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Autore: vivajackson99    29/12/2014    1 recensioni
Dal testo:
“-Hey Annabeth!!- disse percy.
-Ciao Testa D’alghe!-rispose la ragazza che accompagnava Alice.
-Aspettate un attimo. Ma voi due vi conoscete!?- dissi irritata per il semplice fatto che nessuno mi stesse dicendo cosa cavolo stavano facendo.
-Ceerto. Io e Annie eravamo d’accordo di portarvi tutte e due al campo-mi rispose Percy sorridendo.
-Ora Chirone vi spieghera tutto quello che...
-Aspetta ma tu dici quel Chirone quello dei miti greci!?!-disse sbalordita estupita alice.
-Precisamente- rispose Annabeth sbuffando.
-Quindi voi volete dirmi che gli dei, i semidei, le creature mitologiche...ESISTONO!?!?!- chiese speranziosa.
-Si esistono. E voi due siete figlie di una dea o un dio greco- spiegò percy allargando di più il suo sorriso, se si può fare.
-Se,se. E sentiamo...tu di chi sei figlio- domandai sarcastica
-Io sono il giovane figlio di Poseidone, dio del mare, e lei è figlia di Atena, dea della saggezza.- disse recitanto Percy e poi dando un veloce bacio sulle labbra ad Annabeth.
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La storia è abbientata un anno e mezzo dopo la famosa guerra contro Gea. I nostri eroi sono miracolosamente sopravvissuti e ora dovranno affrontare una nuova missione con due nuove compagne. ATTENZIONE: NIENTE SPOILER.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuova generazione di Semidei, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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p.o.v. lauren
 
Il giorno della corsa delle bighe era arrivato molto in fretta. Avevo passato gli ultimi quattro giorni a spronare Percy ad aiutarmi nella costruzione della biga, minacciandolo di morte folgorata. Lui si limitava a guardarmi storto per poi scrollare le spalle e venire ad aiutarmi con la biga. La maggior parte del tempo lavoravo io, ma lui si dava davvero da fare quando lavorava ed era bravo.
 
Comunque ora mi trovavo davanti alla cabina di Poseidone a bussare alla sua porta ogni tre secondi. Erano le otto del mattino, avevo appena finito di mangiare ma Percy non era venuto a colazione. "Starà ancora dormendo" Pensai tra me e me. Scrollai le spalle. Va bè, mi sembra ovvio. Ieri siamo rimasti alzati fino a tardi per decidere la strategia da utilizzare durante la corsa delle bighe e io sono dovuta uscire dalla sua cabina dopo il coprifuoco. Avevo cercato di fare il più piano possibile ma due arpie si sono accorte della mia presenza e si sono messe a rincorrermi urlando -Bimba cattiva, vieni da noi. Tanto non ci scapperai- mentre io ansimavo e correvo, fin quando non mi infilai dentro la cabina di Zeus sbattendo la porta alle miei spalle e svegliando mio fratello. Avevo scoperto qualche giorno prima che quando viene svegliato improvvisamente diventa molto scontroso, così mi sono dovuta sopportare la ramanzina all'una di notte. Mentre lui parlava mi ero nel frattempo sdraiata sul letto e da li era come se non sentissi più niente. La voce di mio fratello si era fatta via-via sempre più lontana e io caddi tra le braccia di Morfeo.
 
"Eppure ora sono qui in piedi mentre quel Testa d'Alghe sta ancora dormendo" Questo pensiero mi fece salire la rabbia così cominciai a bussare più forte di prima - Percy! Apri!- urlai battendo un pugno sul legno blu della porta. Dall'interno mi arrivò un grugnito del tipo 'ancora cinque minuti'.- Percy... apri questa cazzo di porta!- sibilai furente battendo un pugno sulla porta -Se non apri immediatamente sarò costretta a buttare giù la porta ed allora ti pentirai di avermi lasciato sulla soglia della tua porta.- sibilai con tono furioso battendo un altro pugno. Si sentì un tonfo proveniente dall'interno e poi dei passi pesanti venire verso la porta. Feci un passo indietro poco prima che la porta si aprisse mostrando un Percy sconvolto, con gli occhi verde scuro assonnati e i capelli neri che ricadevano scomposti sulla fronte. Indossava solo un paio di pantaloncini e la pelle abbronzata del petto muscoloso risaltava alla luce del sole. Mi sentì arrossire ma Percy non diede segno di essersene accorto, impegnato a strofinarsi gli occhi col dorso della mano. Finsi un colpo di tosse per richiamare la sua attenzione e lui alzò gli occhi nei miei -Posso entrare, per piacere?- chiesi ostentando tranquillità e sorridendogli. Lui roteò gli occhi ed entrò in casa.
- Entra e chiudi la porta- disse lui con voce assonnata avanzando verso il divano, buttandocisi sopra e accedendo la Tv. Sbuffai e mi avvicinai a lui posizionandomi davanti allo schermo del televisore. Lui mi guardò male ma poi i suoi occhi caddero sulla mia mano che stringeva una busta di carta -Che hai in mano?- chiese curioso, gli occhi che brillavano. Sbuffai sonoramente, alzai il braccio portando il sacchetto all'altezza della mia testa.
-Qui dentro ci sono i tuoi biscotti preferiti! - dissi sorridendo maliziosa sventolando il sacchetto. Lui mi guardò sgranando gli occhi allungò le mani verso il sacchetto di biscotti. Io mi tolsi dalla sua traiettoria e lui cadde con la faccia sul pavimento. -Ha -ha -ha. Niente biscotti fin quando non alzi il tuo bel culetto e non ti infili in bagno a farti una doccia- dissi arricciando il naso. Lui grugnì infastidito, si alzò e gettò un'occhiata nella mia direzione che nel frattempo mi ero andata a sedere nella sedia accanto al tavolo a qualche metro da lui -Non ti preoccupare. Io e i tuoi biscotti rimaniamo qui ad aspettarti.- dissi come a consolarlo. Lui annuì ed entrò in bagno, dopo pochi secondi si sentì lo scrosciare dell'acqua e Percy che cantava una canzone di... Nemo?! Risi tra me e me. Quel ragazzo non crescerà mai, lo conoscevo da appena dieci giorni ed era come se lo conoscessi da una vita.
 
Ripensai ai miei ultimi giorni passati qui al campo, insieme ai sette e ad Alice. Il mio arrivo al campo insieme ad Alice; l'amicizia che è nata tra noi due; i sette ragazzi che mi hanno accolta come una di loro; la caccia alla bandiera; il mio riconoscimento; il mio dolce fratellone; il mio appuntamento con Leo; la preparazione della biga insieme a Percy. Pensai, anzi sapevo che questi sono stati i giorni più belli della mia vita. Non riuscivo a fare a meno della compagnia dei miei nuovi amici. L'unica nota dolente che ogni giorno mi arrivava come uno schiaffo in pieno viso era la tristezza negli occhi di Alice, tristezza che si portava con sè da quando lei ha avuto quella discussione con Nico. Qualche giorno fa, esattamente tre giorni, me la sono ritrovata davanti alla mia cabina poco prima che andassi a dormire. Era seduta sul primo gradino del portico, aveva le gambe strette al petto e le mani sul viso. Tremava, ma non credo fosse per il freddo. Tremava perchè stava piangendo. Quando mi vide si nascose ancora di più tra le sue gambe cercando di non guardarmi. Mi sedetti accanto a lei, la abbracciai e le accarezzai la testa sussurrandole che andava tutto bene. Quando si era calmata l'avevo accompagnata alla cabina di Atena. Da quel giorno si era promessa che non avrebbe mai più pianto o si fosse mostrata debole davanti a qualcun'altro. L'unica cosa che mi faceva distrarre dalla questione di Alice non era altri che Leo. Neanche mio fratello sapeva tirarmi su di morale come lui. "Ammettilo. Lui ti piace!" disse una vocina nella mia testa. Scossi la testa velocemente. "No, no, no e no! Non mi piace" dissi a me stessa"Non mi piace il modo in cui evoca il fuoco e il suo modo di fare. Non mi piace la sua voce, i suoi occhi castani, i suoi capelli ricci... oh come vorrei passarci una mano sopra per sentirne la consistenza e magari.." fermai di botto quel fiume di pensieri. Ero pronta a darmi una botta in testa per i miei pensieri che la porta del bagno si aprì e un Percy con indosso solo un' asciugamano alla vita ne usci fuori. Non mi ero nemmeno accorta che erano passati più di 10 minuti da quando era entrato in bagno, tanto ero presa dai miei pensieri.
-Ehm...- mugugnai un po' in imbarazzo per la situazione. Percy si voltò verso di me, mentre si asciugava i capelli con un' asciugamano blu e scoppiò a ridere. Questa volta non si è lasciato sfuggire la mia espressione imbarazzata che ricambiai subito con una severa.-Vai a vestirti sennò niente biscotti per te signorino!- dissi con voce ferma puntandogli un dito contro per poi indicare la camera da letto. Lui smise di ridere e si allontanò verso la sua stanza mugugnando.
-Uffa quanto sei antipatica.- mormorò lui tra se e se. Risi ancora e mi alzai dalla sedia prendendo il pacco di biscotti e prendendone uno distrattamente mentre facevo avanti e indietro sul pavimento del salotto. Proprio quando stavo per prendere un'altro biscotto arrivò Percy che mi guardò storto come se volesse rimproverarmi. Indossava la maglietta del campo, i soliti jeans, quelli chiari con qualche stappo, e delle converse blu logore. Mi guardava con i suoi occhi verdemare che trasudano rimprovero e fastidio e si avvinò a me quasi furioso strappandomi bruscamente il sacchetto dalle mani stringendolo a sè. -Questi biscotti sono miei. Me li sono guadagnati e tu te li stai mangiando.- disse lui con tono infantile per la sua età. Risi senza riuscire a trattenermi e lui mi guardò male.
-Te li sei guadagnati soltanto con una doccia? Ma non farmi ridere.- dissi però continuando a ridere. Lui si voltò offeso e si mise un biscotto in bocca che poi sparì. Dopo un po' lui finì i biscotti e io smisi di ridere. Uscimmo dalla cabina di Poseidone in totale silenzio. Andammo in fucina per dare gli ultimi ritocchi alla biga e poi all'arena per allenarci. Ero diventata abbastanza brava tanto da riuscire a tenere testa a Percy senza usare nessun fulmine. Questo finchè lui non usava qualche trucco per distrarmi, io ci cascavo e perdevo l'incontro. Però non volevo più usare i miei poteri sennò non sarei riuscita mai a battere Percy. Invece con i fulmini ero molto più brava. Gli allenamenti con Jason erano facili e divertenti. Mi ha insegnato meglio a evocare fulmini, controllare le correnti d'aria e a volare.
 
 Ancora una volta, nel bel mezzo del combattimento, vidi Percy allungare la mano che impugnava la spada verso il mio fianco destro e io, credendo che fosse una affondo, mi preparai a pararlo. Lo vidi sorridere e poi con un movimento fluido mi colpì con l'elsa al fianco sinistro. Io arretrai barcollando tenendomi il punto dolente. Sul mio volto comparve una smorfia di dolore che si trasformò in un ringhio e poi mi catapultai sul figlio di Poseidone. Saltai alzando la spada, Percy si spostò un attimo prima che la spada lo trafiggesse e la mia lama si piantò nel terreno. La spada era ancora piantata a terra quando Percy mi attaccò con un affondo. Mi spostai verso sinistra tenendo sempre la mano sulla spada, che poi estrassi con uno strattone più forte degli altri, mentre Percy barcollava in avanti. Mi misi in posizione di combattimento, con le gambe divaricate e la spada alta davanti a me, aspettando che Percy si voltasse. Non avevo speranza contro di lui, parava sempre tutti i miei colpi o li evitava. Mi ci voleva un colpo di genio per riuscire ad averla franca e risultare vincitrice. All'improvviso vidi un sassolino poco distante da me e quando Percy si voltò lo colpì con la punta della mia lama. Avevo un'ottima mira, di questo non mi potevo lamentare, infatti come previsto il sassolino andò a finire dritto sulla mano destra di Percy, che lasciò cadere Vortice. Feci un affondo e Percy sorpreso barcollò fino a cadere col sedere per terra. Gli puntai la spada a pochi centimetri dagli occhi e sorrisi beffarda, vedendo la sua faccia sorpresa. Rinfoderai la spada e porsi la mano al ragazzo davanti a me che l'accetto di buon grado. Ci guardammo negli occhi e scoppiammo in una risata fragorosa che durò per diversi minuti. Quando smettemmo Percy mi diede una pacca sul spalla.
-Bel lavoro Lau. Ancora qualche giorno e sarai più brava persino di me- disse lui ridacchiando. Sorrisi fiera di me stessa mentre lui andava a riprendere Vortice che fece ritornare una penna. Sospirai sollevata e poi suonò la conchiglia per l'ora di pranzo. Percy annuì in un gesto di approvazione. -Non stavo aspettando altro che l'ora di mangiare-disse leccandosi le labbra. Lo spintonai per la spalla ridendo.
-Ma smettila!- dissi mentre ci dirigevamo alla sala mensa.
-Hai mai assaggiato il cibo blu Lauren?- disse lui molto curioso, perchè si avvicinò a me così che quelle parole me le avesse sussurrate all'orecchio. Scossi la testa.
-No, e mai li assaggerò- dissi convinta. Percy fece una faccia tra lo sbalordito e l'offeso.
-Non ci posso credere. Tu mi offendi. Però hai mangiato i miei biscotti blu.- disse poi lui con un sorriso malandrino. Io feci spallucce.
-I biscotti sono pur sempre biscotti. Non importa il colore di essi, sono buoni entrambi.- dissi io alzando l'indice.
-Se come no. Ci vediamo dopo Laury!- disse lui appena arrivammo nella mensa. Io ricambiai con un sorriso.
-A dopo Perce!- lui mi guardò piegando la testa di lato.
-Che ora mi dai pure i nomignoli?!-
-Tu li dai a me e io li do a te. - dissi con un'alzata di spalle facendogli la linguaccia e andando verso il mio tavolo, mentre Percy andava al suo. Sentì come ogni giorno due grandi occhi castani posarsi su di me e io come sempre mi sentì arrossire leggermente. Ormai succedeva sempre, lui mi guardava ogni volta che entravo il mensa (o meglio dire tutte le volte che mi vedeva) ma io non lo degnavo di uno sguardo per paura di non riuscire più a staccarmi dai bellissimi occhi del figlio di Efesto. Mi sentì anche mortificata per questo. Infondo lui a me piaceva -come amico- però mi comportavo come se fosse il contrario.
 
Mi sedetti al mio tavolo. Jason stava già mangiando e mi fece segno con la testa a mo' di saluto. Ricambiai il gesto e posai gli occhi sul mio pasto. Erano apparse magicamente nel mio piatto tre cosce di pollo, un po' di patatine al forno, dell'insalata coi pomodori e del purè di patate. Erano alcune delle tante cose che mi piaceva mangiare. Offrì una coscia di pollo e alcune patatine a mio padre Zeus e mi andai a sedere. Mangiai tutto, finendo il pranzo con un bicchiere di succo di arancia.
Subito andai al tavolo di Poseidone dove Percy aveva appena finito di mangiare un grosso panino con non so quante cose dentro. Mi sorrise e poi si alzò prendendomi a braccetto.-è ora di andare. La corsa si terrà tra un'ora.- disse Percy raggiante. La nostra biga si trovava proprio dietro la casa di Poseidone. Mancavano solo il mio pegaso Crystal e Blackjack, il pegaso di Percy. Andammo alle scuderie e subito accarezzai il mio pegaso. La feci uscire dal recinto e Percy mi imitò. Poi le portammo alla biga, mentre Percy parlava con Blackjack.
-Ma di cosa parlate voi due?- chiesi a un certo punto, mentre stavamo legando i pegasi alla biga. Percy sussultò e poi mi sorrise passandosi una mano tra i capelli neri.
-Ehm... di ciambelle e... e di quanto non vede l'ora di partecipare alla corsa.- disse lui sorridendo nervoso. Blackjack nitrì contrariato e Percy sbuffò -Ok, ok. Si secca a partecipare e io ho dovuto minacciarlo.- spiegò lui serio in viso. Il pegaso nero pestò lo zoccolo a terra adesso arrabbiato. Percy gli fece la linguaccia e poi scoppiammo a ridere. Finimmo di legare i pegasi alla biga e saltammo su. Percy prese le brighe e incitò i cavalli ad andare alla linea di parteza. I pegasi lo ascoltarono e cominciarono a trotterellare da quella parte. Lì c'erano già tutte le bighe delle varie case che partecipavano.
C'erano i due figli di Efesto, Jake Mason e ovviamente Leo, con la loro biga completamente fatta di metallo, bronzo celeste e ingranaggi. I loro cavalli erano robot meccanici che si muovevano a un comando dato esplicitamente da Leo e i loro occhi erano di un rosso rubino che incutevano timore. Poi c'erano Annabeth e Alice che rappresentano la casa di Atena. Alice in quel momento appariva piena di sè, felice, come se fosse tornata al nostro primo giorno qui al campo. Non vi è ombra di tristezza in lei, solo eccitazione per l'imminente inizio della corsa, che la entusiasma molto. Dai figli di Apollo c'erano Will Solace e la mia amica Lily, con cui avevo stretto molto amicizia in quest'ultimo periodo. La biga sembrava emanare luce propria, come anche i cavalli. I figli di Apollo dovevano aver fatto qualche magia per far si che ciò accadesse. Dai figli di Hermes c'erano Travis e Connor Stoll. Avevo imparato a conoscere quei due guasta feste. Facevano scherzi a tutti e per poco io non cadevo in uno dei loro tranelli. Non racconto la storia perchè sarebbe troppo imbarazzante. La loro era una normalissima biga di legno con un caduceo disegnato sul davanti, ma dovevo starci attenta. L'apparenza inganna. Poco dopo il nostro arrivo, arrivarono come due furia le figlie predilette del dio della guerra, Clarisse La Rue, che ho imparato a conoscere tramite Percy che aveva avuto dei brutti momenti con lei, seguita da Helena Moore, che è stato soggetto dei miei incubi. Ancora non me l'aveva fatta pagare da quando l'avevo quasi fulminata e battuta per ben due volte. Quindi dovevo stare attenta a ogni sua mossa. Clarisse e Helena indossavano le armature con una tuta mimetica sotto e ci rivolsero un'occhiataccia come a dire 'vi pesteremo marmocchi' mentre sorridevano sadiche e si diressero alla loro biga, che metteva davvero molta paura. Sembrava proprio un carro da guerra. Sul davanti si stagliava la testa di un cinghiale macchiato di sangue e il colore della biga era scuro, un marrone misto al rosso. I cavalli erano due pegasi, molto brutti e spaventosi, perchè li avevano macchiati di rosso. Rabbrividì mentre Percy ringhiò saltando giù dalla biga. Gli misi una mano sulla spalla.
-Tutto bene?- chiesi dolcemente massaggiandogli piano la spalla. Lui parve tranquillizzarsi quel poco da impedirgli di andare a strozzare a mani nude La Rue. Buttò un sospiro tremante di rabbia chiudendo gli occhi un attimo per poi annuire. Sorrisi staccandomi da lui per andare a controllare se le ruote erano apposto.-Bene credo che la biga si apposto. Se qualcuno ci ha giocato qualche brutto scherzo, devo dire che ha fatto un buon lavoro, perchè io non ho trovato nulla.- dissi più a me stessa che a Percy. Lui mi guardò come a dire 'Ma scherzi?'. Allora lo guadai in attesa di una risposta e a quel punto lui sbuffò.
-Ok, ok. Forse non c'è nulla qui. Da guardare, ma non si sa mai- sorrisi soddisfatta annuendo.-Vado a prendere le armature e ricordati la nostra tattica.- disse lui squadrandomi. Mi misi all'attenti come a fare un saluto militare.
-Signor sissignore- dissi mettendomi ritta in piedi. Lui mi sorrise soddisfatto e andò in armeria. Finì di sistemare le ultime cose e poi saltai giù dalla biga. "Allora dopo che partiamo al segnale del via, io prendo il posto di Percy e traino i cavalli, mentre lui difende la biga da chi cerca di farci fuori. Dovremmo rimanere così finchè la situazione non degenera, a quel punto prende in atto il piano B, che ci inventeremo sul momento. Non è poi granchè come piano. Sarò sorpresa se arriveremo sani e salvi al traguardo". Persa nei miei pensieri non mi accorsi che Percy era tornato e mi stava sventolando una mano davanti agli occhi.
- Lauuren!! Oh oh ... ci sei?- scossi la testa e mi concentrai su Percy che mi guardava stranito.
-Si, si. Ci sono. Mi ha detto tu di ripassare la tattica.- ribattei amara, incrociando le braccia al petto.
-Si, ok. Ma la prossima volta evita di estraniarti dal mondo reale.- disse lui brusco e sbuffando.
-Io non mi estraneo da mondo!- ribattei sulla difensiva, poi osservandolo meglio vidi qualcosa che su di Percy non avevo mai visto.-Sei nervoso, Perce?- chiesi sorridendo maliziosa alzando un sopracciglio. Lui sgranò gli occhi, preso alla sprovvista.
-Io non sono nervoso! E non chiamarmi Perce!- disse lui imbarazzato e arrabbiato puntandomi un dito contro, rosso in volto.
-Oh che paura!- dissi io con voce stridula e tremando. Scoppiammo a ridere e poi sentimmo il suono di zoccoli sulla terra battuta. Mi girai e trovai Chirone vicino alla linea di partenza.
-Semidei la gara inizierà a breve. Tutti sulla linea di partenza.- disse Chirone. Io e Percy ci rivolgemmo un'occhiata a vicenda e poi saltammo sulla biga. Percy prese le redini e condusse i cavalli alla linea di partenza. Eravamo gli ultimi nella linea. Per primi c'era la biga di Atena, e a susseguirsi quella di Hermes, Ares, Efesto e accanto a noi c'era quella d Apollo. Salutai Lily con la mano che ricambiò il gesto facendomi l'occhiolino. Mancava poco quindi io e Percy indossammo l'armatura e mi legai i capelli in una coda alta  -Semidei in posizione- mi aggrappai al bordo della biga, per evitare di ruzzolare a terra alla partenza della biga, mentre Percy strinse forte le redini. -Pronti...- Ero nervosa lo ammetto, mi sudavano le mani e mi tremavano leggermente le gambe. Percy una volta mi disse che in tempi passati questa corsa è stata molto pericolosa e che ci furono alcuni feriti - Ai posti..- ma io non ho paura di una stupida gara. E poi non posso più tornare indietro e se potessi farei una brutta figura ritirandomi. Strinsi di più la presa e.. -VIA!!!- partimmo a razzo. Se non mi fossi tenuta invece di cadere sarei volata via. Eravamo al terzo posto con Hermes, Atena e Apollo dietro, ed Efesto e Ares in prima fila che lottavano per il primo posto. Dovevamo compiere due giri e quei due già combattono. Percy portò i cavalli avanti e in poco tempo fummo alle costole delle due bighe. Ma non eravamo gli unici a guadagnare terreno. Subito dietro di noi c'era Hermes che avanzava seguita da Atena. Uno dei gemelli di Hermes lottava contro Alice, con una lancia mentre lei era col suo fidato pugnale. Annabeth la richiamò e si scambiarono di posizione, e quando Annabeth fu di fronte a quello che ritenevo fosse Travis, lo spinse via facendolo cadere all'indietro sulla biga e facendo distrarre Connor che rallentò la corsa. Apollo si spinse in avanti superando Hermes. Lanciò all'interno della biga di Hermes una strana bottiglietta equando essa cadde dentro la biga emise uno strano suono simile a un canto sonato che stordì i figli di Hermes tanto che fermarono la biga e scesero urlando qualcosa tipo 'fatelo smettere'. Poverini, la corsa è appena iniziata e sono già fuori gara. Apollo si portò ancora avanti superando con uno scatto Atena, anch'essa un po' colpita dal canto nella bottiglietta. Annabeth e Alice erano un po' stordite quindi non erano riuscite a fermare i figli di Apollo che ci raggiunsero, posizionandosi alla nostra sinistra. Lily teneva le redini quindi Will era quello che difendeva o attaccava, e io non ero capace di difendere la biga, anche perchè non avevo la spada con me, così scossi Percy per la spalla. Lui si voltò e io gli indicai con un cenno del capo la biga di Apollo. Ci guardammo e capì subito. Ci scambiammo di posto e presi le redini. Percy mi aveva insegnato come tenerle, così appena le presi gli feci fare due giri intorno al mio polso e poi le impugnai saldamente. Percy nel frattempo aveva estratto la sua penna-spada e ora si stava scontrando contro Will Solace, in un duello con la spada. Non potevano usare nessun potere. L'acqua era l'elemento di Percy, ma non eravamo vicini a una sorgente. Mentre i poteri dei figli di Apollo non li conosco. Certo, io i miei  li potrei usare, ma ora non potevo. Eravamo quasi alla prima curva. Presi un bel respiro e poi buttai fuori l'aria. Appena arrivammo alla curva strattonai le redini verso destra e girammo un po' bruscamente, perchè la biga si inclinò pericolosamente a destra. Ma poi si ristabilì tornando in equilibrio.
- Percy! Tutto bene lì dietro?- urlai incitando poi i cavalli ad andare più veloce. Con un ultimo colpo Percy fece indietreggiare Will e noi passammo avanti, lasciandoci dietro i figli di Apollo che incortrarono la biga di Atena, e raggiungemmo Ares e Efesto che ora si trovavano rispettivamente  al primo e secondo posto.
-Tutto apposto. Continua cosi. - disse accostandosi a me con la spada in mano, poggiando una mano sulla mia spalla sinistra. Eravamo alle calcagna della biga di Efesto ormai. Mi accostai alla loro destra e Percy si separò da me. I cavalli di metallo della biga di Efesto camminavano da soli, senza alcune corde. Erano comandati da Leo, che aveva una sorta di aggeggio in mano, simile a un telecomando che si usava per telecomandare che so... un aeroplano o una macchinina giocattolo. Sembrava molto concentrato tanto che non si accorse nemmeno che li avevamo raggiunti, finchè il fratello non lo richiamò, indicandoci col dito. Sentì il suo sguardo su di me, ma io non osai più voltarmi, perchè un attimo prima mi ero voltata e per poco non avevo colpito un masso col la ruota. Poco dopo sentì Percy imprecare in greco antico, una cosa poco carina in effetti.
-Che succede?- chiesi senza distogliere lo sguardo dalla pista.
-Hanno il fuoco greco! Lo lanceranno da un momento all'altro.- disse Percy in panico. Ne ho sentito parlare, è un fuoco verde molto pericoloso, capace di recare molti danni a un piccola biga di legno qual è la nostra. Ero a corto di idee, e ce ne voleva una subito. Eravamo alla seconda curva. Virai a destra con molta forza, per via della mia frustrazione. Eravamo quasi al traguardo del primo giro. Ed ebbi un'illuminazione, un'idea. Bastava fare il loro stesso gioco.
- Percy prendi le redini!- dissi determinata. Lui si voltò sorpreso verso di me, inclinando leggermente la testa.
- Lauren... non credo sia il momento...
- Percy... prendi le redini e basta!- scandì ogni parola con una tale sicurezza che Percy non obbiettò e prese le redini, scambiandoci di posto.
- Cosa intendi fare?- disse lentamente un po' insicuro. Sorrisi furba alzando le sopracciglia.
- Mandare in corto circuito i loro cavalli.- dissi con un pizzico di follia nella voce. Vidi Percy sorridere mentre faceva correre i cavalli.
- E come Miss furbizia?- chiese lui curioso, ma credo che già lo sapesse.
- Con un bel fulmine.- superammo la linea del traguardo e mi preparai.- Tieni questo ritmo e cerca di non farmi cadere.- dissi seria. Lui annuì e sollevai una mano al cielo. Subito delle nuvole nere si materializzarono sopra di noi portando tutti ad alzare il viso. Aprì il palmo della mano e le nuvole si riempirono di tuoni e fulmini. Abbassai la mano rivolta verso i cavalli e diedi un'ultima occhiata a Leo, che mi stava guardando quasi terrorizzato. Sorrisi quasi sadicamente e chiusi la mano in un pugno. Un fulmine colpi i due cavalli di metallo e quelli andarono i corto circuito, cominciando a fumare per le orecchie fino a esplodere in mille pezzi. Mi coprì il viso con le mani, per evitare che alcune schegge arrivassero negli occhi. Vidi Jake Mason scendere dalla biga ormai fuori uso e calpestare il terreno furioso e Leo, che gli dava una pacca sulla spalla per consolarlo. Avevano qualche graffio qui e là ma niente di rotto. Sorrisi e poi mi voltai verso Percy che aveva la bocca aperta e aveva perso il comando delle redini.
- Percy! I cavalli... la biga... la corsa...- strillai allarmata incapace di formulare una frase completa facendo gesti veloci con le mani.
- Tranquilla. Ho detto loro di continuare così fino alla prossima curva.- disse lui con un gesto non curante della mano e poi i suoi occhi si illuminarono sorridendo euforico - Lauren é... è stato pazzesco! Quella cosa che hai fatto... Ottimo lavoro!- esclamò lui entusiasta. Battemmo il cinque e poi ripresi il comando dei cavalli. Superammo la curva con qualche intoppo e poi ci fiondammo sulla cabina di Ares. Eravamo a pochi metri di distanza dal loro carro da guerra ed incitai i cavalli ad avanzare sempre più veloce. Helena teneva le redini mentre Clarisse ci guardava avanzare, mentre sorrideva come ad incitarci ad avvicinarsi: un segno di sfida. Così avanzai posizionandomi alla destra del carro da guerra. Percy e Clarisse si scontrarono, spada contro lancia. Lanciai un'occhiata ad Helena, che me ne rivolse una spavalda, sorridendomi superba. Ma come si permetteva quella... sgualdrina! Ora che ci facevo caso la lancia di Clarisse era elettrica, chissà se potevo comandare anche quel tipo di elettricità. Mi concentrai, incentrando tutto il mio potere su quell'elettricità."Jason non ci riesce, ma chi dice che io non possa riuscirci" pensai tenendo sempre gli occhi sulla pista "è facile. Devo solo concentrarmi sull'elettricità. I fulmini sono fatti di elettricità. Devo solo ordinare all'elettricità di espandersi in tutta la lancia" Pensai ancora sicura. "Facile a dirsi ma difficile a farsi cara Lauren" disse una voce nella mia testa. Dedussi che fosse la mia coscienza. "Concentrati, concentrati,  concentrati." Cercai di entrare in contatto con l'elettricità, ma non ci riuscì. Non ero concentrata. Questa volta non potevo lasciare le redini a Percy come avevo fatto prima. Se mi fossi messa contro Clarisse non avevo speranza. Potevo concentrarmi meglio se fossi rimasta qui. Chiusi per un attimo gli occhi e rallentai volutamente il ritmo dei cavalli, in modo che così potessi vedere la lancia elettrica.
-Ahah.. vi allontanate. Non avete coraggio.- dedussi che fosse la voce di Clarisse visto che era simile a un ringhio. Sentì Percy ringhiare contro di me.
- Lauren, che cazzo stai...?
-Sta zitto Jackson!- sputai fuori con rabbia aprendo gli occhi di scatto. Lo vidi allontanarsi sorpreso e un po' spaventato ma non si avvicinò più. Così richiusi gli occhi e mi concentrai. Pochi secondi dopo riuscì a sentire il potere dell'elettricità, così potente e letale. Aprì gli occhi di scatto puntandoli dritti sulla lancia che teneva in mano Clarisse proprio nel punto in cui l'elettricità era costretta a essere rinchiusa. "Esci dalla tua prigione. Liberati. Rivoltati contro il tuo padrone. Non chinarti ai suoi ordini" ordinai mentalmente all'elettricità come se fosse un essere umano. Come avevo sperato, la lancia elettrica ebbe un fremito e poi l'elettricità cominciò a espandersi per tutta la lancia, lentamente ma evidente. Clarisse sgranò gli occhi e fece cadere la lancia sul legno della biga, un attimo prima che prendesse la scossa. Helena strillò vedendo la lancia vicino a se e perse le redini dei cavalli. Quelli rallentarono e potevano anche capovolgersi tanto la cosa era drastica sulla biga. Subito Atena li superò e ora ci stava alle calcagna. Girammo all'ultima curva e vidi il traguardo proprio davanti a noi.
- Lauren come hai fatto a... a fare quella cosa? Cioè non ho mai visto un figlio di Zeus con queste capacità!- disse Percy sorpreso mentre avanzavamo verso la vittoria.
-Ogni semidio è diverso dall'altro.- mi limitai a rispondere semplicemente scrollando le spalle.
-I tuoi occhi... erano... si erano illuminati... erano diventati completamente bianchi, come... come se fossi posseduta.- non ebbi il tempo di recepire a fondo le parole di Percy che la biga di Atena ci affiancò.
 
30 metri.
Lanciai un'occhiata a Percy come a dire 'Ne riparleremo' e con la coda dell'occhio guardai Alice e lei mi lanciò uno sguardo di sfida. Incitai i cavalli ad andare più veloce. Da lontano vedevo lo striscione di "traguardo" e i semidei che applaudivano e gridavano i nostri nomi.
 
20 metri.
Siamo primi per due secondi, ma poi lo sono loro di qualche centimetro. Ma poi noi riconquistiamo il primo posto. E continuiamo così per un po'. I semidei acclamavano al traguardo e feci avanzare ancora i cavalli, ma non abbastanza.
 
10 metri
- Blackjack! Più veloce!- urlò Percy
al suo cavallo.
- Crystal ancora un po'! Ci siamo quasi.- urlai anch'io. I Pegasi sembrarono capirci e avanzarono sempre più veloci, sembravano aver messo le ali agli zoccoli. Superammo di molto la biga di Atena e sorrisi. Come un fulmine tagliammo per primi il traguardo.
 
ANGOLO DELLA RITARDATARIA: Bene, bene, bene. Eccomi qui ritornata finalmente ad Efp, il sito di fanfiction. Eheheh * ride nervosa * potrete mai perdonarmi per il mio enorme ritardo? Spero vivamente di si. Allora per farmi perdonare ho pubblicato un capitolo più lungo degli altri. Qui la nostra Lauren è l'unica protagonista e a quanto pare se lei non ci fosse stata nella corsa al fianco di Percy, quest'ultimo avrebbe di certo perso. Come seconda cosa che vi devo dire... non so se va bene ma io ho voluto mettere che la nostra Laury avesse un piccolissimo potere in più. Quello di avere il controllo dell'elettricità. Non solo dei fulmini. Va bè! Comunque spero che vi sia piaciuto il capitolo e spero che recensiate almeno un po' * fa occhioni da cucciolo.* Bene semidei alla prossima puntata.. cioè capitolo. Ciaoooo.
 
P.s. Scusate i miei errori di ortografia e grammaticali.
P.s.s. Vi è piaciuto il modo in cui ho scritto la corsa? Il fatto è che io non ne sono molto convinta.
P.s.s.s. Chi di voi ha letto la casa di Ade? Io sto leggendo... e sono un po' in crisi... * asciuga le lacrime che gli sono uscite dagli occhi *
P.s.s.s.s. Questo p.s. lo dedico agli auguri di BUON NATALE in ritardo e un felice anno nuovo. Passate un buon capodanno! Vi saluto davvero ora... alla prossima!
 
   
 
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