da una nuvola lì vicino.

Quando quella cascata dorata venne giù dal cielo come un raggio di sole che penetra le nuvole nere di una brutta giornata a Galadrien quasi si fermò il cuore.
Quei maledetti,ma quanti erano?
I furboni avevano lasciato che i propri fratelli morissero pur di creare un diversivo,una possibilità di sfondare.
E maledetto il cielo da cui erano venuti,quella strategia così spudorata e disonorevole sarebbe stata letale come una freccia diretta al cuore: Galadrien sapeva che se anche avesse avvertito i suoi di rivolgere il muro davanti materialmente non sarebbero riusciti a crearne uno solido e duraturo in tempo contro quella carica devastante; e poi le batterie dovevano appena ricaricare quindi il supporto dell'artiglieria era da eliminare e persino gli arcieri nelle retrovie non avrebbero fatto in tempo a schierarsi che già il nemico avrebbe distrutto l'intero esercito.
Serviva qualcosa di pronto che li fermasse subito.
Una specie di fitta gelida si formò sulla spalla di Galadrien,ma non era il sangue che si stava raffreddando nel corpo per la tensione,ma qualcosa di molto più incisivo e tagliente: era la lama della falce di Sombra che gli stava toccando la pelle nera e lo stava spingendo leggermente indietro per far posto al suo oscuro padrone.
Questo comparve con i suoi occhi fiammeggianti e il suo sorriso maniacale sulla destra dell'alicorno e ,come se avesse sentito tutto quello che stava affiorando dalla mente di Galadrien,di prepotenza si mise davanti a lui e voltandosi leggermente gli disse: "Tranquillo adesso ci penso io!"
Poi con una voce così tonante da far invidia a quella di Luna,sbraitò secco alle retrovie alzando la sua terribile arma: "Scatenate gli Spazzacieli ,adesso!"
Un fischio acutissimo sorvolò velocissimo quella muraglia di scudi e lance ad indicare che quelle enormi balestre dell'impero di cristallo avevano sparato i loro segretissimi dardi.
Numerosi riflessi multicolore comparirono nel cielo come frammenti di ghiaccio o vetro che rapidi si diressero verso la formazione nemica sibilanti e non visti.
Quelle terribili macchine infatti avevano lanciato dei piatti e larghi ,ma non grossi, cunei in cristallo trasparente che appunto per la loro sottiliezza e trasparenza non vennero visti da nessuno,all'infuori di Galadrien,Sombra e degli artiglieri.
Solo il fischio prodotto dal fendersi dell'aria al loro passaggio ne preannunciò il disastroso arrivo: infatti quando mancarono all'incirca due metri all'arrivo sulla carica dorata,i proiettili si frantumarono magicamente in migliaia di piccole schegge acuminate e frammenti di cristallo tagliente.

Caddero a migliaia ed i corpi dei poveri pegasi precipitarono come la pioggia sulla terra oscurata dalle nubi ed ora anche dal proprio sangue.
Solo un paio arrivarono ad infrangersi contro l'esercito nemico ma erano troppo pochi per sperare di cambiare le cose.
Quelle macchine infernali avevano fatto un macello scatenando lo stupore e la paura sia dei generali di Nuvola City sia di Galadrien,di Chrisalis e di tutti i soldati del Nord.
Solo una risata maligna ed agghiacciante risuonò in quella vallata ormai silenziosa per l'orrore consumato.
Galadrien però sapeva di essere in guerra e che queste cose potevano capitare,anche perché rimproverare il suo alleato per la barbaria consumata non avrebbe giovato molto,quindi scuotendo la testa per cancellare l'immagine di quella marea di pegasi che cadevano in simultanea; riportò tutti all'ordine gridando ai capi e ai soldati stessi.
Da tutta quella confusione,l'esercito del Nord si ristabilì riformando le file e volgendo gli scudi e le lance davanti verso la Città sospesa.
Per rinvigorire ancora di più gli animi Galadrien si rimise in prima fila e volgendosi verso tutti quei ponies tesi ed irrigiditi come pietre dietro i pesanti scudi disse ad alta voce: "Il nemico ha cercato di schiacciarci venendo dall'alto e noi li abbiamo bruciati.
Hanno voluto prenderci impreparati ed alle spalle e noi li abbiamo fatti cadere sulla nuda terra.
Ora sono lì dietro quelle mura grigie a tramare la prossima mossa ma non troveranno altro che morte sotto i nostri scudi e per mano delle nostre lance.
Facciamo sentire a quei codardi che noi siamo qui,che nonostante la tempesta di fulmini e tuoni noi siamo ancora in piedi,che nonostante l'ira del cielo la madre terra stessa vuole che esso cada qui ed oggi.
Forza insieme a me!"

L'alicorno prese la Starvenge e incominciò a battere la parte piatta della lama sulla sua armatura d'ossidiana ritmicamente.
A esso pian piano si aggiunsero i guerrieri della prima fila che con le lance insanguinate batterono sui pesanti scudi unendosi a quella strana sinfonia.
Poi anche quelli delle seconde e poi delle terze fino ad arrivare alle retrovie dove addirittura i genieri presero le loro spade e cominciarono a battere su qualsiasi cosa fosse di metallo.
Quel continuo rumore creò di nuovo quella sicurezza e quell'unità nell'esercito che tutto d'un tratto cominciò a battere sempre più velocemente e violentemente,per il ritorno della sete di sangue,aggiungendoci anche grida ed urli di rabbia e di entusiasmo che come tuoni arrivarono su sulle nuvole più alte nelle orecchie dei due comandanti di Nuvola City e dei loro soldati che non azzardarono a mostrare preoccupazione dietro i pesanti elmi d'oro.
Zip e Zap erano sconvolti da quella situazione: tre quarti dell'esercito andato perso e sotto di loro un nemico ruggente e forte che pretendeva il loro sangue e la distruzione della loro città.
Li avevano lanciato di tutto ma niente ancora quei soldati stavano lì come se ne volessero ancora.
Ai due fratelli non rimaneva che una solo opzione: i due lo sapevano molto bene e si guardarono preoccupati come se avessero pensato alla stessa cosa nello stesso momento; e fissandosi negli occhi,ormai rossi e dilatati per la preoccupazione, con l'ultimo briciolo di determinazione che gli rimaneva annunciarono convinti ai loro guerrieri: "Formazione Tornado."

Intanto sotto di loro il baccano delle armature e delle grida aumentava sempre più tanto più si rinvigoriva lo spirito e si allontanava la paura;ma Galadrien aveva ormai cessato di esultare ,lasciando che i suoi soldati continuassero,guardando serio il cielo: primo poi il momento che lui aveva così atteso sarebbe giunto e dal numero di morti del nemico non mancava neanche molto.
Quel giorno anche lui aveva predetto una tempesta ed essa sarebbe giunta non al calar delle nubi ma alla loro dissolvenza.
Infatti il cielo poco dopo si aprì: l'enorme marea di nuvole nere si divise lasciando che il sole calante filtri i suoi ultimi raggi arancioni su quella terra devastata e satura del sangue delle creature che vivevano sopra di essa e con essa.
Il profilo della città sospesa apparve dietro quella palla di fuoco che stava scomparendo dietro le montagne,con le prime ombre del tardo pomeriggio che si arrampicavano lungo le colonne e i bastioni,aspettando il momento giusto per inghiottire completamente la città al levarsi della notte.
Davanti alle mura gli ultimi sopravvissuti dell'esercito difensivo schierato in un'unica e lunga fila che copriva completamente la milizia a difesa della città dietro di loro.
I due gemelli erano davanti con lo sguardo pieno di odio e disprezzo come mai prima d'ora verso coloro che li stavano in basso.
Zip si fece avanti ,facendo ammutolire quel fracasso di armi e armature che aveva così colpito i suoi soldati e li aveva fatto tremare nelle armature d'oro,rivolgendosi direttamente agli avversari gridando rabbioso: "Cosa credete di poter fare voi che potete solo camminare sulla nuda terra?Credete veramente di riuscire ad arrivare qui in alto non avendo neanche le ali? Voi stolti siete pazzi se veramente pensate di riuscirci!"
Zap ,vedendo che il fratello aveva dato un freno alla propria rabbia lasciandogli la parola, continuò il discorso: "Pensate di aver visto tutto della rabbia del cielo e di quello che il nostro popolo possa dare per difendere la propria patria? Pensate che i fulmini,la pioggia e la tempesta siano tutta l'ira del cielo? Che siano la sua furia incarnata e il suo odio verso la terra?"
Finito di dire ciò arretrò accanto al fratello e in simultanea con tutti i soldati,i due gemelli sbatterono indietro le ali provocando uno strano rumore metallico: quello che Galadrien e i suoi soldati non vedevano era che l'intero plotone aveva attivato degli estensori delle lame ,che raggiunsero la lunghezza di almeno un metro,sulle ali per incrementare la portata del danno.
Poi Zip e Zap si alzarono piano in volo facendo roteare uno a destra e l'altra a sinistra le loro spade verticalmente in modo da dare il segnale alle guardie di iniziare a schierarsi nella formazione tornado.
Infatti al primo giro di spade coloro che si trovavano ai lati della linea spiccarono in volo posizionandosi in alto e iniziando lentamente a roteare.
Così pian piano fecero tutti gli altri e i due gemelli ,mentre  venivano circondati da sempre più cerchi taglienti,un attimo prima di scomparire nel loro turbinante schieramento dissero in coro: "Non ne avete la più pallida idea!
Fuggite sciocchi,prima che l'ira del cielo vi prenda!"


I pegasi cominciarono a girare sempre più rapidamente risucchiando tutta l'aria circostante e le nubi grigie nel cielo.
Poi quando ormai non si riuscì più a distinguere nessuno dei soldati all'interno,il tornado prese a svilupparsi in verticale arrivando infine con la punta sulla terra che per l'incredibile potenza cominciò a sgretolarsi ed a distruggersi formando crepe molto lunghe.
Tutti i guerrieri del nord guardarono quell'impressionante colonna d'aria tagliente avvicinarsi minacciosa verso di loro arretrando intimoriti quando cominciarono a sentirsi risucchiati dall'incredibile attrazione del tornado.
Ma la cosa ancora peggiore che fece completamente perdere qualsiasi briciola di coraggio nei cuori dell'esercito di Galadrien fu la vista del risucchio dei corpi dei pegasi caduti più lontano per i colpi dei Spazzacieli ed il loro svanire in una nuvola rossa quando ebbero toccato la superficie della colonna d'aria.
Qualcuno ancora era vivo e gridava per il dolore delle profonde ferite provocate dai cristalli;agonia che si amplificò una volta sollevato in aria,con le ossa e i muscoli che venivano maciullati dalle schegge di cristallo che per il vento venivano sospinte sempre più all'interno,e che terminava con un inquietante schianto in cui niente restava del corpo se non le gocce del suo sangue che volavano come nuvole libere dal cuore e dalle vene.
Ma questo l'alicorno se lo aspettava: era rimasto più di tre mesi a studiare le strategie del popolo alato e di sicuro non poteva non riconoscere la più famosa e letale formazione volate dell'accademia degli Wonderbolts.
La stava aspettando da quando era arrivato sul campo ed era pronto ad affrontarla.
Galadrien quel giorno avrebbe dimostrato che quel popolo che li colpì quella notte così vigliaccamente non aveva alcun potere o forza su di loro;un popolo di codardi che si nasconde dietro le nuvole aspettando che il cielo stesso venga in loro soccorso ad aiutarli ma che al tempo stesso trovandosi in alto e ben protetti pensano di essere la razza superiore e al pari delle divinità.
Quel giorno Galadrien avrebbe affrontato e sconfitto la tempesta per trascinare a forza giù quei miserabili e per farli assaggiare la dura terra del mondo di sotto e veder crollare tutta la loro superiorità in una sola e buia notte.
Ma per farlo Galadrien aveva bisogno di aiuto.
Immediatamente l'alicorno intimò ai suoi soldati di ristabilire l'ordine e di riformare un muro di scudi saldo e duraturo davanti con ognuno che tenesse saldo il corpo di quello davanti.
Intanto Chrysalis e Sombra uscirono dall'esercito per arrivare a fianco a Galadrien che come ipnotizzato guardava l'avvicinarsi del tornado.
"Sombra, Chrysalis ho bisogno di voi per fermare quella cosa."disse Galadrien mentre la criniera gli svolazzava disordinata sul muso risucchiata dal tornado.
"Cosa vuoi fare?" chiese Sombra urlando per via della furia del vento.
Galadrien schiarendosi la voce ed alzandola per andare oltre alla forza del vento: "Il punto debole del tornado è il suo occhio: se riesco a generare un'esplosione all'interno scaraventerò via ogni soldato che lo compone,facendo così terminare la tempesta.
Il problema è che loro armature alari sono piene di rune protettive contro la magia ma penso di poterle superare se ho il tempo di concentrarmi sull'occhio."

"Cosa vuoi che facciamo?" chiese Chrysalis dopo aver sputato dalla bocca una ciocca di capelli.
Galadrien spostando lo sguardo su Chrysalis continuò: "Voglio che voi riusciate a tenere quella cosa ed a rallentarla.
Se vi concentrate sulle superfici esterne non subirete l'effetto delle rune ma comunque dovrete tenere una colonna di immensa potenza e forza che lotterà contro di voi in qualsiasi maniera ed è per questo che dovete farlo insieme.
Avanti come con Città delle Colonne.
Facciamolo."

La regina dei mutanti ed il Re Nero annuirono e si misero in posizione: piantarono salde le zampe per terra e concentrarono la loro magia nei corni puntati verso il tornado.
Quando esercitarono la loro presa su quell'incredibile tempesta di corpi ed aria,i due sprofondarono con le zampe schiacciati da quell'enorme potenza tanto che per concentrarsi chiusero gli occhi ed abbassarono la testa oramai sudata.
Comunque tutto quello sforzo valse qualcosa: il tornado non si fermò ma di certo rallentò parecchio sotto la resistenza dei due alleati oscuri dell'alicorno che intanto chiuse gli occhi e con incredibile serenità cominciò a concentrare il suo immenso potenziale di Distruttore.
Il pensiero di Galadrien viaggiò veloce sul campo di battaglia,sorvolando i cadaveri ancora a terra come una sfuggente brezza fino ad arrivare ai confini del tornado.
Qui all'inizio subì un'accelerazione ma proprio mentre cercò di arrivare nel suo mezzo subì un rallentamento drastico: le rune stavano creando delle barriere invisibili che cozzarono come vere mura di mattoni contro il pensiero di Galadrien.
La fatica dell'alicorno raggiunse vette inimmaginabili: dopo averne superati tre,muri più spessi si opposero come formati da acciaio e ferro tanto che persino i muscoli di tutto il corpo di Galadrien si contrassero di colpo per superare quell'incredibile ostacolo mentale.
Si impuntò sulle zampe posteriori e spinse alzandosi in impennata e tenendo la testa alta per dare più portata alla sua magia.
Il sudore cadde dalla fronte per attraversare tutto il corpo ormai impietrito come una statua di marmo e le ali cominciarono a sbattere nervosamente per mantenere l'equilibrio fisico.
Ad un certo punto per darsi la forza necessaria,l'alicorno cominciò ad odiare incontrollatamente quel tornado: la rabbia gli crebbe in corpo e cominciò a bruciare come un incendio non solo per il fatto di non riuscire a scavalcare un muro mentale ma anche dal fatto che quattro miseri pegasi gli stavano dando tanto filo da torcere.
Ma solo quando anche i ricordi del passato e le sofferenze provate negli anni si unirono ad alimentare quell'incendio,solo allora l'alicorno con rabbia aprì gli occhi fiammeggianti di magia e rabbia e con uno sforzo soprannaturale oltrepassò quell'ultimo muro e finalmente vide il tanto bramato occhio del ciclone.
Allora un sorriso incredibilmente maligno si stampò sulla faccia dell'alicorno che con un incredibile schianto riappoggiò le zampe anteriori a terra sprigionando l'energia del corno ed urlando tutto il suo odio con voce tonante e non sua mentre gli occhi piangevano scintille di fuoco: "Che i cieli cadano!"

L'energia magica concentrata all'interno del tornado generò una colonna di luce verticale che tagliò a metà la colonna d'aria e con un incredibile fischio esplose in migliaia di onde d'urto viola che fecero letteralmente volare verso l'esterno i vari soldati all'interno.
Solo pochi riuscirono a riprendere il controllo della loro caduta restando in aria ma molti caddero rumorosamente a terra o peggio addosso al muro di scudi che rapidamente divenne la loro tomba.
Ma dato che quelli in aria erano pochi per formare un nuovo tornado,invece di scappare salvando le loro vite, andarono ad aiutare ad alzarsi coloro che erano caduti per terra.
Un'ovazione intanto esplose dall'esercito di Galadrien per l'alicorno ed i suoi alleati oscuri per l'impresa leggendaria:
le armi ed armature ricominciarono a battere a ritmo per gli eroi che affrontarono e sconfissero la tempesta spianando la strada per Nuvola city.
Tuttavia i due generali nemici erano ancora vivi e vegeti ad aiutare i loro soldati caduti ma erano a terra lontani dagli spazi azzurri e dalle nuvole dove nascondersi e soprattutto vulnerabili.
Galadrien decise di approfittare della situazione: con incredibile forza rialzò sia Sombra che Chrysalis che intanto erano piegati dalla fatica e con voce un pò rauca istigò i suoi ad avanzare verso il nemico ferito a terra per schiacciarlo definitivamente.

La terra tremò sotto i mille zoccoli che violenti spinsero in avanti con forza e rabbia l'enorme schieramento corazzato.
Il boato dei tuoni o addirittura la violenza del tornado stesso non furono comparabili a quell'incredibile esplosione di furia e di sete di sangue che avvolsero completamente i cuori dei baldi guerrieri che con occhi avidi di vendetta e morte  volgevano le lance e le spade contro i pochi sopravvissuti davanti a loro.
Questi resosi conto del pericolo,e dell'imminente fine, cercarono tutti di rialzarsi e di disporsi anche loro in un gruppo compatto con gli scudi davanti;almeno per lottare fino alla fine.
Tuttavia il piccolo gruppo resistette alla carica e con incredibile volontà riuscì anche a contrattaccare sorprendendo i nemici con fendenti verticali delle pesanti spade che spezzarono i blocchi degli scudi e ribaltarono a terra i tanto odiati nemici.
Così attorno a quel manipolo di guardie dorate si creò una piccola schermaglia dove quest'ultime si videro anche costrette ad affrontare tre nemici insieme pur sapendo che prima o poi il numero li avrebbe schiacciati.
Nonostante tutto il gruppo resistette parecchio,grazie alla superiore disciplina ed abilità, uccidendo molti soldati nemici che intanto si stavano ammassando tutto intorno a loro.
Galadrien appena scorse dietro i due gemelli decise di farsi avanti per sconfiggerli con le proprie zampe: si fece largo tra le guardie rimanenti spingendone una coppia con le robuste ali sulle lance che stavano spuntando dal suo schieramento e quando ebbe finito con un pegasus che gli sbarrò la strada con un colpo mirato di Starvenge, ecco che li chiamò per sfidarli.
I due sentendo che qualcuno li cercava finirono i due soldati del nord con cui stavano combattendo con un affondo combinato per poi volgersi e scoprire con una terribile sorpresa che si trattava di un alicorno.
Non si chiesero a lungo perché un alicorno ce l'avesse con loro ma semplicemente vedendo la spada e la mazza insanguinate rivolte verso di loro e la raffinata armatura di ossidiana intervallata da schizzi rossi capirono che quello era il comandante nemico.
In quella situazione un silenzio calò tra le tre figure,una pausa prima della battaglia decisiva,un respiro prima dell'apnea totale.
Poi come un lampo nella tempesta lo scontro esplose: spinti dalla rabbia e dalla volontà di vendicare i fratelli caduti i due gemelli aggredirono Galadrien con le due sottili spade.
L'alicorno sorridendo per avventatezza degli avversari da un lato cominciò una serie di parate con la Starvenge per fermare i rapidi colpi di Zip mentre,in simultanea,dall'altra schivò l'affondo di Zap incastrando l'elsa della spada con il busto della mazza e spingendo il manico della Wrecker contro il ventre del pegasus.
Quando ebbe una presa salda,Galadrien spinse il corpo verso di se e con uno scatto lo scaraventò con immensa forza via dallo scontro a circa venti metri dietro a Zip.
Intanto quest'ultimo continuò con i suoi velocissimi fendenti che continuamente incontravano il misterioso acciaio della Starvenge;così proprio mentre non se lo aspettava,Galadrien smise di parare i colpi facendone andare a vuoto uno e con incredibile rapidità mollargli sulla schiena un terribile colpo della mazza.
Zip era ancora vivo a terra immobile e schiacciato dall'energia magica della Wrecker ma oramai per lui era finita.
Galadrien si apprestò a piazzare l'ultimo colpo con la Starvenge ma proprio mentre stava per calare la letale spada sul corpo inerme di Zip ecco che Zap spuntò dal cielo con la sua spada pronto a portare un potentissimo fendente sulla nuca dell'alicorno.
Questo però l'aveva già visto con la coda dell'occhio e prevedendone l'arrivo si scansò di lato tenendo la lama della spada orizzontale rispetto al ventre del pegasus.
Non appena essa tocco il ventre morbido di Zap questo abbandonò di istinto la spada dalle zampe,cadendo rovinosamente a terra.
Lì nella polvere il povero generale si lamentò coprendosi con una zampa la profonda ferita infertagli;la spada era lì accanto ma sapeva molto bene che appena fosse ritornata nelle sue zampe l'avversario l'avrebbe già finito.
Così accettando il suo destino chiuse gli occhi e si abbandonò ad un'espressione di serenità.
Ma appena la Starvenge cominciò a calare per il colpo finale,Zip con coraggio si rialzò immediatamente e con uno scatto velocissimo si frappose tra la spada ed il fratello ricevendo lui il colpo mortale.
Galadrien stupefatto e confuso si imbambolò sul corpo senza vita di Zip mentre Zap ,che aveva visto tutto, arso di rabbia infinità prese di scatto la spada e rimettendosi in piedi,con il sangue che sgorgava a fiumi dalla ferita,urlò violentemente all'alicorno: "Tu maledetto adesso muori!"
Galadrien però aveva ottimi riflessi ed appena intravide l'ennesimo affondo,schivò la spada,lasciandola andare sotto l'ala sinistra,avvolse la presa della zampa dell'avversario sotto la sua ala,esercito pressione affinché la molasse e con un rapido movimento prese quella spada nella sua mano sinistra per impiantarla nel cuore del pegasus.
Due secondi dopo Zap esalò il suo ultimo respiro soffocato nel suo stesso sangue e si abbandonò completamente sulle spalle dell'alicorno.

Shockato e molto sorpreso da quello che era successo l'alicorno sotto lo sguardo di tutti i soldati che attendevano che il duello finisse,appoggiò delicatamente a terra il corpo senza vita del generale e,trascinandolo per una zampa, lo affiancò a quello di Zip.
Infine unì la zampa destra di Zip a quella sinistra di Zap e chiudendo gli occhi abbassò la testa in silenzio.
Tutti lo guardavano stupiti per quel comportamento e quella pietà dimostrata verso il nemico e dei sussurri cominciarono a levarsi dalle file più indietro.
Anche Sombra,Chrysalis e Valerian guardavano disgustati quella scena così piena di sentimenti,pronti quando sarebbe finita di criticare quell'atto.
Dopo un lunghissimo minuto di silenzio l'alicorno riaprì gli occhi,si asciugò una lacrima,e il sudore, sulla guancia e con un'espressione serissima si rivolse a tutti i soldati che aveva davanti con aria confusa e smarrita: "I nostri nemici sono morti con onore oggi: hanno dato la loro stessa vita per difendere la loro patria e le loro famiglie.
E questi due hanno preferito sacrificarsi per la vita del proprio fratello che rimanere a guardare o fuggire.
E spero che tutti voi facciate lo stesso per coloro che vi sono accanto oggi;io lo farei per ognuno di voi,nessuno escluso:è questa la via della vera vittoria e dell'onore. 
Una lezione che spero non dimenticheremo con facilità,una lezione che ci è stata data dai nostri nemici e che,per rispetto dei caduti, noi onoreremo."

Poi volgendosi verso la città sospesa con uno sguardo di rabbia ed infinita collera concluse alzando la voce: "Ma non dobbiamo provare rimorso in quello che abbiamo fatto in quanto solo il destino è il responsabile di tutto ciò:noi non abbiamo sbagliato,noi abbiamo solamente seguito la nostra strada e loro erano in mezzo.
Andiamo a prendere quei codardi lassù in alto e buttiamo giù quella maledetta città!Avanti!"

Un boato di ovazioni echeggiò dopo quelle parole e l'esercito si mosse a ritmo di marcia dietro l'alicorno.
Le trombe squillarono per incitare l'avanzata e caricare ancora di più gli animi,portati ormai al limite,mentre le possenti macchine da guerra uscirono dalla foresta di pini per entrare ufficialmente nel campo di battaglia.
Intanto lo squadrone di unicorni aveva già creato la bolla invisibile attorno a tutta la città ed era pronta,in caso di emergenza, a supportare il distaccamento di mutanti che intanto avevano intrappolato quasi una dozzina di messaggeri.
Incurante di tutto questo,Cloudmaior guardava impietrito dall'alto quella marea di soldati avanzare fin sotto le nuvole della città ed il panico cominciò a diffondersi anche tra i miliziani che pian piano arretravano sempre di più dal bordo dei bastioni.
Ma Cloudmaior era comunque il sindaco di Nuvola City e di sicuro non avrebbe aperto di sua volontà le porte al nemico che aveva massacrato i suoi fratelli.
Così,ripresosi da quello stato di inquietudine,il sindaco della città sospesa scese dal municipio andando direttamente dai miliziani per riportare l'ordine e anche un pò di coraggio nei cuori delle ultime difese della città.
"Ascoltatemi!"disse urlando Cloudmaior "Non possiamo permetterci di mollare,non dopo che i nostri fratelli sono morti per noi li sotto.
Loro hanno dato tutto per la nostra patria,noi faremo lo stesso?
"
Un fortissimo "" esplose dai bastioni ed un silenzio calò subito dopo per assimilare meglio le parole rinquoranti del sindaco.
Cloudmaior continuò: "Allora tutti in posizione sulle mura,non cedete terreno a quei maledetti. Preparate le catapulte e le balestre. Voglio il sistema difensivo C pronto all'uso e l'R in assetto da combattimento.
Forza pegasi resistiamo! Possiamo farcela!"

A quelle parole tutti si caricarono e con urla di entusiasmo ognuno andò nelle proprie postazioni assegnate: gli arcieri si disposero in fila sulle mura pronti a lanciare sul nemico una pioggia di frecce,mentre i genieri si divisero tra il posizionare e caricare le macchine di difesa e il preparare i sistemi difensivi interni C e R.
Nonostante la disastrosa sconfitta Nuvola city stava reagendo.

Più in basso l'esercito del Nord aveva completamente circondato la città creando un fittissimo muro di scudi rivolto verso l'alto per proteggere gli ingegneri dalle frecce e dai proiettili in arrivo.
Dalle retrovie infatti molti ponies stavano attraversando l'esercito portando con se dei lunghi paletti acuminati in legno d'abete mentre altri nascosti dagli scudi stavano scavando rapidamente,grazie anche alla magia di qualche unicorno presente nell'esercito, delle profonde buche da trincea.
Intanto le macchine d'assedio avanzavano lente spinte da enormi ruote in legno sul campo di battaglia finché non raggiunsero le posizioni assegnate.
Qui dei genieri piazzarono dei blocchi sotto le ruote affinché non si muovessero e posizionarono tutt'attorno dei pesanti sacchi di ghiaia e paletti più piccoli.
In meno di mezz'ora il muro di scudi si disfece in quanto le aree di trincee erano pronte e i soldati poterono entrare in quei cunicoli,più o meno sicuri,dove ripararsi e dove proteggere gli arcieri che intanto si erano schierati dentro le postazioni.
Le prime frecce erano già arrivate da entrambi i lati ed i proiettili delle catapulte cominciavano ad impattare sul terreno ed ad abbattere le colonne in aria.
Allo scomparire del sole ed all'oscurarsi del cielo mille fiaccole si accesero lungo le linee delle trincee ed i proiettili e le frecce iniziarono a fendere senza sosta le tenebre della notte come le scoppiettanti scintille infuocate di un enorme camino. 
Si preannunciava una notte molto lunga.
  
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