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Autore: fedxoxo    30/12/2014    1 recensioni
“L’odio è la nostra protesta contro l’impossibilità di amare”
Avete mai amato così tanto da odiare? Molti pensano che l’odio non possa generare amore, ma se questi due sentimenti andassero di pari passo? Se l’odio nascondesse amore? E se a ripudiare l’amore fosse un giovane ragazzo con un sogno nel cassetto e tanta paura dei pregiudizi?
2014 © All rights reserved
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante il tipico clima invernale in Australia, quella sera c’era umidità e le strade erano bagnate poiché aveva piovuto per tutto il giorno. Non faceva freddo ma Michael si stringeva comunque nel suo giubbotto di jeans mentre era seduto nella veranda di casa Hemmings aspettando che il suo ragazzo finisse di prepararsi. Aveva preferito restare fuori a godersi il cielo, ormai sgombro di nuvole, che regalava un’infinità di stelle luminose nell’ultima sera dell’anno. Dopo un’accesa discussione su dove trascorrere la vigilia di Capodanno, avevano optato per una semplicissima serata a casa di Ashton, con tanto di pigiama party, in quanto i suoi genitori erano fuori città. Luke e Michael avevano trascorso l’intero pomeriggio a fare la spesa per assicurarsi che la cena fosse perfetta. Sapevano che avrebbero finito per preparare delle semplici pizze, ma avevano deciso di comprare comunque tutto il necessario per abbuffarsi.
Chiuse gli occhi e si rilassò per un tempo che non riuscì a decifrare. Ripensò agli ultimi mesi e a quanto si sentisse felice di aver trovato finalmente qualcuno con cui fare tutto quello che non si sentiva di fare con Calum. Inoltre aveva trovato Ashton, un amico che lo capiva con un solo sguardo. Dal nuovo anno non si aspettava amore, che aveva già, o soldi a palate; desiderava nuove sfide, nuove difficoltà, nuove opportunità che gli avrebbero sicuramente regalato più soddisfazione e felicità del denaro. Quando sentì una mano sulla coscia, aprì improvvisamente gli occhi e si girò per vedere il suo ragazzo, ora seduto accanto a lui sulla panchina della veranda di casa sua, che gli sorrideva.
“A che pensi, ragazzaccio?” chiese accarezzandogli dolcemente l’interno coscia. Michael trattenne il respiro e si leccò il labbro inferiore, prendendogli la mano per evitare di andare troppo oltre e di non riuscire a trattenersi.
“A te…” rispose, “…sempre” aggiunse velocemente. Era vero. Ormai ogni cosa che faceva, ogni posto in cui era, ogni situazione in cui si trovava, ogni parola che diceva lo riportava a lui. Era una sensazione strana, come una droga: nonostante volesse smettere, era impossibile, ne era ormai dipendente.
Luke ridacchiò un po’ abbassando il capo e poi lo rialzò puntando i suoi occhi celesti in quelli verdi di Michael scrutandoli. “Beh, mio caro romanticone, è ora di andare, ma sarai ricompensato più tardi per la tua risposta” lo provocò baciandogli il naso per farlo sorridere.
***
“Oh, i nostri piccioncini” li salutò Ashton aprendo la porta. “Benvenuti nella mia umile dimora” scherzò indicando con un braccio la casa che si diramava dietro di lui. Dall’ingresso, Michael riusciva a vedere il salotto e Calum spaparanzato sul divano che imprecava contro i personaggi di un gioco della Playstation. Si tolse lentamente il giubbotto appendendolo all’attaccapanni che gli aveva indicato Ashton e poi, seguito dal suo ragazzo e dall’amico, si diresse in direzione del bassista.
“Fate come se foste a casa vostra” disse gentilmente Ashton accomodandosi accanto a Calum e prendendo il suo controller.
Michael prese posto sulla poltrona a destra del divano e trascinò il biondo sulle sue gambe stringendolo forte tra le sue braccia.
“Ciao anche a te, Calum” lo prese in giro Luke cercando una posizione comoda.
“Ciao, Lukey” ribattè Calum riportando subito dopo la lingua fuori dalla bocca, troppo concentrato per accorgersene. Michael scosse la testa ridacchiando e alzò di qualche centimetro la maglietta del suo ragazzo accarezzandogli i fianchi. Luke, di rimando, si rilassò sul suo petto e iniziò a baciargli piano il collo.
“Ehi, non sulla poltrona!” li rimproverò Ashton senza staccare lo sguardo dalla tv sulla quale erano riproposte scene di una guerra che lui e Calum combattevano. “Vi ho preparato una stanza tutta per voi, ma non qui davanti a noi, per favore”. Michael si staccò immediatamente e sbarrò gli occhi. Sembrava che quel ragazzo avesse una decina di occhi e che riuscisse a vedere anche i movimenti impercettibili di ogni persona nella stanza. Riusciva a prevedere ogni azione e ogni sentimento. Lo ammirava e allo stesso tempo lo invidiava per la sua scaltrezza.
“Oh sì, non penso dormirete per quanto rumore faremo” replicò Luke. Michael arrossì improvvisamente e maledisse il suo ragazzo per la sua lingua biforcuta. A volte bisognava torturarlo per estorcergli una parola e a volte bisognava sedarlo per zittirlo. Non che si vergognasse di quello che facevano, ma davanti a suoi amici era davvero strano esporsi in quel modo, soprattutto con Calum che conosceva da una vita.
***
Dopo circa mezz’ora, Ashton e Calum spensero finalmente la consolle andando in cucina per aiutare gli altri due che avevano già iniziato a preparare la cena, con tanto di coccole e baci annessi.
“Calum, dovremmo iniziare anche noi a coccolarci così” commentò il batterista guardando Michael che stringeva Luke da dietro mentre tenevano entrambi le mani nella massa per la pizza.
“Uoh amico, non provare ad avvicinarti” scherzò Calum tenendo le mani in avanti per non farlo avvicinare. I due fidanzati si erano ormai abituati a quelle battute e non provavano neanche un pizzico di fastidio. Sapevano che non c’erano odio, omofobia o derisione in quello che dicevano, ma che scherzavano solo per provocarli un po’.
Ci misero poco più di un’ora per preparare quattro pizze che mangiarono chiacchierando e scherzando. Quando finirono, Ashton tirò fuori un mucchio di giochi da tavolo ai quali decisero di giocare mentre aspettavano di fare il conto alla rovescia per mezzanotte.
“Non barare, Calum, sei sulla mia proprietà e mi devi dare i miei fottutissimi 100$” urlò giocosamente Michael con aria da gangster rivendicando i suoi soldi finti del Monopoly. 
“Ecco a te, capo” Calum alzò le mani in segno di resa e gli lanciò i soldi che gli doveva. “Ma come fai a scopartelo?” chiese rivolto a Luke. “È così irritante”.
Il biondo alzò le spalle ma, prima che potesse ribattere, fu preceduto da Michael. “Ho le mie doti nascoste” rispose a Calum, ma continuò ad ammiccare verso il suo ragazzo facendogli l’occhiolino.
“Okay, ora giochiamo a obbligo o verità” informò Ashton riponendo tutte le pedine nella scatola.
Si spostarono verso il salotto. Michael e Luke si accomodarono sul divano abbracciati, Calum scelse il tappeto e Ashton si sedette con le gambe incrociate sulla poltrona.
“Inizio io” disse Calum facendo un cenno con il capo verso Ashton per spronarlo a scegliere tra obbligo e verità.
“Obbligo” rispose con aria di sfida il castano.
“Uh” commentò Michael conoscendo gli obblighi impossibili e umilianti dell’amico. Luke lo guardò interrogativo e Calum sorrise ammiccante.
“Chiama Jennifer” obbligò facendogli trattenere il respiro alla sola menzione della ragazza che gli piaceva. “Dille che sei ubriaco e che vuoi un pompino” concluse.
Luke sbarrò gli occhi e Michael si tirò i capelli indietro con una mano. “Certo che sei proprio stronzo” lo criticò Ashton prendendo il suo cellulare e cercando il numero della ragazza nella sua rubrica. Calum ridacchiò a bassa voce mentre il ragazzo si portava il telefono all’orecchio sentendolo squillare.
Dopo circa un minuto, partì la segreteria telefonica. “Sei solo fortunato!” commentò Calum arrabbiato perché non avrebbe avuto il suo divertimento.
“Dovrò comunque darle una spiegazione quando mi chiederà perché l’ho chiamata” si lamentò Ashton lanciando il cellulare sul tavolino davanti a sé. Michael si mosse tra le braccia del suo ragazzo quando Calum lo guardò e quello lo strinse forte per fargli capire che era lì e che non avrebbe dovuto temere nessun obbligo e nessuna domanda.
“Michael?” chiese il moro sorridendo.
Michael deglutì, “Verità”.
Calum sbuffò, “Troppo facile!” commentò. “Com’è stato prenderlo nel culo?” domandò duramente.
Luke e Michael scoppiarono a ridere guadagnandosi le occhiate stranite degli altri due. “Non l’ho mai preso nel culo” rispose tra le risate. Calum sbarrò gli occhi, “Vuoi dire che Luke è il passivo?”
I due innamorati continuarono a ridere per le espressioni sbalordite dei loro amici e annuirono. “Non ci posso credere! Avrei scommesso che fosse il contrario” confessò Ashton guardando Calum che era ancora sconvolto.
Dopo qualche minuto di commenti e risate, ritornarono seri e Calum guardò Luke, “È il tuo turno, biondo”
Luke annuì e si raddrizzò sul divano per concentrarsi alla domanda che gli avrebbe fatto il ragazzo.
“Com’è stato scoparsi Stacey Brown?” sputò velocemente Calum.
Stacey Brown? Michael si stropicciò gli occhi con le mani. Era un sogno? Luke era andato a letto con Stacey Brown? E non gliel’aveva detto.
“Cosa?” gridò Michael guardando il suo ragazzo.
Luke alzò gli occhi al cielo e continuò a fissare Calum, “È stato tanto tempo fa. I-io…ecco non è stata l’esperienza più bella della mia vita” balbettò in risposta.
“Hai scopato con Stacey Brown?” domandò Michael allontanandosi per poterlo guardare bene in faccia.
“Sei un mito, fratello!” commentò Ashton guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Michael che ritornò velocemente a guardare Luke. Il ragazzo si dimenava sul divano in cerca di una spiegazione da dargli. In realtà non doveva spiegargli niente, l’aveva fatto, non una volta sola e non se ne pentiva.
“Te lo ripeto una volta sola, Luke Hemmings” lo avvertì Michael puntandogli un dito contro, “Hai scopato con Stacey Brown?”. Questa volta scandì bene le parole aggiungendo un pizzico di disprezzo nel pronunciare il nome della ragazza.
“Si, Michael. Ma l’ho detto. È stato tanto tempo fa e non ha mai avuto nessun significato per me” rispose frettolosamente cercando di riavvicinarsi a lui. Michael, vedendo che il ragazzo cercava un contatto fisico, si alzò di scatto dal divano e si portò le mani tra i capelli. “H-ho bisogno di stare solo” disse correndo al piano di sopra.  
Quando si fu allontanato abbastanza, Calum si alzò andando a sedersi accanto al biondo che teneva lo sguardo puntato nel vuoto.
“Amico, io non pensavo che la prendesse così. Mi dispiace, io non-”
“Tranquillo, non è colpa tua” si riprese guardandolo e sorridendogli. Aggiunse una pacca sulla spalla prima di alzarsi e salire al piano di sopra per cercare il suo ragazzo. Non conosceva la casa, ma diede un’occhiata nelle prime stanze che trovò nel corridoio. Non trovandolo in nessuna stanza iniziò a preoccuparsi. Era sull’orlo di un esaurimento nervoso quando notò la finestra di una stanza aperta. Vi entrò e, dagli arredi dedusse che si trattava della stanza di Ashton. La finestra dava su un balcone e, quando mise un piede fuori, fu immediatamente colpito dalla brezza di un tipico inverno australiano. Michael era appoggiato alla ringhiera e guardava dritto davanti a sé assorto nei suoi pensieri.
“Non voglio parlare, Calum, sparisci!” esclamò quando sentì una presenza dietro di sé. Non ricevendo nessuna risposta, si voltò e vide il ragazzo. “Ah, sei tu” disse quasi con disdegno. Quelle parole, e soprattutto il tono con cui le aveva pronunciate, colpirono dritto al cuore di Luke che si sentì ferito e colpevole.
“Michael, ti prego…” mormorò con la voce rotta da un pianto che non avrebbe trattenuto a lungo. Michael, continuando a dargli le spalle, abbassò il capo e strinse il labbro inferiore tra i denti per trattenersi dal cedere a una semplice supplica. Sentirlo così gli faceva venire da piangere, ma avrebbe dovuto dirglielo.
“Perché non me l’hai detto?” domandò, questa volta parlando dolcemente. Luke tirò su col naso e si avvicinò abbracciandolo da dietro stringendo le mani sulla sua pancia. “Mi sembrava inutile. Lei non ha avuto nessun significato per me. Non l’ho mai amata” rispose. “Amo solo te” sussurrò piano strofinando le labbra al suo orecchio. E il castano sorrise girandosi per baciarlo perché non poteva resistergli, non poteva tenere il broncio con lui e non poteva farlo stare male. Mise le mani sulle sue guance e premette le labbra alle sue, beandosi di quella morbidezza e del suo sapere, ormai a lui molto noto.
***
“Metti il giubbotto, fa un po' freddo fuori” lo avvertì Luke.
“Sì, mamma” scherzò Michael infilandosi il giubbotto e rubando un bacio al suo ragazzo. Poi lo prese per mano e lo trascinò verso il giardino dalla porta sul retro.
“E muovete il culo!” urlò Calum che li stava aspettando con Ashton, il quale fissava incessantemente il suo orologio in attesa della mezzanotte.
“1 minuto!” annunciò emozionato.
Michael si girò verso il suo ragazzo e gli prese le mani. “Propositi per l’anno nuovo?”. Luke alzò le spalle sorridendo, “Amarti sempre di più?”. Ridacchiarono insieme e poi Luke aggiunse, “Tu?”
“30 secondi!” urlarono all’unisono Ashton e Calum.
Il castano scosse la testa. Ci aveva già pensato e aveva capito che non aveva propositi, non aveva desideri, aveva solo voglia di sperimentare l’amore, rafforzare l’amicizia e capire cosa avrebbe voluto fare nella sua vita. Non ne aveva mai avuto idea. Sognava di diventare un cantante, ma voleva restare con i piedi per terra, quindi non preferiva accontentarsi di quello che la vita gli avrebbe dato.
“10!” urlò Ashton.
“9” iniziarono tutti insieme.
“8”
“7”
“6”
“5”
“4”
“3”
“2”
“1”
Luke guardò sorridendo i fuochi d’artificio che esplodevano nel cielo stellato. Michael aveva un altro spettacolo da ammirare: proprio lui. Lo fissava come se fosse l’opera d’arte più costosa del mondo, il gioiello più prezioso, la stella più luminosa dell’universo.
“Me lo dai il bacio di mezzanotte?” domandò Michael quando Luke spostò lo sguardo su di lui ancora affascinato dai fuochi d’artificio.
E in quel momento, nel momento preciso in cui le loro labbra si toccarono, Michael capì che il suo anno e la sua vita sarebbero stati migliori. Non gli importava quello che la vita avrebbe avuto in serbo per lui, aveva già avuto Luke.
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