Nella villa dei Lancaster non regnava
affatto una bella
atmosfera, nemmeno per la combriccola di Kid che solitamente era
ubriaca e
festante. Se a nessuno di loro Kevin Mask era mai stato simpatico, non
significava che lo volessero morto…e sembrava che Zachary
Connors, perché era
stato lui, non era certo un caso che Kevin fosse
stato quasi bruciato
vivo proprio quando l’aveva incontrato, ci fosse andato
abbastanza vicino.
Tanto che perfino a Jacqueline era passata la mezza fissa che aveva per
lui.
Il che comunque non era un male.
I ragazzi stavano perfino prendendo
seriamente in
considerazione l’idea di andare in Russia a vedere come
stava, o almeno, ci
stavano pensando quelli più di buon cuore come Kid Muscle e
Wally. All’interno
del gruppo si erano come create due fazioni, quella
“andiamo” e quella “’sti
ca…”, che con Dik Dik, Terry e Jeager era la
più numerosa. Checkmate, come
accadeva spesso, restava neutrale. Idem per le ragazze, rimaste
estranee alla
contesa.
Quanto a Meat, iniziava a pensare che
avrebbe appoggiato la
causa di Kid e Wally. Non tanto per Kevin Mask, ma perché
sarebbe stato un buon
motivo per andarsene dalla Villa dei Lotofagi. Il centro benessere
interno gli
sarebbe mancato da morire, ma si era reso conto che era veramente
arrivato
il momento di andare via.
Restare lì non avrebbe
aiutato nessuno nella ricerca di
Emerald, e comunque Meat aveva iniziato a pensare che forse
più che fare un
tour dei ricordi o simili lei volesse stare via e basta. Ovviamente lo
preoccupava che fosse in compagnia di una persona pericolosa come
Connors
minore, ma d’altra parte se si trattava di
pericolosità lei non era tanto da
meno e se -da quello che aveva carpito da brandelli di conversazioni
tra le
signore Lancaster- Kirika aveva mollato Kevin e si era unita a lei a
Roma
significava che Emerald aveva anche un appoggio. Ah, e ovviamente
c’era anche
il cugino Sebastian a fare da tappezzeria.
Ciò che restava incerto
era il destino di Warsman, del quale
da dopo l’intrusione nella villa di Robin Mask nessuno di
loro aveva saputo più
nulla, e che forse -forse- rappresentava uno dei motivi per cui Emerald
restava
via.
Meat aveva accettato di farle da
testimone al matrimonio, ed
ovviamente aveva sperato che tutto andasse bene anche perché
lei sembrava
essere molto convinta; ma già allora avrebbe mentito sia se
avesse detto che
saperla sposata con quell’uomo lo soddisfaceva, sia se avesse
detto che sicuramente col russo
era tutto finito.
E quel che era successo dopo aveva
solo dimostrato quanto
quella bugia, se detta, sarebbe stata grande. Erano legati, e Meat
meglio di
tutti sapeva, o comunque arrivava ad immaginare, quanto.
“Emerald, ragazza mia, che
mi combini?”
Meat non osava immaginare il
putiferio se disgraziatamente
Emerald fosse tornata determinata a far finire quella storia
diversamente da
come la sua famiglia si aspettava, e a quali sarebbero state le
reazioni del
marito e del loro ospite. Stupore e rabbia da parte
dell’americano sarebbero
state anche giustificabili invero -al di là del fatto che
anche solo per l’età
lui risultasse un partner più logico- perché a
Meat non risultava che avesse
fatto qualcosa di male ad Emerald tanto da darle motivo di lasciarlo,
ma non
era lui quello da temere.
“in questo posto la
tensione si taglia col coltello. Howard
Lancaster da un paio di giorni ha come un’
“aura” che non mi piace affatto,
Janice è abbattuta per via di Kevin, ho visto Connors
ridurre in briciole un
manichino nell’area di tiro…e Lionel Lancaster
è tetro come non l’avevo mai
visto, mentre la sua signora è spaventosamente nervosa,
presumo per via di
Sebastian. Non so perché ma ho come la sensazione che quel
che Zachary ha fatto
a Kevin abbia come acceso una miccia, ed è bene che
né io né i ragazzi, e le
ragazze, siamo ancora qui quando scoppierà la bomba! A
confronto l’idea dei
quattordici gradi estivi durante le notti russe è molto
più attraente!”
E mancava all’appello la
reazione di Robin Mask all’attacco
subìto dal figlio. Sempre che fosse stato informato,
perché non era affatto
scontato, ovvio.
Sospirò pesantemente
sentendo i ragazzi litigare. Perorando
la causa di Kid, avrebbe cambiato qualcosa davvero? Sarebbe riuscito a
convincere gli altri? Più tempo passavano in quella villa
meno la sua opinione
sembrava contare. E sapeva per certo che avevano perfino spento da
giorni tutti
quanti i cellulari, tanto iniziavano a distaccarsi dalla
realtà.
“basta” si disse
risoluto “ora vado da Howard Lancaster a
dirgli che lo ringraziamo tanto per l’ospitalità
ma ce ne andiamo tutti quanti.
Almeno potrò finalmente smetterla di sentirmi a disagio ogni
volta che lo
incrocio per caso” e il perché si sentisse in quel
modo era ovvio “e magari una
volta visto Kevin ridotto in quel modo riuscirò a
convincerli a tornare ad
allenarsi per evitare di finire come lui!...non che sia colpa del poco
allenamento, d’accordo, però se servisse a far
tornare quegli zucconi sulla
retta via…”
Si mise a girare per la villa,
chiedendo informazioni alla
servitù su dove potesse trovare il marchese Howard Lancaster
-ovviamente era
costretto a specificare- a quell’ora di sera, senza che
nessuno riuscisse a
dargli una risposta precisa. Ma quando si imbatté nel
maggiordomo in capo,
stranamente in pausa e che stava leggendo il giornale, il suo sguardo
venne
attratto dal titolo in prima pagina.
“Deceduto re Yama
Khan, Pianeta dei Demoni sul piede di
guerra: un Torneo per stabilire la successione al trono?”
Il piccolo Kinniku si
trovò a boccheggiare. «mi
scusi…»
«a vostra disposizione,
signore» al maggiordomo in capo non
importava che lo si stesse richiamando all’ordina durante il
suo momento di
pausa: se ad un ospite serviva qualcosa, doveva essere
accontentato.
«ehm…due cose.
La prima: sa per caso dove posso trovare il
marchese Howard Lancaster?»
«il marchese al momento
è impegnato. Posso riferirgli che lo
stavate cercando».
«grazie. La seconda
cosa…potrei dare un’occhiata al
giornale?»
«certamente,
signore» glielo porse «posso esservi utile per
altro?»
«no, però grazie
lo stesso».
L’altro rispose con un
inchino. Man mano che Meat leggeva il
suo volto diventava sempre più preoccupato.
“Yama Khan, re del
pianeta dei demoni, è stato trovato
morto nella propria vasca da bagno a notte inoltrata. Dai primi
riscontri, le
autorità ipotizzano che si tratti di suicidio. Voci di
corridoio confermano che
non si sia trattato del primo tentativo effettuato da Yama Khan in
questo
senso, con la differenza che in questo caso ha avuto un macabro
successo.
Discorde la reazione della
popolazione alla notizia del
decesso del loro re. Se molti erano contenti della pace stipulata da
Yama Khan
con la Muscle League, con conseguente apertura del pianeta ai turisti,
altrettanti se si tratta di esprimere la propria opinione hanno
soltanto due
parole da dire: “era ora”. Ed il
visir Hell Knight, attualmente al
comando data la scomparsa improvvisa del sovrano, sembra essere dello
stesso
avviso.
“da dopo la
sconfitta subita da parte di King Muscle, il
compianto Yama Khan era diventato una dissoluta e costantemente ubriaca
ombra
di se stesso” ha dichiarato “un re che si
è bellamente lasciato dettare le
regole dalla banda di pagliacci che è la Muscle League, cui
ha anche svenduto
il sangue del proprio sangue appena ha avuto l’età
giusta. ma d’ora innanzi si
cambia musica”.
In seguito a tale
dichiarazione, la parte di popolazione
che non desidera alcun cambiamento ha sollevato proteste ricordando al
visir
che secondo la legge è a Kirika, figlia di Yama Khan, che
spetta di diritto il
trono. La pronta risposta del visir è stata che la
principessa Kirika è
appartenente alla stessa organizzazione che umiliò gli
psycho chojin anni
or sono, e non si è mai interessata alla
corona. Ma…
“in ogni caso,
tenendo conto della richiesta della
popolazione, dichiaro che se da qui a venti giorni la principessa
dovesse
decidere di tornare per tentare di far valere il suo diritto di
successione avrà
luogo un Torneo…“amichevole”
tra quattro miei
campioni e quattro mie
campionesse -rappresentanti anche della popolazione che desidera
rompere ogni
trattato di pace- ed altrettanti campioni e campionesse della
principessa…se ne
troverà” ha dichiarato “sfido i membri
della Muscle League a presentarsi almeno
come parte dei tali. Ah...ovviamente né io né la
mia eventuale rivale al
trono potremo scendere in battaglia.”
L’articolo non finiva
lì, ma a Meat bastava ed avanzava
quello che aveva letto.
Se voleva una buona scusa per
lasciare la villa dei
Lancaster l’aveva avuta, quel Torneo andava sia affrontato
che vinto,
assolutamente! Era già tanto che il Pianeta dei Demoni non
avesse spezzato
subito i trattati alla morte di Yama Khan, e non potevano permettersi
di
perdere l’occasione che le proteste di buona parte della
popolazione aveva
concesso loro.
«d’accordo, ora
devo urgentemente parlare con Mr.
Lancaster, è una questione di vita o di morte!!!»
Eh già…
perché come potevano andare lassù a combattere
perché Kirika potesse regnare, se la suddetta era dispersa
chissà dove, con chissà
quali intenzioni, e c’erano solo venti giorni di tempo
perché potesse andare
lassù a pretendere quel che le spettava?
«come vi ho già
detto, Mr. Lancaster al momento è-»
«se non troviamo in fretta
Kirika e vinciamo quel Torneo i trattati di pace verranno
spezzati!»
protestò Meat «devo sapere precisamente a che
punto sono le ricerche, perché se
qui non ci si dà una mossa potrebbe accadere un
disastro!»
Una chiamata di Ikimon MacMadd, nuovo
presidente della IWF.
Proprio quel giorno, proprio quella
sera in cui il lavoro lo
aveva trattenuto di più lì in
ufficio…se avesse detto di non aver avuto la
tentazione di non rispondere avrebbe mentito.
Ma Howard Lancaster non poteva dire
di non aspettarselo, non
dopo aver saputo cos’era successo sul Pianeta dei Demoni, e
immaginava anche
quale potesse essere l’argomento, se Ikimon aveva saputo che
i ragazzi si
trovavano lì.
Per cui si rassegnò a
rispondere nonostante un umore che da
due giorni, precisamente da quando Kevin Mask aveva squarciato il
ventre al suo
ex allenatore mandando in panne il chip e suddetto allenatore era
letteralmente
scomparso da sotto gli occhi del personale, lo
aveva indotto a vestirsi
di grigio. E non grigio chiaro, ma un grigio quasi antracite con tanto
di
fazzoletto coordinato, il che non era affatto un buon segno.
Dopo aver premuto un pulsante
comparve l’ologramma
tridimensionale del mezzobusto di Ikimon MacMadd, che veniva proiettato
da un
sottile proiettore/microcamera a periscopio sulla scrivania.
«dica, mr.
MacMadd…e possibilmente sia conciso».
Ikimon deglutì. A dirla
tutta aveva sperato in un inizio
migliore considerata la situazione -specie perché
quell’uomo da dopo le finali
gli metteva una paura del diavolo pur avendo guadagnati dieci milioni
solo in
un colpo grazie a lui- mentre invece sullo schermo del suo pc era
comparso un
Howard Lancaster non solo particolarmente freddo e poco in vena di
chiacchiere,
ma anche vestito di grigio antracite, il che non era affatto
incoraggiante.
In quei momenti Ikimon quasi
desiderava che la carica di
presidente tornasse a suo padre.
O semplicemente che fosse stato Vance
a fare quella
chiamata.
Ma figurarsi, quando se ne era
parlato aveva detto “no no!
un presidente ha onori ed oneri, e questo onere è tutto
tuo!”
–
ehm…Emerald come sta?
Ovvio, pur avendo sua sorella
lì in villa Ikimon MacMadd non
sapeva che Emerald si era ripresa. Segno di quanto si parlavano in
quella
famiglia!
«si è ripresa
dal coma, ma al momento non è disponibile.
Lieto che si sia interessato della salute di mia figlia, mr. MacMadd,
anche se
mi sembra incredibile che lo abbia fatto proprio quando
il Pianeta dei
Demoni minaccia di muovere guerra ed oltre a Kirika e quattro campioni
servono
anche quattro campionesse».
–
ah…ehm. Il mio interesse era completamente genuino, ma
in effetti visto che siamo in argomento-
«non credo che ci sia molto
di cui parlare. Emerald non è
disponibile, al momento» ripeté «ed
escludendo lei e Kirika restano
precisamente quattro chojin, tra le quali sua sorella che se non
ricordo male
ha ricevuto il titolo di miglior lottatrice. Non vedo il
problema».
? il
problema potrebbe
insorgere nel caso per qualche motivo…sa,
c’è la possibilità che subiscano
incidenti, o simili…
«se il numero di persone
dalla parte di Kirika è tale da
aver scongiurato una rottura immediata dei trattati di pace, non
dovreste
faticare a trovare qualcuno in sostituzione. Quel pianeta ha tanti
lottatori
quante lottatrici».
“e mia figlia
lassù, in un pianeta a rischio ricolmo di
pazzi scatenati, non la lascerei andare nemmeno se MacMadd piangesse in
greco.
È una chojin addestrata, ma è convalescente e
ritengo che abbia i
suoi…grattacapi da risolvere quaggiù. E per
quanto non sappia dove si trovi al
momento, se anche fosse a conoscenza della notizia, io dubito che
Emerald abbia
voglia di mettersi in altri guai…sempre se Kirika fosse
intenzionata a
prendersi il trono, poi. Se, se, se!” pensò
“per fortuna che a me andrebbe bene
in ogni caso, anzi, se rotti i trattati di pace servissero armi sarei
ben più
ai demoni che ai miei ex colleghi…e conoscendo di vista Hell
Knight, seppure
per rapporti prettamente di affari, mi permetto di dubitare che Yama
Khan sia
morto come si pensa”.
? m-magari
ha ragione,
ma non sarebbe meglio…?
«sarebbe meglio. Ma se una
persona non è disponibile, non è
disponibile».
? …
«c’è
dell’altro?»
? Kirika e
gli altri
lottatori almeno sono pronti?
«ironico che lei, che
è il presidente, venga a chiederlo a
me che non sono neppure parte della Lega».
? sono pronti oppure no? ?
c’era
disperazione nella voce di Ikimon. Quella conversazione gli aveva
ulteriormente
rovinato la giornata.
«Kid Muscle e le lottatrici
sono pronte, ma non è detto che
Kirika desideri il trono».
? qui non
importa
quello che vuole!!! Importa che avere su quel trono
un’appartenente alla Muscle
League ci sarebbe di grande vantaggio! E poi insomma, era suo padre per
l’amor
del cielo…
«questo non conta nulla. Le
poche volte che l’ho sentita
parlarne l’ha fatto in un modo in cui spero che Emerald non
parli mai di me. La
prospettiva della rottura di ogni trattato di pace non è
rosea e cercherò di
parlare con Kirika della cosa, ma da parte mia non intendo spingerla a
fare
niente che non voglia. Il potere comporta responsabilità, e
alcune persone non
sono né adatte ad esercitare il potere né in
grado di assumersi responsabilità.
Credo che lei possa capire».
Per un po’Ikimon rimase in
silenzio.
? mi auguro
che riesca
a convincerla.
«naturalmente me lo auguro
anche io. La saluto».
L’ologramma tridimensionale
scomparve.
«certo…prima di
provare a convincerla dovrei trovarla»
aggiunse tra sé e sé.
Si concesse di sollevare un
sopracciglio quando in ufficio
entrarono il suo maggiordomo in capo e Meat.
«sono costernato, signore,
ho chiarito che Voi eravate
impegnato ma…»
«ho appena finito, Jordan,
non preoccuparti. Signor Meat,
credo di conoscere il motivo della sua visita: ho appena parlato con
Ikimon
MacMadd, e so che la situazione sul Pianeta dei Demoni non è
rosea».
Niente convenevoli. Meglio
così, si disse Meat, almeno si
sarebbe trattenuto per meno tempo. «in effetti sono qui
proprio per questo
motivo. Le ricerche di-»
«se li avessi trovati
sarebbero tutti quanti qui, non crede?
Tutto quel che so è che al momento sono in Russia. Che
stanno cercando di
lasciare Mosca, o forse l’hanno già fatto,
presumibilmente grazie ai passaggi
sotterranei che vanno da uno a dodici o più livelli. Se ci
saranno novità
gliele riferirò…anche se non è sicuro
che, una volta trovata, Kirika decida di
competere per la corona. Altro?»
“appunto, sono due giorni
che l’aura che ha intorno Howard
Lancaster mi piace sempre meno” pensò Meat.
«in effetti sì.
È quasi sicuro che io ed i ragazzi ce ne
andiamo domani».
“li spaventerò
con la prospettiva di una possibile guerra
Muscle League/demoni e proporrò di andare a vedere come sta
Kevin anche per
renderci conto se sarà o meno in condizioni di affrontare un
eventuale Torneo.
Dovrebbe funzionare” pensò Meat “e
finalmente torneremo ad allenarci!”
«oh. Che peccato».
«è sicuro di
essere dispiaciuto?»
«non ho nulla contro quei
ragazzi. E ancor meno contro le
ragazze».
“anche se quella a cui
dispiacerà di più sarà mia
suocera”
pensò, lasciandosi quasi scappare un sospiro
“sperava di poter mettere le mani
su carne giovane…”
Idem per sua madre, sia chiaro. Ma
evidentemente voleva
evitare di pensarlo…
«beh, messa
così…in ogni caso davvero, mi auguro che riesca
a trovare tutti quanti entro breve».
«è quel che
spero anche io. Però la avviso già ora, mr.
Meat: se anche tutto andasse per il meglio e Kirika decidesse di
concorrere,
non pensi nemmeno per un minuto che Emerald partecipi».
C’era da immaginarlo,
pensò Meat, guai a non proteggere la
sua principessina. «certo. Poco importa che stia seminando
tutti quanti in una
fuga non poco faticosa che di certo richiede parecchio sforzo fisico,
Emerald è
comunque convalescente» si lasciò sfuggire con
appena un filo di ironia che non
riuscì proprio a nascondere nonostante
conoscesse i rischi e vedesse bene il completo grigio antracite.
« Emerald è…
convalescente. E in ogni caso ha già molto a cui pensare
senza dover aggiungere
anche questo. Nel caso in cui il torneo venisse disputato, avete il
numero di
lottatrici che serve anche senza di lei».
Meat stava per dire che forse Emerald
avrebbe potuto
pensarla diversamente. Ma a rifletterci bene se per i propri problemi
personali
stava già scavalcando la preoccupazione di suo padre, di suo
marito e tutto il
resto, quanto avrebbe mai potuto importarle dei trattati di pace del
Pianeta
dei Demoni? Se il torneo si fosse fatto Hammy si sarebbe mossa solo
quando lei
fosse stata a posto, e non prima.
Era una cara ragazza e Meat le voleva
bene, ma anche i muri
ormai erano a conoscenza del suo egoismo.
«vero».
«well».
Meat ebbe un’esitazione.
«andremo da Kevin Mask. Devo
portargli i saluti del padre?»
Il marchese Lancaster invece non ne
ebbe alcuna. «piuttosto,
i suoi auguri di pronta guarigione».
A Robin aveva detto che Kevin era
stato aggredito in Russia
da un criminale, e lo aveva rassicurato che avrebbe dato la caccia alla
persona
in questione. Ma aveva evitato di specificare che si trattava di
Zachary anche
se con Michael si era presa la decisione di non lasciare che
l’albino la
passasse liscia. Non questa volta.
Zeke aveva “pisciato fuori
dalla tazza una volta di troppo”,
volendo citare Michael, a cui ovviamente aveva fatto un appunto per il
linguaggio. Aver quasi ucciso un esponente della nobiltà
inglese non era qualcosa
che si potesse tollerare, in qualche modo andava punito. Eh
sì, aveva
decisamente dato fuoco a quello sbagliato dei due.
«Robin Mask potrebbe andare
a trovarlo» obiettò Meat.
«Robin dovrebbe
andare
a trovarlo come minimo» “ma pur essendosi
preoccupato per il figlio, una volta
tanto, ritiene un affronto che si sia fatto ridurre così da
un criminale
qualunque. Ah, Robbie…dici che io sono pazzo, ma tu non sei
da meno”.
«beh…direi che
è tutto» decise di concludere Meat «la
ringrazio a nome di tutti per l’ospitalità, e la
prego ancora una volta di
farci sapere se ci sono novità».
«senz’altro. Solo
un’ultima cosa, signor Meat. Proprio in
virtù della mia ospitalità non credo che le
seccherà farmi una minuscola
cortesia».
Proprio adesso che pensava di essersi
salvato…!
«eh…spero che
non mi chiederà di pagare il conto»
tentò di
buttarla sull’ironico, ma riuscì
nell’intento solo in parte.
«non in denaro, mr. Meat,
ma in segreti».
“ma perché non
sono schizzato via dall’ufficio appena dopo
aver finito di parlare?” rimpianse il piccolo allenatore.
«mi piacerebbe
poterlo fare, ma sono al verde».
«scommetto che non
è così al verde come dice. Voglio essere
un po’ più diretto: Emerald e…quel
mostro. Cosa potrebbe sapere, lei, che io
non sappia già?»
L’istante di silenzio
tombale che seguì parve un’eternità a
Meat, che cercava di pensare a come rispondere abbastanza onestamente e
al
contempo evitare di creare danni a terze persone.
Capì che non era possibile
riuscirci. Il marchese aveva
intuito da tempo che lui sapeva qualcosa in più, ed iniziava
a dubitare che lo
avrebbe lasciato andare se non gli avesse detto qualcosa.
“si sono concessi una lunga
vacanza insieme attorno al
mondo, hanno avuto più di un rapporto intimo, si
frequentavano clandestinamente
per cimentarsi in competizioni di ballo quando lei stava con Kevin Mask
e sono
tanto legati da farmi avere dubbi sulla durata del suo matrimonio col
tuo uomo
di fiducia. Ti basterebbero questi, di segreti?”
«non so molto di preciso.
Però so per certo che Emerald e
Warsman sono legati, come è stato dimostrato. Molto…legati.
So che Hammy rimproverava aspramente coloro che lo
denigravano in sua presenza. E so che non vuole che gli sia fatto del
male signor
Lancaster, perché non penso che potrò mai
dimenticare il modo in cui durante le
finali del torneo Emerald si è messa in mezzo per
proteggerlo, prendendo il
colpo che lei aveva appena sparato. E penso proprio che non possa
dimenticarlo
nemmeno Warsman».
Forse se quel colpo non fosse stato
sparato le cose
sarebbero andate diversamente, ma non era possibile saperlo, e in ogni
caso
dopo quel discorso Meat uscì rapidamente
dall’ufficio senza essere stato
congedato.
Ecco, si era appena dato un altro
motivo per andare via di
lì immediatamente.
::
sotterranei di Mosca,
secondo livello ::
«di’ un
po’…come va il sorriso rattoppato?»
Un’esitazione.
«bene. Sto bene. Avrei
potuto fare da solo».
«o avresti potuto lasciar
fare che i dottori di quel posto.
È la prima volta che vedo qualcuno con una ferita simile che
picchia i medici e
fugge da loro, invece di cercarli».
«in ogni caso i motivi per
cui stavo fuggendo non sono
affari che ti riguardano».
«ma infatti chi ti ha
chiesto niente? E ti dirò di più, dato
che ti sei rivelato simpatico come un coccodrillo trincia testicoli col
senno
di poi ti avrei lasciato lì a…purtroppo dubito a
crepare, visto che volevano
darti una mano» sbuffò, vedendolo guardarla
malissimo «sei ridicolo quando
tenti le occhiate mortifere, uno scemo pagliaccio. Mh! “scemo pagliaccio”…mica
male, me lo appunto» disse tra sé e sé
«oltre che masochista, naturalmente, se il dolore ti piace
così tanto da
fuggire via dai dottori».
“quando
la rivedrò
devo chiedere ad Emerald se suo padre si è dato da fare con
qualche aliena di
un pianeta lontano, perché mi viene voglia di prendere a
cinghiate anche questa
qui!”
«taci. Non sei
divertente» disse secco, muovendosi
nervosamente sul futon che l’aliena aveva tirato fuori per
lui apparentemente
dal nulla e posizionato non troppo lontano dal suo.
Il russo non aveva mai visto prima
quella ragazza
visibilmente non terrestre, e
ancora
non si spiegava come mai due giorni prima avesse deciso di aiutarlo
oltre al
modo poco ortodosso in cui l’aveva fatto.
Non era riuscito a tenere fede al suo
proposito di curarsi
prima di oltrepassare i confini della clinica, perché non
aveva avuto un attimo
di tregua. Era però riuscito a superare le mura, col
“sorriso” -come lo
chiamava lei- che a causa del troppo movimento sanguinava ancora.
Peccato che
fosse servito a poco, perché anche dopo quello si era
trovato attorniato da
medici e guardie contro cui, testardo, si era messo a combattere. Loro
avrebbero solo voluto aiutarlo, ma in quel momento quell’idea
proprio non gli
si era infilata in testa.
Era sul punto di essere sopraffatto,
quando…beh, Warsman non
era in grado di descrivere quel che era accaduto. Qualcosa lo aveva
afferrato,
medici e guardie non erano riusciti più a vederlo, e si era
trovato ad
allontanarsi rapidamente in un caos vorticante di persone, di cose, di
luci e
di ombre. Soprattutto di ombre.
E quando il caos in questione era
finito, si era ritrovato a
vomitare anche l’anima in un vecchio bagno malmesso accanto
ad una stanza che
poi aveva scoperto trovarsi in uno dei livelli sotto la
città…e con quella
ragazza aliena -che in seguito lo aveva rattoppato con quel che
c’era nella
cassetta del pronto soccorso- accanto a lui.
Non avrebbe saputo dire di che razza
fosse, anche perché non
gli era importato di chiacchierarci per chiederglielo. Aveva la pelle
nera come
ossidiana, una lunga coda snodabile, delle
“biogemme” incastonate in alcune
parti del corpo, gli occhi dello stesso colore del ciuffo di capelli
rosso
vibrante che le copriva metà volto, indossava soltanto una
specie di armatura
che copriva giusto i punti “strategici”, si
chiamava Zoisite e…non
era affatto simpatica. La
conosceva soltanto da due giorni, e quei due erano già di
troppo!
Inoltre non gli piaceva affatto
l’idea di essere in debito
con qualcuno, perché immancabilmente non si sentiva a posto
fino a quando il
debito in questione non era ripagato.
«confrontata a te faccio
ridere quanto il gas esilarante. E
dire che essendo uno scemo pagliaccio dovresti strappare un paio di
risate! È
il tuo lavoro! Vuoi far fallire il circo?» si mise a
camminare avanti e
indietro lungo la stanza, rigirandosi al dito un bizzarro anello rosso
che
sembrava starle fin troppo largo.
«non vedo l’ora
di andarmene di qui» borbottò stancamente
lui.
Non avrebbe potuto essere qualcun
altro a salvarlo? Qualcuno
un po’ più… un
po’meno…stronzo?
«direi che siamo in due. Ti
ho portato via perché credevo
che avessi qualcosa di interessante da raccontare»
frustò l’aria con la coda,
che muoveva nervosamente come avrebbe potuto fare un gatto
«sai com’è, una
ferita del genere, tu in fuga, medici che vogliono aiutarti e tu non ci
stai…le
alternative sono: a) sei fuori di zucca. Il che è probabile.
b) sei un
masochista. Altrettanto probabile. L’ultima: sei una cavia da
laboratorio in
fuga o qualcosa del genere!»
Parole che rievocarono in Warsman
momenti della sua vita a
cui non voleva assolutamente pensare. «lasciami in
pace».
Più volte quella gran
rompiscatole aveva accennato al fatto
di voler conoscere la sua storia. Gli aveva detto a chiare lettere che
quando
non rubava per mantenersi viveva facendosi pagare per le storie che
aveva da
raccontare, e che nonostante avesse girato parecchio e dunque ne
conoscesse già
molte una in più non le sarebbe dispiaciuta.
Ma lui si era chiuso in un mutismo
quasi assoluto dopo
averle borbottato un “grazie”. Warsman non era tipo
da mettersi a raccontare la
storia della propria vita ad un’estranea, anche se questa lo
aveva aiutato.
Tanto più visto che
l’estranea in questione, a parer suo,
somigliava troppo ad Emerald. Aveva perfino un tatuaggio sulla schiena,
come lo
aveva Emerald, solo che il suo sembrava una specie di mappa stellare,
ed era
incredibile che l’inchiostro rosso risaltasse tanto su quella
pelle nerissima.
«mh. Allora sei una cavia
per davvero, in effetti l’aria ce
l’hai…»
«maledizione!!! Non sono
una cavia!!! Ti ho detto di
lasciarmi in pace! Va bene, basta» si alzò di
scatto «me ne vado, non mi
importa niente di questo dannato taglio!»
«ho visto che guarisci
velocemente, un altro giorno e sei a
posto, perciò non fare l’idiota! No aspetta: prova
a smettere di essere idiota. Se
crepassi prima di
avermi raccontato la tua storia avrei sprecato tempo
inutilmente».
«io non ti ho mai
chiesto di salvarmi!» Zoisite era
ancora più bassa di Emerald, eppure lo fronteggiava con
un’espressione di noia
completa sul volto nonostante in quel momento -seppur ferito- Warsman
fosse
abbastanza inquietante.
«e allora che devo dirti,
vai e muori, pace all’anima tua! E
spero per questa Emerald che tu non la riveda mai, perché
altrimenti sai che
strazio per quella poveretta».
Dopo un istante di sorpresa il russo
divenne ancor più
aggressivo. «che…che ne sai? Cosa sai tu di lei?!
come diavolo fai a-»
«non so, forse
perché stanotte l’hai chiamata nel sonno
undici volte? undici “Emerald”, un paio di
“Kevin”, vari “maledetto
demone”
inframezzati da lamenti, ringhi e borbottii vari. Sei una sega infinita
anche
quando dormi».
Undici volte.
L’aveva chiamata ben undici
volte.
Non riusciva a trovare pace nemmeno
nel sonno!, pensò,
trovandosi a calciare il muro con tanta furia da
sbriciolarlo…fino a quando
qualcosa non gli si avvolse attorno alla vita e gli fece fare un breve
volo.
«sentimi bene uomo
innamorato, non ti lascio spaccare il
muro della mia stanza solo perché sei nervoso. Anche
perché non penso che sarà
utile per…beh, qualsiasi cosa tu voglia fare».
«non sono un uomo
innamorato!»
«oh, quindi ti fai
tagliuzzare per sport? Lo dicevo io che
sei masochista!»
Warsman quasi ringhiò per
l’esasperazione. Un altro
lunghissimo giorno in compagnia di una così gli sembrava
un’eventualità
insopportabile, anche se non aveva torto nel dire che gli conveniva
aspettare
un altro giorno e riprendere le ricerche -dopo aver telefonato ad una
delle
signore Lancaster magari- quando fosse stato perfettamente in forma. Lo
aspettavano momenti difficili, di quello era più che sicuro.
«ti ho
detto….che non sono affari tuoi. Non
voglio
più sentirti dire una parola fino a domani, quando
finalmente potrò togliermi
dalle scatole!»
«eee io invece parlo quanto
mi pare. “ciao, sono Mario,
soffro di amnesia, il mio cane si chiama ci-ci-ciao sono Mario soffro
di
amnesia, sono un impiegato e lavoro per ci-ci-ciao sono Mario soffro di
amnesia, ho un fratello che si chiama ci-ci-ciao sono Mario soffro di
amnesia,
il mio gatto si chiama ci-ci-ciao sono Mario…»
In altri tempi il russo
l’avrebbe gelidamente ignorata, ma
quello non era il periodo. Ne aveva passate troppe, e in poco tempo,
tanto che
in alcuni momenti si sentiva sull’orlo di un crollo di nervi
peggio di quello
che l’aveva indotto a fuggire dai dottori…e
Zoisite era irritante.
Troppo irritante.
Come Emerald, per cui aveva scelto di
lottare e passare
tutto questo.
Quindi, debito o non debito, le si
fiondò addosso emettendo
il suo respiro caratteristico con il processore annebbiato dalla
rabbia, dalla
confusione e dalla…stanchezza per aver
dato tutto senza essere ancora
riuscito ad ottenere risultati concreti.
Peccato che Zoisite non fosse
qualcuno di facile da
picchiare. Non per lui, almeno.
La ragazza scartò
rapidamente di lato e lo fermò con un
semplice colpo di coda, con la quale poi lo avvolse imprigionandogli le
braccia
e tenendolo sollevato da terra.
Ovviamente Warsman tentò
di liberarsi, più rabbioso che mai,
ma la presa di quella coda era venti volte peggio di quella di un
anaconda.
«ok, tu sei veramente fuori
come un balcone, a parte gli
scherzi» disse «non so cosa ti è
successo ma qualunque cosa sia…e piantala! »
l’aliena mise l’indice destro, che
iniziò ad emettere una luminescenza
pericolosa dalla punta, a qualche centimetro di distanza dal volto del
russo
«adesso io ti lascio, tu ti siedi tranquillo sul futon che ti
ho dato, la
smetti di aggredirmi e mi parli del motivo per cui sei così
sclerato al di là
dei “ciao sono Mario”…altrimenti ti
faccio saltare la testa. Chiaro?!» non lo
avrebbe mai fatto, non aveva mai ucciso nessuno, ma Warsman cosa ne
sapeva?
Tanto che concluse che forse era meglio fare come diceva.
“un’altra
reazione inconsulta. Sto diventando l’ombra di me
stesso? Sto diventando pazzo sul serio? No… non posso
permetterlo. Devo
smetterla. Devo calmarmi” si disse, ripromettendosi -stavolta
in modo più
deciso- di ritrovare la sua compostezza. Tanto che quando Zoisite lo
lasciò
andare si sedette sul futon con tutta la dignità che gli fu
possibile
racimolare dopo la sceneggiata appena fatta.
«che ti è
capitato? Non sei il primo che vedo in questo
stato, e nessuno degli altri aveva alle spalle una storia piacevole.
Però di
solito dopo averne parlato sembravano tornare un po’ in
sé».
Perché avrebbe dovuto
dirglielo? Non le importava di lui,
voleva solo farsi i fatti suoi. Lo aveva rattoppato e gliene era grato,
ma
nient’altro. «non
sono una persona che
si lamenta per un nonnulla. Tantomeno con gli estran-»
Si interruppe quando lei gli porse
una tavoletta di
cioccolata. Anche questa apparentemente comparsa dal nulla come il
futon.
«questa roba terrestre
è buona. Si chiama cioccolata, se non
sbaglio. È vero che in realtà Sheldon Cooper in
questi momenti beve il tè, ma
io non ne ho».
L’ex lottatore non sapeva
se fosse più sorprendente che gli
stesse offrendo della cioccolata o il fatto che conoscesse The Big Bang
Theory.
«non la voglio».
«non è
avvelenata, Messer Paranoia. Su».
Passò diverso tempo prima
che Warsman, con un sospiro e con
diverse esitazioni, si decidesse ad accettare l’offerta.
Anche se ostinatamente
per una ventina di minuti non disse una parola oltre ad un
“grazie”.
«se ti raccontassi la mia
storia e poi tu la tua?» tornò
alla carica lei, dopo quella pausa.
«non mi interessa
conoscerla, mi hai detto che sei una ladra
e che ti mantieni o così o raccontando storie altrui, ed
è già troppo».
Zoisite alzò gli occhi al
cielo. «puoi smettere di essere
una simile sega vivente almeno per un secondo?!»
Di nuovo, lui non ribatté.
Così com’erano comparsi la
cioccolata ed il futon, nelle mani della ragazza comparve un cellulare
con cui
si mise a giocherellare. Di cose strane Warsman ne aveva viste, ma
quella gli
era piuttosto nuova. Che fosse una specie di maga?
«come…no, lascia
perdere».
«no, dai, finisci la frase,
voglio vedere se è idiota pure
questa».
«mi chiedevo come fai a
tirare fuori le cose dal nulla»
disse Warsman, un po’seccato e un po’incuriosito.
«non tiro fuori le cose
“dal nulla”, ma dalle ombre in cui
le ho messe quando le ho prese. So farlo, ma non so precisamente come
avviene
questa cosa. Se io ed Hayun fossimo andati a scuola forse
l’avremmo saputo, ma
dato che così non è stato, pace».
«sei una di quelle che
è scappata di casa col fidanzato
invece di studiare?» niente da fare, essere acido gli veniva
spontaneo.
«sono una di quelle che ad
un anno e mezzo è stata sbattuta
via dal suo pianeta assieme all’unico maschio della sua
stessa razza in grado
di camminare ma troppo piccolo per partecipare alla guerra che oltre ad
aver
distrutto il pianeta ha reso me e lui qualcosa di simile a due bestie
rare»
ribatté lei, fredda.
Se non altro questo riuscì
a sedare il russo.
«dopo la guerra eravamo gli
ultimi rimasti della mia etnia,
gli Shadow» riprese Zoisite «ci differenziamo da
quella più numerosa degli
icejin comuni perché abbiamo tutti la pelle nera e
traffichiamo con le ombre»
aggiunse a mo’ di spiegazione «hanno salvato un
maschio ed una femmina perché
potessimo riprodurci. Siamo cresciuti da soli, cercando
di…”cavarcela”. Senza
sapere nulla dei nostri genitori…a parte i nomi dei miei, e
solo perché sono
incisi su questo anello» disse sollevando la mano
«e lo Shadow con cui sono
cresciuta, Hayun, non mi era molto simpatico, ed è morto da
idiota qualche anno
fa. Per cui di “bestie rare” ora ci sono solo
io» sbuffò «“bestie
rare”…ricordo
quando un mercante di schiavi sul pianeta Evithlon che tentò
di catturarci ci
definì così. Solitamente sono contro
l’omicidio, ma stimai Hayun quando ammazzò
quella feccia dell’universo per aver
osato tanto. Di’, hai idea di come
ci si sente ad essere paragonati ad animali?»
A quel punto Warsman
iniziò a ridere. Una lunga, terribile
risata sarcastica.
«che ti prende?»
«dimmi un po’,
quanti anni hai?»
«diciotto».
Lui rise ancora di più.
«io invece ne ho
sessantatré. E sono un “mostro” quasi da
sempre, una “bestia rara” da quando Howard
Lancaster mi ha conosciuto, ed un
“robottino con cui giocare” da quando quel demone
albino è entrato nella mia
vita. Fino a due anni e mezzo fa nessuno a parte mia madre mi ha mai
visto in
modo diverso da uno di questi, e lei è morta troppo presto.
E poi è arrivata-»
«…Emerald?»
Odiava essere interrotto, ma
lasciò perdere ed annuì.
Zoisite si mise a rimuginare. «mi sa che io il nome che hai
detto prima da
quando sono qui sulla Terra l’ho già sentito. Non
“Emerald”…»
«Howard Lancaster. Non mi
stupirebbe. È un uomo potente, e
preferirebbe che fossi morto…questo già prima che
conoscessi Emerald, che è sua
figlia».
«allora ti sei ficcato in
un bel casino. Però se sapevi che
era figlia di uno così perché le stai intorno,
uomo innamorato?...ah, lei
quanti anni ha?»
«per l’ennesima
volta,
non sono innamorato di lei!...e
comunque…venti».
«tu sessanta e lei venti?!
Credo che qui direste che sei un
porcello!»
Warsman fece facepalm con un lamento.
“sicura che tu ed
Emerald non vi conoscete?” avrebbe voluto domandarle, ma
evitò.
«che ne dici di raccontarmi
meglio? Tanto abbiamo davanti
una giornata. Così cancelli il tuo debito attuale ed anche
quello che
contrarrai quando ti porterò fuori dalla
città».
Le diede un’occhiata
stupita. «perché dovresti farlo?...e
come sai che voglio lasciare Mosca e non volevo solo uscire fuori da
quella
clinica?»
«sai
com’è, se resti in città è
più facile che ti trovino.
Per cui io scapperei per logica. E comunque se non corro rischi, se
penso che
possa valere la pena e se faccio in fretta, un aiuto nella fuga non lo
rifiuto»
con tutti quei “se” era come dire che la maggior
parte delle volte in realtà
Zoisite delle fughe altrui se ne infischiava, da brava shadowjin
fortemente
individualista.
Quanto a Warsman, gli seccava ancora
l’idea di raccontarle
la propria storia, ma tutto sommato non sembrava un pessimo affare se
in cambio
avrebbe ricevuto dell’altro aiuto. «rifarai quella
cosa che poi mi ha fatto
vomitare anche l’anima?»
«viaggiare con me nelle
ombre? Sì! E una volta fuori città
ci saluteremo. Facile che non ci rivedremo più, non conto di
restare su questo
pianeta troppo a lungo, dei luoghi in cui avevo scelto di andare mi
manca solo
la Turchia. Un altro motivo per raccontarmi di te: non posso darti
problemi pur
sapendo le tue faccende».
«magari a qualcuno potrebbe
non piacere che tu mi stia
aiutando, se si scoprisse».
«non vedo chi potrebbe
venirlo a sapere, e in cogni caso
cazzi suoi. Voi umani siete un genere variegato ed interessante, ma
siete tutti
deboli come…come si chiamano? Gattini, a confronto della mia
specie».
Indubbiamente Zoisite Ultima Della
Sua Etnia non si tirava
indietro quando si trattava di ribadire a chiunque la
superiorità degli icejin
di qualsiasi razza, pur avendo vissuto un’esperienza simile
alla sua finendo
per sentirsi paragonare ad un animale raro.
“forse dovrei cominciare a
tirarmela anch’io per essere un
robo-chojin” pensò ironicamente “anche
se avrei una voglia matta di chiederle
com’è che gli Shadow sono stati sterminati tutti,
se sono tanto forti e tanto
superiori! Ma il numero di persone che vogliono darmi una mano
è talmente
esiguo che forse faccio meglio a tacere”.
«e poi senti, da quando
stavo col gruppo del mio ex sono
diventata una ricercata spaziale come loro, anche se sono stata vista
sempre e
solo di sfuggita. Quindi cosa vuoi che mi possa importare se un paio di
terrestri ce l’hanno con me?»
«io mi auguro che tu stia
scherzando».
«no, affatto. Allora, uomo
innamorato, com’è questa
Emerald?» e lì Warsman evitò di
ripeterle che non era innamorato, tanto non
serviva «per essere finito in casini del genere
dev’essere una super gnocca,
altrimenti saresti tonto».
«per essere
“super gnocca” le mancano diversi attributi,
non so se mi spiego…è un ammasso di stecchini
anche se mangia come un cavallo.
Inoltre ha un pessimo carattere, tanto che sarebbe da prenderla a
cinghiate per
la maggior parte del tempo. Però ci sono
dei…momenti…che…ah, basta»
borbottò
«ho detto abbastanza».
«fai tutto questo per dei
“momenti” e non vuoi che ti chiami
uomo innamorato? mah…forse hai ragione, non sei innamorato,
sei solo del tutto
scemo e con poca voglia di vivere».
Warsman stava per risponderle a tono,
ma proprio in
quell’istante qualcuno aprì la porta di quella
stanza sotterranea con un
calcio.
Quando però sei uomini
bene armati entrarono -tre non
portavano segni di riconoscimento, ma gli altri avevano il simbolo dei
Lancaster al petto- non trovarono altro che una stanza vuota.
«…la descrizione
che hanno fatto è calzante, anche se lo
hanno visto per poco» disse uno di loro
«è facile che sia qui».
«…quando diavolo
sei uscito?!» disse Zoisite in un bisbiglio
inudibile da chiunque se non un Warsman piuttosto confuso che non si
sentiva
più il corpo e a cui sembrava di trovarsi ovunque e in
nessun posto, e che non
aveva neppure idea di come facesse a sentirla e di come potesse sapere
di
essere in grado di parlare.
«quando ieri eri in bagno
sono uscito, mi sono affacciato
per poco tempo. Volevo capire dov’eravamo».
«tonto!»
«ehi, hai
sentito?» disse uno degli uomini dei Lancaster.
«sentito cosa?...ehi, nel
bagno avete trovato niente?»
«nulla! Magari le pareti o
il pavimento nascondono un
passaggio. È un labirinto, qui sotto».
«da…non
credo che troveremo Warsman o quei vostri
ragazzini» commentò uno di quelli senza stemma
«se non li hanno già uccisi, si
perderanno».
«se avessero ucciso i
ragazzi sarebbe comunque nostro
compito ritrovarne le spoglie, questo è quanto. In ogni caso
qui qualcuno
c’era» ribatté un soldato dei Lancaster
«qualcuno di forte. Questo muro sembra
essere stato rotto con un calcio».
«se anche si fosse trattato
di Warsman mi pare evidente che
non è più qui. Non perdiamo altro
tempo».
Era un po’avvilente per il
russo vedere come anche i suoi
compatrioti -al di là della motivazione ufficiale di cercare
“un terrorista”-
si prestassero a tentare di trovare tanto lui quanto i ragazzi. Ma
d’altra
parte sapeva benissimo quanto colui che lo stava cercando potesse
allungare la
mano.
Appena gli uomini se ne andarono
sentì di aver riacquistato
il proprio corpo, oltre ad un’incoercibile nausea che lo
spinse a correre in bagno
più in fretta possibile. Cercò di darsi un tono
quando uscì.
«è una settimana
che vedo questi con la pantera» l’aliena si
indicò il petto «girare qui sotto. Quindi cercano
te, e i ragazzini…?»
«una è Emerald.
Gli altri sono suo cugino, una sua amica e
quel demone maledetto di suo cognato».
I futon erano ricomparsi.
«adesso hai un altro
debito, visto che ti ho nascosto.
Quindi devi proprio raccontarmi tutto per bene. Io
comunque voglio darti
un consiglio: lascia perdere, cambia pianeta e rifatti una vita. Le
storie come
sembra essere la tua sono appassionanti, ma non vanno mai a finire
bene».
«non ti ho mai chiesto un
consiglio, e se solo lei aprisse
gli occhi sarebbe diverso. Non rose e fiori, sicuramente complicato
come al
solito, ma diverso».
Zoisite gli diede delle lievi pacche
sulla spalla.
«uomo innamorato, mi fai
una pena che non ti dico perché mi
sa che è tutto inutile».
«ficcati in quella testa di
segatura che non sono un uomo
innamorato, e che ti sbagli anche sull’altra cosa, e quando
avrò finito di
raccontarti questa benedetta storia per cui mi hai rotto le scatole tue
giorni
te ne renderai conto!»
«io invece penso che mi farò due risate sui filmini mentali che ti sei fatto, ti darò altre due pacche sulla spalla e calcolerò quanto potrò guadagnare da “L’Epopea Dell’Umano Innamorato”...»
Aye, mi sa che un altro po'di casino l'ho fatto anche se il capitolo è più lungo dell'ultimo.
La complicata alleanza di Warsman e Zoisite, che chi ha letto "Ombre" già conosce, vale solo per questo capitolo. Cos'altro? Ah, sì: Kirika rispunterà fuori entro il tempo limite? Se sì, deciderà di concorrere o manderà tutto al diavolo? Rivedrete lei e gli altri nel prossimo capitolo, don't worry. Il prossimo anno però : )