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Autore: milly92    29/12/2014    4 recensioni
Marnie Brooks ha quasi ventiquattro anni, è laureata in Ingegneria Fisica e si appresta a conseguire il Dottorato presso la Caltech University di Pasadena.
E' la cugina di Penny, ma sono totalmente diverse e per di più non si frequentano da circa dieci anni, da quando Marnie si è trasferita a New York con la sua famiglia.
Quest'ultima riuscirà ad integrarsi nel gruppo della cugina senza causare troppi guai?
Dall'inizio del quarto capitolo:
""S.O.S. Stronzetta ad ore dodici che vuole rubarmi il fidanzato. Qui urge un piano, io penso alle scimmie, ci vediamo da me tra mezz'ora" [...]Quando lesse il messaggio di Amy, tuttavia, si svegliò completamente, viste le immagini scaturite nel suo cervello da quelle semplici parole: casa sua invasa da un gruppo di scimmie impazzite, che distruggevano tutto e si gettavano sulla povera Marnie."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9

Saaalve!

Volevo solo dirvi che per la questione del gruppo di TBBT su FB (in cui possiamo pubblicizzare le nostre storie di questa sezione, ma soprattutto "sclerare" insieme dopo ogni puntata), ho deciso di farlo in
questi giorni, quindi se vi va ditemi come vi chiamate su facebook e vi aggiungerò :)
Ci "Vediamo" a fine capitolo con le note finali!
Buona lettura!

9. ...E  la Friendzone

 

“Buongiorno, raggio di sole!”.

Marnie mugugnò qualcosa e aprì lentamente gli occhi, e con difficoltà riuscì a distinguere il volto di Raj, un bel po’ sfocato a causa della mancanza degli occhiali.

Sorrideva ampiamente, e inoltre Marnie percepì un buon profumo di caffè e di croissant.

Si mise a sedere, sforzandosi di non sbadigliare, poi non riuscì a trattenersi e gettò le braccia al collo dell’amico.

“Raj! Finalmente sei qui, ho combinato un casino!” esclamò. “Dovresti cacciarmi di casa, sono una persona orribile!”.

“Ti riferisci al fatto che mi hai svuotato la dispensa?” la prese in giro il ragazzo, allegro.

“No... Cioè, scusami, ho mangiato tantissimo, mi dispiace, ti rifarò la spesa e...”.

“Marnie, ti prendevo in giro. So tutto, Amy mi ha mandato un’email ben dettagliata che ho letto appena ho messo piede a Londra” ammise l’astrofisico, improvvisamente serio.

La ragazza deglutì e attese il verdetto dell’amico, in soggezione come non mai.

Per ingannare il tempo si voltò verso il comodino alla sua sinistra e bevve sorso d’acqua dal bicchiere che aveva riempito la sera precedente, dopo aver trascorso l’ennesima serata da sola a guardare un film e a mangiare cibo non proprio salutare.

“Non dovevi farlo. Sei stata una manipolatrice, hai approfittato dell’ingenuità di Sheldon, e per di più hai sfruttato una storia di cui non conoscevi i veri dettagli per riuscire a stare con lui e a fargli dire che evntualmente sarebbe uscito con te! Nemmeno io l’avrei fatto! Ma dall’altra parte posso capire, cioè... Ti sei sentita sola, non avevi più a che fare con le ragazze, e ciò ti ha istigato a comportarti male. Però sono felice di sapere che tu abbia detto la verità prima che fosse troppo tardi” disse l’astrofisico, prima arrabbiato, poi più calmo e comprensivo.

Marnie si morse il labbro e alla fine sospirò, annuendo.

“Non so cosa mi sia preso, davvero, io non sono così, io sono sempre la vittima e mai l’artefice in questi casi, davvero! Ci ho pensato e... Sai, per tutta la mia vita sono stata circondata da gente che pensava solo a prendere il massimo e a vincere la borsa di studio, mentre ora...”.

“Cosa?”.

“Ora ho visto Penny e Leonard, Sheldon ed Amy, Bernadette ed Howard... E li invidio. Hanno qualcosa che io non ho, e che non avrò mai se continuo così. Non so come comportarmi, mi fisso per degli stupidi che hanno occhi solo perla propria ragazza e non saprei cosa fare per riuscire a farmi amare, perchè, diciamolo, sono un casino vivente, so solo studiare, mangiare schifezze, guardare la tv e fantasticare su personaggi inesistenti a cui voglio più bene che alle persone reali, quasi quasi!” esclamò l’ingegnere, alzandosi dal letto, salvo poi cadere per la sua mancanza di equilibrio appena sveglia.

“Marnie!”.

Raj corse in sua direzione e le porse il braccio per rialzarsi, così lei afferrò la sua mano e si alzò lentamente.

“Sono un disastro, ti giuro che ora torno da Penny...” sussurrò.

“Se tu sei un disastro, lo sono anch’io, Marnie! Anche a me piace studiare, mangiare, guardare la tv e tutto il resto, ma ciò ci rende fighi, non mostri!”.

“Vorrei che altri la pensassero così...”.

Raj deglutì e la guardò negli occhi, stringendo ancora la sua mano tra le sue, fino ad intrecciare le loro dita con un gesto lento ma deciso.

“Rimani qui fino a quando vuoi, davvero. Le vacanze terminano tra qualche giorno, hai tempo prima di tornare alla Caltech” disse.

“Ma no, non posso! Ti renderei la vita un inferno, davvero!”.

“Dimmi come ciò potrebbe rendermi la vita un inferno... Vivere con una ragazza è il mio sogno da quando vivo qui, lo sai” ridacchiò Raj, facendola vivere a sua volta.

“Allora grazie, dormirò sul divano e...”.

“Ma sei scema? Ci dormo io, tranquilla!”.

“Idiota! Non solo...”.

“No, on voglio sentire scuse e...”.

“Aspetta!”. Marnie lo interruppe, dopo aver guardato il letto. “E’ grande abbastanza per entrambi, se non ti dà fastidio” propose.

Raj spalancò gli occhi, confuso.

“Co-co-cosa?”.

“Ok, come non detto, che scema, io...”.

“Va benissimo, non mi dà fastidio. Perfetto. Ora... La colazione, su!”.

Sorridendo, Marnie annuì e fece per tornare a letto, quando poi notò di avere ancora la mano intrecciata a quella dell’amico, il quale sorrise timidamente e la lasciò andare.

 

 

“Qui gatta ci cova” sentenziò Penny quel pomeriggio, mentre riempiva il suo calice di vino, quasi fino all’orlo.

“Non essere maliziosa... Si trovano bene insieme, non vedo quale sia il problema” osservò Bernadette.

“Spero si mettano insieme” aggiunse Amy, bevendo a sua volta un sorso di vino.

“Perchè così non disturberà più Sheldon?” chiese Penny.

Amy la guardò male, scuotendo il capo.

“Cheee? Ma no, perchè voglio che siano entrambi felici con qualcuno e... Ok, sì” ammise infine, quando le occhiate delle amiche si fecero più penetranti. “Le cose con Sheldon vanno benissimo e vorrei che continuassero così”.

“Non te lo ruberà nessuno, davvero” disse la microbiologa, rassicurante. “Questa storia ha provato che gli Shamy sono indistruttibili”.

“Solo perché Marnie non ci sa fare” borbottò Penny, già un po’ brilla.

Per fortuna il discorso fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta, altrimenti si sarebbe generata una discussione di dimensioni apocalittiche vista la faccia contrariata di Amy.

“Non le badare, è partita” mormorò Bernadette, mentre Penny si alzava per aprire e si manteneva in equilibrio con una certa difficoltà.

Amy annuì, sospirando, per poi voltarsi e vedere Raj entrare nell’appartamento.

“Salve signore, fingerò di non aver origliato la vostra conversazione” disse, per poi accomodarsi al fianco della moglie del suo migliore amico.

“Quale conversazione?” chiese Amy, falsamente disinvolta.

Raj la guardò con biasimo, prima di rivolgersi a tutte e tre.

“Bene, come saprete, tra tre giorni è il compleanno di Marnie...”.

“No, non lo sapevamo!” disse Bernadette.

“Ehm, non lo sapevo nemmeno io. Continua!” borbottò Penny, per poi singhiozzare rumorosamente.

L’indiano le rivolse uno sguardo di biasimo peggiore di quello che aveva riservato ad Amy, salvo poi toglierle il bicchiere ormai vuoto di mano e ricevere un’occhiata omicida.

“Comunque, Marnie è molto giù, e penso che passare quasi una settimana chiusa in casa, da sola, sia stata una punizione sufficiente. Si è pentita del suo errore come non mai, e si è fermata prima di creare problemi, e soprattutto si sente sola perchè vede voi che siete così fortunate, amate... Mentre lei crede che nessuno le voglia bene, cosa che non è vera, e quindi una festa a tema sarebbe l’ideale per farle capire che non è sola” spiegò cautamente, ma allo stesso tempo infervorato, pieno di passione per ciò che diceva.

Tutte lo guardarono, poi Bernadette si voltò verso di lui.

“Raj... Se il problema è il fatto si sente sola, non amata, beh... Credo che dovresti dirle cosa provi per lei” dichiarò.

Raj spalancò gli occhi e quasi saltò dal divano, come se avesse visto un alieno.

“Cosa? Bernie, cosa...?”.

“Oh, andiamo, mocciosetto, abbiamo capito tutti che sei cotto di lei!” esclamò lei, con la sa solita vocina più acuta del solito.

“E forse potresti essere ricambiato, poco a poco. Marnie non accetta di condividere il letto con chiunque!” aggiunse Penny, singhiozzando di nuovo. “Siamo moooolto diverse!”.

“Ma andiamo! Fino ad una settimana fa moriva dietro a Sheldon e se le piace quel tipo, beh, non ho speranze” ribattè Raj.

“Puoi dirlo forte” asserì Amy, felice.

“Quindi ammetti che ti piace?” squittì la microbiologa, entusiasta.

Raj sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

“E’ intelligente, goffa, insicura, ama i frullati, condividiamo il letto e la doccia... E’ ovvio che mi piaccia!” esclamò alzandosi, avviandosi verso la porta. Fece per uscire, poi tornò indietro. “La festa si farà da Leonard e Sheldon, alle venti. Il tema sarà Harry Potter,così potrà indossare l’abito del Ballo del Ceppo che comprò al liceo. Noi invece ci vestiremo con la tipica divisa di Hogwarts... Scegliete voi un personaggio! E siate buone!”.

Se ne andò sbattendo rumorosamente la porta, lasciando le tre ragazze assorte nei propri pensieri.

“E’ cotto” sentenziò Bernadette, sospirando.

“E anche lei deve ricambiare!” asserì Amy, speranzosa.

“Io vedo doppio” mormorò Penny, prima di mettersi comoda e cadere in un coma profondo.

 

 

Leonard, Sheldon e Howard erano seduti ai loro soliti posti quando Raj rientrò nell’appartamento 4A, decisamente scosso e imbarazzato.

“Abbiamo sentito tutto, ovviamente. Che bello sentirti ammettere che sei di nuovo cotto di lei!” lo prese in giro Howard, con un sorrisino di scherno.

“Di nuovo? Ancora, semmai” mormorò l’astrofisico, prendendo posto all’astremità del divano su cui erano seduti l’ingegnere e Sheldon. “Dici di essere il mio migliore amico ma non capisci mai i miei sentimenti!”.

“Ah, Rajesh, da una parte vorrei che tu fossi me” disse invece Sheldon, mentre Howard sbuffava.

“E perchè?”.

“Così Marnie ricambierebbe i tuoi sentimenti, ma, cosa vuoi farci, nessuno può essere all’altezza di Sheldon Cooper” spiegò, scrollando le spalle.

“Tu sei un idiota! Non solo non sei andato a controllare se stesse bene, in mia assenza, come non ha fatto nessuno di voi, ma osi anche fare battutine del genere?”.

Sheldon esitò, pensieroso.

“In mia difesa” aggiunse poi, “Vorrei dire che non conosco la consuetudine sociale imposta a chi non ricambia i sentimenti di una ragazza. L’unica persona che abbia mai espresso interesse per me è la mia fidanzata, e in quanto tale l’affetto era corrisposto, quindi non so cosa si debba fare dopo un sottinteso “Non sono interessato” scaturito dal fatto che per il sottoscritto esista solo una fanciulla, che corrisponde al nome di Amy Farrah Fowler”.

“Traduco: non è mai piaciuto prima a qualcuna prima di Amy” ridacchiò Leonard. “E comunque io sono andato con Penny, ma non l’abbiamo trovata in casa, era al cinema”.

“Scuse! Comunque, la festa si farà, quindi pensate a chi vorrete essere. Lei sarà Hermione, quindi in quanto suo temporaneo coninquilino e amico più stretto, sarò Ron” disse Raj, decisamente minaccioso.

L’umore generale mutò sensibilmente: varie volte avevano organizzato una festa per una delle ragazze, ma mai una con un tema di loro gradimento come Harry Potter.

“Io potrei essere Harry e Penny potrebbe essere Ginny!” mormorò Leonard, entusiasta come non mai.

Sheldon lo guardò con aria critica, storcendo il naso.

“Beh, per altezza siamo lì, ma a questo punto o compri una parrucca alla tua lei o inviti Alex, altrimenti non si capirà chi siete” sentenziò.

“Niente Alex! Non c’è bisogno di un’eventuale zuffa tra ragazze, anche perchè dobbiamo tenere a bada Amy e Marnie!” urlò Raj.

Howard lo guardò con disprezzo, per poi puntargli l’indice contro.

“Seriamente? L’unica cosa migliore di andare ad una festa a tema di Harry Potter è avere la possibilità di assistere ad un eventuale lotta tra ragazze, e se permetti uno scontro Penny-Alex è decisamente più appetitoso di uno tra Amy e Marnie!”.

“Pervertito!”.

 

 

“Ti va un’omelette al formaggio e prosciutto?” domandò Marnie il giorno dopo, poco prima di cena.

Aveva riempito il frigo quella mattina, e aveva portato la spesa da sola a casa con eccessiva difficoltà, perché Raj aveva detto di avere del lavoro extra da fare con i suoi amici nonostante fossero ancora gli ultimi giorni di vacanza.

“Certo, volentieri” rispose distrattamente il suo ormai coinquilino momentaneo, mentre controllava qualcosa sul tablet.

“Devi lavorare ancora o potremmo vedere un film?” propose, speranzosa.

“Scusami, ma non posso, devo finire... Oh” si bloccò, dopo aver preso il cellulare in seguito all’aver ricevuto un sms.

“Tutto ok?”.

“Ehm, sì, certo”.

In realtà non andava per niente bene, perchè quel “Raj, mi manchi, possiamo vederci?” da parte di Lucy metteva in crisi il precario equilibrio della sua vita, in cui la momentanea convivenza con Marnie lo rendeva felicissimo.

Avrebbe voluto dirglielo, esporle la sua confusione, confidarsi, dirle che con lei stava bene e poteva archiaviare il caso di Lucy se lei fosse stata disposta ad iniziare ad uscire con lui di nuovo, ma si limitò a mentire, proprio mentre qualcuno bussava alla porta.

Ancora stordito, pur di fare qualcosa, andò ad aprire e trovò Sheldon.

“Cosa ci fai qui?” chiese,alquanto duramente.

“Posso parlare con Marnie?”.

La ragazza fu stupita nel non sentire l’istinto di correre via per la vergogna appena appurò chi la stesse cercando, e fece rapidamente segno a Raj di dire di sì, cosa che lo lasciò alquanto basito.

“Sì, è qui. Vi lascio soli” sbottò, per poi prendere il cellulare e digitare rapidamente un “Ok, quando vuoi!”.

Marnie si avvicinò al divano appena Sheldon mise piede nel soggiorno e lo guardò nervosamente, ma fu felice di non sentire lo stomaco in subbuglio o la gola secca, come se tutti quei giorni passati lontano da lui avessero sortito un buon effetto sui suoi propositi di non provare più nulla per lui.

“Cosa ci fai qui?” chiese senza preamboli.

Sheldon la guardò.

“Da padrona di casa, seppur momentanea, dovresti invitarmi a sedere e a prendere una bevanda calda...” osservò.

Marnie sbuffò, incrociando le braccia.

“Siediti, prego. Ho finito il thè e...”.

“Naah, lascia stare, non ne ho voglia” borbottò il fisico, sedendosi. “Sono qui per adempiere alla consuetudine sociale prevista dopo l’episodio della “Friendzone” che si è generato tra noi” spiegò poi, mimando il termine Friendzone tra delle immaginarie virgolette.

“Che cosa?” esclamò Marnie.

“Ma sì! Internet ha definito così ciò che è successo tra noi. Eravamo amici, tu poi hai provato qualcosa in più al contrario di me, e quando me lo hai detto, beh, a quanto pare ti ho Friendzonato” spiegò rapidamente Sheldon, come era solito fare per far comprendere un concetto a qualcuno. “Ecco perchè trovo alquanto sciocche le scienze sociali”.

“Tu hai ricercato su Internet il fenomeno che c’è stato tra noi?” chiese Marnie, alquanto scioccata.

“Esattamente. Ho fatto bene i compiti, dì la verità!”.

“Benissimo. Così tanto che la mia corteccia prefrontale si sta chiedendo cosa ci trovassi in te”.

“Beh, immagino intelligenza, carisma, degli occhi blu che fanno impazzire chiunque, specialmente la mia nonnina, un QI altissimo, un’ottima istruzione, dei movimenti intestinali precisi quanto un orologio svizzero....”.

“Continua, continua, sta funzionando”.

Sheldon guardò la ragazza decisamente confuso. “Cosa?”.

Marnie ridacchiò. “Come, non era una tecnica per farmi capire che sei uno stramboide e che non devo rimpiangere nulla?” lo prese in giro, divertita al massimo.

“No, rispondevo solo...”.

“Era unadomanda indiretta retorica” sentenziò l’ingegnere, spazientita.

“Oh,bene,bene! Ad ogni modo, dopo aver studiato il caso della Friendzone sono giunto ad una conclusione...”.

“Cioè?”.

“Che potrei arrivare a considerarti un’amica come considero amica Penny. Da quando ti sei trasferita mi è piaciuto trascorrere del tempo con te, mi piace risolvere equazioni  a cui non riesci a trovare una soluzione e a farti da guida per quanto riguarda i fumetti. Quindi, quando vorrai e ti sentirai pronta, possiamo tornare a passare del tempo insieme come prima” concluse il fisico teorico, scrollando le spalle. “E poi con te il mio circolo sociale raggiungerà un numero di ben due cifre, alla facciaccia di chi mi diceva che sarei morto da solo! Certo, io lo prendevo come un augurio, ma sai...”.

Marnie non riusciva a smettere di sorridere di fronte ai monologhi assurdi di quel trentenne spilungone che aveva di fronte.

Improvvisamente erano semplicemente divertenti ed assurdi, e lui era un semplice genio incapace di comprendere il sarcasmo, senza nessun sex appeal.

Le sembrava di essere tornata ai suoi primi giorni a Pasadena, quando Sheldon era semplicemente una sorta di genio pazzo e incomprensibile.

Certo, la cosa la confondeva, non erano nemmeno dieci giorni da quando stava per fare una pazzia per farlo mollare con Amy, ma era felice di sentirsi improvvisamente più libera.

Quindi lo interruppe con un: “Va bene, c’è altro?” e lo vide rifletterci su.

“No, oltre al fatto che sei invitata a cena con Raj se vuoi” le fu risposto.

“Non credo, ma... Grazie”.

Marnie lo vide annuire, mentre si risistemava la sua immancabile borsa a tracolla, così lo accompagnò alla porta.

“Grazie per essere passato, l’ho apprezzato” aggiunse poi.

“Figurati, ho imparato una nuova convenzione sociale, dopotutto!”.

“Sheldon?”.

“Sì?”.

“C’è Amy fuori al pianerottolo, vero?”.

Sheldon si morse il labbro, poi sospirò.

“Sei davvero intelligente come dici, Marnie. Amy mi dispiace, sei stata beccata!”.

Ridendo, Marnie aprì la porta e si ritrovò di fronte una Amy alquanto imabarazzata, che sorrideva a stento.

“Temevi che gli sarei saltata addosso o cose simili?” la prese in giro Marnie, non prendendosela.

“Diciamo che con te è meglio stare sempre sull’attenti” si difese la neurobiologa.

Marnie sospirò, senza smettere di sorridere.

“Puoi stare tranquilla, il tuo ragazzo ha detto tre o quattro cose che hanno spento ogni mio spirito bollente” continuò a ironizzare, stranamente più tranquilla che mai.

“Ho origliato tutto, quindi posso immaginare cosa sia stato. L’avessi dette prima, scemo!”.

 

 

 

Aveva ventiquattro anni, cavolo.

Il primo dicembre stava volgendo alla fine, e Marnie era triste come non mai.

Era stata a casa tutta la giornata, Penny non l’aveva chiamata e la sentiva più distante che mai.

Solo Raj le aveva fatto gli auguri e le aveva promesso che le avrebbe fatto una sorpresa, ma continuava a sentirsi triste, come se avesse buttato via altri dodici mesi.

Si era laureata, era entrata alla Caltech, ma poi...? Niente.

Certo, aveva un nuovo caro amico, per la prima volta in vita sua aveva detto ad un ragazzo quel che provava, ma per il resto si sentiva vuota, inquieta.

Da giorni, Raj aveva da fare, era strano, e le sembrava che il ragazzo che l’aveva accolta appena tornato da Londra fosse scomparso nel nulla.

Probabilmente, anche lui si era scocciato di lei, e ciò l’aveva spinta a fare le valige e a decidere a tornare da Penny il giorno seguente.

Inoltre stava spesso con il cellulare tra le mani, cosa che le fece intuire che si stesse sentendo con qualcuna.

Tutto combaciava, tutto si incastrava perfettamente.

Aveva trovato qualcuna e ora lei non era più gradita, anche perchè di certo non fa piacere sapere che il ragazzo con cui ti vedi vive con un’altra...

Persa in questi pensieri, a stento udì Raj bussare alla porta e lo lasciò entrare con un falso sorriso.

“Bene, hai indossato una sottoveste come ti ho chiesto?” domandò.

“Sì, ma ancora non ho....”.

“Shhhh. Ora dovrò bendarti, fidati di me!”.

“No che non mi fido, cosa...?”.

“Fidati. Allora, togli la vestaglia...”.

Imbarazzata, Marnie obbedì, rimanendo con una semplice vestaglia bianca che a stento le copriva metà cosce.

Alzò lo sguardo, intimidita, e vide che Raj la fissava, ammutito, per poi deglutire.

“Ok, ora mi spieghi cosa vuoi fare?” chiese, per celare il suo imbarazzo di fronte a quella situazione.

Raj si riscosse e poi annuì.

“Devo bendarti. Andremo in un posto per il tuo compleanno e indosserai un abito che vedrai solo lì. Sarai bendata fino alla fine, sappilo!”.

“Cosa? E vuoi vestirmi tu?” chiese, incredula.

“No, no, ho un’aiutante, ma... Su, lasciati bendare e la faccio entrare!”.

“E va bene, ma solo perchè c’è in ballo una sorpresa...”.

Marnie chiuse gli occhi e avvertì Raj avvicinarsi, per poi sistemarsi alle sue spalle mentre le posava una benda nera sugli occhi.

“Non devi imbrogliare, devi dirmi se vedi qualcosa!” mormorò, quasi vicino il suo orecchio destro, tanto che la ragazza avvertì una sorta di pelle d’oca che la fece rabbrividire.

“Ecco fatto”.

Raj testò la benda in tutti i modi, e quando ebbe la prova che Marnie non vedeva sul serio nulla, ordinò alla sua aiutante di vestirla.

Marnie si sentiva a disagio, avvertiva una persona che la guidava per far entrare le braccia in un vestito lungo, setato, ma non sapeva chi fosse.

Poi udì un: “Aspetta che ora ti chiudo il vestito...” e capì di non conoscere la sua interlocutrice.

“Ok. Scusami, posso sapere chi sei?” chiese, un po’ intimorita.

“Io sono Lucy” rispose la ragazza.

Marnie si immobilizzò, prendendo un bel respiro, mentre avvertiva la lampo che si chiudeva.

“Lucy... L’ex di Raj?” chiese.

“Beh, sì”.

“Oh, non lo sapevo...”.

“Scusa, è che non mi piace avere a che fare con molte persone contemporaneamente, ho una sorta di ansia sociale e... A Raj serviva qualcuno che ti vestisse senza farti vedere il vestito, e... Ho accettato, perchè non mi vedrai e così mi sento più a mio agio e...”.

“Buffo, io non ti vedrò e tu invece mi hai visto mezza nuda” commentò acidamente Marnie.

Lucy non rispose, e la ragazza capì di essere stata scortese.

“Scusami, è che sono ansiosa anche io, non volevo essere scortese” si scusò.

“No, la verità è che stavo cercando un modo per fuggire senza che tu te ne accorgessi ma qui abitiamo molto in alto e la finestra era l’unica opzione” commentò Lucy, per poi tornare a lavoro e finire di sistemare l’abito.

“Oh. Verrai a questa... Sorpresa?” chiese Marnie, più che altro per scoprire qualcosa in più.

“Scherzi? No, no, lì sul serio fuggirei anche dal decimo piano. Volevo dare una mano a Raj ora che ci stiamo rivedendo, ora torno a casa...”.

“Bene. Cioè, in bocca al lupo, vi auguro...”.

Ma Marnie non fu costretta a inventarsi alcun augurio, visto che Raj entrò, esordendo con un: “Pronta? Oh, che bello che sei ancora qui senza provare a scappare, Lucy!”.

 

“E quindi ti rivedi con Lucy”.

“Beh, sì”.

“Io... Vi auguro il meglio, te lo meriti”.

“Grazie... Siamo arrivati”.

Alquanto a disagio, Raj accostò l’auto e aiutò una Marnie ancora bendata a scendere, guidandola fino al condominio di Sheldon e Leonard.

“Ora, se permetti, ti prenderò in braccio altrimenti capirai dove siamo...” disse il ragazzo, appena arrivarono nei pressi delle scale.

“Sei scemo? Peso troppo” obiettò l’ingegnere.

“Ma così capirai subito dove siamo”.

“Se non possiamo usare l’ascensore siamo di sicuro nel condominio di Penny, vero?”.

“Troppo intelligente. Ok, ti guido io”.

Raj prese Marnie sottobraccio e l’aiutò ad arrivare a destinazione nonostante l’abito lungo, temendo domande che invece non arrivarono.

Infatti, Marnie pensava a Lucy, alle sue parole, a quanto sembrasse stramba e al fatto che lui l’avesse tenuta all’oscuro...

Per questo, riuscì solo a dire: “Potevi dirmi di Lucy, non ti avrei sbranato. E comunque domani torno da Penny, tranquillo” quando erano ormai fuori l’appartamento 4A.

“E’ complicato, Marnie! Ma puoi stare da me quanto vuoi...”.

Ma ormai Leonard aveva aperto la porta, sorridente come non mai, ignaro di tutto, e Raj finse a sua volta un sorriso, mentre spingeva la festeggiata verso l’entrata.

Le tolse la benda, giusto in tempo per farle vedere le luci accendersi, gli invitati che urlavano “Sorpresa!” vestiti da studenti di Hogwarts e la colonna sonora di Harry Potter diffondersi per tutta la casa.

Marnie sgranò gli occhi, alquanto scioccata, per poi abbassare lo sguardo e notare di aver indosso l’abito del Ballo del Ceppo che aveva comprato al liceo per quella festa disastrosa in cui tutti l’avevano presa in giro.

Invece questa volta aveva degli amici, che sembravano essere andati avanti dopo le sue azioni poco nobili, ed erano lì, pronti a festeggiare i suoi ventiquattro anni con la sua saga preferita come tema.

Davanti a tutti c’era Penny con una lunga parrucca rossa, al canto di un perfetto Leonard-Harry Potter che esibiva fieramente la sua finta cicatrice.

Alla lora destra, Bernadette sorrideva ed indossava il copricapo che Luna esibiva nella partita Grifondoro contro Serpeverde, mentre Howard era un perfetto Dobby.

Al centro, invece, Sheldon ed Amy erano perfetti nei loro ruoli di Voldemort e Bellatrix Lestrange.

Non riuscendo a non ridere, Marnie non trattenne un falso timoroso: “Sei Bellatrix perchè vuoi torturarmi, Amy?”.

Tutti risero, simbolo del fatto che avessero superato tutto, e nel frattempo Marnie si voltò verso Raj.

Era decisamente buffo con la parrucca rossa e delle finte lentiggini, ma sorrideva lo stesso, nonostante le sue parole di poco prima.

“E tu sei Ron!” esclamò, sorpresa. “Grazie, ragazzi, grazie, è una sorpresa... Non ho parole!”.

Si strinsero tutti in un abbraccio di gruppo, per poi dare inizio alla festa.

 

 

Expelliarmus!”.

Avada Kedavra!”.

“Ma no,Sheldon, avevamo detto che avremmo lasciato fuori le Maledizioni Senza Perdono!” si lamentò Leonard, mentre puntava la sua spada laser contro quella di Sheldon, che al momento fungevano da bacchette.

“Ehi, io sono Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e posso fare ciò che voglio” ribattè Sheldon.

“Ha ragione! Su, su, forza!” urlò Howard.

“Cuginetta? Vieni un secondo!”.

Marnie lasciò a malincuore la visione di quell’improbabile duello e seguì Penny fuori l’appartamento, sentendo che le sarebbe toccata una sorta di ramanzina.

Si accomodò sulle scale che conducevano al piano superiore insieme a lei e la guardò, esitante.

“Beh, per prima cosa... Auguriii! E’ stata una tortura dover tacere fino a stasera!” iniziò la bionda, togliendosi la parrucca di Ginny. “E poi... Scusami, so di non aver reagito bene. Cioè, non ti sono stata vicino, mi sentivo divisa tra te e Amy e sono stata sul serio un po’ arrabbiata con te. Poi ho pensato alla prima parte dei miei vent’anni e ho dedotto che sei stata decisamente migliore di me. Forse è stato per questo che ti ho ignorato un po’, e vorrei scusarmi. Poi Amy mi ha detto che Sheldon ti ha fatto visita e...”.

“Sto bene, Penny, è tutto ok” l’interruppe  Marnie, sorridendo debolmente. “Anzi, al momento mi sembra tutto così... Sciocco. E’ scomparso tutto quello che provavo e...”.

“Davvero?”.

“Sì. Non so come sia possibile, davvero! Forse perchè gli sono stata lontana...”.

“E allora perchè mi sembri giù?” indagò la cugina, sospettosa.

“Promettimi di non ridere” l’ammonì Marnie, arrossendo sensibilmente.

Penny fece del suo meglio per rimanere seria ed annuì, mimando una sorta di giurin giurello.

“Ho scoperto che Raj si rivede con Lucy...”.

“Cosa?!”.

“E la cosa mi dà fastidio. E ho paura, non voglio incasinare le cose di nuovo!” si lamentò la festeggiata, portandosi le mani tra i capelli. “Sarò costretta a cambiare città, ho paura di ciò che potrei provare!”.

“Tesoro, ma tu hai anche accettato di uscire con Raj, in precedenza. Forse era tutto scritto, forse dovevi prima sbagliare con Sheldon per capire che lui è quello giusto...” ragionò Penny, alquanto colpita da quella serie assurda di eventi.

“Ma... Lui ora esce con Lucy! Non voglio rivivere tutto, e non voglio perderlo, lui è importante per me e non voglio essere Friendzonata di nuovo! Vivere con lui mi ha fatto capire che è proprio così come sembra, adorabile, pasticcione e... Sto invidiando Lucy come non mai!”.

“L’ho lasciata”.

Le parole le morirono in gola.

Si immobilizzò, fece solo ruotare la testa per avere l’orrida conferma del fatto che Raj fosse lì, ai piedi della scalinata, con l’aria frastornata ma stranamente decisa.

“Bene, direi che ci vediamo dopo” se la svignò Penny, alzandosi, recuperando la parrucca e tornando nell’appartamento con un’aria sorniona.

“Sono appena tornato da lei, ho capito che... Per lei non avrei mai organizzato una festa così e... Ho chiuso con lei. Ho accettato di rivederla solo perchè mi sembravi felice quando Sheldon è venuto a trovarti, è da quando ti conosco che penso solo a te”.

Lentamente, Raj salì le scale, fino a trovarsi ad un gradino da Marnie, che lo fissava con gli occhi lucidi, incredula, commossa.

Il cuore le batteva a mille, sentiva la bocca asciutta, le gambe le tremavano nonostante fosse seduta, proprio come il braccio teso verso Raj, che le prese la mano per aiutarla ad alzarsi.

Lentamente ci riuscì, senza sapere come, salvo poi rischiare di cadere visto i tacchi e la pendenza in cui si trovava.

Si appoggiò a Raj, il quale la strinse per la vita e, senza aggiungere altro, si avvicinò lentamente al suo volto, per poi baciarla dolcemente, come aveva desiderato fare da quando l’aveva conosciuta.

La sentì tremare, ma forse tremava anche lui per la felicità, la felicità di non essere respinto che raramente aveva provato in vita sua.

La strinse a sè con dolcezza, e lei mano a mano portò le mani sul suo volto, stringendolo delicatamente, come per non farlo andare via.

Aveva sempre desiderato un bacio come regalo di compleanno e, finalmente, quell’anno era stata accontentata.

 

 

Quando Sheldon uscì di casa per aggiustarsi il trucco e prenderlo da casa di Penny, rimase sconvolto nel vedere Marnie e Raj che si baciavano sulle scatole, stretti l’una all’altro.

Sgaiattolò subito nell’appartamento 4B senza fare rumore, poi si appoggiò alla porta.

“Tsk. Passare da uno Sheldon Cooper ad un Koothrapali qualunque! Amy ne sarà felice, sì. Le lezioni di fisica stanno tornando, Dottor Cooper, quindi direi che puoi scrivere qualche equazione difficilissima alla lavagna, in modo da ricordare a Marnie chi è il migliore... Oh, come mi sento cattivo... Sarà che stasera sono Voldermort, cioè, voglio dire, Colui-Che-Non-Può-Essere-Nominato...”.

 

 

*°*°*°*

Tadaaaaaaaaaaaaaan.

Vi presento uno dei miei capitoli preferiti, scritto in meno di due giorni.

Che ve ne sembra?

Spero che comprendiate la dinamica dei fatti, nonostante Marnie sia passata quasi da un giorno all’altro dal provare qualcosa per Sheldon a provare qualcosa per Raj.

In pratica, si comprende che alla fine Marnie era affascinata da Sheldon, ma alla fine l’ha conosciuto poco visto che per quasi due mesi l’ha ignorato, e si è ostinata a fare ciò che ha fatto più che altro per raggiungere uno “scopo” e non perché provasse un sentimento autentico.

Invece, trascorrendo del tempo con Raj senza pressioni, ha capito di provare un vero interesse per lui, interesse che è emerso quando ha rischiato di perderlo a causa di Lucy.

La scena finale la immaginavo così da sempre, e se siete fan di Harry Potter ricorderete la scena del quarto film in cui Hermione piange sulle scale a causa di Ron durante il Ballo del Ceppo.

Questa volta, invece, “Hermione” riceve un bacio da “Ron”, eheh.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Fatemi sapere,

aggiornerò il prima possibile ^^

 

Ne approfitto per augurare a tutti BUON ANNO!

<3

Milly.

  
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