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Autore: Akitabiba    28/12/2014    4 recensioni
Gli Eroi hanno concluso le loro avventure da anni, ma la pace non è destinata a regnare: fra nuovi e vecchi nemici dovranno per l'ennesima volta salvare il loro mondo e ciò in cui credono.
Ma a volte le scelte generano sacrifici, e i nostri Eroi non sanno ancora che il pericolo può essere in agguato dove meno si aspettano di trovarlo.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio, Rosso
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Videogioco
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Capitolo 2 -  Partenze

Foglia quella mattina si diresse emozionatissima dal Professore. Trovò il Laboratorio praticamente deserto, soltanto Oak lavorava al suo interno, armeggiando con degli speciali apparecchi di sua invenzione che secondo lui avrebbero rivoluzionato il mondo.
-Buongiorno, Prof!- esclamò radiosa correndogli incontro.
-Ah, benvenuta Foglia, benvenuta! Mi sembra soltanto ieri il giorno in cui venivi qui a scegliere il tuo primo Pokémon! Bulbasaur, vero?
-Già!- confermò la ragazza, ricordandosi dell'inizio del suo lungo viaggio che l'aveva portata a completare il Pokédex e a girare tutta la meravigliosa regione di Kanto assieme all'amico Blu, trasformatosi presto in un degno rivale. Il ragazzo quindi aveva intrapreso due viaggi nella regione, il primo con il leggendario Rosso, sventando insieme a lui i piani del Team Rocket, il secondo, che si trattava di più di una “riscoperta di se stesso” assieme a Foglia, un'avventura che li aveva portati alla Lega Pokémon, dove la ragazza per poco non riuscì a primeggiare sul Campione, poi fino al Settipelago. Foglia aveva così completato il Pokédex ed era diventata una sorta di aiutante del Professor Oak, mentre Blu aveva preso il posto del Capopalestra di Smeraldopoli. Il Campione della Lega rimaneva sempre Rosso, il quale però si era già isolato sul Monte Argento dopo aver ceduto l'incarico a Lance. La ragazza conosceva solo di vista la cosiddetta “Leggenda Vivente” di Biancavilla. Essendo sua coetanea lo aveva incrociato molto spesso a scuola prima che partisse per il viaggio. Lo ricordava come un tipo taciturno e chiuso in se stesso, rammentava i suoi profondi occhi penetranti e i suoi capelli scuri spettinati. Blu lo chiamava ironicamente “chiacchierone” e, dopo la sconfitta alla Lega, lo menzionava sempre con una nota di invidia, ma lo rispettava molto. A parte quello però non aveva mai avuto modo di conoscerlo meglio. Ora che ci pensava non le sembrava nemmeno di aver scambiato qualche parola anni addietro, con il “chiacchierone”. Le dispiaceva, avrebbe dovuto rimediare quando era ancora in tempo, ma ormai perfino Blu aveva perso i contatti con il Campione.
C'è un tempo per ogni cosa, ma non ora.
La ragazza sorrise ricordando la frase che caratterizzava il Professore. Lui invece non sembrava affatto cambiato. Forse per qualche capello bianco in più e alcune rughe che gli solcavano la fronte, ma Oak rimaneva sempre l'energico, unico e inimitabile Professor Pokémon.
-Foglia! Seguimi!- chiamò la ragazza accanto a lui, mostrandole con orgoglio una scatoletta vellutata sopra alla scrivania, ingombra di materiale d'ogni tipo.
-È per te- esclamò fiero, porgendogliela. -Ho fatto una fatica enorme a procurarla!
Per un terribile istante Foglia pensò che dentro la scatoletta ci fosse un anello di fidanzamento, magari da parte di Blu. Si trattava di una logica completamente priva di senso, ma in quel momento i pensieri della giovane non parevano essere coordinati. Non era mai riuscita a padroneggiare le proprie emozioni, perdeva la testa facilmente, anche senza motivo. Si irrigidì e sbarrò gli occhi.
Per fortuna però Oak passò subito alle spiegazioni.
-Questo cofanetto racchiude dentro una Pietrachiave con una Megapietra. È stato importato direttamente da Kalos, non lo trovi meraviglioso?!- l'emozione di Oak non si trasferì però sulla ragazza. Aveva appena temuto di dover rifiutare una proposta di fidanzamento per poi scoprire che dentro la scatolina c'erano due sassi da un'altra regione? Il mondo non girava nel modo giusto, o forse era solo la mente di Foglia a interpretare male?
-Come, scusi?- domandò prendendo in mano il cofanetto con delicatezza.
-Ma come, non conosci la Megaevoluzione? ...Oh, che sbadato! Sono io che non te ne ho mai parlato!- il Professore esplose in una risatina forzata. Foglia lo osservò interrogativamente. Aprì la scatolina e vi trovo dentro due pietre molto simili a biglie, lucide e lisce. La prima sembrava racchiudere in sé le sfumature dell'arcobaleno, tenui ma vivaci allo stesso tempo.
Che storie! pensò la ragazza. La seconda pietra era diversa. All'interno delle scie di colore verde, una scura e una più chiara, si mescolavano, non si capiva esattamente dove iniziava il colore della prima o dell'altra, forse anche per il fatto che l'interno di quella “biglia” sembrasse pulsare energia.
-Wow...- mormorò la giovane. Esitò, poi si decise a prendere in mano la pietra arcobaleno. Al contatto con la sua superficie, che si aspettava di trovare fredda, sussultò rendendosi conto che era piacevolmente tiepida. Nonostante questo però dei brividi leggeri le percorsero la schiena. La sensazione sparì in pochi secondi. La pietra sembrò tornare fredda, quella strana energia che le aveva pervaso il corpo la abbandonò.
-Sapevo che saresti stata pronta per ricevere una Megapietra. Dopotutto solo Allenatori particolarmente potenti possono farne uso. Pare che tu sia degna di possedere una Pietrachiave!- esclamò Oak, stringendo la mano alla ragazza. Lei però non capì. Di Megapietre e Allenatori degni non ne sapeva niente! Prese in mano anche l'altra pietra, ma questa volta nessuna sensazione si impadronì del suo corpo. Sentì invece chiaramente un tremolio provenire dalla prima Poké Ball che portava attaccata alla cintura.
-E quella è la Venusaurite- aggiunse Oak sorridendo.

Pikachu si sollevò sulle due zampe posteriori e annusò circospetto l'aria. Niente di strano. Biancavilla non aveva nulla di sospetto. Non sembrava nemmeno molto cambiata, anche a distanza di tutti quegli anni passati dalla loro ultima visita.
Rosso dopo molto tempo era tornato finalmente a casa. Non che lo avesse desiderato lui, si trattava di cause di forza maggiore. Non avrebbe mai preso da solo l'iniziativa di abbandonare il Monte Argento e di ritornare nel luogo natale. Odiava gli addii, ma detestava ancora di più i saluti di bentornato. La reazione di sua madre era stata quella che avrebbe avuto ogni genitore che non vedeva di persona il figlio da anni. Lo aveva riconosciuto subito e accolto con stupore, aveva quasi pianto di gioia, ma per Rosso questo non significava nulla. Ormai era diventato completamente apatico, freddo come il luogo in cui si era auto-esiliato. Se il legame con i suoi Pokémon aveva raggiunto il livello massimo, quello con le persone era lentamente scomparso. Rimanere in solitudine limitando i contatti lo aveva reso distaccato e ancora più silenzioso di quanto non lo fosse già stato prima. In fondo era stata una sua scelta, non se ne dispiaceva affatto.
Aveva replicato alla calda accoglienza della madre con un rapido abbraccio e qualche “io sto bene, mi sei mancata” giusto per accontentarla, anche se in realtà la nostalgia della figura materna, della sua casa e di Biancavilla in generale era stata molto forte all'inizio, ma con il tempo era via via scemata, sostituita dal vuoto silenzio che aleggiava da sempre sul Monte.
Ora Rosso era cambiato, non poteva farci niente. Non provava emozioni forti da moltissimo tempo, sostituite da un vuoto incolmabile. Nella sua vita mancava il vero amore. Le uniche soddisfazioni che riceveva erano da parte dei suoi Pokémon, loro davano sempre il massimo per l'Allenatore. Era rimasto isolato, in attesa di qualcosa che nemmeno lui stesso conosceva, ma finalmente l'occasione pareva essere arrivata.
Si tirò su dal letto nella sua stanza. Non dormiva lì da anni, eppure era tutto in perfetto ordine, senza un velo di polvere in nessun angolo. Come se anche il tempo lì dentro si fosse fermato dopo la sua partenza. Si notava la cura della madre che evidentemente non si era mai arresa al fatto che il figlio probabilmente non avrebbe mai fatto ritorno. Almeno aveva visto giusto. Ora Rosso era di nuovo a Biancavilla. Non per molto ancora.
Scese dal letto, imitato da Pikachu che con un balzo gli fu in spalla. Decise di farsi una doccia prima di scendere per la colazione, sia per rilassarsi che per pensare all'accaduto della sera prima. Era tornato a casa molto provato, ma si era giustificato con la madre inventando come scusa che il viaggio fosse stato lungo e faticoso. In un certo senso era vero.
Dopo dieci minuti era già pronto, scese le scale che conducevano alla cucina e con grande sorpresa la trovò deserta. Della madre nessuna traccia. Pikachu si osservò intorno circospetto, ma la casa era vuota. Rosso si avvicinò lentamente al tavolo, dove scoprì un biglietto piegato frettolosamente al centro. Lo prese in mano e lo lesse in silenzio.
“Tesoro, stamattina presto il Professore è venuto a cercarti. Tu stavi ancora dormendo e ho preferito dirgli che saresti stato pronto più tardi. Mi ha detto di riferirti che ti attende al Laboratorio appena ti sarai preparato, dato che la situazione è urgente.
Io sarò fuori casa per tutto il giorno, se hai bisogno mi troverai a Zafferanopoli. Prenditi un po' di tempo per te e rilassati. Voglio solo il tuo bene, tesoro.
Non andartene ancora, non subito.
Mamma.”
Rosso ripiegò il foglio e lo ripose in tasca. Non sarebbe potuto rimanere in ogni caso.
Dopo aver fatto colazione decise che era giunto il momento di andare da Oak. Quando giunse al Laboratorio trovò il Professore già all'esterno ad attenderlo.
-Rosso! Che piacere! Sono sollevato che tu abbia deciso di offrirmi il tuo aiuto per il mio piccolo lavoretto!- Il ragazzo non rispose, si limitò a seguire il Professore all'interno dell'edificio.
-Sai, proprio mezz'ora fa anche Foglia è partita per delle commissioni per me. Brava ragazza, quella. Affidabile e un'ottima Allenatrice!- spiegò Oak sorridendo e invitandolo a sedersi davanti alla sua scrivania.
Rosso tentò di fare mente locale. Foglia... aveva già sentito quel nome, apparteneva sicuramente alla sua infanzia. Una bambina dai lunghi capelli castani e dall'espressione dolce, molto gentile. Sì, se la ricordava, ma a lei non aveva mai prestato attenzione. Sapeva che dopo la sua partenza aveva stretto dei legami con Blu, il suo vecchio migliore amico. Chissà com'era ora. Probabilmente non l'avrebbe nemmeno riconosciuta se l'avesse incrociata per strada.
-Bene, Rosso- disse Oak, richiamando l'attenzione dell'Allenatore. Si era fatto improvvisamente serio. -Come già accennato, ho bisogno del tuo aiuto per una questione... importante- Rosso annuì: -Sì, lo so. Come desidera che agisca?- non vedeva l'ora di concludere anche quel lavoro. Aveva accettato solo per fare un piacere al Professore.
-Ho bisogno che tu indaghi per me...- spiegò Oak. Rosso lo guardò perplesso. -E la polizia? Non poteva rivolgersi a lei?- domandò diffidente. Oak si grattò la testa in evidente imbarazzo.
-No, Rosso. Vedi, è una faccenda top-secret. La polizia non sa niente, e non deve sapere. Sei l'unico a cui possa affidarmi. Blu è troppo impegnato con la Palestra, tu e Foglia dovete darmi una mano- Rosso ripensò alla ragazzina dei suoi ricordi. Avrebbe dovuto collaborare con lei? L'idea gli piaceva sempre meno. La sua solitudine sarebbe stata spazzata via, ma non sapeva se si sarebbe trattato di un fattore negativo o positivo. Stava per chiedere più spiegazioni al Professore, ma questo lo bloccò: -Tranquillo, so che tu sei indipendente e che ti piace lavorare solo. Avete dei compiti separati. Tu dovrai dirigerti nel luogo che ti indicherò e svolgere alcune indagini senza dare nell'occhio, d'accordo?- Rosso annuì, rilassandosi. -Mi raccomando, fai attenzione- sottolineò Oak. -Potrebbero esserci delle persone che intralceranno il tuo lavoro. Tu vedi di non farti scoprire e di non correre rischi inutili. Chiaro?
-Cristallino- replicò l'Allenatore. Non poté fare a meno di pensare ai fatti accaduti la sera precedente. Il ragazzo con il Noivern era una di quelle persone? Probabilmente sì. Lentamente il puzzle si stava componendo, ma mancavano ancora troppi pezzi per completarlo. Doveva recuperarli. Si alzò dalla sedia e si diresse verso l'uscita del Laboratorio.
-Ah, un'ultima cosa, ragazzo!- lo fermò Oak. Gli porse un foglio e una scatoletta di velluto. Nel primo era scribacchiato il numero di un Percorso, probabilmente la meta che doveva raggiungere. Nella seconda erano racchiuse due pietre lisce e variopinte.
-Megaevoluzione...- mormorò Oak. -Capirai tutto quando sarà il momento. Ti saranno utili se avrai bisogno di combattere contro degli avversari potenti.
-Grazie, Professore- replicò Rosso senza emozione. Si sentiva offeso. Sapeva già cosa fosse la Megaevoluzione, si teneva aggiornato meglio che poteva, ma ignorava il motivo per il quale Oak avesse voluto donargli una Charizardite. Non lo considerava forse già abbastanza potente?
Ripose entrambi gli oggetti nello zaino, poi, dopo essersi congedato, uscì dal Laboratorio e partì di nuovo. Sperò che sua madre prendesse la notizia bene, al massimo ci avrebbe pensato Oak a tranquillizzarla. Pikachu emise debolmente il suo verso prima di saltargli di nuovo in spalla, probabilmente era ancora assonnato. Era rimasto fuori dal Laboratorio approfittando del caldo sole estivo e beandosi della brezza che spirava dal mare, ma ora bisognava partire. E molto in fretta.

   
 
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