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Autore: Sakurina    14/11/2008    4 recensioni
Il destino di due persone può incrociarsi molte volte senza che queste diano un’importanza basilare a quell’incontro. Come si fa a capire se quel ragazzo così rude e irritante o quella ragazza che vi ha sbattuto così tante volte la porta in faccia saranno l’uomo o la donna della vostra vita? …bella domanda.
Seconda classificata nella sezione KibaIno del NaruSaku&KibaIno Prompt Contest indetto da VavvyMalfoy91.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Ino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Piccolo, testardo, pieno di cicatrici, incazzato col mondo

Quando il destino di due persone si incrocia? Quando queste due si accorgono l’una dell’altra? Se ci fosse un momento decisivo e fosse il primo, molte coppie a quest’ora non starebbero insieme. Il colpo di fulmine non è una prerogativa fondamentale dell’amore.

Il destino di due persone può incrociarsi molte volte senza che queste diano un’importanza basilare a quell’incontro. Come si fa a capire se quel ragazzo così rude e irritante o quella ragazza che vi ha sbattuto così tante volte la porta in faccia saranno l’uomo o la donna della vostra vita?

…bella domanda.

 

 

 

“Chiudi La Porta”

 

 

 

Piccolo, testardo, pieno di cicatrici, incazzato col mondo. Eccolo, Kiba Inuzuka nei suoi primi fantastici otto anni di vita.

È un bambino decisamente carino per la sua età, con quei capelli arruffati e quegli insoliti segni rossi sulle guance che gli danno un’aria un po’ ribelle, rispecchiando a pieno il suo carattere.

È un bambino decisamente violento per la sua età, forse un po’ troppo violento. Non sopporta le regole e fa di tutto pur di infrangerle.

È un bambino decisamente arrabbiato, che sfoga tutta la sua frustrazione verso quel padre che ora [fortunatamente] non c’è più, ma che quando c’era alzava troppo le mani.

Molti dicono che diventerà un fortissimo shinobi, altri lo classificano già come eterno teppista. Ma a Kiba non importa.

Ama la compagnia, ma anche stare da solo non gli dispiace. Gli piace difendere i deboli e non sopporta quelli forti come lui. Vuole essere lui il più potente, lui vuole comandare su tutto e tutti. Perché, sebbene abbia soli otto anni, Kiba Inuzuka sa per certo di essere forte, molto forte, e di poter ottenere tutto ciò che vuole.

 

 

Piccola, testarda, bellissima, soddisfatta della sua vita. Eccola, Ino Yamanaka nei suoi primi fantastici otto anni di vita.

È una bambina terribilmente carina per la sua età, con quella perfetta chioma bionda e quegli occhi di cristallo che la fanno tanto sembrare una straniera nella sua terra.

È una bambina terribilmente vivace, molto socievole, a volte un po’ cattivella con le bambine che la fanno arrabbiare. È coraggiosa, oltretutto, e non ha paura di giocare con i maschietti ai giochi più violenti e non propriamente consoni alla sua reputazione di “principessina del quartiere”.

È una bambina terribilmente annoiata, alla continua ricerca di quel qualcosa che possa soddisfare la sua voglia di trasgressione, quel desiderio di rompere gli schemi che, innato, cela nel suo cuore dalla nascita.

Molti dicono che diventerà la miglior kunoichi di Konoha, altri la considerano la classica stupida oca. Ma a Ino non importa.

Ama la compagnia di pochi eletti, non le piace stare con tutti. La solitudine la spaventa non poco, per questo cerca di tenersi stretta quei pochi amici a cui decide di aprire il suo cuore. Le piace difendere i deboli, o forse semplicemente non sopporta i prepotenti. Sa di essere forte e determinata, ed è sicura di poter imporre la sua volontà su tutto e tutti. Perché, sebbene abbia soli otto anni, Ino Yamanaka sa per certo di essere forte, molto forte, e di poter ottenere tutto ciò che vuole.

 

 

A otto anni, l’ultima cosa che passa per il cervello di Kiba Inuzuka [ma a tutti i marmocchi di questa età probabilmente] sono le bambine, comunemente definite femmine con tono dispregiativo da lui e i suoi amichetti. Perché pensare a quelle cretine e alle loro bambole quando si può giocare alla guerra o a pallone in mezzo al fango?

Certo, anche giocare a costruire barchette per farle galleggiare nel fiume è un bel gioco, solitamente fatto nei momenti di “relax”.

Quindi Kiba pensa bene di saltellare fino al fiume per dare il via a una catena infinita di catastrofici naufragi; ma si sa, è anche un bambino diabolicamente fantasioso e appena incontra una bambola abbandonata lungo la riva del fiume, pensa bene di raccoglierla in fretta… prima che la legittima proprietaria torni a riprendersela.

Ovviamente quando Ino Yamanaka torna dalla sua Micchan, non la trova più al suo posto. La cerca ovunque disperatamente, ma capisce al volo che qualcosa è andato storto quando intravede Kiba Inuzuka, quell’insopportabile bambino dell’altra classe,  ridere divertito sul bordo del fiume.

-“Dov’è la mia bambola?”-

Ino è minacciosa, lo guarda a braccia conserte e con occhi ricolmi di profonda ira.

-“In fondo al fiume.”-

Kiba le risponde con un sorriso divertito, per nulla spaventato da quelle minacce oculari che lo fulminano senza pietà.

-“Sei un cretino.”-

Si limita ad insultarlo la bambina, tradendo una voce spezzata da singhiozzi incombenti e occhi lucidi pronti al pianto. Ma non scoppia in lacrime davanti a lui, come tutte le altre bambine da lui bistrattate fino ad allora; Ino Yamanaka resiste, lo insulta, lo guarda adirata, prende e scompare nel boschetto. Probabilmente a casa piangerà come una disperata e lo odierà per tutto il resto della vita, ma non glielo vuole dare a vedere.

E Kiba non è soddisfatto di quello che ha appena fatto. Anzi, se deve proprio essere sincero… gli dispiace un po’ averla ferita così. 

-“Dannate femmine e le loro bambole.”-

L’Inuzuka brontola irritato, levandosi le scarpe sporche e affondando i piedi nell’acqua gelida. È la prima volta che fa un favore a una femmina il cui nome non sia né mammasorella.

Quando bussa alla porta di casa Yamanaka, Kiba trema dal freddo. La corrente aveva trascinato via quella bambola per parecchi metri, e lui aveva dovuto attraversare tutto il fiumiciattolo prima di ritrovarla.

Ino apre la porta, fissandolo interdetta, stupita.

-“Che vuoi?”-

-“Tieni. La tua stupida bambola.”-

Kiba le porge la sua Micchan, grondante d’acqua, ma miracolosamente salva. 

La biondina inarca un sopracciglio, decisamente perplessa, fissandolo titubante: che cosa vorrà in cambio?

-“Prendila, scema.”-

L’Inuzuka le lancia in mano la bambola, bagnando tutto il vestitino viola della bambina. Kiba si morde il labbro inferiore, cominciando a sudare freddo per l’ennesima stupidaggine del giorno, mentre il volto pallido di Ino si accende nuovamente di un bel rosso ira.

-“Sei un cretino.”-

Tono molto più arrabbiato di quel pomeriggio, se possibile. La giovane Yamanaka lo fulmina con occhi furiosi, sbattendogli con un potente tonfo la porta in faccia.

Kiba inarca le sopracciglia, profondamente offeso. Pensa che le femmine siano tutte stupide e altezzose, che non ringrazino mai per la fatica che gli uomini fanno per loro quotidianamente, che siano delle perfette ingrate. Sì, Kiba decide che le donne non gli piacciono molto il giorno in cui riceve la sua prima porta in faccia.

 

 

Ò

 

 

Ino Yamanaka ha sempre avuto la fortuna di essere fondamentalmente magra di costituzione. Certo, la sua fissazione per mantenere la linea era cominciata decisamente presto, e a undici anni ha raggiunto già il suo apice.

Le piace pavoneggiarsi davanti allo specchio; è incantata dal suo riflesso longilineo, ma ammette che non le dispiacerebbe avere un po’ di seno. Alcune delle sue amiche a soli undici anni sono molto più dotate di lei.

Nella vita quotidiana Ino non ci fa molto caso, i complessi saltano fuori durante le ore di educazione fisica, materia che lei detesta. Le viene quasi naturale paragonarsi alle altre, negli spogliatoi. Lei pretende di essere la più carina, il centro universale delle attenzioni maschili (soprattutto di un maschio in particolare). E vedere una ragazza con qualcosa in più di lei la manda fuori di senno. E dopo aver notato che persino quella sfigata di Hinata Hyuga ha più seno di lei, Ino è costernata talmente tanto che decide che il modo migliore per passare quest’ora di educazione fisica è starsene seduta negli spogliatoi a fantasticare. Ma Kurenai-sensei è una gran rompiscatole ed è già sulla porta a guardarla male, così a Ino tocca indossare la tuta e correre in giardino con le sue compagne.

La tortura non dura tanto, visto che la biondina è molto astuta e, con una finta da oscar, la sua ennesima storta alla caviglia la riporta negli spogliatoi mezzora prima che finisca la lezione. 

Si riveste dopo la doccia, indossa i suoi aderenti pantaloncini neri e si allaccia il primo reggiseno della sua vita, bianco a fiorellini [immancabilmente] viola.

Attenta a non farsi vedere da nessuno, Ino si porta silenziosa davanti allo specchio dello spogliatoio, cogliendo l’ennesima occasione per soddisfare il suo narcisismo.

La porta si apre con uno scatto secco, lasciando intrufolare la testa dello sfacciato Kiba Inuzuka, che sosta con sguardo incredulo e fisso sulla figura seminuda della ragazzina.

Passano veloci i secondi d’imbarazzo fra i due, finché Ino non prende a urlare, intonando un acuto da manuale; arrossisce di colpo, coprendosi il petto con le braccia.

-“Chiudi quella porta, cretino!”-

La sua intimazione carica di rabbia e d’imbarazzo arriva da dietro gli armadietti degli spogliatoi, dove la ragazzina si è nascosta per sfuggire a quello sguardo impertinente.

-“Certo, Yamanaka! Tanto non c’era niente da vedere! Ah, Kurenai-sensei mi ha mandato a cercarti per vedere come stava la tua caviglia, ma noto che da come saltelli ti è già passato tutto!”-

La risata di Kiba si espande per tutto lo spogliatoio fino a conquistare i corridoi, mentre sosta sull’uscio, divertito.

Ino indossa velocemente la maglietta e con uno scatto felino si fionda sulla porta, chiudendola in faccia all’Inuzuka. Non avrebbe mai pensato che il primo ragazzo a vederla in reggiseno sarebbe stato lui.

Kiba, invece, ripensa a quanto visto e sorride, compiaciuto: in fondo le ragazze non sembrano poi tanto male… finché non aprono bocca.

 

 

Ò

 

 

Da quando Kiba aveva scoperto quanto affascinanti potessero essere le donne, non gli aveva mai mancato di rispetto. Beh, ovviamente ancora non aveva scoperto il sesso. Nonostante ciò, capiva di esercitare un fascino non indifferente sulle giovani donzelle, e piano piano stava affinando le sue arti di seduzione.

Kiba ha quindici anni, uno stormo di ragazzine adoranti di cui non gli importa nulla, un amore rassegnato verso la sua compagna di squadra che gli spezza il cuore ogni giorno e una voglia matta di portarsi a letto qualche donna, magari più grande ed esperta di lui.

Si trova nell’infermeria perché sì, oltre che ad avere un debole per le belle ragazze, Kiba ama anche fare l’eroe in battaglia. Hinata, la sua adorabile compagna si sta prendendo cura di lui, preme una benda contro il braccio sanguinante mentre lo rimprovera per l’ennesimo colpo di testa. Hinata è l’unica ragazza con cui riesce a parlare senza guardarle il culo e attributi vari, sebbene la Hyuga ne abbia in abbondanza. Davvero non gli interessa. Ne apprezza la dolcezza, la sensibilità… non prova desiderio per lei come per le altre.

La porta si apre improvvisamente, facendo entrare un volto conosciuto nella stanza. Ino Yamanaka li osserva sorridente e, dopo tanto tempo, Kiba la vede sotto una luce diversa. Come fa ultimamente con ogni esemplare femminile che gli capita a tiro, il ragazzo ne studia il corpo perfetto, nascosto da dei vestiti microscopici e decisamente troppo provocanti. Fissa con attenzione la minigonna, scende lungo le gambe snelle, ritorna sul suo posteriore tondeggiante, sale sulla pancia piatta, giunge al seno prosperoso. Decisamente migliorata rispetto all’immagine di quella bambina mingherlina negli spogliatoi che persisteva nella memoria dell’Inuzuka.

-“Hinata, lascia pure fare a me… tu puoi raggiungere Naruto, se vuoi.”-

Che tatto, Yamanaka. Davvero non si è accorta che Kiba è pazzo di Hinata? E tu lo fai mollare lì così, invitando la sua amata a raggiungere un altro? Forse sì, ma si sa, Ino sicuramente parteggia più per l’amore dell’amica che non per quello del compagno semisconosciuto.

Finalmente, la porta si chiude. Ino e Kiba sono da soli in una stanza, dopo anni di silenzi e di incontri imbarazzanti. Ma lei sembra non farci caso, o forse dissimula il suo imbarazzo perfettamente; Kiba invece la fissa perplesso, domandandosi se anche lei ricordi tutto quello che ricorda lui.

La mano delicata da medic-ninja si appropria del braccio del ragazzo, iniziando a curare il profondo taglio che lo squarcia da parte a parte. Ino non pensa molto a lui, è impegnata sul suo lavoro, ma si concede qualche furtiva occhiata al braccio muscoloso e al petto scolpito dell’Inuzuka.

Kiba, dal canto suo, è molto preso da entrambe le paia di occhi di Ino, sostando molto più su quelli nascosti dal tessuto viola che non su quelli azzurri che le risplendono sul volto.

Quando percepisce lo sguardo curioso della ragazza su di sé, anche lui alza il volto, incrociando i loro sguardi e i loro sorrisi, nati naturalmente.

Si sorridono per qualche secondo, poi lei stranamente sembra arrossire e porta nuovamente gli occhi sul suo lavoro. E Kiba capisce che l’infallibile tecnica del latin lover può funzionare pure su di lei.

-“Perché non ci siamo mai parlati, Ino?”-

La chiama per nome, sa che le farà più effetto. Fa sempre più effetto.

-“Ci stai provando con me, Kiba?”-

Una risposta secca, ironica e astuta. L’Inuzuka inarca un sopracciglio, decisamente stupito: lei sa il suo gioco. Ci mette un po’ a elaborare la sorpresa, poi riprende la sua spavalderia e il suo gioco con la Yamanaka continua.

-“Perché, ci staresti?”-

Gioca di provocazione, lui.

-“Dipende. Ci penserei se mi trovassi in una situazione in cui un ragazzo ci sta chiaramente provando con me… ma siccome non è questo il caso, perché farsi questi problemi?”-

Gioca di malizia, lei.

-“Ino… vai a letto con Shikamaru?”-

La biondina si gira di scatto, lo fulmina arrossendo, allibita. Come osa chiederle tanto?

-“Come ti permetti di farmi certe domande?!”-

-“Beh, non ti scaldare. Era tanto per sapere se ci potevo provare o no.”-

Lui ghigna divertito, adesso sa di aver trovato il suo punto debole.

-“Anche se ci provi, chi ti dice che io ci stia?!”-

Torna adirata Ino, mostrandogli una debolezza che le leva punti in quella battaglia di seduzione iniziata per scherzo.

-“Non mi sottovalutare, Yamanaka.”-

Kiba si alza dal lettino sul quale è seduto, supera Ino e si avvia alla porta senza aggiungere altro.

-“Kiba, dove stai andando?!”-

Ino è stizzita: lui non è ancora completamente guarito, e se ne va lasciando un discorso insensato e incompleto, decisamente troppo malizioso per i suoi gusti.

Ma Kiba non le risponde, apre la porta lentamente e le regala un ultimo sguardo divertito.

-“Inuzuka… tutto questo discorso è stato… insensato…”-

Lo riprende con un sospiro, quasi le mancasse il fiato riferendosi a quelle provocazione che lui non avrebbe mai dovuto lanciarle, ma soprattutto a cui lei non avrebbe dovuto rispondere.

-“Insensato…?”-

Lo ripete quasi perplesso, Kiba. Provarci con una ragazza ha sempre un senso, nella sua mentalità. Certo, se quella ragazza è un’insopportabile fighetta bionda, che se la tira, che va dietro ai fighettini tipo Sasuke e Sai… una cretina dal fisico mozzafiato… dagli occhi di cristallo… con un sorriso bellissimo… con un caratterino deciso e intrigante… sì, decisamente ha molto senso.

Il ragazzo non le risponde; le sorride compiaciuto, inarcando un sopracciglio con ghigno malizioso.

-“Penso che provarci con te sia la cosa meno insensata di questo mondo.”-

Si studia la frase, Kiba. Vuole giocare d’astuzia e di malizia come solo lui sa fare. Ha capito dove può essere presa, Ino Yamanaka.

E lei recepisce il messaggio, lo recepisce fin troppo bene. Per chi l’ha presa? Per le cretinette che si fa quotidianamente in discoteca o nei locali da quattro soldi?

La bionda arrossisce di botto, dirigendosi a grandi falcate verso l’uscio sul quale è appoggiato l’Inuzuka.

-“Sei un cretino, Inuzuka. E forse starci con te potrebbe essere la cosa più insensata di questo mondo.”-

Sorride ironica Ino, sbattendo con forza per l’ennesima volta la porta in faccia ad un Kiba che la guarda deluso ma divertito.

 

 

Ò

 

 

Continua ad inseguirla, è insistente.

Lei aumenta il passo, ma lui non molla. Del resto, il suo fare da segugio ormai lo conosce fin troppo bene.

-“Kiba, cazzo, vuoi smetterla di seguirmi?!”-

Sbraita Ino; è arrabbiata, è triste, è delusa.

Ha gli occhi pieni di lacrime e questo infastidisce parecchio Kiba.

-“Perché non l’hai fatto, eh?! Perché?! Lo ami, no? Perché non ci sei andata a letto, visto che ne hai avuto l’occasione?!”-

È cattivo, Kiba; la prende per le spalle, la blocca contro al muro. È arrabbiato anche lui. E forse… è geloso.

-“Perché io non faccio cazzate, Kiba.”-

Lo fulmina Ino, ha gli occhi lucidi ma non piange; resiste, come ha fatto da bambina. Non vuole piangere davanti a lui, è la loro guerra personale.

Kiba sogghigna rassegnato; l’arroganza di Ino, pari quasi alla sua, lo diverte sempre.

Non la lascia andare, le sue mani le stringono le spalle, la fissano al muro.

Il ragazzo sembra pensare a cosa dire, a cosa fare. È una situazione strana. Ammette di non capire Ino, ma sa per certo di volerla. La vuole più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non gli importa cosa voglia lei.

-“Perché sei venuta a letto con me, Ino?”-

Questo però Kiba glielo vuole domandare.

Vuole capire cosa l’ha portata a concedersi a lui durante quella missione, vuole sapere cosa l’ha spinta a infilarsi nel suo letto per tutte quelle notti, vuole una risposta. Anche se non gliene frega praticamente nulla, anche se nella loro storia di perché non ce ne sono, quella risposta la vuole, comunque.

-“Kiba, quello è stato… sono stati… degli sbagli.”-

Ammette Ino a fatica, abbassando il volto, imbarazzata.

-“Ma come, mica sei tu quella che non fa cazzate?”-

Domanda ironica e pungente, come solo lui sa fare.

Se la rigira come e quanto vuole, Kiba. Conosce alla perfezione ogni centimetro del corpo perfetto di Ino, ma sa bene com’è fatta anche dentro. Semplicemente, è come lui.

-“Sei un cretino, Kiba.”-

La ragazza è stizzita, offesa ancora una volta da quella voce, da quello sguardo.

Lo allontana con uno spintone improvviso e corre verso la porta di casa, ormai vicina.

Ma lui è più scaltro di lei, è più veloce: in men che non si dica, l’ha già raggiunta.

Ino si fionda in casa, ma nel momento in cui sta chiudendo la porta, la mano di Kiba si frappone fra lo stipite e il portone. Lei sobbalza spaventata; teme di avergli fatto male. Ferito o no, all’Inuzuka non importa: ne approfitta per aprire la porta, infiltrarsi in casa di Ino, violando nuovamente il suo spazio personale con la sua presenza.

I due si guardano, sguardi di sfida silenziosi in modo da non svegliare i signori Yamanaka. Come sempre, è Kiba a fare il primo passo: la afferra per la mano e la trascina in camera sua - ormai sa fin troppo bene come arrivarci.

Entrano e Kiba chiude la porta a chiave, mentre con uno spintone sbatte la ragazza sul letto.

-“Apri quella porta e vattene, Kiba.”-

Sibila Ino dal letto: il tono minaccioso, i capelli scomposti, gli occhi ricolmi di ira.

Lui non risponde, si limita a levarsi la giacca di pelle e a buttarla sulla sedia, presto accompagnata dalla maglia.

-“Kiba, apri quella fottutissima porta!”-

Questa volta la voce è più alta, più irritante.

-“No, Ino. Hai sempre chiuso tutte le porte e io non ho mai protestato. Questa volta la porta rimane chiusa perché lo decido io.”-

Mormora Kiba, sovrastando Ino col suo corpo, slacciandole la camicia, levandole la gonna, accarezzandole i capelli, affondando i denti nell’incavo del suo collo con passione.

Ino non riesce a respingerlo, non riesce a protestare, riesce solo a sospirare per l’ennesima notte di fuoco che le toccherà passare.

E maledice mentalmente quella porta d’ingresso che non ha voluto saperne di chiudersi al momento opportuno.

Perché una come lei non può stare con uno come lui.

Lei deve chiudere la porta a Kiba Inuzuka, perché ha paura di ciò che la porta sempre aperta potrebbe offrirle. Amore, passione… dolore.

 

 

Ò

 

 

Lei deve chiudere la porta a Kiba Inuzuka, perché ha paura di ciò che la porta sempre aperta potrebbe offrirle. Amore, passione… dolore.

Lui vuole chiudere la porta a Ino Yamanaka, perché ha paura di ciò che quella porta così diversa dalle altre potrebbe offrirgli. Amore vero, fedeltà… felicità.

-“Alla fine… l’hai fatto davvero.”-

Il tono di Kiba è strano, diverso dal solito. È amaro. È spento. È… triste?

-“Kiba noi… tra di noi… è sbagliato, capisci?”-

La voce di Ino è strana, diversa dal solito. È amara. È spenta. È… spaventata?

-“Perché?”-

Le chiede solo quello Kiba. Gli occhi rispecchiano tanta, tanta amarezza. Tanta delusione. Tanta sofferenza.

-“Perché cosa?”-

Gli domanda ingenuamente lei, con sguardo basso e mortificato. Non ce la fa a sollevarlo verso di lui.

-“Tutto.”-

La voce è spezzata, sofferente.

È stato tradito e gli fa male. Malissimo. Non è mai stato male così per nessuno.

Nessuna.

 

Ti ho tradito perché non fai per me. Perché so bene che non sai amare e che presto o tardi, mi ferirai irreparabilmente.

Ti ho tradito perché non voglio amare un cretino che non crescerà mai, che non sa cos’è la fedeltà. Perché so bene che mi sto innamorando di te, e voglio finirla, prima che sia troppo tardi.

Ti ho tradito perché so che prima o poi mi avresti tradita anche tu.

Ti ho tradito perché ti amo e so di non poter essere felice con te.

 

-“Kiba, ti prego… vattene.”-

È la prima volta che vede una lacrima scivolare sul viso di Ino. Lei si gira di scatto, dandogli le spalle; non vuole mostrargli nulla di più di una lacrima. Anzi, è già troppo.

Kiba stringe i pugni, affonda i denti nel labbro inferiore. È arrabbiato, è ferito. È disperato.

Il suo pugno, carico di rabbia, affonda con forza contro la porta chiusa, che si apre di colpo, sferzando i cardini.

-“Kiba…”-

Scoppia a piangere Ino, fissandolo disperata.

-“NON CHIAMARMI, INO, NON PRONUNCIARE PIU’ IL MIO NOME! Solo sentirtelo dire… mi uccide, lo capisci?! Vuoi stare con Shikamaru?! Benissimo, libera di farlo. Ma non chiamarmi più, Ino… non piangere! Se è davvero questo ciò che vuoi, non piangere, cazzo!”-

Urla Kiba, è furente, è straziato.

Ino invece piange. Non sa che altro fare. È inginocchiata a terra e piange. Vederlo urlare, vederlo soffrire, le fa male, un male che non avrebbe mai immaginato.

Ma lei sa che deve finire, deve finire per forza.

Vorrebbe richiamarlo, ma si ferma. Lui non vuole sentirla più pronunciare il suo nome… almeno questo glielo deve.

-“Ultime cose da dirmi, Yamanaka?”-

La chiama per cognome, sa che le farà più effetto. Fa sempre più effetto.

-“Sì… chiudi la porta.”-

Singhiozza Ino, fissando il pavimento, senza saper cosa dire.

-“No. Io la porta non la chiudo. Perché io ti amo e questa fottuta porta… io non la chiudo. Se c’è qualcuno che la deve chiudere… quella sei tu. Addio Ino.”-

Le dice addio così, Kiba Inuzuka. Fa la parte del bel bastardo ribelle fino alla fine, ma le lascia un ricordo indelebile, una ferita troppo profonda, che difficilmente riuscirà ad andare via. Io ti amo.

Passa davvero poco tempo, passano davvero troppe lacrime. Altri passi si avvicinano a quella porta spalancata, traballante.

-“Che è successo, Ino?”-

È un tono apatico e perplesso a parlare. Seccato nel vedere le lacrime disperate bagnare il volto della ragazza che è riuscito a conquistare da poco tempo, soddisfatto di averla finalmente tutta per sé.

-“Shikamaru… lasciami sola.”-

Singhiozza solo questo la biondina, senza guardarlo nemmeno in faccia.

-“Come vuoi.”-

Si congeda Shikamaru, senza infierire oltre. Gli da fastidio sapere che quelle lacrime sono per Kiba, ma sa bene di aver già ottenuto troppo.

-“Shikamaru…”-

Lo richiama lei, improvvisamente.

Lui si volta, ascoltandola interessato, inarcando un sopracciglio.

-“Quando esci… chiudi la porta.”-

 

 

- The End -

 

 

 

Il destino di due persone può incrociarsi molte volte senza che queste diano un’importanza basilare a quell’incontro. Come si fa a capire se quel ragazzo così rude e irritante o quella ragazza che vi ha sbattuto così tante volte la porta in faccia saranno l’uomo o la donna della vostra vita?

…è una domanda senza risposta.

Il destino ci fa incontrare, ci unisce, ci divide. Potrebbe unirci ancora, potrebbe dividerci per sempre. Altre porte si apriranno, altre si chiuderanno, alcune potrebbero riaprirsi, altre resteranno sigillate per sempre.

La vita è un corridoio pieno di porte, il cuore la serratura, il coraggio la chiave per aprirle… o per chiuderle.

 

 

 

 

 

 

Commento di VavvyMalfoy91, organizzatrice del contest “NaruSaku & KibaIno prompt contest”

 

2° classificato: Sakurina, con

“Chiudi La Porta”

 

Stile e grammatica: 8

Originalità: 8

IC dei personaggi: 8,5

Trattazione del pairing: 9

Giudizio Personale: 8,5

Tot: 42/50

 

Ottima fanfic. Ben strutturata e ben svolta.

Ho travato molto originale la tua scelta nell’interpretare il prompt: ne risulta una storia drammatica ma mai pesante o ripetitiva, ottimo l’uso del collage flash fic e i salti temporali.

Non ci sono errori di battitura, molto buono l’IC dei personaggi e la trattazione del pairing.

Questa storia mi ha colpito per la sua profondità: sebbene le situazioni che hai proposto non siano di per sé troppo originali, sono ben caratterizzate e delineano una vicenda che di banale non ha nulla. Le riflessioni dell’inizio e della fine, inoltre, sono molto belle e soprattutto pertinenti.

Complimenti!

 

 

*Angolo di Sakurina*

*Piange, tira su col naso, si ridà un contegno (minimo)*

Okay, sono commossa lo ammetto. Ma anche divertita, perché so che le mie sorelline bianche potrebbero uccidermi per questo X°D

Di KibaIno lo ammetto non ne ho scritte molte, solitamente erano triangoli KibaInoShika. E poi va beh, c’è la mia “Lost Dreamers”, che è una long che dovevo (e devo…) scrivere, perché le sono troppo affezionata. E Kiba e Ino come protagonisti sono sbav!

Il KibaIno è il mio secondo pairing in ordine di importanza perché, nonostante sia mosca bianca fin dentro al midollo del mio cuoricino, mi viene davvero naturale scrivere su di loro. Per me ovviamente sono un crack pairing in piena regola, non penso mi piacerebbe vederli insieme nel manga, però… mi sanno tanto di passione struggente e di scappatella bella e buona. Insomma, come amanti e per scrivere lemon sono perfetti *__*

È il loro carattere così simile a renderli per me incredibilmente attratti come calamite, ma come penso di aver dato ad intendere nel finale, due caratteri come i loro non possono stare insieme a lungo, perché la loro natura tende sempre a portarli “altrove”. Non penso che un rapporto KibaIno, appunto per la sua estrema passionalità effimera, possa essere intriso di “fiducia”. Poi ognuno la vede come vuole *__*

Un grazie immenso a Vavvy per aver indetto questo contest perché sì, KibaIno hanno bisogno di più spazio nella loro immensa pucciosa passionalità.

Un brave a tutte le partecipanti, non vedo l’ora di leggere le vostre perle *__*

Un bacione, Sakurina

 

  
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