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Autore: Defiance    28/12/2014    3 recensioni
Emma Swan ha avuto un'infanzia e un'adolescenza complicata, a causa dell'abbandono dei suoi genitori.
Ma quando scoprirà la verità su sè stessa e sul suo passato, deciderà di vendicarsi della Regina Cattiva, responsabile di averle rovinato la vita.
Il giorno del suo ventottesimo compleanno, allora, la donna partirà per Storybrooke e...
Se vi ho incuriositi, leggete :)
[AU: basato sulla trama della serie tv 'Revenge'. Ci saranno molti cambiamenti per quanto riguarda vicende e personaggi]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: August W. Booth/ Pinocchio, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5
The Saviour





August aprì con violenza lo sportello del maggiolino e vi entrò con prepotenza.
"Vai da qualche parte?"
"Non credo che io debba darti conto di ciò che faccio" rispose acidamente Emma, sbuffando e spegnendo il motore.
"No, non devi. Ma magari, e dico magari, ti conviene. Perchè tu sei molto impulsiva e io ci ragiono sulle cose, per cui potrei risparmiarti un bel po' di problemi, se solo tu abbandonassi l'orgoglio e mi rendessi partecipe dei tuoi piani" controbattè lui, con fare saccente.
"Hai già espresso alla grande il tuo parere sui miei piani a colazione, August. Non so per quale motivo ora tu stia dalla parte di quell'idiota di Hook, e nemmeno mi interessa saperlo... ma ti ripeto che non rinuncerò mai alla mia vendetta. MAI."
"Se ne sei così convinta, allora devo assicurarmi che tu la porti a termine. E andando da tuo padre, perchè ammettilo, è lì che stai andando, comprometterai seriamente la tua copertura" 
Quell'uomo non smetteva mai di sorprenderla; nonostante la conoscesse ben poco, sicuramente per colpa sua visto che tendeva ad allontanare tutti, capiva perfettamente cosa le passasse per la testa nei momenti di scarsa lucidità.
"Sono il vice-sceriffo. Non desterò alcun sospetto, Graham mi ha affidato il compito di controllare..."
"è questo che credi? Il Sortilegio sta iniziando a crollare, Emma. Quanto tempo credi che ci impiegherà Regina per capire che è a causa tua? Se ora vai ad interrogare tuo padre, complicherai solo le cose. La sua mente è confusa, sballottata tra i due mondi e ancora sotto shock. Vedendoti potrebbe ricordare la sua vita passata e sappiamo entrambi che il Principe fa schifo a mentire" la interruppe August, cercando di farla ragionare, ma lei non sembrava ancora convinta.
"Non vedo come questo possa causarmi problemi" insistette, "non sa chi sono"
"No, non lo sa. Ma sa che sua figlia ha il tuo stesso nome e che è stato predetto che a ventotto anni, guarda caso la tua stessa età, questa avrebbe raggiunto Storybrooke e spezzato la maledizione. Emma, sai chi era accanto a lui quando si è risvegliato? Mary Margaret. Sai quale storia gli stava leggendo? Ti lascio indovinare... sono piccoli dettagli che a Regina non sfuggiranno. Da quando sei comparsa, Henry la respinge; Graham si sta liberando del suo controllo e il tempo ha ripreso a scorrere. Devi misurare meglio le tue mosse" 
"L'orologio è fermo" precisò la bionda, sfidandolo con lo sguardo, ma lui scoppiò a ridere.
"Ne sei proprio sicura?" le domando, poi indicò l'alta torre alla loro sinistra:  le lancette si muovevano di nuovo.
"Non è possibile, le ho bloccate io stessa!" obiettò lei, dischiudendo leggermente le labbra per la sorpresa e corrugando la fronte.
"Beh, sembra che la tua magia non possa niente contro il fato, in fin dei conti. Sta' attenta" le intimò, prima di scendere dall'auto e lasciarla sola con i suoi problemi.

Granny's all'ora di pranzo era permeata di buoni odori, che stuzzicavano Emma come nessun piatto aveva mai fatto.
Da quando era giunta in città, non aveva fatto altro che pranzare lì, cenare lì e fare colazione lì, tant'è che ormai la nonna e sua nipote riuscivano quasi a prevedere le sue richieste.
"Cosa ti porto oggi?" le domandò Ruby, un ampio sorriso dipinto sul volto che la bionda non potè fare a meno di ricambiare; quella ragazza, che aveva identificato immediatamente come Cappuccetto Rosso, le stava davvero simpatica ed era talmente tanto solare da mettere il buon umore persino a lei.
"Lasagna. Oggi ho voglia di lasagna" rispose dopo averci pensato un po' e le restituì il menù.
"Un pasto leggero insomma" commentò divertita la fanciulla, facendo ridere anche la stessa cliente. 
"Arrivano subito. Oh, ehm... mia nonna ha preparato la torta al cioccolato con la cannella, sa che ne vai matta, quindi mi ha chiesto di avvertirti"
"Tua nonna ricorda i gusti di tutti gli abitati di Storybrooke?" indagò incuriosita Emma, accettando tuttavia il dolce come dessert.
"No, è solo che tu, la signorina Blanchard e il figlio del Sindaco siete gli unici ad andare matti per la cannella" spiegò Ruby, facendole l'occhiolino e sparendo poi dietro il bancone.
Il sorriso della donna si spense; sentir etichettare Henry come 'il figlio della Regina Cattiva' le diede non poco fastidio, smorzò persino la sua fame.
Quel bambino era suo figlio, non di quella megera. 
"Ciao Emma!" 
Neanche a farlo di proposito, gli comparve davanti, facendola sussultare.
"Ragazzino! Che cosa ci fai qui?"
"Anche noi abbiamo la pausa pranzo, sai?" le ricordò lui, prendendo posto proprio di fronte a lei.
Quella situazione la mise a disagio.
"Ehm, Henry... non credo sia una buona idea..." cercò di persuaderlo ad andar via, ma alla fine le mancò il coraggio; sapeva perfettamente come si sentiva: aveva la sua madre naturale vicino e voleva conoscerla, passarci del tempo insieme. 
Voleva recuperare quello perso, perchè se lo aveva seguito a Storybrooke doveva pur significare qualcosa... ed Emma si sentì tremendamente in colpa per i motivi per cui, inizialmente, aveva accettato. 
Si stava pian piano rendendo conto, di aver contemplato l'ipotesi di usare suo figlio per i suoi scopi, e non c'era nulla di più sbagliato.
Scosse la testa.
"Cosa vuoi mangiare?" gli domandò, abbozzando un sorriso cordiale e chiamando nuovamente Ruby per un nuovo ordine.
Doveva sembrare strano, agli occhi di tutti, il rapporto tra la nuova arrivata e il figlio del Sindaco, nonostante lui avesse sempre dimostrato gentilezza e affetto verso chiunque incappava nella sua strada... ma in quel momento non le importava granchè.
Era lì, seduta ad un tavolo, a pranzare col suo bambino e tutto ciò suonava tanto come una scena quotidiana tipica di una famiglia, qualcosa che lei non aveva mai avuto prima.
E che continuava a non avere perchè non poteva permettersi di instaurare una qualche relazione con Mary Margaret. Aveva persino rinunciato all'incarico riguardo suo padre.
Come si chiamava nel mondo reale? Era davvero gentile e coraggioso come le fiabe lo ritraevano?
"Henry Mills! Quante volte ti devo dire di non parlare con gli sconosciuti... pranzarci assieme, addirittura poi! è da sconsiderati!"
Una voce fredda e perentoria invase il locale, facendo scendere il gelo su tutti i presenti.
Emma si voltò lentamente, ritrovandosi faccia a faccia proprio con Regina.
"Lei non è una sconosciuta!" obiettò Henry e fu in quel momento che la bionda trovò la forza di distogliere il contatto visivo instaurato con la sua rivale.
"Ah no?" chiese lei, sollevando un sopracciglio.
"Ehm, ragazzino..." provò a fermarlo, prima che causasse qualche danno, ma...
"No! Lei è la mia mamma!" 
Il Sindaco parve sbiancare per un momento, per poi recuperare contegno immediatamente.
"Henry, tesoro" disse con falsa dolcezza ed evidente indignazione, "sono io la tua mamma"
"No! Cioè, sì. Ma lei.."
"Ragazzino..."
"Lei è la mia mamma vera, quella biologica!" sputò tutto in faccia alla mora che deglutì e si voltò a scrutare la donna che aveva beccato a mangiare con figlio, con odio più che evidente.
"Ma davvero?!"
"Sono Emma Swan" si presentò lei, prendendo in mano la situazione e tendendole la mano, educatamente, come ogni persona civile era solita fare.
Regina non la strinse.
"Credevo che l'adozione fosse chiusa. Credevo che avesse rinunciato ad ogni diritto di vedere o interagire con..."
"Henry" la interruppe Emma, rivolgendosi al bambino, "Granny ha preparato la torta al cioccolato, perchè non vai a chiederle un pezzo?" 
Il bambino, che stupido non era e aveva capito benissimo che lo volevano fuori dai piedi, sbuffò e si allontanò.
"Nessuno mi interrompe, signorina...?"
"Swan. E non sono qui per riprendermi mio figlio. è venuto da me disperato, parlandomi di non so quale strana fantasia sui personaggi delle fiabe e sostenendo che lei sia la Regina Cattiva..."
"Oh, dannazione! è arrivato a tanto?" esclamò l'altra, simulando preoccupazione, "Vede, Henry vive in mondo tutto suo, lo psicologo della città ed io stiamo cercando di risolvere la situazione... ma, da quello che mi dice, è più grave di quanto pensassimo"
"Può capire perfettamente il motivo per cui io mi sia precipitata qui, allora. Dovevo assicurarmi che stesse bene" insistette la bionda, senza distaccare lo sguardo dalla sua interlocutrice.
"Capisco. Ma mi creda, non ha nulla di cui preoccuparsi. Spesso i bambini maturano un sentimento di avversione nei confronti dei propri genitori, sa, a causa di piccole divergenze... ma non deve temere, Henry è il mio tesoro più grande, non gli farei mai del male" mormorò dolcemente il Sindaco, abbozzando un tenero sorriso.
Ad Emma venne voglia di prenderla a schiaffi sul momento, ma inspirò ed espirò a fondo, come il Dragone le aveva insegnato anni prima, e sorrise.
"Me ne compiaccio. Ora, se mi vuole scusare, dovrei tornare al mio lavoro..."
"Lavoro? Credevo che fosse qui solo di passaggio" una domanda indiretta che inquietò non poco la giovane Swan: Regina sospettava di lei.
"Credo che mi fermerò per un po', sa, per sicurezza. Non vorrei andar via e... ricevere ulteriori sorprese" ribattè, infilandosi la giacca e lasciando il locale dopo aver passato una banconota a Ruby per pagare il pasto.
"Che cosa le hai detto?" tuonò Henry, puntando il dito contro la madre adottiva.
"Io... niente, tesoro. Cosa ti viene in mente..."
"No, tu l'hai fatta andare via! Tu sei la Regina Cattiva, tu l'hai ferita!" continuò lui, iniziando a correre.
Il Sindaco gli fu dietro subito dopo.
"Fermati immediatamente, Henry Mills!" ordinò e, alla fine, il bambino cedette.
"Non so cosa ti stia passando per la testa, ma io sono tua madre ed è a me che devi dare conto. Quindi ora prendi il tuo zaino e torna a scuola, poi dritto a casa, prima che io faccia licenziare quell'irresponsabile della Blanchard! E ti proibisco, e sottolineo proibisco, di rivedere quella donna di nuovo"
Il figlio la fissò con gli occhietti lucidi e carichi di rancore, una vista che, per un momento, le spezzò il cuore.
"Come vuoi" sussurrò tra i denti, poi se ne andò.
Regina afferrò il cellulare e compose svelta un numero.
"Sindey?! Ho un lavoro per te. Scopri tutto ciò che puoi su Emma Swan e trova un modo per sbatterla fuori dalla città. Immediatamente" intimò, poi riattaccò.
Fece dietrofront e si diresse alla sua auto, quando il rintoccare di un orologio giunse alle sue orecchie; si voltò e trattenne il respiro: il tempo aveva ricominciato a scorrere.

"Vedo che non solo non hai abbastanza fiducia in me da ascoltare ciò che dico, ma che non ne hai neanche verso il tuo amico August" esordì Hook, intercettandola sulle scale del palazzo dove, per un lugubre scherzo del destino, abitavano entrambi.
"Fuori dai piadi" intimò lei, "ho avuto abbastanza grane per oggi"
Infilò con violenza le chiavi nella porta e l'aprì, ma prima che potesse chiudersela alle spalle, l'uncino dell'uomo la bloccò, cosicchè egli irruppe nel suo appartamento.
"Vuoi proprio essere preso a calci, non è vero?"
"Emma, ti imploro di sentir ragione... tutto questo, è sbagliato!" 
"Oh e tu credi di essere la persona più adatta a dirmelo, vero?" controbattè acida, "va' all'inferno, Hook"
"Ci sono già stato, ricordi? E ci sono ritornato, ogni giorno, ogni ora, dopo essermi separato da te!" sbottò lui, afferrandola per un braccio e costringendola a guardarlo.
"Mi sono costruito il mio inferno personale rinunciando al nostro amore, per poi rendermi conto di quanto la vendetta non ne valesse la pena! Non commettere il mio stesso errore"
La bionda sentì la rabbia e il rancore divampare dentro di sè.
"Cosa mi stai chiedendo esattamente, eh, Hook? Di rinunciare a tutto ciò per cui ho lottato negli ultimi anni per costruirmi un lieto fine con te? Dopo quello che mi hai fatto? Mi hai spezzato il cuore e hai camminato sopra i cocci, pretendi davvero che io possa perdonarti per questo?" buttò fuori tutto d'un fiato, liberandosi della presa dell'uomo con uno strattone.
Killian, dal canto suo, era sbiancato; percepire tutto quell'odio nei suoi confronti dalla donna che amava... era terribile: forse era quello, l'inferno. Forse non ci era mai stato prima.
"Emma..."
"Va' via, Hook. Va' via e non ti avvicinare a me mai più" 

Regina sfogliò la cartelletta che Sidney le aveva procurato con attenzione, leggendo ogni singolo documento contenuto in quel materiale; aveva trovato informazioni utili, che aveva già provveduto a sfruttare, ma nutriva ancora dei sospetti nei confronti di quella donna.
Poi, trovò un articolo che confermò le sue ipotesi: "bambino di 7 anni abbandonato con una neonata sul ciglio di una strada" recitava il titolo e raccontava del ritrovamento di due sconosciuti, nel bel mezzo del nulla; il ragazzino aveva affermato di non aver alcun ricordo dei suoi genitori ed erano entrambi stati affidati alle autorità nell'attesa di scoprire qualcosa sul loro conto, cosa che, ovviamente, non avvenne mai.
Regina alzò lo sguardo dal foglio e fissò il muro davanti a sè, persa nel vuoto.
"è la figlia di Biancaneve e del Principe. è la Salvatrice" mormorò a bassa voce, poi strinse i denti e spezzò la penna che aveva tra le mani, gettandone i cocci sulla scrivania.
"Rumple" esclamò irata, dopodichè, lasciò il suo ufficio come una furia.







Angolo Dell'Autrice
Indovinate chi è la solita ritardataria che finalmente è riuscita ad aggiornare?
Bell, ovviamente, sempre la solita.
Chiedo venia, ma le feste si sono rivelate piene di impegni, cosa che io dimentico di
anno in anno, e quindi ho comunque avuto poco tempo.
Spero che con questo capitolo mi sia fatta perdonare un po', pero.
Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che leggono e recensiscono la storia, perchè
significa tanto per me.
Inoltre, vi auguro buone feste (quindi auguri passati, e futuri).
Alla prossima,
fatemi sapere cosa pensate del capitolo se vi va!
Bell :)


  
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