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Autore: katyjolinar    30/12/2014    1 recensioni
Una scoperta su sua madre porterà Astrid a scoprire le sue origini e battersi per mantenere vivo il ricordo della persona che l'ha messa al mondo
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Papà, so quello che ho fatto, e sono pronto ad affrontare qualsiasi punizione tu voglia riservarmi." disse Hiccup, con voce calma "Ma prima vorrei che tu conoscessi Valka Astrid, mia figlia, tua nipote."
La piccola, che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi chiusi, li aprì, rivelando di averli di un verde brillante, come quelli del padre.
"Sacri Dei..." sussurrò Stoick, intenerito "Guarda, figliolo... ha i tuoi occhi!"
Hiccup annuì, sorridendo, facendo un cenno a Moccicoso, che si avvicinò.
"Porti Astrid a casa, per piacere?" domandò "Io e la bambina arriviamo subito." il ragazzo eseguì, prese Astrid in braccio e, seguito da Gothi, andò verso la capanna della ragazza. Hiccup li guardò, poi tornò a rivolgersi al padre "Vorrei che le insegnassi tutto quello che sai, papà. Quando sarà il momento sarà lei a prendere il mio posto a capo del villaggio."
"CHE COSA?!" tuonò l'uomo, arrabbiato "No! Non se ne parla! Una donna non può avere certe cariche! La legge..."
Ma venne interrotto dalla piccola, che scoppiò improvvisamente a piangere. Hiccup la cullò, cercando di farla calmare.
"Tranquilla, tesoro, è tutto a posto." sussurrò il giovane, poi guardò nuovamente il padre "Papà, te l'ho detto come la penso io su certe cose. E lo sai che certe regole mi stanno strette, per questo, quando diventerò io il capo abolirò questa regola sulla successione, che tu lo voglia o no. E per questo voglio che insegni a lei tutte le tue conoscenze, come hai fatto con me."
Stoick abbassò di nuovo lo sguardo sulla bambina. Era davvero minuscola, come lo era stato Hiccup al suo tempo, ed ora si lamentava, stringendo la casacca del ragazzo con una delle sue esili manine.
Il giovane sorrise nuovamente, posando un bacio sulla fronte della neonata, poi si incamminò verso la casa di Astrid, seguito da suo padre.
"Quando è successo?" domandò, serio ma calmo il capo di Berk, dopo un po' "Quando l'avete concepita?"
"Quando mi sono fratturato la caviglia, sette mesi fa." rispose il ragazzo "È nata prematura di due mesi."
"Come te, figliolo." ammise l'omone "Esattamente come te."
Hiccup annuì ed entrò in casa, andando diretto alla camera della compagna. Gothi aveva appena finito di visitarla, quindi si avvicinò a lui e prese la piccola, per poter controllare anche lei. Il giovane, quindi, si sedette sul letto e guardò Astrid, distesa sotto le coperte, con gli occhi chiusi. La bionda lo sentì e li riaprì, sorridendogli.
"Come sta la nostra bambina?" sussurrò, con voce stanca.
"Sta bene." la rassicurò il ragazzo "Gothi la sta controllando e la sta lavando, tra poco tornerà qui, così potrai allattarla."
Astrid annuì, e dopo poco la vecchia si avvicinò, porgendole la piccola creaturina, ora pulita e avvolta nei vestitini creati dalla nonna, molto vecchi ma ancora morbidi e caldi. La giovane la prese e la strinse, lasciandola attaccare al seno e facendole qualche coccola.
"È così piccola..." sussurrò "Ho paura che possa non superare l'inverno."
"Aveva detto lo stesso mia moglie, quando è nato Hiccup." ammise Stoick, avvicinandosi alle spalle del giovane, che continuava a osservare la figlia neonata "Ma credo che vostra figlia sia fatta della sua stessa pasta: diventerà una donna forte, sicuro!"
"Spero che la mamma sia felice per noi..." sospirò il giovane, afferrando uno dei pugnetti che Valka stava agitando felicemente in aria mentre mangiava, e carezzandolo con delicatezza.
"Sai, figliolo, penso che lei abbia sempre saputo che un giorno voi vi sareste innamorati." disse l'uomo, poggiando una mano sulla spalla del figlio "Sai, quando è morta Astrid, anche se la bambina era stata affidata al fratello, è stata lei ad allattarla. Tu avevi appena tre mesi, e Val aveva abbastanza latte per entrambi... tu eri più piccolo del normale, nonostante fossi tre mesi più grande non superavi di molto Astrid, in dimensioni, ma eri sempre incantato a guardarla, e Valka ogni volta diceva 'sei già innamorato di lei? Allora da grandi sarete inseparabili!'"
Astrid sorrise, alzando finalmente gli occhi e incrociando quelli del compagno, poi alzò la mano e la posò sulla sua guancia, con dolcezza; Hiccup posò la sua su quella di lei, senza abbassare lo sguardo.
"Credo che anche mamma sarebbe d'accordo." ammise la bionda "Sul suo diario, nelle ultime pagine, parla anche del piccolo Hiccup: dice che, nonostante fosse all'apparenza debole, a suo parere sarebbe diventato il vichingo più valoroso di Berk."
"Io non ho nulla di speciale..." si lamentò il giovane "Sono solo un fabbro, e neanche dei migliori."
"Non è vero, Hiccup." lo corresse la ragazza, tornando a guardare la piccola, che si era saziata e si stava guardando intorno con aria assonnata "Una creatura speciale come la nostra Valka può solo essere figlia di un uomo speciale come te."
Hiccup arrossì, tornando a guardare la creaturina, che incrociò il suo sguardo, e, incantata, non lo mollò più, allungando un pugnetto verso di lui e facendo un verso che sembrava innamorato. Il ragazzo si sporse e le baciò la fronte, mentre Stoick gli diede un'altra pacca sulla spalla.
"Ora riposate." consigliò "Domani è Snoggheldhon, per cui possiamo approfittarne per presentare mia nipote alla tribù. E tu, figliolo, non credere che questo ti salvi dalla punizione! Sappi che ti aspetta qualcosa che non dimenticherai tanto facilmente!" ma in quel momento, Valka, che era ancora incantata a fissare il padre,spostò il suo sguardo sul nonno e, come se avesse capito le sue parole, scoppiò a piangere. Stoick sospirò e alzò gli occhi al cielo "E va bene... niente punizione. Ma tu guarda se doveva capitarmi una nipote che mostra lo stesso caratterino dei genitori già a poche ore di vita..."
Borbottando, quindi, se ne andò, mentre i due genitori si guardarono divertiti, dopo aver calmato la neonata.
"Mio padre ha ragione. Dovete riposare." ammise Hiccup, alzandosi dal letto e rimboccando le coperte alla compagna "Domani, poi, penseremo a tutto il resto."
La giovane annuì, mettendo la piccola accanto a sé, al caldo, mentre il ragazzo faceva loro una carezza e riservava loro un ultimo bacio, prima che si addormentassero entrambe.
Le guardò a lungo, sorridendo. Quelle erano le donne della sua vita, il suo presente e il suo futuro, e le avrebbe protette in ogni modo possibile.
   
 
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