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Autore: softkitty    30/12/2014    1 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In metro con amore

 

Capitolo 12

 

«Qui qualcuno mi sembra al settimo cielo». Daniel, che stava andando nel suo ufficio, fu bloccato dal fratello maggiore che lo vide passare nel corridoio. «L'appuntamento è andato bene?»

«Ciao Nelson, buongiorno anche a te». Si poggiò allo stipite della porta e sorrise all'avvocato seduto alla scrivania. «Sì, direi che è andato bene»

«Si vede, hai un sorriso degno della migliore pubblicità per dentifrici sbiancanti». Daniel scosse il capo senza riuscire a nascondere il divertimento. «Quando ce la presenterai? Terry è molto ansiosa di conoscere la splendida ragazza che ti ha rubato il cuore»

«Non esageriamo!»

«Dopo Lindsay...». Nelson si strinse nelle spalle.

«Andiamo, Lindsay era solo una grande approfittatrice. Non ero innamorato». Non se l'amore è ciò che provo ora per Dom. Ma quella considerazione preferì tenerla per sé.

«Per fortuna! Era insopportabile! Il pensiero che avrei potuto averla come cognata mi fa rabbrividire»

«Addirittura?». I due fratelli risero di gusto. «Vado nel mio ufficio, ho qualche ora da recuperare»

«Non sperare di cavartela così! Sei prenotato per pranzo!».

Daniel sbuffò e salutò il fratello, certo che il suo interrogatorio non sarebbe stato l'unico della giornata.

***

Nicky uscì dal fiorista con un enorme mazzo di girasoli, diretta al cimitero. Si sentiva... leggera. Aveva lasciato Daniel da pochi minuti e ancora non era riuscita a realizzare appieno ciò che era successo.

Sentiva ancora il sapore di caffè e di giovane avvocato sulle sue labbra ed era... bellissimo. Il modo in cui l'aveva baciata, la dolcezza con cui l'aveva stretta, la passione con cui la osservava...

Dan...

Non si era accorta di quanto le fosse entrato dentro fino a che non si erano baciati. La verità, le doleva ammetterlo per il suo orgoglio, era che Daniel si era insinuato nei suoi pensieri e nel suo cuore giorno dopo giorno. Con ogni viaggio in metro, con ogni aperitivo e con ogni battuta, Daniel Stephen Fisher aveva creato un solco nel muro che si era costruita attorno (o forse aveva riparato la crepa che si era formata nel suo cuore?) ed era diventato importante per lei.

Nicky si riscosse dai suoi pensieri, ma non abbastanza velocemente da evitare di scontrarsi con la passante che la travolse in pieno.

«Oddio, mi dispiace, non ti avevo vista!».

Nicky si rialzò da terra, con il sangue ghiacciato nelle vene. Aveva riconosciuto quella voce. Possibile che con tutte le persone che avrebbero potuto travolgerla, dovesse essere proprio lei la colpevole?

«Non fa nulla».

Quando la giovane posò lo sguardo su Nicky, le sue pupille si dilatarono per la sorpresa. «Nicky Stanton»

«Angela Chester».

Angela 'Angie' Chester fece ondeggiare la sua curatissima chioma bionda, mentre sorrideva raggiante. «Che piacere rivederti».

Nicky si trovò a tirare le labbra in un sorriso esasperato, senza dire nulla. Tutta la sua forza di volontà era concentrata sui suoi arti per evitare di prenderla a calci o pugni. O magari entrambi contemporaneamente. Insieme ad una bella testata. E anche a uno sputo.

«... Noah sia così felice con me, ora».

La giovane captò solo le parole finali. «Spero tanto siate felici insieme, mia cara. Credo che siate molto più simili di quanto voi stessi possiate immaginare».

Il sorriso impostato di Angie fu rapidamente sostituito da un'espressione che forse doveva essere minacciosa. «Come scusa?»

«Ho detto – Nicky scandì ogni singola parola con lentezza, guardandola negli occhi – che vi auguro di essere felici, insieme»

«Sai – Angie assunse un tono velenoso – ieri sera Noah si stava giusto chiedendo che fine avessi fatto. Lavori ancora in quella bettola?»

«E così passate la serata a parlare di me? Deve piacerti un sacco sentire Noah parlare della sua ex, chiedendosi dove sia e cosa stia facendo, anziché dedicarsi a te. Devi essere davvero una fidanzata modello per riuscire ad accettarlo. Voglio dire – si strinse nelle spalle con studiato disinteresse – molte fidanzate sarebbero gelose, altre farebbero delle scenate. Tu invece no, i miei complimenti». Riportò l'attenzione sul mazzo di girasoli, miracolosamente intatto. «Bene, io vado! Ciao!».

La sorpassò, allontanandosi senza fretta. Aveva avuto la sua piccola rivincita su quella zoccola.

Si aprì in un sorriso smagliante ed entrò nel cimitero, più che felice di fare visita ai suoi genitori. Gettò i fiori della settimana precedente e sistemò con cura i girasoli al loro posto.

Rimase per un istante a contemplare le foto sorridenti dei suoi genitori, sperando che, ovunque essi fossero, potessero vederla.

Uscì dal cimitero poco dopo e raggiunse il cancello giusto in tempo, prima che il suo cellulare iniziasse a squillare. «Nicky! Sono io»

«Ciao D, avevo intuito che eri tu. Sai, mi esce il tuo nome sul display»

«Ah ah, che simpaticona. Ti ho chiamata perché ho un problema»

«Sono tutta orecchie»

«Mi hanno cambiato il turno! Inizio alle 13 e sa il cielo quando finirò! Non riesco a venire a pranzo e neppure a cena dai miei»

«Non ti preoccupare, io sono già quasi arrivata, li avviso io! Buon lavoro!». Riattaccò e si incamminò verso casa Cassidy. Aveva voglia di passare l'intera giornata con Peter ed Elizabeth. Una giornata in famiglia, ogni tanto, ci voleva.

***

Daniel si prese la testa fra le mani e sbuffò. Come diavolo poteva dire a Dom che aveva omesso parte del suo cognome e della sua vita?

Piccola, il mio cognome per esteso è Fisher Morris. Sono il figlio di Grayson Morris, il fondatore dello studio legale più importante della città.

No, così non funzionava.

Nicky, cara, ti ricordi quando mi hai chiesto che lavoro faccio? Bene, sono un avvocato e lavoro nello studio legale di mio padre, Grayson Morris.

Sbatté la testa sulla scrivania, disperandosi.

Una parte di sé gli diceva di stare tranquillo perché Nicky avrebbe sicuramente capito, avrebbe accettato la situazione senza troppi drammi.

L'altra parte, quella più razionale, gli diceva che sarebbe stato un massacro e che Dom l'avrebbe piantato sui due piedi, senza voltarsi indietro.

Come doveva agire?

***

«Dominique, tesoro! Per fortuna ci sei almeno tu. Diane mi ha appena chiamata per dirmi che non verrà».

Nicky scosse il capo con finta disapprovazione. «Che figlia ingrata!».

Le due donne risero, attirando l'attenzione di Peter. «Ciao Nicky! Come stai?»

«Bene, voi? Vi sono mancata in questa settimana?»

«Tantissimo, cara. Come sta quel giovanotto? Daniel?». Nicky spalancò la bocca. «Diane ce ne ha accennato l'altra sera. Dice che sei piuttosto presa e che lui è un osso duro»

«Siamo usciti questa mattina per un caffè». Spiegò in breve come si erano conosciuti e quale fosse il loro rapporto.

Elizabeth sgranò gli occhi. «Vuoi farmi credere che questo giovanotto non ha allungato le mani fino ad oggi?»

«Ehm, sì»

«Wow! Che resistenza!».

Peter le tappò la bocca. «Scusala! Ogni tanto ha queste uscite fuori luogo». Ridacchiò. «Comunque non ha tutti i torti»

«Lo so, ha rispettato i miei tempi ed è...». Si zittì, cercando le parole giuste. «Mi trovo bene con lui. Più che bene. Però ci sto andando con i piedi di piombo, non voglio correre»

«Fai bene, tesoro». Elizabeth le accarezzò i capelli. «Sei giovane, hai tutto il tempo del mondo».

I coniugi Cassidy la intrattennero per tutto il giorno, chiacchierando amabilmente di qualsiasi cosa e divertendola con i loro spassosi battibecchi. Erano davvero una coppia perfetta.

«Ciao».

Nicky sorrise al telefono, sentendo quella voce. «Ciao Dan, come stai?»

«Sono stanco morto, oggi ho avuto un pomeriggio da incubo, tu?»

«Decisamente più rilassata e meno stanca di te! Sono stata con Peter ed Elizabeth»

«Vuoi che passi a prenderti?».

La giovane scosse il capo, prima di rispondere. «No. Sei stanco, stai a casa e riposa».

Daniel sospirò al telefono. «Dom, per me non è un sacrificio, tutt'altro!»

«Dan, non...»

«Mi dai l'indirizzo? Potremo discutere in macchina più tardi».

Nicky si intestardì. «No». Non voleva essere un peso per Daniel, o peggio, un obbligo.

«Dom, per favore, voglio vederti». Sospirò. «Ho bisogno di vederti per assicurarmi che il nostro appuntamento di questa mattina sia reale e non un'illusione»

«Madison street, 39». Quando Nicky chiuse la telefonata e si voltò, trovò Elizabeth e Peter ad osservarla. «Che c'è?»

«Viene a prenderti?»

«Ehm... sì».

Peter fece un cenno di approvazione con il capo, mentre Elizabeth fece un largo sorriso. «Che bravo ragazzo».

***

Madison Street, 39.

Quella era la residenza del dottor Cassidy.

Daniel si diede una manata in faccia. Peter ed Elizabeth, come aveva fatto a non arrivarci subito?

Peter ed Elizabeth Cassidy erano due amici di vecchia data dei suoi genitori. Non si sentivano molto spesso, ma era loro abitudine incontrarsi qualche volta l'anno, impegni lavorativi permettendo, per cenare insieme. Sua madre e Elizabeth si sentivano telefonicamente quasi tutte le settimane.

Fortunatamente, lui e Diane, la figlia dei Cassidy, erano esonerati da quegli incontri. Così almeno, Diane non sarebbe stata un problema. Almeno così sperava.

Accostò di fronte alla villetta e inviò un sms a Dom.

Pochi istanti dopo, la giovane uscì, seguita dai coniugi Cassidy, che rimasero sulla soglia ad osservarla mentre si avvicinava a lui.

«Ciao». Nicky chiuse la portiera e si voltò, sorridendogli. Daniel le passò una mano sulla guancia e poi la avvicinò a sé per baciarla. Era lì, con lui. E lo stava baciando. Era reale.

«Buonasera, Dom».

La ragazza sbuffò, fingendosi scocciata e poi si allacciò la cintura. «La smetti di chiamarmi così?»

«Perché? A me 'Dom' piace»

«Perché ti piace così tanto?»

«Suona bene». Mise in moto. «Dove andiamo?».

Nicky aprì la bocca per rispondere, ma fu interrotta dal suono del suo cellulare. «Scusa un secondo, è Diane – accettò la chiamata – D, dimmi!»

«Ho finito ora il turno e ho incontrato una persona che vi conosce! Sei con Daniel?»

«Sì»

«Perfetto, ci vediamo da te tra 10 minuti». E riattaccò prima di darle il tempo di recepire il messaggio.

Daniel la osservò, incuriosito. «Tutto a posto?»

«Non ne ho idea. Andiamo a casa mia, va bene? Diane ha detto che ci vediamo lì tra poco. Non so cos'abbia in mente». Il giovane annuì e mise in moto. L'idea di passare del tempo in compagnia, anziché solo con lei, era ottima. Non sapeva quanto avrebbe resistito prima di saltarle addosso.

«Com'è andata la giornata?»

«Abbastanza bene, a te?».

Daniel fece un sorriso strafottente. «Scommetto che hai pensato a me tutto il giorno».

Nicky, tutt'altro che imbarazzata, sorrise e rispose con tono esageratamente sdolcinato: «Certamente. Non vedevo l'ora di rivederti. Ho contato i secondi che hanno tenuto le nostre labbra separate».

L'avvocato scoppiò a ridere e le poggiò una mano sul ginocchio. «Quanta dolcezza, tesoro mio»

«La tengo tutta per te, orsacchiottino del mio cuore»

«Orsacchiottino?».

Nicky cercò di non scoppiare a ridere. «Meglio cucciolotto?». Daniel scosse il capo, rabbrividendo. «Zuccottino? Pasticcino? Cioccolatino? Zuccherino?».

Daniel le tappò la bocca con la mano. «Cioccolatino? Pasticcino? Scommetto che muori dalla voglia di assaggiarmi. Devo sembrarti molto invitante».

Benché Nicky avesse cercato di sembrare indifferente, Daniel poté percepire il suo imbarazzo dal calore emanato dalle sue guance. «Forza Dongiovanni, parcheggia e scendiamo».

I due chiusero le portiere, poi Daniel si avviò verso il condominio, ma fu bloccato dalla mano di Nicky che lo strattonò. «Cos...?».

Un secondo dopo, Nicky posò le labbra sulle sue e lo baciò, dolce e delicata. Prima che potesse allontanarsi, fu bloccata dalle braccia di Daniel che si avvolsero attorno alla sua vita e la strinsero a lui. Le sue mani le accarezzarono la schiena, lente ed estremamente calde e scesero fino a chiudersi sul sedere di Nicky. «Fantastico». Il mormorio di Daniel la fece ridacchiare. «Coraggio, andiamo a casa tua». La coppia raggiunse l'ingresso del condominio di Nicky e trovò ad attenderli...

«Diane? Finn?».

Diane abbracciò rapidamente l'amica e diede un amichevole pugno sulla spalla a Daniel. «Piacere Daniel! Nicky avevi ragione, è proprio un gran bel pezzo di manzo!».

Finn scoppiò a ridere, mentre Nicky sospirava sconsolata e le sopracciglia di Daniel raggiungevano l'attaccatura dei capelli per lo stupore.

«Dan, lei è Diane, la mia ex migliore amica». La giovane posò lo sguardo su Finn. «Immagino non ci sia bisogno di presentarvi, sbaglio?»

«No, ci siamo conosciuti all'ospedale». Finn stava per aggiungere qualcosa, ma la sua attenzione fu richiamata da un fischio. «Oh, Colin! Finalmente sei arrivato! Benny, ci sei anche tu?».

Nicky inclinò il capo e fissò i due che erano appena arrivati. «Ciao Colin, ciao Benny! Anche voi da queste parti?».

Colin si strinse nelle spalle. «Finn mi ha chiamato, così, dato che ero da Missy e Benny ha finito il turno, è venuta con me»

«Bene – disse Daniel, sorridendo sotto i baffi – che ne dite di salire?». Prese Nicky per mano e si avviarono alla porta.

Quel gesto però non passò inosservato a nessuno dei quattro amici. Mentre Colin, Diane e Benny rimasero in silenzio, attendendo di essere comodamente spaparanzati sul divano per tempestare la coppia di domande, Finn non resistette. «Nicky! Finalmente hai ceduto al fascino del nostro Danny?».

Il giovane medico ricevette uno scappellotto da Diane. «Stupido! Non potevi aspettare 10 secondi?»

«E perdere l'occasione di essere il primo a metterli in imbarazzo?».

Mentre i quattro battibeccavano tra di loro, Nicky ridacchiò ed aprì la porta di casa, mormorando «Begli amici di merda, abbiamo!»

«Concordo con te».

La ragazza accese tutte le luci e invitò gli ospiti ad accomodarsi. «Prendo le birre!». Andò in cucina ed aprì il frigorifero per prendere la confezione da sei, per fortuna aveva fatto spesa poco tempo prima! Aprì il cassetto per prendere l'apribottiglie, ma fece in tempo ad aprirne solo una. Due braccia la avvolsero, facendola sobbalzare.

«Daniel!». Il giovane non le rispose, troppo impegnato ad abbracciarla e baciarle il collo. «Daniel, le birre...»

«Le porto io, farò il cameriere!». Nicky scosse il capo con rassegnazione e finì di aprire le bottiglie, mentre Daniel portava quelle già aperte. Voleva posporre il più possibile il momento dell'interrogatorio.

Aveva sperato di parlare separatamente con Benny e con Diane, invece, non solo erano insieme, ma a completare il quadro c'erano anche Colin e Finn.

«Allora...». Diane aprì la bocca non appena Nicky e Daniel furono seduti sul divano. «Avete qualcosa da dirci? O passiamo direttamente alle domande libere?».

Nicky posò la birra sul tavolino e li fulminò con lo sguardo. «Silenzio stampa. Siete delle comari»

«Danny, amico mio – Colin si inginocchiò di fronte a lui – dimmi che almeno tu ci dirai qualcosa!».

Ma Daniel, esattamente come la sua ragazza, sorrise e scosse il capo.

«Andiamo! Non potete fare così!»

«Siete degli insensibili!»

«Crudeli!»

«Siamo vostri amici!». Le proteste si alzarono contemporaneamente, riempiendo l'appartamento.

Nicky si girò verso Daniel e si sporse per baciarlo, facendoli ammutolire. Nel preciso istante in cui Daniel le avvolse la vita e approfondì il loro bacio, permettendo alle loro lingue di incontrarsi, Benny e Diane fecero degli urletti deliziati e Colin e Finn fischiarono e batterono le mani.

«Questo – disse Nicky separandosi da Daniel, che la guardava sbavando – è tutto ciò che potrete ottenere stasera».

Benny alzò la sua bottiglia, in segno di brindisi. «Comunque, è di più di quello che ci aspettavamo. Congratulazioni!».

Diane si alzò. «Bene, ora però passiamo alle cose serie! Io e Finn siamo venuti qui perché lui – e lo indicò – non crede che tu abbia Hotel». Senza aggiungere altro, sparì nel corridoio e ricomparve poco dopo con la scatola in mano.

«Non ci posso credere!». Finn era entusiasta. «Non ci gioco da quando avevo 13 anni! Possiamo giocare? Nicky? Per favore!».

La ragazza si alzò dal divano e portò il gioco sul tavolo della sala. «Vuoi anche scegliere il colore della macchinina?»

«Certo che sì! Io voglio quella gialla!».

Scoppiarono tutti a ridere e presero posto attorno al tavolo.

Nicky fece per sedersi sulla sedia, ma Daniel la bloccò e la trascinò sulle sue ginocchia. «Che ne dici di fare la banca con me? Tanto si può giocare solo in quattro»

«Va bene! Ragazzi – si rivolse al gruppo – io e Danny facciamo la banca!».

Mentre Benny, Diane, Finn e Colin si litigavano i colori delle macchinine, il giovane avvocato passò le braccia attorno alla vita di Nicky, accarezzandola. «Dom...».

La ragazza si poggiò meglio a lui e sorrise. «Fai il bravo, Danny, sto contando i soldi!»

«Bene – Finn, euforico, li interruppe – abbiamo scelto! Possiamo iniziare?».

Ben presto il quartetto fu talmente preso dal gioco, da ignorare le attenzioni che Daniel e Nicky si dedicavano. Brevi baci, dita che si intrecciavano, carezze sulle cosce...

«Dom...». Daniel abbassò il tono di voce e le parlò nell'orecchio. «Se continuiamo così, quello del President non sarà l'unico grattacielo in piedi».

Nicky scoppiò a ridere, facendo distrarre i quattro che la guardarono interrogativamente, senza capire cosa fosse accaduto.

«Chi vuole altre birre? O – disse alzandosi – volete qualcosa da mangiare?».

«Per caso hai dei pop corn, Nicky?». Finn la guardò speranzoso. «Li adoro»

«Vada per i pop corn!». Si diresse nuovamente in cucina, pedinata da Daniel. «Hey – finse di rimproverarlo, mentre impostava il timer del forno a microonde – hai lasciato i bambini incustoditi?».

Le si avvicinò in un battibaleno e la baciò. «Questo – disse poggiandole entrambe le mani sul sedere – ha bisogno della mia custodia»

Nicky si sporse per baciarlo di nuovo, ma si bloccò a pochi millimetri dalle sue labbra. «Che stupido che sei».

Daniel ghignò, ma non poté replicare, perché dalla sala giunse la voce di Benny. «Banca! Banca! Banca! Serve la banca! Finn si sta intascando tutti i soldi!».

Nicky ridacchiò, vedendo l'espressione sconfitta di Daniel. «Su, corri, altrimenti faranno danni».

L'avvocato le prese il viso tra le mani. «Non riesco a starti lontano». Le diede un bacio rapidissimo ed uscì dalla cucina, lasciandola sola e imbambolata.

La serata proseguì tra furti di denaro e risate, fino a che Diane non posò lo sguardo sull'orologio. «Cazzo, è tardi!». Si susseguirono assensi e i quattro amici salutarono e uscirono dall'appartamento di Nicky, con la promessa di tornarci molto presto per terminare la partita.

«Allora – Daniel prese la parola, mentre la giovane sistemava le sedie – siamo sopravvissuti!»

«Direi anche abbastanza bene, no?». Gli si avvicinò, sorridendo. «Daniel...»

«Dom...». Le prese il viso tra le mani. «Che c'è?».

Nicky prese un respiro profondo. «Non voglio sembrare...». Chiuse gli occhi per un istante e li riaprì, fissandoli in quelli del suo avvocato. «Sono felice».

Daniel ghignò. «Felice?»

«Di come si sono evolute le cose tra di noi».

Il ghigno sul volto dell'avvocato si allargò. «Anche io». Le diede un dolce bacio, sospirandole sulle labbra. Doveva mantenere il controllo e non bruciare le tappe. Sì, doveva, ma... Nicky gli passò le braccia attorno ai fianchi, abbracciandolo mentre si baciavano. «Dom...». Si separò da lei senza però lasciarla. «Che ne dici di farmi fare un giro della casa?».

La ragazza ridacchiò e annuì, pensando che un tour della casa, forse, avrebbe raffreddato l'atmosfera. Nicky perciò lo prese per mano e lo trascinò per tutto l'appartamento. Dalla cucina alla sala, dal bagno alla camera da letto.

«E così tu dormi qui». Daniel scrutò con attenzione la camera matrimoniale: era vecchio stile e decisamente molto semplice. «Era la camera dei tuoi genitori?»

«Sì, quando sono tornata a vivere qui, dopo aver compiuto 18 anni, sono rimasta a dormire nella mia stanza, ma quando poi io e Noah ci siamo messi insieme...». Si strinse nelle spalle e non proseguì, forse notando l'irrigidimento di Daniel.

Sapeva che il lampione e la sua Dom avevano fatto sesso, ma vedere il letto in cui...

Scosse il capo energicamente, cercando di scacciare dalla mente quell'immagine.

«Forse è meglio se usciamo...». Nicky lo trascinò fuori e chiuse rapidamente la porta. «Dan, mi...». Le altre parole rimasero in fondo alla sua gola, stroncate sul nascere da Daniel che l'assalì, baciandola con foga.

«Dom». Le strappò un gemito, spingendola contro la parete ed addossandosi a lei. «Dimmi che sei solo mia, che quel coglione non conta più nulla, che...». Mi ami, come ti amo io. «Ora esisto solo io».

Nicky si lasciò andare contro di lui, con il cuore che batteva all'impazzata. «Per me Noah non conta più nulla da quella sera al golf club. Non so cosa ci riserverà il futuro, ma so che ora ci sei solo tu...». Nel mio cuore. «Per me».

Daniel sospirò soddisfatto e la baciò di nuovo. «Credo sia il caso che me ne vada». Posò la fronte su quella della ragazza. «Domani devo essere in tribunale presto».

Nicky chiuse gli occhi. «Non c'è bisogno di...».

L'avvocato non la fece finire. «Non sto cercando scuse, Dom. Domattina ho un'udienza e se faccio tardi mi tagliano le palle. Rimarrei più che volentieri, ma forse è meglio così. Non voglio correre troppo».

Alla giovane scappò un sorriso. «Da quando sei così pragmatico?»

«Sono un avvocato, sono pragmatico per natura!». Sospirò. «Ora però è meglio che vada, altrimenti...»

«Ok! In bocca al lupo per l'udienza di domani». Nicky si sporse per baciarlo e abbracciarlo prima di lasciarlo andare. «Buonanotte, Danny»

«Notte, Dom».

 

 

Il mio angolo.

Buonasera!

Sono lieta di annunciarvi che, per questo capitolo, non ho note!

Ringrazio tutte le persone che, nonostante i ritardi vari, continuano ad avere fiducia in me e ad attendere con pazienza che io pubblichi.

Grazie a tutti coloro che inseriscono la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Ringrazio anche tutti coloro che hanno lasciato e/o lasceranno in futuro un commento.

Auguro a tutti un 2015 felice e soddisfacente. Buon anno! :* :* :*

Abraçada

Softkitty

  
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