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Autore: Ludo_Stylinson    29/12/2014    7 recensioni
"PAPA’ NEVICA! NEVICA!!! PAAAAAAPAAAAAA’ SVEGLIATEVI! NEVICA!!!”
Come faceva un esserino di 6 anni ad avere tutta quella potenza nella voce? Era questo quello che, alle 8 del mattino di domenica primo dicembre, si stavano chiedendo Harry e Louis, profondamente addormentati abbracciati nel loro lettone matrimoniale. O almeno lo erano prima che una testolina riccioluta sbucasse dalla porta della camera urlando con quanto fiato aveva in corpo e dirigendosi saltellando verso il letto svegliando i genitori perché, ehi, nevicava! E se la neve non era la cosa più bella del mondo beh, allora non sapeva proprio cos’altro potesse esserlo… A parte forse le coccole dei suoi papà quando si sdraiavano tutti insieme la sera sul divano.
Parents!Larry
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 1 Dicembre

“PAPÀ NEVICA! NEVICA!!! PAAAAAAPAAAAAÀ SVEGLIATEVI! NEVICA!!!”
Come faceva un esserino di 6 anni ad avere tutta quella potenza nella voce? Era questo quello che, alle 8 del mattino di domenica primo dicembre, si stavano chiedendo Harry e Louis, profondamente addormentati abbracciati nel loro lettone matrimoniale. O almeno lo erano prima che una testolina riccioluta sbucasse dalla porta della camera urlando con quanto fiato aveva in corpo e dirigendosi saltellando verso il letto svegliando i genitori perché, ehi, nevicava! E se la neve non era la cosa più bella del mondo beh, allora non sapeva proprio cos’altro potesse esserlo… A parte forse le coccole dei suoi papà quando si sdraiavano tutti insieme la sera sul divano.
“Lou” biascicò Harry affondando la faccia nel cuscino, “falla smettere ti prego”.
Louis scoppiò a ridere, soffocò malamente uno sbadiglio per poi alzarsi a sedere e, con occhi gonfi di sonno, sorridere a sua figlia e buttarla sul letto iniziando a farle il solletico. La piccola iniziò a dimenarsi sotto di lui ridendo a crepapelle senza però smettere di gridare “NEVICA” tra una risata e l’altra.
Harry intanto sentì il rumore di due piedini che sbattevano sul pavimento prima di veder spuntare in camera Theo, pigiamino di Cars, pollicione in bocca, il suo peluche preferito stretto in mano e una coperta a coprirlo come fosse un piccolo fantasmino, che con il visetto assonnato guardò la scena per poi lamentarsi.
“Papà! Io voio dommire ma ‘on ci riesco se Emma urla”.
Harry fu così intenerito dalla visione di suo figlio completamente insonnolito che non riuscì a non sorridere, facendo spuntare ai lati del viso due meravigliose fossette, per poi allungare la mano verso il bambino.
“Vieni qui, batuffoletto che non sei altro. Vogliamo vendicarci di Emma che ci ha svegliato?” e, fatto salire anche il più piccolo dei suoi figli sul letto, i tre iniziarono a riempire di solletico la piccola che ormai rideva come non mai.
“Ahahah, bas- bastahahahahah. AHAHAHAHAHAHAH ok mi arrendo” riuscì a dire col fiatone.
“Emma è una pappamolla” iniziò allora a schernirla il suo fratellino.
“Non è vero!” ribatté la bimba, incrociando le braccia al petto e rabbuiandosi.
“Papaaaaaaaaà, Theo mi ha chiamata pappamolla”.
“Dai, non iniziate a litigare ora. Nessuno è una pappamolla” cercò di placarli Harry.
“Che ne dite se adesso, invece di litigare, ci rimettessimo un pochino sotto le coperte?” continuò il più grande tra i due papà.
“Ok, però dopo possiamo andare a giocare con la neve?” borbottò Emma, stropicciandosi gli occhi con la manina.
“Certo tesoro” le disse Harry lasciandole un bacio sulla fronte ed alzando le coperte per permettere ai due bambini di entrare nel lettone tra di loro, i quali si riaddormentarono non appena poggiarono la testa sul cuscino.
Harry e Louis li seguirono poco dopo.

A svegliarli fu l’odore del cioccolato caldo, per i piccoli di casa, e quello di the per Louis. Il sonno di Harry non era poi durato così a lungo e aveva deciso di alzarsi e portare la colazione a letto ai tre che ancora erano tranquillamente nel mondo dei sogni.
“Buongiorno dormiglioni” esclamò Harry, entrando nella stanza cercando di non rovesciare tutto il contenuto del vassoio che portava in bilico su una mano.
“Buongiorno papi” risposero in coro i bambini che avevano riacquistato immediatamente la loro iperattività e aspettavano impazientemente la loro colazione seduti sul letto.
Louis, dal canto suo, mugugnò qualcosa che somigliava ad un “voglio dormire” girando la testa dalla parte opposta e richiudendo gli occhi.
“E pensare che avevo portato anche le crepes appena fatte..” iniziò allora a dire Harry scherzando
“Ok, non ho proprio tutta questa voglia di dormire” esclamò allora Louis, rizzando a sedere.
E Harry rise. Non sapeva chi era il bambino tra i tre nel lettone.

Dopo aver trascorso la mattinata a poltrire nel letto i quattro mangiarono e nel pomeriggio si vestirono, volendo uscire per fare una passeggiata nella neve tra le bancarelle che da quel giorno avrebbero iniziato a popolare la via della città facendo entrare tutti i cittadini in clima natalizio. Appena uscirono di casa l’aria fredda di Dicembre li investì in pieno volto ma bastò loro iniziare a camminare per iniziare a scaldarsi.
“Non ho idea di cosa fare alle nostre mamme” iniziò a dire Harry mentre giravano tra i banchetti alla ricerca di qualcosa che facesse venir loro l’ispirazione su cosa regalare ai loro parenti.
“Nemmeno io Ha- Theo non toglierti i guantini” disse Louis vedendo che il piccolo nel passeggino si stava torturando le mani tentando di togliersi i guanti.
“Mh… Dovremmo iniziare a pensarci altrimenti ci riduciamo sempre all’ultimo come tutti gli anni” continuò il riccio pensieroso.

Dopo aver fatto praticamente tutto il giro della piccola cittadina decisero di fermarsi a bere una bella cioccolata calda. Si sedettero al loro tavolo e mentre attendevano che arrivassero le ordinazioni Harry parlò.
“Appena torniamo a casa i papà hanno una sorpresa per voi” disse rivolgendosi ai suoi due figli.
Gli occhi dei bambini si illuminarono.
“Cosa papi?” chiese allora curiosa Emma.
“Cosa, cosa?” ripeté Theo, imitando la sorella.
“Se ve lo dicessimo che sorpresa sarebbe?” rispose però Louis, sorridendo complice al marito.
“Ma uffi, io voglio saperlo!” sbuffò impaziente Emma mentre la cameriera porgeva loro quattro tazze fumanti.
“Dai pulce, non fare i capricci. Appena torniamo a casa lo scoprirai” continuò il liscio, prendendo un po’ di cioccolata calda con un cucchiaino e imboccando Theo, non dopo averci soffiato sopra per evitare che il piccolo si bruciasse.
Ma alla piccola sembrò essere passata subito l’arrabbiatura non appena vide la sua tazza di cioccolata su cui si tuffò non appena se la ritrovò di fronte.
Mentre camminarono per tornare a casa Harry e Louis cedettero alle richieste dei piccoli di fare un pupazzo di neve così, dopo aver rimediato una carota, tornarono nel loro giardino e si misero all’opera. Quando il cielo iniziò a scurirsi e la temperatura ad abbassarsi i quattro decisero di rientrare in casa.
“Allora dov’è questa sorpresa?” chiese impaziente Emma non appena varcarono la soglia.
“Ora ve la porto, piccola peste che non sei altro” le rispose Harry sorridendole, salendo in camera.
Louis gli fece togliere i giubotti e li fece sedere a tavola proprio mentre Harry stava riscendendo con due grandi fogli tra le mani.
“Allora, quest’anno faremo un calendario dell’avvento un po’ speciale” iniziò a spiegare il riccio ai suoi due bambini, aprendo i fogli sul tavolo.
“Su ogni foglio c’è un calendario; quello di Theo ha una macchinina di Cars diversa mentre quello di Emma ha una principessa Disney per ogni giorno del mese fino al 25. Oggi è uno, quindi coloreremo le immagini con il numero 1 sopra e così via fino alla Vigilia. Allora, vi piace questo calendario?” disse Harry, rivolgendosi ai due bambini.
“Caaaaaaars!” squittì Theo in chiaro segno di approvazione.
“E’ bellissimo papi, grazie” rispose Emma, rivolgendo un sorriso sdentato ai suoi due papà.
Così corse in camera a prendere l’astuccio dei colori per poi iniziare a colorare Cenerentola mentre Theo colorava Cricchetto.
“Theo piano, devi stare dentro i contorni del disegno” iniziò a dire Emma al suo fratellino, prendendogli poi la manina per guidarlo nel colorare. “Così ecco” continuò, mentre Harry e Louis si guardarono sorridendo per la meravigliosa famiglia che avevano costruito insieme.

2 Dicembre

“Buongiorno amore”.
E davvero, Louis pensò che svegliarsi con la voce roca di suo marito nelle orecchie fosse il miglior risveglio del mondo. La cosa non poté che migliorare ulteriormente quando Harry iniziò a posare piccoli baci sui suoi occhi chiusi, sul naso, sulle guance per poi finire sulle sue labbra sottili.
“Mh” mugugnò sulla bocca del riccio mentre quello chiedeva accesso nella sua, facendo scontrare le loro lingue quando il liscio gli diede il via libera.
“Buongiorno anche a te” esclamò sorridendo una volta terminato il bacio.
“Le svegli tu le pesti? Io vado a preparare la colazione” gli disse Harry lasciandogli un piccolo bacio sul collo.
“D’accordo! Ma prima ho bisogno della mia dose quotidiana di teina” rispose Louis, scendendo dal letto ed infilandosi le ciabatte.
“Te bevi troppo the, per i miei gusti” ribatté Harry.
“Non è mai troppo” asserì impettito Louis, rivolgendosi una linguaccia scherzosa.
Harry alzò gli occhi al cielo rassegnato, alzandosi anche lui e dirigendosi verso la cucina per preparare la colazione seguito da Louis.
Il più grande trangugiò letteralmente la sua tazza di the alla vaniglia per poi tornare al piano superiore per svegliare i bambini.
Harry aveva appena finito di mettere due tazze ricolme di latte sulla tavola che sentì due paia di piedini correre verso la cucina.
“BUONGIORNO PAPI!” trillò la piccola Emma, entrando in cucina e saltellando verso la sua sedia.
Ancora non capiva come si potesse essere così attivi e rumorosi di prima mattina.
“Buongiorno pulce” le rispose Harry, andandole a scompigliare i capelli.
“THEO FERMO, TI DEVO METTERE I CALZINI!” sentì poi urlare Louis, mentre vide il bambino entrare correndo nella stanza.
Allora si abbassò per prenderlo al volo e se lo posizionò in braccio sorridendo.
“Ehi batuffolino, dove corri? Papà Lou ti deve coprire i piedini altrimenti ti prendi un bel raffreddore” gli disse Harry mentre Theo iniziava a giocare con i ricci del papà ridendo.
Così Louis si avvicinò ad Harry e riuscì finalmente ad infilare i calzini ai piedi di Theo che poi fu messo a sedere sul seggiolone, per poi iniziare a mangiare tutti insieme.

Se mettere i calzini a Theo fu un’impresa, vestire entrambi i bambini si rivelò un’Odissea. Finito di fare colazione Harry portò di sopra i suoi due figli per prepararli per andare a scuola, ma quel giorno i due proprio non ne volevano sapere di dare ascolto al papà.
Fu dopo non pochi capricci da parte di Emma e qualche rincorsa dietro al piccolo Theo che si divertiva a scorrazzare per la stanza che finalmente i due furono vestiti, pronti per andare a scuola.
Louis li stava già aspettando sulla soglia di casa e quando i tre arrivarono prese il giubottino di Emma per poi metterglielo mentre Harry si premurava di coprire bene il più piccolo dei suoi figli con sciarpa e cappello. “Buona giornata amore” disse il riccio, sporgendosi per baciare Louis.
“Anche a te” .
“Ciao papi!” lo salutò allegra Emma, mettendosi lo zainetto in spalla.
“Ciao pulce” le sorrise Harry.
“Sao papo” disse poi Theo, lasciando un bacio sulla guancia del papà.
“Ciao piccolino” rispose Harry sorridendo, per poi dare suo figlio in braccio a Louis prima che i tre uscissero di casa e si dirigessero verso la macchina.

“Amore sono a casa” urlò Louis non appena aprì la porta di casa, posando la valigetta e levandosi la giacca per poi posarla sull’attaccapanni.
“PAPIIIIIIII” iniziò a chiamarlo Emma, per poi scendere dalla sedia su cui era seduta e correre incontro a Louis che si piegò per riuscire ad abbracciarla stando alla sua altezza.
“Ciao piccola mia” le disse Louis lasciandole un bacio sulla guancia.
“Io e Theo stiamo colorando il disegno due del calendario, vuoi venire a vedere?” gli chiese guardandolo con gli occhioni spalancati.
“Certo che vengo pulce. Mi tolgo le scarpe e arrivo” rispose Louis rialzandosi.
Emma trotterellò in salone, risedendosi al tavolo e riprendendo a colorare mentre in quel momento Harry entrò nella stanza.
“Amore sei tornato” disse quando vide suo marito intento a levarsi le scarpe.
“Sono appena rientrato. Ciao amore” gli disse allentandosi la cravatta per poi avvicinarglisi e baciarlo dolcemente.
“PAPI VIENIIIII!” lo richiamò allora la piccola impaziente.
“Andiamo di là prima che venga a prenderci lei” gli sussurrò sulle labbra ridendo.
“Forse è meglio” asserì Louis con un sorriso.
“Mi ci voleva proprio questa giornata di ferie oggi” iniziò poi a dire Harry mentre si incamminavano verso il salone e Louis prendeva posto seduto tra i suoi due figli tutti intenti a colorare il loro calendario dell’avvento.
“Ho approfittato anche per tirare fuori gli scatoloni dell’albero di Natale così li abbiamo già a portata di mano” continuò.
“Io sono distrutto invece! Non vedo l’ora di buttarmi a letto” rispose invece il liscio, stropicciandosi un occhio, gesto che lo fece somigliare ad un bimbo e che Harry trovò adorabile.
“Allora mentre voi colorate io vado a preparare la cena” disse, dirigendosi in cucina.
Nemmeno mezz’ora dopo i tre si alzarono e raggiunsero Harry, attirati dall’odore dell’eccezionale cena che il riccio aveva preparato, sedendosi a tavola e iniziando a mangiare.
“Papi, dopo cena possiamo vedere Frozen?” chiese ad un certo punto Emma.
“No, Fozzen no!” ribatté il piccolo Theo, “voio vedere Cars”.
“Ma vediamo sempre Cars! Io voglio vedere Frozen” rispose stizzita la piccola, incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
“Ehi, non iniziate a litigare ora. Emma, non è vero che vediamo sempre Cars. L’altra sera hai scelto te il cartone, oggi lo facciamo scegliere a tuo fratello, va bene pulce?” parlò Harry paziente, evitando un litigio tra i due bambini.
Emma sembrò pensarci un attimo, non poi così convinta di quello che le aveva detto il padre, ma alla fine cedette e accettò di vedersi Cars.
Non che alla fine a qualcuno sembrò importare tanto della scelta, dopo 10 minuti dall’inizio del cartone era tutti già profondamente addormentati.

8 Dicembre

“Allora: papà Harry mette le palline sui rami più alti, papà Lou su quelli in mezzo e io e Theo su quelli più bassi” stava dicendo Emma, aprendo gli scatoloni per tirare fuori gli addobbi dell’albero di Natale.
“Ehi! Non sono così basso da non poter addobbare i rami più alti!” rispose stizzito Louis mentre Harry da dietro gli cingeva i fianchi con le braccia e poggiava il mento sulla sua spalla.
“Sì invece, mio piccolo nanetto” gli sussurrò all’orecchio lasciandogli poi un bacio a fior di labbra sul lobo.
Louis girò il volto e lo fulminò con lo sguardo.
“Non sono io che sono basso, sei te che sei troppo alto, gigante che non sei altro!”.
Harry scoppiò a ridere lasciandogli un bacio sulle labbra.
“Dai papà! Smettetela di baciarvi! Dobbiamo fare l’albero!” iniziò a dire Emma tirando un lembo della maglietta di Louis.
“E mi raccomando” continuò a dire, posizionando una mano sul fianco e puntando il ditino dell’altra contro i suoi genitori, “non fate come l’anno scorso, non mettete le palline con i colori uguali vicine altrimenti non viene bene!”.
“Lo sai che tua figlia diventerà una vera rompiscatole da grande, sì?” chiese Louis ad Harry, andando ad aiutare Emma a tirare gli addobbi fuori dagli scatoloni.
“Non saprei proprio da chi possa aver preso” gli rispose Harry sorridendo, dirigendosi verso il box in cui Theo stava giocando tranquillamente con le costruzioni.
“Eccolo il batuffoletto di casa” disse allungandosi dentro il box mentre il bambino tendeva le braccia verso di lui. Lo prese in braccio e Theo gli avvolse le braccia attorno al collo per poi poggiare la testolina sulla spalla del papà.
“Hai sonno cucciolino?” chiese Louis apprensivamente avvicinandosi.
“ABBERO NATALE!” urlò però il piccolo, alzando la testa e sgranando gli occhi, facendo capire che no, non aveva assolutamente sonno e che al contrario aveva tutte le energie necessarie per farli impazzire nell’addobbare l’abete che ora si ergeva nel loro salone.
“Benissimo, allora siamo tutti pronti! Iniziamo!” esclamò Louis, sfregandosi le mani.
E si misero al lavoro: Harry tenendo in braccio Theo e passandogli le palline da incastrare sui rami, Louis avvolgendo l’albero con le lucine colorate e la piccola Emma posizionando gli addobbi fino ai rami a cui riusciva ad arrivare.
Una volta finito si allontanarono per ammirare il loro lavoro.
“Così è meglio” sussurrò Harry spengendo le luci e rimasero tutti e quattro incantati a vedere la danza che le luci creavano tra i rami.
Soddisfatti del risultato completarono il tutto posizionando ai piedi dell’albero le statuine del presepe.
“Questa casa però è troppo silenziosa” rifletté Louis, per poi avvicinarsi allo stereo ed inserire un cd, premendo play.

It's beginning to look a lot like Christmas
Everywhere you go
Take a look in the five and ten glistening once again
With candy canes and silver lanes aglow

Emma iniziò a battere le mani lanciando urletti estasiati per poi prendere le manine di Theo e iniziare a ballare sulle note delle canzoni natalizie che riempivano le mura della casa, sempre che possa essere considerato ballare girare in cerchio trascinando dietro il fratellino e cercando di non farlo cadere.
“Stai attenta a non fare male a Theo” le disse Harry mentre raggiungeva Louis in cucina che nel mentre aveva messo a bollire l’acqua per prepararsi la sua immancabile tazza di the pomeridiana.
“Cosa c’è nell’altro pentolino?” chiese curioso Harry, vedendo l’altro che armeggiava ai fornelli.
“Sto preparando anche del cioccolato caldo. Te cosa vuoi?” gli chiese il liscio.
“E me lo chiedi? Voglio il cioccolato” rispose l’altro con un sorriso tutto denti e fossette che fece pensare a Louis che di bambini, in quella casa, ne avesse tre.
“Ok, piccolo Harreh, cioccolato anche per te” gli disse scherzosamente.
Harry iniziò ad apparecchiare la tavola con tovagliette, tazze e biscotti e quando fu tutto pronto chiamò i bambini ancora intenti a ballare in salone.
“Piccoli venite? E’ pronta la merenda!”
“SIIIIIIIIIIIIì!” urlarono i due, per poi catapultarsi in cucina.
Emma prese posto a tavola mentre Harry posizionava Theo sul seggiolone e Louis versava le bevande nelle tazze.
“Appena abbiamo finito correte a prendere i colori così coloriamo il disegno del calendario con il numero 8 sopra, ok?” chiese Harry.
“Otto!” esclamò Theo.
“Esatto batuffolino, otto” gli rispose Louis rivolgendogli un sorriso e scompigliandogli i capelli.
Finirono di mangiare e continuarono a trascorrere la serata così, colorando, cantando e ballando, addormentandosi poi tutti e quattro nel lettone matrimoniale; Emma e Theo che si beavano delle parole dei loro papà che gli raccontavano storie di principesse e draghi e Louis e Harry che, nel guardare i loro figli in mezzo a loro, sentirono che non avrebbero potuto chiedere nulla di meglio nella loro vita, leggendo tutta la loro felicità riflessa negli occhi dell’altro quando si guardarono sorridendo, per poi scambiarsi un tenero bacio e cadere tra le braccia di Morfeo.
 

23 Dicembre

“DOBBIAMO COLORARE IL 23!”
Harry, appisolatosi sul divano, si svegliò di soprassalto nell’udire sua figlia strillare e strizzò gli occhi ancora mezzo addormentato per realizzare cosa fosse successo. Louis dormiva beatamente, abbracciando il piccolo Theo sdraiato sul suo petto, mentre Emma, completamente sveglia, era seduta accanto a lui e lo guardava con aria tranquilla.
“Cos’è successo, tesoro?” gli chiese Harry allarmato.
“Papi, dobbiamo colorare il disegno del calendario con il numero 23” rispose innocentemente la bambina, come se non avesse appena svegliato il padre che dormiva beatamente in piena notte facendogli quasi venire un infarto.
“Mi hai fatto prendere uno spavento! E va bene pulce, corri a prendere i colori. Ma non fare rumore così lasciamo dormire papà Louis e Theo”
“Ok papi” rispose allora Emma, rivolgendo al padre un sorriso sdentato.
Non sapendo che fare, Harry iniziò a mettere il caffè in polvere nella caffettiera così da averla già pronta per l’indomani mentre sua figlia arrivò zompettando con il suo astuccio dei colori per poi apparecchiarsi sulla tavola e iniziare a colorare.
“Papi” disse dopo un po’, “cosa c’è scritto qui sopra?” chiese la piccola indicando con il suo ditino paffuto il disegno che riportava il numero 24.
“Leggilo tu” le disse Harry sorridendole.
“Compl-. Complea-. Compleanno pàpa”.
“Papà” la corresse Harry.
“Papà. Compleanno papà Louis… … DOMANI E’ IL COMPLEANNO DI PAPI!” urlò quindi la bambina non appena realizzò ciò che aveva appena letto e Harry non riuscì a non scoppiare a ridere vedendo sua figlia così eccitata.
“Facciamo così” iniziò a dire allora, scompigliandole i capelli, “quando l’orologio segnerà 00:00 vuol dire che è il 24 e allora andiamo a svegliare papà così gli facciamo gli auguri, ok?”
“SI’” rispose entusiasta la piccola sgranando gli occhietti.
“Però io non ho fatto un regalino a papà” continuò a dire rabbuiandosi.
“Quindi gli farò un disegno!” decretò poi, facendo spuntare un sorriso sul suo visetto, iniziando subito a mettersi a lavoro.
Giunta la mezzanotte Harry rientrò in salotto, seguito dalla piccola Emma, e si avvicinò cautamente a suo  marito ancora profondamente addormentato sfilandogli piano Theo dalle braccia. Louis si riscosse dal sonno e quando aprì gli occhi si trovò quelli di sua figlia che lo guardavano.
“Tanti auguri papi!” sussurrò la piccola, regalandogli il suo miglior sorriso sdentato.
Il cuore di Louis traboccò di felicità per la dolcezza della scena e per l’immenso amore che provava per quel piccolo esserino che ora lo stava riempendo di baci sulle guance.
“Grazie topino” le rispose Louis ridendo, cercando con gli occhi il suo compagno che osservava la scena in piedi accanto a loro con Theo in braccio e un sorriso a 32 denti con tanto di fossette stampato in faccia.
“Ti ho fatto un disegno papi” disse poi la piccola, sistemandosi accanto al papà che avvolse il suo braccio sulla sua schiena prendendo il foglio per osservarlo meglio.
“E’ bellissimo amore” disse Louis baciandole la testolina.
Harry si abbassò, lasciò un bacio a stampo sulle labbra di Louis e sussurrò “Porto Theo al letto, ti aspetto su, ok?”.
“Tra poco arriviamo” rispose il liscio restituendogli il bacio.
Il riccio si incamminò su per le scale mentre ascoltava Emma che spiegava che no, quello non era un fiore gigante ma papà Harry e che quelli non erano i petali, ma i suoi ricci e non riuscì a trattenere un sorriso mentre rimboccava le coperte al piccolo Theo.
Andò in bagno a lavarsi i denti e quando tornò in camera trovò Louis intento a mettersi i pantaloni del pigiama. Senza farsi sentire gli si avvicinò per poi abbracciarlo da dietro e lasciargli una scia di baci sul collo.
“Buon compleanno amore mio” gli disse all’orecchio, facendolo poi girare per guardarlo negli occhi e baciando quelle labbra sottili di cui conosceva ogni singolo millimetro ma che ogni volta amava riscoprire assaggiandole dolcemente, prima con piccoli baci a stampo, poi chiedendo l’accesso nella bocca per approfondire il bacio, facendo scontrare le loro lingue.
“Aspettami qui” disse improvvisamente Harry, interrompendo il bacio, facendo spuntare un adorabile broncio sul viso di Louis.
“Dove staresti andando?” gli chiese infatti stranito.
“Non scappo, tranquillo” disse facendogli l’occhiolino, “torno subito”.
E nemmeno il tempo di finire di indossare il pigiama che Harry fu di ritorno.
“Ma cosa?!?” iniziò a chiedere Louis voltandosi, sentendolo imprecare a bassa voce, trovandosi davanti la scena di un Harry che tentava di passare dalla porta della camera con un pacco a dir poco enorme tra le braccia.
“Ecco… il… tu- MA PORCA!”
Louis incrociò le braccia al petto per godersi la scena, facendo comparire un ghigno divertito sulle sue labbra.
“Ecco il tuo regalo amore” riuscì finalmente a dire il riccio una volta entrato dopo mille manovre e posato il regalo sul pavimento.
Louis scoppiò a ridere per poi correre ad abbracciarlo.
“Grazie amore. Posso aprirlo, vero?” chiese con gli occhi che brillavano e Harry non riuscì a non sorridere alla vista di suo marito, il quale avrebbe potuto avere anche 80 anni ma non avrebbe mai smesso di essere entusiasta come un bambino di 8 davanti ai regali per il suo compleanno.
“E che te l’ho portato a fare altrimenti?” disse in risposta il riccio facendogli l’occhiolino.
“L’ho incartato tutto io! Ho anche messo una coccarda” continuò poi con aria soddisfatta mentre il liscio iniziava a scartare il pacco ai suoi piedi.
Tolta tutta la carta tirò fuori il contenuto e rimase a bocca aperta. Quello che vide fu una cornice con dentro uno dei disegni più belli che avesse mai visto. In bianco e nero erano raffigurati loro quattro: sdraiati in una tenda, Emma era stesa a pancia sotto intenta a colorare il suo album da disegno, Theo, di appena 4 mesi, era accoccolato tra i suoi due papà, gli occhietti socchiusi e le mani a stringere i capelli ricci di Harry e il riccio guardava sorridendo il liscio mentre questo gli lasciava un bacio sulla fossetta in bella vista.
“O mio Dio” sussurrò Louis, tenendo il quadro in mano e ammirandolo con occhi sbarrati.
“E’… o mio Dio è perfetto. E’ perfetto!” continuò a dire voltandosi  a guardare Harry, che osservava anche lui il quadro ammaliato, con gli occhi lucidi.
“Ti piace?” gli chiese il riccio.
“Mi piace? Lo amo! E’ la cosa più bella che abbia mai visto! E’ un disegno meraviglioso! Ma chi lo ha fatto?”
“Un amico di Zayn. La foto ce la fece lui quando andammo al campeggio tutti insieme e l’ho ritrovata in mezzo a tutte le altre qualche mese fa. Me ne sono innamorato e ho deciso di farla diventare un quadro”.
Louis poggiò la cornice sul letto, gli si avvicinò e lo baciò con trasporto.
“E’ in assoluto il miglior regalo di sempre” gli sussurrò Louis all’orecchio, iniziando poi a lasciare una scia di baci sul collo del riccio che in risposta tirò dietro la testa.
“Contento che ti sia piaciuto” rispose Harry iniziando leggermente ad ansimare quando le labbra del liscio arrivarono al petto per poi fermarsi sui capezzoli.
“Sai, non ho più così tanto sonno” disse allora il liscio alzando la testa.
“Beh, ci sono tanti modi per trascorrere una serata, sai? Ne conosco uno che prevedere stare al letto tutta la notte ma senza dormire”
“Mh, e che si fa invece che dormire?”
“Se vieni nel letto con me te lo mostro” concluse Harry mordendo dolcemente il labbro a Louis.
Louis lo seguì senza pensarci due volte e beh, quella sera fecero di tutto, tranne che dormire.
 

25 Dicembre

Louis amava il Natale. Sin da piccolo impazziva per quel periodo dell’anno in cui le strade si riempivano di luci, nelle case spuntavano decorazioni e in ogni angolo iniziavano a risuonare canzoni natalizie. Adorava l’atmosfera che si respirava in quei giorni dicembrini, quando i bambini sembravano impazzire di gioia nei pomeriggi passati a giocare con la neve e la gente sembrava diventare davvero più buona.
In quel periodo a Louis piaceva chiudersi in casa per il troppo freddo e, con una tazza di the bollente, vedere un film natalizio e da quando aveva iniziato a vivere  tutto ciò con Harry, prima, e in compagnia dei suoi due bellissimi figli poi, la cosa non aveva potuto far altro che migliorare.
Ma la cosa che Louis adorava più di tutte era quella di fare i regali. Gli piaceva sorprendere le persone, donare qualcosa a chi amava, farli sentire speciali per un momento dimostrandogli che per lui erano importanti e per dire a gesti quello che con le parole non riusciva ad esprimere.
Per questo era sveglio già da due ore e stava trafficando ai piedi dell’albero di Natale cercando di sistemare nel miglior modo possibile pacchi e pacchettini di ogni dimensione. Voleva che i suoi figli, appena alzati, iniziassero a saltellare per casa eccitati per tutti quei doni che, ovviamente, Babbo Natale aveva portato loro.
Ed era per questo che non vedeva l’ora di poter dare a Harry il suo regalo. Aveva pensato e ripensato infinite volte a cosa fargli. Non voleva donargli qualcosa di banale e scontato, voleva regalargli qualcosa di speciale, qualcosa che gli sarebbe piaciuto e che avrebbe apprezzato a pieno.
Era così impaziente che non sarebbe riuscito a resistere oltre così, dopo aver finito di sistemare i regali, salì in camera per svegliare suo marito e dargli, finalmente, il suo regalo di Natale.
Quando entrò in camera Harry si era appena svegliato e, ancora scombussolato dal sonno, cercava di capire perché Louis non fosse nel letto accanto a lui. Ma quanto sentì quest’ultimo entrare si girò verso la porta e gli regalò un sorriso a 32 denti, con tanto di fossette.
“Dove sei andato?” gli chiese mentre Louis si avvicinava per lasciargli un bacio sulle sue labbra.
“A sistemare i regali dei piccoli” rispose poi, sedendosi sul suo lato del letto.
Harry capì che il castano stava per dirgli qualcos’altro, lo vedeva in come si stava torturando le pellicine delle mani.
“Ehi amore, è tutto okay?” chiese quindi il riccio, prendendo una mano del liscio tra le sue e alzandogli il mento con l’altra per guardarlo negli occhi.
Ed era incredibile come, anche dopo tutti quegli anni, il suo cuore perdesse sempre un battito quando immergeva il suo sguardo in quello blu dell’altro.
“Certo!” rispose precipitosamente l’altro.
Harry lo guardò scettico e allora Louis sospirò.
“Okay, volevo darti il mio regalo di Natale ma, ecco, sto pensando che ho fatto una cavolata a farti quello che ti ho fatto e.. Mio Dio ma che mi è venuto in mente? Non ti piacerà mai nella vita!”
Al che Harry scoppiò in una fragorosa risata.
“Cosa ridi, idiota?” sbottò Louis offeso.
“Rido perché sei sempre il solito Boo insicuro. Ti vengono i dubbi un secondo prima di darmi un regalo, pensando che quello che mi hai fatto non mi piacerà mai” gli disse Harry mentre pian piano si avvicinava alle labbra del più grande, “ma vorrei informarti del fatto che fino ad ora non ne hai mai sbagliato uno” continuò, finendo sulla bocca di Louis e baciandolo a lungo.
“Quindi” disse terminato il bacio, mettendosi a sedere sul letto, “dov’è il mio regalo?”
E Louis scoppiò a ridere. Harry era adorabile, con quei suoi occhioni verdi e quelle sue fossette meravigliose e quel sorriso da togliere il fiato. Così prese un bel respiro e tirò furi dalla tasca un foglio con sopra dei disegni abbozzati.
“Quest’anno ho voluto farti qualcosa di davvero speciale, qualcosa che ci leghi ancora più di quanto già non siamo, qualcosa che resti nonostante tutto. Hai sempre detto che ti sarebbe piaciuto farti un tatuaggio ma che alla fine non ne avevi mai avuto il coraggio e quindi te l’ho voluto regalare io. Ma non un tatuaggio qualsiasi” iniziò a dire Louis, fermandosi per osservare la reazione di Harry che aveva sgranato gli occhi con il volto che era un misto di stupore e felicità assoluta.
“Ti potevi fermare a tatuaggio e sarebbe stato il regalo più perfetto del mondo ma continua” lo spronò allora il riccio, ansioso di scoprire quale altra sorpresa gli aveva riservato suo marito.
“Stavo ascoltando la tua canzone preferita, Count on me, quella di Bruno Mars, e la prima frase mi ha illuminato. Voglio dimostrarti che io ci sarò sempre per te; ovunque andrai, qualsiasi cosa succeda, io sarò al tuo fianco e ti riporterò a casa”.
Appena finì di parlare si ritrovò Harry incollato alle sue labbra con piccole lacrime ai lati degli occhi, commosso e felice come non mai.
“Voglio vedere i tatuaggi” gli disse una volta terminato il bacio, con il suo splendido sorriso contornato da fossette.
“Beh, rimanendo nel tema della canzone avevo pensato ad una nave, un veliero. E io sono la tua bussola. Vedi, all’interno al posto della N ho fatto mettere la parola HOME. Ti piace?” gli chiese mentre apriva del tutto il foglio con gli schizzi dei due disegni e glielo mostrava.
“Sono semplicemente meravigliosi. Tu sei meraviglioso” rispose Harry prendendogli il volto tra le mani e ricominciando a baciarlo.
Stettero una buona mezz’ora sdraiati nel letto, accoccolati, parlando di quale sarebbe stato il posto più adatto per farsi incidere i tatuaggi, arrivando poi alla conclusione che Harry se lo sarebbe fatto sulla spalla sinistra e Louis all’interno del braccio destro, tra un bacio e l’altro.
E quando poi, dopo aver scartato i regali con i suoi due bambini, aveva accolto in casa sua tutte le loro famiglie al completo, osservando i suoi bambini giocare con i loro cuginetti e i membri della sua famiglia ridere, scherzare e giocare tra di loro, poteva davvero affermare che sì, lui amava da morire il Natale. E amava la sua famiglia. E amava Harry che, cingendogli i fianchi da dietro, sembrò leggergli nel pensiero quando gli sussurrò all’orecchio “anche io ti amo”.

TE:
Salve bella gente!
Come va? Come stanno andando queste vacanze? Spero bene :)
Dunque, diciamo che questa doveva essere una fan fiction natalizia ma diciamo anche che sono ovviamente in ritardo nel postarla e in realtà sono sbalordita di essere riuscita a pubblicarla il 29!
Non ho granché da dire su questa storia, che alla fine non è nemmeno propriamente una storia.
Diciamo che i Larry con i bambini sono uno dei miei punti più deboli in assoluto e prima o poi avrei dovuto scrivere una storia sulla famiglia Stylinson e quindi ecco qui :)
Questa storia è dedicata alla mia Mau, la mia persone e colei che è stata oltretutto ispiratrice, insieme al piccolo Meme, di questa "storia"; l'idea del calendario è sua ed è lei la mia piccola artista personale che fa diventare delle semplici foto dei meravigliosi quadri.
Ora inizia ad esserci davvero troppo fluff, quindi evaporo, ma prima vi invito a recensire in tanti, mi fa piacere sapere cosa ne pensate :)
Un bacione e alla prossima, Ludo.

  
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