Saaalve!
9. ...E la Friendzone
“Buongiorno, raggio di sole!”.
Marnie mugugnò qualcosa e aprì
lentamente gli occhi, e con difficoltà riuscì a distinguere il volto di Raj, un
bel po’ sfocato a causa della mancanza degli occhiali.
Sorrideva ampiamente, e inoltre
Marnie percepì un buon profumo di caffè e di croissant.
Si mise a sedere, sforzandosi di
non sbadigliare, poi non riuscì a trattenersi e gettò le braccia al collo
dell’amico.
“Raj! Finalmente sei qui, ho
combinato un casino!” esclamò. “Dovresti cacciarmi di casa, sono una persona
orribile!”.
“Ti riferisci al fatto che mi hai
svuotato la dispensa?” la prese in giro il ragazzo, allegro.
“No... Cioè, scusami, ho mangiato
tantissimo, mi dispiace, ti rifarò la spesa e...”.
“Marnie, ti prendevo in giro. So
tutto, Amy mi ha mandato un’email ben dettagliata che ho letto appena ho messo
piede a Londra” ammise l’astrofisico, improvvisamente serio.
La ragazza deglutì e attese il
verdetto dell’amico, in soggezione come non mai.
Per ingannare il tempo si voltò
verso il comodino alla sua sinistra e bevve sorso d’acqua dal bicchiere che
aveva riempito la sera precedente, dopo aver trascorso l’ennesima serata da
sola a guardare un film e a mangiare cibo non proprio salutare.
“Non dovevi farlo. Sei stata una
manipolatrice, hai approfittato dell’ingenuità di Sheldon, e per di più hai
sfruttato una storia di cui non conoscevi i veri dettagli per riuscire a stare
con lui e a fargli dire che evntualmente sarebbe uscito con te! Nemmeno io
l’avrei fatto! Ma dall’altra parte posso capire, cioè... Ti sei sentita sola,
non avevi più a che fare con le ragazze, e ciò ti ha istigato a comportarti
male. Però sono felice di sapere che tu abbia detto la verità prima che fosse
troppo tardi” disse l’astrofisico, prima arrabbiato, poi più calmo e
comprensivo.
Marnie si morse il labbro e alla
fine sospirò, annuendo.
“Non so cosa mi sia preso, davvero,
io non sono così, io sono sempre la vittima e mai l’artefice in questi casi,
davvero! Ci ho pensato e... Sai, per tutta la mia vita sono stata circondata da
gente che pensava solo a prendere il massimo e a vincere la borsa di studio,
mentre ora...”.
“Cosa?”.
“Ora ho visto Penny e Leonard,
Sheldon ed Amy, Bernadette ed Howard... E li invidio. Hanno qualcosa che io non
ho, e che non avrò mai se continuo così. Non so come comportarmi, mi fisso per
degli stupidi che hanno occhi solo perla propria ragazza e non saprei cosa fare
per riuscire a farmi amare, perchè, diciamolo, sono un casino vivente, so solo
studiare, mangiare schifezze, guardare la tv e fantasticare su personaggi
inesistenti a cui voglio più bene che alle persone reali, quasi quasi!” esclamò
l’ingegnere, alzandosi dal letto, salvo poi cadere per la sua mancanza di
equilibrio appena sveglia.
“Marnie!”.
Raj corse in sua direzione e le
porse il braccio per rialzarsi, così lei afferrò la sua mano e si alzò
lentamente.
“Sono un disastro, ti giuro che ora
torno da Penny...” sussurrò.
“Se tu sei un disastro, lo sono
anch’io, Marnie! Anche a me piace studiare, mangiare, guardare la tv e tutto il
resto, ma ciò ci rende fighi, non mostri!”.
“Vorrei che altri la pensassero
così...”.
Raj deglutì e la guardò negli
occhi, stringendo ancora la sua mano tra le sue, fino ad intrecciare le loro
dita con un gesto lento ma deciso.
“Rimani qui fino a quando vuoi,
davvero. Le vacanze terminano tra qualche giorno, hai tempo prima di tornare
alla Caltech” disse.
“Ma no, non posso! Ti renderei la
vita un inferno, davvero!”.
“Dimmi come ciò potrebbe rendermi
la vita un inferno... Vivere con una ragazza è il mio sogno da quando vivo qui,
lo sai” ridacchiò Raj, facendola vivere a sua volta.
“Allora grazie, dormirò sul divano
e...”.
“Ma sei scema? Ci dormo io,
tranquilla!”.
“Idiota! Non solo...”.
“No, on voglio sentire scuse e...”.
“Aspetta!”. Marnie lo interruppe,
dopo aver guardato il letto. “E’ grande abbastanza per entrambi, se non ti dà
fastidio” propose.
Raj spalancò gli occhi, confuso.
“Co-co-cosa?”.
“Ok, come non detto, che scema,
io...”.
“Va benissimo, non mi dà fastidio.
Perfetto. Ora... La colazione, su!”.
Sorridendo, Marnie annuì e fece per
tornare a letto, quando poi notò di avere ancora la mano intrecciata a quella
dell’amico, il quale sorrise timidamente e la lasciò andare.
“Qui gatta ci cova” sentenziò Penny
quel pomeriggio, mentre riempiva il suo calice di vino, quasi fino all’orlo.
“Non essere maliziosa... Si trovano
bene insieme, non vedo quale sia il problema” osservò Bernadette.
“Spero si mettano insieme” aggiunse
Amy, bevendo a sua volta un sorso di vino.
“Perchè così non disturberà più
Sheldon?” chiese Penny.
Amy la guardò male, scuotendo il
capo.
“Cheee? Ma no, perchè voglio che
siano entrambi felici con qualcuno e... Ok, sì” ammise infine, quando le
occhiate delle amiche si fecero più penetranti. “Le cose con Sheldon vanno
benissimo e vorrei che continuassero così”.
“Non te lo ruberà nessuno, davvero”
disse la microbiologa, rassicurante. “Questa storia ha provato che gli Shamy
sono indistruttibili”.
“Solo perché Marnie non ci sa fare”
borbottò Penny, già un po’ brilla.
Per fortuna il discorso fu
interrotto da qualcuno che bussò alla porta, altrimenti si sarebbe generata una
discussione di dimensioni apocalittiche vista la faccia contrariata di Amy.
“Non le badare, è partita” mormorò
Bernadette, mentre Penny si alzava per aprire e si manteneva in equilibrio con
una certa difficoltà.
Amy annuì, sospirando, per poi
voltarsi e vedere Raj entrare nell’appartamento.
“Salve signore, fingerò di non aver
origliato la vostra conversazione” disse, per poi accomodarsi al fianco della
moglie del suo migliore amico.
“Quale conversazione?” chiese Amy,
falsamente disinvolta.
Raj la guardò con biasimo, prima di
rivolgersi a tutte e tre.
“Bene, come saprete, tra tre giorni
è il compleanno di Marnie...”.
“No, non lo sapevamo!” disse
Bernadette.
“Ehm, non lo sapevo nemmeno io.
Continua!” borbottò Penny, per poi singhiozzare rumorosamente.
L’indiano le rivolse uno sguardo di
biasimo peggiore di quello che aveva riservato ad Amy, salvo poi toglierle il
bicchiere ormai vuoto di mano e ricevere un’occhiata omicida.
“Comunque, Marnie è molto giù, e
penso che passare quasi una settimana chiusa in casa, da sola, sia stata una
punizione sufficiente. Si è pentita del suo errore come non mai, e si è fermata
prima di creare problemi, e soprattutto si sente sola perchè vede voi che siete
così fortunate, amate... Mentre lei crede che nessuno le voglia bene, cosa che
non è vera, e quindi una festa a tema sarebbe l’ideale per farle capire che non
è sola” spiegò cautamente, ma allo stesso tempo infervorato, pieno di passione
per ciò che diceva.
Tutte lo guardarono, poi Bernadette
si voltò verso di lui.
“Raj... Se il problema è il fatto
si sente sola, non amata, beh... Credo che dovresti dirle cosa provi per lei”
dichiarò.
Raj spalancò gli occhi e quasi
saltò dal divano, come se avesse visto un alieno.
“Cosa? Bernie, cosa...?”.
“Oh, andiamo, mocciosetto, abbiamo
capito tutti che sei cotto di lei!” esclamò lei, con la sa solita vocina più
acuta del solito.
“E forse potresti essere
ricambiato, poco a poco. Marnie non accetta di condividere il letto con
chiunque!” aggiunse Penny, singhiozzando di nuovo. “Siamo moooolto diverse!”.
“Ma andiamo! Fino ad una settimana
fa moriva dietro a Sheldon e se le piace quel tipo, beh, non ho speranze”
ribattè Raj.
“Puoi dirlo forte” asserì Amy,
felice.
“Quindi ammetti che ti piace?”
squittì la microbiologa, entusiasta.
Raj sbuffò, alzando gli occhi al
cielo.
“E’ intelligente, goffa, insicura,
ama i frullati, condividiamo il letto e la doccia... E’ ovvio che mi piaccia!”
esclamò alzandosi, avviandosi verso la porta. Fece per uscire, poi tornò
indietro. “La festa si farà da Leonard e Sheldon, alle venti. Il tema sarà
Harry Potter,così potrà indossare l’abito del Ballo del Ceppo che comprò al
liceo. Noi invece ci vestiremo con la tipica divisa di Hogwarts... Scegliete
voi un personaggio! E siate buone!”.
Se ne andò sbattendo rumorosamente
la porta, lasciando le tre ragazze assorte nei propri pensieri.
“E’ cotto” sentenziò Bernadette,
sospirando.
“E anche lei deve ricambiare!” asserì Amy, speranzosa.
“Io vedo doppio” mormorò Penny,
prima di mettersi comoda e cadere in un coma profondo.
Leonard, Sheldon e Howard erano
seduti ai loro soliti posti quando Raj rientrò nell’appartamento 4A,
decisamente scosso e imbarazzato.
“Abbiamo sentito tutto, ovviamente.
Che bello sentirti ammettere che sei di nuovo cotto di lei!” lo prese in giro
Howard, con un sorrisino di scherno.
“Di nuovo? Ancora, semmai” mormorò l’astrofisico, prendendo posto
all’astremità del divano su cui erano seduti l’ingegnere e Sheldon. “Dici di
essere il mio migliore amico ma non capisci mai i miei sentimenti!”.
“Ah, Rajesh, da una parte vorrei
che tu fossi me” disse invece Sheldon, mentre Howard sbuffava.
“E perchè?”.
“Così Marnie ricambierebbe i tuoi
sentimenti, ma, cosa vuoi farci, nessuno può essere all’altezza di Sheldon
Cooper” spiegò, scrollando le spalle.
“Tu sei un idiota! Non solo non sei
andato a controllare se stesse bene, in mia assenza, come non ha fatto nessuno
di voi, ma osi anche fare battutine del genere?”.
Sheldon esitò, pensieroso.
“In mia difesa” aggiunse poi,
“Vorrei dire che non conosco la consuetudine sociale imposta a chi non ricambia
i sentimenti di una ragazza. L’unica persona che abbia mai espresso interesse
per me è la mia fidanzata, e in quanto tale l’affetto era corrisposto, quindi
non so cosa si debba fare dopo un sottinteso “Non sono interessato” scaturito
dal fatto che per il sottoscritto esista solo una fanciulla, che corrisponde al
nome di Amy Farrah Fowler”.
“Traduco: non è mai piaciuto prima
a qualcuna prima di Amy” ridacchiò Leonard. “E comunque io sono andato con
Penny, ma non l’abbiamo trovata in casa, era al cinema”.
“Scuse! Comunque, la festa si farà,
quindi pensate a chi vorrete essere. Lei sarà Hermione, quindi in quanto suo
temporaneo coninquilino e amico più stretto, sarò Ron” disse Raj, decisamente
minaccioso.
L’umore generale mutò
sensibilmente: varie volte avevano organizzato una festa per una delle ragazze,
ma mai una con un tema di loro gradimento come Harry Potter.
“Io potrei essere Harry e Penny
potrebbe essere Ginny!” mormorò Leonard, entusiasta come non mai.
Sheldon lo guardò con aria critica,
storcendo il naso.
“Beh, per altezza siamo lì, ma a
questo punto o compri una parrucca alla tua lei o inviti Alex, altrimenti non
si capirà chi siete” sentenziò.
“Niente Alex! Non c’è bisogno di
un’eventuale zuffa tra ragazze, anche perchè dobbiamo tenere a bada Amy e
Marnie!” urlò Raj.
Howard lo guardò con disprezzo, per
poi puntargli l’indice contro.
“Seriamente? L’unica cosa migliore
di andare ad una festa a tema di Harry Potter è avere la possibilità di
assistere ad un eventuale lotta tra ragazze, e se permetti uno scontro
Penny-Alex è decisamente più appetitoso di uno tra Amy e Marnie!”.
“Pervertito!”.
“Ti va un’omelette al formaggio e
prosciutto?” domandò Marnie il giorno dopo, poco prima di cena.
Aveva riempito il frigo quella
mattina, e aveva portato la spesa da sola a casa con eccessiva difficoltà,
perché Raj aveva detto di avere del lavoro extra da fare con i suoi amici
nonostante fossero ancora gli ultimi giorni di vacanza.
“Certo, volentieri” rispose
distrattamente il suo ormai coinquilino momentaneo, mentre controllava qualcosa
sul tablet.
“Devi lavorare ancora o potremmo
vedere un film?” propose, speranzosa.
“Scusami, ma non posso, devo
finire... Oh” si bloccò, dopo aver preso il cellulare in seguito all’aver
ricevuto un sms.
“Tutto ok?”.
“Ehm, sì, certo”.
In realtà non andava per niente
bene, perchè quel “Raj, mi manchi, possiamo vederci?” da parte di Lucy metteva
in crisi il precario equilibrio della sua vita, in cui la momentanea convivenza
con Marnie lo rendeva felicissimo.
Avrebbe voluto dirglielo, esporle
la sua confusione, confidarsi, dirle che con lei stava bene e poteva
archiaviare il caso di Lucy se lei fosse stata disposta ad iniziare ad uscire
con lui di nuovo, ma si limitò a mentire, proprio mentre qualcuno bussava alla
porta.
Ancora stordito, pur di fare
qualcosa, andò ad aprire e trovò Sheldon.
“Cosa ci fai qui?” chiese,alquanto
duramente.
“Posso parlare con Marnie?”.
La ragazza fu stupita nel non
sentire l’istinto di correre via per la vergogna appena appurò chi la stesse
cercando, e fece rapidamente segno a Raj di dire di sì, cosa che lo lasciò
alquanto basito.
“Sì, è qui. Vi lascio soli” sbottò,
per poi prendere il cellulare e digitare rapidamente un “Ok, quando vuoi!”.
Marnie si avvicinò al divano appena
Sheldon mise piede nel soggiorno e lo guardò nervosamente, ma fu felice di non
sentire lo stomaco in subbuglio o la gola secca, come se tutti quei giorni
passati lontano da lui avessero sortito un buon effetto sui suoi propositi di
non provare più nulla per lui.
“Cosa ci fai qui?” chiese senza
preamboli.
Sheldon la guardò.
“Da padrona di casa, seppur
momentanea, dovresti invitarmi a sedere e a prendere una bevanda calda...”
osservò.
Marnie sbuffò, incrociando le
braccia.
“Siediti, prego. Ho finito il thè
e...”.
“Naah, lascia stare, non ne ho
voglia” borbottò il fisico, sedendosi. “Sono qui per adempiere alla
consuetudine sociale prevista dopo l’episodio della “Friendzone” che si è
generato tra noi” spiegò poi, mimando il termine Friendzone tra delle
immaginarie virgolette.
“Che cosa?” esclamò Marnie.
“Ma sì! Internet ha definito così
ciò che è successo tra noi. Eravamo amici, tu poi hai provato qualcosa in più
al contrario di me, e quando me lo hai detto, beh, a quanto pare ti ho Friendzonato” spiegò rapidamente
Sheldon, come era solito fare per far comprendere un concetto a qualcuno. “Ecco
perchè trovo alquanto sciocche le scienze sociali”.
“Tu hai ricercato su Internet il fenomeno che c’è stato tra noi?” chiese
Marnie, alquanto scioccata.
“Esattamente. Ho fatto bene i
compiti, dì la verità!”.
“Benissimo. Così tanto che la mia
corteccia prefrontale si sta chiedendo cosa ci trovassi in te”.
“Beh, immagino intelligenza,
carisma, degli occhi blu che fanno impazzire chiunque, specialmente la mia
nonnina, un QI altissimo, un’ottima istruzione, dei movimenti intestinali
precisi quanto un orologio svizzero....”.
“Continua, continua, sta
funzionando”.
Sheldon guardò la ragazza
decisamente confuso. “Cosa?”.
Marnie ridacchiò. “Come, non era
una tecnica per farmi capire che sei uno stramboide e che non devo rimpiangere
nulla?” lo prese in giro, divertita al massimo.
“No, rispondevo solo...”.
“Era unadomanda indiretta retorica”
sentenziò l’ingegnere, spazientita.
“Oh,bene,bene! Ad ogni modo, dopo
aver studiato il caso della Friendzone sono giunto ad una conclusione...”.
“Cioè?”.
“Che potrei arrivare a considerarti
un’amica come considero amica Penny. Da quando ti sei trasferita mi è piaciuto
trascorrere del tempo con te, mi piace risolvere equazioni a cui non riesci a trovare una soluzione e a
farti da guida per quanto riguarda i fumetti. Quindi, quando vorrai e ti
sentirai pronta, possiamo tornare a passare del tempo insieme come prima”
concluse il fisico teorico, scrollando le spalle. “E poi con te il mio circolo
sociale raggiungerà un numero di ben due cifre, alla facciaccia di chi mi
diceva che sarei morto da solo! Certo, io lo prendevo come un augurio, ma
sai...”.
Marnie non riusciva a smettere di
sorridere di fronte ai monologhi assurdi di quel trentenne spilungone che aveva
di fronte.
Improvvisamente erano semplicemente
divertenti ed assurdi, e lui era un semplice genio incapace di comprendere il
sarcasmo, senza nessun sex appeal.
Le sembrava di essere tornata ai
suoi primi giorni a Pasadena, quando Sheldon era semplicemente una sorta di
genio pazzo e incomprensibile.
Certo, la cosa la confondeva, non
erano nemmeno dieci giorni da quando stava per fare una pazzia per farlo
mollare con Amy, ma era felice di sentirsi improvvisamente più libera.
Quindi lo interruppe con un: “Va
bene, c’è altro?” e lo vide rifletterci su.
“No, oltre al fatto che sei
invitata a cena con Raj se vuoi” le fu risposto.
“Non credo, ma... Grazie”.
Marnie lo vide annuire, mentre si
risistemava la sua immancabile borsa a tracolla, così lo accompagnò alla porta.
“Grazie per essere passato, l’ho
apprezzato” aggiunse poi.
“Figurati, ho imparato una nuova
convenzione sociale, dopotutto!”.
“Sheldon?”.
“Sì?”.
“C’è Amy fuori al pianerottolo,
vero?”.
Sheldon si morse il labbro, poi
sospirò.
“Sei davvero intelligente come
dici, Marnie. Amy mi dispiace, sei stata beccata!”.
Ridendo, Marnie aprì la porta e si
ritrovò di fronte una Amy alquanto imabarazzata, che sorrideva a stento.
“Temevi che gli sarei saltata
addosso o cose simili?” la prese in giro Marnie, non prendendosela.
“Diciamo che con te è meglio stare
sempre sull’attenti” si difese la neurobiologa.
Marnie sospirò, senza smettere di
sorridere.
“Puoi stare tranquilla, il tuo
ragazzo ha detto tre o quattro cose che hanno spento ogni mio spirito bollente” continuò a ironizzare,
stranamente più tranquilla che mai.
“Ho origliato tutto, quindi posso
immaginare cosa sia stato. L’avessi dette prima, scemo!”.
Aveva ventiquattro anni, cavolo.
Il primo dicembre stava volgendo
alla fine, e Marnie era triste come non mai.
Era stata a casa tutta la giornata,
Penny non l’aveva chiamata e la sentiva più distante che mai.
Solo Raj le aveva fatto gli auguri
e le aveva promesso che le avrebbe fatto una sorpresa, ma continuava a sentirsi
triste, come se avesse buttato via altri dodici mesi.
Si era laureata, era entrata alla
Caltech, ma poi...? Niente.
Certo, aveva un nuovo caro amico,
per la prima volta in vita sua aveva detto ad un ragazzo quel che provava, ma
per il resto si sentiva vuota, inquieta.
Da giorni, Raj aveva da fare, era
strano, e le sembrava che il ragazzo che l’aveva accolta appena tornato da
Londra fosse scomparso nel nulla.
Probabilmente, anche lui si era
scocciato di lei, e ciò l’aveva spinta a fare le valige e a decidere a tornare
da Penny il giorno seguente.
Inoltre stava spesso con il
cellulare tra le mani, cosa che le fece intuire che si stesse sentendo con
qualcuna.
Tutto combaciava, tutto si
incastrava perfettamente.
Aveva trovato qualcuna e ora lei
non era più gradita, anche perchè di certo non fa piacere sapere che il ragazzo
con cui ti vedi vive con un’altra...
Persa in questi pensieri, a stento
udì Raj bussare alla porta e lo lasciò entrare con un falso sorriso.
“Bene, hai indossato una sottoveste
come ti ho chiesto?” domandò.
“Sì, ma ancora non ho....”.
“Shhhh. Ora dovrò bendarti, fidati
di me!”.
“No che non mi fido, cosa...?”.
“Fidati. Allora, togli la
vestaglia...”.
Imbarazzata, Marnie obbedì,
rimanendo con una semplice vestaglia bianca che a stento le copriva metà cosce.
Alzò lo sguardo, intimidita, e vide
che Raj la fissava, ammutito, per poi deglutire.
“Ok, ora mi spieghi cosa vuoi
fare?” chiese, per celare il suo imbarazzo di fronte a quella situazione.
Raj si riscosse e poi annuì.
“Devo bendarti. Andremo in un posto
per il tuo compleanno e indosserai un abito che vedrai solo lì. Sarai bendata
fino alla fine, sappilo!”.
“Cosa? E vuoi vestirmi tu?” chiese,
incredula.
“No, no, ho un’aiutante, ma... Su,
lasciati bendare e la faccio entrare!”.
“E va bene, ma solo perchè c’è in
ballo una sorpresa...”.
Marnie chiuse gli occhi e avvertì
Raj avvicinarsi, per poi sistemarsi alle sue spalle mentre le posava una benda
nera sugli occhi.
“Non devi imbrogliare, devi dirmi
se vedi qualcosa!” mormorò, quasi vicino il suo orecchio destro, tanto che la
ragazza avvertì una sorta di pelle d’oca che la fece rabbrividire.
“Ecco fatto”.
Raj testò la benda in tutti i modi,
e quando ebbe la prova che Marnie non vedeva sul serio nulla, ordinò alla sua
aiutante di vestirla.
Marnie si sentiva a disagio,
avvertiva una persona che la guidava per far entrare le braccia in un vestito
lungo, setato, ma non sapeva chi fosse.
Poi udì un: “Aspetta che ora ti
chiudo il vestito...” e capì di non conoscere la sua interlocutrice.
“Ok. Scusami, posso sapere chi
sei?” chiese, un po’ intimorita.
“Io sono Lucy” rispose la ragazza.
Marnie si immobilizzò, prendendo un
bel respiro, mentre avvertiva la lampo che si chiudeva.
“Lucy... L’ex di Raj?” chiese.
“Beh, sì”.
“Oh, non lo sapevo...”.
“Scusa, è che non mi piace avere a
che fare con molte persone contemporaneamente, ho una sorta di ansia sociale
e... A Raj serviva qualcuno che ti vestisse senza farti vedere il vestito, e...
Ho accettato, perchè non mi vedrai e così mi sento più a mio agio e...”.
“Buffo, io non ti vedrò e tu invece
mi hai visto mezza nuda” commentò acidamente Marnie.
Lucy non rispose, e la ragazza capì
di essere stata scortese.
“Scusami, è che sono ansiosa anche
io, non volevo essere scortese” si scusò.
“No, la verità è che stavo cercando
un modo per fuggire senza che tu te ne accorgessi ma qui abitiamo molto in alto
e la finestra era l’unica opzione” commentò Lucy, per poi tornare a lavoro e
finire di sistemare l’abito.
“Oh. Verrai a questa... Sorpresa?”
chiese Marnie, più che altro per scoprire qualcosa in più.
“Scherzi? No, no, lì sul serio
fuggirei anche dal decimo piano. Volevo dare una mano a Raj ora che ci stiamo
rivedendo, ora torno a casa...”.
“Bene. Cioè, in bocca al lupo, vi
auguro...”.
Ma Marnie non fu costretta a
inventarsi alcun augurio, visto che Raj entrò, esordendo con un: “Pronta? Oh,
che bello che sei ancora qui senza provare a scappare, Lucy!”.
“E quindi ti rivedi con Lucy”.
“Beh, sì”.
“Io... Vi auguro il meglio, te lo
meriti”.
“Grazie... Siamo arrivati”.
Alquanto a disagio, Raj accostò
l’auto e aiutò una Marnie ancora bendata a scendere, guidandola fino al
condominio di Sheldon e Leonard.
“Ora, se permetti, ti prenderò in
braccio altrimenti capirai dove siamo...” disse il ragazzo, appena arrivarono
nei pressi delle scale.
“Sei scemo? Peso troppo” obiettò
l’ingegnere.
“Ma così capirai subito dove
siamo”.
“Se non possiamo usare l’ascensore
siamo di sicuro nel condominio di Penny, vero?”.
“Troppo intelligente. Ok, ti guido
io”.
Raj prese Marnie sottobraccio e
l’aiutò ad arrivare a destinazione nonostante l’abito lungo, temendo domande
che invece non arrivarono.
Infatti, Marnie pensava a Lucy, alle
sue parole, a quanto sembrasse stramba e al fatto che lui l’avesse tenuta all’oscuro...
Per questo, riuscì solo a dire:
“Potevi dirmi di Lucy, non ti avrei sbranato. E comunque domani torno da Penny,
tranquillo” quando erano ormai fuori l’appartamento 4A.
“E’ complicato, Marnie! Ma puoi
stare da me quanto vuoi...”.
Ma ormai Leonard aveva aperto la
porta, sorridente come non mai, ignaro di tutto, e Raj finse a sua volta un
sorriso, mentre spingeva la festeggiata verso l’entrata.
Le tolse la benda, giusto in tempo
per farle vedere le luci accendersi, gli invitati che urlavano “Sorpresa!”
vestiti da studenti di Hogwarts e la colonna sonora di Harry Potter diffondersi
per tutta la casa.
Marnie sgranò gli occhi, alquanto
scioccata, per poi abbassare lo sguardo e notare di aver indosso l’abito del
Ballo del Ceppo che aveva comprato al liceo per quella festa disastrosa in cui
tutti l’avevano presa in giro.
Invece questa volta aveva degli
amici, che sembravano essere andati avanti dopo le sue azioni poco nobili, ed
erano lì, pronti a festeggiare i suoi ventiquattro anni con la sua saga preferita
come tema.
Davanti a tutti c’era Penny con una
lunga parrucca rossa, al canto di un perfetto Leonard-Harry Potter che esibiva
fieramente la sua finta cicatrice.
Alla lora destra, Bernadette
sorrideva ed indossava il copricapo che Luna esibiva nella partita Grifondoro
contro Serpeverde, mentre Howard era un perfetto Dobby.
Al centro, invece, Sheldon ed Amy
erano perfetti nei loro ruoli di Voldemort e Bellatrix Lestrange.
Non riuscendo a non ridere, Marnie
non trattenne un falso timoroso: “Sei Bellatrix perchè vuoi torturarmi, Amy?”.
Tutti risero, simbolo del fatto che
avessero superato tutto, e nel frattempo Marnie si voltò verso Raj.
Era decisamente buffo con la
parrucca rossa e delle finte lentiggini, ma sorrideva lo stesso, nonostante le
sue parole di poco prima.
“E tu sei Ron!” esclamò, sorpresa.
“Grazie, ragazzi, grazie, è una sorpresa... Non ho parole!”.
Si strinsero tutti in un abbraccio
di gruppo, per poi dare inizio alla festa.
“Expelliarmus!”.
“Avada Kedavra!”.
“Ma no,Sheldon, avevamo detto che
avremmo lasciato fuori le Maledizioni Senza Perdono!” si lamentò Leonard,
mentre puntava la sua spada laser contro quella di Sheldon, che al momento
fungevano da bacchette.
“Ehi, io sono
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e posso fare ciò che voglio” ribattè
Sheldon.
“Ha ragione! Su, su, forza!” urlò
Howard.
“Cuginetta? Vieni un secondo!”.
Marnie lasciò a malincuore la
visione di quell’improbabile duello e seguì Penny fuori l’appartamento,
sentendo che le sarebbe toccata una sorta di ramanzina.
Si accomodò sulle scale che
conducevano al piano superiore insieme a lei e la guardò, esitante.
“Beh, per prima cosa... Auguriii!
E’ stata una tortura dover tacere fino a stasera!” iniziò la bionda,
togliendosi la parrucca di Ginny. “E poi... Scusami, so di non aver reagito
bene. Cioè, non ti sono stata vicino, mi sentivo divisa tra te e Amy e sono
stata sul serio un po’ arrabbiata con te. Poi ho pensato alla prima parte dei
miei vent’anni e ho dedotto che sei stata decisamente migliore di me. Forse è
stato per questo che ti ho ignorato un po’, e vorrei scusarmi. Poi Amy mi ha
detto che Sheldon ti ha fatto visita e...”.
“Sto bene, Penny, è tutto ok”
l’interruppe Marnie, sorridendo
debolmente. “Anzi, al momento mi sembra tutto così... Sciocco. E’ scomparso
tutto quello che provavo e...”.
“Davvero?”.
“Sì. Non so come sia possibile,
davvero! Forse perchè gli sono stata lontana...”.
“E allora perchè mi sembri giù?”
indagò la cugina, sospettosa.
“Promettimi di non ridere” l’ammonì
Marnie, arrossendo sensibilmente.
Penny fece del suo meglio per
rimanere seria ed annuì, mimando una sorta di giurin giurello.
“Ho scoperto che Raj si rivede con
Lucy...”.
“Cosa?!”.
“E la cosa mi dà fastidio. E ho
paura, non voglio incasinare le cose di nuovo!” si lamentò la festeggiata,
portandosi le mani tra i capelli. “Sarò costretta a cambiare città, ho paura di
ciò che potrei provare!”.
“Tesoro, ma tu hai anche accettato
di uscire con Raj, in precedenza. Forse era tutto scritto, forse dovevi prima
sbagliare con Sheldon per capire che lui è quello giusto...” ragionò Penny,
alquanto colpita da quella serie assurda di eventi.
“Ma... Lui ora esce con Lucy! Non
voglio rivivere tutto, e non voglio perderlo, lui è importante per me e non
voglio essere Friendzonata di nuovo!
Vivere con lui mi ha fatto capire che è proprio così come sembra, adorabile,
pasticcione e... Sto invidiando Lucy come non mai!”.
“L’ho lasciata”.
Le parole le morirono in gola.
Si immobilizzò, fece solo ruotare
la testa per avere l’orrida conferma del fatto che Raj fosse lì, ai piedi della
scalinata, con l’aria frastornata ma stranamente decisa.
“Bene, direi che ci vediamo dopo”
se la svignò Penny, alzandosi, recuperando la parrucca e tornando
nell’appartamento con un’aria sorniona.
“Sono appena tornato da lei, ho
capito che... Per lei non avrei mai organizzato una festa così e... Ho chiuso
con lei. Ho accettato di rivederla solo perchè mi sembravi felice quando
Sheldon è venuto a trovarti, è da quando ti conosco che penso solo a te”.
Lentamente, Raj salì le scale, fino
a trovarsi ad un gradino da Marnie, che lo fissava con gli occhi lucidi,
incredula, commossa.
Il cuore le batteva a mille,
sentiva la bocca asciutta, le gambe le tremavano nonostante fosse seduta,
proprio come il braccio teso verso Raj, che le prese la mano per aiutarla ad
alzarsi.
Lentamente ci riuscì, senza sapere
come, salvo poi rischiare di cadere visto i tacchi e la pendenza in cui si
trovava.
Si appoggiò a Raj, il quale la
strinse per la vita e, senza aggiungere altro, si avvicinò lentamente al suo
volto, per poi baciarla dolcemente, come aveva desiderato fare da quando
l’aveva conosciuta.
La sentì tremare, ma forse tremava
anche lui per la felicità, la felicità di non essere respinto che raramente
aveva provato in vita sua.
La strinse a sè con dolcezza, e lei
mano a mano portò le mani sul suo volto, stringendolo delicatamente, come per
non farlo andare via.
Aveva sempre desiderato un bacio
come regalo di compleanno e, finalmente, quell’anno era stata accontentata.
Quando Sheldon uscì di casa per
aggiustarsi il trucco e prenderlo da casa di Penny, rimase sconvolto nel vedere
Marnie e Raj che si baciavano sulle scatole, stretti l’una all’altro.
Sgaiattolò subito nell’appartamento
4B senza fare rumore, poi si appoggiò alla porta.
“Tsk. Passare da uno Sheldon Cooper
ad un Koothrapali qualunque! Amy ne sarà felice, sì. Le lezioni di fisica
stanno tornando, Dottor Cooper, quindi direi che puoi scrivere qualche
equazione difficilissima alla lavagna, in modo da ricordare a Marnie chi è il
migliore... Oh, come mi sento cattivo... Sarà che stasera sono Voldermort,
cioè, voglio dire, Colui-Che-Non-Può-Essere-Nominato...”.
*°*°*°*
Tadaaaaaaaaaaaaaan.
Vi presento uno dei miei capitoli preferiti,
scritto in meno di due giorni.
Che ve ne sembra?
Spero che comprendiate la dinamica
dei fatti, nonostante Marnie sia passata quasi da un giorno all’altro dal
provare qualcosa per Sheldon a provare qualcosa per Raj.
In pratica, si comprende che alla
fine Marnie era affascinata da Sheldon, ma alla fine l’ha conosciuto poco visto
che per quasi due mesi l’ha ignorato, e si è ostinata a fare ciò che ha fatto
più che altro per raggiungere uno “scopo” e non perché provasse un sentimento
autentico.
Invece, trascorrendo del tempo con
Raj senza pressioni, ha capito di provare un vero interesse per lui, interesse
che è emerso quando ha rischiato di perderlo a causa di Lucy.
La scena finale la immaginavo così
da sempre, e se siete fan di Harry Potter ricorderete la scena del quarto film
in cui Hermione piange sulle scale a causa di Ron durante il Ballo del Ceppo.
Questa volta, invece, “Hermione”
riceve un bacio da “Ron”, eheh.
Sono curiosa di sapere cosa ne
pensate!
Fatemi sapere,
aggiornerò il prima possibile ^^
Ne approfitto per augurare a tutti
BUON ANNO!
<3
Milly.