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Autore: Lord Gyber    29/12/2014    1 recensioni
Dal testo:
« Giustizia e pace sono fondamenti inconsistenti. Dal tuo punto di vista la giustizia è la scomparsa definitiva di esseri come me, dal mio invece è che tutti capiscano che non possono contrastarmi. In poche parole, ragazzo, la giustizia e la pace le creano i vincitori....ed io vinco sempre. »
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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« Nello spazio nessuno ti sentirà urlare. »

Alien

 

 

Il messaggio era stato inviato da una stazione spaziale apparentemente disabitata. Vari frammenti di metallo si staccavano dalla struttura e si disperdevano nello spazio. Il fatto che la Manta fosse riuscita ad attraccare era stato un miracolo. E che anche tutti i sistemi riguardanti l'ossigenazione della stazione fossero intatti.

« Facciamo il punto della situazione. » disse Rekai dando un'occhiata alla pedana coperta dove erano atterrati, cosa assai difficile perché sprovvista della necessaria illuminazione, ma neanche troppo grazie ai suoi occhi felini « Abbiamo fatto un viaggio inutile solamente per trovare un luogo deserto per rispondere un messaggio d'aiuto che non sappiamo da dove provenga. Divertente. » concluse con ironia.

« Neanche io ero d'accordo. » lo supportò Kit incrociando le braccia « Ma la tua femmina qui presente ha tanto insistito. »

Nova alzò lo sguardo al soffitto, stanca delle lamentele dei due uomini. Infondo anche Kit aveva deciso di andare a controllare, dopo aver fatto la necessaria pressione.

« Prima iniziamo prima finiamo. » rispose spezzando il silenzio che si era creato. Riuscita a trovare l'uscita si diresse verso un lungo corridoio che si articolava in tutta la struttura. Naturalmente si era portata dietro il suo fucile. Tanto per essere sicuro.

Kit si era subito lanciato dietro la figura serpentina portandosi dietro anche lui la sua arma, ma fu costretto ad interrompersi quando vide la giovane pantera che lo seguiva. « Dove pensi di andare? » lo bloccò mettendogli la mano sul petto « Che domande, vi voglio aiutare. » « Non puoi, sei ancora ferito e non voglio incappare nella furia omicida di tua madre. Quindi torna sulla nave e stacci finché non torniamo. » rispose indicando la Manta.

Rekai lo guardò male. Non voleva essere trattato come un bambino, c'era già Nova per quello, senza contare che era abbastanza grande da prendere le sua decisioni. Ma su una cosa il chitauro aveva ragione. La ferita, anche se ormai del tutto rimarginata, gli faceva un male cane anche se non voleva darlo a vedere. Ma agli occhi grigi di Kit, anche se in parte oscurati dalla maschera del suo popolo, certe cose non sfuggivano.

L'unica cosa era fare buon viso a cattivo gioco.

Si diresse verso l'astronave, mentre il suo amico percorreva la stessa strada fatto dal boa prima. Non gli piaceva starsene con le mani in mano, soprattutto dopo tutto il tempo passato a letto. Sperava che ascoltare un po' di musica sarebbe bastato a tranquillizzarlo.

Distratto da questi pensieri si dimenticò di chiudere il portellone della Manta, lasciandola facilmente scoperta.

Ma non vi era da preoccuparsi, in quel luogo non vi era nessuno di pericoloso di cui preoccuparsi.........o si?

La risposta a questa domanda fu uno stridio meccanico, simile ad un sibilo, di qualcosa nascosto nell'ombra che scomparve fra le fessure di due lastre che componevano il muro.

Il tragitto sembrava non avere più fine. Non potevano credere che un semplice corridoio potesse essere così lungo, era da un quarto d'ora che lo stavano percorrendo ma non avevano intravisto ne esseri viventi ne qualsivoglia cosa avesse potuto aiutarli in quel momento.

Ma nonostante l'apparente tranquillità, qualcosa turbava Kit, che continuava a guardare a destra ed a sinistra, intimorito da una cosa che non poteva vedere ma di cui sembrava percepire la presenza.

Nova si voltò verso di lui, vedendolo agitato « C'è qualcosa che non va Kit? » smise di voltare la testa in continuazione per rispondere « Ho una brutta sensazione, non dovevamo lasciare Rekai da solo. » « Tu ti preoccupi troppo. » fu la fugace risposta della ragazza « Non corre alcun rischio sulla nave, non capisco come ti sia venuta in mente una cosa del genere. » « Me lo dice l'armatura. » batté alcuni colpi sulla corazza producendo il tipico rimbombo metallico.

Nova lo fissò per un secondo, per poi riprendere la strada che stavano percorrendo « A proposito, mi dici perché indossi quella armatura ogni singolo momento? » distrarsi su qualcosa aiutava a diminuire la tensione che attanagliava l'uomo, senza contare che era da un pezzo che aspettava che glielo chiedessero « E', come dire, il marchio del mio popolo. Indossare l'armatura vuol dire essere un uomo nella nostra tradizione. » « Interessante. »

« Ma ci sono anche altri motivi. » « Del tipo? » « Del tipo “nascondere alcune cicatrici” » portò l'indice più o meno all'altezza della tempia « Canale uditivo sinistro, me l'ha strappato un Lupo-vipera (¹) durante una battuta di caccia. » poi portò il dito sul polso « Polso destro, perso durante uno scontro con un Kree(²). » « E la spalla? » domandò Nova dopo aver visto la piastra di metallo che faceva da protesi « Stavo insieme ad una Tetravan(³), quando cercai metaforicamente di rompere la nostra relazione, lei riuscì molto letteralmente a rompere me. »

Una risata soffocata non poté non mancare durante la sua affermazione, cosa che parve irritarlo molto « Hai mai visto una Tetravan!?! Sono alte tre metri e presentano trecento chili di muscoli! »

La risata non si protrasse a lungo, dato che finalmente erano riusciti a trovare una stanza. O meglio ciò che ne rimaneva. Era una specie di laboratorio, vi erano molti macchinari accasciati al suolo e mezzi distrutti, salvo un paio ancora intatti, e vie era anche una cella di dimensione uomo completamente fatta di vetro senza buchi ne sbarre « Mi sa che siamo arrivati tardi. » su una scrivania che sembrava di legno vi erano appoggiati alcuni fogli macchiati dal sangue di alieno accasciatosi sopra.

Kit sollevò il piccolo corpo e mise due dita sul collo nella speranza di sentire ancora qualche battito cardiaco « E' morto. Dissanguato a quanto pare. » il cadavere presentava dei buchi sul corpo sporchi di sangue giallo.

Kit appoggiò il corpo a terra il più delicatamente possibile e recitò qualcosa nella sua lingua madre, un requiem per i morti.

« Che cos'ha nella tasca? » domandò il serpente avendo visto un rigonfiamento nella camice del defunto. Vi infilò la coda e ne estrasse un piccolo taccuino di pelle marrone macchiato dal sangue e lo aprì « Cosa stai facendo? » « Vedo se c'è qualcosa che ci possa aiutare a capire chi ha provocato tutto questo. » aprì su una pagina a caso e cominciò a leggere.

 

15esimo Sole, Anno 747.

Il progetto MM ha cominciato finalmente a dare i suoi frutti, il soggetto in questioni è dotato di capacità straordinarie che andavano ben oltre le nostre aspettative. Ci sono ancora dei problemi ma niente di irrecuperabile.

 

Voltò su un'altra pagina, visibilmente interessata.

 

23esimo Sole, Anno 747.

Nonostante tutti i nostri sforzi MM detiene sempre e solo un istinto bestiale che lo spinge a continuare a nutrirsi di tutto ci che incontra. Questo lo ha portato ad aggredire uno dei miei collaboratori, dissanguandolo a morte. Siamo riusciti a rimetterlo nella cella per puro miracolo.

Ma questo non mi sentire al sicuro. Temo il peggio.

 

Andò direttamente all'ultima pagina.

 

 

11esimo Sole, Anno 748.

MM era qualcosa più grande di noi e non siamo più riusciti a trattenerlo. Io sono l'unico sopravvissuto e mi sto dirigendo ad inviare un messaggio di soccorso. Ormai non mi rimane che la speranza. So che sta arrivando.

Se non dovessi farcela, questo è un addio.

 

« Non dice nient'altro? » « No il resto è macchiato di sangue, ma non credo abbia avuto il tempo di scrivere altro. Ma cosa vorrà dire MM? » Kit si guardò intorno per trovare un indizio che lo aiutasse. Si ricordò di aver visto un incisione sulla cella di vetro. Vi si avvicinò per leggerla meglio, era un po' sbiadita ma ancora chiara « Metal Man. Mi sa che abbiamo il nome del nostro assassino. » « Chissà perché la cosa non mi fa sentire più sicura. L'ultima annotazione risale a quattro giorni fa, questo vuol dire che quella cosa è ancora qui. » « Ma la domanda è dove? »

Il rumore di uno sparo rimbombò per tutto il lungo corridoio giungendo alle orecchie dei due « Rekai! » urlarono all'unisono per poi fiondarsi verso la nave.

L'adrenalina per l'agitazione fu di grande aiuto in quel frangente perché gli permise di percorrere la strada in meno tempo di prima. Quando arrivarono videro la pantera appoggiata ad una delle gambe di sostegno della Manta che sparava come un pazzo senza colpire un preciso bersaglio. « Che diavolo sta facendo? » Quando egli gli notò fece un piccolo per poi essere sostituito da uno sguardo di puro terrore « E' Dietro di voi! » urlò allarmato, ma non ebbero tempo di recepire il messaggio che vennero scaraventati a terra da un forte impatto.

Ciò che gli si parò dietro era una sorta di blob argenteo senza arti o quant'altro, solo con una grande bocca con denti affilati. Quell'essere lanciò uno potente stridio metallico prima di cercare di avventarsi su Nova. Ma prima che potesse farlo una scarica di colpi, provenienti la pistola di Rekai, lo centrarono in pieno creandogli dei grossi buchi su tutta la sua massa. Incredibilmente la creatura non parve subire alcun danno poiché i buchi vennero subito rigenerati dalla stessa sostanza di cui era fatta.

Lanciò un secondo ruggito e si lanciò veloce come un proiettile contro il ragazzo Troppo veloce per schivarlo venne buttato a terra ed azzannato alla spalla, trapassandogli muscoli e ossa data le urla di dolore della pantera. Urla davvero strazianti. Ma dalla ferita fresca non usciva sangue, dato che quella cosa, a mo di sanguisuga, stava cercando letteralmente di ridurre Rekai ad una polpa.

Kit però non era di questo avviso. Con una forza che neanche sapeva di avere corse verso il suo amico e mollò un gancio sul blob riuscendo a fargli mollare la presa su Rekai, che ora stava steso a terra agonizzante, ma almeno al sicuro dato che c'era lui.

Ma riuscire a battere quel blob poteva rivelarsi più difficile del previsto, dato che la sua pelle era dura come l'acciaio. Quel solo pugno gli aveva distrutto la mano, nonostante l'armatura che purtroppo aveva perso. Non che gli fosse caduto durante il suo colpo, essa era stata assimilata da quell'insieme gelatinosa. Appena l'aveva colpito questa si era dissolta come una pastiglia nell'acqua.

Una cosa era certa, non poteva attaccarlo direttamente era troppo pericoloso.

Forse....pensò, per poi frugare nella tasca del suo gonnellino per poi estrarvi qualcosa, che si scoprì essere un bastone retrattile di colore nero brillante.

Quando il blob gli fu di nuovo addosso impugnò saldamente il suo manganello e gli diede un colpo in testa, raggiungendo l'esito sperato, Come pensavo. La botta era riuscita a creare dei danni e l'arma non si era dissolta. Doveva dargli il colpo di grazia.

Premette un pulsante alla base del bastone facendo scaturire delle scintille elettriche sulla cima di esso « Prendi questo figlio di puttana! » gli si lanciò contro colpendolo in pieno con la sua arma elettrica. Il verso di dolore che produsse fu paragonabile solo alle enormi scariche elettriche che gli attraversarono il corpo, illuminandolo come una lucina di Natale. Ad un certo punto la dose fu così tanta che venne spedito a grande velocità contro la parete facendolo morire sul colpo.

Kit, con il fiatone per lo stress e la fatica, rimise l'arma al suo posto e si avvicinò a Rekai, subito seguito da Nova « Accidenti ragazzo, due incidenti quasi mortali in meno di una settimana, questo è un record. » « Eh smettila. » rispose scherzoso dandogli un buffetto sulla spalla.

I tre si diressero verso la nave ormai al sicuro da ogni pericolo.

Ma si sa, non dire gatto se non ce l'hai nel sacco. Dimenticatisi del blob questo ne approfittò per assumere una consistenza liquida e scivolare fra le fessure del pavimento, dopo aver emesso un ringhio poco rassicurante.

 

 

Note:

(¹): I Lupi-vipera è come vengono chiamati in un mio videogioco i predatori viola che si vedono nel film Avatar.

(²): I Kree sono alieni della Marvel.

(³): I Tetravan sono quegli alieni di Ben 10 di colore rosso e con quattro braccia.

 

 

Angolo autore:

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, così come il nuovo personaggio Metal Man (un nome da fumetto, lo so, ma era quello che si adattava meglio a lui).

Alla prossima, Lord Gyber.

  
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