Quando il destino di
due persone si incrocia? Quando queste due si accorgono l’una dell’altra? Se ci
fosse un momento decisivo e fosse il primo, molte coppie a quest’ora non
starebbero insieme. Il colpo di fulmine non è una prerogativa fondamentale
dell’amore.
Il destino di due
persone può incrociarsi molte volte senza che queste diano un’importanza
basilare a quell’incontro. Come si fa a capire se quel ragazzo così rude e
irritante o quella ragazza che vi ha sbattuto così tante volte la porta in
faccia saranno l’uomo o la donna della vostra vita?
…bella domanda.
“Chiudi La Porta”
Piccolo, testardo, pieno di cicatrici, incazzato col
mondo. Eccolo, Kiba Inuzuka nei suoi primi fantastici otto anni di vita.
È un bambino decisamente carino per la sua età, con quei capelli
arruffati e quegli insoliti segni rossi sulle guance che gli danno un’aria un
po’ ribelle, rispecchiando a pieno il suo carattere.
È un bambino decisamente violento per la sua età, forse un
po’ troppo violento. Non sopporta le regole e fa di tutto pur di infrangerle.
È un bambino decisamente arrabbiato, che sfoga tutta la
sua frustrazione verso quel padre che ora [fortunatamente] non c’è più, ma che
quando c’era alzava troppo le mani.
Molti dicono che diventerà un fortissimo shinobi, altri lo classificano già come eterno teppista. Ma
a Kiba non importa.
Ama la compagnia, ma anche stare da solo non gli dispiace.
Gli piace difendere i deboli e non sopporta quelli forti come lui. Vuole essere
lui il più potente, lui vuole comandare su tutto e tutti. Perché, sebbene abbia
soli otto anni, Kiba Inuzuka sa per certo di essere
forte, molto forte, e di poter ottenere tutto ciò che vuole.
Piccola, testarda, bellissima, soddisfatta della sua vita.
Eccola, Ino Yamanaka nei suoi primi fantastici otto anni di vita.
È una bambina terribilmente carina per la sua età, con
quella perfetta chioma bionda e quegli occhi di cristallo che la fanno tanto
sembrare una straniera nella sua terra.
È una bambina terribilmente vivace, molto socievole, a
volte un po’ cattivella con le bambine che la fanno arrabbiare. È coraggiosa,
oltretutto, e non ha paura di giocare con i maschietti ai giochi più violenti e
non propriamente consoni alla sua reputazione di “principessina del quartiere”.
È una bambina terribilmente annoiata, alla continua
ricerca di quel qualcosa che possa soddisfare la sua voglia di trasgressione,
quel desiderio di rompere gli schemi che, innato, cela nel suo cuore dalla
nascita.
Molti dicono che diventerà la miglior kunoichi
di Konoha, altri la considerano la classica stupida
oca. Ma a Ino non importa.
Ama la compagnia di pochi eletti, non le piace stare con
tutti. La solitudine la spaventa non poco, per questo cerca di tenersi stretta
quei pochi amici a cui decide di aprire il suo cuore. Le piace difendere i deboli,
o forse semplicemente non sopporta i prepotenti. Sa di essere forte e
determinata, ed è sicura di poter imporre la sua volontà su tutto e tutti.
Perché, sebbene abbia soli otto anni, Ino Yamanaka sa per certo di essere
forte, molto forte, e di poter ottenere tutto ciò che vuole.
A otto anni, l’ultima cosa che passa per il cervello di
Kiba Inuzuka [ma a tutti i marmocchi di questa età
probabilmente] sono le bambine, comunemente definite femmine con tono dispregiativo da lui e i suoi amichetti. Perché pensare
a quelle cretine e alle loro bambole quando si può giocare alla guerra o a
pallone in mezzo al fango?
Certo, anche giocare a costruire barchette per farle
galleggiare nel fiume è un bel gioco, solitamente fatto nei momenti di “relax”.
Quindi Kiba pensa bene di saltellare fino al fiume per
dare il via a una catena infinita di catastrofici naufragi; ma si sa, è anche
un bambino diabolicamente fantasioso e appena incontra una bambola abbandonata
lungo la riva del fiume, pensa bene di raccoglierla in fretta… prima che la
legittima proprietaria torni a riprendersela.
Ovviamente quando Ino Yamanaka torna dalla sua Micchan, non la trova più al suo posto. La cerca ovunque
disperatamente, ma capisce al volo che qualcosa è andato storto quando
intravede Kiba Inuzuka, quell’insopportabile bambino
dell’altra classe, ridere divertito sul
bordo del fiume.
-“Dov’è la mia bambola?”-
Ino è minacciosa, lo guarda a braccia conserte e con occhi
ricolmi di profonda ira.
-“In fondo al fiume.”-
Kiba le risponde con un sorriso divertito, per nulla
spaventato da quelle minacce oculari che lo fulminano senza pietà.
-“Sei un cretino.”-
Si limita ad insultarlo la bambina, tradendo una voce
spezzata da singhiozzi incombenti e occhi lucidi pronti al pianto. Ma non
scoppia in lacrime davanti a lui, come tutte le altre bambine da lui
bistrattate fino ad allora; Ino Yamanaka resiste, lo insulta, lo guarda
adirata, prende e scompare nel boschetto. Probabilmente a casa piangerà come
una disperata e lo odierà per tutto il resto della vita, ma non glielo vuole
dare a vedere.
E Kiba non è soddisfatto di quello che ha appena fatto.
Anzi, se deve proprio essere sincero… gli dispiace un po’ averla ferita
così.
-“Dannate femmine e le loro bambole.”-
L’Inuzuka brontola irritato,
levandosi le scarpe sporche e affondando i piedi nell’acqua gelida. È la prima
volta che fa un favore a una femmina
il cui nome non sia né mamma né sorella.
Quando bussa alla porta di casa Yamanaka, Kiba trema dal
freddo. La corrente aveva trascinato via quella bambola per parecchi metri, e
lui aveva dovuto attraversare tutto il fiumiciattolo prima di ritrovarla.
Ino apre la porta, fissandolo interdetta, stupita.
-“Che vuoi?”-
-“Tieni. La tua stupida bambola.”-
Kiba le porge la sua Micchan,
grondante d’acqua, ma miracolosamente salva.
La biondina inarca un sopracciglio, decisamente perplessa,
fissandolo titubante: che cosa vorrà in cambio?
-“Prendila, scema.”-
L’Inuzuka le lancia in mano la
bambola, bagnando tutto il vestitino viola della bambina. Kiba si morde il labbro
inferiore, cominciando a sudare freddo per l’ennesima stupidaggine del giorno,
mentre il volto pallido di Ino si accende nuovamente di un bel rosso ira.
-“Sei un cretino.”-
Tono molto più arrabbiato di quel pomeriggio, se
possibile. La giovane Yamanaka lo fulmina con occhi furiosi, sbattendogli con
un potente tonfo la porta in faccia.
Kiba inarca le sopracciglia, profondamente offeso. Pensa
che le femmine siano tutte stupide e altezzose, che non ringrazino mai per la
fatica che gli uomini fanno per loro quotidianamente, che siano delle perfette
ingrate. Sì, Kiba decide che le donne non gli piacciono molto il giorno in cui
riceve la sua prima porta in faccia.
Ò
Ino Yamanaka ha sempre avuto la fortuna di essere fondamentalmente
magra di costituzione. Certo, la sua fissazione per mantenere la linea era
cominciata decisamente presto, e a undici anni ha raggiunto già il suo apice.
Le piace pavoneggiarsi davanti allo specchio; è incantata
dal suo riflesso longilineo, ma ammette che non le dispiacerebbe avere un po’
di seno. Alcune delle sue amiche a soli undici anni sono molto più dotate di
lei.
Nella vita quotidiana Ino non ci fa molto caso, i
complessi saltano fuori durante le ore di educazione fisica, materia che lei detesta. Le viene quasi naturale paragonarsi
alle altre, negli spogliatoi. Lei pretende
di essere la più carina, il centro universale delle attenzioni maschili
(soprattutto di un maschio in
particolare). E vedere una ragazza con qualcosa in più di lei la manda fuori di
senno. E dopo aver notato che persino quella sfigata di Hinata Hyuga ha più seno di lei, Ino è costernata talmente tanto
che decide che il modo migliore per passare quest’ora di educazione fisica è
starsene seduta negli spogliatoi a fantasticare. Ma Kurenai-sensei
è una gran rompiscatole ed è già sulla porta a guardarla male, così a Ino tocca
indossare la tuta e correre in giardino con le sue compagne.
La tortura non dura tanto, visto che la biondina è molto
astuta e, con una finta da oscar, la sua ennesima storta alla caviglia la
riporta negli spogliatoi mezzora prima che finisca la lezione.
Si riveste dopo la doccia, indossa i suoi aderenti
pantaloncini neri e si allaccia il primo reggiseno della sua vita, bianco a
fiorellini [immancabilmente] viola.
Attenta a non farsi vedere da nessuno, Ino si porta
silenziosa davanti allo specchio dello spogliatoio, cogliendo l’ennesima
occasione per soddisfare il suo narcisismo.
La porta si apre con uno scatto secco, lasciando
intrufolare la testa dello sfacciato Kiba Inuzuka,
che sosta con sguardo incredulo e fisso sulla figura seminuda della ragazzina.
Passano veloci i secondi d’imbarazzo fra i due, finché Ino
non prende a urlare, intonando un acuto da manuale; arrossisce di colpo,
coprendosi il petto con le braccia.
-“Chiudi quella porta, cretino!”-
La sua intimazione carica di rabbia e d’imbarazzo arriva
da dietro gli armadietti degli spogliatoi, dove la ragazzina si è nascosta per
sfuggire a quello sguardo impertinente.
-“Certo, Yamanaka! Tanto non c’era niente da vedere! Ah, Kurenai-sensei mi ha mandato a cercarti per vedere come
stava la tua caviglia, ma noto che da come saltelli ti è già passato tutto!”-
La risata di Kiba si espande per tutto lo spogliatoio fino
a conquistare i corridoi, mentre sosta sull’uscio, divertito.
Ino indossa velocemente la maglietta e con uno scatto
felino si fionda sulla porta, chiudendola in faccia all’Inuzuka.
Non avrebbe mai pensato che il primo ragazzo a vederla in reggiseno sarebbe
stato lui.
Kiba, invece, ripensa a quanto visto e sorride, compiaciuto:
in fondo le ragazze non sembrano poi tanto male… finché non aprono bocca.
Ò
Da quando Kiba aveva scoperto quanto affascinanti potessero
essere le donne, non gli aveva mai mancato di rispetto. Beh, ovviamente ancora
non aveva scoperto il sesso. Nonostante ciò, capiva di esercitare un fascino
non indifferente sulle giovani donzelle, e piano piano
stava affinando le sue arti di seduzione.
Kiba ha quindici anni, uno stormo di ragazzine adoranti di
cui non gli importa nulla, un amore rassegnato verso la sua compagna di squadra
che gli spezza il cuore ogni giorno e una voglia matta di portarsi a letto
qualche donna, magari più grande ed esperta di lui.
Si trova nell’infermeria perché sì, oltre che ad avere un
debole per le belle ragazze, Kiba ama anche fare l’eroe in battaglia. Hinata,
la sua adorabile compagna si sta prendendo cura di lui, preme una benda contro
il braccio sanguinante mentre lo rimprovera per l’ennesimo colpo di testa.
Hinata è l’unica ragazza con cui riesce a parlare senza guardarle il culo e
attributi vari, sebbene la Hyuga ne abbia in
abbondanza. Davvero non gli interessa. Ne apprezza la dolcezza, la sensibilità…
non prova desiderio per lei come per le altre.
La porta si apre improvvisamente, facendo entrare un volto
conosciuto nella stanza. Ino Yamanaka li osserva sorridente e, dopo tanto
tempo, Kiba la vede sotto una luce diversa. Come fa ultimamente con ogni
esemplare femminile che gli capita a tiro, il ragazzo ne studia il corpo
perfetto, nascosto da dei vestiti microscopici e decisamente troppo provocanti.
Fissa con attenzione la minigonna, scende lungo le gambe snelle, ritorna sul
suo posteriore tondeggiante, sale sulla pancia piatta, giunge al seno
prosperoso. Decisamente migliorata rispetto all’immagine di quella bambina
mingherlina negli spogliatoi che persisteva nella memoria dell’Inuzuka.
-“Hinata, lascia pure fare a me… tu puoi raggiungere
Naruto, se vuoi.”-
Che tatto, Yamanaka. Davvero non si è accorta che Kiba è
pazzo di Hinata? E tu lo fai mollare lì così, invitando la sua amata a
raggiungere un altro? Forse sì, ma si sa, Ino sicuramente parteggia più per
l’amore dell’amica che non per quello del compagno semisconosciuto.
Finalmente, la porta si chiude. Ino e Kiba sono da soli in
una stanza, dopo anni di silenzi e di incontri imbarazzanti. Ma lei sembra non
farci caso, o forse dissimula il suo imbarazzo perfettamente; Kiba invece la
fissa perplesso, domandandosi se anche lei ricordi tutto quello che ricorda
lui.
La mano delicata da medic-ninja
si appropria del braccio del ragazzo, iniziando a curare il profondo taglio che
lo squarcia da parte a parte. Ino non pensa molto a lui, è impegnata sul suo
lavoro, ma si concede qualche furtiva occhiata al braccio muscoloso e al petto
scolpito dell’Inuzuka.
Kiba, dal canto suo, è molto preso da entrambe le paia di occhi di Ino, sostando molto più su
quelli nascosti dal tessuto viola che non su quelli azzurri che le risplendono
sul volto.
Quando percepisce lo sguardo curioso della ragazza su di
sé, anche lui alza il volto, incrociando i loro sguardi e i loro sorrisi, nati
naturalmente.
Si sorridono per qualche secondo, poi lei stranamente
sembra arrossire e porta nuovamente gli occhi sul suo lavoro. E Kiba capisce
che l’infallibile tecnica del latin lover può funzionare pure su di lei.
-“Perché non ci siamo mai parlati, Ino?”-
La chiama per nome, sa che le farà più effetto. Fa sempre
più effetto.
-“Ci stai provando con me, Kiba?”-
Una risposta secca, ironica e astuta. L’Inuzuka inarca un sopracciglio, decisamente stupito: lei sa il suo gioco. Ci mette un po’ a
elaborare la sorpresa, poi riprende la sua spavalderia e il suo gioco con la
Yamanaka continua.
-“Perché, ci staresti?”-
Gioca di provocazione, lui.
-“Dipende. Ci penserei se mi trovassi in una situazione in
cui un ragazzo ci sta chiaramente provando con me… ma siccome non è questo il
caso, perché farsi questi problemi?”-
Gioca di malizia, lei.
-“Ino… vai a letto con Shikamaru?”-
La biondina si gira di scatto, lo fulmina arrossendo,
allibita. Come osa chiederle tanto?
-“Come ti permetti di farmi certe domande?!”-
-“Beh, non ti scaldare. Era tanto per sapere se ci potevo
provare o no.”-
Lui ghigna divertito, adesso sa di aver trovato il suo
punto debole.
-“Anche se ci provi, chi ti dice che io ci stia?!”-
Torna adirata Ino, mostrandogli una debolezza che le leva
punti in quella battaglia di seduzione iniziata per scherzo.
-“Non mi sottovalutare, Yamanaka.”-
Kiba si alza dal lettino sul quale è seduto, supera Ino e
si avvia alla porta senza aggiungere altro.
-“Kiba, dove stai andando?!”-
Ino è stizzita: lui non è ancora completamente guarito, e
se ne va lasciando un discorso insensato e incompleto, decisamente troppo
malizioso per i suoi gusti.
Ma Kiba non le risponde, apre la porta lentamente e le
regala un ultimo sguardo divertito.
-“Inuzuka… tutto questo discorso
è stato… insensato…”-
Lo riprende con un sospiro, quasi le mancasse il fiato
riferendosi a quelle provocazione che lui non avrebbe mai dovuto lanciarle, ma
soprattutto a cui lei non avrebbe dovuto rispondere.
-“Insensato…?”-
Lo ripete quasi perplesso, Kiba. Provarci con una ragazza
ha sempre un senso, nella sua mentalità. Certo, se quella ragazza è
un’insopportabile fighetta bionda, che se la tira, che va dietro ai fighettini tipo Sasuke e Sai… una
cretina dal fisico mozzafiato… dagli occhi di cristallo… con un sorriso
bellissimo… con un caratterino deciso e intrigante… sì, decisamente ha molto
senso.
Il ragazzo non le risponde; le sorride compiaciuto,
inarcando un sopracciglio con ghigno malizioso.
-“Penso che provarci con te sia la cosa meno insensata di questo mondo.”-
Si studia la frase, Kiba. Vuole giocare d’astuzia e di
malizia come solo lui sa fare. Ha capito dove può essere presa, Ino Yamanaka.
E lei recepisce il messaggio, lo recepisce fin troppo
bene. Per chi l’ha presa? Per le cretinette che si fa
quotidianamente in discoteca o nei locali da quattro soldi?
La bionda arrossisce di botto, dirigendosi a grandi
falcate verso l’uscio sul quale è appoggiato l’Inuzuka.
-“Sei un cretino, Inuzuka. E
forse starci con te potrebbe essere la cosa più
insensata di questo mondo.”-
Sorride ironica Ino, sbattendo con forza per l’ennesima
volta la porta in faccia ad un Kiba che la guarda deluso ma divertito.
Ò
Continua ad inseguirla, è insistente.
Lei aumenta il passo, ma lui non molla. Del resto, il suo
fare da segugio ormai lo conosce fin troppo
bene.
-“Kiba, cazzo, vuoi smetterla di seguirmi?!”-
Sbraita Ino; è arrabbiata, è triste, è delusa.
Ha gli occhi pieni di lacrime e questo infastidisce
parecchio Kiba.
-“Perché non l’hai fatto, eh?! Perché?! Lo ami, no? Perché
non ci sei andata a letto, visto che ne hai avuto l’occasione?!”-
È cattivo, Kiba; la prende per le spalle, la blocca contro
al muro. È arrabbiato anche lui. E forse… è geloso.
-“Perché io non faccio cazzate, Kiba.”-
Lo fulmina Ino, ha gli occhi lucidi ma non piange;
resiste, come ha fatto da bambina. Non vuole piangere davanti a lui, è la loro
guerra personale.
Kiba sogghigna rassegnato; l’arroganza di Ino, pari quasi
alla sua, lo diverte sempre.
Non la lascia andare, le sue mani le stringono le spalle,
la fissano al muro.
Il ragazzo sembra pensare a cosa dire, a cosa fare. È una
situazione strana. Ammette di non capire Ino, ma sa per certo di volerla. La vuole più di qualsiasi altra
cosa al mondo. Non gli importa cosa voglia lei.
-“Perché sei venuta a letto con me, Ino?”-
Questo però Kiba glielo vuole domandare.
Vuole capire cosa l’ha portata a concedersi a lui durante quella missione, vuole sapere cosa l’ha
spinta a infilarsi nel suo letto per tutte quelle notti, vuole una risposta.
Anche se non gliene frega praticamente nulla, anche se nella loro storia di perché non ce ne sono, quella risposta la vuole, comunque.
-“Kiba, quello è stato… sono stati… degli sbagli.”-
Ammette Ino a fatica, abbassando il volto, imbarazzata.
-“Ma come, mica sei tu quella che non fa cazzate?”-
Domanda ironica e pungente, come solo lui sa fare.
Se la rigira come e quanto vuole, Kiba. Conosce alla
perfezione ogni centimetro del corpo perfetto di Ino, ma sa bene com’è fatta
anche dentro. Semplicemente, è come lui.
-“Sei un cretino, Kiba.”-
La ragazza è stizzita, offesa ancora una volta da quella
voce, da quello sguardo.
Lo allontana con uno spintone improvviso e corre verso la
porta di casa, ormai vicina.
Ma lui è più scaltro di lei, è più veloce: in men che non si dica, l’ha già raggiunta.
Ino si fionda in casa, ma nel momento in cui sta chiudendo
la porta, la mano di Kiba si frappone fra lo stipite e il portone. Lei sobbalza
spaventata; teme di avergli fatto male. Ferito o no, all’Inuzuka
non importa: ne approfitta per aprire la porta, infiltrarsi in casa di Ino,
violando nuovamente il suo spazio personale con la sua presenza.
I due si guardano, sguardi di sfida silenziosi in modo da
non svegliare i signori Yamanaka. Come sempre, è Kiba a fare il primo passo: la
afferra per la mano e la trascina in camera sua - ormai sa fin troppo bene come
arrivarci.
Entrano e Kiba chiude la porta a chiave, mentre con uno
spintone sbatte la ragazza sul letto.
-“Apri quella porta e vattene, Kiba.”-
Sibila Ino dal letto: il tono minaccioso, i capelli
scomposti, gli occhi ricolmi di ira.
Lui non risponde, si limita a levarsi la giacca di pelle e
a buttarla sulla sedia, presto accompagnata dalla maglia.
-“Kiba, apri quella fottutissima porta!”-
Questa volta la voce è più alta, più irritante.
-“No, Ino. Hai sempre chiuso tutte le porte e io non ho
mai protestato. Questa volta la porta rimane chiusa perché lo decido io.”-
Mormora Kiba, sovrastando Ino col suo corpo, slacciandole
la camicia, levandole la gonna, accarezzandole i capelli, affondando i denti
nell’incavo del suo collo con passione.
Ino non riesce a respingerlo, non riesce a protestare,
riesce solo a sospirare per l’ennesima notte di fuoco che le toccherà passare.
E maledice mentalmente quella porta d’ingresso che non ha
voluto saperne di chiudersi al momento opportuno.
Perché una come lei non può stare con uno come lui.
Lei deve chiudere la
porta a Kiba Inuzuka, perché ha paura di ciò che
la porta sempre aperta potrebbe offrirle. Amore, passione… dolore.
Ò
Lei deve chiudere
la porta a Kiba Inuzuka, perché ha paura di ciò che
la porta sempre aperta potrebbe offrirle. Amore, passione… dolore.
Lui vuole chiudere
la porta a Ino Yamanaka, perché ha paura di ciò che quella porta così diversa
dalle altre potrebbe offrirgli. Amore vero,
fedeltà… felicità.
-“Alla fine… l’hai fatto davvero.”-
Il tono di Kiba è strano, diverso dal solito. È amaro. È
spento. È… triste?
-“Kiba noi… tra di noi… è sbagliato, capisci?”-
La voce di Ino è strana, diversa dal solito. È amara. È
spenta. È… spaventata?
-“Perché?”-
Le chiede solo quello Kiba. Gli occhi rispecchiano tanta,
tanta amarezza. Tanta delusione. Tanta sofferenza.
-“Perché cosa?”-
Gli domanda ingenuamente lei, con sguardo basso e
mortificato. Non ce la fa a sollevarlo verso di lui.
-“Tutto.”-
La voce è spezzata, sofferente.
È stato tradito e gli fa male. Malissimo. Non è mai stato
male così per nessuno.
Nessuna.
Ti ho tradito perché
non fai per me. Perché so bene che non sai amare e che presto o tardi, mi ferirai
irreparabilmente.
Ti ho tradito perché
non voglio amare un cretino che non crescerà mai, che non sa cos’è la fedeltà.
Perché so bene che mi sto innamorando di te, e voglio finirla, prima che sia
troppo tardi.
Ti ho tradito perché
so che prima o poi mi avresti tradita anche tu.
Ti ho tradito perché
ti amo e so di non poter essere felice con te.
-“Kiba, ti prego… vattene.”-
È la prima volta che vede una lacrima scivolare sul viso
di Ino. Lei si gira di scatto, dandogli le spalle; non vuole mostrargli nulla
di più di una lacrima. Anzi, è già troppo.
Kiba stringe i pugni, affonda i denti nel labbro
inferiore. È arrabbiato, è ferito. È disperato.
Il suo pugno, carico di rabbia, affonda con forza contro
la porta chiusa, che si apre di colpo, sferzando i cardini.
-“Kiba…”-
Scoppia a piangere Ino, fissandolo disperata.
-“NON CHIAMARMI, INO, NON PRONUNCIARE PIU’ IL MIO NOME!
Solo sentirtelo dire… mi uccide, lo capisci?! Vuoi stare con Shikamaru?!
Benissimo, libera di farlo. Ma non chiamarmi più, Ino… non piangere! Se è
davvero questo ciò che vuoi, non piangere, cazzo!”-
Urla Kiba, è furente, è straziato.
Ino invece piange. Non sa che altro fare. È inginocchiata
a terra e piange. Vederlo urlare, vederlo soffrire, le fa male, un male che non
avrebbe mai immaginato.
Ma lei sa che
deve finire, deve finire per forza.
Vorrebbe richiamarlo, ma si ferma. Lui non vuole sentirla
più pronunciare il suo nome… almeno questo glielo deve.
-“Ultime cose da dirmi, Yamanaka?”-
La chiama per cognome, sa che le farà più effetto. Fa
sempre più effetto.
-“Sì… chiudi la porta.”-
Singhiozza Ino, fissando il pavimento, senza saper cosa
dire.
-“No. Io la porta non la chiudo. Perché io ti amo e questa
fottuta porta… io non la chiudo. Se c’è qualcuno che la deve chiudere… quella
sei tu. Addio Ino.”-
Le dice addio così, Kiba Inuzuka.
Fa la parte del bel bastardo ribelle fino alla fine, ma le lascia un ricordo
indelebile, una ferita troppo profonda, che difficilmente riuscirà ad andare
via. Io ti amo.
Passa davvero poco tempo, passano davvero troppe lacrime.
Altri passi si avvicinano a quella porta spalancata, traballante.
-“Che è successo, Ino?”-
È un tono apatico e perplesso a parlare. Seccato nel
vedere le lacrime disperate bagnare il volto della ragazza che è riuscito a
conquistare da poco tempo, soddisfatto di averla finalmente tutta per sé.
-“Shikamaru… lasciami sola.”-
Singhiozza solo questo la biondina, senza guardarlo
nemmeno in faccia.
-“Come vuoi.”-
Si congeda Shikamaru, senza infierire oltre. Gli da
fastidio sapere che quelle lacrime sono per Kiba, ma sa bene di aver già
ottenuto troppo.
-“Shikamaru…”-
Lo richiama lei, improvvisamente.
Lui si volta, ascoltandola interessato, inarcando un
sopracciglio.
-“Quando esci… chiudi la porta.”-
- The End -
Il destino di due
persone può incrociarsi molte volte senza che queste diano un’importanza
basilare a quell’incontro. Come si fa a capire se quel ragazzo così rude e
irritante o quella ragazza che vi ha sbattuto così tante volte la porta in
faccia saranno l’uomo o la donna della vostra vita?
…è una domanda senza
risposta.
Il destino ci fa
incontrare, ci unisce, ci divide. Potrebbe unirci ancora, potrebbe dividerci
per sempre. Altre porte si apriranno, altre si chiuderanno, alcune potrebbero
riaprirsi, altre resteranno sigillate per sempre.
La vita è un
corridoio pieno di porte, il cuore la serratura, il coraggio la chiave per
aprirle… o per chiuderle.
Commento di VavvyMalfoy91, organizzatrice del contest “NaruSaku & KibaIno prompt contest”
2° classificato: Sakurina, con
“Chiudi La Porta”
Stile e grammatica: 8
Originalità: 8
IC dei personaggi: 8,5
Trattazione del pairing: 9
Giudizio Personale: 8,5
Tot: 42/50
Ottima fanfic. Ben strutturata e
ben svolta.
Ho travato molto originale la tua scelta nell’interpretare
il prompt: ne risulta una storia drammatica ma mai
pesante o ripetitiva, ottimo l’uso del collage flash fic
e i salti temporali.
Non ci sono errori di battitura, molto buono l’IC dei
personaggi e la trattazione del pairing.
Questa storia mi ha colpito per la sua profondità: sebbene
le situazioni che hai proposto non siano di per sé troppo originali, sono ben
caratterizzate e delineano una vicenda che di banale non ha nulla. Le
riflessioni dell’inizio e della fine, inoltre, sono molto belle e soprattutto
pertinenti.
Complimenti!
*Angolo di Sakurina*
*Piange, tira su col
naso, si ridà un contegno (minimo)*
Okay, sono commossa
lo ammetto. Ma anche divertita, perché so che le mie sorelline bianche
potrebbero uccidermi per questo X°D
Di KibaIno lo ammetto non ne ho scritte molte, solitamente
erano triangoli KibaInoShika. E poi va beh, c’è la mia
“Lost Dreamers”, che è una
long che dovevo (e devo…) scrivere, perché
le sono troppo affezionata. E Kiba e Ino come protagonisti sono sbav!
Il KibaIno è il mio secondo pairing
in ordine di importanza perché, nonostante sia mosca bianca fin dentro al
midollo del mio cuoricino, mi viene davvero naturale scrivere su di loro. Per me
ovviamente sono un crack pairing in piena regola, non
penso mi piacerebbe vederli insieme nel manga, però… mi sanno tanto di passione
struggente e di scappatella bella e buona. Insomma, come amanti e per scrivere lemon sono perfetti *__*
È il loro carattere
così simile a renderli per me incredibilmente attratti come calamite, ma come
penso di aver dato ad intendere nel finale, due caratteri come i loro non
possono stare insieme a lungo, perché la loro natura tende sempre a portarli “altrove”.
Non penso che un rapporto KibaIno, appunto per la sua
estrema passionalità effimera, possa essere intriso di “fiducia”. Poi ognuno la
vede come vuole *__*
Un grazie immenso a Vavvy per aver indetto questo contest perché sì, KibaIno hanno bisogno di più spazio nella loro immensa pucciosa passionalità.
Un brave a tutte le
partecipanti, non vedo l’ora di leggere le vostre perle *__*
Un bacione, Sakurina