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Autore: Freeyourmind_x    30/12/2014    4 recensioni
Per Luke Hemmings e per Clover Paris è bastata una serata, una semplice serata di mezza estate. Una serata che ha cambiato la vita di entrambi e che si diverte a giocare con i propri destini.
Un patto viene stipulato ma se, casualmente, Luke Hemmings dovesse cambiare scuola? E se, i due, dovessero ancora incontrarsi?
Tratto dalla storia:
“Non ho nessun amico, sai? Tutti m'invidiano perché credono che la mia vita sia stupenda. Genitori ricchi, tante conoscenze, tante ragazze ai piedi… Ma sai cosa? Loro non sanno che la maggior parte di queste cose sono tutte finte. Non ho nemmeno un amico sincero per sfogarmi. Guarda come sono ridotto, alle undici di sera a confessare queste cose a una sconosciuta.”
“Non c’è niente di male. Prendila come una sorta di segreto fra me e te. Io non dirò a nessuno quello che mi stai dicendo, e tu farai lo stesso.”
“Affare fatto.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo ventidue 

-Preacher-

“Tralasciando il mondo in cui sei entrato… che diamine ci fai qui?” esclamo quando, entrando nella stanza, per poco non muoio dalla paura. Seduto sul mio letto, Calum Hood, lo stesso ragazzo che da settimana sembra provare qualcosa per me, è impegnato a smanettare con il mio portatile.
“Ciao anche te” come se questa situazione non fosse ambigua, ma del tutto normale, con tranquillità alza gli occhi e li punta su di me.
“Oh mio dio… Che cazzo ti sei messa addosso?” e guardandomi con un sopracciglio alzato, maschera il suo disprezzo e disgusto nei miei confronti.
In primo momento, presa dalla serietà delle sue parole, abbasso lo sguardo e mi faccio una breve radiografia. I miei vestiti… Non hanno niente che non vanno! Okay, la mia maglietta con Minnie che fa l’occhiolino, i miei pantaloni rosa fluo e le mie ciabatte a forma di orso non sono il massimo della sensualità, ma… Ehi! Sto passando un brutto momento e ho più che il diritto di vestirmi nel modo più trasandato possibile.
In seguito, riportando i miei occhi su Calum mi chiedo perché diamine mi stia rimproverando e per quale assurdo motivo lui sia qui. Non mi è difficile capire che, a differenza di tutte le persone normali, sia entrato dalla finestra; ciò che mi sfugge è il motivo di questa sua presenza inaspettata.
“Cos’hai contro i miei vestiti?” sbotto chiudendomi la porta alle spalle e avvicinandomi. “Ehi, quelle sono mie!” lo rimprovero subito dopo quando, affogando la sua mano nella busta di patatine, ne mangia alcune. Allungandomi verso di lui, gli strappo dalle mani il pacco e, quasi a proteggerlo, lo stringo fra le mie braccia.
Gli occhi di Calum si soffermano per poco sulla mia figura. Le sopracciglia si alzano e con espressione stupita quanto anche interdetta, mi osserva con sorriso fra le labbra.
“Oh mio dio… Dimmi che stai scherzando!” esclama ed io non capisco a cosa si riferisca.
“Mi aspettavo di vederti… Sì, depressa… Ma questo!” e con un dito m’indica “Questo va oltre all’essere depressa.” Pur offendendomi e tirando su un broncio, capisco appieno a cosa stia facendo riferimento.
Sono passati tre giorni da quando… Beh sì, da quando Luke mi ha lasciato. Tre giorni che mi sono chiusa in casa, che mangio solo schifezze, guardo film strappalacrime e che beh… vivo come una cavernicola. Stranamente, non ho ancora pianto, ma credo che sia normale. In questo momento, ciò che più sta premendo nel mio cuore è la rabbia. La rabbia perché non mi ha ascoltato, la rabbia perché ha frainteso e la rabbia perché mi ha lasciato senza un vero motivo apparente. Avrei capito e apprezzato di più se mi avesse lasciato dopo quel bacio con Calum che ora, ora che tutto sembrava andare un po’ per il verso giusto.
“Cosa stai dicendo? Non sono depressa” ammetto sedendomi sulla sedia girevole della mia scrivania.
“Sul serio?” girando lo schermo del mio computer, lo indica con un dito. “Stavi guardando colpa delle stelle! Andiamo, non esiste film più deprimente di questo! E poi… Da quand’è che non  vedi la luce del sole? E… quei vestiti? Dove diamine li hai cacciati fuori?” le motivazioni di Calum sono sufficienti per smentire ogni mia sentenza. Facendo spallucce, resto in silenzio perché non so davvero cosa posso aggiungere in mia difesa.
“Già” ammetto “Ma comunque questo non spiega la tua presenza. Che ci fai qui? Non dovresti esserci” affermo e sono seria. Dopo che Luke mi ha lasciato, mi sono fatta consolare quel poco che bastava da Calum, ma ora, ad essere sincera, me ne pento un po’. Dandogli tutta quella libertà, Calum ha frainteso la situazione e adesso… adesso crede che tutto possa andare al meglio fra noi, che ogni cosa possa tornare alla normalità. Per quanto anch’io lo desideri sul serio, credo che ora non sia il momento perfetto. E non solo perché fra noi due c’è ancora una discussione in sospeso; ma anche per Luke. Non voglio che lui fraintenda che fra noi, poiché Luke si è fatto da parte, possa accadere qualcosa. I miei sentimenti, nei confronti di Luke, sono ancora vivi e pur avendo accettato, non del tutto, quella possibilità che quel bacio con Calum mi abbia suscitato qualcosa, non sono disposta a stravolgere di nuovo la mia vita.
“Sono qui perché è da giorni che manchi a scuola e beh… Pensavo che ti avrebbe fatto piacere una spalla su cui piangere” dice chiudendo il portatile appoggiandolo sul comodino. Alzandosi dal letto, si para davanti ai miei occhi. Con gesto veloce, s’issa sulla scrivania così da essere seduto con le gambe a penzoloni.
“Piangere per cosa?” e risentita cerco di nascondere la verità, per varie ragioni. Non voglio parlare del mio malessere con lui, soprattutto perché lui è anche un po’ la causa di questa separazione fra me e Luke. No, non gli stando la colpa, non più. So che la colpa non è che mia, che forse ho fatto trapassare informazioni sbagliate sul mio conto e sui miei sentimenti, ma comunque non posso non accreditargli alcuni dei problemi che ho. E la mia rabbia, è scaturita anche da lui. Perché ora non dovrebbe essere qui, non più.
“Non so…” portandosi le mani sul mento, mette su una finta espressione pensierosa. “Forse perché il tuo ragazzo ti ha lasciato?” e puntando i suoi occhi nei miei lascia affondare le lame delle sue parole nella mia pelle. Sussulto e quando sento quel pizzico di paura, quell’ansia farsi spazio dentro di me, proprio come una molla, salto giù dalla sedia.
“Non credo che tu sia…”
“Clover, smettila. Non c’è nulla di male nello stare male e nel piangere.” E mi da fastidio che sia proprio lui a dirmi queste cose, ma lascio correre. Perché ha ragione, non c’è nulla di male nel mostrare le proprie debolezze ma ora… Ora che importanza ha? Ho pianto così tanto in queste settimane che ora credo di non avere più lacrime.
“Sto bene” affermo seria e, avvicinandomi alla finestra, scosto gli scuri. La luce filtra nella stanza e, abituata al buio, stringo gli occhi dal fastidio.
“Mi fa piacere, perché avevo proprio intenzione di portarti in un posto” Calum non sembra rimanerci male, non sembra interessargli il mio tono freddo. E come se con lui mi stessi comportando nel modo più buono e genuino di sempre, mette su un bellissimo sorriso. Un sorriso che mi fa invidia.
“Io non esco di qui” ammetto e passandogli davanti mi ostino a rifare il letto. Quel letto che per tre giorni è stato sovrastato dalla mia presenza, quel letto che non ha respirato altro che il mio profumo.
“Oggi invece uscirai, a meno che…”
“’A meno che’ cosa?” chiedo sbigottita, girandomi verso di lui. Scendendo dalla scrivania, si avvicina lentamente al mio corpo.
“A meno che non vorrai che, vestita così come sei, ti prenda in spalla e ti porta nella mia auto” le sue parole hanno l’intento di spaventarmi e, sinceramente, è ciò che fanno. So quanto Calum sia coerente e, difficilmente, non mantiene la propria parola.
Resto a guardarlo negli occhi e il suo sorriso sembra del tutto ostinato a non farmi cambiare idea.
Sospiro e lasciando cadere le coperte dalle mie mani, guardo Calum con disapprovazione.
“Non posso uscire con te, Calum” gli ricordo e lui, scuotendo la testa, fa spallucce.
“Perché no?”
“Perché… non possiamo, lo sai. Non dovremmo essere in questa stanza insieme, non dovremmo parlarci. Luke mi ha lasciato a causa tua e poi tu… Tu…”
“Io provo qualcosa per te?” annuisco e lui portando gli occhi al soffitto si morde il labbro inferiore.
“Andiamo, sto solo cercando di comportarmi da amico. Proprio come ho sempre fatto e sai cosa? Credo che sia normale se, vedendoti ridotta in uno straccio, io cerca di aiutarti.” Questa volta è lui che usa un tono più serio e, tutta questa freddezza nei miei confronti, mi fa sentire in colpa. Perché è vero, in questo momento lui non sta usando nessuna mossa, non sta facendo qualcosa per un doppio fine, questo devo riconoscerglielo.
“Lo so è che…” le parole mi muoiono in bocca. Non so come spiegargli che tutto questo, tutto questo star insieme, mi mette in una situazione scomoda. Mi fa sentire colpevole e se fino adesso ho creduto che la colpa fosse in parte mia, contribuendo alle sue moine, finirei per esserlo sul serio. Ma non solo: stare con lui mi farebbe pensare a ciò che è successo e, di conseguenza, a Luke. Ed io non voglio pensarlo, almeno fino a lunedì, quando la scuola mi aspetterà.
“Non accetterò nessuna scusa.” Calum si avvina e bloccando il mio fiume di parole, contorna il mio viso con le sue mani.
“Ti fidi di me?” e questa domanda è inaspettata. Come può chiedermi qualcosa di così importante proprio ora? E soprattutto, per quale ragione?
“Sì” ammetto perché, pur aver ricevuto dei torti da parte sua, la mia fiducia in lui non cambia.
“Allora lasciati andare. Vieni con me”

“Non ci posso credere. Non venivo qui da…”
“Da quando avevi tredici anni. N’è passato di tempo, eh?” annuisco sorridendo quando Calum, ritornando dal bancone, mi passa un paio di pattini bianchi. Dopo ben quattro anni, sono ritornata qui: alla pista di pattinaggio. Questo luogo è molto importante per me, è qui dove ho conosciuto Calum.
Purtroppo, a causa di alcuni restauri, la palestra che ospita la pista è stata chiusa per tutti questi anni e ora… essere qui sembra quasi un sogno. Ho fatto bene a fidarmi di Calum.
“Mi ricordo ancora della tua splendida caduta” sedendomi per sfilarmi le scarpe, riporto a galla i vecchi ricordi. Io e Calum abbiamo frequentato fin dalle elementari la stessa scuola, ma non siamo mai nella stessa classe. Diciamo che entrambi ci conoscevamo di vista, ma nessuno dei due aveva avuto il coraggio di parlarsi. Fino a che, un giorno, entrambi i nostri genitori ebbero quell’idea insana di andare a pattinare. A quel tempo la palestra era stata appena inaugurata e perciò c’era grande scalpore nella pista. Calum era un pessimo pattinatore e mentre cercava di tenersi in equilibrio sui pattini, finì per cadere su di me. E poi, è proprio da quel momento, che nacque la nostra amicizia.
“Ehi, non prendermi in giro. Devi ringraziarmi! Grazie alla mia splendida caduta hai potuto conoscermi” ride e io non posso dargli che ragione. Mettendomi in piedi, silenziosamente, mi faccio largo e sfilo all’interno della pista. A parte due/tre coppiette, la pista è vuota. Questo mi piace anche se al solo pensiero che qualcuno possa pensare di me e Calum una coppia, un grande vortice si apre nel mio stomaco. E la colpa mi assale perché, involontariamente, vorrei che ci fosse anche Luke qui con me.
“Ehi, hai fatto miracoli!” affermo quando Calum, pavoneggiando come un ottimo pattinatore, mi affianca. E insieme iniziamo a pattinare per tutta la pista.
“Ho avuto delle conoscenze che beh… Mi hanno insegnato” afferma e io annuisco. E mentre pattiniamo silenziosamente, per un po’ la figura di Luke è sovrastata dalla figura di Emily. E mi chiedo come stia, se il suo odio nei miei confronti sia cresciuto ancora di più e se, magari, sapendo di questa rottura con Luke ne abbia gioito. Infondo, sono tutte cose che meriterei.
“Hai sentito Emily in questi giorni?” chiedo e non so se chiedere a Calum sia la scelta migliore.
“Ieri, è voluta uscire con me… e abbiamo parlato per tutto il tempo” questa confessione da parte di Calum mi fa sentire strana. E non so decifrare in che senso. Non so se quello che provo sia fastidio, o per lo più gelosia.
“Ti ha detto qualcosa su di me?” chiedo ma subito me ne pento perché, a esserne sincera, non sono sicura di volerlo sapere.
“Non abbiamo parlato di altro, Clover” e nel suo volto nasce un sorriso. Un sorriso che non so spiegare a cosa sia riferito.
“E’ dispiaciuta per ciò che ti ha detto e per averti evitato.” E di colpo mi blocco sulla pista.
“Cosa? Perché mai dovrebbe sentirsi in colpa? Lei ha avuto tutte le ragioni del mondo!” dico stupita perché non posso credere che sia lei quella a sentirsi in colpa.
“Beh… Mi crederai o meno, ma le cose stanno così. Emily tiene molto a te, sei una delle poche amiche che si è fatta in questa scuola. E poi… è grazie a te che entrata a far parte del nostro gruppo. Ti deve molto” Calum mi spiega il suo punto di vista. Pur osservandola a modo suo, sono contraria a questa visione.
“Che stiamo facendo, Calum?” e rimanendo ferma, porto i miei occhi su di lui.
“In questo momento? Stiamo pattinando, come due semplici amici”
“Sono seria, Calum. Tutto questo arrabbiarsi, stare male l’uno per l’altro, evitarsi… Per quanto ancora durerà?” e la sua espressione torna seria.
“Ora è il momento in cui tutto va bene, ma se presto dovessi ritornare con Luke? Tornerai ad evitarmi proprio come hai fatto tempo fa?” e con queste frasi mi accorgo di quanto abbia servito ad entrambi la verità su un piatto d’argento.
“E tu continuerai ad inveire ogni volta contro di me quando le cose continueranno a complicarsi? O meglio, fin quando non accetterai del tutto la verità?” ancora una volta rabbrividisco. Ed entrambi restiamo così, come spogli uno davanti l’altro. E proprio in questo momento che il mio istinto di fuga si materializza. Non vorrei più essere qui con lui, ma nella mia tana.
“Non mi hai ancora risposto.” Mi riprende ed io deglutisco.
“Cosa vuoi che ti dica? Entrambi sappiamo come stanno le cose, ma nessuno vuol far qualcosa per mettere fine a questa agonia” ammetto e sul volto di Calum nasce un sorriso.
“Per quanto la tua frase sia vera, non mi ferivo a questa domanda. Ma a ciò che ti ho detto tre giorni fa, nel campo della scuola: non mi hai ancora risposto” e con un passo veloce, Calum mi afferra per un braccio tirandomi verso di lui. E fra le sue braccia mi spinge fino ad arrivare al muretto della pista. Bloccata, sento l’ansia salirmi.
“Lascami stare” gli dico dura perché non è così che m’immaginavo che la nostra chiacchierata finisse.
“Prima rispondimi” non alza tono e non è nemmeno freddo nei miei confronti.
“Calum… Ti prego, non obbligarmi a dire qualcosa che non voglio” sbuffo. Ora come ora, con questo dolore che ho al petto, non mi sento in grado di poter mandare avanti questa conversazione. Credo che sia scorretto, sia per me sia per Luke.
“Non ti sto obbligando. Sto solo cercando di capire, Clover.”
“Se ora ti dirò ciò che vuoi, poi mi lascerai andare?” chiedo e Calum annuisce.
Prendo un grande sospiro e afferrando le sue mani, le allontano dai miei fianchi.
“E’ vero, forse qualcosa l’ho provata quando mi hai baciato. Chiamala rabbia, chiamala attrazione fisica, chiamala passione. Dagli qualsiasi nome, ma qualcosa c’è stato.” Prendo un respiro e lasciando cadere le mani di Calum, riesco ad allontanarmi. “Ma questo non cambia niente. Io tengo a Luke più di qualsiasi cosa ora e sarà così anche fra un mese o forse due.” E mentre sto per andare via, Calum mi afferra un braccio ma subito mi volto verso di lui.
“Hai promesso” gli ricordo le sue parole e questo basta per farmi andare via. Continuo a pattinare in pista fin quando non trovo l’uscita e mi lascio alle spalle ciò che rimane della mia rivelazione.

Le lezioni sono più noiose quando al tuo fianco non hai le persone con cui sei solito divertirti. E oggi, riguardo alla noia, potrei scriverci un libro intero. Lo intitolerei “La storia di una ragazza depressa dalla noia”. Il titolo è così noioso, che basterebbe solo quello per capire quanto il libro possa far schifo.
Ciò che da origine a tutta questa noia, è il fatto di non avere al mio fianco Luke. Oggi rivederlo è stato peggio di come mi aspettavo. I nostri occhi per poco si sono scontrati, ma lui non si è soffermato a guardarmi per un secondo in più. Non mi ha salutato, e proprio com’è nel suo stile, mi ha evitato per tutta la giornata.
Mancano pochi minuti al corso di giornalismo e poi potrò mettere fine a questa giornata d’inferno. Prima, però, per quanto sia masochista, voglio parlargli. Non voglio che mi perdoni di punto in bianco, voglio solo che accetti le mie spiegazioni.
La campanella suona e gli alunni incominciano ad abbandonare l’aula. Anche Luke, reggendo fra le mani un suo quaderno, si affretta a uscire. Subito, mi avvicino al suo fianco. Ci vuole poco per far sì che i suoi occhi si soffermino sulla mia figura. E appena entrambi ci guardiamo intensamente, nessuno sa più cosa dire. Come una statua di marmo, tutto nel mio viso sembra diventare statico.
“Ciao” quasi balbetto mentre la folla ci porta in corridoio. I suoi occhi non abbandonano ancora i miei, ma fra le sue labbra non esce nessuna parola. E questo suo modo di fare mi mette in difficoltà.
“Non voglio scocciarti e nemmeno deprimerti, volevo dirti che l’altro giorno con Calum non è successo niente. Ero andata da lui solo per…”
“Non importa” e finalmente, qualcosa esce dalle sue labbra. E come un cambio di scena, i suoi occhi non guardano più i miei. Deglutisco sentendomi una stupida. Sul serio non gli importa?
Restiamo in silenzio, ma lo seguo fino al suo armadietto.
“Luke, mi dispiace sul serio. Io non volevo arrivare fino a questo punto… Io ci tengo a te questo tu…”
“Perché sei ancora qui?” e il cuore batte all’impazzata. “Insomma, ti ho lasciato Clover. Dovresti essere ovunque, tranne che al mio fianco. Perché ti ostini a giocare a questo stupido gioco?” le sue parole sono taglienti, fanno male come solo una ferita potrebbe causarti del male. E gli occhi si imperlano di lacrime, ma le ricaccio dentro.
“Non sto giocando a nessun gioco, Luke. Sono qui perché, dannazione, io ci tengo a te e potrai crederci o no. Come hai detto tu, non ha più importanza” ammetto e non so con quale forza riesca ad essere così fredda e sincera. “Eh sì, mi hai lasciato ed è colpa mia, ma sono qui per chiederti scusa. E scusami, scusami se ti sto dando fastidio.”
Luke sembra colpito dalle mie parole e per poco rimane a fissarmi. Poi, come se qualcosa gli avesse fatto ritornare il senno, abbassa lo sguardo dando sfogo a varie imprecazioni.
“Dannazione” e sbattendo il suo armadietto, prende dei grandi respiri. Non mi guarda, ma capisco che sta cercando di non mandare ancora di più tutto a puttane.
“Sai cosa fa più schifo? Sono stato io a lasciarti, è vero, ma mi manchi da star male. E lo odio, sul serio” le sue parole, dette con rabbia, dovrebbero farmi stare peggio, ma invece mi danno speranza. E non osa guardami, non più. Forse perché sa che se, mi guardasse solo per un secondo, poi finiremmo per rinchiuderci in una stanza a baciarci.
E lo accetto, perché so di meritarmelo. “Mi manchi anche tu” ammetto. I suoi occhi si sollevano e questa volta il suo volto esprime tenerezza, esprime rancore.
“E’ la scelta migliore, Clover” e mi chiedo per chi lo sia sul serio, se per lui o per me. “Ci farà bene stare da soli.” E con quest’ultima frase si avvicina. Il cuore palpita a mille e il pensiero che possa baciarmi mi assale portando il desiderio a un livello alto. Ma proprio quando sta abbassando il volto verso il mio, le sue labbra si soffermano sulla mia fronte. Ed è lì che lascia un bacio delicato, morbido e dolce. E un nodo alla gola mi assale allo stomaco, mi fa deglutire a vuoto cercando di non scoppiare a piangere. Ed è così che poi, lasciandomi da sola nel corridoio, si allontana.
“Dove diavolo eri finita? Ti sto aspettando da ben dieci minuti!” quando esco dall’entrata della scuola, quasi mi sorprendo che Emily, la stessa persona che ha pianto davanti ai miei occhi, stia parlando con me. E come di riflesso, mi guardo alle spalle cercando di capire se, uscendo, non mi sia accorta di avere qualcuno alle spalle. Ma quando né da vicino né da lontano scorgo una figura, capisco che Emily sta parlando proprio con la sottoscritta.
“Emily” dico sorpresa e lei accenna ad un sorriso. La mia espressione diventa sempre di più sbalordita e mi chiedo cosa sia successo di così misterioso da far suscitare questa razione alla mia amica.
“Ho visto che stavi parlando con Luke e non ho voluto disturbarti. Ma ho bisogno anch’io di parlarti, perciò… Eccomi qui” annuisco non capendo come possa osare solo sorridermi in quel modo dopo che, beh, il ragazzo che le piace è innamorato di me e abbiamo “allegramente” limonato in sua assenza. Detta così, sembra proprio una perfetta scena da scrivere su un libro o da guardare in uno schermo.
“Devi scusarmi per quello che ti ho detto giorni fa. Io non sono arrabbiata con te e non volevo farti quella paternale. Volevo solo alleviare il mio male e beh… tu eri lì ed io non ho resistito. Ma scusami, sul serio, non so cosa mi sia preso” socchiudendo gli occhi sembra davvero soffrire per ciò che ha fatto, tanto che al solo pensiero gli occhi le si bagnano dalle lacrime.
“Tu sei una delle persone più importanti che ho conosciuto in questi mesi e so che non hai nessuna colpa. Sì, proprio come hai detto te è stato Calum a baciarti e lui a vederti di più di un’amica. Avrei dovuto prendermela con lui, non con te”  Emily sembra essere un fiume in piena e non riesco a dirle che va bene, non c’è bisogno che aggiunga altre parole. Perché io non ce l’ho mai avuta con lei e tutte queste scuse per me non hanno un senso.
“Emily, va bene. Stai tranquilla” la riprendo. “Non sei tu quella che mi deve chiedere scusa, perché non hai nessuna colpa. E le tue parole… Sono solo servite a farmi concepire alcuni aspetti della realtà. E di colpe ne ho tante, quindi capisco se tu provi ancora del rancore nei miei confronti” accenno anche io ad un sorriso, un sorriso che però non è sincero. Ciò che Luke mi ha detto pochi minuti fa, il suo bacio… Mi hanno scossa parecchio.
“Nessun rancore Clover! Se tu vorrai provarci con Calum… Io lo capisco, mi sono fatta da parte da tempo, sappilo” e questa sua frase mi scuote ancora di più. In attimo mi assale l’immagine di me e Calum insieme, proprio come giorni fa vedevo me e Luke. E subito stringo gli occhi cancellare questa scena che m’imbarazza, che mi da fastidio.
“Cosa?! No… io non ho intenzione di…” Emily annuisce. Ha capito cosa voglia intendere.
“Beh, ma se mai un giorno succederà….” Sbuffando, cerco di reprimere l’argomento.
“Emily, sono così stanca. In queste settimane la mia vita non fa altro che girare intorno a Luke e Calum… E sai cosa? Non ne posso più. Promettimi che, per almeno ventiquattrore, i nomi di Luke e Calum saranno banditi dalle nostre conversazioni” non so per quale ragione sia uscita fuori con questa affermazione, ma in sostanza e ciò che davvero vorrei che accadesse. Ormai con Luke è finita, no? E con Calum le cose non sono cambiate, perciò basta. Basta star male e basta rimuginare su questa faccenda.
L’unica cosa che mi serve è divertirmi, ridere e distrarmi come ogni ragazza lasciata dal proprio ragazzo farebbe. E, per farlo, necessito di un’amica e Emily… So che è lei la persona giusta per me.
“Oh, okay… se è questo quello che vuoi…” la mia amica sembra un po’ spaventata dal mio tono di voce ma annuisce con foga. E trovo della tenerezza in questo suo modo di fare, in questo suo modo di abbassare la guardia per riallacciare i rapporti.
“Sì, è questo ciò che voglio” ammetto. “E anche ingozzarmi di cibo fino a star male. Ti unisci alla mia iniziativa?” con un sorriso fra le labbra, invito Emily a metterci del tutto una pietra sopra.
“Ovvio” e questo basta per lasciarci i problemi alle spalle. 

Spazio autrice.
Eh sì, non state sognando... Ho davvero aggiornato così presto! Sinceramente ho avuto un po' di ispirazione e poi.., Voglio essere sincera con voi. Avevo, e tutt'ora non ho cambiato idea, di cancellare la storia. L'altro giorno, fra le recensioni ho ricevuto una critica (che ho davvero apprezzato) che però mi ha un po' mandato nel pallone. Non ero più sicura che la mia storia stesse avendo un buon seguito e ho ancora dei dubbi al riguardo. Poi, sinceramente, ho visto che qui su efp la mia storia non sta più suscitando quella popolarità di un tempo... E beh, potrete capire. Però alla fine, mi sono detta che anche se questa storia non è più apprezzata, a me piace scrivere e m'importa questo. Tutto questo è per dirvi che se, in futuro non aggiornerò più, o non troverete più la mia storia nelle vostre preferite/rucordate/seguite è perchè l'ho cancellata. 
Detto questo vi saluto, vi auguro un buon 2015! 
ciaoo :) 

 
  
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