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Autore: bambi88    13/11/2008    16 recensioni
Ino si sistemò il ciuffo dietro l’orecchio mentre Kankuro scendeva velocemente i gradini.
- il più carino è tuo no? – replicò l’altra, indicando con un cenno della testa la porta del 13A.
Sasuke la fissava con quegli strani occhi neri, le braccia serrate e i muscoli ben definiti che si intravedevano dalla maglia aderente. E Sakura smise di pensare.

Quando due ragazze si trasferiscono nella "casa dello studente". E la loro vita cambia radicalmente.
Dedicata a Rory_chan, per il suo compleanno.
Auuguri, tesoro.
Pairing: Sasu/Saku - accenni KankuIno, Shikatema, TenNeji, ItaSaku
Spero di avervi incuriosito.
Roberta
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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compleanno rory

A Rory

Piccola grande SasuSaku e amica.
Nonché omonima.


MATRICOLE
- momenti di un primo anno come tanti altri…-
…più o meno.


I

12 settembre

-    è pesante
Sakura si voltò, il ciuffo di capelli che le sfuggiva nuovamente al fermaglio dorato.
-    Ino smettila, è solo una valigia –
L’altra strinse gli occhi a fessura, l’espressione tesa – non è solo una valigia, qui dentro c’è il mio mondo – squittì poi, puntellando le braccia sui fianchi magri.
Sakura sbuffò, esasperata.
Da quando avevano preso il treno in stazione, Ino era entrata in “devo romperti le scatole mode”.
Insopportabile e dai facili gridolini.
Non che non le volesse bene, ma, a volte, il desiderio di tirarle quel lungo collo – da gallina, si ritrovò a pensare – era più forte di quello di correre ad abbracciarla.
-    su Ino, una rampa di scale e ci siamo – sibilò poi, cercando di contenere quegli strani impeti che la sorprendevano nei momenti di debolezza.
Più di una volta si era chiesta se tutto in lei fosse…proprio normale.
-    Oh, Sakura, non sei eccitata? – la bionda l’affiancò, improvvisamente ritrovato il buon umore,  osservando con i grandi occhi chiarissimi i portoni laccati degli appartamenti.
La rossa sollevò gli occhi al cielo – sto già pensando a quanto mi costeranno i libri di medicina…- si ritrovò a mormorare, subito sepolta dalla risata di Ino.
-    Sakura, non fare la melodrammatica. Siamo universitarie, capisci? – la bionda si appoggiò alla balaustra, un sorriso estasiato sulle labbra piene – niente compiti nel pomeriggio, serate senza il controllo dei genitori e…ragazzi in ogni angolo –
L’altra si sistemò lo zaino sulle spalle, lo sguardo crucciato – e lo studio, Ino? –
-    ma dai, ce la siamo cavata senza tanta fatica da sempre – la beccò l’altra – e poi non respiri un’aria tutta nuova? –
Sakura rise, gli occhi verdi socchiusi – Ino, tu te la cavavi sempre senza fatica – le ricordò – e poi l’unica aria che respiro qui dentro puzza tremendamente di kebab e fritto di pessima qualità – e un vago sentore di canna, pensò poi, arricciando il naso.
Ino afferrò la valigia con rabbia, scuotendo il ciuffo – è solo aria della più classica “casa dello studente”…ma che ci parlo a fare con te, non hai lo spirito giusto – replicò mordace – e ora ripetimi: in che stanza siamo? –
Sakura si allungò il top corto con una mano, lottando disperatamente con il laccio che le serrava la tasca.
-    13 B – disse poi, srotolando con veemenza un foglietto stropicciato – quello lì – aggiunse, indicando con la testa una porta socchiusa, proprio nel pianerottolo sopra di loro.
Ino si acconciò i capelli biondissimi, lanciandole un’occhiata fugace – bene signorina provinciale…andiamo?-
Sakura fece spallucce, riprendendo a salire le scale, l’odore di kebab che aumentava ad ogni passo e il cuore che minacciava di saltarle dal petto ad ogni gradino.
-    forza Maiale, vorrai mica arrivare seconda? – squittì poi, tanto per vincere l’ansia – la prima che arriva si becca il ragazzo più carino –
Ino imbronciò le belle labbra, corrucciando le sopracciglia – il ragazzo più carino è sempre mio, verginella – sbottò poi, avanzando decisa dietro l’altra, i corti shorts che si sollevavano ad ogni passo – poco ma sicuro –
Sakura si ritrovò a sorridere, poggiando una mano sul freddo corrimano.
Fu allora che la porta del 13A si spalancò, facendola indietreggiare spaventata.
-    Stavolta io lo ammazzo – urlò un ragazzo, poco più che ventenne, fiondandosi verso le scale, i pantaloni che gli scendevano sulle gambe magre.
Sakura spalancò gli occhi, portandosi una mano alla bocca.
-    bha, troppo biondo per i miei gusti – l’altra si sistemò il ciuffo, affettata - se è questo che offre la casa, è tutto tuo, Sakura – Ino le si accostò, per niente turbata dall’intimo spettacolo che il biondo stava offrendo.
Sakura la fissò rabbiosa e imbarazzata, le mani strette a pugno - Scherzi? – strillò - Ha una tale faccia da imbecille che su di lui non…-
-    concordo pienamente, Naruto è un vero coglione –
Ino sollevò interessata un sopracciglio voltandosi a fissare il nuovo arrivato, poggiato con la spalla allo stipite del 13A – ma stavolta ha ragione, per una volta che Hinata si decide a dargliela, Sabaku si mette a fare lo stronzo dal piano di sopra –
La bionda oltrepassò Sakura, mostrandosi in tutta la sua femminile presenza – Ino Yamanaka, piacere – sussurrò poi, melliflua.
Il ragazzo scosse la chioma nera disordinata, lucidando una mela sulla maglia scura che indossava – Uchiha, Sasuke Uchiha – replicò poi, mordendone un grosso pezzo.
Sakura fu tentata di sorridere, notando la buffa assonanza con “Bond, James Bond”, ma, appena gli occhi scuri dell’altro si posarono su di lei si sentì gelare e abbozzò un lieve inchino.
Che brava razza d’idiota, pensò poi, stupefatta di sé stessa.
Sasuke si voltò disinteressato verso Ino che, praticamente ininterrottamente, aveva preso a raccontargli la sua intera esistenza.
-    io vado – disse poi, laconico, chiudendosi la porta alle spalle.
La rossa fissò il moro sparire dietro l’uscio con il vago sentore che quella sorta di rallenty che stava vivendo fosse troppo cinematografico per essere reale.
-    bello ma totalmente cretino – Ino si passò nuovamente una mano tra i capelli, il tono della voce aspro – non mi ha proprio calcolato, che cafone – proseguì – sicuramente gay – concluse dopo qualche istante, proprio un attimo prima che il biondo si presentasse davanti le due, i pantaloni finalmente fissati in vita e un sorriso idiota sulle labbra.
-    13B vero? – porse la mano – Naruto Uzumaki, benvenute
Sakura si ritrovò istintivamente a sorridere, totalmente spiazzata dall’arrivo del giovane – Sakura Haruno e Ino Yamanaka – rispose, la voce calma – abbiamo incontrato Uchiha ma…-
Naruto agitò la mano, come per scusarsi – è un tipo di poche parole – balbettò – è un po’ strano, ma ci si fa l’abitudine – scoppiò in una risata contagiosa che piegò persino che labbra tirate a ghigno di Ino.
-    comunque…per ogni cosa potete chiedere a me – concluse il biondo – e ora perdonatemi ma – arrossì come un ragazzino alla prima cotta – avrei una cosa da finire, se QUALCUNO SMETTESSE DI ROMPERMI IL CAZZO – urlò, notando un’ombra scura che si sporgeva dal corrimano, il sorriso felino sulle labbra sottili.
-    Su Naruto, quante storie, Kiba ed io stavamo solo esprimendo il nostro parere
L’altro ragazzo riprese a sorridere, stringendosi nella camicia viola.
-    quale parere, testa di cazzo? – replicò Naruto, gli occhi iniettati di sangue.
-    quello che tu non devi scopare con una figa del calibro di Hinata, è assurdo, oltre che innaturale
Naruto strinse i pugni, gli occhi che assumevano sinistre sfumature rossastre – solo invidia, stronzi-
L’altro rise di una risata cavernosa e gutturale, per niente musicale.
Sakura si ritrovò a fissare l’ennesima conoscenza di quel caotico giorno.
Capelli bruni che descriverli come disordinati sarebbe stato semplicistico e riduttivo, occhi verde scuro e ghigno da figlio di puttana stampato sulle labbra.
Oltre che un naso da pugile, o comunque da ragazzaccio.
Aria da sfigato, si, ma di quei sfigati che ammettono di esserlo. E che tanto sfigati non sono, alla fine.
Un tipo da evitare, le consigliava la coscienza.
Per questo capì subito chi si sarebbe sentita attratta da uno così.
-    piacere, Ino Yamanaka –
Appunto.
-    Kankuro Sabaku – il ghigno si allargò – 13B?...era casa di mia sorella prima del coglione col codino, complimenti della scelta, mesdames
Ino ridacchiò, malumore da Uchiha e fatica totalmente sparite.
Sakura si portò una mano allo fronte.
Giornata patetica.
-    ehy, Sakura – sentì bisbigliare dall’amica – sei arrivata prima –
La rossa inclinò la testa – e con ciò? –
Ino si sistemò il ciuffo dietro l’orecchio mentre Kankuro scendeva velocemente i gradini.
-    il più carino è tuo no? – replicò l’altra, indicando con un cenno della testa la porta del 13A.
Sasuke la fissava con quegli strani occhi neri, le braccia serrate e i muscoli ben definiti che si intravedevano dalla maglia aderente.
E Sakura smise di pensare ai libri, alla puzza di Kebab e a Kankuro, che prometteva a Ino di ripassare quella sera stessa per studiare insieme.
Solo dopo qualche mese avrebbe saputo che Kankuro frequentava lingue e che di anatomia sapeva solo quello che Ino gli faceva apprendere faticosamente  in camera sua.
O almeno conosceva quel poco che serviva per far contenta la sua amica.
E non era certo cosa da niente, conoscendo Ino.
In quell’istante, l’unica cosa degna di nota erano gli occhi scuri di Sasuke.
E quel sorriso di scherno congelato sul suo volto.
Sasuke Uchiha.


II

5 ottobre


Sakura si era ripromessa di non iniziare mai a fumare.
Sapeva quanto fosse pericoloso e dannoso.
Quando parlava con Ino della sua tesi (ok, mancavano ben quattro anni alla laurea, ma lei era un tipo previdente) le diceva spesso che vi avrebbe parlato dei danni della nicotina e affini.
Era una salutista, lo era sempre stata e avrebbe continuato ad esserlo.
Bhe, escludendo quella sera.
-    ‘fanculo Ino e “Kankuro vorrebbe cenare qui perciò, sai come vanno queste cose, ci serve il tavolo della cucina e tu non puoi studiare mentre mangiamo” – imitò la voce dell’amica ringhiando sommessamente e passandosi la sigaretta accesa tra le dita.
Impallidì ripensando a cosa Ino volesse dire parlando di cenare e mangiamo. Ed ebbe un moto di nausea al pensiero dell’utilizzo del tavolo della cucina.
Totalmente disgustoso.
Cercò di riportare la sigaretta alle labbra, le labbra sporte goffamente.
È solo un innocente tiro per smaltire la rabbia, quel cretino di Shikamaru dice che funzioni e lui di rabbia repressa ne sa qualcosa con quell’arpia di Temari come fidanzata.
- solo un tiro – si ripromise, mentre la cicca consumata cadeva a terra, tra le Converse nuove e il pavimento brullo del terrazzino.
- non dovresti fumare – una voce dura e sprezzante gelò l’aria ancora calda della sera di fine estate – specialmente in quel modo, sei tremendamente…patetica –
Sakura strinse gli occhi a fessura, lasciando cadere la sigaretta a terra.
-    e tu che cazzo vuoi? – urlò poi, voltandosi di scatto.
Occhi scuri, incarnato pallido, corpo da dio greco.
E io ho appena fatto una figura di merda.
- preservare la tua salute – si limitò a rispondere l’altro – e fumare in santa pace solo, dato che abito con Naruto e necessito di un po’ di silenzio, di tanto in tanto –
Sakura annuì, totalmente imbarazzata.
Si portò le gambe al petto, avvolgendole con le braccia magre.
Evitò lo sguardo del moro, concentrandosi a fondo sulla brace della sigaretta agonizzante sul pavimento.
Allora parlò.
-    Kankuro si è trasferito da Ino la sera e oggi mi hanno buttato fuori –
Sasuke le rivolse un’occhiata disinteressata, sedendo a qualche metro da lei sulla sporgenza di un muretto.
-    stasera scusa della cucina, dovevano…-
-    …avevano bisogno della cucina – l’interruppe il moro, accendendosi una Lucky Strike – i Sabaku non hanno fantasia quando si parla di sesso –
Sakura spalancò gli occhi, incredula – e tu come fai a saperlo? – chiese, la voce secca.
Le aveva parlato.
Sasuke Uchiha le aveva parlato.
Non come quando l’incontrava sul pianerottolo, ignorandola e sorpassandola bellamente.
Né come quando si fermava a vederla arrabattarsi imbarazzata alla ricerca di una frase sensata da dire.
Sauke le aveva davvero parlato.
E non c’era stato nessuno “stupida” o “patetica” nella frase.
Wow.
Sasuke trasse una lunga boccata, un broncio che Sakura non poté non considerare bellissimo sulle labbra.
-    prima Temari divideva l’appartamento con Tenten, la ragazza del mio vecchio coinquilino, Neji – mormorò lentamente, come se ogni parola pesasse un quintale – praticamente nostra ospite fissa, dato che Temari invadeva qualsiasi ambiente casalingo con il suo baby fidanzato, Shikamaru –
Sakura si lasciò sfuggire una risatina al pensiero di quei due.
In fondo era a Shikamaru che lei ed Ino dovevano il loro appartamento.
Era stato lui ad avvertirle che si erano liberate della stanze, dato che la sua adorabile fidanzata aveva deciso che avrebbero iniziato a convivere.
-    e ora Ino e il fratello mi stanno distruggendo casa – rise, stavolta con meno timore – se potessi li chiuderei fuori una notte a calmare i bollenti spiriti al freddo – sospirò teatrale - sono esausta –
Sasuke tirò una nuova boccata, rimanendo in silenzio – già – si limitò ad assentire, pensoso.
Sakura si strinse nuovamente nelle braccia.
La netta sensazione che quel gelido ragazzo non avrebbe più aperto bocca.
E la bella sensazione che le aveva lasciato il suono della sua voce sulla pelle.
Ma a me va bene anche solo così.
-    chi ti ha dato le sigarette? –
Sakura si voltò lentamente verso Sasuke, interdetta – hai parlato? –
L’altro storse le labbra, infastidito – si Sakura, che domanda stupida –
-    oh, scusami è che tu parli poco o mai e…- si interruppe, vagamente stordita dal tono ansioso della sua voce - …sto diventando logorroica, vero? -
-    un po’ – ammise il moro, spegnendo la cicca sotto al tacco delle scarpe costose – sai essere peggio di Ino, quando inizi a vaneggiare di cose senza senso –
Sakura si morse un labbro, per un attimo ferita dal nome dell’amica pronunciato dall’Uchiha.
Ino, Ino, Ino.
Per un attimo solo Ino.
-    Naruto mi ha detto che sei una secchiona e che parli sempre troppo complicato per lui –
La rossa sollevò lo sguardo sul ragazzo.
-    Naruto è un ragazzo simpatico ma a volte…un po’ lento –
Si stupì quando l’altro sorrise cauto – il contrario, Haruno: Naruto è troppo veloce per stare dietro a noi –
Sakura fece spallucce, un sapore amaro che prendeva il sopravvento nella bocca.
Come se facessi di tutto per stargli antipatica.
-    però è simpatico e…-
Ho paura di piacergli.
Sasuke la fissò in tralice, un’ombra irritata nello sguardo – a volte si prende molta confidenza, cerca di non stargli appiccicata –
La ragazza abbassò gli occhi verdi, un lieve rossore sulle gote.
-    oh certo, Sasuke –
E di nuovo silenzio.


III

13 novembre

-    non mi farò più convincere da nessuno a partecipare a questi stupidi party, oggi non ho aperto libro! –
Ino le strizzò l’occhio, rotolandosi nella coperta gettata a terra – Sakura, passiamo la notte a casa di Sasuke e tu pensi a lagnarti per lo studio? –
Sakura le lanciò un’occhiataccia, per poi incrociare le braccia sotto al seno – perché io sono una ragazza responsabile, ad esempio?! – la schernì, sistemandosi la gonna di jeans sulle gambe magre.
Ino riprese a bere la birra ormai calda, guardandosi attorno – non avevo mai visto questo posto così pieno – commentò, ignorando bellamente la coscienza risvegliata dall’amica.
Sakura rivolse un’occhiata annoiata alla sala, notando le varie coppie annidate negli angoli.
Neji aveva le mani infilate tra i capelli di Tenten, stranamente sciolti sulle spalle atletiche.
Shikamaru aveva la testa gettata sul prosperoso seno della fidanzata, con l’espressione di chi è morto ma sa di essere in paradiso.
Naruto teneva la mano di Hinata, bisbigliandole di tanto in tanto frasi nell’orecchio, facendo arrossire incredibilmente la Hyuga.
E lanciando alla rossa sguardi incerti di tanto in tanto, ma questo, Sakura, preferì ignorarlo.
Grugnì, stranita.
Coppie.
Tutte fottute e deprimenti coppie.
-    Sakura, ti sei addormentata? – Ino le si piantò davanti, un sorriso furbo sulle labbra – che guardi? – chiese poi, seguendo lo sguardo dell’altra vagare per la stanza.
-    Ho capito – sbottò poi – ma non è colpa loro se tu non scopi –
Sakura assunse una tonalità da far invidia alla dolce Hyuga, mascherando l’espressione rabbiosa con un sorriso ostentato – pensa al tuo uomo di Neanderthal – la schernì, indicandole Kankuro che beveva la sua decima lattina di birra.
Ino fece spallucce, incurante – è come la benzina per lui…e poi almeno stanotte io avrò da fare altro che ripetere dell’apparato scheletrico –
-    almeno io all’esame avrò qualcosa da dire, Ino cara –
La bionda le mostrò la lingua, strizzando l’occhiolino – il mio motto è vivi il presente…e ora, se permetti…- si inchinò, lasciando che metà fauna maschile si beasse del suo decolté - …torno dal mio ragazzo, dato che io ne ho uno – concluse, riprendendo a camminare verso Kankuro che, camicia ormai sbottonata e maniche rialzate, la faceva sedere con uno strattone sulle sua ginocchia.
Esibizionisti, pensò Sakura, gettandosi su uno dei divani.
Riprese a torturarsi un ciuffo corto con due dita.
Impresa complicata, dato il suo nuovo corto e mascolino taglio di capelli.
-    Haruno
Sakura alzò lo sguardo sul ragazzo moro che la fissava, il drink con tanto di ombrellino tra le dita – Uchiha – balbettò, vagando sul corpo statuario del ragazzo.
Lui la fissò interessato, soffermandosi a lungo ( e Sakura se ne accorse con un certo stupore) sulle gambe nude.
Rabbrividì di piacere, accavallandole.
-    anche tu solo? – chiese mentre il ragazzo cercava di intuire altro, sotto il sottile tessuto della gonna.
Sasuke storse le labbra – no – disse, lapidario – sto con Karin, la rossa lì in fondo –
La ragazza schiuse le labbra, una sensazione di stordimento nella testa – Karin? – mormorò, gli occhi vaganti sulla sala gremita.
Corpo da modella, fianchi modellati e seno perfetto avvolti in un vestito provocante.
Occhi languidi sepolti da occhiali maliziosi.
Capelli di un rosso cupo sciolti sulle belle spalle.
Indiscutibilmente una tipa da urlo.
Sakura si strinse nelle spalle, maledicendo la sue seconda molto azzardata.
-    quindi vai da lei? – più che una domanda era un pigolio, ma provò a farsi forza – allora? –
Il moro terminò il drink, gli occhi ancora fissi sulle gambe della ragazza.
Occhi un po’ troppo liquidi per essere totalmente sobri.
-    non ne vedo il motivo, ora – biascicò, facendole cenno di fargli posto.
E quando le si sedette accanto, poggiandole una mano sulla gamba nuda, Sakura sentì nuovamente un fuoco invaderle il basso ventre.
E pensò che Ino non aveva poi sempre torto.
A fanculo l’esame di anatomia umana.
A fanculo quella Karin che li fissava con ferocia.
Vivi il presente.



IV

19 gennaio

Non era la prima volta che Sasuke le apriva la porta in piena notte e se la trovava davanti mezza nuda, gli occhi chiari spauriti e la mano ancora poggiata sul campanello.
-    dormivi? – chiese Sakura, le ciucche corte di capelli che le sfioravano le labbra screpolate, facendola apparire più piccola e indifesa di quella che realmente fosse.
Sasuke sbuffò, facendole strada – sono le quattro del mattino e domani ho lezione. Dormivo, Sakura, smettila di fare domande idiote –
La ragazza si infilò nello stretto corridoio, i piedi nudi che, sulle punte, sfioravano appena il pavimento
- Naruto? – chiese, cercando di scorgere la figura gettata sul letto nella stanza in penombra dell’altro.
-    Dorme. È appena tornato da una serata tra uomini: Kiba, Lee e Naruto – uno sbuffo – che trio di coglioni –
Lei ridacchiò, dirigendosi speditamente verso la camera di Sasuke.
Quella camera che da diverse settimane aveva imparato a conoscere fin troppo bene.
-    che fai, non ti muovi? – chiese poi, improvvisamente maliziosa – non mi lascerai andare tutta sola, vero? –
Sasuke infilò le mani nelle tasche del pigiama, guardandosi assonnato allo specchio.
Il ragazzo riflesso non aveva l’aria poi tanto sveglia, oltre che l’aspetto da naufrago.
A petto nudo e con i capelli ridotti a quella nuvola nera pietosa non era certo al massimo della forma.
Sakura spuntò da dietro l’angolo, affacciandosi meravigliata – sei un vanitoso – mormorò, sorprendendolo a specchiarsi – l’ho sempre pensato, ma ora ho le prove –
Sasuke le rivolse un’occhiata gelida, raggiungendola rapidamente – ritira quello che hai detto – le sussurrò all’orecchio – o te ne dovrò far pentire –
Sakura rise, agitando i capelli che profumavano di frutti di bosco – nel corridoio, Uchiha?...meglio in camera, così Naruto non potrà sentire i tuo bruschi sistemi di tortura – si divincolò dalle sue braccia tese, infilandosi rapida nella stanza deserta.
Sasuke la seguì, del tutto sveglio dopo il breve contatto del suo corpo con quello di lei.
-    che volevi, Sakura? – chiese poi, chiudendosi la porta alle spalle.
La ragazza sollevò su di lui gli occhioni chiari, seduta a gambe incrociate sul copriletto – tra un settimana ho il primo esame – il sorriso le si spense sulla labbra – e sono nervosa –
Sasuke si passò una mano tra i capelli, annoiato – Sakura, fai questo dannato conto alla rovescia da quanto…un mese? Sai che…– la fissò glaciale.
Termine ideale della frase?
Mi stai stufando.
Lei strinse i pugni, ferita ma troppo orgogliosa per ammetterlo – è che sono ansiosa, non posso fallire, i miei ci tengono che io mi laurei presto –
Sasuke, gli occhi sempre rivolti al soffitto, l’interruppe, la voce fredda – secondo me passerai qualunque esame, ma se hai troppa paura… io non so cosa fare per te –
La ragazza ingoiò il groppo amaro che le era salito in gola – potesti…starmi vicino –
Lui ghignò – Sakura più che vicino, ultimamente ti sto dentro – rispose, malizioso – più di così non posso fare –
Sakura riprese coraggio, sfilandosi la sottoveste chiara – potresti farmi rimanere a dormire qui – sussurrò, lasciando che lui seguisse le esili forme alla luce della lampada.
-    Naruto potrebbe vederti – rispose il ragazzo, seccamente – non ho voglia di…discutere con lui –
Sakura si morse un labbro – non pregherò per rimanere qui – mormorò, decisa – sarai tu a chiedermelo –
Si alzò dal letto, avvicinandosi cautamente al ragazzo.
Preda e predatore.
Gli afferrò una mano, portandosela tra le gambe.
Lo sentì trepidare e osò nuovamente, cercando le sue labbra socchiuse.
Le accarezzò con la lingua, godendosi quei pochi attimi in cui lo sentiva in balia di sé.
Perché sapeva che l’alba sarebbe arrivata, e che tutto sarebbe cambiato.
Lui l’afferrò per i fianchi, trascinandola sul letto sfatto.
-    ti amo – osò sussurrargli lei, incurante del suo solito silenzio.
La vaga speranza di svegliarsi accanto a lui, la mattina dopo.
Solo un vaga speranza.



V

26 gennaio

Sakura tremava, il libretto universitario come incollato alle dita.
Bussò nuovamente, totalmente incurante degli sguardi allarmati degli altri coinquilini, che la fissavano sconvolti.
-    Sakura, sicura di star bene? – Kiba, affacciato dal piano di sopra la fissava stupito.
Aveva dormito poco, colpa anche di quella ragazza che andava a veniva dal suo appartamento, per la disperazione di Kankuro e Ino, orfani di un letto.
- certo che sto bene, scemo – replicò Sakura, saltellando nuovamente e sbottonandosi la giacca.
In quel completo elegante la ragazza era irriconoscibile.
E, oltre tutto, quelle Nike ai piedi stonavano, decisamente, con l’insieme.
- ho appena dato l’esame, scemo, sono tornata con le scarpe da ginnastica perché sui tacchi non potevo mica prendere la metro -  si ritrovò a strillare lei, i ciuffi rossi che le sfuggivano dalla presa delle mollette.
Ino si affacciò, uno strano lenzuolo con gattini che le avvolgeva il corpo nudo.
-    come è andata? – chiese, ancora assonnata, i capelli gettati disordinatamente sulle spalle.
Sakura le rivolse un’occhiata radiosa, saltellando – poi ti racconto – la liquidò seccamente, riprendendo a tamburellare con le nocche sulla porta del 13A.
Ino sbadigliò nuovamente, richiamata in camera dalla voce arrochita del fidanzato – Sasuke è uscito, comunque – mormorò, vagamente offesa dal tono dell’amica – brutta ingrata –
Sakura si voltò verso di lei, stupita – dicevi? – quando la porta dell’appartamento si schiuse, lentamente.
- Sasuke, tesoro, ho preso 30 e lode! – strillò entusiasta – mi hanno fatto i complimenti e…-
- e tu saresti? -
Sakura si interruppe, osservando l’altro guardarla stupito.
Occhi caldi e viso famigliare.
-    Sakura Haruno, la ragaz…un’amica di Sasuke –
L’altro sorrise, vagamente inquietante – Itachi Uchiha, fratello del tuo ragaz…amico – le porse la mano, mentre lei si perdeva nei suoi occhi scuri dai riflessi rossastri.
Che a descriverli potevano sembrare demoniaci.
E a vederli sfioravano i paradisiaco.
- Sasuke è uscito, quando arrivo a fargli visita si trova sempre meglio da fare – sorrise – se vuoi entrare…- la invitò, con lo stesso tono di un lupo che invita l’agnello a bere con lui alla fonte.
- preferirei aspettarlo da me…- biascicò la ragazza, facendo scivolare la mano tra quelle dell’altro.
Itachi spense il sorriso, improvvisamente nervoso – certo, Sakura Haruno – sibilò, fissandola avido – io mi fermo qui qualche giorno, sai dove trovarmi –
La ragazza si voltò, il cuore che le sbatteva con la forza di un martello nel petto.
-    puoi contarci – si ritrovò a sussurrare come risposta, pentendosi un attimo dopo.
Che razza di idiota.




VI

3 febbraio


Sakura ingoiò il boccone con sforzo, evitando di guardare davanti a sé.
Itachi sorrideva sornione, bevendo lentamente e divorandola con gli occhi.
Sasuke teneva lo sguardo fisso sul piatto, talmente furioso che persino Naruto, seduto accanto a Sakura, evitava di rivolgergli parola.
-    e quindi tu e Sasuke state insieme? -  chiese Itachi, giocherellando con il suo pezzo di capricciosa.
-    Si –
-    No –
-    Sono etero –
I tre si voltarono verso Naruto, che prese a ridacchiare imbarazzato – bhe, mica ha specificato il soggetto, no? -
Sakura non riuscì a ridere, tanto era spaventata dallo sguardo di fuoco di Sasuke.
-    vado in cucina, c’è il gelato da preparare – mentì, dimenticando quasi che l’unica forma di dolce presente in quella casa fossero tre pseudo- biscotti del discount sepolti in un barattolo.
Si alzò frettolosamente, sistemandosi i jeans scoloriti e fiondandosi in cucina.
Che razza di situazione.
Ok, lei aveva baciato Itachi Uchiha.
Ok, lei era innamorata del fratello.
E ok, forse il migliore amico di quest’ultimo aveva una cotta senza speranza per lei.
…come cazzo poteva essere successo in soli sette mesi di lontananza da casa?
Fino ad agosto la più disinvolta delle due era Ino, con i suoi te ex fidanzati all’attivo e la sua verginità perduta a sedici anni.
E ora invece ci si metteva lei a emulare le avventure amorose di Beautiful.
Pensare che lei quel giorno voleva solo parlare con Sasuke.
Come si era ritrovata tra le braccia del fratello era un mistero dell’umana scienza.
Forse erano stati i suoi sguardi profondi o la sua voce calda.
Fatto sta che il litigio con Sasuke per motivi sciocchi come “non ti interessa di me, dato che ignori i miei esami” era terminato con un “Itachi…Itachi”.
Sussurrato più e più volte.
Fino all’ingresso di Naruto in camera da letto.
E l’avvio di quella imbarazzante serata.
- Sasuke ha capito tutto e non credo che Naruto terrà il segreto a lungo –
Sakura reclinò la testa, stanca – Itachi, ti prego, è stato uno stupido errore –
L’altro entrò in cucina, chiudendosi la porta alle spalle – tu lo chiami errore, io li chiamo preliminari –
La ragazza lo fulminò con lo sguardo, nell’innocenza dei suoi venti anni ancora da compiere.
-    sei uno stronzo –
-    vizio di famiglia – replicò l’altro, mordace – pare che non ti dispiaccia affatto però -
I due si fissarono silenziosi per qualche istante – riparto domani, non preoccuparti – disse lui, il tono fermo – non vorrei aiutare Sasuke a perdersi nelle sue eterne sindromi di inferiorità -
Sakura perse il respiro, fissando le iridi rossastre dell’altro.
-    domani? – chiese, senza fiato.
-    Domani – rispose Itachi, il tono quasi divertito – ultimo bacio? -
Sakura lo fissò tremante, gli occhi socchiusi.
E il bacio che si scambiarono riuscì a farle quasi perdere i sensi, tanto fu intenso.
- Itachi, Sakura, ero giusto vedere a che punto eravate col gelato –
La ragazza impallidì, staccandosi con decisione dalle labbra dell’altro – ma vedo che potete fare senza di me – proseguì Sasuke, il tono gelido.
Si voltò, i pugni chiusi lungo i fianchi – mi auguro che abbiate almeno il ritegno di andarvene immediatamente da soli, specialmente se ci tenete a farlo sulle vostre gambe –
Sakura abbassò gli occhi lacrimosi, annuendo – posso almeno spiegarti –
-    vattene – replicò l’altro – non abbiamo più nulla da dirci, Haruno –




VII

30 marzo


-    Naruto ha preso la nostra bolletta – disse Ino, seduta sul divano, comodamente avvolta dalla stessa coperta di Kankuro, intenta nell’imboccarlo con pezzi di colomba pasquale.
Contro ogni previsione ( anche la stessa di Ino) la sessione d’esami le era andata splendidamente e si godeva il meritato riposo con il suo ormai ufficiale fidanzato.
O “il vessato”, come aveva preso a chiamarlo Sakura.
- mandaci Kankuro – replicò la rossa, sfogliando la rivista medica.
Temari, sdraiata sul divano ai piedi del fratello, le scoccò un’occhiata furente – ci avrei mandato Shika, ma come vedi noi quattro abbiamo da fare –
Shikamaru annuì, convinto e sonnacchioso, riprendendo a giocherellare con il telecomando del video registratore.
La musica di “dirty dancing” riprese a aleggiare nel piccolo appartamento.
Piuttosto che rimanere qui mi ammazzo.
-    ok, vado io – proruppe, infilandosi le ciabatte con due enormi papere, comprate nella foga da shopping, iniziata dopo una certa separazione da un certo ragazzo.
L’ “Innominato”, come era oramai noto ai più.
Pregò inconsciamente che questi non fosse a casa, chiudendosi la porta alle spalle e non notando le occhiate complici tra Ino e Temari.
Se c’era una cosa che Shikamaru ripeteva instancabilmente era che di due bionde non ci si poteva fidare.
Ma Sakura si ostinava a non credergli.
Povera innocente.
Attraversò il pianerottolo rapidamente, attaccandosi alla ringhiera con nervosismo.
“ Non ci sarà”, si ripeteva, inutile nenia “ oggi avrà lezione e Naruto vorrà vedermi da sola”.
Si fermò davanti la porta del 13 A, il viso indurito.
Solo allora si accorse di avere ancora addosso il pigiama sgualcito e i capelli in totale subbuglio.
Bha, per Naruto sarebbe andata bene anche così.
Bussò ripetutamente, illudendosi di poter sfuggire ad un’inutile tortura.
Ma quando Sasuke, e un Sasuke spaventosamente perfetto, le apparve sulla soglia, le uniche parole che riuscì a balbettare furono il suo nome, ben condito da sospiri rapiti.
E, nonostante tutti i suoi sforzi di dimenticarlo, si riscoprì perdutamente innamorata.
- allora? – chiese lui, inarcando un sopracciglio e squadrandola in tutta la sua disordinata imperfezione.
Sakura prese fiato.
Bolletta, pensò.
Digli della bolletta e scappa via.
Non vuole parlarti, non umiliarti da sola.
-    ti amo tanto e con Itachi sono stata solo una ragazzina stupida. Non ho smesso un minuto di pensarti –
La porta si chiuse davanti a lei con un suono sordo.
Eco del suo cuore che andava in pezzi.


VIII


5 giugno


Ino sorrise, seduta due banchi dietro di lei, l’instancabile Kankuro che sorseggiava accaldato una bibita fresca.
Sakura si ritrovò a sorridere malinconica.
Seduta compostamente nel suo abito elegante, aspettava trepidante il suo nome all’appello.
Il suo quinto esame, nonché la prossima lode, come aveva pronosticato Ino la sera prima, invitandola a mangiare almeno una mela, per cena.
Da quando era iniziata l’università aveva perso peso, troppo persino per una come Ino, e il volto emaciato non presagiva niente di buono.
Quest’estate dobbiamo rimorchiare, mi servi in forma, l’aveva sgridata Ino, cercando di ricomporre il taglio di capelli lasciato ricrescere, e non mi dire “Kankuro”… avrò talmente tanto da fare nel farmi gli affari miei e controllare che lui non mi tradisca, che occuparmi di te sarebbe troppo, aveva aggiunto, il tono affettato.
La solita cara Ino.
Notò il professore afferrare la lista dei nomi e scrutarla con gli occhi miopi.
-    Haruno – mormorò poi, sollevando lo sguardo sulla piccola platea.
Sakura sospirò.
Lo spettacolo aveva inizio.



-    …e con lode, signorina Haruno, come sempre nello studio lei si distingue –
Sakura sorrise di gratitudine, il nodo al petto che si scioglieva lentamente.
-    la ringrazio infinitamente professore – disse poi, senza particolare entusiasmo, firmando il verbale d’esame – è un grande onore per me ricevere i suoi complimenti –
L’uomo sorrise, osservandola alzarsi dalla sedia.
-    arrivederci, signorina Haruno –
Sakura, il sorriso che scemava sulle labbra, si voltò verso gli altri studenti, osservando le occhiate rivolte a lei.
C’era chi la guardava speranzoso, chi arrabbiato, chi impaurito.
Sempre la stessa aria che si respirava al solito esame.
Sospirò osservando Ino sbracciarsi nella sua direzione, il sorriso che le prendeva l’intero volto.
-    Oh Ino – rise, mentre l’altra sfuggiva all’abbraccio del fidanzato e si catapultava verso di lei, entusiasta – tesoro, sei un genio! Un genio! – ripeté il cuore che correva a mille – un giorno mi spiegherai come fai –
Sakura le rivolse un’occhiata eloquente – studio il corpo umano su un libro, non su un vicino di casa –
Ino abbassò gli occhi cerulei, colpevole – scusami – mormorò impercettibilmente.
Sakura l’abbracciò, gli occhi gonfi di lacrime.
Ma fu allora che il moro in fondo alla sala di alzò, mani in tasca e capelli scuri spettinati.
La rossa mollò la presa su Ino, sgranando gli occhi.
-    Sa…Sasuke…- balbettò, riconoscendo quelle spalle note.
Ino la guardò confusa, per poi spingerla per le spalle – vai! – le urlò mollandole uno scappellotto sulla nuca – è lui – la confortò, i begli occhi chiari sinceri – sbrigati! –
Sakura la guardò con gratitudine, iniziando a correre per lo stretto corridoio.
Oltrepassò la porta del cortile interno, i passi dell’altro che si addentravano sempre più nell’intricata rete di cunicoli della facoltà.
Fu solo davanti l’ascensore che riuscì ad afferrargli il polso, il cuore ormai che sbatteva furioso nel petto.
Si fissarono, muti e assorti, per qualche secondo.
-    perché?- mormorò poi lei, la magia rotta da un respiro spezzato.
-    Perché si – replicò lui – avevo tempo oggi – aggiunse, come fosse la cosa più ovvia del mondo -    E ora lasciami andare – concluse, il tono irritato.
Sakura strinse la presa, avvicinandosi di un passo – non ti chiederò più scusa – disse, ferma – so che mi hai perdonato – lasciò il polso del ragazzo, che la fissò stordito.
Io ho bisogno di te come tu hai bisogno di me, si leggeva nei suoi occhi verdi.
E qualcosa diceva a Sakura che anche Sasuke lo stava pensando.
- ci vediamo – sibilò lui, infilandosi nell’ascensore – Sakura Haruno –
La rossa si portò una mano al petto, gli occhi arrossati – a presto, Sasuke Uchiha –
Un ultimo sguardo.


E tutto iniziò.





Iniziamo col dire che di tutto ciò non sono soddisfatta.
Che Rory meriterebbe ben altro e che quella cosa lì è uscita come è uscita.
Continuiamo dicendo che ci sono tante omissioni e che sono volute. Ogni altro momento saliente è affidato alla vostra fantasia.
Perché la mia ha dato forfait XD
Concludiamo dicendo che è stata ispirata dal viaggio di ritorno dall’università e uno sguardo alle “case dello studente” mentre passavo appoggiata con la fronte al vetro dell’autobus ascoltando “The last night” degli Skillet.
Che non c’entra niente con la fic, ma ha fatto atmosfera XD
E aggiungerei che non è ciò che avevo intenzione di scrivere, ma…MaH.

Ora, per Rory:
Tesoro scusa! Per questo tuo compleanno avrei voluto fare qualcosa di più nero, su tutti i fronti XD e invece è nato ciò.
Spero che almeno un po’ lo apprezzerai perché dietro ogni parola c’è tanto amore – e sonno, dato che l’ho scritta in notturna XD –
Un bacio e ancora auguri, mio grigio tesoro.
Ah, non è un caso che la scena romantica sia in quel giorno.
E Kiba è assonnato per una tipa magra e sasusaku...la conosci mica? XD

Roberta






  
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