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Autore: ifeelconnection    30/12/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo//
“Beh , a quanto pare le apparenze ingannano anche nel nostro caso.”
Mi fissò per un lungo istante e poi tornò a guardare il mio lavoro, o meglio il lavoro di Maya.
“È qui che ti sbagli,” replicò toccando l’erba del mistero, come a ricordarmi delle parole di Madame “io sono esattamente come mi vedi.”
//
Brianna Raynolds, campionessa di Trigonometria a livello nazionale.
Tristan Evans, campione in tutto, amore compreso.
La Dickinson High , scuola gioiello dell'intera New York City sembra troppo piccola per tutti e due.
Cosa succede quando due mondi uguali ma paralleli si scontrano?
Le rivalità imperversano tra i due, che hanno fin troppe cose in comune, e lo sanno.
Basteranno le profezie di un'aspirante maga a tenere lontana Brianna dal suo destino?
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tristan Evans
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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The B Team
Capitolo Cinque

Le tre ore successive passarono lente e la mensa fu quanto di più stupido ci fosse al mondo. Da quando si era sparsa la notizia che Tristan mi aveva battuto per la seconda volta, il gruppo delle figlie di papà più popolari della scuola, capitanate ovviamente da Rebecca Deanmark , gli era saltato addosso come avvoltoi e davanti a quel boulevard di grazie messe in mostra lui non avrebbe potuto che mostrare un innegabile interesse. Al contrario da quanto mi aspettavo però, il suo menefreghismo apparente si faceva vedere anche in quella situazione , in cui si limitava a rispondere alle domande che gli faceva il branco, scatenando risatine continue per chissà quale motivo. Il biondo mostrava interesse , di tanto in tanto, solo per la femmina alfa, e io dal mio tavolo mi accorsi che qualche volta mi aveva rivolto qualche occhiata che forse era di attesa, evidentemente doveva davvero parlarmi.
“Rawr, la tigre sta per marcare il territorio.”
Disse James, il fratello di Maya, mentre indicava Rebecca che in quel preciso momento si stava alzando e a quanto pareva, si stava preparando a parlare. Io scoppiai a ridere per quanto detto da James e per quanto la quantità di nomi che io le affibbiavo nella mia testa fossero coerenti con la sua personalità, quella ragazza era davvero un animale a caccia di uomini, e quello stesso animale mi odiava da quando , al secondo anno , avevo scaricato suo fratello Richard. Beh anche io non ero mai stata sfortunata con i ragazzi ma non ero di certo come lei.
“Allora Tristan,” Cominciò la ragazza alzando il tono della voce, così che tutti potessero sentirla. Quando faceva così poteva significare solo una cosa: voleva prendersi un nuovo giocattolino. “passiamo alle domande personali. Sei single?”
Rispetto alle altre volte era andata dritta al punto, Tristan doveva esserle sembrato eccessivamente attraente o altrettanto ragazzaccio, esattamente il tipo che lei prediligeva. Il biondo continuò a tenere lo sguardo basso ma nell’esatto istante in cui fece per rispondere sollevò la testa e disse
“Vediamo per quanto ancora lo sarò.”
La sua risposta suscitò diverse reazioni, tra cui quella della ragazza accanto a lui non passò inosservata, visto che parve gonfiarsi come un pavone. Il problema, era che il ragazzo non aveva guardato nella direzione di Rebecca. Fu solo quando mi voltai verso Maya, che nel frattempo era diventata rossa dalla testa ai piedi, che capii in quale direzione aveva guardato. Che ci fosse qualcosa tra quei due? Il pomeriggio avrei parlato con Maya, dovevo assolutamente sapere a che gioco stava giocando il biondo.
“Maya, ma ti piace quello?”
Chiese allibito James, che mi fissava come a chiedermi se ne sapessi qualcosa.
“Ma n-no Jam, è passato Brad poco fa…”
Rispose Maya, guardandomi anche lei come per chiedermi di deviare la conversazione su altri argomenti, cosa che mi fece decidere di approfondire ancora di più la questione nel pomeriggio.
“E’ ancora peggio!”
Esclamò James, alzando le braccia al cielo.
“Sei un rompipalle Jam Jam.”
“Non chiamarmi Jam Jam.”
“Okay , Jam Jam.”
“Tu con Simpson non ti ci metti.”
I loro continui battibecchi erano divertenti, se non fosse che finivano sempre con James che perdeva, sovrastato dalle risposte ironiche di Maya, che sapeva ovviamente prendere in giro suo fratello con i suoi punti deboli.
“Che c’è James, lo vuoi tutto per te?”
“Sta un po’ zitta Maya.”
Adesso il ragazzo si massaggiava le tempie, probabilmente preso alla sprovvista dalle parole della ragazza.
“Calmate le acque, McVey. Sappiamo qual è il nuovo obiettivo della femmina alfa adesso, le ragazze devono mettersi l’anima in pace.”
“Allora anche tu Bri.”
Mi rimbeccò Maya, nonostante le avessi più volte detto che Tristan non mi interessava di certo.
“Dovresti seriamente ascoltare tuo fratello e stare zitta a volte, lo sai che non tradisco.”
“Beh , tu no.”
Si intromise Ashton nella conversazione, che era stato assente con lo sguardo fisso nel vuoto, probabilmente a pensare a Sarah.
“Stai dicendo che Luke la tradirebbe? Ma non dire cazzate Ashton, quello è cotto di Brianna, lo è sempre stato!”
Intervenne James in mio sostegno, risparmiandomi la risposta poco efficace che mi era venuta in mente.
“No, parlavo di altro.”
Adesso capivo dove volesse andare a parare.
“Ash ma hai paura che Sarah ti stia tradendo?”
Lui si girò verso di me con sguardo pensieroso e annuì pesantemente, come a rassegnarsi. Sarah non lo aveva mai tradito finora, certo era sempre stata una tipa piuttosto intraprendente e uno spirito libero, ma la loro relazione sembrava solida, anche da quello che entrambi mi raccontavano, nonostante fossero successe tante cose all’interno di quella storia.
“Capisci perché non voglio andare da lei oggi? Sarebbe inevitabile chiederglielo e se sta male non voglio farglielo pesare…”
La dolcezza di Ashton in quei momenti ti faceva venire voglia di abbracciarlo e io non avrei potuto vederlo così ancora per molto, quando Ash si metteva in mente strane cose poi era capace di logorarsi per molto tempo.
“Credo che anche Ashton abbia bisogno di un pomeriggio tra ragazze, portiamolo con noi Maya, almeno abbiamo qualcuno che ci porti le buste dello shopping!”
Maya acconsentì subito, capendo al volo le mie intenzioni, e Ashton fu ben felice di scampare per un po’ a quella che sarebbe stata sicuramente una litigata con Sarah.
Per tutta la durata della mensa e anche mentre uscivamo nei corridoi notai Rebecca saldamente ancorata al braccio di Tristan, che stava in piedi con aria distratta.
Durante l’ultima ora, letteratura spagnola, non riuscivo a pensare ad altro che al momento in cui avrei parlato con il biondo, sperando che non avesse in mente di prendermi in giro. Quando finalmente il fatidico momento arrivò, ero fortemente determinata a non farmi prendere dalla rabbia della sconfitta e ad affrontare Tristan con tutta una serie di frasi che mi ero preparata in caso di bisogno. Se non fosse stato che la conversazione avrebbe in realtà preso una piega che non avrei mai immaginato. Uscendo quasi per ultima, il mio sguardo andò subito alla ricerca di una figura bionda e slanciata che come prevedevo mi stava aspettando al cancello, e proprio in quel momento stava parlando con la Deanmark, facendomi sospettare che probabilmente non stava lì per lo scopo che pensavo io. Avvicinandomi ai due potevo sentire le risatine della ragazza , che quando si accorse della mia presenza salutò Tristan con un bacio sulla guancia, e per tutta la durata del gesto tenne gli occhi fissi su di me, che ero a un paio di metri da loro, ferma ad aspettare che l’arpia se ne andasse. La ragazza si avvicinò a me, seguita dallo sguardo divertito del biondo. Usando un tono sufficientemente basso , in modo che il ragazzo non potesse sentirla, mi minacciò velatamente
“Ricordati chi c’è in cima alla lista, Raynolds.”
Non la degnai di uno sguardo, continuando a tenere gli occhi fissi su Tristan, che faceva lo stesso, probabilmente per vedere la mia reazione. Non appena se ne andò mi avvicinai al biondo, bloccandolo prima che potesse anche solo aprire la bocca per parlare
“Se pensi che io voglia lasciarti il primato in Trigonometria senza combattere ancora oppure che io sia gelosa di Rebecca per qualche strano motivo che sospetto sia saltato fuori nella tua mente, allora sono sbagliate entrambe le ipotesi.”
Scoppiò in una risata apertissima, facendomi ammettere dentro di me che aveva effettivamente un bellissimo sorriso, cosa della quale mi pentii subito e scacciai il pensiero all’istante, concentrandomi di nuovo su quello che avevo da dire.
“Sei davvero divertente Brianna, mi piace quando le ragazze lo sono.”
“Non te l’ho chiesto, Evans.”
Risposi senza nessuna inflessione nella voce, o almeno provai a non inserirne.
“Non mi piace invece quando sono acide. Tornando alle ipotesi, non è di nessuna delle due cose che dovevo parlare. Però , adesso che ci penso, mi stai confermando che la seconda è giusta, con il tuo comportamento. Per quanto riguarda la prima non ne avevo dubbi, anche se sarà difficile battermi, lo hai visto con i tuoi begli occhi grigi.”
Cominciava a confondermi, stava flirtando con me o cosa?
“Con me puoi evitare questi giochetti. Se non hai niente di meglio da dirmi, posso andare via.”
Feci per muovere qualche passo via, ma lui mi trattenne per una spalla.
“Non mi stai smentendo la seconda, Bri.”
“Sei talmente convinto di te stesso che sarebbe inutile comunque, pensala come vuoi.”
Mi scrollai la sua mano di dosso e proseguii, fermandomi dopo qualche passo , a causa delle sue parole.
“Quindi se io ti dicessi qualcosa sul tuo ragazzo, come si chiama, Luke, te ne andresti comunque?”
“Se stai tentando di prendermi in giro non  è divertente. Cosa dovrei sapere su Luke? E soprattutto cosa ne sai tu?”
Replicai avvicinandomi a lui velocemente. Vidi un luccichio nei suoi occhi, che ancora una volta non sapevo interpretare.
“Quante domande, una alla volta. Ti dico solo che ci sono dei vantaggi ad avere i bagni accanto all’infermeria e un udito molto sottile, può essere utile a volte.”
Mi stavo spazientendo, probabilmente stava solo cercando di mettermi a disagio, anche se non ne vedevo nessuna apparente ragione.
“Non vedo come potrebbe essere utile a me, dimmi cosa sai.”
“Oh ma non sarebbe corretto, sei così intelligente Brianna, puoi scoprirlo da sola. Non ringraziarmi.”
Prese il suo zaino da per terra e si allontanò, salutandomi con un cenno della mano che mi fece venire solo voglia di prenderlo a schiaffi in piena faccia , visto che mi stava lasciando con un mare di dubbi. Mi ritornarono in mente le sue parole della mattina “Questo ti insegna a fidarti di me” e l’istinto mi disse che se avessi indagato senza farmi notare troppo, avrei potuto smentire le sue velate accuse, oppure, in una terza ipotesi che volevo evitare, confermarle. Non ero nemmeno certa di quali accuse si trattasse, secondo il biondo Luke stava facendo qualcosa alle mie spalle, ma cosa c’entrava l’infermeria? Mentre camminavo verso la Tiffany, luogo dell’incontro con Maya e Ashton, presi il telefono e chiamai Sarah a casa, che probabilmente non aveva risposto al mio messaggio perché come al solito aveva il telefono scarico. Dopo un paio di squilli mi rispose la madre della ragazza, che mi disse che Sarah stava meglio e mentre si avvicinava alla mia amica per passarle il telefono sentii
“Luke, lo sai che lo farò. Parleremo lunedì, devo andare. Passo io.”
Non appena prese il telefono, la voce di Sarah suonava preoccupata.
“Pronto, B-brianna?”
“Sarah! Come stai ? Maya mi ha detto che mi cercavi.”
La sentii sospirare sollevata, forse credeva che non avessi sentito cosa aveva detto al telefono prima di parlare con me.
“S-si , bene. Scusa ma sai , batteria scarica. Non era niente di importante, ho risolto. Grazie della telefonata.”
“Con chi parlavi al telefono, prima di me?”
Andai dritta al punto, ormai mi ero insospettita.
“Cioè, l’avevo quando ho letto il messaggio e poi mi sono dimenticata, scusa. Comunque, nessuno, era Connor, il mio vicino di casa. “
La sua voce tremava leggermente, era davvero preoccupata per qualcosa. Sapevo che scambiare i nomi Luke e Connor era piuttosto difficile, e che se fosse stato qualsiasi Luke che non fosse il mio ragazzo non vedo perché avrebbe dovuto nascondermi qualcosa. A quel punto una lampadina si accese nella mia testa : Sarah era andata in infermeria quella mattina. Decisi che qualche altra domanda avrebbe potuto farla diventare sospettosa, così decisi di concludere la conversazione.
“Figurati, adesso devo andare, ci sentiamo , fammi sapere quando ti rimetti in sesto.”
Non attesi la sua risposta e abbassai il telefono. Scrissi istintivamente un messaggio all’unico numero sconosciuto che c’era sul registro delle mie azioni.
Forse ho fatto bene a fidarmi di te per una volta.
La risposta non si fece attendere a lungo, arrivò mentre ero seduta su un muretto a riflettere un attimo se sconvolgere i miei piani di quel giorno sarebbe servito ad andare più a fondo nella questione.
*Numero*
Hai già scoperto tutto? Pensavo sarebbe stato più divertente
A: *Numero*
Credo che di divertente ci sia ben poco, ma a quanto vedo sei un tipo sadico.
Mi decisi finalmente a salvare il numero, pensando che forse mi sarebbe stato utile, visto che sembrava apparire sempre o nei momenti perfetti o in quelli meno opportuni. Non arrivò nessuna risposta, così usai il telefono per chiamare Ashton.
“Bri che succede? ti aspettiamo da dieci minuti! All’uscita sei sparita.”
“Scusate ragazzi, cominciate il giro senza di me, mia madre mi ha dato delle cose da fare, arrivo tra un’oretta. Vediamoci davanti alla Tiffany, scusate.”
Mentii spudoratamente, usando la stessa frase dettami da Luke. Non credevo che la sua fosse una scusa, anche se a questo punto avrei potuto credere di tutto. Era di Sarah che in questo momento non mi fidavo. Chiusi la chiamata e mi alzai, decidendo di non dire niente ad Ashton , che avrei solo fatto arrabbiare, visto che Luke era anche un suo grande amico.
I piedi e la metropolitana mi portarono da Madame Renaude, ma prima di entrare mi fermai e tirai fuori il cellulare per la centesima volta nella giornata. Scrissi un messaggio a Jane, dove le dicevo che non sarei tornata a pranzo e composi il numero di Luke, che però non rispose, e io decisi di non tormentarmi oltre.
Dopo aver rimesso a posto il cellulare, entrai nell’emporio, trovando sorprendentemente la donna che leggeva le foglie di tè, mentre un ragazzo che riconoscevo fin troppo bene girava per il negozio senza ascoltarla. Rimasi impalata sulla porta, ascoltando la figura che diceva
“Mi scusi , non credo in queste cose, sto solo cercando informazioni.”
“Vivo anche a New York, ma poche volte sono uscita da qui dentro, non so dove sia questo ‘Guggenheim’ , je suis désolée . Oh, jolie! Sei venuta a farti leggere le foglie anche oggi?”
Il ragazzo non si voltò, pensando che fossi una qualsiasi cliente.
“Salve Madame, magari un altro giorno. E tu che mi dici , ti interessi di arte, Evans?”
Domandai divertita.
“Brianna?” si girò stupito “Beh diciamo di si, puoi dirmi tu dov’è? Mi devi un favore.”
“Io non ti devo proprio un bel niente, sei stato tu a dirmelo intenzionalmente, non te l’avevo chiesto.”
“Ma ti ha fatto comodo, non è vero? Quindi mi devi un favore.”
Guardai Madame, che osservava il nostro discorso con espressione divertita, accarezzando il dorso della mano Taddeus, che sembrava fissarmi interrogativo.
“D’accordo, ti dirò come arrivarci. Cerca su internet.”
Lo superai, dandogli una piccola spinta sulla spalla. Una volta arrivata davanti al bancone di Madame, al quale mi appoggiai, mi voltai e lo fermai giusto un secondo prima che chiudesse la porta alle sue spalle.
“Puoi ringraziarmi ,se vuoi.”
Il biondo sorrise malizioso e chiuse la porta, senza salutare nessuno. Un secondo dopo, mentre Taddeus si avvicinava a me e io lo prendevo in braccio, un trillo mi avvisò che mi era arrivato un messaggio.
Non ringrazio chi crede in quelle sciocchezze. Sul serio, foglie di tè?
Risposi subito

Oui.
Mi venne istintivo sorridere, per la prima volta non avevamo litigato, anche se il sarcasmo non mancava mai.
Con il gatto imbraccio  mi avviai verso il tavolino, pronta a sentire la predizione, della quale in effetti cominciavo a fidarmi. L’ultima volta aveva detto che avevo incontrato qualcuno di interessante, e così era stato, volevo vedere se anche stavolta ci avrebbe preso, infondo non mi costava nulla.
“Allora conosci quel ragazzo, cherie.”
“Si Madame, ho avuto il piacere.”
Dissi ironizzando sulla parola ‘piacere’.
“Posso scegliere io l’herbe, Bri?”
“Faccia pure.”
Mentre armeggiava con uno strano miscuglio di foglioline , che produssero un infuso colorato di un rosa pallido, la donna sembrava assorta in tanti pensieri e ogni tanto mi osservava ridendo. Per tutto il tempo che bevvi dalla tazza Madame parlò in francese e , nell’esatto istante in cui la appoggiai , per poi spingerla verso di lei, mi chiese
“Ha già provato a prenderti la main?”
Per poco non mi andò di traverso il rimasuglio di liquido che avevo ancora in bocca.
“Perché avrebbe dovuto farlo? Lo dicono le foglie?”
Domandai allarmata mentre la donna scrutava il fondo della mia tazza.
“Non , è un tipo strano, a me è sembrato che avesse quelque… Je suis vieux, potrei sbagliarmi.”
“Non si preoccupi, non è così interessante come dicevano le foglie.”
Il suo sguardo si illuminò
“Era lui la personne interessante? Oui, l’herbe non sbaglia mai.”
“Cosa vede oggi?”
Deviai il discorso, e lei tornò a concentrarsi sulla tazza. L’espressione le si incupì leggermente.
“Jolie,” cominciò alzando la testa e posando lo sguardo interrogativo su di me “sei sicura che ti sei fidata delle personnes giuste?”
 
  
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