Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: quattro    29/12/2014    1 recensioni
Ottobre.
Londra.
Sono appena atterrata.
Piove.
Tre iniziali entrano nella mia vita. La mia vita è già cambiata una volta, per mano mia, cambierà di nuovo? Sono sicura di essere pronta per quello che queto comporterebbe?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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- Jamie!!?...il ronzio del citofono è fastidioso quando già la testa ronza per i fatti suoi.
- Sei davvero al di là della soglia?
- Jamie ma che ore sono?!
- Sto aspettando la tua risposta...che importa che ore sono!
Ma nella vita lui non dorme mai?!
Mi schiarisco la voce 
- si anche se mi domando come mai se qui se prima eri là con quella ragazza...
- Cortese da parte tua non appellarla in malomodo. - mi dice sarcastico.
- Ho superato la fase dei 15 anni colmi di gelosia ed egocentrismo...
- Fammi entrare...ho voglia di raccontarti un po di cose...

Apro.
Jamie è ancora in abito nero, con l'aria più stanca di quando lo avevano intervistato e una leggera velatura di alcol nel corpo e di sigarette...troppe sigarette! Alcol e sigarette...
Non è ubriaco, ma ha palesemente bevuto non solo acqua.
- allora mi hai visto?! - mi dice mentre varca la soglia di casa mia.
- Si. - non so se essere risentita per i tre gg di silenzio o per la presenza della ragazza o per chissà qualche altro motivo...o semplicemente folle di gioia per averlo li nel mio appartamento alle due del mattino.
- Devo scoprire ora che sei una mia fan?- in finto tono accigliato
- Chi non lo è - rispondo con aria supponente...e assonnata.
- Ecco vedi...lo sapevo...- sorride e si butta sul divano slacciandosi i bottoni della giacca.
Mi siedo su lato opposto rannicchiandomi e odiandomi per aver ancora i capelli bagnati, il pigiama meno sexy del mondo e il viso stropicciato dal sonno interrotto.
- Jamie...cerchiamo di non fare finta di nulla, per quanto sia interessante da raccontare il fatto di averti qui nel mio appartamento alle tre del mattino cosa ne dici di arrivare al sodo. Hai detto che volevi raccontarmi delle cose...e per farlo alle tre del mattino devono essere cose di vitale importanza!
- Se lo sono ancora non lo so...ma sento che te lo devo dire così da non lasciare spazio a dubbi.
Non lo sa?!....oddio....
Fa una pausa in cui si accede una sigaretta...veramente qui dentro non si fuma...comunque...
- Quella che hai visto sta sera è la stessa di cui parlano i tabloid, inutile che ci giro intorno ed è ovvio che ci hanno visti insieme in atteggiamenti equivoci...e si ci siamo frequentati, all'evento di sta sera avevo l'obbligo di non andare solo e quindi ho rimediato con lei...nessuno dei due sa bene cosa succederà per cui sommariamente potrei dire che è un work in progress. 
Work in progress?...uno schiaffo era meglio, ma come fa a dirmelo con così tanta scioltezza?!

- Quanto a questi tre giorni...ti ho cercata in ospedale, forse perché farlo qui significava parlarne per un tempo illimitato e avevo un po timore, nella tua testa girano cose strane...sai. 

Quella dannata sigaretta mi sta deconcentrando...quando fuma...non si può dire! E io detesto il fumo!!
- non mi girano cose strane in testa Jamie, la situazione è anomala per me...tu hai, come mi hai fatto notare, una vita diversa dalla mia, già belle e pronta per essere vissuta, quasi programmata per essere perfetta. Io...sono io! Vivo una vita diversa, sulla terra noi la viviamo così, e voi siete dei piccoli miraggi. I miei timori sono legittimi, non credi?
- Prematuri direi...
- Non discutiamo sul tempismo per favore...
- per me possiamo ricominciare. Da zero...- mi dice con il suo sorriso sghembo bello anche alle 3 del mattino.
- Come nel taxi? - sta scherzando vero?!
- Beh ecco magari un po dopo...però l'idea è quella, non so cosa ci sia di speciale ma è come se un forza aliena (e mima un mostro che dovrebbe mettere paura) mi attirasse qui, da te.
So io cos'è....mannaggia.
- ricominciare quindi? Per fare cosa Jamie? Tu hai la tua vita, così diametralmente diversa dalla mia, dimmi io cosa c'entrerei in tutto quello? E mi pare di capire che tu non sia solo.
- E se invece fosse un vestito perfetto per te...?- glissa palesemente 
- Ma mi vedi?....io sono una da pigiama....
- Si lo vedo - ride sommessamente - a proposito...carino...quasi sexy...
- Simpatico come sempre...sto parlando davvero Jamie! - mi alzo scocciata, non è il momento di scherzare faccio il giro del divano e gli passò davanti con l'intenzione di mettermi seduta al tavolo, quando sono nervosa fatico a stare ferma.
Si alza, mi ferma prendendomi una mano.
- vedi questo è l'effetto di cui ti parlavo...la forza aliena. - 
Si abbassa leggermente, e appoggia le sue labbra sotto il mio orecchio, piano così piano che se non fosse stato lì non ci avrei creduto, chi non rabbrividisce con una cosa così?!
Lui fa questo effetto, a me quanto meno...orde di ragazzine svengono al suo passaggio e poi balbettano quando lui le saluta, io ho scoperto di essere in grado di mantenere l'uso della parola però concepisco pensieri che non sono traducibili in parole.
Che non è poco.
- Jamie...
- Sai di buono...- mi respira nell'orecchio e si allontana. Lo sento sorridere...
- Mi rendi le cose difficili!
- Non ti nego che forse era il mio intento - con la mano mi intreccia i capelli ancora bagnati impedendomi di muovermi, non con forza ma in modo sicuro. Si china nuovamente e si appoggia dolcemente con la fronte alla mia tempia - Nei libri e nei film va tutto a rallentatore, tutto in crescita da niente, tu sei un acceleratore spinto al massimo.

Era già stato annunciato, gli eventi aspettavano sulla soglia di quella porta...andavano solo invitati ad entrare.
Mi volto verso di lui, fronte contro fronte, distanza di sicurezza annullata, spalanca quei suoi occhi blu e sorride e il mondo smette di girare.
Non è stato un bacio, è stata una dichiarazione di guerra. 
Ci siamo cercati con la fame di chi non vede cibo da settimane, perdendo l'idea del luogo in cui ci trovavamo.
Sento lo spigolo del tavolo conficcarsi nella mia gamba, ci abbiamo sbattuto contro.
In lontananza sento un rumore che sembra familiare, Jamie mi si aggrappa alla maglia del pigiama come fosse una fune che mi tiene legata a lui mentre quei baci non lasciano più spazio a dubbi.
Quel rumore continua, diventa fastidioso e mi riporta nella cucina di casa mia.

A tutta velocità, la strada l'ho vista scorrere come mai prima d'ora, l'insegna luminosa e i l'interfono che chiede aiuto. 
Le lucciole dell'ambulanza che tagliano il buio della strada deserta nel cuore della notte. I suoi occhi blu sono immobili su di me...sbarrati.
   
 
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