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Autore: Inside_My_Mind    30/12/2014    1 recensioni
Il pomello della porta era decorato da un grazioso cartello "Do Not Disturb" e dall'interno della stanza provenivano suoni irripetibili.
Zayn sorrise amabilmente e, dopo aver augurato mentalmente "buona fortuna" all'amico, si allontanò fischiettando.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
 
“Oh, la pulisci tu la 303?”

Non ci voleva proprio, a fine turno mancava meno di mezz’ora, per pulire una camera da capo non bastava, avrebbe fatto sicuramente tardi. Cercò di ricordare dove si trovasse la 303 e si rivolse alla collega, stupita.

 “Hei, ma non è la Suite Deluxe?”

La faccia a cuore di Anna spuntò dal soggiorno con un serafico sorriso stampato in faccia.
“Proprio lei.” approvò con aria da cospiratrice.

Luna sembrava poco convinta: le Suite Deluxe dell’albergo avevano uno staff di manutenzione a sé che non si mischiava con il comune proletariato che puliva il resto del palazzo.

“E che fine hanno fatto le superpagate badesse delle suite ?” domandò con un rapido sorriso mefistofelico.

 “Sono entrambe a casa con l’influenza… proprio quando cinque Suite sono state richieste per ben una settimana!!” Aggiunse la collega strizzando lo straccio nel secchio.

“Immagino quanto ne siano dispiaciute” commentò Luna mentre un lento sorriso le stirava le labbra, subito seguito da quello identico di Anna.

“La direzione ha passato al nostro gruppo le pulizie delle Deluxe per tutta la settimana. Ovvero, io, te e Luisa siamo in vacanza lì fino a domenica prossima!”

Luna si alzò bruscamente dalla vasca che stava pulendo, scostandosi una ciocca di capelli che le era caduta su un occhio sfuggendo alla cuffietta bianca.

“Stai parlando sul serio?” mormorò guardinga, ma il sorriso raggiante di Anna era già una risposta sufficiente.

“Venti euro in più al giorno più gratifica finale, se nessun cliente si lamenta” esultò raggiante sollevando orgogliosa il petto “Che lusso eh??”

Il viso corrucciato di Luna si aprì in un sorriso, così raro e incerto che Anna si trovò per l’ennesima volta a pensare che quella ragazza era davvero fuori posto lì: era troppo giovane e troppo, troppo seria.

“Merda” sospirò la ragazza esultante “Dovrò dire alla mamma di rompersi una gamba più spesso! Prendendo il suo posto a lavoro forse riesco persino a mettermi via i soldi per l’università a settembre!”

Anna deglutì a vuoto senza farsi vedere: quella ragazza dai seri occhi neri che lavorava dodici ore al giorno senza mai fermarsi e che non sorrideva quasi mai, così determinata e sacrificata, era troppo bella ed intelligente per un posto come quello.

“Chissà” chiocciò Anna sparendo di nuovo dalla vista di Luna “Intanto, prepara le armi pesanti e fila alla 303. E ricordati! Qualsiasi cosa tu veda là dentro, rimane chiusa lì, fosse anche un cadavere fatto a pezzettini e sparso sul lampadario.”

Luna si rizzò in piedi di scatto, mimando con aria seria la posa militare.

“Signorsì, signor tenente!” abbaiò battendo i tacchi “Posso solo chiedere che ne debbo fare del cadavere? Secondo le vigenti norme sul reciclaggio posso smaltirlo con il resto dell’organico, oppure ci forniranno un cassonetto apposito?"

Anna, suo malgrado, sogghignò di nuovo tirandole dietro uno straccio umido.

“Spiritosa” grugnì “Gli ospiti tornano alle due, deve essere tutto pulito entro quell’ora. Poi, ripulisci dopo le sei.”

“Due turni di pulizia al giorno?” domandò Luna inarcando scettica un sopracciglio “Chi sono gli ospiti? Un branco di minatori?”

Anna le lanciò appena uno sguardo sprezzante.
“Cantantucoli da strapazzo” sputò schifata per definire al meglio la categoria “Giovinastri pieni di tatuaggi, inglesi e probabilmente poco inclini all’uso del sapone ”

Luna trattenne un sorriso e si lisciò il grembiule candido sui fianchi snelli. Prese dal ripostiglio il carrello delle pulizie per le Suite Deluxe e si incamminò verso il “patibolo”.

* * *

La suite era un disastro. Luna era entrata fischiettando a denti God Save the Queen, giusto per rendere omaggio agli ospiti inglesi, ma la voce le si era smorzata in gola alla vista del pandemonio.

“Merda!” sibilò a denti stretti “Guarda che roba!”

Nella camera, l’imponente letto matrimoniale era già sfatto come se ci avesse dormito dentro un esercito di scimmie; nel soggiorno, un impianto stereo monumentale e una serie imbarazzante di valigie mezze sfatte erano sparsi in ogni dove; in bagno nessuno si era preso la briga di vuotare la vasca dentro la quale galleggiavano ancora residui di schiuma; dovunque sul pavimento erano sparse briciole e liquidi di svariata e sospetta natura.

“Maledetti sudditi di sua maestà!” sibilò oltraggiata piantandosi i pugni stretti sui fianchi.

Poi, siccome era una ragazza pragmatica e alla fine le facevano schifosamente comodo i soldi della gratifica, si mise al lavoro di buona lena. Anzi, finito il bagno ricominciò persino a canticchiare inframmezzando Rule, Britannia! Con varie canzoni popolari inglesi. Ecco a cosa era servito studiare lingue, sogghignò amaramente: a crearsi la giusta colonna sonora mentre si spaccava la schiena a forza di pulizie! Comunque, quei cantantucoli, come li chiamava Anna a ragion veduta, dovevano essere dei veri e propri maleducati: aveva trovato patatine infilate dovunque, una sciarpa avvolta intorno al water in bagno e una bustina aperta di ketchup sul maxischermo al plasma del soggiorno. Dentro al letto, poi, aveva trovato un paio di boxer maschili e due tanga striminziti, probabilmente non appartenenti al cliente della suite.

“Questo quì scopa come un riccio!” pensò malignamente tra sé e sé “Nemmeno il tempo di poggiare le valigie e già copulava con due ragazze diverse!”

Ma la cosa più esasperante fu trovare un biglietto sul frigo bar, scritto in inglese da quel maleducato da competizione.
“Non c’è il ghiaccio.”

Luna fissò a labbra strette il foglio poi, seguendo un misterioso istinto suicida, infilò un’intera busta di ghiaccio nel reparto congelatore del frigo bar, facendo parecchia forza poiché faticava ad entrarci, e scrisse un biglietto che vergò di suo pugno con una bella calligrafia lineare in un inglese impeccabile:
“Se gradisce, possiamo provvedere ad aumentare la sua scorta di ghiaccio riempiendo la vasca da bagno, evitando così inutili e spiacevoli sprechi di spazio nel frigo bar. Comunichiamo inoltre che la biancheria femminile smarrita è recuperabile (post servizio di lavanderia) nell’ultimo cassetto dell’armadio in camera da letto; se il cliente prevede un esubero di tale oggettistica all’interno della suite, possiamo adibire una stanza a fianco come guardaroba privato. Ossequi, La donna delle pulizie”

Posò il biglietto sul ripiano di marmo dell’angolo bar e si avviò fischiettando a cambiare le lenzuola del letto. Sapeva che non lo avrebbe mai e poi mai lasciato lì, ma averlo scritto e vederlo piazzato in bella vista le dava una bella sensazione. Quando terminò le pulizie, parecchio tempo dopo, prese il foglietto, lo rilesse ridacchiando e poi lo accartocciò quasi con rimpianto. Lo buttò distrattamente nell’ultimo sacco del pattume, dentro al carrello. La palla di carta urtò il bordo ed atterrò silenziosamente ai piedi dell’enorme divano di pelle. Ma Luna non lo vide: si era girata per scarabocchiare sul suo taccuino l’orario di chiusura della suite.

E grazie tante al signor-sporco-tutto-io-Styles per le due ore di lavoro supplementare, commentò tra sé e sé chiudendo la porta alle sue spalle.
   
 
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