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Autore: Legar    29/12/2014    3 recensioni
Draco e Astoria hanno un importante annuncio da fare alla famiglia. Ma reagiranno tutti bene?
«Verrà la mia famiglia oggi a pranzo, ricordi?» Ricordava, ovviamente.
La sua famiglia. Lei, nella sua famiglia. Il suo tormento quotidiano.
Non poteva certo dimenticare che anche quel giorno sarebbe stato costretto a incrociare gli occhi invidiosi e afflitti di lei, desiderando, impotente, di poter fare qualcosa perché stesse meglio.

[Sesta classificata al contest "There's Something About Draco..." indetto da MmeBovary sul forum di EFP.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Sorpresa | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Desideri irrealizzati



Osservando Astoria placidamente accomodata su una poltrona, davanti al camino del salotto di Villa Malfoy, Draco si ritrovò a riflettere sui suoi sentimenti per lei.
Era innamorato di sua moglie.
L’aveva conosciuta a Hogwarts, presentatagli dalla sorella, sua compagna nella casa Serpeverde, quando era poco più che una bambina curiosa e gaia.
L’aveva amata quando, anni dopo, aveva mostrato di comprendere e condividere la sua rinuncia agli ideali purosangue con cui entrambi erano cresciuti a favore di una mentalità più tollerante, profondamente cambiati dalla guerra e dai dolori e i lutti che erano stati causati in nome di quegli ideali.
L’aveva sposata, perché non riusciva a immaginare una vita di cui lei non facesse parte.
Ma quei sentimenti di cui era così sicuro erano costantemente messi in discussione dall’altra, che non riusciva ad accettarli, che non poteva fare a meno del suo amore per lui, che si struggeva nella consapevolezza di non essere ricambiata.

«La sposerai, dunque.»
«Certo. La amo.»
«E a me, che ti amo e ti amerò sempre, non ci pensi? Chi assisterà il mio cuore infelice, quando giorno dopo giorno la vedrò con te, sorridente e appagata?»

Non ne aveva mai parlato con sua moglie; sapere l’avrebbe distrutta, non si sarebbe risollevata. Sarebbe stata sempre attenta a non causarle dispiaceri mostrandosi insieme al marito, si sarebbe sentita perennemente in colpa, non avrebbe sentito di meritare più quell’amore per cui lei soffriva.
Astoria non l’avrebbe mai saputo; né lui né lei gliel’avrebbero mai detto.

«Lei sa?»
«Non le ho confidato i miei sentimenti per te, neanche quando l’ho vista innamorarsi. Le voglio bene, dopotutto. Non le farei mai del male.»
«Neanche io.»

Doveva essere rimasto a fissarla per un po’, perché la donna si accorse di quello sguardo insistente e lasciò la lettura in cui era impegnata per osservarlo incuriosita.
«C’è qualcosa che non va?»
«Scusami, ero sovrappensiero. Ma va tutto bene, non preoccuparti» rispose Draco, e la rassicurò con un sorriso.
Astoria considerò il suo viso ancora per qualche attimo, prima di credergli. Poi si alzò dalla poltrona in cui sedeva comodamente per avvicinarsi a lui.
«Vado a controllare gli Elfi Domestici. Verrà la mia famiglia oggi a pranzo, ricordi? Non vedo l’ora di annunciare loro il motivo per cui li abbiamo invitati!» gli comunicò entusiasta, dandogli un bacio prima di allontanarsi e lasciare la stanza, diretta verso la cucina.
Draco prese il posto precedentemente occupato dalla sua consorte sulla poltrona. Vedeva con gli occhi il fuoco che bruciava di fronte a sé, ma la mente era altrove.

Verrà la mia famiglia oggi a pranzo, ricordi? Ricordava, ovviamente.
La sua famiglia. Lei, nella sua famiglia. Il suo tormento quotidiano.
Non poteva certo dimenticare che anche quel giorno sarebbe stato costretto a incrociare gli occhi invidiosi e afflitti di lei, desiderando, impotente, di poter fare qualcosa perché stesse meglio.

«Perché non inventi una scusa per evitare questi pranzi di famiglia?»
«E rinunciare a quei pochi momenti in cui posso vederti, sebbene al fianco di un’altra?»

«Perché ti condanni a soffrire così?»
«Ti amo. E questa non sarà mai una sofferenza di cui potrei pentirmi.»

Ogni volta che era invitata a casa sua, cercava un momento per stare da sola con lui. Si accontentava di poco, ma non ci rinunciava mai. Pochi momenti in cui non mancava di ricordargli i suoi sentimenti, lontana da orecchie che non avrebbero dovuto sentire quelle brevi conversazioni sussurrate.

«Mi hai seguito? Torna di là, dalla tua famiglia.»
«Vorrei che la mia famiglia fossi tu.»
«Questo non è possibile, lo sai.»
«L’impossibilità di realizzare il mio desiderio non mi fa desistere dal sognare che diventi realtà.»

«Non provare mai più a baciarmi!»
«Scusami.»
«Io desidero solo mia moglie

«Eri mia amica e vorrei che continuassi a esserlo.»
«Io vorrei essere molto più che una tua amica.»
«Io non lo voglio.»
«Non m’importa. Permettimi solo di desiderarlo.»

«Sarà sempre così? Tu che continui a stare male per me?»
«Non so cosa inventarmi per fare a meno di te, per impedirmi di desiderarti.»

Quando un Elfo lo informò che gli ospiti erano arrivati e avevano superato il cancello, si alzò, indossando un sorriso cordiale, e si diresse verso l’ingresso. Aprì la porta di casa sua, rivelando il più amorevole dei sorrisi di sua cognata.
«Ciao Draco.»


*


«Astoria ed io abbiamo un annuncio da farvi. Vi abbiamo riuniti tutti qui per dirvi che tra qualche mese nascerà il nostro primogenito. Siamo molto felici e non vediamo l’ora di diventare genitori.»
Tanti sorrisi gioiosi, parole di congratulazioni e il rumore di un bicchiere che cadeva, non più sorretto da una mano sconvolta.
«Perdonatemi, deve essere l’emozione. Sono così contenta per voi!» La donna si alzò da tavola e corse ad abbracciare sua sorella.
Per tutto il tempo, non smise mai di guardare lui.

«Mi dispiace.»
«Ti dispiace solo di vedermi piangere, in solitudine.»
«Hai sempre saputo che amo mia moglie. Non potrei mai essere dispiaciuto di formare una famiglia con lei.»
«Avresti potuto averla con me.»

«Non l’ho mai desiderato.»


   
 
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