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Autore: Larceny    31/12/2014    0 recensioni
È una strana danza, quella di due persone che si avvicinano, timide. Nel timore che l'altro si spaventi e fugga via. Si testano i limiti, si esaminano le distanze. Ma poi, dopo la neve arriva la primavera. Cambiamento. Novità. Nuove variabili in una relazione già esitante.
Dorian ha sempre pensato di essere una persona eccezionale, ma c'è più gusto quando si è eccezionali in due.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tock. Tock. Tock.
 
Con un sopracciglio alzato, osserva la tapparella. La tapparella che si rifiuta testardamente di alzarsi, lasciandolo immerso nella luce fioca della lampada sul comodino.
 
Tock. Tock. Tock.
 
Il motore si avvia, sembrerebbe. Si alza di qualche centimetro e poi tock, ricade sul davanzale, cedendo seccamente.
 
Dorian è in questa casa da meno di due giorni.
 
Passandosi una mano sul viso con un sospiro esasperato, il greco torna verso il salotto. Il precedente proprietario della casa, un appartamento in un condominio non molto lontano dal centro città, non aveva accennato a roba del genere. Ovviamente.
 
Per lo meno gli ha lasciato l'elenco telefonico dei tecnici a cui rivolgersi. Anche la ditta che ha motorizzato le tapparelle. Compone il numero dal cellulare, appoggiandosi alla finestra che da sulla strada e guardando fuori, il ricevitore all'orecchio.
 
Skyhold è l'ultimo posto dove aveva pensato di stabilirsi, onestamente. Remoto, ma non esattamente isolato -una meta turistica piuttosto ambita, specialmente d'inverno. Non aveva potuto permettersi di fare lo schizzinoso all'epoca del trasferimento. E poi qui vive Josephine.
 
Cara Josephine. Si erano conosciuti a Creta -lei lì in vacanza, lui per studio-, e da allora erano sempre rimasti in contatto. Quando aveva esaurito il suo benvenuto a casa, per così dire, quello era il primo luogo disponibile che gli era venuto in mente.
 
Qualcuno finalmente risponde dall'altra parte della linea, e Dorian solleva lo sguardo dalla strada lastricata di sanpietrini, concentrandosi sulla conversazione.
 
_________________
 
 
L'elettricista dovrebbe arrivare oggi, fra le due e le quattro del pomeriggio. Il che è un'ottima cosa perchè è giovedì e Dorian non ha lezione. Lo sta aspettando con una tazzè di tè bollente in mano, rannicchiato nel divano, un affare abbastanza vecchio di cui però non è visibile nemmeno una striscia dell'orrido rivestimento originale -Dorian lo ha inondato di cuscini e coperte, rendendolo un nido abbastanza comodo ed efficace per proteggersi dal freddo e leggere in pace.
 
Sta per girare la pagina del saggio che sta leggendo -una dissertazione sulla simbologia religiosa medievale in Europa-, quando il citofono suona. -Elettricista-, gracchia il microfono, quando il greco si alza per rispondere.
 
Dorian apre il cancello e la porta di casa, aspettandolo sull'uscio con sulle spalle una coperta perchè no, non si vergogna di avere maledettamente freddo nonostante il riscaldamento sia al massimo. Il pianerottolo è gelido, accidenti.
 
Lo sconosciuto sale le scale con passi abbastanza pesanti, e quando entra nel suo campo visivo Dorian ha questa ignobile impressione di ritrovarsi in un film porno scadente.
 
Cerca di trattenersi dal fare una smorfia al pensiero. Ma insomma, tutto combacia, no? Un attraente quanto domesticamente incapace uomo che vive solo in un appartamento poco arredato chiama un elettricista che si rivela essere uno stramaledetto fusto alto un metro e novanta (quasi) con delle spalle che Dorian potrebbe usare per misurare il suo armadio. E' il copione perfetto.
 
Quando gli sovviene il fatto che la tapparella da riparare sia quella nella sua camera da letto si sente quasi in imbarazzo.
 
L'elettricista è effettivamente un bell'uomo. Ha un'ombra di barba sulle guance e i capelli tagliati corti sulle tempie, lasciati più lunghi solo sulla sommità del capo, e occhi scuri vivaci. Quando lo individua sulla porta gli sorride, e il greco nota suo malgrado come quel sorriso includa immediatamente anche il suo sguardo, illuminandogli il volto.
 
-Elettricista- annuncia allegramente, senza che ce ne sia alcun bisogno visto gli scarponi da lavoro e la cassa degli attrezzi e la giacca con il simbolo della sua ditta in bella vista e il fatto che gliel'abbia già detto tipo cinque minuti fa. Si leva un guanto e gli porge la mano: Dorian la prende e lo sconosciuto gliela stringe con forza, strattonandolo involontariamente. Ha una mano molto, molto calda.
 
Il greco rimuove velocemente la sua persona dall'uscio, mostrandogli un sorriso milledenti a dimostrare che sì, è perfettamente a suo agio. Ovviamente. -Buongiorno! Da questa parte, prego- afferma con tono vivace, facendogli cenno di entrare.
 
Lo guida verso la tapparella incriminata, notando con piacere che l'altro non perde tempo a guardarsi attorno. Dorian sa bene che la sua casa odora di vaniglia -candele profumate, ne ha a iosa, per liberarsi dell'odore estraneo del precedente proprietario. Forse è per via del profumo dolce delle candele che al suo naso arriva quello sconosciuto dell'elettricista in modo così chiaro. E' un vago sentore di sigaretta, scarponi di plastica e metallo. E' abbastanza difficile ignorarlo.
 
Gli spiega velocemente quale sia il problema, senza mostrare nessun disagio sotto lo scrutinio attento del tecnico. Non si è dilungato molto ad esaminare la casa, ma Dorian non può fare a meno di sospettare che stia esaminando lui ora. Si sforza di sorridere con convinzione.
 
-Non dovrebbe essere niente di grave- spiega il tecnico, dopo avergli chiesto una scala per esaminare il cassone. -Solo una guida che si è staccata. È in garanzia?-
 
Si è levato il giaccone e sotto ha una camicia di flanella blu e dei pantaloni sospettosamente bassi al cavallo. Allungandosi per controllare la tapparella, la camicia si alza e dal basso Dorian ha dei grossi problemi a guardare da un'altra parte, o ad accorgersi che ora lo sta guardando da sopra alle sue spalle in attesa di una risposta.
 
-Ah… non lo so, in effetti. Mi sono trasferito qui da poco- spiega, passandosi con fare assente il pollice sul pizzetto sotto al labbro.
 
-E' una stupidata-, dice affabilmente l'elettricista, tornando a rivolgersi alla tapparella. Con un paio di schianti ed un grugnito che suggerisce a Dorian immagini mentali poco consone, prosegue: -Ecco, dovrebbe essere a posto. Però se non è in garanzia dovrà pagarmi l'uscita… mi dispiace- aggiunge, scendendo dalla scala.
 
-Le dispiace di cosa?- risponde il greco, perplesso.
 
-Mi dispiace farla pagare per un intervento così da poco- spiega l'elettricista. Sono passati in salotto e l'uomo sta riempiendo una fattura sul tavolo. Fruga un momento fra i documenti che gli ha dato Dorian, notando che effettivamente i serramenti non sono più in garanzia. -Sono venti euro per l'uscita.-
 
Dorian va a pescare il portafogli dalla tasca del giaccone, appeso sulla gruccia vicino alla porta. -E' il suo mestiere, mi sembra il minimo- risponde, noncurante. Gli porge la banconota e nel prenderla l'elettricista sembra avere particolare cura nel toccargli la mano in via del tutto accidentale. E' una fornace. Oppure è lui che è freddo?
 
-Posso offrirle un caffè?- gli esce, prima di poterci pensare bene.
 
Stavolta è il turno dell'elettricista fargli un sorriso molto largo. -Ah, la ringrazio ma ho un altro appuntamento- dice cortesemente. Però prende dalla borsa un taccuino, ci scribacchia sopra qualcosa, strappa il foglio e glielo porge. -Le lascio il mio cellulare, comunque- e Dorian accetta velocemente il cartiglio a quel punto, -è un serramento vecchio, sono sicuro che capiterà ancora, purtroppo. Se così fosse mi chiami direttamente qui, così evitiamo altre… cose-, conclude, un po' meno brillantemente di quanto avesse iniziato.
 
Forse il riscaldamento è troppo alto. Il tecnico ha le guance rosse. -Molto gentile da parte sua- risponde Dorian, accompagnandolo all'ingresso. -Le auguro una buona giornata.-
 
-Anche a lei- replica come forma di saluto l'altro. -Buon Natale.-
 
Perchè è fermo fuori dalla sua porta e non accenna a scendere? -Buon Natale- gli risponde educatamente Dorian, chiudendogli a tutti gli effetti la porta in faccia. Perchè non si era spostato, era ancora lì. Davanti alla sua porta. La porta che ha appena chiuso.
 
Com'è che tutta la questione è diventata imbarazzante nel giro di due minuti…?
 
Con un suono frustrato, Dorian marcia in direzione opposta, il tè ormai freddo da buttare nel lavandino e il desiderio bruciante che il suo apparentemente nuovo elettricista di fiducia fosse stato, piuttosto, un vecchio ripugnante. Avrebbe molti meno problemi così.
 
 
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Note:
So... Prima storia pubblicata. Non sono molti capitoli ed è già finita sul mio hard disk, siatene felici :D siate meno felici del fatto che non ho un/a beta. Abbiate pietà con gli errori. Rileggo e rileggo ma dopo un po' non li noto più.

Mi è frullato in testa questo AU dopo aver fatto uno schizzetto di una scena FLUFF (FLUFF per me sarà sempre scritto maiuscolo. Perchè il FLUFF serve. Serve l'ossigeno e serve il FLUFF) fra il mio Inquisitore e Dorian. Niente di particolarmente gradevole alla vista a voler essere onesti, ma la scena è passata dal "non classificabile in un universo ben definito" a "uh ma quasi quasi la faccio in un setting moderno".

E poi ho pensato di scriverla. E ho riso perchè mi son detta, scrivo i primi capitoli e poi come al solito mollo perchè tanto ce l'ho già in testa e son soddisfatta così. Stranamente, sono andata avanti. E l'ho finita.

Non scenderò troppo nello specifico per quanto riguarda il sesso. Sarà menzionato e rappresentato, chiaramente, ma non è il perno di questa storia. Ho inserito come avvertimento Tematiche Delicate per alcune parti del Capitolo 4 (omofobia, bullismo, etc.). 

Aspetto critiche costruttive. Ho cercato di interpretare Dorian in un setting leggermente diverso. È ancora lì, penso. Spero. Se sono andata OOC mi dispiace ma alla fine non mi pare di averlo stravolto particolarmente. Magari è meno mordace del solito ma penso dipenda un po' dalla mia incapacità e un po' dall'atmosfera che ho deciso di dare al racconto. 
 
   
 
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