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Autore: My_Heroes    30/12/2014    10 recensioni
Quando una persona pensa che la propria vita sia un disastro e che nulla potrebbe peggiorarla più di così, ecco che le si presenta davanti il 'nulla'. Questo è quello che successe a Maddison Harris, era fin troppo convinta che tutte le sue paure fossero morte dentro di lei dalla morte di sua madre, ma la comparsa di un ragazzo misterioso farà riemergere tutte quelle paure nascoste da fin troppo tempo. Ma la paura più grande di Maddison era proprio lui.
Tratto dalla storia:
"Sai cosa potrei farti per essere venuta qui?" bisbigliò vicino al suo viso irrigidendo i muscoli della mascella.
Lei riuscì a malapena a scuotere la testa abbassandola, le fu difficile mantenere quel contatto visivo.
"Forse è meglio che tu non lo sappia." continuò avvicinandosi al suo orecchio e subito Maddison sentì dei brividi per tutto il corpo.
//
"Guardami negli occhi. Riesci a vedere qual'è la mia paura?" chiese lei arrabbiata per come si stava prolungando la discussione.
"Si, hai paura di me."
"Sbagliato! Ho paura di amarti, ma ormai è troppo tardi." A quelle parole il biondo sbiancò di colpo spalancando gli occhi incredulo.
Questa è la mia prima FF e spero possa piacere a qualcuno. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BLACK ROSES
 
 


 
 
Mentre si guardava allo specchio un peso le bloccava la respirazione. Non sapeva esattamente cosa fosse, ma faceva male. Si passò le mani delicatamente sul ventre sopra il tessuto leggero del vestito blu aderente, lo stesso che le prestò Audrey qualche settimana prima, con la paura di sembrare ridicola. Pensò che fosse stata una vera fortuna essersi scordata di restituirle il vestito dopo la serata al Red, a quest'ora si sarebbe ritrovata davanti allo specchio con un paio di jeans e una semplice maglietta, probabilmente nera, pronta per andare alla festa. E in realtà ci aveva pure pensato di andare vestita come al solito, ma a quel punto la gente avrebbe avuto un motivo in più per osservarla; così cambiò idea.
 
Il tempo davanti allo specchio stava passando senza che lei se ne accorgesse, e più si osservava più diventava insicura di se stessa. Non poteva tirarsi indietro ora, era troppo tardi. Si precipitò a prendere la giacca sul letto per poi uscire e chiudere la porta della sua camera a chiave. Mise la chiave nella tasca della giacchetta di jeans e scese le scale in tempo per sentire il campanello suonare. Spense velocemente le luci e si avvicinò alla porta. La aprì ritrovandosi davanti un Harry con indosso un paio di jeans neri, una camicia scura sbottonata ai primi bottoni, e sopra ad essa portava una giacca nera elegante.
 
Il sorriso del ragazzo si allargò non appena inquadrandola notò la sua bellezza. Maddison ricambiò il sorriso imbarazzata, e abbassando lo sguardo sgranò gli occhi vedendo cosa avesse in mano.
 
"E quelle?" chiese indicando il piccolo mazzo di rose rosse che teneva in mano.
 
"Sono per te." 
 
Allungò le rose verso di lei. Nessuno le aveva mai regalato dei fiori, e non pensava che il primo a farlo sarebbe stato proprio lui. Le afferrò titubante non sentendosela pienamente di accettarle, ma non volle nemmeno sembrare maleducata rifiutandole.
 
"Grazie, ma non..."
 
"Niente ma. Prendile dai, e ora andiamo altrimenti faremo tardi." la incitò con quel suo solito sorriso contornato dalle due fossette, tra cui una più evidente dell'altra. Maddison annuì senza ribattere. Chiuse la porta di casa ed entrambi si avviarono verso la macchina nera parcheggiata davanti al vialetto. Salirono in auto e tutto quello che sentì in seguito Maddison fu solo imbarazzo. Si allacciarono le cinture dopo di che si sentì solo il rumore del motore. Nessuna parola.
 
Maddison non poté fare a meno di soffermare lo sguardo sull'interno del veicolo; era tutto ordinato. Tutto era al proprio posto. Lo specchietto retrovisore interno era perfettamente allineato secondo le esigenze di Harry, sui tappetini non si intravedeva nemmeno un briciolo di sporcizia come se fossero nuovi, attaccato alle bocchette dell'aria la boccetta di profumo alla menta odorava di fresco tutto l'interno dell'auto e anche Harry sembrava facesse parte di tutto quell'ordine. Tutto quell'ordine però non le piaceva un granché, forse perché lei stessa era già un caos o forse perche era abituata al disordine di Luke. Probabilmente per entrambe le cose. 
 
Spostò lo sguardo fuori dal finestrino dove tutto ormai era diventato buio, faceva fatica a vedere al di là del vetro come se l'auto fosse circondata dalle tenebre.
 
"Sei bellissima, sai? Proprio come la prima volta che ci siamo incontrati al Red."
 
Maddison si voltò improvvisamente verso di lui notando che stesse tenendo lo sguardo fisso sulla strada. L'Harry di quella sera le ricordò quello gentile e un pò impacciato che aveva conosciuto all'inizio e si chiese se fosse davvero quello il suo carattere o se fosse solo una semplice maschera. Dopo tutto, tutti noi abbiamo una maschera, pronta ad usarla quando ci fa comodo. E chissà,  magari ad Harry faceva comodo usarla proprio in quel momento, ma era solo una sua stupida ipotesi. Probabilmente si sbagliava.
 
"Grazie...anche tu stai bene." rispose sentendo un leggero calore sulle guance. Harry si voltò un paio di secondi verso di lei giusto per rivolgerle un sorriso, poi ritornò con gli occhi alla guida.
 
Il viaggio verso la festa continuò in un imbarazzante silenzio e nel mentre Harry continuava a rimanere concentrato sulla strada,  Maddison rimase incantata dalle bellissime rose appoggiate sulle sue gambe iniziando così ad accarezzarne delicatamente i petali rossi. Improvvisamente le venne in mente quando insieme a sua madre, quasi tutte le domeniche, uscivano a comprare un piccolo vaso di fiori semplicemente per abbellire la casa. L'ultimo che comperarono fu un vaso di rose bianche che sua madre sistemò nella camera matrimoniale. Dalla sua morte Maddison non entrò più in quella camera e si chiese se quel vaso fosse ancora lì. Quasi tutti gli altri erano stati rotti da suo padre nel corso degli anni.
 
"Ti piacciono?" La voce di Harry le fece alzare il viso interrompendo il contatto con le rose.
 
"Si, sono bellissime. Ammetto però che le mie preferite sono quelle bianche."
 
"Almeno ora lo so."
 
L'ennesimo sorriso per poi tornare con gli occhi sulla strada. Dopo qualche altro minuto di guida Maddison iniziò ad udire il rumore della festa in lontananza. Spostò lo sguardo fuori dal finestrino e, sollevata dal fatto che ora era tutto un pò più illuminato dai lampioni, notò alcuni studenti avviarsi alla festa in coppia a piedi sui marciapiedi. Molti di essi avevano ognuno un pacchetto regalo in mano, chi più grande chi più piccolo. Fortunata la festeggiata, pensò. 
 
Spostò lo sguardo su Harry non accorgendosi che avesse gia parcheggiato. Maddison si preoccupò di afferrare velocemente il piccolo mazzo di rose vedendo il ragazzo uscire subito dalla macchina. Ma quando pensò che Harry se ne stesse andando dimenticandosi di lei, si accorse che fosse uscito di fretta per avvicinarsi alla sua portiera. Le aprì la porta come avrebbe fatto un vero gentiluomo e le scappò un sorriso.
 
"Grazie." disse una volta scesa dall'auto. Harry le porse il braccio sorridendo e lei con un pò di esitazione acconsentì a quel gesto prendendolo a braccetto. Si avviarono verso la porta d'ingresso dopo aver attraversato il piccolo vialetto e una volta entrati, la prima cosa che notò non furono le dimensioni dell'abitazione constatando comunque a se stessa che quella casa appartenesse ad una famiglia davvero molto benestante, ma bensì notò lo stile della festa e ne rimase felicemente sorpresa dal fatto che quella non fosse la solita festa di adolescenti alcolizzati, ma una festa piuttosto sobria nonostante ci fosse un angolo bar per le bevande alcoliche nel grande salone. Karen doveva tenerci molto alla sua festa di compleanno, così tanto da aver programmato tutto per eventuali problemi appostando due omoni in una parte della sala. La musica era alta, ma non aveva niente a che fare con la musica assordante che aveva sentito al Red.
 
"Vuoi bere qualcosa?"
 
Girò il viso trovandosi vicino a quello di Harry che cercava di sovrastare la musica.
 
"No, grazie. Ma se vuoi ti accompagno."
 
"Okay."
 
Harry le prese la mano iniziando ad incamminarsi verso il piano bar dove era appostata una fila di sgabelli alti vicino al bancone in legno. Si sedettero entrambi e subito Harry cercò di attirare l'attenzione del barman.
 
"Un Martini Bitter!" esclamò una volta avuto il ragazzo a sua disposizione. "Sicura di non volere nulla?"
 
"Sicura. Io non bevo alcolici."
 
"Come mai?" le chiese ricevendo intanto il drink. Il riccio scosse in maniera circolare il bicchiere con il liquido rosso all'interno aspettando una sua risposta.
 
Semplicemente non bevo, perché qualsiasi alcolico mi ricorda sempre mio padre con una di quelle bottiglie in mano sul divano del soggiorno, pensò. 
 
"Non mi piacciono." rispose infine vedendo Harry portare il drink alle labbra perforandola con il suo sguardo verde smeraldo da sotto le lunghe ciglia. Si chiese però che sapore avesse, se procurasse quel leggero bruciore alla gola quello stupido liquido rosso.
 
"Ne hai mai provato uno?"
 
"No."
 
"Prima o poi lo farai. Lo fanno tutti una volta nella vita."
 
Avrebbe tanto voluto rispondergli che lei non era il 'tutti' di cui lui stesse parlando, che lei non era come quei normali adolescenti che provano tutto prima o poi. Lei aveva paura di sperimentare, come aveva paura dei cambiamenti e delle sorprese. 
 
"Ti va di ballare?" chiese lui cambiando totalmente argomento. 
 
"Ti offendi se ti raggiungo più tardi? Vorrei stare un altro pò qui seduta." rispose dispiaciuta. Si sarebbe aspettata di essere un pò più pimpante quella sera, ma per il momento si sentiva solo giù di morale nonostante Harry la stesse trattando molto bene. Era come se qualcosa la bloccasse, si sentiva oppressa nelle sue debolezze.
 
"No, certo che no. Allora ti aspetto lì in mezzo. Ci conto, eh."
 
Dopo essersi scambiati due ulteriori sorrisi Harry si buttò nella mischia di ragazzi che si muoveva a ritmo di musica, mentre Maddison si girò verso il bancone osservando davvero quanti tipi di alcolici potessero esserci in circolazione. Davvero troppi nomi, nomi familiari che aveva visto sempre sulle bottiglie di suo padre in tutti questi anni.
 
Rimase così assorta nei suoi pensieri e concentrata a leggere i vari nomi delle bottiglie di fronte a lei all'interno dell'angolo bar, che non si accorse che lo sgabello accanto a lei ora era di nuovo occupato.
 
"Anche tu alla festa?" Voltò lo sguardo per poi vedere Michael osservare le bottiglie davanti a se come stava facendo lei un istante prima.
 
"Michael? Cosa ci fai qui?"
 
"Mi sembra ovvio, sono ad una festa, cosa pensi stia facendo?" rispose indifferente con una domanda retorica.
 
"Ok, ma...con chi ci sei venuto?" Era strano vederlo ad una festa come quella, anche perché non riusciva ad immaginare chi potesse essere la sua accompagnatrice.
 
"Conosco Karen da anni, non avevo bisogno di una ragazza che mi accompagnasse per entrare. Mi ha fatto un favore." Maddison non aggiunse altro e distolse lo sguardo dalla figura di Michael ritornando a leggere i vari nomi di alcolici.
 
"Non posso credere che tu sia venuta davvero alla festa con quello." riprese a parlare lui dopo vari attimi di silenzio in cui ne approfittò per ordinare un Cocktail Malibu. Maddison dopo un secondo di confunsione capì che si stesse riferendo ad Harry, che girandosi lo intravide in mezzo ad altri ragazzi a ridere. "Spero solo che non roviniate la festa."
 
"Perché mai dovremmo rovinarla?"
 
"Qualcuno potrebbe arrabbiarsi." Quella risposta le fece aggrottare le sopracciglia confusa ma non le ci volle molto per fare due calcoli ed arrivare alla conclusione.
 
"Luke è qui?" chiese allarmata.
 
"Non ho detto questo."
 
"Quindi non c'è?"
 
"Non ho detto nemmeno questo."
 
"Michael!" sbottò nervosa non capendo quale fosse il punto. Voleva solo che fosse più chiaro a parlare, ma lui sembrava divertirsi a confonderle le idee. Era davvero allarmata. Anche se prima aveva fatto tutto questo per dare fastidio a Luke, ora la sua idea era totalmente cambiata. Non voleva avere problemi, e non voleva rovinare la festa di Karen.
 
"Di chi sono quelle rose?" proseguì lui cambiando argomento. Maddison lo assecondò dopo aver preso un respiro, stanca di non ricevere le risposte che voleva.
 
"Sono mie. Non sono male, vero?" gli chiese guardando il piccolo bouquet sulle gambe con l'ombra di un sorriso sulle labbra.
 
"Te le ha regalate lui?"
 
"Si."
 
"Non mi piacciono." A quella risposta Maddison si indignò non capendo il suo comportamento infantile. 
 
"Non ti piacciono solo perché me le ha regalate lui?"
 
"No. Non mi piacciono i fiori in generale." rispose guardando oltre le spalle di Maddison. Ma non appena lo fece, Maddison non ebbe tempo di chiedergli il perche di quella risposta che sentì Harry chiamarla dalla folla di ragazzi. Si voltò verso di lui e lo vide farle cenno con il braccio di raggiungerlo.
 
"Me le potresti tenere per qualche minuto?" si rivolse a Michael allungando le rose verso di lui.
 
"Sicura? Non posso garantirti che al tuo ritorno le ritroverai intatte."
 
"Michael, per favore."
 
Dopo aver sbuffato e alzato gli occhi al cielo, Micheal afferrò il mazzetto di rose senza dire una parola e un "Grazie" uscì dalle labbra di Maddison sorridendogli. Scese dallo sgabello e raggiunse con un po' di difficoltà il ragazzo che l'aspettava sorridendo.
 
 
 
"Sai muoverti bene sulla pista da ballo." disse il riccio cercando di allontanarsi dalla massa di persone sudate e accaldate.
 
"Scherzi? Un elefante è più aggraziato di me!" replicò evitando una spallata di un ragazzo tutto esaltato dalla musica.
 
"Dai non sei stata così pessima."
 
"Smettila di deridermi!" esclamò cercando di imitare un espressione seria, ma il suo intento svanì quando Harry scoppiò in una fragorosa risata. Non appena si avvicinarono all'angolo bar, Maddison notò con sollievo che Micheal fosse ancora seduto sullo stesso sgabello dove lo aveva lasciato dieci minuti prima.
 
"Grazie ancora per avermi tenuto i fiori, Michael." disse riprendendosi le rose. Tutto quello che ricevette in cambio da lui fu un verso disinteressato. Aveva notato la presenza di Harry dietro di lei.
 
"Be', io vado a vedere dov'è Karen. Ciao Maddison... Harry."
 
Maddison notò con che tale disprezzo pronunciò il nome di Harry, ma quest'ultimo lo imitò guardandolo infastidito "Clifford." Micheal passandole accanto si soffermò vicino al suo orecchio, abbastanza vicino da essere sicuro che sentisse solo lei quelle parole.
 
"Ricordati che qualcuno si arrabbierà."
 
Quella frase le lasciò l'amaro in bocca. L'unico che poteva arrabbiarsi a causa di Harry era Luke, ma Michael aveva detto che Luke alla festa non c'era. Se è per questo non ha detto nemmeno il contrario, pensò subito dopo. Si chiese quanto ancora avrebbe dovuto vivere con tutti questi pesi che Luke senza rendersene conto le addossava.
 
"Quel ragazzo è strano." Scosse la testa per ritornare alle parole di Harry.
 
"Chi? Michael?"
 
"Si, lui."
 
"È un tipo particolare, sta' sempre sulle sue." rispose con lo sguardo perso verso la folla.
 
"Comunque è strano."
 
Maddison lo lasciò perdere perché evidentemente non poteva capire la vera essenza di Michael, non che lei la conoscesse benissimo, ma aveva capito che tipo di persona fosse.
 
"Hey, Harry!" gridò una voce alle sue spalle. Aveva qualcosa di familiare quella voce, ma Maddison non ci fece caso. Il riccio si voltò pronto a capire chi lo avesse chiamato quando poi accadde tutto troppo velocemente. La testa del riccio si girò velocemente verso sinistra. Indietreggiò di qualche passo andando addosso a Maddison che cercò di fermarlo e ristabilirgli equilibrio. Qualcuno gli aveva appena tirato un pugno. Maddison si sporse leggermente con la testa di lato per vedere chi fosse stato, prima di incastrarsi in due occhi azzurri.
 
"Luke." sospirò quasi senza fiato, mentre Harry si stava ricomponendo. Si toccò il labbro per poi guardarsi le dita trovandoci sopra del sangue. Gli aveva spaccato il labbro.
 
"Luke, che bella sorpresa! Cosa ti porta da queste parti?" disse Harry in tono divertito, e senza dare il tempo a nessuno di parlare tirò un pugno di rimando sul viso di Luke prima di azzuffarcisi definitivamente contro.
 
Maddison rimase per un istante senza fiato. Non poteva credere che Luke fosse ritornato e che in quel momento la scena aggressiva che aveva già vissuto diverse volte si stesse nuovamente ripetendo. Si avvicinò a loro tirando le spalle di Harry pregandolo di fermarsi.
 
"Vattene Maddison!" disse Harry rabbioso prima di tirare un altro pugno al suo avversario.
 
In men che non si dica Luke e Harry si ritrovarono a terra uno sopra l'altro mentre gli invitati si stavano avvicinando per capire cosa stesse succedendo. La faccenda si capovolse con Luke sopra ad Harry che lo inchiodò al pavimento con le ginocchia iniziando a tirargli una serie di pugni al viso, fin quando i due omoni della sicurezza non si accorsero di quello che stesse succedendo e iniziarono ad avanzare verso di loro.
 
Luke per non finire nei guai si alzò velocemente dal corpo di Harry, che con fatica cercò di fare lo stesso. Il biondo si avvicinò a lei e senza dire nulla le afferrò bruscamente la mano e la iniziò a tirare verso l'uscita della casa.
 
"Lasciami! Luke!" gridò lei cercando di staccare la mano di Luke dalla sua. Le fu difficile dal momento che nella mano libera aveva ancora il mazzo di rose.
 
"Sta' zitta!"
 
In pochi secondi furono fuori dall'enorme casa e nonostante Maddison gli stesse praticamente urlando a pieni polmoni di lasciarla, Luke la ignorò totalmente continuando a tirarla senza un minimo di tatto fino a quella che Maddison riconobbe come la sua auto. La costrinse a salire con la forza allacciandole la cintura. Fece il giro dell'auto ed entrò sbattendo la portiera, e senza dire una parola mise in moto e con una manovra poco delicata uscì da quella via.
 
"Riportami alla festa!" gridò guardando fuori dal finestrino e notando che si stavano allontanando sempre di più dalla casa di Karen. Luke la ignorò continuando a guidare.
 
"Perché fai così? Perché diamine ti comporti in questo modo?" continuò lei ricevendone stavolta uno sguardo apatico da parte sua. Ritornò con gli occhi alla guida, e si preoccupò di abbassare il finestrino. Si voltò verso di lei e abbassò lo sguardo sulle rose. Le afferrò velocemente e con un movimento brusco le lanciò dal finestrino.
 
"No, i miei fiori! Non ne avevi nessun diritto." urlò nuovamente furiosa per quello che aveva fatto. Iniziò a colpirlo, per quanto potesse dati gli scarsi movimenti bloccati dalla cintura. 
 
"Stai ferma, cazzo!" sbottò lui tirando un pugno al volante.
 
Maddison si zittì allontanandosi, non perché avesse paura, più che altro sapeva che non sarebbe servito a nulla, così decise di stare in silenzio e rivolgere lo sguardo fuori dal finestrino. Era tutto buio, faceva fatica a distinguere le cose proprio come quando era in macchina con Harry. Ad un certo punto però qualcosa la riconobbe, si accorse che fossero sulla strada parallela al mare. Subito pensò di correre fuori e rifugiarsi sulla spiaggia, dove sarebbe potuta stare sola, ma solo una cosa l'impedì di farlo; l'auto era in corsa. Non ce l'avrebbe mai fatta. Si arrese all'idea fino a quando l'auto non si fermò ad un semaforo rosso ed è proprio in quel momento che prese sul serio in considerazione di scendere dalla macchina e correre. I suoi movimenti ebbero la meglio sulla sua coscienza. Slacciò la cintura, aprì la portiera e corse fuori. Sentì imprecare Luke prima di urlarle "Maddison torna indietro!" 
 
Lei intanto pensò solo a correre. Corse, corse sempre più velocemente. Sentì le sue gambe muoversi più veloce di quanto non avessero mai fatto. Sentì l'adrenalina nel sangue che non le faceva pesare la stanchezza di quella corsa. Non sapeva se Luke le stesse dietro, lei pensava solo a correre sentendo il battito forte del suo cuore e il respiro accelerato. Aveva paura che il cuore le sarebbe scoppiato nel giro di pochi secondi.
 
Superò il terreno erboso per poi sentire la sabbia sotto le sue ballerine. Le fu terribilmente difficile correre a quel punto. Si fermò un istante, si tolse velocemente le ballerine lasciandole sulle sabbia e riprese a correre.
 
Le forze di Maddison dopo qualche minuto svanirono tutte in una volta, così malgrado lei avesse voluto continuare, dovette rallentare. Rallentò sempre di più fino ad una camminata esausta. Decise alla fine di sedersi su una duna di fronte al mare. Cercò di riacquistare tutto il fiato perso nella corsa chiudendo gli occhi e inebriandosi dell'odore del mare. Ora le sembrò tutto tremendamente tranquillo. Si dimenticò di Luke, di Harry, della festa, di tutto. Si concentrò solo sul rumore delle onde del mare che si frastagliavamo sul bagnasciuga. La luna risplendeva nel cielo riflettendo i suoi raggi sull'acqua in movimento. È da togliere il fiato, pensò. La sua mente era in qualche modo in stand-by. Non le importava di nulla. Se Luke l'avesse trovata, se ne sarebbe fatta una ragione, ma in quell'istante seppe di aver fatto la cosa giusta a uscire da quella macchina soffocante. Lì, su quella spiaggia, ritrovò la totale serenità, quella che ebbe perso molti anni fa alla morte di sua madre.
 
Si perse con lo sguardo davanti a se e non si mosse. Non si mosse nemmeno quando percepì la presenza di qualcuno di fianco a se. Sapeva esattamente chi fosse, ma era stanca di correre. Luke le posò le ballerine accanto e si sedette. I minuti seguenti passarono in silenzio.
 
"Sai, io non so praticamente nulla di te." pronunciò quelle parole continuando a guardare il mare e con la coda dell'occhio riuscì ad intravedere il viso di Luke fissarla per qualche secondo. "Pensavo di poterti capire in qualche modo, ma hai costruito delle fondamenta così spesse intorno a te da non far intravedere nulla della tua vita." Maddison prese un pugnetto di sabbia con la mano per poi vederla scivolare tra le dita. "L'unica cosa che penso di aver capito è che tu non vuoi che le persone si avvicinino a te." continuò riprendendo la sabbia con la mano. Ne seguì il silenzio mentre entrambi osservavano le onde. Pensò di aver parlato al vento prima di sentire la sua voce replicare.
 
"A volte si è costretti a tenere fuori dalla propria vita le persone che ti circondano per evitare che cadano insieme a te."
 
Questa volta fu Maddison a girare lentamente il viso verso di lui guardando il suo profilo dai lineamenti tesi e stanchi.
 
"A volte le persone che ti circondano possono aiutarti a rialzare i pezzi della tua vita e rimetterli insieme."
 
"Maddison, dove vuoi arrivare?" chiese lui voltando il viso verso di lei trovandosi ora entrambi faccia a faccia. In quel momento le fu incredibilmente pazzesco riuscire a pensare a quanto fosse bello alla luce della luna, a quanto fosse bello il luccichio nei suoi occhi.
 
"Non voglio arrivare da nessuna parte, volevo solo farti capire che hai degli amici fantastici che farebbero di tutto per te se solo tu ti facessi aiutare." replicò con tono del tutto privo di rabbia, di tutta quella rabbia che aveva accumulato nei giorni precedenti; era calma, soprattutto esausta.
 
"Non ho bisogno d'aiuto." Luke ritornò a guardare davanti a se con uno strano fastidio sul viso, ma stranamente stava cercando di controllare la cosa.
 
"Questa frase dimostra il contrario."
 
"Basta, questo discorso è chiuso. Piuttosto, perché eri alla festa con quello?" disse lui scontroso. Luke era un enorme punto interrogativo. Non voleva farsi capire, questo era chiaro. Maddison ignorò la sua domanda.
 
"Stavo solo cercando di..."
 
"Cercando di fare cosa? Aiutarmi? Maddison, ti ho detto che non ho bisogno dell'aiuto di nessuno. Ne il tuo, ne quello di Ashton, ne di nessun altro!" concluse l'argomento e Maddison non poté che sentirsi più abbattuta di così.
 
Rimase zitta non trovando altre parole da dire e ritornò a guardare la battigia. Il movimento della mano con la sabbia l'aiutarono ad estraniarsi e a sentirsi meno a disagio. Luke era immobile seduto vicino a lei e non accennava al fatto di parlare, sembrava rapito dalla calma che gli trasmetteva il mare.
 
"Dove sei stato in questi giorni?" chiese lei con la paura di sembrare troppo invadente. D'altra parte non aveva nessun motivo per risponderle. Ma Maddison rimase stupita quando invece lo fece.
 
"Fuori città, a Canberra."
 
A quella semplice risposta ne dedusse che fosse partito per i suoi soliti sporchi affari, e proprio come se le avesse letto nella mente, Luke si affrettò ad aggiungere "Non a fare quello che pensi tu."
 
"Oh. E, i tuoi genitori lo sapevano?"
 
"Forse è meglio se ti riaccompagni a casa. È tardi!" Deviò la sua domanda alzandosi da terra e passandosi le mani sui pantaloni per pulirsi dalla sabbia. Prontamente Maddison gli afferrò un lembo della giacca per fermarlo.
 
"No! Per favore, non voglio tornare a casa adesso." Quasi si vergognò del suo tono di voce supplichevole, ma non voleva ritornare da suo padre proprio quando stava ritrovando la pace di fronte a quella distesa d'acqua scura. Luke, dopo attimi di insicurezza sul da farsi, si rimise nuovamente a sedere.
 
"Cosa sei andato a fare a Canberra?" chiese lei titubante.
 
"Sono andato a trovare mia sorella."
 
Maddison perse un battito. Non trovava assolutamente logico quello che aveva appena detto. Non sapeva se aveva rimosso l'episodio di quando le aveva accennato di sua sorella. Maddison rimase con il viso totalmente confuso.
 
"Tua...sorella? Ma io pensavo che fosse..."
 
"Morta? Si, è morta." continuò la frase di Maddison con tono duro.
 
"Io non volevo dire...beh, mi spiace."
 
"Come vuoi." disse infine alzandosi dalla sabbia. Magari l'avrebbe lasciata li sola, magari voleva solamente andarsene, così Maddison puntò lo sguardo sulle sue mani ancora nella sabbia.
 
"Vieni." Maddison si voltò verso Luke e vide che le stava tendendo a mano.
 
"Cosa?"
 
"Dai, vieni." 
 
Maddison semplicemente si alzò da terra afferrando la sua mano e si incamminarono verso la macchina. Maddison notò che Luke prima di inseguirla l'avesse accostata al marciapiede. Si immaginò lui che al contrario lasciava bellamente la macchina in mezzo alla strada schizzando subito fuori per rincorrerla. Salirono in macchina e subito Luke mise in moto per poi ripartire. Maddison non ebbe idea di dove la stesse portando, ma quando riconobbe la sua via di casa si allarmò.
 
"Luke, ti ho detto che non voglio andare a casa adesso."
 
"Infatti, non ti sto portando a casa."
 
A quella risposta sospirò di sollievo, ma non seppe se esserne del tutto sollevata o preoccupata. Dopotutto non sapeva dove la stesse portando. Il viaggio continuò in silenzio prima che a romperlo non fu proprio Luke.
 
"Comunque quei fiori erano orrendi." disse e quando Maddison si girò a guardarlo, si sorprese di vederlo con in viso un mezzo sorriso.
 
"No, dai, erano carini."
 
"Dai, sul serio? Rose rosse? Che banalità!" Maddison se ne accorse. Si accorse di quanto lo divertiva sfottere Harry, e se farlo lo rendeva minimamente più umano e meno scontroso allora poteva continuare a farlo, pensò Maddison.
 
"Tu me le avresti regalate nere, per caso?"
 
"Almeno sarei stato originale." rispose con lo sguardo più sereno diretto alla strada. Subito si immaginò Luke vestito di nero elegante con in mano delle rose dello stesso colore. Era un po' tetra come visione.
 
"Più che originale, direi che spaventeresti le ragazze." 
 
"Tu ti spaventeresti?" Si voltò penetrandola con lo sguardo più intenso che le avesse mai rivolto. Maddison improvvisamente si sentì la bocca asciutta e cercò di rispondere tentando di rendere la sua voce più chiara possibile.
 
"Credo di no."
 
"Allora la tua frase è un controsenso." ritornò alla strada. Maddison non ebbe nessuna risposta pronta per ribattere. A questo punto tentò direttamente di cambiare argomento.
 
"Mi dici dove stiamo andando?"
 
"Meglio di no."
 
Qualcosa le fece intendere che non sarebbe stato un bel posto, altrimenti glielo avrebbe detto. Quel ragazzo era così maledettamente imprevedibile, e Maddison non riuscì più a reggere i suoi ritmi. Risentì la stanchezza e senza accorgersene appoggiò la testa al finestrino e poco dopo cadde in un sonno profondo immaginandosi di nuovo il mezzo sorriso di Luke.
 
 
 
Si svegliò e l'unica cosa che percepì fu l'auto in movimento. Cercò di mettere a fuoco e guardare fuori dal finestrino ma era ancora così tremendamente buio che non riuscì a scorgere nulla.
 
"Luke, dove siamo?" chiese agitata voltandosi verso di lui.
 
"Tranquilla, hai dormito due ore."
 
"Non ti ho chiesto questo! Dove siamo? Dove stiamo andando?" tenendo d'occhio il viso di Luke si accorse che non le avrebbe risposto. Maddison si girò verso il finestrino giusto in tempo per scorgere la scritta su un cartello stradale. Aguzzò la vista e lesse "Benvenuti a..." Sbiancò di colpo e si voltò di scatto.
 
"Luke, dove mi stai portando?" 
 
"Sta' calma e non urlare."
 
"No! Non sto calma! Luke, perché mi hai portata a Canberra?" gridò presa dal panico. Erano usciti dalla città. Si erano allontanati di qualche ora dalla città. Maddison parve allarmata e non smise di agitarsi.
 
"Luke?" lo chiamò incitandolo a risponderle.
 
"Per farti conoscere mia sorella!"
 



Spazio autrice:
allora beh...bentornata a me. Va beh non aggiungo nulla sul mio ritardo perche mi vergogno ahaha. Buon natale in ritardo e va beh vi lascio con questo capitolo che non so se vi possa piacere pero spero di si. Recensite per favore giusto per sapere cosa ne pensate e mmh nulla. Ah si beh, io avevo creato un account su twitter d poco apposta per la storia.. ma in questo momento non mi ricordo il nick ahahah che brava che sono.. AH NO OK RICORDOOO il nick è @LukeMaddi o qualcosa del genere ahahah e se volete potete seguirmi li ...perche con l'altro account faccio confusione ahhaha va beh a parte questo..nulla basta haahah spero che recensiate..ciao :) xx
  
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