Mi sciacquai velocemente il viso con un po' d'acqua e raccolsi i miei lunghi capelli scuri in una coda alta.

Mi misi la maglia blu del Campo ed uscii dalla mia Cabina, guardandomi intorno mentre cercavo Hiro con lo sguardo. Lo trovai e lo salutai con un cenno, quindi si avvicinò a me.

«Secondo te come saranno?» chiese mentre andavamo verso il luogo di ritrovo del campo.

«Non lo so...eroici?» risposi ridacchiando. Arrivammo, e notai subito che vicino a Haru, direttore delle attività, c'era un ragazzo che non conoscevo. Era alto e snello ma muscoloso, portava una maglia arancione con scritto “Camp Half-Blood” e dei jeans logori. Aveva i capelli scuri e indomabili e gli occhi...beh..color oceano. Non si potevano descrivere in un altro modo. Notai anche una collana di perle di legno al suo collo. E così lo riconobbi. Perseus Jackson, figlio di Poseidone, salvezza dell'Olimpo. Chi altro, se no?

Mentre tutti i membri del nostro campo si riunivano, si unirono a lui altri due ragazzi. Uno era più alto di lui, muscoloso e dalle braccia possenti. Aveva capelli color grano rasati in stile romano e degli intensi occhi azzurri. Portava una maglia viola con scritto “SPQR”. L'altro gli arrivava alla spalla. Aveva lunghi e scompigliati capelli corvini, e occhi grandi color ossidiana. Commisi l'errore di guardarci dentro. Anime inquiete e sofferenti si agitavano in quel buio dei suoi occhi. Sbattei le palpebre e guardai com'era vestito. Jeans logori, una maglia nera e una giacca da aviatore extra-large.

«Alie»

«Sì?»

«Le hai viste anche tu, vero?»

«Sì.»

Hiro abbassò lo sguardo, prestando una notevole attenzione all'erba secca.

«Credo sia figlio di Ade»

«Lo credo anche io.» risposi, mettendo fine a quella conversazione. Ma, c'era qualcosa che mi affascinava in quegli occhi. Sembravano tristi, ma allo stesso tempo aggressivi e funesti.

Ormai il campo era pieno di gente, e Haru si schiarì la gola per ricevere attenzione. Centinaia di paia di occhi erano posati su di lui.

«Bene. Come vi avevo già avvertito, oggi abbiamo qui degli ospiti davvero speciali. Percy Jackson- il ragazzo moro fece un piccolo sorriso- Jason Grace- il biondo fece un cenno con la mano- e infine, Nico Di Angelo- il ragazzo dai capelli corvini semplicemente abbassò lo sguardo, infastidito.- Credo che spetti direttamente a loro spiegarci la loro visita qui al nostro Campo.»

Il moro prese la parola, titubante. «Beh...io sono Percy Jackson, figlio di Poseidone. Come ben sapete, Gea sta minacciando di risvegliarsi. Siamo riusciti a chiudere le Porte della Morte, ma non sappiamo per quanto questo possa almeno rallentare Gea. Pochi giorni fa, il nostro Oracolo Rachel Elizabeth Dare- ed indicò una ragazza dai crespi capelli rossi che non avevo notato- ha dato voce ad una nuova profezia. Essa parla della figlia della dea Sbagliata. Per questo siamo venuti qui...stiamo cercando di capire chi sia.»

D'istinto alzai la mano. «Vuole fare una domanda, signorina Nishimura?» mi chiese Haru accigliato.

«Sì. Cosa intendete, per “dea Sbagliata”? Chi è?»

Fu Nico a rispondermi.

«La dea Sbagliata è Artemide. Ha infranto il voto, ha perso la verginità dando vita ad una semidea. E' riuscita a tenerlo nascosto con l'aiuto di Apollo, ma Zeus l'ha scoperto, e così essa è scomparsa.»

«Scomparsa?» chiesi, aggrottando le sopracciglia.

«Gli dei non muoiono, ma scompaiono quando non hanno ragione per essere dei.» rispose Percy con voce rotta, con l'espressione di qualcuno che quella frase se l'è ripetuta molte volte.